Padova, Gorzelewski: “Se ci sarà da aspettare fino a gennaio lo farò, perché a Padova sto vivendo un sogno!”

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C’è un giocatore che sta vivendo un’esperienza indimenticabile, a 19 anni ha lasciato il suo Paese per provare l’avventura in un campionato molto considerato all’estero come quello italiano. Per sua sfortuna, però, non può scendere in campo per colpa di un “qui pro quo” che ha coinvolto la sua società in Argentina, il Club Huracan, il Padova e la Federcalcio italiana. Stiamo parlando di Franco Gorzelewski, il giovane difensore giunto alla corte di Parlato durante il ritiro estivo di Pieve di Cadore: finchè la Lega Pro non ha definito le griglie degli “under”, il Padova non ha potuto tesserarlo, e quando è finalmente riuscito a farlo, di traverso si è messa proprio la Figc. Per cui dalla lista campionato, consegnata lunedì, è rimasto fuori. Alla Fifa c’è in atto una vertenza contro la decisione presa da Roma, e nei prossimi giorni è attesa una risposta. Gorzelewski sta, dunque, nel suo limbo, allenandosi tutti i giorni con la squadra, pur sapendo di dover stare fermo. «Per quello che mi è stato detto dal mio procuratore, sembra esserci stato un problema burocratico», spiega il difensore argentino.

«Io sono tranquillo, ma ovviamente un po’ preoccupato perché so che, se la situazione non si risolverà, sarò costretto ad aspettare gennaio, e quindi la riapertura del “mercato”, per poter giocare. Fisicamente sono pronto, ma se ci sarà da aspettare, lo farò. Per me, in ogni caso, anche solo essere qui è un sogno». Quando saprà se il suo ricorso sarà andato a buon fine? «Stiamo aspettando la risposta della Fifa, spero che presto arrivi e mi è stato detto che potrebbe giungere tra questa settimana e la prima di ottobre. La verità è che nemmeno io so quale documento manchi, Padova e Huracan pensavano fosse tutto a posto, ma la Federazione si è opposta. Se la risposta sarà positiva, penso di poter entrare in lista, altrimenti sarò costretto a rimanere fuori». Se andasse male, cosa farà? «In ogni caso rimarrò qui: aspetterò anche fino a gennaio, non avrebbe senso tornare in Argentina perché già allenarmi con questa squadra e conoscere il calcio italiano mi sta permettendo di imparare moltissime nuove cose».

È contento, allora, di come sta andando la sua esperienza in Italia? «Molto. All’inizio è stata dura, l’impatto è stato forte, il cambio di vita per me è enorme e la lingua è stata il primo problema. Ma ormai capisco l’italiano, e non posso che essere contento del fatto che il Padova mi abbia dato questa opportunità». Eppure in Italia c’era già stato: un anno fa era rimasto un mese a Catania… «Ma era stato tutto diverso: ero lì solo per allenarmi, per conoscere un po’ il vostro calcio, soprattutto ero con la Primavera. Qui, invece, mi alleno ogni giorno con la prima squadra, ed è molto bello. Nel mio ruolo ci sono giocatori di grande esperienza: da Marcus (Diniz, ndr), Fabiano e Niccolini sto imparando molto». Adesso vive in foresteria, nel tempo libero cosa fa? «Sono stato a Venezia per la prima volta in vita mia, davvero bellissima, ma anche Padova è incantevole. Sto vivendo un’esperienza unica, il solo problema è che non posso giocare. Non vedo l’ora di scendere in campo all’Euganeo, poche volte mi era capitato di vedere uno stadio così bello: solo allenarmi lì mi fa un certo effetto…».

(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)




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