Venezia, Perinetti: “L’alternanza col Campodarsego non ci preoccupa né spaventa…”

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Nemmeno il tempo di sorridere per la vittoria salva primato sul Monfalcone, l’unica strappata a 90. minuto già scoccato, ed ecco che il Venezia a Verona è tornato nuovamente a pagare dazio a tempo quasi scaduto. L’1-0 pescato dalla Virtus Vecomp al primo minuto di recupero ha fatto riemergere i vecchi difetti, quelli dei 2-2 di Abano e Tamai incassati rispettivamente al 90′ e al 94′, per non parlare del ko al Penzo con l’Este con un 1-2 maturato al 92’e 93′. «È la quarta volta che veniamo punti in «Zona Cesarini» e dovremmo aver imparato sulla nostra pelle che la nostra soglia di attenzione dev’essere sempre al top – inizia dall’autocritica l’analisi del ds Giorgio Perinetti -. Quella di domenica a Verona è stata una vera beffa, la delusione è inevitabile, la squadra negli spogliatoi era molto avvilita ma non ci possiamo permettere e non c’è motivo per demoralizzarsi. L’alternanza con i padovani (vicini al tesseramento dell’ex biancoscudato Zecchin, ndr) non ci preoccupa né spaventa». Anche se in classifica è di nuovo tutto da rifare visto che il Campodarsego si è ripreso la vetta con un punto di vantaggio sul team di Giancarlo Favarin. «Il Venezia è l’unica squadra che in questo campionato affronta per 38 volte il Campodarsego – azzarda il dirigente lagunare – nel senso che contro di noi tutti hanno motivazioni da «primi della classe». Obiettivamente c’è poco da rimproverare ai ragazzi, a Verona la prestazione è stata ottima anche se ci è mancato il necessario cinismo». Nel prossimo turno seconda trasferta di fila in casa della Luparense (ore 14.30): quanto sta pesando il fatto che le avversarie stiano studiando e prendendo le misure al modulo 4-2-3-1? «Più che prenderci le misure giocano in dieci davanti al loro portiere, tutto qui. Dobbiamo ritrovare sprint nell’uno contro sugli esterni d’attacco proprio per aprire l’altrui densità difensiva. Con la Vecomp peraltro ci è mancato Volpicelli per il mal di schiena. Nessun dramma, su le maniche e impariamo dagli errori che per raggiungere il nostro obiettivo la cattiveria non deve mancare mai».

(Fonte: Gazzettino, edizione di Venezia)




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