Caso-Amirante, Bergamin: “Su De Poli prenderemo decisione condivisa. E non voglio che Bonetto si dimetta”

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Nel primo pomeriggio odierno il presidente biancoscudato Giuseppe Bergamin ha concesso alla nostra redazione ed ai colleghi di “Mattino” e “Gazzettino” una lunga intervista presso gli uffici della “Sunglass” di Villafranca Padovana, azienda di cui è il proprietario e dove ci eravamo recati per seguire in prima persona e da vicino gli sviluppi dell’ormai celebre “caso-Amirante”. Una lunga chiacchierata di oltre mezz’ora, in cui il patron del Calcio Padova ha parlato di quanto successo a Pavia sabato sera e degli sviluppi attesi nella giornata di domani, quando si riunirà l’assemblea dei soci. Vi riportiamo il testo integrale dell’intervista:

SUMMIT CON BONETTO – “Era da chiarire esattamente quale era la dinamica di quanto successo per capire le conseguenze. Noi dobbiamo in qualche modo difendere l’immagine del Calcio Padova, che sembra al momento un po’ offuscata alla luce di quanto si è detto e scritto in questi giorni. Diamo valore a tutto ciò e prendiamo atto di questa situazione, ma troviamo anche delle soluzioni che siano positive e che diano soprattutto corso ad una continuità di società rispettando anche tutte le persone coinvolte. Io credo di essere la figura che deve dare qualche garanzia in questo momento e non è necessario in questa fase che manifesti quello che ci siamo detti tra me e Bonetto. Quello che voglio che sia evidenziato è che abbiamo lavorato in questo più di un anno in condivisione delle scelte e delle politiche societarie e che non è ora che ragioniamo in maniera diversa. Non è vero che siamo in contrasto o in rapporti di difficile comunicazione, perché le scelte tecniche come diesse e allenatore sono state condivise”.

LO SFOGO DI BONETTO – “Ognuno può esprimere delle opinioni. E’ palese che Roberto ha fatto delle dichiarazioni che sotto certi aspetti possono essere anche comprensibili. Il fatto che lui si sia preso la responsabilità di quello che dice va bene. La condivisione sulle posizioni? E’ chiaro che è soggettiva”.

L’ASSEMBLEA DEI SOCI DI DOMANI – “Immagino come soluzione positiva quella di un confronto allargato a chi il Calcio Padova lo sostiene da un punto di vista reale. Non è che una cosa si decida a maggioranza o a maggioranza, perchè sia fatta bene va condivisa da tutti. Quanto è successo sabato è eclatante e magari lo è meno di quanto possa sembrare ma va affrontato nella maniera giusta, facendo ognuno le riflessioni che vanno fatte e prendendo ognuno le proprie responsabilità. Questa situazione ci crea un po’ di imbarazzo perché non ti aspetti che succedano fatti simili e quando accadono è valutare bene le cose. Non è una cosa di poco conto, ma è anche vero che non si può annullare il lavoro di intere persone. Credo che io, Bonetto e i soci ci si debba trovare domani per trovare una soluzione in funzione della continuità della società. Non partiremo dal presupposto che debba essere stravolta ogni cosa, credo sia giusto trovare la risposta che dia significato alle posizioni prese ma che non crei quella situazione di rottura che potrebbe provocare qualcosa di negativo nel prosieguo della stagione. Credo che domani con il senso di responsabilità che ognuno di noi ha si possa trovare la soluzione migliore per uscire da questa situazione. Parlare di altro è superfluo, ipotizzare altro è anche sbagliato. Spero che prevalga il buon senso ed auspico che ci sia il massimo appoggio di tutti per continuare la nostra politica societaria e per dimostrare che nulla è perduto. Serve uno spirito di massima collaborazione tra tutti perchè questa cosa non deve pregiudicare la continuità di questa società”.

DE POLI – “C’è concretamente il rischio che sia mandato via? Se è una cosa che tutti reputano la cosa più corretta può essere, ma non voglio anticipare nulla. Bonetto ha espresso la sua posizione, la mia non va in contrasto con la sua ma probabilmente non è la stessa. E’ una scelta che, per il buon senso che penso di avere, devo valutare bene prendendomi anche la responsabilità di quello che penso”.

IL “CASO-AMIRANTE” – “Anche io sapevo questa cosa della lista, dico che siccome di questa cosa ero a conoscenza anche io, se ero lucido, presente e tutto potevo intervenire. Non do per scontato che sia per forza colpa di una sola persona. Sicuramente qualcuno doveva fare, ma se guardo me stesso anche io sapevo che non era tra i 24. Magari anche io dovevo verificare se questa comunicazione era stata fatta. E’ normale che in un azienda se io delego chi è delegato debba fare.
E’ in discussione anche la posizione del segretario? E’ il direttore che deve controllare quello che fa il segretario e io avrei dovuto controllare che il direttore. Non penso ci sia malafede da nessuna parte, come a Pagliani è venuto in mente di salvare il salvabile, se a qualcuno viene in mente prima si può risolvere meglio.
Passi indietro di Bonetto? Noi non possiamo chiedere le dimissioni a chi non vuol darle, possiamo accettare le dimissioni a chi le da. Io non voglio che Bonetto si dimetta, se è questa la domanda.
Perché questa lista non è stata mai comunicata? Non c’era motivo per non darla, perché sapere i 24 della lista non è un segreto. Normalmente non viene data al pubblico perché le altre società non sappiano come sia fatta la lista, ma non la vedo come una cosa segreta.
Amirante? Ha un contratto normale, lui ha detto che non è in condizione e ci siamo messi d’accordo che finchè non era a disposizione, le condizioni erano diverse. E’ sempre un discorso di buon senso.
Come andrà a finire? Non ci sono strappi a livello societari, la notte porta consiglio e vediamo. Noi due, Poliero, Salot e deve uscire una decisione unanime. Una buona scelta si fa insieme, altrimenti non funzionerebbe”.




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