Live 24! Padova-Lumezzane, -2: giovedì di test e schemi per i Biancoscudati, Ilari ci sarà?

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Ore 21.40 – (Il Piccolo) Terremoto in casa Unione Triestina 2012. La brutta sconfitta di ieri al Rocco con il Calvi Noale ha avuto un effetto deflagrante, con dimissioni a fine gara non solo del tecnico Cristiano Masitto, ma anche del direttore sportivo Sergio Pinzin. Segno che evidentemente non è stato solo il risultato choc di ieri, per quanto grave, a far emergere certe lacerazioni. Certo, la molla è stata l’imbarazzante prova della squadra contro il Calvi Noale: molle, senza gambe né idee, con gli unici tiri in porta arrivati su punizione e su rigore negli ultimi dieci minuti. E con il finale da museo degli orrori, quando si è gettato al vento anche un pareggio che sarebbe comunque stato immeritato. Ma anche al cospetto di una prova così brutta, davvero strane e inattese sono sembrate le motivazioni di Cristiano Masitto per spiegare la sua decisione di uscire di scena. Fino a pochi giorni fa, il tecnico chiedeva giustamente pazienza, considerato che la squadra era quasi interamente nuova. Il mister invece ieri si è presentato in sala stampa e assieme all’annuncio delle dimissioni ha recitato un lungo mea culpa: «Non credo di essere l’allenatore adatto per questa squadra – ha esordito Masitto – ne avevo già avuto la sensazione un po’ di tempo fa, addirittura prima del campionato, con i ragazzi ne avevamo parlato almeno un mese fa. Chiedo scusa ai giocatori per averli presentati in campo in questa maniera, visto che in questa partita siamo stati davvero imbarazzanti: non abbiamo fatto un tiro in porta. Ringrazio il presidente Pontrelli che mi ha dato la grande possibilità di allenare in una piazza come Trieste, ma non mi sento l’allenatore adatto per questa squadra. Non riesco a farla esprimere come vorrei e quindi è giusto che faccia un passo indietro. Per me, in appena sei anni di carriera, è la prima volta, non ho avuto né esoneri e non mi sono mai dimesso. Ma penso sia il momento giusto perché ho la sensazione di non essere l’allenatore adatto. Ed è corretto che dia la possibilità al presidente Pontrelli e alla Triestina di rimediare, come è giusto che sia». Insomma, una decisione che a quanto affermato ieri, il mister covava da tempo, ma che la disastrosa prova contro il Calvi Noale ha fatto solamente accelerare: «Il fatto è che ho lavorato su un concetto ma non riuscito a vederlo in campo. E sia chiaro che ho a che fare con un gruppo che mi ha seguito, ragazzi splendidi nei miei confronti. Ma non sono l’allenatore adatto per questa piazza». Masitto cerca di farne anche una questione di capacità di gestire le ambizioni di una squadra: «Le mie squadre sono sempre state cattive, veloci, dinamiche, caratterizzate da furore agonistico, anche se forse non sempre belle. Ma ho avuto sempre squadre da medio bassa classifica, quindi per forza con queste caratteristiche. Avendo ora giocatori diversi e una piazza con certe ambizioni, evidentemente non sono stato capace di trasmettere loro quella che è la mia mentalità di calcio. Non mi è piaciuta per niente l’interpretazione della partita. Ma qui c’è un gruppo importante, giocatori che hanno vinto campionati, bravi giovani, quindi è l’allenatore che è inadatto. Mi assumo tutta la responsabilità del risultato e chiedo scusa ai ragazzi perché li ho mandati in campo in maniera brutta. Devo ancora imparare tanto, farò mea culpa pensando a dove poter migliorare. Perché se mi capiterà in futuro un’occasione del genere dovrò essere più efficace». Fin qui le parole di addio di Masitto. Ma in serata sono arrivate anche le dimissioni del diesse Pinzin, per una situazione che a questo punto è diventata esplosiva. E questo proprio nell’ultima giornata di mercato, che si chiude stasera. Con la prospettiva che, oltre a un nuovo allenatore, per l’Unione 2012 possa esserci in vista anche una minirivoluzione in fatto di giocatori.

Ore 21.30 – (Il Piccolo) Il Calvi Noale passa al Rocco per 2-1 e lo fa con pieno merito, mentre un’inguardabile Unione Triestina 2012 riesce a buttare al vento anche l’insperato pareggio che era riuscita a cogliere allo scadere: è il quadro di una sconfitta brutta come poche. L’Unione 2012 si presenta con il terzo modulo diverso in tre partite. Stavolta Masitto opta per il 4-2-3-1: davanti a Di Piero i terzini sono gli under Ciave e Ricci, mentre la coppia centrale è formata da Beghin e Pramparo. In mezzo al campo giostrano Proia e Battaglini, mentre il tridente dietro a Zubin è formato da Zanardo al centro con Santoni a sinistra e Morelli a destra. Dopo un paio di guizzi di Zanardo, la Triestina si spegne e non tira mai in porta per tutto il tempo. Il Calvi Noale non incanta, ma è più ordinato e compatto e il primo squillo arriva al 18’ con un bolide di Siega che finisce a lato. La Triestina fatica a ripartire, gli attaccanti finiscono spesso in fuorigioco mentre gli ospiti riescono ad avanzare il baricentro. Alla mezz’ora Masitto prova già a cambiare, inserendo Battaglini per Morelli. Ma al 36’ il Calvi Noale passa. Fallo dubbio di Proia al limite dell’area: la punizione è tirata rasoterra da Siega, la palla colpisce la barriera e la deviazione spiazza l’incolpevole Di Piero. Nella ripresa l’Unione 2012 passa al 4-3-1-2, entrano Spadari per Migliorini e poco dopo Solinas per Zanardo, ma le idee restano poche e confuse. Ci si affida a lanci lunghi in avanti sperando nelle sponde di Zubin, ma anche il centravanti naufraga con la squadra. A metà ripresa cenno di reazione, con un sinistro al volo di Santoni che termina fuori e un tiro alto di Battaglini. Al 38’ una punizione di Solinas è battezzata fuori da Fortin (il portiere ex Siena e Cagliari, 41 anni, con oltre 70 presenze in A), ma la palla coglie il palo. E mentre il Calvi Noale spreca clamorosamente un contropiede quattro contro uno, al 44’ arriva inaspettato il pari: Battaglini serve Solinas che è atterrato in area da Bandiera. Zubin trasforma il rigore. Ma non è finita. Il Calvi Noale prima impegna Di Piero e all’ultimo secondo porta a casa la vittoria ancora con Siega, che su cross dalla sinistra sferra un micidiale destro al volo che si infila fra palo e portiere.

Ore 21.10 – (Corriere delle Alpi) «Ci siamo abituati tutti troppo bene, compreso me, è difficile spiegare un periodo così». Mister Roberto Vecchiato in poche parole riassume l’inizio della stagione del Belluno, che ha raccolto il terzo il terzo pareggio su tre gare. «Non c’è sempre una spiegazione a tutto – commenta l’allenatore del Belluno – stiamo attraversando un periodo difficile. In tre partite abbiamo subito tre gol, due su rigore e uno per una spizzata di testa in area. Ieri sera abbiamo sviluppato meglio il gioco nel primo tempo, creando più occasioni, ma siamo stati molli. Nel secondo, invece, siamo stati meno molli, ma ci sono state meno occasioni. Loro, però, nella seconda frazione non hanno fatto tiri in porta. Il primo tempo però poteva finire 2-0 per noi. Sicuramente dobbiamo migliorare davanti, abbiamo sbagliato tanto. In queste tre stagioni abbiamo fatto sempre la stessa preparazione, il primo anno abbiamo fatto due punti, l’anno scorso sei vittorie consecutive e quest’anno invece tre pareggi. Il calcio è questo, resistiamo a questo momento non fortunato. Sugli episodi, credo il rigore sia giusto, mentre forse c’era anche il fuorigioco di Corbanese». Simone Bertagno è stato meno preciso del solito e Marco Farinazzo non si è praticamente visto fino alla sostituzione. «Bertagno appannato? Può essere, è lui che dà la qualità al gioco e quando prende palla tutti lo vanno a pressare. Quando sbaglia uno come lui si nota di più. Per quanto riguarda Farinazzo sta pagando un problema alla caviglia che si porta dietro dal derby in amichevole contro la Feltrese. Non è in grande condizione fisica». Ruben D’Incà rimane in panchina. Il “mago” di Longarone ha sperato di entrare fino all’ultimo ma alla fine Roberto Vecchiato lo ha lasciato in panchina. «Volevo farlo entrare ma per farlo dovevo togliere un vecchio – conclude l’allenatore del Belluno – alla fine ho sperato in uno spunto dei due davanti che è arrivato». Marco Duravia in ospedale. Dopo aver preso un colpo al volto il centrocampista di Montebelluna è uscito al 7’ e a fine partita è andato al San Martino di Belluno per farsi mettere i punti di sutura visto il taglio subito sullo zigomo.

Ore 21.00 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno non sa più vincere. Contro il Fontanafredda al Polisportivo i gialloblù raccolgono il terzo pareggio consecutivo stagionale in altrettante partite. Ci ha pensato il solito Corbanese nel secondo tempo a salvare i compagni con un gol in girata, su assist di Miniati, mentre il Fontanafredda si era portato avanti grazie al rigore trasformato nel primo tempo da Casagrande, per un tocco di mano in area di Calcagnotto. Nel primo tempo i gialloblù hanno faticato e a volte sono stati schiacciati dagli avversari ma nel secondo Bertagno e compagni hanno preso in mano il match senza lasciare nessuna iniziativa agli ospiti creando più di un’occasione. Mister Vecchiato sceglie ancora Davide Solagna tra i pali mentre nelle retrovie ripropone la difesa schierata alla prima di campionato contro il Tamai. Sulle corsie esterne ci sono Stefano Mosca e Stefano Longo mentre al centro Nicola Calcagnotto comanda il reparto affiancato da Paolo Pellicanò. A centrocampo Simone Bertagno non si discute, i suoi compagni in mediana sono Mike Miniati e Marco Duravia. In attacco capitan Corbanese è a caccia del suo secondo gol stagionale sostenuto dal fuoriquota Marco Farinazzo e da Stefano Acampora. Partono inizialmente in panchina Yari Masoch e Ruben D’Incà. Il primo sussulto è dei padroni di casa con Stefano Acampora che si invola sulla sinistra, si accentra sul destro, e scarica al limite dell’area per Mike Miniati che calcia di prima intenzione senza però inquadrare lo specchio. Al 7’ Duravia prende una manata ed è costretto ad uscire per un colpo al volto. Al suo posto entra Yari Masoch che dopo una manciata di secondi, in fase di ripiegamento, salva davanti alla porta togliendo dalla testa di Moras un pallone invitante. Dopo un quarto d’ora il Belluno subisce le iniziative degli avversari che sfiorano nuovamente il gol su calcio d’angolo poco dopo aver invocato un calcio di rigore per il tocco di mano in area di Calcagnotto sulla conclusione di Zambon. E’ di altro avviso il direttore di gara che lascia proseguire. Proprio il numero 5 del Belluno al 18’ ha una grossa occasione ma al limite dell’area piccola perde l’attimo. Alla mezz’ora Acampora si fa tutto il campo palla al piede, vince il rimpallo con il portiere ma al momento della conclusione viene murato da Frison in scivolata che salva un gol quasi fatto. Al 43’ Calcagnotto colpisce nuovamente la palla con un braccio sul cross di Alcantara, questa volta l’arbitro indica il dischetto e Casagrande spiazza Solagna portando il Fontanafredda in vantaggio. Si va a riposo sullo 0-1. Il Belluno torna negli spogliatoi con una prestazione non brillante. Nel secondo tempo prova a scuotersi e prende in mano il pallino del gioco. Dopo una decina di minuti i gialloblù sfiorano il pari con il colpo di testa di Mosca su calcio d’angolo di Acampora, ma la deviazione finisce di poco sul fondo. Al 22’ ci prova il “Cobra” da fuori area ma Buiatti blocca senza indugi. Alla mezz’ora il Belluno trova il meritato pareggio con bomber Corbanese che riceve in area il cross di Mike Miniati, stoppa, e in girata batte Buiatti da pochi passi. I giocatori del Fontanafredda reclamano per una presunta posizione di fuorigioco ma il guardalinee non è d’accordo e convalida la rete che rimane dubbia. Al triplice fischio il Belluno raccoglie il terzo punto stagionale raggiungendo i cugini del Ripa Fenadora in classifica.

Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Bravo Zoratti, ci ha messo in difficoltà». Soddisfazione e fair play, a fine partita, per mister Paolo Favaretto, che vede molti più meriti dell’Ufm Monfalcone che demeriti dei suoi nella partita sofferta del Venezia. «Innanzitutto va detto che i monfalconesi possono vantare alcune individualità di spessore, come Godeas o Rodic, e dunque non era facile affrontarli – dice Favaretto – Inoltre giocare contro una squadra di Zoratti è sempre un problema, perché lui sa preparare benissimo le partite e mettere in difficoltà chi lo affronta. Così è stato anche stavolta. Siamo partiti male perché ci siamo trovati subito sotto, ed era la prima volta che ci capitava quest’anno. Ma abbiamo saputo reagire bene», prosegue il tecnico arancioneroverde. Il Venezia ha creato diverse occasioni, e quando non c’era Contento ad opporsi, toccava ai pali (due) dire di no ai veneti. «La fortuna non ci ha dato una mano, così come la giornata caldissima, che ha sicuramente penalizzato entrambe le squadre – dice Favaretto – Ma grazie al carattere e alle nostre individualità siamo riusciti a vincere nel finale, con la stoccata di Carbonaro. E a questo proposito mi piace anche sottolineare lo spirito positivo di chi è entrato dalla panchina, ed ha saputo portare subito il suo contributo». Ora il Venezia è chiamato al big match di domenica a San Donà, dove arriverà la Virtus Vecomp.

Ore 20.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Qualche brivido ma, alla fine, arriva una prova di forza del Venezia che torna dalla trasferta di Monfalcone con i tre punti e, soprattutto, con un carico d’entusiasmo davvero pesante. Per la squadra di Favaretto primato in classifica a punteggio pieno con il miglior attacco del girone ed una sola rete subita. Il turno infrasettimanale sorride ai lagunari, nonostante i padroni di casa del Monfalcone abbiano provato a fare la voce grossa, a ribaltare i pronostici e far tremare la squadra di Favaretto che dopo soli due minuti è già sotto di un gol. Il destro di Denis Godeas — uno che a Venezia si fa ancora ricordare ed amare — rompe l’equilibrio dopo due giri di lancette e mette in salita un cammino che s’inizia a far subito complicato. Si riparte però come se nulla fosse successo, come se il sigillo di Godeas non ci fosse nemmeno stato. Perché il Venezia riesce a riordinare subito le idee e trova in Ferrante e Malagò le armi con le quali provare a rimettere subito in piedi la partita. Un pizzico di sfortuna (palo colpito da Malagò da conclusione da fuori area), l’imprecisione di Fabiano con il colpo di testa mandato fuori di poco e la bravura (ed un pizzico di fortuna) di Contento negano la gioia del pari all Venezia, che si fa preferire ma per poco non si lascia travolgere dall’errore di Vicario, gentilmente graziato da Rodic (32’). E’ il campanello d’allarme che fa svegliare definitivamente gli arancioneroverdi, costretti a fare ancora una volta i conti con il legno e con una sfortuna che sembra volersi accanire su Malagò: secondo palo di giornata ma la sensazione che qualcosa possa succedere da un momento all’altro continua ad essere nell’aria. Ed allora, con l’ennesimo affondo sulla corsia di sinistra, Beccaro regala a Ferrante la palla dell’1-1. Sfera solo da spingere in porta per un pareggio più che meritato, legittimato dalle numerosissime palle gol che continua a confezionare la squadra di Favaretto che, forse, avrebbe meritato con largo anticipo il pari. Il Venezia però nella ripresa inizia ad accusare un po’ di stanchezza per l’enorme sforzo prodotto nei primi quarantacinque minuti e per il Montefalcone sembra piuttosto semplice mantenere senza particolari affanni le avanzate dei lagunari. Favaretto è così costretto a cambiare qualcosa: dentro Maccan per un non perfetto Innocenti e Acquadro per Callegaro. Mosse dettate dalla necessità di far quadrare il cerchio quanto prima, per cercare il terzo trionfo che però sembra dover sfumare ancora una volta a causa, si potrrebbe dire, di Godeas: è lui a confezionare la più ghiotta occasione della ripresa: al 22’ il suo destro da posizione defilata fa la barba al palo e il Venezia tira un sospiro di sollievo ma continua a soffrire. Fortissima, infatti, la volontà del Monfalcone di provare a fare un’impresa sfiorata con il tiro di Loperfido, ben respinto dall’attento Vicario. Tutto sembra essere indirizzato verso un pari che ai padroni di casa starebbe più che bene ma il Venezia dimostra, nella sua panchina profondissima, di poter trovare la carta vincente. Favaretto decide di giocarsi l’ingresso di Carbonaro, a cui bastano solo sette minuti per timbrare il cartellino e registrare il suo nome tra i marcatori. La difesa del Monfalcone si fa una dormita e Serafini trova Carbonaro, che non lascia scampo a Contento e regala il terzo successo in altrettante partite al Venezia.

Ore 20.20 – (La Nuova Venezia) Paolo Favaretto è consapevole di aver raccolto tre punti importanti, nella prima gara stagionale in cui la sua squadra si è ritrovata in svantaggio. «Sapevo che era una partita dura» dice a chi sosteneva una vittoria già scritta «sono tre punti che ci fanno assolutamente comodo. Non eravamo abituati a rimontare e per questo la vittoria ha valore doppio. Noi abbiamo singoli importanti, individualità che spostano gli equilibri e lo devo ammettere». Dall’altra parte, invece, Giuliano Zoratti dispiaciuto per le disattenzioni dei suoi: «Ci abbiamo messo del nostro per perdere« dice Zoratti «abbiamo controllato, normale che una squadra che vuol vincere crea un po’ di occasioni. La differenza? Loro possono fare facendo entrare Maccan e Carbonaro, noi no. Ma non si può prendere un gol come il secondo così facilmente». I due bomber di giornata sono Ferrante e Carbonaro. «Le vittorie sofferte sono quelle più belle« dice il primo, «con la forza di volontà abbiamo reagito e portato a casa tre punti importanti». Domenica esame con la Vecomp. «È presto per dire quali sono gli scontri diretti, ma meglio mettere subito dei paletti. Dobbiamo sempre stare attenti, come abbiamo visto oggi, perchè tutte le squadre ci possono mettere in difficoltà nonostante il nostro organico importante». Infine Paolo Carbonaro: «Partita difficile, ma è in questi momenti che vedi il gruppo quanto è forte. Noi abbiamo un progetto ambizioso e siamo tanti giocatori forti, dobbiamo farci sempre trovare pronti ed è quello che oggi ho fatto io».

Ore 20.10 – (La Nuova Venezia) Il Venezia vince in rimonta dopo l’inizio scioccante e vince con merito, comandando a punteggio pieno la Serie D. Il “Boito” è strapieno anche di mercoledi pomeriggio, ha voglia di rivivere un momento magico, ricordando gli anni Sessanta quando al Cosulich l’allora CRDA faceva la Serie C. Almanacchi a parte, conta il presente e dopo il pareggino fortunoso con il Dro serve l’impresa. Il Monfalcone ha cuore, ma non abbastanza armi per fermare una corazzata, nonostante la splendida partenza. I tifosi del Venezia avevano infatti appena finito il coro per Denis Godeas, un tributo per il bomber che trascinò gli arancioneroverdi nell’allora Prima Divisione, quando è arrivato il gol del vantaggio dei padroni di casa. Un inizio in salita per il Venezia, colpito dall’ex con un destro rasoterra dall’interno dell’area di rigore, troppo potente e preciso per intercettarlo. Il Monfalcone si affida a Godeas ed ha ragione, ma forse non basterà per vivere una stagione più tranquilla rispetto due anni fa, quando retrocesse. Primo tempo dominio veneziano, secondo meno vibrante con i ragazzi di Zoratti che escono dal guscio, ma vengono puniti da una squadra più esperta. Dopo il gol difendono i monfalconesi e ci provano con un buon tiro di Bezzo. Il Venezia quindi cerca di sommare occasioni: al 9′ colpo di testa di Ferrante e ottimo intervento a terra di Contento che devia. Al 13′ bel cross di Galli e Fabiano che anticipa tutti in area e mette fuori. Fino al palo di Malagò, splendida conclusione da fuori su cui il portiere cantierino nulla avrebbe potuto. Galli ancora al 23′ da pochi passi spara addosso a Contento. Il Venezia, che ha subito il suo primo gol stagionale è chiamata a rimontare, ma il “Boito” sembra diventare impenetrabile. Al 32′ Rodic però, su uscita a vuoto di Vicario, per poco non beffa un Venezia che se la prende ancora col palo poco dopo e ancora una volta tocca a Malagò il premio della sfortuna. Il gol però è maturo e all’ennesimo affondo sulla sinistra è Beccaro a giocare un pallone invitante in area dove Ferrante deve solo spingere in rete. Il pareggio è ampiamente meritato e il primo tempo finisce così. Nella ripresa ti aspetti che il Venezia continui a imporre il ritmo e sommare occasioni, ma per venti minuti il Monfalcone tiene, unica giocata pericolosa di Malagò, e riesce anche a guadagnare metri. Favaretto si gioca la carta Maccan, uno dei pochi (con Vicario) nati in Friuli della partita. Ma è Godeas al 22′ ad avere la palla del vantaggio, l’occasione migliore di inizio ripresa. Stoppa in area e da posizione defilata cerca cadendo il destro all’angolino, il pallone lento, Boito col fiato sospeso, finisce fuori di un soffio. Subito dopo applausi per Loperfido che dalla distanza trova una traiettoria davvero perfida, Vicario fa un passo indietro e allunga in angolo. Il Venezia di Favaretto però ha un panchina importante e infatti Carbonaro entra e decide. Alla mezz’ora Serafini lo trova in area, distratta la difesa locale, e fulmina Contento sul suo palo. Pomeriggio afoso e iniziato male per il Venezia, ma alla fine i conti tornano e l’infrasettimanale conferma l’inizio da grande favorita.

Ore 19.40 – (La Provincia Pavese) La scorsa settimana dove essere quella buona per il rientro di Andrea Ferretti, ma non è stato così. L’attaccante si era fermato alla vigilia della gara di Coppa Italia con il Poggibonsi (giocata il 2 agosto) per una lesione di secondo grado al soleo, muscolo del polpaccio. Un infortunio che ha richiesto un stop e tempi di recupero lunghi. Il bomber della scorsa stagione è stato a costretto a saltare le tre partite di Coppa Italia, le amichevoli con Pro Vercelli e Chievo e anche la prima di campionato contro la Cremonese, domenica scorsa. Si sperava di rivedere Ferretti allo Zini, magari solo per uno scampolo di gara, ma venerdì pomeriggio l’attaccante è stato costretto a fermarsi di nuovo per una fitta che gli ha fatto temere una ricaduta. Gli esami strumentali hanno però escluso nuove lesioni al muscolo e dunque oggi Ferretti dovrebbe riprendere assieme alla squadra. Troppo tardi però per rivederlo in campo già sabato sera contro l’Alto Adige, qualche speranza in più invece per la successiva gara interna, quella contro la Pro Patria di mercoledì sera che era stata rinviata su richiesta dei bustocchi, da poco riammessi in Lega Pro. A questo proposito va detto che ieri è stato respinto il ricorso della Torres, retrocessa in D, che chiedeva la riammissione in Lega Pro (proprio al posto della Pro Patria) e dunque dovrebbe essere caduto anche l’ultimo dubbio sulla disputa di Pavia-Pro Patria. Tornando agli infortunati, un altro giocatore fermo da tanto tempo, Angelo Siniscalchi, dovrebbe rientrare a breve. Afflitto da una tendinopatia del rotuleo, il difensore ex Mantova ha dovuto seguire una lunga fase di riabilitazione dopo quella di riposo assoluto. La prossima settimana potrebbe essere quella buona per rivederlo assieme ai compagni. Dagli infortunati a quelli che sono sul piede di partenza: la mancata presenza in panchina a Cremona di Denny Cardin e Alessandro Angelotti è un chiaro segnale che i due giocatori sono destinati alla cessione, anche perché la rosa andrà sfoltita a 24 elementi. Per Cardin ci sono già stati contatti con la Pro Patria, mentre Angelotti è stato offerto al Savona.

Ore 19.20 – (La Provincia Pavese) L’obiettivo era toccare quota cinquecento e si è andati anche un po’ oltre. L’entusiasmo che si è creato attorno al Pavia, dopo la bella stagione scorsa e un avvio addirittura esaltante di quella attuale, con i successi in Coppa Italia, trova conferma nei numeri: la campagna abbonamenti si è chiusa martedì pomeriggio con ben 519 tessere staccate. Si tratta del miglior risultato degli ultimi dieci anni, e non è cosa da poco. Per trovare un numero più alto di abbonati bisogna infatti andare indietro fino alla stagione 2005-2006, quando gli abbonamenti furono 596, ma si era all’indomani della stagione che aveva visto il Pavia arrivare alla finale dei play off per la serie B. Da lì in avanti è iniziata la parabola discendente, parallelamente a quella della squadra, scivolata due anni dopo in C2. La tendenza s’era invertita nell’ultimo anno di C2/Seconda divisione (269 abbonati nel 2009-2010) e l’anno successivo con il ripescaggio in Prima divisione (378 tessere), ma poi aveva ripreso a calare e persino il cambio di proprietà avvenuto nell’estate dello scorso anno non aveva convinto i numerosi scettici (200 abbonati). Poi però nel corso della stagione i risultati e la qualità della squadra hanno richiamato tanta gente allo stadio, per un numero di spettatori e incassi che non si vedevano da anni. Un ritorno al tifo che s’è evidentemente radicato, accompagnato da un’altra campagna acquisti di prim’ordine, questa estate, e dall’annuncio di voler lottare per salire in B. Ecco spiegati i 519 abbonamenti sottoscritti. Quest’anno tra l’altro la società ha messo in campo un ampio ventaglio di opportunità per chi voleva abbonarsi, offrendo prezzi scontati a diverse categorie di tifosi.

Ore 19.00 – Niente da fare per Franco Gorzelewski. Il difensore argentino, di proprietà del Club Huracan e ceduto in prestito al Padova nella sessione estiva di calciomercato, non potrà giocare con il club biancoscudato, a meno che la Fifa non accetti il ricorso presentato dallo stesso giocatore nella giornata di ieri. La Figc, infatti, ha bloccato la concessione del transfer internazionale per la mancanza di un documento ritenuto fondamentale per il via libera al tesseramento nel campionato italiano. E questo nonostante sia il Padova, che l’Huracan, oltre allo stesso giocatore, fossero ovviamente d’accordo su tutto, anche sui dettagli. Gorzelewski ha presentato ufficialmente ricorso alla Fifa, con una vertenza che chiede di considerare valido il trasferimento. Se verrà rigettato anche questo ricorso, ci sarà un ulteriore grado di giudizio e in caso di fumata nera il trasferimento verrà formalizzato nella sessione invernale di gennaio.

Ore 18.50 – (Gazzetta di Reggio) Doppia seduta in via Agosti nella giornata di ieri per la formazione granata. Bruccini e compagni hanno lavorato intensamente per preparare la trasferta al Garilli di Piacenza valevole come terza giornata del girone di andata nel campionato di Lega Pro. Fischio d’inizio della gara alle ore 15 di dopodomani, motivo per il quale anche l’allenamento in programma oggi pomeriggio inizierà a quell’ora. Non ci sono novità particolari dal momento che il tecnico Alberto Colombo avrà a disposizione tutti i convocati di Lumezzane e si nota sulla via del rientro in gruppo anche il fantasista Luca Giannone, che tuttavia continua a lavorare al differenziato insieme a Stefano Barilli. Visita gradita allo spogliatoio è stata quella dell’attaccante Max Pesenti, arrivato a Reggio in luglio con tanta voglia di riscattare l’annata non facile con l’Albinoleffe ma messo al tappeto da un problema alla caviglia sinistra che lo ha costretto a un intervento di pulizia il mese scorso. Sorridente ed ottimista afferma è arrivato ai campi di via Agosti aiutandosi con un paio di stampelle. Ha guardato i compagni impegnati nella seduta. «Finalmente la prossima settimana – ha raccontato il giocatore granata – toglierò anche le stampelle perché voglio tornare sul campo il prima possibile». Domani alle ore 11.30 è prevista la rifinitura prima della partenza per Piacenza.

Ore 18.30 – (Gazzetta di Reggio) Il tecnico Arnaldo Franzini, vecchia conoscenza del calcio reggiano, l’anno scorso con la sua Pro Piacenza aveva messo in difficoltà i granata in entrambe le sfide di campionato. Ora ha scelto l’altra sponda piacentina, la Lupa Piacenza che milita in Serie D, ma potrebbe essere spettatore sabato al Garilli per rivedere tanti amici. Perché si è auto-retrocesso dopo una salvezza storica? «Dopo tre anni avevo esaurito il mio compito quindi ho colto al volo questa opportunità offertami dal Piacenza». Ricorda quanto filo da torcere ha dato ai granata? «All’andata fu una delle prime partite importanti della stagione, molto bella sul campo anche se finì male per noi. Al ritorno vidi per un’ora una grande prestazione della mia squadra che, dopo aver trovato in due gol, è riuscita a mantenere fino al termine. E’ stato senza dubbio una delle nostre migliori partite casalinghe». Perché la Pro Piacenza quest’anno è partita male, nonostante non avesse il fardello della forte penalizzazione come l’anno passato? «Oltre alla guida tecnica è cambiato qualche giocatore ma la vedo comunque attrezzata per un buon campionato. Non conosco le motivazioni di questa partenza a rilento ma ha passato il turno in Coppa Italia, ha fatto un punto in casa alla prima giornata poi perdere a Padova ci sta». E della partenza della Reggiana cosa dice? «E’ una grandissima squadra per la categoria. L’anno scorso era quella che giocava meglio di tutte e quest’anno si è pure rinforzata però, capisco, che quando ti aspetti tanto consideri mezzi passi falsi perdere punti per strada come al debutto casalingo». Sarà spettatore allo stadio? «Dipende dagli orari perché dobbiamo preparare una trasferta con il Piacenza». Che gara si aspetta? «Una partita equilibrata perché anche la Pro ha giocatori importanti in tutti i reparti, mi viene in mente ad esempio Carrus, tanti sono in grado di mettere in difficoltà la Reggiana quindi sarà una partita da non sottovalutare per tutte e due». A Reggio è arrivato un suo ex, Alessandro Castellana? «Con Alessandro ho vinto un campionato di serie D quando era molto giovane, l’anno scorso ha sempre giocato segnando anche qualche gol, adesso fatica a trovare spazio con continuità in una rosa con altri obiettivi ma è un ragazzo umile, che non molla mai e che potrà tornare utile alla causa». Su chi scommetterebbe: Reggiana o Pro Piacenza? «Difficile, dico un pareggio».

Ore 18.10 – La Lega Pro ha appena diramato il comunicato relativo agli orari delle partite della quarta giornata. Il Padova affronterà la trasferta di Salò contro il Feralpi domenica 27 settembre, fischio d’inizio alle 17.30. Il Cittadella scenderà in campo contro la Pro Piacenza alle 15 al Tombolato. CAMPIONATO LEGA PRO 4^ GIORNATA ANDATA 26-27-28 SETTEMBRE 2015 . ALBINOLEFFE-PRO PATRIA (*) sabato ore 17.30 Stadio”Atleti Azzurri d’Italia”, Bergamo; CITTADELLA-PRO PIACENZA domenica ore 15.00 ; CREMONESE-MANTOVA domenica ore 15.00; CUNEO-PAVIA domenica ore 14.00; FERALPISALO’-PADOVA domenica ore 17.30 ; LUMEZZANE-ALESSANDRIA domenica ore 15.00; PORDENONE-RENATE domenica ore 15.00; REGGIANA-GIANA E. (§) lunedì ore 20.30;?SUDTIROL-BASSANO V. domenica ore 16.00 Stadio “M.Druso”, Bolzano. (*) anticipo disposto per la concomitanza con altro evento. (§) posticipo disposto per la concomitanza con altro evento.

Ore 17.40 – (Gazzetta di Mantova) L’allenamento di due ore al «Massimo Chiaventi» di Goito (che verrà utilizzato sino a sabato prossimo, visto che da lunedì 28 i biancorossi torneranno ad allenarsi al campo Centrale Te “Dante Micheli”, oggetto in questo periodo di un importante lavoro di rizollatura) ha messo in mostra, ancora una volta, le ragioni dell’arrabbiatura feroce di mister Maspero dopo il ko col Sudtirol. I biancorossi ieri hanno messo in mostra giocate piacevoli, intesa nell’applicazione degli schemi, concentrazione massimale, tutte cose che domenica non si sono viste: alla seduta hanno preso parte tutti gli elementi dell’organico ad eccezione degli infortunati Pane, Momentè, Puccio e Gonzi. Quest’ultimo ha svolto una seduta a parte e da oggi dovrebbe aumentare il carico, fino a tornare con il gruppo all’inizio della settimana. Niente da fare per gli altri acciaccati: Pane tornerà non prima di un paio di mesi, Momentè e Puccio verranno sottoposti ad un nuovo controllo medico nella giornata di domani. Si è invece mosso con sufficiente condizione Valerio Anastasi, che per il confronto di sabato sera ha parecchie possibilità di ricreare con Francesco Ruopolo la coppia d’attacco della Reggiana. Mister Maspero ha puntato il dito sulla necessità di tornare a sbagliare meno nei passaggi, di avere un atteggiamento psicologico più costruttivo e a portare integralmente sul campo i concetti ben applicati negli allenamenti per evitare figure barbine come quelle di Bolzano. Numerose, come di consueto, sono state le partitelle fatte svolgere da Maspero a ranghi contrapposti, con le formazioni costantemente mescolate. Le indicazioni sullo stato di forma dei singoli sono state tutte positive, e sotto questo aspetto il tecnico insiste nel ribadire la sua fiducia sulla rosa che ha a disposizione, non tanto con le classiche dichiarazioni di ottimismo con i collaboratori quanto con un atteggiamento di costante sprone verso Caridi e compagni, un atteggiamento che dovrebbe (ci si augura vivamente) portare frutti positivi nella partita di sabato sera ed in quelle seguenti. Per oggi e domani, in mattinata, è in programma una normale seduta di allenamento. Nel pomeriggio di domani e sino a sabato pomeriggio la squadra dovrebbe andare in ritiro per poi ripresentarsi intorno alle 19 allo stadio Martelli per gli ultimi dettagli preparatori alla patita contro il Pordenone, sconfitto qualche settimane fa in Coppa Italia con una doppietta di Ruopolo. Mantova-Pordenone verrà diretta da Sassoli di Arezzo.

Ore 17.20 – (Gazzetta di Mantova) Francesco Ruopolo non ha mai vissuto un inizio di stagione come quello di quest’anno, così ricco di gol fra Coppa e campionato ed è anche per questa ragione che non vuole fallire l’occasione a 32 anni di giocare una staqgione ad alto livello. Lui non lo ammetterà però le sue parole, confidate agli amici, sono le medesime che da domenica Maspero sta dicendo ai biancorossi. Si è goduto il gol segnato domenica a Bolzano? «Figurarsi quanto…Così come sono abituato ad esultare se segno (la sera col Padova, ndr) detesto dover archiviare una sconfitta, anche se c’è un gol del sottoscritto. Se volete guastarmi l’umore fatemi rivedere l’1-2 col Sudtirol». Non sia mai, però un pensierino al ko ci vuole. Il mister è furioso, non gli è passata? «A nessuno di noi è passata, ci mancherebbe altro. Domenica ci è mancato quell’impegno che mettiamo sempre, il Sudtirol ha dimostrato di avere più voglia di vincere di noi. Dobbiamo prendere esempio da loro, dalla tenacia con cui hanno giocato su ogni pallone e riproporla contro il Pordenone sabato sera». Lei li conosce bene… «Calma con le illusioni, rispetto alla nostra vittoria di Coppa hanno messo in organico altri elementi di valore e la musica, ne sono sicuro, sarà ben diversa. Poi chi l’ha detto che noi si possa ripetere quella vittoria? Giocando come a Bolzano ce lo scordiamo. Il Sudtirol correva, menava e ragionava. Noi non abbiamo saputo replicare come sapevamo. La partita di Coppa Italia fa storia a sè, domenica loro han vinto. Noi no». Non si deprima… «No, ho chiaro quel che c’è da fare e provo a prepararmi al meglio. Poi, che segni io o che segni Bonato o Albertoni fa lo stesso. Prima si vince, poi si guarda il tabellino. E alla fine guarderemo la classifica, con la consapevolezza che avremo dato il massimo delle nostre possibilità contro qualsiasi avversario». In campionato appare meno nel vivo del gioco rispetto alla Coppa. È così? «In queste partite mi è capitato raramente di stare al centro dell’azione, di solito non mi capita ma in casi come questi è necessario sfruttare quelle poche opportunità che si presentano in una partita». Non fa una grinza… «È inevitabile proporsi in ogni circostanza ma non sempre accade. Sia col Renate che col Sudtirol abbiamo finito con il soffrire più del dovuto. È questa la situazione da modificare alla svelta se vogliamo toglierci le sodisfazioni che questa società e questa città meritano». I ragazi della Te la chiamano come il bomber più forte della storia Acm, Ciccio Graziani… «È un onore avere la fiducia e l’apprezzamento dei tifosi, il mio è un diminutivo ma sono contento se i tifosi mi chiamano così. A 32 anni dubito che per me sia dura superare quota 80 gol. Però mai dire mai…». Cosa si aspetta dalla partita di sabato sera? «Mi aspetto di rivedere la squadra caparbia e veloce che abbiamo visto e che possiamo rivedere, in questi giorni mister e società sono stati chiari. È arrivato il momento di tirare fuori le unghie, non per una sera di fine estate ma per mesi, fino a maggio. Abbiamo le carte in regola per farlo, dobbiamo riprendere la marcia e lo dobbiamo fare con umiltà e fame di vittorie. Giornate come quella di Bolzano non voglio riviverle, anche se ho segnato».

Ore 16.50 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.30 – Qui Guizza: schemi anti-Lumezzane in corso.

Ore 16.10 – Qui Guizza: Ilari ancora a parte, non si allena Cucchiara.

Ore 15.50 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento dopo una seduta video.

Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Sarà Federico Sassoli, 31 anni, bancario, iscritto all’Aia di Arezzo, l’arbitro del match di sabato alle 20.30 fra Mantova e Pordenone. La sfida di De Cenco e soci con i virgiliani è stata inserita tra le 14 della schedina di Totocalcio-Totogol del 14. Sassoli ha già diretto i ramarri in D nell’aprile del 2014 a Pergine contro il Fersina. Era il classico testacoda, con l’undici di Carmine Parlato in testa alla classifica e i locali sul fondo, già retrocessi. Nel primo tempo il fischietto toscano negò un rigore piuttosto evidente su Lauro Florean. Andarono in gol poi Matteo Buratto e Marcelo Mateos, oggi direttore di campo. A pochi minuti dal termine Tessaro, dalla lunga distanza, spedì il pallone nel “sette”, mettendo un po’ di brividi ai ramarri. Il risultato però restò sul 2-1 e i neroverdi mantennero la vetta. Adesso Sassoli è al secondo anno in Can Pro. È un arbitro dal cartellino facile. In 12 gare ha estratto 49 volte il giallo e 3 volte il rosso. Ieri sono state ufficializzate le sanzioni per le società che non presenteranno la lista dei 24 giocatori in rosa (numero massimo, con 8 Under 21) agli uffici federali entro lunedì 21. La LegaPro, evidentemente, vuole fare ancora cassa. I ritardatari dovranno pagare 200 mila euro di multa. Non solo: nel caso in cui un club utilizzi un atleta non in lista in una partita del girone d’andata, la multa sarà di 30 mila euro. In caso di violazione reiterata, sempre nella fase ascendente della stagione, la sanzione aumenterà a 50 mila euro. Se la “furbata” avverrà nel ritorno o nei playoff-playout, si passerà a 100 mila euro. In altre parole il Palazzo lascerà trasgredire, ma bisognerà pagare. Qualcuno (anche al Pordenone) aveva sottovalutato la volontà federale di andare sino in fondo con i giovani in lista. Grand Hotel De Marchi: che sia già tempo di tagli?

Ore 15.10 – (Messaggero Veneto) Il Mantova è la squadra che, da quando è tornato in Lega Pro, il Pordenone ha affrontato più volte. Ben quattro le sfide dall’agosto 2014 a oggi. Quella di sabato sarà dunque la quinta in poco più di un anno. La “serie” era partita il 10 agosto dello scorso anno: gara di coppa Italia, terminata 2 a 0 a favore dei virgiliani (gol di Zanetti e Rivi). Si trattava del primo match in assoluto della stagione, l’esordo in C dopo un’assenza dalla categoria di 12 anni. Due sfide in campionato: ko per 1-0 al Martelli all’andata (rete di Raggio Garibaldi), il 16 novembre; 2-1 con gol di Andrea Migliorini, Bjelanovic e Trainotti al ritorno al Bottecchia, in uno dei due match giocati alle 11 di mattina (il 29 marzo). Un mese fa (il 23 agosto) l’ultimo match, valevole per la coppa Italia e conclusosi sul 2-1 per i lombardi (bis di Ruopolo e rete di Savio). Il quinto match, cioè la sfida del Martelli di sabato, sarà arbitrata da Federico Sassoli di Arezzo. Il direttore di gara sarà assistito da Salvatore Sangiorgio di Catania e da Danilo Ruggeri di Palermo. E’ la prima volta che questa terna dirige i neroverdi.

Ore 14.50 – (Messaggero Veneto) A quanto pare non sarà tesserato nel breve periodo. Ma intanto, da ieri, si allena con il Pordenone un nuovo attaccante, Riccardo Martignago, classe ’91 ex Catanzaro e Pistoiese in Lega Pro. Il giocatore di Montebelluna, essendo senza squadra, lavora con i neroverdi. Può servire alla causa cittadina? Da un lato no, sia perché a livello numerico, in quel reparto, Tedino è coperto (7 elementi), sia perché non sembra essere un giocatore che – guardando solo le cifre – dasalto di qualità alla squadra. In sei anni di professionismo tra B e C, infatti, Martignago ha segnato solo 5 gol (presenze totali 77). Se la società dovesse investire, secondo anche le dichiarazioni di Lovisa, lo farebbe solo per un giocatore in grado di dare un sostanzioso contributo in termini di reti. Tuttavia sotto il profilo numerico e della condizione l’attacco a disposizione di Bruno Tedino non sta passando una buona settimana. Oltre a Valente, squalificato, sabato a Mantova potrebbe non esserci pure Finocchio, alle prese con un’infiammazione: si apre dunque per il ruolo di esterno sinistro d’attacco un ballottaggio tra Filippini e Gulin, entrabi non ancora al top. L’ex Padova e il triestino hanno ripreso a lavorare col gruppo soltanto dalla scorsa settimana. Probabile una staffetta, anche perché non sembra ancora scoccata l’ora dell’impiego della doppia punta, ovvero Strizzolo e De Cenco assieme dal 1’. Tedino, col 4-3-3, ha trovato delle certezze e vuole consolidarle. Intanto ha ripreso ad allenarsi Berardi, ancora out Tomei e Ingegneri: i due sembrano però recuperabili per sabato.

Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) In serie B c’è una squadra, il Livorno, a punteggio pieno dopo due giornate, e un folto gruppo a quota 4 punti che comprende anche le favoritissime Cagliari e Bari. Nel gruppetto alle spalle della squadra di Cristian Panucci c’è anche il Vicenza, unico ad aver mantenuto inviolata la porta dopo 180 minuti di gioco. Un dato che conferma come il reparto arretrato possa essere considerato quello più attrezzato dei biancorossi, che già nel precampionato erano riusciti a vincere nel terzo turno di Coppa Italia ad Empoli senza che Vigorito subisse gol. E forse non è un caso che la difesa titolare del Vicenza sia la stessa dello scorso campionato, con l’unica eccezione di Andrea Mantovani al posto dell’infortunato Thomas Manfredini che sta lentamente recuperando dal grave infortunio al tendine d’Achille. L’inserimento dell’ex difensore di Chievo e Palermo è stato naturale quanto redditizio, in quanto l’intesa con Brighenti al centro è parsa subito di ottimo livello, anche grazie alle prestazioni molto buone del difensore torinese. Di sicuro il Vicenza, vera rivelazione dello scorso campionato, non ha fatto un mercato di primo piano ma è ripartito dalla conferma di Pasquale Marino che, pur tra mille traversie, ha potuto continuare il suo lavoro. Un compito non semplice quello del tecnico siciliano perché, se la difesa è rimasta di fatta inalterata, centrocampo ed attacco hanno cambiato uomini e caratteristiche. In mediana non ci sono più Di Gennaro, finito al Cagliari e Moretti, e tra i due l’assenza più pesante è senza dubbio quella dell’ex palermitano. Davanti alla difesa Marino ha scelto di schierare Michele Pazienza, un mediano dal passato illustre che per caratteristiche è sempre stato più abile nell’interdire che nell’impostare. Una differenza fondamentale rispetto alla scorsa stagione, quando al centrocampista davanti alla difesa era affidato principalmente il compito di costruire la manovra che aveva il suo punto di forza nelle corsie esterne dove i titolari erano Giacomelli a sinistra e Laverone a destra. Quello dello scorso torneo, più che un 4-3-3, per larghi tratti è stato un 4-5-1 con Andrea Cocco che, oltre a finalizzare, è stato il punto di riferimento e il vero regista offensivo del Vicenza. Un giocatore chiave ed è per questo che, dopo la cessione del centravanti sardo al Pescara nell’ultimo giorno di mercato, Marino si è particolarmente adirato addirittura minacciando le dimissioni. Un quadro dal quale si capisce facilmente come se in difesa le cose funzionano bene, a centrocampo ed in attacco ci sia ancora molto da lavorare, come del resto ha ammesso con grande obiettività e d onestà anche lo stesso tecnico biancorosso. «Dalla mediana in su abbiamo cambiato molto — ha spiegato Marino dopo il pareggio ottenuto al Menti con il Bari — e quindi è normale avere bisogno di un po’ di tempo per mettere a punto nuovi meccanismi di gioco». Tutto vero e sottoscrivibile, anche perché Galano, Pettinari e Pozzi sono arrivati in biancorosso nella fase finale del mercato e in condizioni fisiche e atletiche non certo ottimali. Contro il Bari, pur non trovando il gol, il Vicenza ha giocato molto meglio rispetto a Modena e sabato pomeriggio, contro il Como, un po’ tutti si aspettano di vedere altri passi in avanti. Magari con qualche gol, condizione necessaria per vincere una partita.

Ore 14.00 – (Mattino di Padova) Irresistibile Virtus. Annichilisce con una semplicità estrema la Luparense e si appresta domenica, in casa della corazzata Venezia, a giocare per la leadership solitaria del girone. Una sfida già incanalata dopo un minuto grazie al lampo di Mensah liberato al tiro vincente da Cernigoi, lesto ad approfittare di un pasticcio collettivo dei bianchi di Pasa. Una rete che manda in tilt i padovani, cherestano in dieci al 5’ per l’espulsione del portiere Murano, reo di un fallo di mano fuori area. È l’inizio della fine contro i Fresco boys indemoniati e per nulla intenzionati a fare sconti. Dall’angolo svetta in mezzo all’area la testa di Cernigoi per il raddoppio, con lo stesso lungo attaccante, scuola Milan, che si concede il bis poco prima della mezz’ora vincendo un rimpallo contro l’ingenuo estremo difensore Nalin (’98), in campo al posto del terzino Perosin. Prima della chiusura del tempo c’è lo spazio per il salvataggio sulla linea di porta di Nicoletti che respingere in angolo il pallone calciato dal solito Cernigoi, questa volta servito da Mensah. La ripresa, con il risultato ormai al sicuro, cala d’intensità anche se le opportunità non mancano a partire dall’incornata di Mensah deviata con un volo strepitoso da Nalin. Mister Fresco comincia la girandola di sostituzioni e dalla panchina pesca il jolly. Rizzi da poco in campo stoppa di petto l’apertura di Allegrini, si presenta in area e fa partire un preciso diagonale per il poker d’autore. Non è da meno al 26’ Burato che direttamente da calcio di punizione dal vertice basso alla destra del portiere manda il pallone ad insaccarsi sul primo palo nell’angolo alto. La Luparense prova a salvare l’onore e approfittando del legittimo calo di tensione della Virtus inquadra almeno la rete della bandiera con la conclusione dal limite di Brotto.

Ore 13.40 – (Mattino di Padova) Né carne né pesce. Tre partite e tre pareggi, con l’unica vera nota positiva che riguarda le reti subite, solo una. Il neopromosso Levico riesce a strappare un punticino al Nuovo Stadio, contro una formazione sulla carta superiore ma incompleta: negli ultimi 30 metri nessuno riesce a trovare il guizzo, la giocata risolutiva o perlomeno l’imbeccata precisa. C’è ancora tanto da lavorare per il tecnico atestino Andrea Pagan: la sua squadra gioca palla a terra ma a ritmi troppo bassi per far male, e Mastroianni e compagni, in questo momento, mancano completamente di cinismo. Lo 0-0, tutto sommato, non è da buttare. È manna dal cielo per gli ospiti, scesi dalla Valsugana con l’atteggiamento tutto “attesa e ripartenza” di chi non vuole strafare in casa altrui. Che la partita non prometta valanghe di gol si vede fin dai primi minuti, quando l’Este attacca, certo, ma si fa vedere dalle parti di Nervo con Favre, mezzala di ruolo e uomo pericoloso per caso. All’8’ il valdostano offre una gran palla a Mastroianni che non riesce a finalizzare, mentre al 19’ è il portiere dei gialloblù a dire no negare all’ex Clodiense, servito ancora da Favreda calcio d’angolo. Favre si ripete poco dopo la mezz’ora, Nervo dimostra di avere i riflessi pronti. Il Levico, guardingo e poco intraprendente se non con l’ex di turno Baido, torna in area atestina sul finire del primo tempo grazie alla percussione centrale di Ognibeni, vanificata da un diagonale ai limiti del guardabile. L’Este sfiora il gol nella ripresa, al 13’: Mastroianni sfonda sulla sinistra e trova al centro Caporali che, a sua volta, invita l’interno destro di Niselli, diretto sulla parte alta della traversa. La “scheggiata” del baby trequartista, di fatto, chiude il match. Sussulti nel finale dai piedi di Favre e Baido, ma Lorello e Nervo non devono impegnarsi troppo.

Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Un rigore di Radrezza agli sgoccioli del primo tempo e un gran gol di Aliù in avvio di ripresa condannano il Giorgione alla prima sconfitta stagionale in campionato. I castellani hanno dato il meglio dal doppio svantaggio in poi, riducendo le distanze con il neoentrato De Stefani e lottando fino alla fine con il massimo impegno. Ininfluente la terza rete di un grande Campodarsego in pieno recupero. Non che fosse da bocciare la prima frazione del Giorgione: 45’ equilibrati e privi di grosse emozioni, ma l’episodio del penalty (evitabile) ha avuto un peso notevole nell’economia dell’incontro. L’equilibrio si rompe agli sgoccioli della prima frazione: l’arbitro Centi di Viterbo punisce con un calcio di rigore per il Campodarsego il fallo di Vio ai danni di Aliù. Dal dischetto Radrezza trasforma indirizzando la sfera in rete con una strana traiettoria, quasi un cucchiaio. Un gol pesantissimo perché maturato proprio a ridosso dell’intervallo. In avvio di ripresa il “Campo” raddoppia: ci pensa Aliù al 6’ con un tiro dalla distanza che si insacca sul secondo palo. La reazione del Giorgione si traduce nel sinistro di Gashi all’8’, deviato in angolo. Lo stesso talento kosovaro classe 1998 si rende pericoloso al 9’: il suo tiro viene respinto sulla linea di porta, e non sono poche le proteste castellane sul fatto che il pallone fosse entrato. Al 21’ i padroni di casa riaprono l’incontro grazie al neo entrato De Stefani, bravo a sfruttare un rapido scambio infilando Merlano con un rasoterra micidiale. Per gli ospiti è il primo gol incassato in campionato. Il Giorgione ci mette il massimo impegno alla ricerca del pareggio e al 39’ lo sfiora con la discesa di Eberle ad imbeccare Podvorica, la difesa patavina riesce però a sbrogliare. Un motivo in più per crederci è l’espulsione di Pelizzer al 40’ per doppia ammonizione. Il forcing finale dei locali viene però spezzato dal definitivo 3-1 in extremis di Cacurio, abile a sfruttare un rimpallo favorevole.

Ore 13.00 – (Mattino di Padova) L’Abano non scherza. Dopo il 2-0 rifilato alla Triestina, i neroverdi sbatacchiano il Dro con i soliti noti Barichello, Ballarin, Bortolotto e la new entry Segato. Cinque gol, difesa imbattuta e carattere da vendere: non possono che scricchiolare le gerarchie del girone C, anche perché Venezia e Virtus Vecomp hanno numeri e interpreti per primeggiare, ma il Belluno, al momento, è “pressato” dall’obbligo di far bene (per gli investimenti sul mercato) mentre la Triestina sta zoppicando non poco. Potrebbe approfittarne l’Abano, che sta dimostrando di avere le carte in regola per restare lassù e magari sognare. Al Comunale di Oltra, il Dro riesce a combinare qualcosa solo nel primo quarto d’ora con Proch e Colpo, che impegnano Ruzzarin dalla distanza. L’Abano ingrana dal 20’ e va subito in vantaggio: Segato trova un’autostrada in mezzo al campo, apre in due la difesa avversaria e poi serve l’1-0 a Barichello, pronto a insaccare. Bortolotto, complice un retropassaggio da non credere di Ballarini, ha pure l’occasione per il raddoppio alla mezz’ora, ma stavolta Chimini ci mette la più tipica delle pezze in uscita bassa. Il portiere di casa devia pure in tuffo un tiro ben piazzato di Segato. Al mediano riesce il colpaccio poco prima dell’intervallo, quando il suo calcio di punizione a mezza altezza trova l’intervento a vuoto prima di Gili e poi di Chimini. Su calcio piazzato arriva pure il 3-0: fallo di Ischia su Bortolotto (con annessa espulsione del capitano del Dro), parabola di Ballarin (piuttosto lenta) e Chimini battuto. Il tris non basta agli uomini di Massimiliano De Mozzi che, tra il 69’ e il 70’, dilagano con l’uno-due di Bortolotto. Il cross di Rinaldi è un invito a nozze per il tuttofare aponense, mentre la doppietta scaturisce da uno slalom pazzesco. «Abbiamo disputato un’ottima partita», commenta Max De Mozzi, «dimostrando buona personalità specie a centrocampo».

Ore 12.30 – (Gazzettino) Il Cittadella è da sempre paragonato a una grande famiglia, e l’esempio lo si è avuto martedì sera, quando la dirigenza con i suoi collaboratori, la squadra e lo staff tecnico si sono ritrovati al Tombolato per una grigliata comunitaria. «Sono le serate che facciamo per tradizione, da tantissimi anni. Da quando sono presidente le organizziamo con una certa regolarità, ma c’erano anche prima con Piergiorgio e mio papà», ha spiegato il presidente Andrea Gabrielli. «Ci piace ritrovarci tutti assieme, in questa maniera si fa gruppo, si sta tutti uniti. È la prima volta per il nostro allenatore Venturato e per i nuovi arrivati, che ci faranno l’abitudine». Gabrielli ha così parlato della squadra, lanciando un messaggio preciso: «Stefano Marchetti ha fatto un ottimo lavoro, adesso sta ai giocatori e all’allenatore raggiungere i risultati sul campo. C’è la voglia di tornare in serie B, dove ci siamo stati per tanti anni. È giusto ambire al grande traguardo, spero emergano subito la forza e i valori della squadra, che ritengo all’altezza». Il vicepresidente Giancarlo Pavin ha ribadito i concetti espressi da Gabrielli, sottolineando i meriti di Marchetti: «Il Cittadella ha sempre visto giusto con i giocatori, tanti di quelli transitati da noi adesso militano in serie A». Per il direttore, quella di martedì è stata una serata particolare: «Con questo appuntamento vogliamo voltare pagina. La società è ripartita con grande entusiasmo, credo di aver imbastito un gruppo importante. Non faccio proclami, ma di una cosa sono sicuro: ho preso veri uomini, prima ancora di grandi atleti, che daranno l’anima ogni giorno». Infine Venturato: «Sono stato in tante società, non ci sono serate come queste in giro, dallo stampo familiare. Cittadella è unica anche per questo. L’obiettivo lo conosciamo, non sarà facile raggiungerlo ma ce la metteremo tutta». La serata si è conclusa con il taglio della torta confezionata appositamente per festeggiare i 72 anni dello storico magazziniere Severino e del massaggiatore Giovanni (57 candeline per quest’ultimo), con il brindisi finale. E con il desiderio, che oramai non resta più celato, di stappare lo champagne a maggio.

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Il Citta non si nasconde più. È servita la tradizionale grigliata di inizio campionato al Tombolato, perché il presidente Andrea Gabrielli abbandonasse per un attimo la consueta prudenza: «Visto che siamo tra noi intimi», ha scherzato, «possiamo dirlo: vogliamo tornare subito in Serie B. L’ambizione è quella di riguadagnare la categoria in cui siamo stati per tanto tempo. Quest’anno abbiamo cambiato allenatore, cosa abbastanza rara in questa società, ma vedo che Venturato si è inserito subito bene nel gruppo: è un bravo ragazzo». E il “ragazzo” Venturato, 52 anni, si è calato nella parte: «È strano e bello trovare un clima familiare come quello che viviamo qui in una società professionistica. So bene che la missione che mi attende è difficile, ma sono anche conscio del valore della rosa che mi è stata messa a disposizione», ha aggiunto il tecnico, che sta preparando la trasferta brianzola di Meda, in casa del Renate, di sabato pomeriggio. Salsicce, costicine e vino rosso hanno accompagnato la serata, nata per cementare ancora di più il gruppo. A partecipare i giocatori della prima squadra e lo staff, con una menzione speciale per il magazziniere Severino Civiero e il massaggiatore Giovanni Pivato, che festeggiavano il compleanno. Il microfono è via via passato alle mani del vicepresidente Giancarlo Pavin («Non erano trascorsi nemmeno tre minuti dalla retrocessione che dalla famiglia Gabrielli è arrivato un messaggio chiaro: ripartiamo»); al dirigente Nicola Maffei che si è soffermato su quanto emerso dalle inchieste di Catania e Catanzaro («Mi sento defraudato, siamo retrocessi solo noi, siamo stati trattati male e io non mi sento proprio da Serie C: sta giocando in B qualche squadra che non lo meritava»); al dg Stefano Marchetti («Non prometto la promozione ma una cosa sì: in questo gruppo nessuno mollerà mai»); e a capitan Manuel Iori, che proprio a Meda ha disputato una lontana stagione di C/2, nell’annata 2003-2004, assieme a Claudio Coralli. Una delegazione della società sarà presente anche martedì prossimo all’inaugurazione ufficiale della “Sezione Granata Jesolo – Pizzeria Ristorante Da Mario-Hotel Lorenz”, collegata al Club Angelo Gabrielli Granata per Sempre. Gli associati degli altri club possono confermare entro oggi la partecipazione all’evento. Per informazioni: 339 3991219.

Ore 11.50 – (Corriere del Veneto) Una grigliata granata. Pane, carne a volontà, buon vino e, soprattutto, tanta allegria. Il Cittadella si è ritrovato lunedì sera al Tombolato per provare a cementare ancor più il clima di grande ottimismo e fiducia che si respira dall’inizio della stagione. Una tradizione che quest’anno ha visto allargarsi il numero degli invitati e che ha portato a galla tutta la voglia dell’ambiente di tentare l’immediata risalita in serie B. «Mi auguro e spero che possa essere l’anno del riscatto — spiega il presidente Andrea Gabrielli — e spero anche che quello che vedo si traduca poi in sensazioni concrete. Che i nuovi ragazzi stiano bene a Cittadella e che trovino qui nella nostra realtà la loro dimensione. Vogliamo tornare in serie B, vogliamo tornare da dove siamo venuti e sono convinto che la mentalità giusta si stia già vedendo. L’ambizione è quella di rialzarci e di riguadagnare la categoria perduta. Quest’anno abbiamo cambiato allenatore, una cosa che non succede spesso e voglio augurare a Roberto Venturato il meglio possibile. È un bravo ragazzo che si è già inserito nel gruppo, speriamo che ci porti lontano». Venturato è abituato a parlare poco e a lavorare molto sul campo, limitando al massimo le sortite verbali. Tanto che in alcuni momenti è parso quasi imbarazzato di fronte a tante attenzioni. «Chi mi conosce sa che a me i risultati piace ottenerli sul campo — ha sorriso — quello che posso dire è che mi fa piacere vedere il clima familiare che si è instaurato in questa società, nonostante tanti anni vissuti a grandi livelli nel campionato di serie B. So bene che la missione che mi attende è difficile, so anche che sarà complicato tradurre in fatti concreti quello che molti si aspettano. Ma allo stesso tempo sono anche conscio del valore della rosa che mi è stata messa a disposizione e proverò a dare tutto me stesso per far arrivare questa squadra il più in alto possibile». Un pensiero anche dal dg Stefano Marchetti: «Ho scelto gli uomini — ha detto — prima dei calciatori. Sono convinto che la rabbia per la retrocessione della passata stagione possa trasformarsi in qualcosa di buono per tutti noi».

Ore 11.20 – (Gazzettino) Con la società biancoscudata ha firmato un biennale e quella appena iniziata, a 23 anni non ancora compiuti, è una stagione per lui molto importante, dopo che il giocatore a Cesena in passato aveva “assaggiato” la serie B, fermandosi a tre sole presenze a causa di un grave infortunio: «Poi sono tornato in C, ma sono ancora giovane. Questa per me è una tappa importante. Il primo obiettivo è semplicemente quello di ripartire e fare bene; se poi potessi salire di categoria con questa maglia sarebbe il top». L’analisi passa dunque alla squadra: «Siamo stati bravi, ma bisogna guardare avanti e cercare di pensare a una partita per volta. Questo è un campionato strano in cui puoi fare bella figura con le avversarie più attrezzate e cadere con le meno titolate». Occhio dunque sabato (calcio d’inizio alle 17.30) al Lumezzane, ancora a secco di punti: «Guai a ragionare pensando alla classifica. Serviranno la stessa voglia e determinazione delle prime due gare; sul campo c’è da lottare con tutte, con umiltà e senza presunzione».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Quali ritiene siano le qualità principali per chi svolge il suo ruolo? «Oltre al discorso fisico, servono da una parte attenzione e concentrazione in fase difensiva e dall’altra si deve cercare di essere un’arma in più in quella di spinta. È dunque importante la scelta dei tempi». E l’intesa con Petrilli sulla corsia di sinistra promette bene: «Lui è veloce e bravo tecnicamente, caratteristiche che gli permettono di mettere in difficoltà la difesa avversaria e facilitare il mio compito. Io e lui ci capiamo». Nella sua ancora breve carriera non è ancora andato a segno, ma domenica all’Euganeo ha sfiorato un clamoroso exploit direttamente su calcio d’angolo: «Sarebbe stato il colmo. In realtà di occasioni in generale ne ho, ma per bravura del portiere o per colpa mia, non è arrivata la gioia del gol. Arriverà il momento, speriamo». Buono per Favalli pure l’ambientamento nella nuova realtà in cui opera: «Ho appena trovato appartamento in centro città, Padova è molto bella e quando sono libero mi piace girare per conoscerla. Anche con i nuovi compagni c’è feeling».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Su e giù per la fascia sinistra, pronto a stupire e a diventare un punto di riferimento importante per il nuovo Padova. Alessandro Favalli, sbarcato a metà agosto all’ombra del Santo, ha trovato spazio nell’undici di partenza agli ordini di Parlato in tutte le partite ufficiali disputate dopo il suo arrivo e, gara dopo gara, il livello delle sue prestazioni è gradualmente lievitato. «A livello fisico – spiega l’ex laterale della Cremonese – sto migliorando di partita in partita, dopo un mese di effettivo lavoro dato che in precedenza mi allenavo da solo ed ero sicuramente indietro di condizione». Il giocatore supporta con numeri le sue parole: «Contro la Reggiana sono stato sostituito a metà del secondo tempo e proprio non ce la facevo più, mentre domenica sono uscito quando mancavano meno di dieci minuti dalla fine, nonostante in settimana non avessi lavorato più di tanto per un affaticamento muscolare. Ora inizio a stare bene». E quando si sta bene si osa di più in campo: «È vero, perché si acquisisce più sicurezza e fiducia nei propri mezzi».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Partitella in famiglia ieri alla Guizza per la squadra, con l’undici con la casacca verde, tra le cui fila giocavano gli undici di partenza delle due gare di campionato, che ha prevalso per 4-1, con doppietta di Petrilli, gol di Cunico, Neto Pereira e, sull’altro fronte, di Altinier. Solo corsa invece per Ilari per il quale oggi si conoscerà l’esito della risonanza di controllo alla coscia a cui è stato sottoposto. Nessuna novità dalla Fifa riguardo le problematiche sul tesseramento dell’argentino Gorzelewski. C’è comunque tempo fino a lunedì 21, giorno entro cui il Padova dovrà depositare in Lega la lista dei 24 giocatori a disposizione per il campionato. È intanto partita la prevendita dei biglietti per la sfida di sabato all’Euganeo con il Lumezzane (arbitro Chindemi di Viterbo). Tagliandi disponibili fino alle 15.30 di sabato al sito ticketone e nei relativi punti vendita. I botteghini dello stadio, in cui saranno praticati prezzi più alti, apriranno alle 16. La società consiglia di acquistarli in precedenza per evitare code agli sportelli. Essendo i biglietti nominali, infatti, le operazioni di vendita quest’anno sono più lunghe.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Il presidente della cooperativa, Andrea Fiorio, si mostra stizzito: «Abbiamo svolto più di una riunione di recente per spiegare la situazione al nostro personale, per cui non capisco perché sia saltata fuori questa lettera. I pagamenti mancanti verranno effettuati, uno già questa settimana». La cooperativa avanza alcuni arretrati da vari club, ma il vero problema riguarda le società non iscritte al campionato. Con il vecchio Padova di Penocchio e Cestaro, la Assist vanta un credito superiore ai 150mila euro, e dopo l’ultimo piano di rientro approvato dai creditori e che aspetta di essere omologato dal tribunale, la prima tranche di pagamenti arriverà solo a fine 2015. Quindi c’è il Venezia di Korablin, presidente russo irrintracciabile e che non ha pagato più di un anno di servizio di steward (ora il nuovo club gioca in D). «Basta questo per far capire perchè i nostri pagamenti, considerato poi che abbiamo pochissimi margini, non possano essere sempre puntuali», conclude Fiorio, prima di tranquillizzare le piazze padovane. «Con il Cittadella e il nuovo Padova di Bergamin e Bonetto fortunatamente non ci sono problemi, pagano sempre regolarmente».

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Il mancato pagamento degli arretrati sarebbe dovuto, sempre secondo la lettera, al ritardo con il quale alcune società calcistiche devono ancora pagare per i servizi ottenuti. Una situazione, purtroppo, tipica degli ultimi anni, senonché la missiva si conclude con una minaccia: “Se la situazione dovesse persistere, il nostro gruppo di steward è pronto a scioperare senza nessun preavviso». E questo sarebbe un bel guaio visto che, in mancanza degli addetti alla sicurezza, una partita rischierebbe di essere rinviata o giocata a porte chiuse. Situazione reale o semplice minaccia per forzare la mano? Il mistero resta, visto che è impossibile arrivare ai mittenti della lettera, che dicono di non firmarsi per “ragioni di sicurezza”. Chi è stato a scrivere? Qualche steward esasperato per i ritardi o qualcuno con sete di ripicca nei confronti della cooperativa? I fatti accertati sono questi: è vero che alcuni steward (chi da alcune partite, chi da qualche mese) avanzano dei compensi dalla cooperativa, ma le prossime gare di campionato non sarebbero a rischio né di svolgimento né di porte chiuse.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Steward, scoppia il giallo. Proprio come il colore delle pettorine che decine di persone indossano ogni weekend per garantire la sicurezza delle partite dei campionati di calcio. Un costo non da poco per le società, reso obbligatorio dalle ultime leggi sull’ordine pubblico nel 2007, che hanno imposto a tutti i club di affidare il controllo di ogni settore a un personale appositamente selezionato e formato, provando a togliere (o quasi…) la polizia dagli stadi. Il giallo comincia quando alla redazione del “mattino di Padova”, a inizio settimana, arriva una lettera anonima, o meglio firmata da “un gruppo di steward che operano a Padova, Cittadella, Bassano e Vicenza”. Il tono di questa lettera è perentorio e denuncia un notevole ritardo di pagamenti da parte della cooperativa Assist di Altavilla Vicentina che gestisce il personale di sicurezza in molti stadi del Triveneto, tra i quali, appunto, Padova e Cittadella.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) I biancoscudati, tuttavia, giocano una partita pessima, perdono 1-0 e nelle restanti cinque gare raccolgono appena due punti venendo estromessi dai playoff. Mentre il “Lume”, nonostante lo scherzetto all’Euganeo, a fine anno retrocederà. L’ultimo scontro diretto risale all’anno della promozione in B nel 2008/2009. Ma nonostante la stagione trionfale, il Padova soffre ancora terribilmente contro i rossoblù, pareggiando 2-2 in casa alla seconda giornata di campionato (e aprendo la prima crisi di Sabatini) e perdendo 2-0 al ritorno, nell’esordio del breve “interregno” di Tesser. E così, a conti fatti, gli ultimi sette scontri diretti parlano di 4 pareggi e 3 vittorie del Lumezzane, con il Padova che non piega i bresciani dal 3-2 all’Euganeo del 13 ottobre 2002. Motivo in più per rompere già sabato una maledizione scomoda.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) E da allora sono stati molto più i dolori che le gioie. Resterà negli annali il 5-1 che il Padova subì in terra bresciana nell’ultima giornata di andata in serie C/1 nel 2001/2002, accolto da fischi e contestazioni dei tifosi ospiti e soltanto parzialmente riscattato dalla vittoria, inutile, per 4-1 nel girone di ritorno. La cinquina subita a Lumezzane è rimasta la sconfitta più pesante subita dal Padova in campionato nel nuovo millennio, eguagliata soltanto nel 2010 dallo 0-4 di Empoli in Serie B. Eppure lo schiaffo più doloroso arrivò nel 2006. È il primo aprile (a proposito di scherzi), mancano sei giornate alla fine, il Padova di Pellegrino viaggia stabilmente in zona playoff, non ha mai perso in casa e ospita un Lumezzane penultimo. È la gara che può blindare la rincorsa agli spareggi promozione.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È una delle squadra contro cui il Padova vanta un record negativo, ha inflitto ai biancoscudati una delle sconfitte più pesanti della propria storia, ed è imbattuta negli scontri diretti da 13 anni. Di chi stiamo parlando? Milan, Inter, Juventus? No, del Lumezzane. Ovverosia la prossima avversaria di Cunico e compagni. Ebbene sì, la squadra bresciana è un’autentica bestia nera da queste parti. Una di quelle formazioni che è sempre andata indigesta ai tifosi biancoscudati, rappresentando soprattutto nell’era Cestaro il simbolo di annate fallimentari. Il bilancio è presto detto: nei dodici precedenti in campionato tra le due squadre, il Padova ha all’attivo tre vittorie, quattro pareggi e ben cinque sconfitte. Una storia iniziata sul finire degli anni ’90 quando la matricola Lumezzane si affacciò per la prima volta nel calcio professionistico, incrociando un Padova in caduta libera dopo gli anni della Serie A.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Due giorni al ritorno in campo: la marcia di avvicinamento del Padova di Carmine Parlato alla terza giornata di Lega Pro sta per entrare nel vivo. Sabato pomeriggio la sfida dell’Euganeo contro il Lumezzane può regalare ai biancoscudati un’altra occasione dopo i primi due risultati convincenti contro Reggiana e Pro Piacenza. Il tecnico partenopeo medita la conferma in blocco degli undici visti scendere in campo nelle ultime due settimane. E la medesima formazione, con Neto Pereira unica punta e il trio di trequartisti alle sue spalle (con Ilari che attende ancora di sapere se potrà essere a disposizione) è stata riproposta anche ieri, nella consueta amichevole in famiglia di metà settimana. Oggi allenamento alle 15.30 alla Guizza, mentre domani la rifinitura avrà luogo alle 11. È giunta ieri, intanto, anche la convocazione con le nazionali giovanili di un baby biancoscudato, il primo per ciò che riguarda questa stagione. Il ct dell’Under 15, Antonio Rocca, ha convocato per la Selezione Nord che si terrà mercoledì 23 settembre a Brescia il centrocampista Marco Polazzon, nato nel 2001 e arrivato quest’anno in biancoscudato dalla Liventina. Oggi gioca coi Giovanissimi Nazionali, categoria che da quest’anno si chiama Under 15, allenata da Massimo Pedriali.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Corti, va detto, ha rinunciato a una sostanziosa fetta dello stipendio percepito a Varese e ha firmato per 45mila euro annui più bonus. E dire che anche Piacenza e Pavia avevano bussato alla sua porta poco prima della firma con il Padova. «Non c’è stato mai niente di veramente concreto — chiarisce — con Pavia e Piacenza soltanto chiacchiere, il Padova invece è stata sin dal primo momento la squadra che mi ha voluto con maggiore determinazione. Sono contento che sia andato tutto a buon fine. Questa è una piazza fantastica, c’è una tifoseria calda e appassionata, c’è voglia di grande calcio e c’è una società che sta lavorando molto bene. Adesso — chiude il centrocampista biancoscudato — tocca a noi giocatori fare la nostra parte. Andiamo avanti passo dopo passo, sentirete parlare ancora molto di questo Padova…». Un Padova che già sabato, all’Euganeo contro il Lumezzane, ha la possibilità di centrare altri tre punti. Un altro segnale forte al campionato.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Da quando a centrocampo c’è stato il passaggio di consegne fra Giandonato e Corti, il rendimento della squadra ha subito un’immediata impennata. Quattro punti in due partite, altri tre nel mirino con il Lumezzane in arrivo a Padova e tanto entusiasmo che si diffonde a macchia d’olio con il passare dei giorni. E pensare che lo stesso Parlato, commentando lo stato di forma di Corti, aveva ammesso che ci sarebbe voluto un po’ per vederlo al top. Ma c’era anche un’altra frase consegnata a microfoni e taccuini che lasciava ben sperare su quanto avrebbe potuto dare: «Sembra un ragazzino». Detto, fatto. Tanta corsa, tanti palloni recuperati, uno standard atletico importante recuperato grazie a un impegno massimale in allenamento. «Ho cercato di farmi trovare pronto nel momento in cui fosse arrivata la chiamata giusta — racconta Corti — sapevo che a Varese sarebbe potuta finire male e quindi ho voluto tenermi allenato. Il primo abbozzo di trattativa col Padova c’è stato pochi giorni prima del crac del Varese, poi ci siamo incontrati e non siamo riusciti ad accordarci prima dell’inizio del ritiro. Venti giorni più tardi, ecco che finalmente abbiamo raggiunto l’intesa definitiva».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Lo dice con una sicurezza addirittura disarmante, quando gli si chiede quale sia la sua «personale favorita» per la promozione in serie B: «Non ho dubbi: è il Padova, questa squadra stupirà». Daniele Corti spazza via ogni remora, crede in questo Padova, è pronto a scommettere sul decollo di un gruppo che, passo dopo passo, sta cominciando a ingranare. Con tutte le dovute proporzioni, Corti è convinto che il valore del Padova sia sottostimato rispetto alle reali potenzialità della squadra. E così, se il direttore sportivo Fabrizio De Poli fa partire l’estintore sul fuoco dei più facili entisiasmi e ribadisce che la squadra è da medio-alta classifica, c’è anche chi, come l’ex centrocampista del Varese, punta in alto senza mezze misure: «E’ soltanto una questione di tempo — spiega Corti — siamo tanti giocatori nuovi, è ovvio che non tutto possa funzionare come un ingranaggio perfetto dal primo momento. È normale che ci sia qualche difficoltà, che magari in alcuni momenti non si sia brillanti come si sarebbe potuto essere al se top della condizione. Io credo, però, che questa squadra sia forte in ogni reparto, aspettate e vedrete…».

Ore 08.30 – Allenamento pomeridiano per i Biancoscudati alla Guizza.

Ore 08.28 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (sabato 19 settembre): Alessandria-Cremonese, Bassano Virtus-AlbinoLeffe, Giana Erminio-Cuneo, Mantova-Pordenone, Padova-Lumezzane, Pavia-SudTirol, Pro Piacenza-Reggiana, Renate-Cittadella, Pro Patria-FeralpiSalò.

Ore 08.26 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: SudTirol 6, Bassano, Cremonese, Giana Erminio, Padova, Pordenone e Reggiana 4, Alessandria, Cittadella, FeralpiSalò e Mantova 3, Pro Piacenza e Renate 1, AlbinoLeffe, Cuneo, Lumezzane, Pavia e Pro Patria 0.

Ore 08.24 – Lega Pro girone A, i risultati della seconda giornata: Cuneo-Alessandria 0-1 (Fischnaller (Al) al 22′ pt), Renate-Giana Erminio 1-1 (Ekuban (Re) al 35′ pt, Perna (Gi) al 42′ st), FeralpiSalò-Bassano 1-2 (Bracaletti (Fs) al 26′ pt, Germinale (Ba) al 39′ pt, Iocolano (Ba) al 19′ st), Lumezzane-Reggiana 0-2 (Spano (Re) al 10′ pt, Arma (Re) al 36′ pt), Padova-Pro Piacenza 2-0 (Fabiano (Pd) al 10′ st, Petrilli (Pd) al 19′ st), Pordenone-AlbinoLeffe 1-0 (De Cenco (Pn) al 13′ pt), SudTirol-Mantova 2-1 (Ruopolo (Ma) al 7′ st, Tait (St) al 23′ st, Gliozzi (St) al 42′ st), Cremonese-Pavia 1-0 (Brighenti (Cr) al 5′ st), Pro Patria-Cittadella rinviata.

Ore 08.22 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.20 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 16 settembre: partitella in famiglia per i Biancoscudati, non vi partecipa Ilari




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