Live 24! Padova-SudTirol, -4: torna in gruppo Ilari, ma ci sono sei assenti

Condividi

Clicca qui per aggiornare la diretta

Ore 22.00 – (Il Piccolo) Continuano a essere ore febbrili e di gran confusione all’Unione Triestina 2012. Domani incombe l’udienza per due istanze di fallimento e la prima cosa da verificare sarà se il presidente Marco Pontrelli, come aveva promesso di fare venerdì scorso, avrà davvero saldato i circa 40mila euro necessari a ripianare i debiti verso l’azienda Acerbis e l’ex preparatore dei portieri Luigi Turci. Parallelamente, continuano a rincorrersi voci di trattative di vendita iniziate, tramontate, in corso o forse mai esistite, giusto per rendere ancora più confusionaria la situazione. In mezzo a tutto questo caos, con l’ambiente degli juniores ormai in permanente turbolenza dopo quanto accaduto sabato e in attesa di verificare quali scenari societari si prospettano nelle prossime ore, l’unica cosa positiva in questo momento è il gruppo della squadra e le prestazioni che fornisce in campo. D’accordo, sembrerà paradossale dirlo dopo una sconfitta in casa con il Levico Terme e appena 4 punti raccolti in cinque giornate. Ma considerato il contesto, le cose stanno proprio così. Risolti i problematici rapporti con il tecnico Masitto, i giocatori sono apparsi trasformati rispetto a quell’orribile ko casalingo con il Calvi Noale. Già a Campodarsego avevano dato segnali di risveglio ribaltando la partita in inferiorità numerica e cogliendo alla fine un pareggio. Domenica scorsa con il Levico Terme, inoltre, nel primo quarto d’ora e per lunghi tratti della ripresa, si è forse visto il miglior calcio espresso dalla Triestina dal ritorno nei dilettanti: fraseggi veloci, grinta, tackle vinti, sovrapposizioni, bei cross e occasioni a grappoli. A dimostrazione che il potenziale della squadra è notevole. E allora com’è possibile perdere in casa con il Levico Terme? Zubin e soci hanno pagato quel quarto d’ora di black-out del primo tempo che è costato loro due gol, poi una miscela di poco cinismo, imprecisione sotto porta, errori arbitrali e sfortuna hanno fatto il resto. Fatto sta che i numeri sono disastrosi e dopo cinque giornate, quelle che sulla carta avrebbero dovuto lanciare in vetta l’Unione 2012 viste le abbordabili avversarie, si è fermi ad appena 4 punti. I quattro punti sono poco più di quanto aveva raccolto la ben più debole formazione dello scorso anno, che dopo i primi cinque turni aveva messo assieme 2 punti. Qui, dopo la vittoria nella prima giornata, sono seguite invece un pari e tre sconfitte, che relegano già la Triestina nelle ultime posizioni. E almeno per ora, più dei sogni di gloria sbandierati alla vigilia, si deve fare i conti con la zona play-out.

Ore 21.30 – (Corriere delle Alpi) Giovanni Pescosta rientra dall’infortunio e il Belluno centra la prima vittoria stagionale contro il Montebelluna. Dopo aver saltato le prime quattro partite, il terzino fuoriquota del Belluno si è ripreso la corsia di destra mettendo in campo la solita prestazione generosa e di alto livello. Solo i crampi lo hanno costretto al cambio alla mezz’ora del secondo tempo, ma riaverlo a disposizione è sicuramente una certezza per mister Vecchiato. «Abbiamo fatto una buona partita, anche se l’espulsione di Bertagno ci ha penalizzati – racconta Pescosta – a livello di gioco e di intensità dobbiamo continuare però su questa strada, speriamo che questa vittoria sia la scintilla giusta che non ci faccia più fermare. Mi è piaciuto lo spirito della squadra, che non ha mai mollato, neanche quando si è trovata a lottare in nove». È un gruppo solido. Nonostante i quattro pareggi, il Belluno non si è mai fatto prendere dal panico. «Sapevamo che i risultati sarebbero arrivati, ci siamo detti di non guardare la classifica e così è stato. Il clima in spogliatoio è sempre stato tranquillo anche grazie al mister, eravamo consapevoli che le nostre prestazioni erano state buone nonostante i pochi punti raccolti. In tutte le partite affrontate fino ad ora abbiamo sempre imposto il nostro gioco. Il nostro obiettivo? Arrivare più in alto possibile». A Mestre senza Paolo Pellicanò e Simone Bertagno. Il Belluno da questo pomeriggio inizia a preparare la trasferta insidiosa contro il Mestre, consapevole che dovrà fare a meno di due pedine importanti. Entrambi i giocatori infatti sono stati espulsi contro il Montebelluna. «Ci aspetta una partita durissima, il Mestre è una buona squadra con alte pretese. L’importante sarà fare il nostro gioco mettendo in campo la giusta intensità». Giudice. Si attende il comunicato del giudice sportivo per sapere quante giornate di squalifica dovrà scontare Simone Bertagno. Se dovessero essere due, il metronomo del Belluno sarebbe costretto a saltare anche il derby in trasferta contro i cugini del Ripa Fenadora. Dovrebbe recuperare invece Stefano Mosca, che non ha giocato contro il Montebelluna per una botta al ginocchio rimediata giovedì in allenamento, mentre Marco Farinazzo è a mezzo servizio per il problema alla caviglia dopo la botta subita in amichevole nel pre campionato. Il Mestre cambia allenatore. Il prossimo avversario del Belluno ha esonerato ieri il tecnico Feltrin, al suo posto dovrebbe arrivare Tiozzo. Il Mestre dopo aver vinto la prima di campionato contro il Levico ha perso le quattro successive nonostante l’organico importante per la categoria. Il match contro il Belluno verrà giocato a Mogliano Veneto e non al Baracca di Mestre, che è in fase di ristrutturazione.

Ore 21,00 – (La Provincia Pavese) Solo gli esami strumentali ai quali verranno sottoposti oggi Mattia Marchi e Stefano Del Sante potranno chiarire il tipo e l’entità degli infortuni patiti dai due durante la gara con il Cuneo. L’ipotesi più fondata è quella di uno stiramento, il che significherebbe uno stop per tutti e due i calciatori di qualche settimana, ovviamente in base alla gravità dell’eventuale lesione muscolare subita. Incredibile, comunque, quello che è successo allo stadio Paschiero. Dopo nemmeno venti minuti Mattia Marchi si è dovuto arrendere dopo aver accusato un dolore alla coscia. Mentre il Pavia era in dieci, il Cuneo ha segnato il gol del vantaggio. Tra l’uscita di Marchi e l’ingresso del suo sostituto, Del Sante, è infatti trascorso qualche minuto: proprio per evitare di affrettare il riscaldamento di Del Sante ed evitare un altro infortunio. Purtroppo non è stato sufficiente, perché al 34’ dopo un allungo lo stesso Del Sante pare aver subito un infortunio simile. Si è visto subito l’attaccante umbro toccarsi la parte posteriore della coscia ed è stato costretto a lasciare il posto ad Anastasia. Del Sante e Marchi di sicuro non ci saranno contro il Cittadella. Tra l’altro i due attaccanti si erano già infortunati quasi in contemporanea nel precampionato e se il Pavia avesse dovuto giocare come previsto la prima con la Pro Patria il 6 settembre non avrebbe potuto schierare né l’uno né l’altro, mentre Soncin qualche giorno prima era stato ceduto all’Albinoleffe.

Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) «Nel primo tempo il Cuneo avrebbe meritato anche il doppio vantaggio, noi abbiamo avuto la fortuna di restare in partita, poi le giocate dei singoli hanno fatto la differenza». Analisi onesta e ineccepibile quella che Dario Biasi fa nella sala stampa del Paschiero poco dopo il termine di Cuneo-Pavia. Al suo fianco ha Alessandro Cesarini e Andrea Ferretti, proprio gli autori delle giocate che hanno deciso la partita con il Cuneo. Il difensore azzurro vuole dire qualcosa anche sul doppio rigore concesso dall’arbitro, decisioni che in entrambi i casi hanno suscitato più di un dubbio: quello all’8’ della ripresa per un tocco di braccio considerato volontario di Gorzegno del Cuneo, e poi quello al 32’ per una presunta trattenuta di Sabato su Franchino. «Secondo me l’arbitro ha dato il rigore al Cuneo per compensare quello concesso a noi – dice Biasi – però il nostro a mio avviso c’era, perché Gorzegno il braccio lo ha allargato, mentre quello fischiato a noi era inesistente. Purtroppo è la seconda volta nelle ultime giornate che ce ne fischiano contro uno così». Il riferimento è al penalty concesso al Sudtirol nella gara vinta dal Pavia 2-1, con rete dal dischetto degli ospiti nel finale, per un contatto tra lo stesso Biasi e un avversario. Un contatto apparso assolutamente non falloso, così come quello di Sabato sul giocatore del Cuneo. Sul fronte Cuneo, invece, c’è incredulità per la quarta sconfitta maturata dopo l’ennesima buona prestazione. «Cinque minuti di follia dopo una prestazione quasi perfetta – dice mister Salvatore Iacolino – dovrò parlare con i ragazzi, non riesco a capire cosa sia successo». Comprende i rimpianti e la rabbia del Cuneo anche l’allenatore azzurro Michele Marcolini. «Avevo visto le partite del Cuneo contro l’Alessandria e ancora meglio quella a Gorgonzola contro la Giana Erminio, visto che ero allo stadio – dice il tecnico del Pavia nel dopo gara – in particolare in quest’ultima partita c’era una squadra che doveva vincere, ed era il Cuneo».

Ore 20.20 – (La Provincia Pavese) «Ero fuori da quasi due mesi, non mi aspettavo nemmeno di giocare. Avevo fatto solo due allenamenti con la squadra in settimana». Invece Marcolini ha cambiato programma, costretto dagli eventi, e ha deciso di mandarlo in campo, Andrea Ferretti. Proprio mentre il Cuneo, al 33’ della ripresa, si apprestava a battere il calcio di rigore che l’avrebbe portato sul 2-1. Perché il tecnico azzurro ci credeva nella possibilità di rimettere in piedi la gara, e magari anche di vincerla, ma aveva dovuto rinunciare a inserire prima il Principe, dopo l’uscita di Del Sante nel primo tempo. «Ci siamo parlati e mi ha detto che dopo aver perso prima Marchi e poi Del Sante non poteva permettersi di rischiare che mi rifacessi male anche io: poi con chi avremmo giocato la partita successiva? – spiega Ferretti nel dopo gara – quando poi è toccato a me, nel finale di gara, sono entrato sciolto, tranquillo, nonostante la lunga assenza: era dai play off della passata stagione contro il Matera che non giocavo una partita ufficiale». Talmente sciolto, Ferretti, da entrare subito bene nel match, a dispetto dei pochi minuti a disposizione: alla prima occasione ha fulminato con freddezza il portiere avversario per il 2-2 che ha riportato a galla gli azzurri al 42’ della ripresa. Un bel gol, propiziato da un ottimo assist di Bellazzini, al quale è seguito l’incantevole il destro all’incrocio di Alessandro Cesarini che ha deciso il match. E proprio Cesarini mette in evidenza la reazione del Pavia a Cuneo dopo un primo tempo disastroso. «Una reazione da grande squadra in una gara che si era messa male – dice il Mago appena terminata la gara – sono stati tre punti fondamentali questi di Cuneo, è una vittoria che può rappresentare una svolta. E quella dopo il mio gol è stata una delle più belle esultanze della mia carriera». Tutti a festeggiare, la panchina completa in campo e nel settore ospite la quarantina di tifosi azzurri, un numero superiore a quelli cuneesi nella curva opposta dello stadio Fratelli Paschiero. Con l’uscita forzata dal campo prima di Mattia Marchi e poi di Del Sante (nel giro di un quarto d’ora nel primo tempo) Cesarini si è trovato anche senza un centravanti al quale appoggiarsi per la manovra offensiva, dal momento che lo stesso Anastasia è un attaccante esterno, non certo una prima punta. Un handicap ulteriore, oltre allo svantaggio e alla pessima prova di tutta la squadra nei primi 45 minuti. «Siamo stati bravi a riadattarci – dice Cesarini – il nostro attacco comunque ha una tale varietà qualità tecniche: ci completiamo a vicenda. E ora è tornato anche il Principe». E meno male che Ferretti è tornato, visto l’infortunio in coppia di Mattia Marchi e Del Sante che aveva privato il Pavia di una prima punta.

Ore 19.50 – Qui Pedrocchi: giungono in sala Rossini anche il presidente Giuseppe Bergamin (accompagnato dalla moglie), il presidente del settore giovanile Massimo Poliero, i consiglieri Giampaolo Salot e Moreno Beccaro e Sandro Vecchiato di “Birra Antoniana”.

Ore 19.20 – Qui Pedrocchi: in corso la presentazione del club “Padova nel Cuore”. Presenti mister Parlato, il viceallenatore Lavezzini, il ds De Poli ed i giocatori Amirante, Anastasio, Corti, Cunico, Diniz, Favalli, Giandonato e Niccolini. Presente in rappresentanza del Comune l’Assessore allo Sport Cinzia Rampazzo.

Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) Dopo lo spettacolare 3-3 dello “Zini” contro la Cremonese, ieri pomeriggio il Mantova ha ripreso gli allenamenti sul Laterale Te “Massimo Paccini” per iniziare a preparare la gara in programma sabato (ore 20.30) al Martelli contro la Reggiana. Secondo derby consecutivo e sfida che manca in campionato dalla lontana stagione 1988-89. Lo staff medico ha verificato le condizioni del giovane Ungaro, uscito dal campo domenica a causa di un trauma cranico dovuto a un calcio in testa ricevuto da un avversario: il trequartista ora sta bene. A fermarsi è stato invece Gavazzi, che in serata è stato visitato dall’ortopedico Zanini: ha un’infiammazione tendinea e dovrà stare a riposo un paio di giorni, ma sabato sarà a disposizione. Per quanto riguarda gli altri infortunati, fuori causa restano il portiere Pane e Manuel Scalise, che lavora a parte a causa dello stiramento al polpaccio e salterà anche la prossima partita. Speranze di recupero ci sono invece per Puccio (che oggi potrebbe aggregarsi al gruppo) e Momentè: Maspero ha però già chiarito che per entrambi non intende rischiare un recupero troppo accelerato, in quanto tiene a riaverli al top della condizione per le prossime gare di campionato. Il mister ieri sera è poi andato insieme al suo vice Bozzini a visionare la gara Reggiana-Giana Erminio, per farsi un’idea dei prossimi avversari. I biancorossi da oggi fino a venerdì si alleneranno sempre al mattino sui campi del Te. Intanto la società ha deciso di proporre al difensore Andrea Trainotti il rinnovo del contratto che lo lega al Mantova fino al giugno del 2016. In questi giorni si svolgeranno alcuni incontri con il calciatore e il suo procuratore per verificare la possibilità di arrivare a un’intesa.

Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) È scappato via dallo “Zini” in tutta fretta poco prima della fine del match (sul 3-2), ma l’ha fatto per riuscire a vedere anche il suo Rezzato (che giocava alle 18) e non certo perché insoddisfatto dalla prova del Mantova. «Sono contento, molto contento di ciò che ho visto a Cremona – conferma il presidente biancorosso Sandro Musso -. Sono rimasto impressionato soprattutto da tre cose: il coraggio dimostrato da Maspero con quei cambi nell’intervallo, lasciando fuori anche capitan Caridi; la strepitosa reazione di carattere della squadra, capace di rimontare due gol in tre minuti. E poi lo spessore di Ruopolo, che è davvero un attaccante fortissimo, oltre tutte le mie aspettative». Musso è consapevole comunque che non tutto nell’Acm gira come dovrebbe: «Non riusciamo ancora a esprimere un gioco convincente, soffriamo un po’ troppo sulle fasce e abbiamo alcuni elementi che non stanno rendendo secondo le loro possibilità – afferma il numero uno di Viale Te -, ma sono tutte cose che con il tempo riusciremo ad aggiustare. Sono fiducioso perché la prima cosa che conta in una squadra è il carattere e di quello ne abbiamo da vendere. Vi confesso che alla fine del primo tempo del derby ho pensato che ne avremmo presi 6 – sorride Musso -. Quello che è successo nella ripresa è stato invece fantastico ed è stato anche uno spettacolo per il pubblico». Per quanto riguarda i singoli, Musso spende anche qualche parola per i biancorossi meno celebrati: «Bonato si sta confermando a ottimi livelli, Anastasi ha fatto vedere che se recupera la condizione può fare buone cose… E poi a me piacciono tanto Di Santantonio, Ungaro e Zammarini, anche se non tutti in una rosa possono giocare titolari. A Cremona, per esempio, è toccato star fuori a Trainotti, ma lui resta un gran bel difensore. Cosa che sta dimostrando di essere anche Carini. Insomma – tira le somme Musso -, mi sento di dire che la squadra c’è, ha buoni valori tecnici e umani. E questo ci fa ben sperare per il futuro». Quando gli si chiede dove immagina il Mantova nel prosieguo del campionato, il presidente invita comunque a non fare voli pindarici: «Siamo una squadra che può fare un campionato di metà classifica e giocarsela senza timori contro tutti, magari facendo anche qualche scherzetto ad alcune delle big. Questo del resto è l’obiettivo che ci siamo posti per questa stagione e io credo che riusciremo a centrarlo senza troppi problemi». Sui motivi che finora hanno frenato la crescita del Mantova sul piano del collettivo, Musso si esprime così: «Per il 60-70% secondo me si tratta di un problema psicologico. C’è troppa ansia nell’approccio alle partite, dobbiamo riuscire a tirar fuori da subito il coraggio che dimostriamo quando andiamo sotto e non abbiamo più nulla da perdere. E poi ovviamente dobbiamo aspettare che tutti i giocatori arrivino al top della forma e che una squadra tanto rinnovata trovi la giusta amalgama. Ci arriveremo – conclude Musso – ne sono convinto».

Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Dovremmo avere 12 punti, ne abbiamo la metà. Per gioco sviluppato e occasioni create però, dopo 4 gare dominate sul campo, sia in casa che in trasferta, dovremmo essere a punteggio pieno». Carico e sereno al tempo stesso Mauro Lovisa, presente a Roxy Bar Sport Nordest, non ha nascosto la sua soddisfazione per la versione numero due del Ramarro Pro. Non solo, negli studi di Tpn re Mauro ha fissato pure l’obiettivo minimo della stagione 2015-16: nono posto. «Alla fine – dichiara – voglio vedere il Pordenone nella parte sinistra del tabellone». Attualmente è settimo, in condominio con Cremonese e Sudtirol. GOL CERCANSI – Due sole reti subite in 360′ consentono ai ramarri di condividere con un pugno di squadre la miglior difesa del girone. Ma per raggiungere il traguardo indicato dal presidente non basterà un gol ogni 120′, media attuale di Strizzolo e compagni. «Sì – annuisce Lovisa -, ci manca un po’ di lucidità in fase di realizzazione. Non è un problema solo di punte. Con il Renate per esempio abbiamo mancato almeno 4 buone occasioni. Non hanno sbagliato soltanto Strizzolo e De Cenco, ma anche chi (Berardi, ndr) si è inserito da dietro. Sono convinto che sia semplicemente questione di tempo, perché il gruppo lavora bene durante la settimana agli ordini di Tedino e dei suoi collaboratori». COSTOSA ESPERIENZA – Chiaro anche il giudizio di Lovisa sulla rosa neroverde 2015-16. «È un organico importante – afferma re Mauro -, con tanti giocatori di qualità e “fuori-categoria” come Alex Pederzoli (squalificato con il Renate, ndr), un lusso riconosciuto da tutti in LegaPro. È una squadra nata dall’esperienza maturata sugli errori commessi. La passata stagione – si spiega – avevamo costruito una rosa da LegaPro 2 per affrontare la LegaPro 1. Questa estate abbiamo messo insieme un gruppo molto più importante. Inoltre – aggiunge – ho piena fiducia in Tedino e nel suo staff. Stanno facendo un ottimo lavoro, molto organizzato, senza improvvisazione, votato sempre alla ricerca della vittoria. Per questo il pubblico – è il giudizio – si diverte e ci sostiene». Sabato, nell’anticipo alle 15 a Busto Arsizio (Pro Patria ultima a quota zero), ci sarà l’occasione di salire ancora. «A patto – precisa e avvisa il presidente – di andare lì concentrati e determinati. Non esistono partite facili in Terza serie». Test infrasettimanale domani alle 19 in via Mamaluch con il S.A. Porcia. DIRIGENTI ALLA RISCOSSA – Il 15 ottobre si riuniranno i presidenti di LegaPro. «Vogliamo – Lovisa si candida al ruolo di leader – cambiare il calcio. Noi mettiamo i soldi, noi vogliamo e dobbiamo decidere».

Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Bruno Tedino, negli anni col Sandonà/Jesolo, aveva saputo divertire e far segnare valanghe di gol ai suoi attaccanti. Questa stagione, complice anche alcune situazioni, sta facendo il contrario: il suo Pordenone è ermetico e subisce poco come capitato raramente in passato ai neroverdi. Se si esclude, infatti, la squadra guidata da Parlato nella storica promozione del 2014, mai negli ultimi anni i “ramarri” avevano subìto così poco in campionato (appena 2 reti incassate sinora). Un dato che è significativo anche alla luce del fatto che si è in Lega Pro, non più in serie D. A ogni modo, dopo quattro turni, erano 4 i gol subiti nel 2012-2013, ben 7 sia nel 2011-2012 sia nel 2010-2011 e 6 nel 2009-2010, ovvero le ultime stagioni di Interregionale. C’è un altro dato che fa riflettere sulla solidità difensiva e, al contempo, del Bottecchia: nel proprio stadio i neroverdi – se si esclude la gara dei play-out col Monza – non incassano reti in campionato dalla terzultima giornata di ritorno della scorsa stagione, giocata col Novara e pareggiata per 1-1 (rete di Evacuo su rigore). Su azione, l’ultima palla raccolta dal portiere risale al Pordenone-Mantova del 29 marzo (rete di Trainotti su colpo di testa).

Ore 17.40 – (Messaggero Veneto) L’onestà è dote rara. Lui ne ha da vendere. «Sì, potevo fare di più»: il giorno dopo Caio De Cenco non si sottrae alle responsabilità. Il centravanti del Pordenone, ammette che nel pareggio col Renate è mancata la sua precisione sotto porta, qualità che avrebbe potuto regalare i tre punti ai “ramarri” in un match tutto sommato alla portata. «Meritavamo di più – dice – ma ci rifaremo: a Busto Arsizio con la Pro Patria prenderemo ciò che abbiamo perso». E sul tecnico degli avversari, Boldini, che lo accusa di aver sferrato un pugno a un nerazzurro, l’attaccante risponde con serenità: «Le immagini televisive lo smentiscono». De Cenco, partiamo da questo episodio. «Un giocatore del Renate (Valotti, ndr) è corso verso di me dopo una mia entrata in scivolata a un suo compagno di squadra. L’ho solo allontanato, ho fermato la sua corsa: nient’altro. E’ stato un attimo di nervosismo generale, tanto che poi ho rimediato l’ammonizione. Ma tutto è finito lì». Rewind, si torni alla partita: il Pordenone meritava i tre punti? «E’ mancato solo il risultato pieno. Abbiamo dimostrato di essere in crescita, imposto il nostro gioco e creato diverse occasioni. Peccato, si poteva prendere un’altra vittoria in casa». Da lei e da Strizzolo non è arrivato il gol. «E’ vero, potevo fare di più. Era una partita da sbloccare e non sono stato bravo negli ultimi sedici metri. Ho avuto qualche palla importante che non sono riuscito a concretizzare. Succede anche questo, ma guardo avanti e penso già alla Pro Patria». A proposito: lei ci sarà? Alla ripresa non si è allenato. «Ho subìto un duro colpo al quadricipite femorale: ancora mi fa male ma non penso sia un problema che mi terrà fuori per così tanto. A Busto Arsizio credo proprio di esserci». Il discorso del gol mancato: a cosa è dovuto secondo lei? «Non ho ansia da prestazione: sia io sia Strizzolo ci siamo sbloccati. E’ una questione di fortuna, a mio parere. A volte un tiro sporco si trasforma in rete, in altre circostanze no: col Renate è stata una domenica storta». De Cenco, ha giocato da punta centrale nel 4-3-3 e da prima punta nel 3-5-2. Dove si trova meglio? «Non ho preferenze. Sto bene ovunque e a me basta giocare. Ho scelto di venire a Pordenone per scendere in campo con continuità, aspetto che negli ultimi anni mi è un po’ mancato. Qui sento la fiducia, una società e un tecnico che credono in me, ed è sufficiente: non faccio discorsi di moduli, sono contento di essere utile alla squadra e voglio dimostrare che su di me si può puntare». Secondo molti il Pordenone non ha un bomber vero: cosa risponde a riguardo? «Quando mi ero sbloccato con l’Albinoleffe, il problema del centravanti sembrava risolto. Ora ritorna. Io dico che serve pazienza, le reti arriveranno. L’importante è avere in zona-gol, essere pericolosi, creare occasioni. E noi ci siamo».

Ore 17.20 – (Gazzetta di Reggio) Non era la partita che si aspettava il tecnico granata Alberto Colombo. «Questa squadra ha un sacco di problemi – afferma –. Ci sono problemi di testa, di gambe e di idee». Da cosa nasce una analisi così drastica? «E’ una squadra che contro la Giana Erminio ha giocato in modo scollegato. E’ arrivata sempre in ritardo sulle seconde palle, e quando attaccava lasciava spazi agli avversari per le ripartenze. Siamo stati slegati, ognuno ha giocato per conto suo senza ragionare sui movimenti da fare. A questo aggiungiamo che nelle difficoltà dimostriamo di avere anche problemi di personalità: poco lucidi nelle scelte al punto da complicarci la vita da soli». Reggiana leggermente migliore nel secondo tempo? «In alcune occasioni abbiamo chiuso la Giana nella sua area, ma nonostante questo l’impressione è che in questo momento abbiamo difficoltà a capire quello che c’è da fare, con e senza palla». Problema di testa o problema di gambe? «Forse entrambe le cose. Dobbiamo capire velocemente dove migliorare. Ho visto alcuni giocatori più seduti rispetto all’anno scorso, qualcuno con meno motivazioni e meno cattiveria. Siega, nonostante a volte mi rimproverino di tenerlo troppo in campo, ci ha provato fino alla fine, e questo deve essere di esempio per tutta la squadra». Quando vedremo i cross di Frascatore e Mogos? «Hanno avuto diverse opportunità per mettere dentro la palla, ma avete visto tutti il risultato ottenuto. Bisogna migliorare assolutamente sotto questo aspetto, altrimenti diventa difficile mettere Arma in condizioni di fare gol. Detto questo, non è facile in Lega Pro trovare giocatori che mettono palle importanti». Anche il centrocampo non ha brillato: come mai? «Siamo stati disordinati, ma una gara storta ci può stare». Dove mettiamo le mani per risolvere questa situazione? «Dobbiamo ritrovarci al più presto e tornare sulla terra tutti assieme. E’ necessario essere più cattivi perché ho visto poco agonismo e poca fame. Ricordo a tutti che la pagnotta è dura». Cosa si aspetta da Ciccio Ruopolo sabato sera? «So che quando è arrabbiato diventa pericoloso, speriamo che questo sia uno stimolo in più anche per Arma».

Ore 17.00 – (Gazzetta di Reggio) Disco rosso. La Reggiana non riesce a scardinare il fortino della Giana Erminio perdendo così ulteriore terreno dalle prime in classifica. Non si può dire che le stia girando bene in questo periodo, basta ricordare i due rigori falliti a Piacenza per proseguire con l’incrocio dei pali colpito ieri sera oltre all’infortunio dopo 20 minuti di Nolè che avrà sicuramente scombinato i piani della partita, però non può essere questa la squadra che l’anno scorso ha riportato tanto entusiasmo al Città del Tricolore. Bruccini e compagni tengono il pallino per tutta la gara mentre gli ospiti badano molto più a non prenderle che alle ripartenze ma quello che è manca è lo spirito di gruppo e di sacrificio che aveva caratterizzato la bella cavalcata di qualche mese fa. Non si può dire che sia stata una partita senza occasioni ma è difficile impensierire gli avversari tentando esclusivamente conclusioni da fuori area, vedi Maltese e Angiulli, così come sempre da lontano è arrivato l’unico brivido alla schiena per Paleari con quel tiro che Rachid Arma ha stampato sul sette della traversa e successivamente Siega non è riuscito a ribattere in rete con decisione. La Reggiana era partita col piglio giusto, sostando stabilmente nella metà campo della Giana, almeno fino all’infortunio di Raffaele Nolè, un handicap importante per il tecnico al quale veniva a mancare l’unico terminale offensivo in grado di cambiare modulo in corsa insieme ad Arma e questa potrebbe essere un’altra spiegazione di questo pari senza reti che ha lasciato l’amaro in bocca agli oltre 4000 presenti, che tuttavia non hanno mai smesso di sostenere la squadra. Ad inizio ripresa la Reggiana torna in campo ancora più disunita e gli ospiti prendono fiducia, avanzano il baricentro, e si rendono pericolosi in almeno tre circostanze dalle parti di Perilli senza che l’estremo difensore granata, lui sì una bella novità fino ad ora, si faccia sorprendere. Col passare dei minuti il pari va sempre meglio ai biancazzurri mentre Mr. Colombo prova a spostare Siega a centrocampo per inserire Giannone, al ritorno dopo la partita di Coppa Italia a Perugia ma senza spostare gli equilibri, così il 4-4-2 di Mr. Albè, con qualche affanno in più, tiene però fino al termine. Nel finale di gara si fa male anche Paolo Frascatore, al suo posto viene convogliato Siega e buttato nella mischia Bartolomei che non ha il tempo per provare a dare un altro volto al centrocampo. Sabato c’è la trasferta di Mantova contro Ruopolo ed Anastasi: ma per non perdere altro terreno con le capoliste urge un grande cambiamento soprattutto mentale perché se qualcuno scende in campo sentendosi già appagato dopo i risultati della scorsa stagione, non si va da nessuna parte…

Ore 16.40 – Flash di Fabrizio De Poli al termine dell’allenamento alla Guizza sulle condizioni dei sei acciaccati e sulla multa: “Petkovic? Ha una contrattura al retto femorale, potrebbe anche essere disponibile per sabato ma male che vada tornerà di sicuro col Cittadella. Dionisi? Ha la caviglia gonfia, per sabato è a posto. Favalli? Ha una forte contusione alla coscia, anche lui tornerà per il SudTirol. Niccolini? Ha un dolore al piede ma potrebbe già tornare ad allenarsi domani o dopodomani. Altinier? Ha un dolore alla spalla. Neto Pereira? Ha una elongazione all’adduttore lungo, adesso farà qualche giorno di cure e terapie, starà fermo due-tre giorni e poi valuteremo le sue condizioni ma è in dubbio per sabato. La multa per i cori? Personalmente non li ho sentiti, dispiace perché arrecano un danno alla società”.

Ore 16.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.00 – Qui Guizza: partitella finale.

Ore 15.40 – Qui Guizza: schemi ancora in corso.

Ore 15.20 – Qui Guizza: lavoro tattico. Torna in gruppo Ilari, a parte Niccolini, assenti Petkovic, Dionisi, Favalli, Neto Pereira ed Altinier.

Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano.

Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Segna e fa segnare, diverte e fa divertire, in un Venezia da subito in versione schiacciasassi è il capitano Matteo Serafini l’«uomo copertina». Innanzitutto per i 6 gol realizzati nelle prime 5 partite, tutte vinte con conseguente vantaggio già salito a +4 sulle seconde, ora Calvi Noale e Campodarsego a conferma di una continua staffetta alle spalle degli arancioneroverdi, capaci di imprimere con largo anticipo un ritmo insostenibile per le concorrenti. «Alla lunga ci sarà il rischio di annoiarsi? Non credo proprio, noi facciamo la nostra corsa e a dirla tutta spero che questo Venezia di vittoria in vittoria risulti sempre più «antipatico» alle altre squadre – sorride il 37enne Serafini -. Non vogliamo lasciare niente al caso, né io voglio fermarmi. Facendo gli scongiuri sto bene fisicamente, le gambe vanno, la mente è libera e giocare con i compagni è uno spasso». Domenica nel 4-0 alla Luparense l’attaccante bresciano ha siglato la sua seconda doppietta, dopo quello nel 4-0 alla Sacilese. «Dedico questi primi gol a mia moglie Silvia, per il suo compleanno di pochi giorni fa e più in generale per il sostegno che mi dà ogni giorno. Quella di venire a Venezia per riportarlo in Lega Pro è stata un scelta di famiglia, sacrifici che sono felice di aver fatto anche perché i frutti stanno arrivando». Matteo Serafini al Penzo aveva segnato con le maglie di Catania e Pro Patria. «Col Catania di testa sotto la Sud in un 1-1 in serie B, con la Pro invece su rigore nel maggio scorso. Da avversario il Penzo ha sempre suscitato rispetto, anche un certo timore perché i tifosi fanno sentire il loro «fiato sul collo». Quella di riportare gente allo stadio, rendendo così necessaria la riapertura dei distinti è una sfida nella sfida. E se non si fosse capito tutti noi siamo qui per vincere». Ieri, contrariamente a quanto annunciato nei giorni scorsi, la società non ha ancora comunicato il dettaglio della campagna abbonamenti chiusa venerdì scorso oltre quota 700. COPPA ITALIA – Domani per il turno preliminare di Coppa Italia il Venezia sarà impegnato in casa del Villafranca Veronese (ore 15, arbitro Copat di Pordenone). Prevedibile un ampio turnover da parte di mister Paolo Favaretto, con i titolari a riposo in vista della trasferta di domenica a Montebelluna (ore 15).

Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Primo a punteggio pieno dopo cinque giornate, unico in serie D ad avere un simile ruolino di marcia, migliore persino di quello del Parma (4 vittorie un pari). E’ solo l’inizio della stagione, ma il Venezia colleziona già record. La vittoria sulla Luparense per 4-0 porta a ben 15 i gol segnati nelle prime cinque giornate (appena due quelli subiti), con Serafini capocannoniere a quota 6 reti. In attesa di conoscere l’esatto numero degli abbonati (il dato sarà comunicato oggi), il punto di partenza sono i 1.118 presenti sugli spalti domenica al Penzo di cui circa 700 con tessera stagionale. Un seguito che per ora non si discosta dalle medie dello scorso anno in Lega Pro ma che la società intende far crescere, magari con l’aiuto della proprietà Usa pronta a sbarcare in laguna. Joe Tacopina è ancora a New York ma entro la prossima settimana rientrerà in Italia, in tempo per assistere l’11 ottobre alla prossima partita casalinga, contro la Liventina. «Confidiamo di avere la proprietà sugli spalti per quella data», conferma il ds Giorgio Perinetti, pur glissando sul coinvolgimento dell’ex presidente del Bologna, non essendo ancora stato ufficializzato. Ma il senso è chiaro: «La squadra sta andando bene, grazie a un gruppo composto non solo da buoni giocatori, ma prima di tutto da brave persone. Tutti si sono calati nella categoria, stanno lavorando bene insieme, creando le basi per fare bene, al di là dei risultati di queste prime giornate di cui siamo molto contenti. Ora si tratta di dare ulteriore entusiasmo ai giocatori stessi e a tutto l’ambiente con la presentazione della proprietà». E’ questo il tassello mancante, dopo i mesi di rodaggio e preparazione della stagione partendo da zero come società e squadra. «Capisco che i tifosi siano ancora diffidenti, pensando alle precedenti esperienze negative. Ma sono sicuro – garantisce Perinetti – che non appena la proprietà si sarà presentata e avrà illustrato il proprio progetto, riuscirà a convincerli della bontà e della serietà del progetto stesso. Anche perché gli americani – aggiunge il ds – d’ora in poi saranno presenti e seguiranno da vicino squadra e dirigenza». Intanto anche il Calvi Noale si gode il momento: dopo cinque giornate la matricola ha collezionato tre vittorie (l’ultima domenica in trasferta con la Sacilese, 2-1) e due pareggi ed è secondo in classifica, insieme all’altra «deb» Campodarsego.

Ore 13.50 – (La Nuova Venezia) L’erba del Penzo torna ad essere più verde. C’è poco da scherzare, ma vedere finalmente il prato dello stadio di un colore diverso dal marrone a tonalità quasi mimetiche, l’altro ieri non è parso quasi vero. L’esilio forzato a San Donà per i primi due turni casalinghi di campionato è servito anche a questo. Al termine della partita i commenti di giocatori, allenatore e dirigenti sono stati positivi: «Il campo non è ancora in condizioni ottimali» osserva il direttore generale Dante Scibilia, «ma quest’erba è buona. Il fondo del terreno di gioco non è dei migliori, e di miracoli non se ne possono fare, però siamo sulla strada giusta». Nella sfida con la Luparense quando i giocatori calciavano il pallone o entravano in scivolata, qualche sbuffo di terra ancora si è alzato, ma sarà solo questione di giorni. «Rispetto a come ho visto il prato del Penzo sei mesi fa, quando sono venuto con il Real Vicenza, siamo anni luce avanti», commenta Paolo Favaretto «il terreno è ancora leggermente molle, ma tra due settimane sarà perfetto. E non credo ci siano state particolari ripercussioni sulla partita». «Forse qualche zolla ogni tanto faceva uno scherzo, ma tutto sommato non ne abbiamo risentito» aggiunge il difensore Daniel Beccaro. «Si giocava tranquillamente» sottolinea ancora Paolo Carbonaro, autore del terzo gol «il vento delle ore precedenti ha asciugato il campo e sia nei passaggi che nelle conclusioni non abbiamo avuto brutte sorprese». Il bomber Serafini, che di reti ne ha segnate invece due, conferma: «Sole e vento hanno fatto il loro lavoro nelle ore precedenti la partita, e già così mi verrebbe da dire che il terreno è a posto…». Infine il pensiero di Gianni Fabiano, primo tra gli attaccante a segnare domenica: «Rullato e tagliato, il prato non ha creato problemi. Anche questo è un segnale positivo. Dalla situazione in cui si è partiti, il fatto di essere sulla buona strada si vede anche da queste cose». (s.b.) Notiziario. La squadra gioca domani (ore 15) a Villafranca per la Coppa Italia. Ampio turn-over previsto con un undici iniziale che dovrebbe proporre D’Alessandro in porta, Di Maio e Luciani esterni difensivi con Modolo e Busatto centrali, a centrocampo Soligo al posto di Calzi con Callegaro e Malagò mezzali, in attacco Maccan punta centrale con Barreto e Innocenti a giostrare dietro o al fianco dell’ex Pordenone.

Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Quando i gol arrivano dalla panchina o, comunque, da chi non ha la certezza di essere titolare, significa che forse l’anno è quello buono. Scaramanzia a parte, il Bassano sembra aver imboccato la corsia di sorpasso. Viaggiando a velocità sostenutissima verso quella serie B perduta all’ultimo tuffo a giugno. Il 2-0 a Bolzano contro il Sudtirol lascia la concorrenza al palo: zero sconfitte e tanti applausi sono un biglietto da visita che parla da sé e i gol di Barison e Misuraca sono la conferma che il lavoro compiuto dal dg Werner Seeber è stato ancora una volta eccellente. «La mia rete — sottolinea Alberto Barison — è arrivata da uno schema che avevamo provato più volte. E’ il mio primo gol fra i professionisti e mi ha dato una gioia incredibile. Tengo a ringraziare tutti i miei compagni, perché se è arrivato un successo di queste proporzioni il merito è di tutti. Abbiamo giocato uniti e compatti, cercando di dare il massimo sapendo di affrontare una squadra molto forte. Dedico la rete a mio padre Alessandro, che ha festeggiato il compleanno la scorsa settimana». Gianvito Misuraca è stato il «colpo» arrivato fuori tempo massimo, quasi fosse una seconda scelta dopo che a Milano si era arrivati alle firme con Luis Alfageme lo scorso 31 agosto. Fatto sta che l’ex centrocampista offensivo del Vicenza ha già lasciato il segno a Bassano. «Questo gol mi rende felicissimo — sorride Misuraca — Pietribiasi è stato molto bravo a ripartire e servirmi, era già la seconda volta, in pochi minuti, che provava a innescare il mio movimento in profondità. Abbiamo giocato un’ottima partita, abbiamo sofferto nella ripresa ma tutto sommato abbiamo fatto noi la gara. Ci ha fatto molto piacere aver visto tanti nostri tifosi in trasferta che ci hanno incitato durante la gara, è il segnale che stiamo percorrendo la strada giusta». Sabato arriva il Cuneo: altri tre punti, se il Bassano giocherà come sa fare, sono alla portata con tutto quel che ne consegue.

Ore 12.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Archiviato con non pochi rimpianti il 2-2 con il Pescara, il Vicenza ha ripreso ieri gli allenamenti al centro tecnico di Isola Vicentina. Pasquale Marino, come gli accade spesso nelle ultime settimane, ha fatto la conta degli assenti e il quadro resta molto pesante e, se possibile, ad Avellino sarà ancora più complicato mettere in campo un undici giocatori fuori ruolo. Molto difficile è la situazione in difesa dove, oltre alle assenze dei vari Gentili, Manfredini, Mantovani e Brighenti, c’è da annotare anche la sicura squalifica di Laverone che rischia dalle due alle tre giornate a causa della gomitata inflitta al pescarese Torreira, e la non buona condizione di Rinaudo che è in dubbio anche per la trasferta di sabato prossimo ad Avellino. Stando così le cose, il tecnico del Vicenza dovrà letteralmente inventarsi il reparto arretrato, considerato che i difensori a disposizione sono solo tre, Sampirisi, El Hasni e d’Elia con il jolly Pinato che potrebbe essere adattato a destra per assoluta necessità. E il quadro non è più incoraggiante se si vanno a considerare i tempi di recupero; difficile fare previsioni per Brighenti che sta lentamente recuperando dopo l’operazione al pancreas, così come per Manfredini che da maggio ad oggi, nonostante si sia parlato in diverse occasioni di qualche miglioramento, è di fatto nelle condizioni di maggio quando l’ex atalantino fu bloccato dal dolore al tendine non potendo partecipare ai playoff. E potrebbe servire un mese a Gentili per tornare a disposizione, visto che ieri per la prima volta il centrale toscano ha inanellato una serie di giri di campo di corsa. Il rientro più veloce sarà quello di Mantovani che, dopo l’infortunio patito a Lanciano, salterà anche la partita di Avellino ma dovrebbe essere a disposizione per la sfida seguente contro il Crotone al Menti. A centrocampo dovrebbe tornare indisponibile Vita almeno per la gara di sabato in Irpinia, mentre ci sono problemi anche per Urso, colpito al volto sabato nel match contro il Pescara e ieri tornato in ospedale per ulteriori controlli. Vicini al rientro sono invece Pazienza, Sbrissa e Gagliardini che potrebbero essere a disposizione per Avellino, in un centrocampo che al momento ha solo Cinelli e Modic in buone condizioni. In attacco, dove brilla l’attaccante montenegrino Raicevic, non desta preoccupazione la condizione di Pozzi che però adesso dovrà faticare non poco per togliere la maglia da titolare all’ex attaccante della Lucchese, già autore di due gol entrambi di pregevole fattura. Nei fatti l’attacco è l’unico reparto in cui mister Marino può scegliere, avendo a disposizione cinque giocatori (Giacomelli, Gatto, Galano, Pettinari e Raicevic) per tre maglie.

Ore 12.20 – (Gazzettino) Alla seconda gara da titolare è andato a segno. Un gol di pregevole fattura, capitalizzando da vero centravanti l’assist di Schenetti. Motivi per essere contenti ce ne sarebbero, ma Gianluca Litteri pensa prima di tutto alla sua nuova squadra, e il secondo pareggio consecutivo non lo soddisfa: «Volevamo vincere dopo lo 0-0 con il Renate. Abbiamo invece perso altri due punti, perché nel secondo tempo con la Pro Piacenza si poteva vincere. Una volta raggiunto l’1-1, infatti, ci sono state altre opportunità per ribaltare il risultato, ma non ci siamo riusciti. Ci spiace». Il Cittadella, questa volta, ha sbagliato l’approccio alla partita: cos’è successo nella prima mezz’ora? «A fine gara ero nervoso proprio per quello, una squadra che vuole puntare in alto non si può permettere di girare a vuoto per metà incontro. Eravamo molli in campo, palloni giocabili ne abbiamo visti transitare davvero pochi, non mi so spiegare il Cittadella del primo tempo, e non per niente il nostro allenatore, nell’intervallo, ha alzato la voce. Nella ripresa si è vista un’altra squadra, caparbia e convinta, ma non è bastato. C’è comunque da dire che la Pro Piacenza si è rivelata un’avversaria tosta, tignosa e scomoda da affrontare. Darà dispiaceri a più di una squadra di alta classifica». Lei sta crescendo di gara in gara, domenica ha timbrato il suo primo cartellino in maglia granata, dimostrando di essere un riferimento importante nell’area di rigore. «Sto cercando di far valere mie doti, un attaccante deve fare gol, ma io prima ancora mi metto a servizio della squadra. Alcune partite posso venire bene, altre meno, ma cercherò sempre di metterci tutto quello che posso dare, ogni volta». Il gol non è arrivato a caso. «Sono schemi che proviamo durante la settimana. I cross con l’attaccante che taglia sul primo palo: se metti la palla giusta sei sempre pericoloso nell’area avversaria, poi il gol arriva». Due dediche particolari per la marcatura: «A mia moglie Debora e a tutti i tifosi». Stanno faticando altre cosiddette “grandi” del girone, come l’Alessandria, c’è tutto il tempo per recuperare, ma per Litteri gli ultimi due pareggi di fila rappresentano altrettante occasioni perse. «I punti lasciati per strada non ritornano più, è questa la realtà delle cose. Ci sta il pareggio di domenica, con il Renato si doveva vincere, adesso saremmo a quota 7». L’ha ricordato Venturato e ribadito Marchetti: il Cittadella ha giocatori di qualità nella propria rosa, e prima o poi i valori saltano fuori. «Stiamo lavorando bene, c’è un allenatore bravo e capace: la squadra non è quella vista nel primo tempo con la Pro Piacenza, ma spetta a noi dimostrarlo con i fatti». Oggi la ripresa degli allenamenti e si comincerà a pensare si penserà al Pavia, una delle “big” del campionato.

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Parola d’ordine: aggressività. Quella che è del tutto mancata nel primo tempo della partita di domenica. Quella che permette di fare il salto di qualità in un campionato come la Lega Pro, in cui nessuno tira indietro la gamba. Quella che ti fa superare avversari “scorbutici” come la Pro Piacenza vista al Tombolato. Manuel Iori, capitano e leader di questo Cittadella dal grande potenziale in buona parte ancora inespresso, lo sa bene e non si nasconde: «L’atteggiamento mentale non era quello giusto. Dobbiamo ancora analizzare l’incontro, lo faremo domani (oggi, ndr) alla ripresa degli allenamenti, ma è chiaro che una squadra come la nostra, costruita per disputare un torneo di vertice, non può permettersi di regalare una mezz’ora buona all’avversario, com’è successo domenica», afferma il regista granata. Sembra quasi che la Pro Piacenza vi abbia colti di sorpresa con il suo pressing alto: vi aspettavate una tattica più attendista da parte degli uomini di Viali? «Non puoi mai sapere che gara vorrà fare l’avversario e devi anche saper leggere la partita in corso d’opera. Però è evidente che, da parte nostra, è stato sbagliato l’approccio. L’avevamo preparata bene, eppure in campo abbiamo lasciato troppo spazio fra le linee e, nel primo tempo, ci siamo trovati spesso a dover tamponare le falle che si creavano perché eravamo “lunghi”. In più, abbiamo sbagliato qualche appoggio di troppo in uscita dalla nostra area, e questo ha peggiorato la situazione. Tuttavia, occorre ripartire anche dalle cose positive fatte vedere». Ovvero? «Dalla capacità di riagguantare un incontro che si era messo male. In vantaggio di un gol, la Pro Piacenza era nella situazione ideale e non era per nulla scontato che riuscissimo a riprenderla. Nel secondo tempo, invece, abbiamo cambiato volto». Resta il fatto che adesso non si può più scherzare: sabato alle 17.30 sarete a Pavia, in casa dell’attuale vice-capolista. E poi ci sarà il derby… «A questo punto della stagione non possono essere considerate sfide decisive, ma di sicuro entrambe costituiscono un bel banco di prova. Io sono abituato a pensare ad una gara per volta: concentriamoci sul Pavia, una squadra completa in ogni reparto e con elementi che conoscono bene la categoria. Dovessi citare un solo giocatore da tenere d’occhio, direi Bellazzini, ma ce ne sarebbero tanti. Attenzione, però: se è un esame per le nostre ambizioni, lo è pure per le loro». E questo Padova? Se l’aspettava lassù? «Sì. In casa biancoscudata sono stati molto bravi a nascondersi, quest’estate. Hanno sempre mantenuto il profilo basso ma poi, se si va a vedere la rosa che è stata allestita, ci sono giocatori di categoria superiore come Corti, Fabiano, Diniz e Neto, inseriti nell’intelaiatura che tanto bene ha fatto l’anno scorso. Sono elementi di qualità, aggiunti ad una formazione che già aveva un suo gioco». Se non altro affronterete entrambe con un Litteri diverso: finalmente il centravanti catanese si è sbloccato. «Era naturale che all’inizio incontrasse un po’ di difficoltà, non giocando da alcuni mesi. Credo che migliorerà di partita in partita, come già sta facendo. E poi sappiamo tutti quanto trovare il gol aiuti gli attaccanti…». Recupero di mercoledì. Intanto, la Lega ha comunicato la data per il recupero del match della 2ª giornata tra Pro Patria e Cittadella, non disputato il 13 settembre: si giocherà mercoledì 14 ottobre, alle ore 15, allo stadio Carlo Speroni di Busto Arsizio.

Ore 11.30 – (Gazzettino) «Non avevo alcun dubbio sul suo rendimento e che si facesse trovare pronto». Adriano Zancopè promuove a pieni voti l’esordio in campionato di Favaro che ha dimostrato di essere all’altezza della situazione. Proprio lui, che ha un passato tra i pali in serie A e che cura quotidianamente la preparazione dei portieri, sa di avere a che fare con due ragazzi dal futuro promettente. «Pur essendo giovani, Petkovic e Favaro sono ragazzi molto motivati e affrontano gli impegni con grande maturità. La società ha voluto investire in questo ruolo prendendoli e crediamo che abbiano prospettive importanti, altrimenti non avremo fatto questo tipo di scelta. Entrambi devono ancora crescere, però possiedono delle qualità morali che nel calcio moderno sono determinanti». Avete stabilito delle gerarchie tra loro o si giocano il posto a ogni partita? «In una squadra devi avere due titolari, poi in campo va chi è al cento per cento fisicamente e moralmente. Si sa che è un ruolo particolare nel quale c’è bisogno di avere continuità, mentre chi non gioca deve avere la consapevolezza che si cresce molto anche restando fuori. Noi dello staff comunque siamo sempre molto attenti a ciò che avviene durante la settimana e facciamo ogni volta delle valutazioni».

Ore 11.20 – (Gazzettino) Un debutto favorito anche dal forfait del collega Petkovic, sempre titolare nelle tre precedenti uscite. «Tra di noi c’è un rapporto bello, anche lui mi ha incoraggiato prima della partita come tutti i compagni e mi ha fatto piacere. Siamo un gruppo molto unito e ci carichiamo sempre tutti a vicenda». Sabato all’Euganeo è in programma la sfida con il Sud Tirol: conta di giocare? «Non lo so, io cerco di fare sempre il massimo in allenamento e poi si vedrà. Ma accetto senza problemi qualunque sarà la decisione del tecnico. Ci aspetta un’altra partita dura con una squadra d’alta classifica e la prepareremo al meglio». Non manca un flash sul pareggio in terra bresciana. «È stato un ottimo risultato con una formazione forte, anche se naturalmente preferivamo portare a casa la vittoria dato che eravamo in vantaggio». QUI TIFOSI. Dirigenti, staff tecnico e una delegazione di giocatori saranno stasera alle 19 al Pedrocchi per salutare i tifosi all’inaugurazione del club “Padova nel cuore”. IN TV. Il biancoscudato Petrilli sarà ospite a Sportlandia (ore 19.15, canale 15 Serenissima Tv)

Ore 11.10 – (Gazzettino) «I compagni e lo staff tecnico mi hanno incoraggiato prima di entrare in campo. Sono soddisfatto della mia prestazione: peccato per il gol, era una situazione davvero difficile ed è stato bravo l’avversario». Nonostante i suoi vent’anni, l’emozione è scivolata via al fischio d’inizio. «Quando comincia la partita non pensi più a niente, se non a fare quello che sei abituato a fare. Tutte le partite vanno affrontate con la stessa determinazione, questo però è stato l’esordio nel campionato di Lega Pro ed è stato un po’ diverso, avevo uno stimolo in più. La parata più complicata? Quella su Maracchi, sono andato avanti per chiudere il più possibile lo specchio della porta ed è andata bene». L’altro ieri ha rotto il ghiaccio, e le auguriamo che sia stata la prima partita di una lunga serie dato che è giovanissimo. «Speriamo, quando arrivi a fare certe partite il sogno è di non fermarsi mai, di arrivare sempre più in alto e di continuare a migliorarsi». L’anno scorso è stato eletto miglior portiere della serie D, quest’anno magari diventa il migliore in Lega Pro. Favaro ride e replica: «Io cerco di fare il massimo in tutte le situazioni che devo affrontare».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Era stato titolare nella sfida di Coppa Italia a Mantova, mai in campionato prima della trasferta con il Feralpi Salò. E proprio in riva al Garda è arrivato il debutto più importante nei professionisti per Alessandro Favaro, che ai tempi dell’Udinese era andato sei volte in panchina in serie A (anche tre convocazioni in tribuna in Europa League), senza mai però essere protagonista tra i pali. Ora il sogno è diventato realtà sotto lo sguardo di papà Daniele e mamma Lucia, in tribuna al “Turina”. «Sono molto contento – esordisce Favaro – C’erano anche i miei genitori che vengono a vedere sempre tutte le partite, erano felici anche loro e siamo rientrati a casa insieme. La nottata? Tutto bene, ho dormito tranquillamente. Ho ricevuto molti messaggi da amici, ex compagni di squadra ed ex allenatori che mi hanno fatto i complimenti». Quando ha saputo che sarebbe toccato a lei? «Domenica nella riunione tecnica dopo pranzo, con l’allenatore che ha dato la formazione. Quando ho sentito il mio nome, mi sono detto che era arrivato il mio momento e che dovevo cercare di dare il massimo».

Ore 10.40 – Biancoscudati in campo alla Guizza per l’allenamento mattutino.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Tra poco tornerà anche Ilari, il che significa che a giocarvi il posto, a conti fatti, siete gli stessi della Serie D. Non le fa un effetto strano? «E ciò significa solo che, come ho sempre saputo, quella squadra era davvero almeno tre scalini sopra le altre. L’ha detto anche il campionato: abbiamo chiuso con 15 lunghezze di vantaggio sulla seconda, eravamo troppo superiori e l’abbiamo dimostrato». A Salò, intanto, è arrivato l’ottavo punto stagionale. Siete soddisfatti del ruolino di marcia? «I punti dobbiamo farli in casa, e finora ci siamo riusciti. Se riuscissimo a ripeterci ogni tanto anche in trasferta, meglio: l’importante, come siamo stati bravi a fare a Reggio Emilia e a Salò, è non perdere. Stiamo andando benissimo, 8 punti non saranno come le nove giornate a punteggio pieno dell’anno scorso, ma in un campionato così difficile rappresentano un ottimo passo». Adesso troverete Sudtirol e Cittadella: due pareggi potrebbero bastare? «Sono due partite molto importanti, ma non firmerei per due punti: voglio vincere la prossima in casa con l’Alto Adige, e poi andare a Cittadella a giocarmela. Dai granata mi aspettavo qualcosa in più in questo inizio di stagione, non vedo l’ora che arrivi il derby». La squadra. Oggi ripresa degli allenamenti: doppia seduta alla Guizza, aspettando Ilari, che dovrebbe finalmente tornare ad allenarsi con i compagni.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Immaginiamo l’emozione nel rivedere il tabellone luminoso alzarsi con il suo numero di maglia… «Era da tanto tempo che lo sognavo, mentalmente era ormai da settimane che mi concentravo in attesa di questo momento. Alla fine penso di averlo sfruttato nel miglior modo possibile, anche se non è arrivato il gol. Spero che giunga anche quello il prima possibile». Cosa le ha detto Parlato? «Niente di particolare: mi ha dato indicazioni su ciò che avrei dovuto fare, mi ha chiesto di stare attento alla fase difensiva, visto che la Feralpi spingeva parecchio, ma di cercare comunque di scardinare la difesa come so fare». Com’è stata, allora, la sua prima apparizione dopo il lungo infortunio? «Sono entrato nel modo giusto, concentrato, e avrei avuto anche la possibilità di segnare se quel destro da fuori area fosse riuscito un po’ meglio. Anche fisicamente è andata bene: non ho avuto problemi di fiato né muscolari, il mio procuratore, che ha visto la gara su internet, mi ha detto di avermi visto davvero bene. E mi ha fatto molto piacere». Adesso torna a giocarsi una maglia da titolare. E non sarà facile scalzare i titolari. «La concorrenza c’è in qualunque squadra, se non altro quest’anno non esiste più la regola dei giovani. Me la gioco come ho sempre fatto, sto al mio posto e cerco di impegnarmi per guadagnare quello che merito».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) L’ultima volta l’avevamo visto in campo sei mesi fa: nei minuti finali di un Padova-Arzignano terminato 0-0 all’Euganeo, ultima “frenata” stagionale di una squadra che, da lì in avanti, avrebbe navigato a vele spiegate macinando punti contro qualunque avversario prima di festeggiare la promozione in Lega Pro, Parlato aveva gettato nella mischia Sebatiano Aperi, alla ricerca di quel gol che ben sette volte era riuscito a trovare, spesso e volentieri proprio subentrando dalla panchina. Domenica scorsa, a distanza di 200 giorni da quell’8 marzo, l’attaccante catanese è tornato ad indossare la maglia biancoscudata in campionato, subentrando a Bearzotti al 17’ della ripresa. Una vera liberazione, dopo l’infortunio al legamento del ginocchio patito ad inizio aprile, l’intervento chirurgico e un’estate trascorsa tra ambulatori, palestra e riabilitazione. «Una bellissima soddisfazione», sorride Aperi il giorno dopo il suo rientro nel clima agonistico. «Dopo il grave infortunio che ho subìto, tornare a giocare una gara ufficiale è stata una grandissima gioia, sotto tutti i punti di vista».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) C’è da dire, poi, che gli highlights delle azioni più significative sono spesso incompleti. Sempre in riferimento alla partita andata in scena domenica allo stadio “Lino Turina” della città gardesana, non era stata proposta nella sintesi fornita dalla stessa Sportube l’azione che ha portato all’annullamento, nella ripresa, del gol di Romero per un fallo su Dionisi. Anche la spinta di Leonarduzzi su Altinier in area nel primo tempo, passibile di un rigore, non era visibile. Tutte le partite di Lega Pro vengono trasmesse in streaming e bisogna sperare che i collegamenti telefonici siano sempre efficienti. Una variabile che – sottolineano a Firenze – non può essere imputabile a Sportube. «Chi vuole andare allo stadio ci andrà, non è la diretta tv a dissuaderlo», aveva annunciato pomposamente un anno fa l’ex presidente Mario Macalli. Ora, agli sgoccioli della gestione commissariale di Tommaso Miele, magistrato della Corte dei Conti, il cui mandato scadrà a fine ottobre, si impone, invece, un’approfondita verifica. E sullo sfondo si fa strada l’ipotesi, già accennata un mese fa, di una pay-tv anche per la Lega Pro. Insomma, partite non più gratis ma a pagamento, per garantire alle società un po’ di soldi in più.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Gratis è bello, ma non sempre è così. Perché la copertura televisiva (gratuita, appunto) delle partite di Lega Pro, assicurata da Sportube via internet, ultimamente ha lasciato a desiderare e le proteste, anche dei tifosi biancoscudati e di quelli del Cittadella, non sono mancate. Ieri, sul blog di Martina Moscato (Telenuovo), Fausto ha scritto: «Il servizio che Sportube dà è indecoroso. Questi non vanno bene neppure per riprendere le partite parrocchiali, è un’autentica vergogna, senza contare il fatto che per vedere in modo decente sei legato ai capricci della tua linea Adsl, che sappiamo bene qui in Italia viaggia a… pedali». Non c’è che dire, ha reso bene l’idea. Girata a Firenze, direttamente al direttore generale della Lega Pro, Renato Cipollini, la denuncia non è stata presa alla leggera e liquidata con un’alzata di spalle, ma ha trovato un interlocutore molto attento: «Ho un appuntamento a breve con quelli di Sportube e verificherò», la risposta del d.g. «Invito chiunque abbia riscontrato dei problemi a inviarmi una mail per segnalarmi le eventuali disfunzioni nel servizio, con la data e l’ora della partita in questione. Sono stupito, però, perché, a parte alcuni problemi tecnici emersi nel corso delle dirette della seconda giornata di campionato, non ci sono state comunicate altre situazioni critiche». Eppure, anche ieri alla nostra redazione sono arrivate telefonate di appassionati che, attraverso il loro computer, non sono ad esempio riusciti a seguire il primo tempo di Feralpi Salò-Padova: il collegamento saltava in continuazione.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Tutti al Pedrocchi stasera. Alle 19, nella sala Rossini dello storico Caffè, verrà inaugurato il nuovo Club di tifosi biancoscudati “Padova Nel Cuore”, che ha già al suo attivo circa 100 tesserati. Ospite d’onore una folta delegazione della società, dal presidente Giuseppe Bergamin all’a.d. e al vice-presidente Roberto ed Edoardo Bonetto, dal d.s. Fabrizio De Poli a mister Carmine Parlato, oltre ai giocatori Cunico, Diniz, Favalli, Corti, Giandonato e Anastasio.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Oggi alle 19, intanto, verrà inaugurato al Caffè Pedrocchi il nuovo club «Padova nel Cuore»: ospiti il presidente Giuseppe Bergamin, l’ad Roberto Bonetto, il vicepresidente Edoardo Bonetto, il ds Fabrizio De Poli e poi Carmine Parlato, Diniz, Favalli, Corti, Giandonato, Anastasio e Cunico. Il Cittadella, invece, di punti in classifica ne ha 5 ma con una partita da recuperare contro la Pro Patria (si giocherà mercoledì 14 ottobre alle 15) che, almeno in queste prime settimane, sembra essere la squadra più in difficoltà dell’intero girone. Stefano Marchetti non ha digerito la prestazione domenicale dei suoi: «La partita ha avuto un approccio sbagliato da parte di diversi giocatori — tuona il dg — non bastano le qualità dei singoli, bisogna giocare come squadra e mettere in campo fisicità e carattere anche in mezzo alle difficoltà. La copertura della Tribuna Est è un vanto per la comunità e per la società, speriamo che questo possa portare più tifosi ma sappiamo anche che l’afflusso dipende da noi è da ciò che siamo in campo». Sabato alle 17.30 trasferta verità a Pavia. Se si vuole competere ai massimi livelli ci vuole un risultato di prestigio.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Tornando al Padova, i biancoscudati viaggiano con 8 punti in quattro partite, perfetta media inglese e terzo posto in tasca. I titolari vanno a mille, il dubbio semmai è quando e se qualcuno si dovesse infortunare, soprattutto a centrocampo e in difesa. Per ora il sistema tiene, la squadra gioca bene e subisce pochissimi gol (appena due in quattro incontri) e riceve nuove certezze anche quando il portiere titolare (Petkovic) non è al meglio e al suo posto primeggia tra i pali il suo vice Favaro. Insomma, a parte gli acciacchi congeniti del numero uno biancoscudato, che preoccupano ben più della sua affidabilità, il miglior portiere della passata serie D lascia dormire sonni tranquilli a Carmine Parlato: «E’ stato un buon esordio — sorride l’estremo difensore biancoscudato — e sono contento di come è andata, io cerco sempre di migliorare. Peccato per il gol, senza quella disattenzione potevamo portare a casa i tre punti». Sabato alle 15 c’è il Sudtirol all’Euganeo e la speranza è quella di recuperare Marco Ilari, il cui infortunio lo ha messo ko per più tempo del previsto, e Neto Pereira.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) E’ stata una domenica da emozioni forti. Anzi, da emozioni fortissime, che si mescolano e s’intrecciano in un mix forse irripetibile. A Salò Michele Serena ritrova il suo passato e riceve ancora una volta applausi in serie; sul campo il Padova va in vantaggio e sfiora la vittoria, viene raggiunto e si prende un punto importante sul campo del Feralpi, sicura rivale in chiave playoff. Un punto che fa morale ma che non basta per mantenere la testa della classifica (guida il Bassano a 10 e insegue il Pavia a 9). A Cittadella si inaugura la copertura della Tribuna Est, un giustificato vanto per la società di un piccolo centro che continua a competere con piazze ben più grandi e ricche di storie. Poi, però, sul campo, i granata si inceppano e rischiano il ko contro il Pro Piacenza, strappano il pari con Litteri ma incassano i rimproveri nel dopogara dell’allenatore Roberto Venturato e del dg Stefano Marchetti.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (quinta giornata, sabato 3 ottobre): Bassano-Cuneo, Padova-SudTirol e Pro Patria-Pordenone ore 15.00, Alessandria-Albinoleffe, Pavia-Cittadella e Renate-Lumezzane ore 17.30, Cremonese-FeralpiSalò, Giana Erminio-Pro Piacenza e Mantova-Reggiana ore 20.30.

Ore 08.28 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Bassano 10, Pavia 9, Padova e Giana Erminio 8, FeralpiSalò 7, Cremonese, Reggiana e SudTirol 6, Cittadella e Pordenone 5, Alessandria e Mantova 4, AlbinoLeffe, Cuneo, Lumezzane, Pro Piacenza e Renate 3, Pro Patria 0.

Ore 08.26 – Lega Pro girone A, i risultati della quarta giornata: AlbinoLeffe-Pro Patria 2-1 (Brega (Al) al 19′ pt, Filomeno (Pp) al 31′ st, Soncin (Al) su rigore al 45′ st) giocata sabato, Cuneo-Pavia 2-3 (Conrotto (Cn) al 21′ pt, Cesarini (Pv) su rigore al 10′ st, Cavalli (Cn) su rigore al 34′ st, Ferretti (Pv) al 43′ st, Cesarini (Pv) al 45′ st), Cittadella-Pro Piacenza 1-1 (Cristofoli (Pp) al 6′ pt, Litteri (Ci) al 5′ st), Cremonese-Mantova 3-3 (Brighenti (Cr) al 11′ pt, Maiorino (Cr) al 43′ pt, Anastasi (Mn) al 4′ st, Carini (Mn) al 6′ st, Ruopolo (Mn) al 41′ st, Forte (Cr) al 45′ st), Lumezzane-Alessandria 2-0 (Belotti (Lu) al 15′ pt, Russini (Lu) al 5′ st), Pordenone-Renate 0-0, SudTirol-Bassano Virtus 0-2 (Barison (Ba) al 22′ pt, Misuraca (Ba) al 19′ st). Reggiana-Giana Erminio stasera ore 20.30.

Ore 08.24 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.22 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 28 settembre: secondo giorno di riposo per i Biancoscudati.




Commenti

commenti

About Gabriele Fusar Poli


WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com