Live 24! Padova-FeralpiSalò, -4: assenti Petkovic, De Risio, Neto Pereira ed Altinier

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Ore 22.40 – (Il Piccolo) Ammutinamento non fa rima con fallimento. Domenica la Triestina giocherà regolarmente. L’attesissimo incontro di ieri sera nel quartier generale alabardato del Rocco tra il curatore Vernì da una parte e la squadra e lo staff dall’altra pare aver inoculato nel gruppo una buona dose di benzina. Non di soldi, per il momento, ma di fiducia sì. I giocatori e i tecnici si sono sentiti dire che la pazienza, in questa fase, purtroppo è d’obbligo. Ma per le “paghe”, almeno parte di esse, potrebbero volerci meno dei famosi 45 giorni “minimi” attesi per il compimento pieno delle procedure d’asta. Questo perché, oltre alle cosiddette provviste finanziarie di deposito di cui si stanno studiando in queste ore le applicazioni concrete (si legga più sopra, ndr), anche ai fini di un rimpolpamento della rosa per l’obiettivo-salvezza, ora si confida che allo stadio fin da domenica prossima possano accorrere un po’ più di spettatori-paganti, se è vero che lo “sciopero” della tifoseria organizzata era dovuto anzitutto ai veleni coltivati nei confronti di Pontrelli. La svolta giudiziaria dello scorso lunedì, culminata nella dichiarazione di fallimento della società, potrebbe insomma risvegliare paradossalmente qualche entusiasmo. «È quanto ci auguriamo», ammette Elio Roncelli, attuale allenatore dei portieri e per un periodo pure tecnico-capo della squadra prima dell’insediamento del mister ora in carica Paolo Doardo. «Lo speriamo per il bene della città e della Triestina, non per noi stessi – aggiunge Roncelli – così come è vero che noi finora abbiamo sempre giocato per la Triestina e non per il presidente contestato (Pontrelli, ndr). Il bene della Triestina viene prima, con noi o senza di noi. I ragazzi non hanno mai pensato di non andare in campo. Sono ragazzi seri, questi. Qualunque altro gruppo, in una situazione simile, avrebbe mollato da tempo. Ma questo gruppo no. E tanto meno non lo farà ora». «Finalmente abbiamo un interlocutore – aggiunge Roncelli – e il clima dell’incontro con lui (Vernì, ndr) è stato positivo, sereno. Ci ha chiesto pazienza e impegno. Non ci saranno problemi, crediamo di aver dimostrato di saper dare anche in tempi peggiori». «È stata una riunione costruttiva, e mi fa piacere che i miei segnali siano stati interpretati in modo positivo», chiude in tarda serata lo stesso Vernì.

Ore 22.30 – (Il Piccolo) Il piccolo grande “assalto” alla carcassa della Triestina ha palesato finora un pugno di pretententi. «Si contanto sulle dita di una mano», la battuta del curatore Vernì. Un pugno pieno, una mano piena: proprio cinque sarebbero i soggetti che si sono fatti avanti nelle prime 48 ore successive alla dichiarazione di fallimento e che nei prossimi giorni saranno chiamati a mettere sul tavolo il “chip” per poter iniziare a giocare consentendo così all’Alabarda di avere un po’ di soldi in attesa che ne resti uno solo. Il quale poi, presumibilmente, inizierà l’avventura da patron saldando i competitor sconfitti nella misura in cui le provviste saranno state erose. Ma chi sono i cinque aspiranti successori dei vari Pontrelli, Mehmeti & Co. (augurandosi che il risultato finale si scopra diverso)? Oltre a Milanese, che ha dietro il cugino d’Australia Mario Biasin, e a Vasco Vascotto, che ha agganciato lo sponsor del basket Alma, torna a farsi sotto l’avvocato Federico Pastor, “advisor” del Gruppo Todaro. C’è poi l’incognita Corvezzo che presuppone il rientro in gioco di Silvano Favarato. E il quinto? «Ci sono anche soggetti nuovi», non si sbottona Vernì ma questo pare escludere le società-schermo della famiglia Di Piero come pure il marchio Zanmarchi.

Ore 22.20 – (Il Piccolo) Tra il dire (di volere la Triestina) e il fare (giocarsela fino in fondo, con soldi reali, per prenderla) stavolta c’è di mezzo quello che nel poker chiamano “buy in”. Quello che, restando seri, le norme configurano come una “specie” di provvista finanziaria, di pre-cauzione che chi oltre a dire vuole anche fare è chiamato a depositare fin d’ora in vista della gara. Al tavolo-capezzale dell’Unione arriva dunque l’ora – e lo fa bruciando le tappe – della scrematura. Ovvero della prima chiamata a non metterci solo la faccia, ma subito anche un po’ di “grana”. Già da ieri infatti – all’indomani della dichiarazione di fallimento decretata dal Tribunale civile per stato di insolvenza in accoglimento della richiesta di venerdì scorso da parte della Procura – sulla scrivania del curatore fallimentare Giuseppe Alessio Vernì sono scattate le “grandi manovre” per assicurare la sopravvivenza della società, che lo stesso Tribunale ha “messo” in esercizio provvisorio fino alla fine del campionato in modo da lasciare aperta la possibilità che qualcuno la faccia rinascere dalle ceneri aggiudicandosi l’annunciata asta giudiziaria low-cost. E son “grandi manovre” per davvero: per chiudere tale asta ci vorrà effettivamente almeno un mese e mezzo, quindi come minimo sette, otto partite di campionato dato che c’è pure un paio di turni infrasettimanali. Un’era geologica per un club di fatto dalle casse vuote, e senza soprattutto lo straccio d’un patrimonio da liquidare. Ecco allora prendere corpo la strategia della pre-cauzione, che oltre ad avere i connotati formali dell’autocertificazione a fare sul serio da parte di chi in queste ore sta bussando alla porta del curatore, ha chiaramente quelli sostanziali della prima condizione necessaria e non sufficiente per tenere duro finché l’asta non si sarà compiuta: poter disporre cioè di un piccolo portafogli per far giocare la squadra, per farle fare le trasferte come per pagare i costi vivi delle partite casalinghe, dal medico agli stewart per capirsi. Prima condizione necessaria e non sufficiente, si diceva, perché poi la seconda dovranno essere i risultati sul campo utili al mantenimento della serie D: componente a sua volta tutt’altro che scontata in questa situazione-limite. Soldi fuori dal campo e punti dentro il campo, insomma. Ieri Vernì, che ha creato una ristretta task-force di profesionisti “specialisti” della materia fallimentare oltre che sportiva, avvocati in particolare, ha dunque iniziato a modellare quello che ha definito «un meccanismo che mi consenta una certa disponibilità finanziaria per questi due mesi circa nel corso dei quali dovrò gestire l’esercizio provvisorio». I svariati sedicenti soggetti interessati a rilevare la Triestina, che una volta decretato il fallimento hanno immediatamente bussato fra Tribunale e curatela, sarebbero addirittura già stati tutti ricontattati, uno ad uno, con la richiesta di formulare immediatamente una sorta di dichiarazione d’interessi vincolante: una pre-manifestazione d’interesse in vista del bando di gara ma già con l’impegno poi a parteciparvi, una dichiarazione “validabile” però solo se allegata a un versamento. Una provvista finanziaria, appunto. Provvista diversa, si badi, dal deposito di garanzia annunciato ad esempio “in origine” da Mauro Milanese in uno studio legale di sua fiducia poiché questo è e resta un deposito “privato” e non “pubblico”, inconferente dal punto di vista della procedura giudiziaria, la sola che curatore e giudici possono prendere in considerazione. La conferma o meno che si tratti di un esercizio provvisorio “creativo” ma praticabile la si avrà molto presto. Le buste, da quanto è dato sapere al momento, sono attese infatti sul tavolo del curatore, che poi è come se finissero sul tavolo del giudice delegato alla procedura Riccardo Merluzzi, a strettissimo giro. Già entro domani, forse. Di certo entro il week-end. C’è una squadra da mandare in campo. Una partita da giocare non solo sulle scrivanie dei consulenti di tribunale, o dietro ai pulpiti dei giudici.

Ore 22.00 – (Corriere delle Alpi) Abili e arruolati. Il Belluno ha iniziato ieri gli allenamenti alla Goal Arena, in vista dell’anticipo di sabato contro il Mestre. Al momento manca solo Pellicanò che si è dedicato a un po’ di corsa. Buon avvio di ritorno. In quattro giorno a dicembre i gialloblù hanno salutato la Coppa contro la Virtus Vecomp e perso in casa con il Campodarsego. Eppure, come è sempre stato nelle ultime stagioni, i due ko sono serviti per rialzarsi ancora più forti. E i 14 punti sui 18 disponibili nelle successive sei partite sono numeri importanti. Lo riconosce anche uno dei simboli di questa squadra, ossia Yari Masoch. «Siamo contenti di essere partiti bene nel ritorno, oltre alla vittoria nell’ultima d’andata a Motta di Livenza. Il nostro obiettivo era quello di fare più punti dell’andata e per ora ci stiamo riuscendo. È stato importante riuscire a restare equilibrati anche dopo quelle due sconfitte. È importante non esaltarsi dopo una vittoria e reagire dopo un ko». Parole di uno che, nella crescita stagionale e degli ultimi anni del Belluno, sta recitando un ruolo da protagonista. «Ormai da tre anni a questa parte con mister Vecchiato sto trovando davvero molto spazio. Detto ciò, visto che sono ancora giovane credo di avere molti aspetti sui quali poter migliorare». Doppia sfida delicata. Presi i tre punti a Montebelluna, adesso il mirino passa alla sfida con gli arancioneri che all’andata inflissero un 3-0 un po’ pesante ma anche frutto di un brutto secondo tempo. Il tutto prima dello scontro diretto con l’Este. «Il Mestre è una formazione che individualmente ha qualità alte. Faccio fatica a spiegarmi perché in classifica siano così indietro. Siamo ancora un po’ arrabbiati per quella sconfitta e abbiamo tutte le intenzioni di provare a prenderci la vendetta sportiva. So che hanno giocato bene con l’Este, che si sta rivelando a sua volta una grande squadra». Niente pullman da Mestre. La pacifica e colorata invasione di tifosi della squadra di Tiozzo non ci sarà. Il gruppo ultras, uno dei pochi nel girone, aveva organizzato quasi due corriere per la trasferta al Polisportivo contando sul fatto che la sfida si giocasse di sabato. Invece la richiesta del Belluno di anticipo, forse perché non c’era ancora la certezza di spostare il derby con il Ripa Fenadora a sabato 12 marzo, ha fatto saltare tutti i piani. Ci saranno comunque un numero di tifosi ospiti superiori a quelli che si vedono di solito, ma niente di particolare. Unione Triestina fallita. Intanto la società alabardata è ufficialmente fallita. Tra poco ci sarà un’asta per chi vorrà acquistarla. Intanto l’attività sportiva va comunque avanti.

Ore 21.40 – (La Provincia Pavese) Nel girone A di Lega Pro non c’è dubbio che il Pavia sia stata la regina del mercato con dieci acquisti che rivoluzionano il volto della rosa di mister Brini. Più mirati gli innesti delle altre pretendenti al salto di categoria. Tra queste ad aver messo a segno il colpo più importante sulla carta è stata l’Alessandria con l’ingaggio del jolly offensivo Simone Iocolano, classe ’89, dal Bassano. Con i grigi giocheranno il ritorno anche il difensore Sperotto, ex Arezzo, e il centrocampista Guerriera dal Cosenza. La capolista Cittadella ha inserito nel proprio attacco già ben variegato Emiliano Bonazzoli. Il 36enne attaccante ex Sampdoria si era svincolato dopo aver giocato la prima parte della stagione alla Robur Siena segnando 4 reti in 14 gare disputate. I veneti hanno inserito nella loro rosa anche il difensore Nava dall’Ascoli e il centrocampista Zaccagni dal Verona. Ha cambiato molto il suo volto il Bassano che dopo l’addio di Iocolano ha ingaggiato in attacco Momentè dal Mantova e Laurenti dall’Altovicentino (serie D). Ha operato bene anche il Pordenone che oltre agli ex pavesi Martin e De Toni ha rinforzato l’attacco, dove è partito De Cenco (girato dal Pavia al Trapani), con Berrettoni dall’Ascoli e il giovane talento della Juve Beltrame, che scende in Lega Pro dopo aver trovato poco spazio in B alla Pro Vercelli. Molto attiva la Cremonese che ha inserito in fase offensiva Sansovini dal Pescara e il centrocampo con i vari Suciu (Lecce), Pesce (Novara), Bianco (Benevento) e Scarsella (Catania). La Feralpisalò ha avuto dalla Lupa Roma il centrocampista Quadri e in attacco Cesaretti dal Pontedera e Ceria dall’Arezzo, dove è andato in cambio Greco. Solo il difensore Gavazzi dal Mantova ha rinforzato il Sud Tirol, mentre proprio i virgiliani sono stati molto attivi con diversi movimenti oltre a quelli degli ex azzurri Andrea Cristini e Mattia Marchi.

Ore 21.20 – (La Provincia Pavese) A conclusione del mercato di gennaio il Pavia presenta una lista rinnovata dei 24 calciatori utilizzabili per le gare di campionato. Una lista che dopo la chiusura della sessione invernale sarà, quindi, definitiva fino al termine della stagione 2015-16. Oltre ai 24 indicati le uniche eccezioni per i club sono, senza limitazione, quelle per i Giovani di serie e per la sostituzione dei portieri. Nel caso del Pavia dalla lista dei 24 rimane fuori solamente Matteo Abbate. Il difensore che ha rifiutato nelle ultime settimane ogni soluzioni propostagli dalla società azzurra (Pordenone e Pro Piacenza) si allenerà, quindi, regolarmente fino al termine del campionato, quando gli scadrà tra l’altro il contratto con il Pavia, e poi non sarà convocato. Il Pavia ha, invece, già rinunciato da inizio anno alla possibilità di partecipare alla ripartizione dei contributivi per la presenza nei 24 di almeno cinque Under 21. Nella lista riaggiornata dalla società azzurra e presentata alla Lega Pro ci sono i portieri Davide Facchin e Gianmarco FIory, tra i difensori i nuovi arrivati Salvatore Grillo e Kastriot Dermaku assieme ai riconfermati Dario Biasi, Valerio Foglio, Luca Ghiringhelli, Alessandro Malomo, Antonio Marino e Angelo Siniscalchi. A centrocampo abbiamo il ceko Jiri Kladrubsky, Federico Carraro, il maltese Rowen Muscat, Marco Cristini, Valerio Foglio, Elio De Silvestro, Alessandro Marchi, Giuseppe Pirrone, Tommaso Bellazzini e il croato Paolo Grbac. A completare la lista Alessandro Cesarini, Andrea Ferretti, Jacopo Manconi, Nando Sforzini e il brasiliano Paulo Daniel Dentello Azzi. Complessivamente una lista dei 24 che è multietnica per il Pavia che conta quattro stranieri, a parte Grbac già arrivato lo scorso anno, di cui tre ingaggiati a gennaio. Con la chiusura del mercato di lunedì 1 febbraio da ricordare che i giocatori professionisti sotto contratto nel caso si svincolassero non potranno essere più tesserati da qui a fine stagione. Di fatto rimarrebbero senza contratto e conseguente stipendio. Chi, invece, era, o si è, svincolato entro il 1 febbraio è ancora tesserabile.

Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) Dieci acquisti e dieci partenze, se si vuole considerare anche quella che dovrebbe essere ufficializzata oggi del portiere Giovanni Volturo al Locarno (Svizzera) è il bilancio della rivoluzione di gennaio dell’A.C.Pavia. Tecnicamente si sale addirittura a undici entrate e uscite, considerando che Caio De Cenco è rientrato da Pordenone per essere poi girato al Trapani. Era necessario un intervento così radicale sulla rosa ? «C’era da mettere mano a una squadra che non stava rispettando quelle che erano le ambizioni di inizio campionato, lo dimostrava in particolare il finale d’andata, le gare prima di Natale dove, a parte il canto della Fenice di Pordenone, avevamo fatto male – risponde il direttore generale del Pavia Nicola Bignotti -. Abbiamo ritenuto che due o tre innesti ci sarebbero serviti a poco per poter competere con le altre formazioni di testa. Per questo si è cambiato molto, ma non è partito nessuno dei giocatori che ritenevamo importanti e a questi abbiamo aggiunto elementi dal campionato di categoria superiore e che, come nel caso di Pirrone, hanno già vinto la Lega Pro». La stagione del Pavia era ad un bivio: tentare il tutto per tutto investendo ancora di più o programmare già il futuro. A questo punto si è scelta la prima strada ? «La nostra considerazione è stata semplicissima: o lasci o raddoppi – ammette Bignotti – Ritenevamo non essere completi per competere con quelle squadre più avanti di noi in classifica. Al presidente Zhu ho fatto proprio questa domanda e lui mi ha risposto che si doveva fare tutto il necessario per tentare di vincere. Se non ci riusciremo, mi ha detto Zhu, allora vorrà dire che ci riproveremo a giugno». Vi è stato messo a disposizione un budget illimitato per il mercato di gennaio ? «Non ci è stato dato un limite, ma chi ha operato sul mercato, come Antonio Imborgia, ha valutato le qualità tecniche dei possibili innesti tenendo presente anche l’aspetto economico – chiarisce il dg del Pavia – ultralogici per la realtà di Lega Pro del Pavia». Saldo tra entrate e uscite? «In negativo di poco meno di mezzo milione di euro. Si è cambiato tanto senza sbilanciare di tanto i nostri conti». La scelta di un maltese come Muscat e un ceko come Kladrubsky ? «Se un calciatore è buono non dipende dalla nazionalità e lo è in ogni campionato – sottolinea Bignotti – Entrambi hanno voglia di dimostrare di poter giocare in Italia in categoria superiore e sono sicuramente motivati». E la concorrenza nella rosa, vedi un titolarissimo come Ferretti finito in panchina nelle ultime giornate dopo l’arrivo di Sforzini ? «La concorrenza deve essere di stimolo e non fonte di mugugni».

Ore 20.40 – (Gazzetta di Reggio) È iniziata ieri pomeriggio, in via Agosti, la settimana di lavori che porterà all’inedita sfida di campionato, la quarta di ritorno del girone A di Lega pro, in programma domenica alle 15 allo stadio comunale di Gorgonzola, tra Giana Erminio e Reggiana. Ieri è stato anche il primo giorno di allenamento dopo la chiusura del calciomercato invernale che ha visto il ritorno a Bergamo dell’attaccante Massimiliano Pesenti e l’arrivo in granata della seconda punta Antonio Letizia – atteso oggi – insieme al giovane difensore modenese Gianluca Zucchini, già in gruppo coi compagni. Il programma odierno prevede la doppia seduta: al mattino palestra al Fit Village mentre al pomeriggio seduta tattica in via Agosti, maltempo permettendo poiché il terreno di gioco è veramente al limite della praticabilità. Nello spogliatoio il clima è molto più sereno dopo le due ultime vittorie, e anche per mister Colombo ci sono buone notizie dall’infermeria. Gli unici due giocatori momentaneamente fuori, infatti, sono Daniele Mignanelli (per lui differenziato in palestra dopo aver accusato un problema muscolare nella rifinitura di sabato che tuttavia non gli aveva impedito di scendere in campo col Pro Piacenza), e Riccardo De Biasi, che molto probabilmente oggi verrà operato a Salus Hospital al ginocchio sinistro: i legamenti del ragazzo saranno trattati col fattore di crescita per ridurre i suoi tempi di recupero nella speranza di rivederlo in campo tra un mese e mezzo. Per il “Migna” non ci sono problemi particolari, così come per tutti quei giocatori che avevano manifestato disturbi la scorsa settimana, ossia Frascatore, Nolè, Maltese, Bruccini e Perilli, tutti regolarmente in campo. Giudice Sportivo. Per quanto riguarda i motivi disciplinari, sono tutti a disposizione del tecnico Colombo in vista della trasferta di domenica a Gorgonzola. Formazione al completo anche in casa della Giana Erminio. Designazioni arbitrali. Giana Erminio-Reggiana sarà diretta da Niccolò Baroni di Firenze aiutato da Matteo Benedettino di Bologna e da Antonio Donvito di Monza.

Ore 20.10 – (Gazzetta di Reggio) «Sono i postumi della partita di domenica – sdrammatizza Nicholas Siega con chi gli chiede delle sue condizioni post match – è un semplice affaticamento alla coscia destra. Mi sono sottoposto ad alcune terapie per smaltirlo ma non è nulla di importante». Cosa vi ha detto il tecnico al primo allenamento dopo la chiusura del mercato? «Nulla di particolare, ha parlato solo dell’allenamento, però adesso tutti sappiamo di dover il dare 100% per la squadra senza più distrazioni». La vittoria di domenica cosa vi ha insegnato? «Che la gara è stata difficile fino alla fine, strano dirlo dopo un 4-0. Partiti bene nel primo tempo abbiamo faticato nella ripresa, forse consci del vantaggio o per un calo fisico, e la partita s’è fatta tosta». Era pensabile che l’innesto di Mignanelli potesse cambiare il volto di una squadra? «Conosco lui e le sue qualità dai tempi di Busto e se in estate l’avevano chiamato in serie B è perché se lo meritava. Non trovando spazio là è tornato in un ambiente che già conosceva e, se la squadra gioca bene, dove tutti remano dalla stessa parte, anche il singolo ne guadagna». Lei, da seconda punta, due gol in due partite… «Sapete che vado dove mi mette il mister, applicandomi al massimo, ma non è un mistero che mi piaccia giocare davanti perché ho sempre fatto l’esterno d’attacco o di centrocampo. Se ricordate, anche nel treno di vittorie ad ottobre ero in quella posizione dietro ad Arma». Con l’arrivo di Letizia verrà dirottato a fare il Mignanelli di destra? «Saranno valutazioni del tecnico, per me non ci sarebbero problemi». Segna lei e si sbloccano Nolè ed Arma: si può tornare a sognare? «Secondo me la squadra è sempre stata competitiva ma, mancando qualche risultato, i singoli ne hanno risentito. Adesso speriamo di esserci sbloccati a livello di singoli e di gruppo perché siamo una squadra forte». Domenica siete pronti a “mangiare” Gorgonzola? «Non sarà facile ma vogliamo continuare questa striscia positiva». Quale sarà la chiave tattica? «Sputare sangue perché loro in casa vendono cara la pelle». Quindi è giusto fare un altro appello ai tifosi? «Speriamo di avere sempre il loro apporto perché insieme continueremo a vincere per restare nelle zone alte».

Ore 19.50 – (Gazzetta di Reggio) La prima punta non è arrivata e nemmeno il centrocampista. Non basta l’acquisto di Antonio Letizia per definire un successo la campagna acquisti del mercato di gennaio della Reggiana, che pure ha visto il ritorno in città di Mignanelli, che sta facendo già la differenza. L’obiettivo primario era un attaccante centrale, capace di segnare ma soprattutto far giocare bene la squadra. E non è arrivato, nonostante fino all’ultimo si sia tentato di mettere le mani su qualche giocatore. Il giorno dopo la chiusura della finestra di mercato invernale i tifosi hanno espresso dei dubbi legittimi. «Prima regola: Non creare aspettative, noi tifavamo Regia anche con Bonvissuto», ha scritto chi gestisce la pagina dei tifosi della Reggiana, riferendosi alle dichiarazioni del dg Raffaele Ferrara che annunciava l’arrivo di un centrocampista e un attaccante. «Avere pochi soldi in cassa non è una colpa – ha scritto un altro – a maggior ragione se quello che doveva essere un tuo socio importante s’è defilato all’ultimo lasciandoti in braghe di tela. Ciò che non capisco è perché abbiano continuato a millantare grandi operazioni di mercato quando la realtà già si imponeva nella sua triste evidenza: svincolare giocatori come Angiulli, Pesenti e Giannone per rimpiazzare solo quest’ultimo dà più l’impressione di una società in affanno e che vuole liberarsi di qualche ingaggio per riuscire a salvare la baracca. Non ci sarebbe nulla di male, basta essere chiari e leali». A dire il vero l’operazione Letizia non è stata proprio di quelle economiche e solo il tempo dirà se alla squadra serviva un giocatore con le sue caratteristiche. A quanto scritto dal sito Tuttomatera.com la Reggiana avrebbe sborsato 300mila euro per il cartellino. Inoltre, aggiungiamo noi, si parla di un contratto da 100mila euro a stagione per il giocatore, che resterà in granata fino al giugno 2019. Letizia è stato sicuramente amato dai tifosi della Basilicata e viene descritto come un buon fantasista, un’ala destra che ama puntare l’uomo e saltarlo. Qualche tifoso del Matera sostiene però che qualche volta non passa la palla e si incaponisce un po’ troppo nella ricerca del dribbling, che non sembra gli riesce. I reggiani lo giudicheranno nelle prossime parte, magari già da quella di domenica a Gorgonzola. Di certo mister Alberto Colombo non aveva chiesto un sostituto di Giannone. Letizia sarebbe utile nel 4-3-3, ma al momento il cambio di modulo non è all’ordine del giorno. Al posto di Mogos il giocatore napoletano non darebbe copertura sufficiente. La chiusura del mercato ha dunque lasciato invariato il problema dell’attacco, che grava tutto sulle spalle del solo Arma, nella speranza che non s’inceppi nuovamente.

Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) Ieri mattina i biancorossi si sono allenati al “Dante Micheli” e la buona notizia è il ritorno in campo di Francesco Lo Bue, rimasto a riposo lunedì a causa della forte contusione al collo del piede subita nel match di Pordenone. Il terzino aumenterà adesso i carichi di lavoro e, se tutto andrà per il meglio, sarà regolarmente a disposizione per il derby di sabato (ore 15) al Martelli con la Cremonese. A tal proposito, l’arbitro sarà Luca Candeo di Este, coadiuvato dai collaboratori Marcolin di Schio e Polo-Grillo di Pordenone. Oggi pomeriggio (ore 15) il Mantova giocherà un’amichevole allo stadio Lusetti di Castiglione delle Stiviere contro il Trakai, squadra che milita nella serie A della Lituania e che in questo periodo è in ritiro in Italia. Javorcic non è intenzionato a provare nella circostanza la formazione anti-Cremonese: «Darò più spazio a chi ha giocato meno – spiega il mister -, sia per consentire a chi ne ha bisogno di accumulare minuti nelle gambe e sia per fornire, a chi saprà coglierla, l’occasione per mettermi in difficoltà nelle scelte per sabato. Sarà un test probante, perché affronteremo una squadra che ha giocato l’Europa League e dunque un avversario di livello». Dopo la gara odierna, i biancorossi torneranno ad allenarsi in città domani mattina. E venerdì, sempre al mattino, Javorcic dirigerà la seduta di rifinitura.

Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) «Per me è una giornata importante, perché si è chiuso finalmente il mercato. Ho parlato ai ragazzi in modo molto chiaro: ora siamo questi e dobbiamo fare di tutto per salvarci, guardandoci negli occhi e dando tutti qualcosa in più». Così si esprime Ivan Javorcic il giorno dopo la rocambolesca chiusura del mercato del Mantova. Il mister non dà peso agli obiettivi (un centravanti e un centrocampista) sfumati negli ultimi minuti delle contrattazioni ma pone l’accento su ciò che bisogna fare da qui in avanti con questo gruppo: «Il mercato di gennaio è difficile – afferma il tecnico croato -, la società ha fatto tutto il possibile per rinforzare la rosa e ci sono stati tanti cambiamenti. Il nostro compito adesso è lavorare sodo per trovare il più velocemente possibile la massima coesione, la giusta amalgama che serve per diventare squadra. Per far questo servirebbe del tempo – aggiunge Javorcic -, ma tempo non ne abbiamo e dunque dobbiamo essere bravi ad accelerare al massimo questo processo». L’allenatore avrà soltanto oggi a disposizione l’ultimo acquisto, il 18enne attaccante della Primavera del Genoa Falou Samb. E deve ancora far debuttare due dei nuovi arrivati, il difensore Andrea Cristini e il terzino sinistro Salvatore Masiello: entrambi potrebbero esserci contro la Cremonese. E, a proposito dei grigiorossi, Javorcic lunedì sera è andato allo “Zini” per assistere al match della Cremonese contro l’Alessandria: «I nostri prossimi avversari hanno avuto degli episodi molto favorevoli e, trovato il gol, hanno preso fiducia, giocando una buona gara. Ritengo che la Cremonese possa puntare ai playoff e per noi sabato sarà un ostacolo duro. Ma sono anche convinto che possiamo metterli in difficoltà facendo determinate giocate. Anche a noi serve soltanto un episodio favorevole per poi riuscire a sbloccarci e a giocare a calcio con più fiducia e serenità». Se Javorcic ritiene il mercato chiuso, la società una porticina la tiene invece aperta. Nella lista da presentare in Lega prima del derby, infatti, c’è ancora un posto libero per arrivare a 24: Del Bar e Migliori possono giocare pur non facendone parte perché sono giovani e non hanno un contratto, mentre il terzo portiere può entrare al posto di uno degli altri due. Il posto sarebbe ovviamente riservato a una punta centrale. Viale Te ha annunciato che a giorni dovrebbe arrivare in prova il 30enne brasiliano Thiago Maier Dos Santos, detto Schumacher, che ha esordito in A con l’Udinese, nese, è passato anche per Ascoli e Livorno, giocando poi in Spagna, Francia, Austria e Ucraina. L’ultima esperienza, brevissima, l’ha fatta in autunno in Sardegna, al Castiadas di serie D. I dirigenti biancorossi continuano poi a scandagliare il mercato degli svincolati, soprattutto all’estero e non è daescludere che nei prossimi giorni possano venir fuori altri “papabili” alla maglia numero 9 del Mantova. Per concludere, va detto che il giovane Giannarelli, tesserato poche settimane fa dall’Acm, è già andato via.

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) A giugno, se tutto dovesse continuare così, il Pordenone del presidente Mauro Lovisa potrebbe trovarsi in giro per l’Italia a giocare per la storia. Che tradotto significa playoff e serie B per la prima volta dalla fondazione del club. Sempre a giugno, poi, si giocheranno (ma questo è sicuro) i playoff della politica, che a Pordenone promuoveranno il nuovo sindaco. Logico, quindi, che le due cose, a un certo punto, finiscano per intrecciarsi. Perché la squadra che veste il neroverde oggi «tira», e da ieri è entrata a piedi uniti nella campagna elettorale. Merito del Meet-up pordenonese del Movimento 5 Stelle. L’argomento, neanche a dirlo, è quello dello stadio. Bello (per alcuni), storico (è vero), ma vecchio e scomodo per il livello che ha raggiunto il Pordenone calcio. Ecco, allora, che i pentastellati hanno lanciato il sasso: «Un’amministrazione che si rispetti – spiega infatti Paolo Turchet – non può non prendere in considerazione la questione stadio, e deve seguire le prestazioni della squadra». Poi l’affondo: «Da domenica il Pordenone è ufficialmente ai play-off di LegaPro e in parole povere potrebbe giocarsi gli spareggi per salire in serie B. La città ora scopre che lo storico e glorioso stadio-velodromo Bottecchia, non sarebbe adeguato per la categoria. Purtroppo l’aver costruito recentemente la bella pista indoor nell’adiacente campo di atletica (chiusa ai cittadini), ne limita gravemente l’ampliamento. È stato un grave errore di chi ha amministrato finora. In ogni caso l’impianto necessita assolutamente di migliorie soprattutto per le gradinate, che sono ancora in acciaio e senza copertura, ed è un punto del programma dei 5Stelle». I pentastellati, quindi, giocano la carta sportiva, con un progetto che partirebbe dalla copertura della tribuna opposta (quella in cui sono sistemati gli ultras neroverdi e gli ospiti), da realizzare con fondi comunali e contributi dall’alto, ma che seguirebbe poi la strada di una completa riqualificazione dello stadio-velodromo. «E questo è un concetto valido – concludono i 5Stelle – per qualsiasi categoria frequentata dal Pordenone». Dal canto suo, il presidente del club, Mauro Lovisa, ha sempre tifato per la realizzazione di un nuovo impianto (la Comina come luogo deputato, sulla scia della proposta firmata da Alvaro Cardin ancora 15 anni fa), funzionale e moderno. Ma se il pubblico dovesse venirgli incontro, accetterebbe anche la riqualificazione del Bottecchia. In serie B, però, la capienza dovrebbe arrivare almeno a 5 mila posti (con deroga), e la copertura non basterebbe.

Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Completata la ventesima giornata, il Pordenone si consolida nel raggio del secondo posto, avendo la FeralpiSalò a 37 punti. Ossia a distanza di una vittoria. Perché Fabio Rossitto ha cominciato regalandosi una soddisfazione e facendo un piacere anche alla sua ex società. La vittoria della Cremonese, all’esordio del nuovo mister, ha bloccato l’Alessandria un solo passo davanti ai neroverdi (35-34). FATTIBILE – Il Pordenone ha perso una volta di meno (4-5), rispetto alla coppia che lo precede. Meglio in questo hanno fatto solo la capolista Cittadella e il Bassano: 3 sconfitte. Del tutto sovrapponibile al “fenomeno Alessandria”, la compagine di Tedino ha poi il conto dei gol fatti e subiti (28-18). Gli scontri diretti sono ancora lontani. In casa dei piemontesi si andrà nel fine settimana di domenica 24 marzo, al Bottecchia sarà ricevuta la FeralpiSalò due settimane dopo. Prima ci saranno altri ostacoli da non sottovalutare e superare, oltre agli “immediati” Renate (sabato alle 15 a Meda) e Pro Patria (sabato 13 alle 15 al Bottecchia). Di sicuro le maggiori attenzioni saranno calamitate dalla disputa serale (20.30) di Cremona, sabato 20. Poi però ci sono da considerare il confronto ravvicinato con il Sudtirol (ora con due passi di ritardo), Lumezzane (insidia playout) e Bassano (dietro di un punto). NUOVI NON NOVIZI – Fabio Rossitto e Marco Sansovini erano le novità attese dal pubblico dello stadio Zini a Cremona, che non esultava per una vittoria interna dal 31 ottobre: 2-1 al Lumezzane. Si sono fatti notare tutti e due, il primo a bordocampo e l’altro dentro. Sansovini ha sbloccato il risultato con il primo gol e ha poi fatto vedere apprezzabili giocate per i compagni. Gran buon elemento. Il presidente Gigi Simoni può accostarlo a Brighenti, uno dei tre capocannonieri, insieme a Bocalon dell’Alessandria e Litteri del Cittadella, con 10 reti. Rossitto a fine gara, di fronte ai microfoni di RaiSport, ha attribuito i riconoscimenti agli altri: «È merito dei giocatori e di chi mi ha preceduto, Fulvio Pea, dato che la squadra si è mostrata in salute».

Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Del Pordenone si parla in tutta Italia. L’exploit dei neroverdi viene commentato positivamente sulle reti tv nazionali e locali. Sui siti internet spopolano le immagini dei gol realizzati dai ramarri. In particolare quello al volo di Cattaneo nel match contro l’Albinoleffe, candidato al Puskas Award 2016, il concorso internazionale che premia il gol più bello della stagione, indipendentemente dalla categoria in cui viene segnato. MEGLIO DELLA B – Tanta popolarità positiva ha i suoi vantaggi pratici. Stefano Beltrame, ultimo acquisto di grido, non ha avuto difficoltà a dichiarare di aver privilegiato il Bottecchia in C a una sistemazione in cadetteria. «Ho deciso di sposare il progetto Pordenone – afferma l’ex juventino – preferendolo ad altre opportunità in B. Mi piacciono molto le idee della società, davvero organizzata, del presidente Lovisa e di mister Tedino. Credo ci siano le condizioni, compreso un ottimo Centro sportivo, per rendere al meglio. Mi metto – conclude – completamente a disposizione dello staff». Solo 7 mesi or sono, in ritiro ad Arta, i commenti degli addetti al mercato erano diversi. Non è facile, si sentiva dire, convincere giocatori importanti a venire in una squadra retrocessa e ripescata. Ulteriore medaglia da apporre sul petto di Lovisa è la decisione della Juventus, società che brilla per programmazione, di mandare uno dei suoi giocatori in cerca di rilancio in riva al Noncello, come succedeva ai tempi (primi ’60) della gestione Zanussi-Cirielli. RISVEGLIO DELLA CRITICA – Il Pordenone viene visto addirittura come possibile outsider nella corsa alla promozione anche dai siti calcistici specializzati. «Rafforza il primo posto nel girone A il Cittadella – si legge sul commento all’ultima giornata -, squadra prolifica, che ha segnato 4 gol (contro 2, ndr) al Renate. Sulla scia la FeralpiSalò, che ha avuto la meglio per 2-0 sulla Pro Patria ed è passata davanti all’Alessandria, sconfitta a Cremona. Ma – conclude l’editorialista – occhio al Pordenone di Bruno Tedino, che è quarto». PRONTI, VIA – I nuovi arrivati Alessio Castrì (’97, attaccante, dall’Udinese), Andrea De Toni (’94, portiere dal Pavia) e Stefano Beltrame (’93, attaccante, dalla Juve, via Pro Vercelli) si sono messi subito a disposizione di Tedino e del suo staff per gli allenamenti. Lo erano già, ovviamente, Marco Martin (’87, difensore dal Pavia) ed Emanuele Berrettoni (’81, attaccante dall’Ascoli), già impiegati in campionato. Alla seduta di ieri mattina era assente giustificato solo Alban Ramadani (’94, centrocampista dal Padova), che ha avuto bisogno di più tempo per organizzare il trasferimento. SALUTI – Ieri sono passati al De Marchi per i saluti di rito i “partenti” Francesco Finocchio (a Padova) e Axel Gulin (Catania). Lo avevano già fatto in precedenza Caio De Cenco (Trapani), Gianni Careri (Delta Rovigo), Andrea Savio (Liventina) e Kevin Pavan (Tamai).

Ore 17.20 – Aggiornamento sugli assenti: influenza per Neto Pereira, riposo precauzionale per De Risio ed Altinier, influenza intestinale per Petkovic.

Ore 17.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.40 – Qui Guizza: partitella finale.

Ore 16.20 – Qui Guizza: rientra negli spogliatoi De Risio.

Ore 16.00 – Qui Guizza: lavoro specializzato difesa contro attacco.

Ore 15.40 – Qui Guizza: assenti Petkovic, De Risio, Altinier e Neto Pereira oltre a Cunico. In gruppo Bucolo.

Ore 15.20 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 15.00 – (Messaggero Veneto) Al top nella sua storia, quasi centennale visto che il club è nato nel 1920. Mai il Pordenone era stato così in alto. La squadra di Tedino, infatti, sta viaggiando più forte di quella del 1959-1960, che chiuse – da ripescata, guarda un po’ – il campionato di serie C al terzo posto. Dopo 20 giornate, infatti, i neroverdi di 55 anni fa erano stati capaci di 8 vittorie, 8 pareggi e 4 sconfitte; gli attuali “ramarri” invece vantano 9 vittorie, 7 pareggi e 4 sconfitte. Un successo di differenza, praticamente, che è quello ottenuto da Stefani e soci sabato scorso con il Mantova. È un periodo favoloso quello che la formazione cittadina sta vivendo. Si trova al quarto posto in classifica, nei play-off, a una sola lunghezza dall’Alessandria, squadra costruita con tutt’altro budget eppure attualmente in difficoltà in campionato. Il Pordenone però non guarda tanto gli altri, quanto se stesso e un sogno post-season sempre più concreto. L’aspirazione è ripetere il cammino del Vicenza della scorsa stagione in serie B. Sono tante le analogie con i veneti: anche loro furono ripescati e pure loro avevano allestito una squadra senza grosse pretese. Ma, una volta esonerato mister Lopez e affidata la panchina a Marino, il decollo: gioco offensivo, 4-3-3 come stella polare, giocatori rivalutati (Cocco su tutti) e una serie A sfiorata dopo l’approdo alla play-off. Una sorta di miracolo che aveva appassionato l’Italia calcistica intera, ma soprattutto la Vicenza sportiva, tornata al Menti nell’occasione come negli anni d’oro di Guidolin. Riuscirà a fare lo stesso il Pordenone quest’anno? I presupposti sembrano esserci proprio tutti…

Ore 14.40 – (Messaggero Veneto) Carmine Parlato, ex allenatore neroverde, l’aveva tenuto in grande considerazione: è stato lui, nel ritiro estivo, a dare il benestare al suo acquisto. Ed è così che arriva a Pordenone l’ultimo “colpo” del mercato invernale, Alban Ramadani (in foto), ex centrocampista del Padova voluto in biancoscudato dal tecnico della promozione in Lega Pro dei “ramarri”. Dopo il suo esonero e l’arrivo di Pillon, Ramadani non ha più trovato spazio ed è così giunta l’opportunità dei neroverdi, che il giocatore classe ’94 ha colto al volo. «Riparto con entusiasmo e felice di questa nuova esperienza – ha affermato il giovane, l’ottavo nella relativa lista –. La squadra mi aveva fatto una grande impressione quando l’ho affrontata con il Padova. Arrivo in un gruppo che sta facendo bene, sono qui per dare il mio contributo». Ramadani, nato e cresciuto calcisticamente in Svizzera, è «un centrocampista centrale oppure esterno, con caratteristiche principalmente difensive». Ieri il suo primo allenamento coi neroverdi. Sabato potrà già essere convocato per la sfida di Meda col Renate.

Ore 14.20 – (Messaggero Veneto) E ora, che Pordenone sarà? Il mercato ha chiuso i battenti e molti ancora devono capire come potrà giocare la squadra di Tedino con i due nuovi innesti offensivi, ovvero Berrettoni e l’ultimo arrivato, Beltrame. Sicuramente sarà una squadra che non snaturerà il suo credo tattico – che oscilla tra il 4-3-1-2 e il 4-3-3 – e che potrà avere più forza e un maggior indice di pericolosità negli ultimi 16 metri, in particolare negli uno contro uno. Un gruppo ancora più forte davanti, nonostante l’addio di De Cenco. E una società ancora più solida finanziariamente: con questa finestra i costi si sono ridotti, grazie al lavoro del consulente di mercato Giorgio Zamuner. Completa. Porta, difesa e centrocampo non sono praticamente mai stati toccati: c’è stato solo un innesto in ogni reparto, rispettivamente De Toni, Martin e Ramadani. E’ in attacco che si sono concentrate le maggiori novità. Via De Cenco, Finocchio e Gulin, dentro Beltrame e Berrettoni: diminuiscono gli uomini (non un problema) cambiano appunto le qualità degli interpreti. Perché c’è un centravanti in meno (il brasiliano) ma due seconde punte-trequartisti in più, che hanno un’ottima “gamba” per ribaltare l’azione, rendersi pericolosi in area di rigore e magari guadagnare qualche penalty, aspetto in cui la squadra è insufficiente (nessuno procurato sinora). Giocheranno, i due nuovi? Dipenderà soprattutto da loro: Tedino non regala niente, premierà chi sta meglio, come ha sempre fatto sinora. Per esempio, difficilmente il tecnico, sabato a Meda, modificherà l’undici capace di stendere il Mantova. Spogliatoio. Quando si cambia bisogna stare attenti a non alterare alcuni equilibri di gruppo. Ecco, sicuramente, alcuni addii hanno pesato: Careri era un riferimento, nello spogliatoio, tanto che tutti lo ascoltavano; Finocchio era uno molto ben voluto così come De Cenco. I nuovi hanno il carattere giusto per tenere alta l’armonia e, si può dire, Berrettoni può essere un nuovo Careri, vista la sua esperienza e la sua spiccata personalità. Cassa. Il Pordenone ha addirittura risparmiato, in questo mercato. Martin è pagato in gran parte dal Pavia, idem per Beltrame dalla Juventus e Berrettoni dall’Ascoli. Nello scambio Finocchio-Ramadani il saldo è attivo, De Toni ha un costo contenuto e il bilancio si è liberato del (buon) ingaggio di De Cenco. Insomma, meglio di così non poteva andare e Zamuner, ora, può tranquillamente sedersi e guardare la creatura che è riuscito ad allestire. Il sogno play-off è fattibile, soprattutto perché i nuovi si inseriscono in un sistema che ha da dei principi di gioco ben definiti.

Ore 13.50 – (Gazzettino) Assente mister Favarin per un impegno personale, ieri alla ripresa al Taliercio è toccato al vice Giovanni Langella dirigere la prima seduta in vista di Venezia-Montebelluna di domenica al Penzo (ore 14.30). La sfida con i trevigiani inaugurerà un ciclo di 5 partite in tre settimane che si concluderà il 28 febbraio quando a Sant’Elena sbarcherà il Campodarsego, capolista a +3 dopo che il Venezia ha raccolto solo un punto nelle trasferte con Virtus Vecomp e Luparense. A differenza di molte gare della 25. giornata Venezia-Montebelluna non sarà anticipata al sabato, mentre a variare sarà l’orario di Liventina-Venezia di mercoledì 10 febbraio che inizierà alle 17. A seguire domenica 14 lagunari di nuovo al Penzo con l’Abano e sette giorni dopo a Noale per il derby con la Calvi che precederà di una settimana il big match col Campodarsego. Nessuna squalifica in arrivo per Soligo e compagni, mentre dopo l’allontanamento dalla panchina di tre giorni fa potrebbero rischiare qualcosa mister Favarin e il team manager Servi. Sul fronte giocatori sotto osservazione i terzini Ferrante, Taddia più Carbonaro, Serafini, Innocenti, Acquadro e Galli usciti malconci domenica.

Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Joe Tacopina di calcio non vorrebbe parlare. Preferisce annunciare la sua iniziativa per la Fenice e presentare il “giovedì-stadio”, un’intera giornata che dedicherà alla progettazione dell’impianto. «In questo momento sono frustrato – afferma il presidente del Venezia – le mie aspettative sono altissime e invece eccoci qua. Ho visto questa squadra vincere largamente, segnare 19 gol in tre partite e adesso di reti ne ho contata una sola in due partite. Non ci siamo». Il presidente richiama tutto l’ambiente alla massima professionalità. «Trattiamo i nostri giocatori come se fossero in serie A – spiega – albergo pre-partita, soluzioni abitative ideali, persino la lavanderia. Gli accontentiamo in tutto ma ci attendiamo un ritorno adeguato sul campo. Invece non vedo la fame che vorrei. Sono sicuro che tutti in cuor loro vogliono vincere ma il desiderio non è sufficiente: bisogna dimostrarlo in campo, durante ogni partita». Le ultime prestazioni poco incisive non hanno convinto Tacopina. «Devono giocare con più fame – continua devono essere come Rino Gattuso: qualitativamente non era il massimo ma a livello di carattere era ineguagliabile, non mollava mai. Nel Venezia il solo Carbonaro mi sembra avere questo spirito, invece deve esserci in tutti». Intanto il Campodarsego è davanti a +3. «Non c’è nulla di compromesso – continua – ma bisogna vincere da subito e farlo sino alla fine. Dobbiamo giocare come sappiamo e possiamo fare: la qualità c’è. Credo nella promozione in Lega Pro, ne sono convinto, ma devo dire che adesso sono un po’ agitato. Per me il calcio è sempre sofferenza, come le serie di traverse che contrassegnò la mia esperienza a Bologna…» A San Martino è stata una giornata “particolare”… «Arbitraggio terribile, campo da beach soccer… ma siamo noi gli artefici del nostro destino. Anche se un po’ di fortuna in più non guasterebbe: contro la Luparense abbiamo trovato “Superman” o Buffon tra i pali, mentre il Campodarsego segna un gol al rallentatore con difensori e portiere avversari che sembrano guardare… Ma i padovani verranno al Penzo e daremo loro una lezione di calcio». Sul fronte stadio, come detto, l’intero giovedì sarà dedicato a incontrare progettisti a iniziare da Matt Rossetti, che ha firmato tra l’altro la Red Bull Arena, i rappresentanti di Accademia alla quale si è appoggiata la Juventus per realizzare il suo Stadium, e probabilmente il sindaco Brugnaro. Il faccia a faccia con i rappresentati di Save ci sarà, invece, in seguito.

Ore 13.10 – (La Nuova Venezia) «Il futuro è ancora nelle nostre mani, ma non possiamo più permetterci di sbagliare». Joe Tacopina non ha ancora smaltito la delusione per il pareggio di San Martino di Lupari con la conseguenza che il Campodarsego ha allungato in classifica e il Venezia è costretto a inseguire. «La nostra è una squadra di qualità» aggiunge il presidente, «non riesco a concepire come si possa segnare 19 gol in tre partite e poi uno solo nelle ultime due gare. Mi aspetto molto dai miei giocatori perché possono dare molto. Sono trattati come giocatori di serie A, come minimo ci aspettiamo di essere ricambiati in campo, mi arrabbio quando mi accorgo che qualcuno non dà il 100% di quello che può». Tacopina ora aspetta una reazione immediata da parte dei giocatori. «Spero capiscano quale grande opportunità ha offerto loro il Venezia, potrebbero rimanere con noi a lungo e se vinci a Venezia entri nella storia, perché questa non è una maglia come le altre. Non avranno da nessun’altra parte l’opportunità che abbiamo offerto noi al Venezia. Non vedo però nei loro occhi la rabbia agonistica necessaria per aggredire gli avversari, metterli sotto. Uno dei miei idoli è stato Gattuso, magari non tecnica eccelsa, ma uno che in campo azzannava avversari e palloni. Un po’ come fa Carbonaro». Ovvio che Joe Tacopina, a questo punto della stagione, si aspettasse una classifica diversa. «Niente è compromesso, mancano ancora tantissime partite, ma non c’è più spazio per gli errori, non possiamo più permettercelo. Se vinciamo tutte le partite, saliamo sicuramente in Lega Pro, a prescindere da quello che farà il Campodarsego. Sono un po’ agitato in questo momento, ma ci credo ancora tantissimo anche perché vedo come lavorano i giocatori e lo staff tecnico, e quando non ci sono mi relaziona Giorgio Perinetti, che è sempre vicinissimo alla squadra. Sono ancora fiducioso, la situazione è sotto controllo, basta che giochiamo come possiamo e sono sicuro che il prossimo anno saremo in Lega Pro». Venezia anche poco fortunato in questa fase della stagione. «Vero, ma noi dobbiamo essere più forti di tutti e di tutto. Domenica ho visto un arbitraggio terribile, abbiamo giocato su un campo pessimo, ma non dobbiamo accampare scuse. Io devo essere condannato a soffrire nel calcio, spero non come lo scorso anno fino all’ultimo secondo, quando solo la traversa salvò il Bologna e salimmo in serie A. Poi c’è sempre lo contro diretto che giocheremo al Penzo». E si affida a una battuta. «Gli daremo una lezione». Solo una battuta, forse per dare fiducia e se stesso e alla squadra perché Tacopina sa che nel calcio nulla è scontato e anche le squadre più forti i risultati devono conquistarli sul campo e non con le parole». «Queste giornate sono piene di appuntamenti» aggiunge mostrando a un foglio con gli orari «domani sarà il giorno dedicato allo stadio. Ho molti appuntamenti con architetti e ingegneri, ma anche i rappresentanti di Accademia Sgr e quelli che curano la Red Bull Arena». Accademia Sgr è la società di gestione del risparmio specializzata in fondi immobiliari, alla quale si è affidata anche la Juventus per lo Stadium.

Ore 12.40 – (Gazzettino) Nel mercato di gennaio il Cittadella ha rinforzato la rosa con un elemento per reparto (Nava, Zaccagni e Bonazzoli), mentre non ci sono stati colpi nel finale sia in uscita, che in entrata. Mattia Minesso sembrava in procinto di passare al Bassano, invece non s’è fatto nulla. «Sapevo – conferma il giocatore – che c’era la possibilità di questo mio trasferimento, ma la trattativa non è andata a buon fine. Continuerò a dare il mio contributo al Cittadella, come ho sempre fatto». L’ex Vicenza finora non ha trovato tanto spazio negli schemi di Venturato, anche se nel girone di andata ha lasciato il segno con una rasoiata che ha fatto vincere il Cittadella al Tombolato contro l’Alessandria. «Cercherò di mettere in difficoltà l’allenatore, dando sempre il massimo. Anch’io come tutti gradirei giocare di più, ma le scelte spettano al tecnico. Spero di rendermi utile alla squadra, magari con qualche altro gol pesante». Se c’è abbondanza in attacco, gli infortuni di Paolucci e Bobb a centrocampo e soprattutto quelli di Pascali, Donazzan e il più recente di De Leidi mettono in difficoltà la difesa. Manuel Pascali, dopo la lesione un mese fa ai flessori della coscia destra, è prossimo al rientro. «I tempi sono quelli previsti – precisa l’ex capitano del Kilmarnock – spero di rientrare ad allenarmi in gruppo la settimana prossima e poter essere a disposizione nel posticipo con il Pavia». Sabato a Piacenza, dunque, non ci sarà. Il tecnico Venturato potrà contare su Cappelletti e Scaglia difensori centrali con il giovane Varnier in panchina e Valerio Nava pronto in caso di necessità ad accentrarsi, dopo aver fatto il terzino sia a destra che a sinistra. Riprende Pascali: «Il gruppo offre le più ampie garanzie perchè è stata allestita fin dall’inizio una rosa importante. Chiunque giocherà a Piacenza ha la massima fiducia di tutti». Sui sei punti di vantaggio sull’Alessandria, grazie alla vittoria della Cremonese nel posticipo di lunedì, conclude: «È un avversario temibile, ma occhio anche al Feralpisalò che è a -4 ed è la vera sorpresa del girone. I bresciani lavorano tranquilli perchè non hanno le pressioni di chi è favorito, dimostrano continuità e stanno ottenendo ottimi risultati. Credo che saranno pericolosi fino alla fine. Noi dobbiamo fare ciò che sappiamo per l’intera partita, senza mai abbassare la guardia, altrimenti diventiamo vulnerabili con qualsiasi avversario».

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Pascali, si va verso il no. Anche ieri pomeriggio il difensore centrale del Cittadella ha svolto un lavoro differenziato, cosa che, molto probabilmente, continuerà a fare sino alla fine della settimana. A questo punto è da escludere che venga convocato per la trasferta di Piacenza di sabato (ore 17.30), la speranza è quella di averlo a disposizione per il posticipo di lunedì 15 febbraio con il Pavia, al Tombolato (ore 20, diretta tv su Rai Sport). Stante l’infortunio muscolare di De Leidi, che ne avrà per almeno un mese, nel cuore del reparto arretrato è perciò scontata la conferma della coppia Scaglia-Cappelletti. A parte continuano ad allenarsi anche Donazzan e Paolucci, ma in questo caso i tempi di recupero sono più lunghi. Intanto, l’Associazione Italiana Arbitri ha comunicato le designazioni per la 21ª giornata: a dirigere Pro Piacenza-Cittadella è stato chiamato Emanuele Mancini della sezione di Fermo, che sarà coadiuvato dalla coppia Badoer-Giuliani.

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Mattia Minesso, le saranno fischiate le orecchie lunedì… «Per le voci dall’Ata Hotel di Milano?». Sì, appunto. Nel corso dell’ultimo giorno del mercato di riparazione la lista delle sue possibili pretendenti si è arricchita. Al Bassano, che doveva sostituire Iocolano e che alla fine si è dirottato su Laurenti dell’AltoVicentino, si sono aggiunte Pavia, Matera e Cosenza. Si era già preparato a salutare Cittadella? «Sapevo che sarei potuto andar via, ero pronto per entrambe le soluzioni. Non nascondo che con il Bassano, in particolare, i contatti erano in piedi da alcuni giorni. Avevano bisogno di un esterno e a me non dispiaceva l’idea di giocare di più, il mio benestare al trasferimento l’avevo dato. Le società, però, non si sono accordate e l’operazione non si è fatta. Credo che se fosse arrivata una mezzala (la prima scelta del d.g. Marchetti era Staiti, dell’Entella, rimasto invece in Liguria, ndr), probabilmente sarebbe stata trovata una sistemazione anche a me». Con che spirito resta in granata? «Questo voglio che sia chiaro: rimango e garantirò il massimo impegno. Io resto per vincere il campionato e per farlo da protagonista. Questo gruppo ha le carte in regola per riuscirci e farò di tutto per mettere in difficoltà il mister». Lei in Serie B era fra i titolari in pianta stabile, mentre in questa stagione è stato impiegato in campionato per appena 312 minuti. È evidente che il 4-3-1-2 adottato da Venturato la penalizza. «Il modulo non mi aiuta, ma posso essere utilizzato da mezzala. Altri giocatori, come Lora, Schenetti e Zaccagni sono abituati da più tempo a quei movimenti, ma io sono pienamente disponibile». Con il mister come va? «Lui parla molto con noi e crede in questo gruppo. Mi ha detto che, a suo parere, ho le caratteristiche per ricoprire bene quel ruolo. Lo penso anch’io». Intanto, mentre a Milano direttori sportivi e procuratori erano nel pieno delle trattative, in campo si giocava: la vittoria per 2-1 della Cremonese sull’Alessandria ha lasciato i piemontesi a 6 lunghezze di distanza dal vostro primo posto. «Ma non cambia più di tanto: sono convinto che l’Alessandria resterà in corsa sino alla fine. E lo stesso farà la FeralpiSalò, che l’ha scavalcata. E poi non dimentichiamo il Pordenone, la vera sorpresa del girone: è bene organizzato e potrà rivelarsi pericoloso. Ma tutti noi siamo consapevoli della nostra forza: questo Cittadella deve solo essere più attento ai particolari per tutti i 90 minuti, evitando certe leggerezze». I “particolari” sfuggiti al vostro controllo hanno rischiato di rovinare le buone prove offerte con Pro Patria e Renate. Peraltro, sabato al “Garilli” ritroverete quella Pro Piacenza che per prima riuscì a crearvi problemi all’andata… «È vero, al Tombolato ci mise in difficoltà e, in un certo senso, ci fece capire cosa ci aspettava in questo campionato. Sarà un test importante per mettere a punto quella che deve essere la mentalità di una squadra vincente». Oggi le società dovranno comunicare alla Lega Pro la lista dei 24 giocatori utilizzabili sino a fine stagione. Al momento, dopo gli inserimenti di Bonazzoli, Nava e Zaccagni, la rosa granata conta 26 elementi: saranno depennati Xamin e Amato che, appartenendo al settore giovanile, potranno essere ugualmente convocati.

Ore 11.30 – (Gazzettino) FINOCCHIO. È arrivato con la formula del prestito fino al termine della stagione nell’ambito dello scambio con Ramadani, passato al Pordenone. «Si è verificato tutto quasi all’ultimo momento, ma questa è un’opportunità importante per me. Voglio fare bene e dimostrare ciò che sono riuscito fare solo a tratti al Pordenone, dato che ho avuto un po’ di problemi fisici che mi hanno costretto a saltare qualche partita». Quanto alle sue caratteristiche tecniche, le descrive così: «Posso interpretare più ruoli. A Pisa ho fatto l’esterno, posso giocare sia a destra e sia a sinistra, al Pordenone ero impiegato più vicino alla porta. Posso fare la seconda punta, mi piace avere campo per sfruttare la velocità e l’uno contro uno». La mamma è brasiliana, il papà è italiano. «Sono nato in Italia e mi sento italiano, tanto da avere giocato anche nelle nazionali giovanili». IL CASO BUCOLO. Ha rifiutato Martina, Lumezzane e Rimini. Alla luce della rottura con Pillon, finirà fuori rosa? «È un termine che non voglio sentire – sottolinea De Poli – Rimane un tesserato del Padova, nei prossimi giorni vedremo: è una decisione che spetta alla società. Gestiremo la situazione nella maniera più opportuna». Non è da escludere che si possa arrivare alla rescissione del contratto.

Ore 11.20 – (Gazzettino) Quando gli chiediamo chi è il suo idolo, gli s’illuminano gli occhi. «Ibrahimovic, l’ho sempre ammirato. Ho tantissimi dvd con i suoi gol, li guardo sempre. E ho appena finito di leggere il suo libro». Cosa si aspetta dal Padova? «Intanto mi aspetto tanto da me stesso e spero di ripagare la fiducia della società». BALDASSIN. È stato preso dal Lumezzane a titolo definitivo fino a giugno, visto che il Chievo ha già un’opzione su di lui a partire da luglio. «È vero e ne sono felice, ma questo deve essere uno stimolo in più per me. Ora però penso solo al bene del Padova e non è detto magari che poi le nostre strade proseguiranno insieme. Ringrazio i biancoscudati per questa opportunità, è una piazza molto ambita e con una storia importante. Spero di dare il mio contributo per raggiungere obiettivi importanti. I play off? È un traguardo alla portata di questa squadra, e poi magari si può realizzare un sogno». Il suo idolo gioca nella Roma. «È Nainggolan, mi rivedo in lui per quanto riguarda il dinamismo. Posso giocare nel centrocampo a due o a tre, mi piace recuperare palla e impostare l’azione, nonché buttarmi negli spazi».

Ore 11.10 – (Gazzettino) «Felicissimi di essere al Padova». Suonano all’unisono le prime dichiarazioni di Claudio Sparacello, Luca Baldassin e Francesco Finocchio. Tutti e tre sono schierati al fianco di Fabrizio De Poli nel giorno (ieri) della loro presentazione all’Euganeo, effettuata prima di scendere in campo per l’allenamento con i nuovi compagni. E a dare a loro il benvenuto alla Guizza, oltre a Bepi Pillon, c’era anche il presidente Giuseppe Bergamin.
SPARACELLO. È approdato in biancoscudato con sei mesi di ritardo: il Trapani lo ha ceduto in prestito con diritti di riscatto e contro riscatto. «So che il diesse De Poli mi aveva cercato in estate. Padova è una piazza importante e ho accettato questa sfida. Sono un giocatore del Trapani, ma adesso penso solo a fare bene per i biancoscudati. Quest’anno ho collezionato sette presenze in B: ho esordito con il Latina, sono partito due volte titolare, ho giocato con Cagliari e Pescara. So che Cosmi (tecnico dei siciliani, ndr) mi stima molto e questo vuole dire che qualcosa valgo. Però uno come me ha bisogno di giocare con continuità e venire al Padova è senz’altro la scelta giusta». Le sue qualità migliori? «Sono un attaccante centrale, ma mi piace andare incontro alla palla e fare salire la squadra, e anche attaccare la profondità».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Il club biancoscudato è stato sanzionato dal giudice con un’ammenda di cinquecento euro perchè “propri sostenitori introducevano e facevano esplodere nel proprio settore un petardo, senza conseguenze”. Intanto, è ripresa la preparazione in vista della sfida con il Feralpi Salò in programma domenica alle 14 all’Euganeo, non senza un intoppo: Altinier è rientrato anzitempo negli spogliatoi per un leggero fastidio dietro alla gamba che aveva accusato già durante la partita con il Lumezzane. In questi giorni l’attaccante aveva messo del ghiaccio e il fastidio sembrava passato, invece è saltato fuori di nuovo. Oggi (doppia seduta) le sue condizioni saranno rivalutate e se ne saprà di più. Sempre oggi Cunico avrebbe dovuto essere operato al menisco mediale del ginocchio sinistro, ma l’intervento è stato rinviato.

Ore 10.40 – Biancoscudati in campo alla Guizza per l’allenamento pomeridiano.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Suo malgrado, però, il suo nome è legato anche ad una curiosa vicenda avvenuta nel 2011, in Bologna-Parma del campionato Primavera: l’allenatore avversario gli aveva urlato: «Finocchio, mettila fuori!», chiedendo l’interruzione del gioco per soccorrere un giocatore a terra. E l’arbitro, travisando la frase, l’aveva espulso per “espressioni ingiuriose”. Promesso sposo. Il terzo, Luca Baldassin, ha una caratteristica unica: a luglio diventerà un giocatore del Chievo, con cui ha un accordo già da quando giocava a Lumezzane. Il Padova l’ha tesserato fino a giugno, ma ciò non significa che, se dovesse far bene, non possa rimanere anche l’anno prossimo: «Ho un’opzione con il Chievo, e ne sono ovviamente molto felice. Ma per me dev’essere uno stimolo e basta, sono un giocatore e del Padova e penserò solo a questa maglia: a fine stagione le nostre strade potrebbero comunque unirsi ancora per proseguire». Centrocampista duttile, con doti di interdizione ma anche la capacità di inserirsi e impostare il gioco, il 22enne di Vittorio Veneto è pronto per la sua nuova avventura. «La società mi ha dato una grande possibilità: Padova è una piazza ambita e, vista da fuori, è una squadra molto solida che può sicuramente ambire ai playoff».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Fisicamente è ben strutturato, tecnicamente ne parlano benissimo tutti coloro che l’hanno visto giocare. «Quando ho un po’ di tempo libero, guardo ore e ore di dvd del mio idolo, Zlatan Ibrahimovic: ho visto una sacco di sue partite, è l’attaccante più forte e completo che ci sia, e io guardo i suoi movimenti cercando di rubargli qualcosa». Giocatore “modello”. Ma lì davanti, da ieri, non c’è solo Sparacello: da Pordenone è sbarcato anche Francesco Finocchio. Un nome che, di primo acchito, ai più non dirà molto: classe ’92, cresciuto nelle giovanili del Parma, potrebbe invece rivelarsi uno degli acquisti più interessanti di questa sessione invernale. Perché, oltre che da seconda punta, può giocare anche da esterno destro nel 4-4-2: in un colpo solo De Poli ha trovato l’alternativa ad Altinier e pure a Ilari. «Mia madre è brasiliana», racconta il secondo nuovo arrivato, la cui carnagione tradisce effettivamente origini lontane, «ma io sono nato a Caserta e sono sempre vissuto in Italia». A 11 anni si è trasferito a Reggio Emilia, poi è entrato nel vivaio del Parma. Ma c’è di più: dopo il gol segnato alla Pro Piacenza, due settimane fa, ha lasciato perdere i festeggiamenti ed è andato a Parma a sostenere un esame del corso di Economia che frequenta presso l’ateneo emiliano. «La carriera da calciatore non finisce certo a 50 anni: ho l’opportunità di fare l’università, mi piace, e riesco a conciliare le due cose. Quando smetterò di giocare, mi piacerebbe entrare nel management sportivo, e per questo continuo a studiare».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Tre personaggi in cerca di gloria. Ognuno degli ultimi tre acquisti del mercato invernale del Padova ha qualcosa da raccontare, ma soprattutto le potenzialità per stupire. Sono arrivati tutti e tre insieme ieri mattina, dopo i trasferimenti concretizzatisi nell’ultimo giorno di “mercato”: Claudio Sparacello, Francesco Finocchio e Luca Baldassin erano tutti insieme all’Euganeo, e nel pomeriggio alla Guizza per l’allenamento con i nuovi compagni. Scusate il ritardo. Claudio Sparacello e i biancoscudati avrebbero potuto abbracciarsi ben prima di lunedì scorso. Il direttore sportivo Fabrizio De Poli ne era rimasto stregato un anno fa, quando al Torneo di Viareggio l’attaccante, allora 19enne, del Trapani, ma in prestito in Serie D al Tiger Brolo, faceva faville con la Rappresentativa Dilettanti in coppia con Filippo Pittarello. E già l’estate scorsa erano nati i primi ammiccamenti: «Arrivo con sei mesi di ritardo», le parole del nuovo attaccante, «ma convinto di aver fatto la scelta giusta». Sparacello in questa stagione ha potuto godere della stima del suo tecnico, Serse Cosmi, che fino a lunedì ha fatto di tutto per trattenerlo a Trapani e non lasciarlo partire. «Ma un attaccante come me ha bisogno di giocare, di avere continuità. Cosmi quest’anno mi ha concesso la fortuna di poter esordire in Serie B, ho messo insieme 7 presenze, non male per un novellino della cadetteria».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Al momento, le sensazioni fanno propendere per questa seconda ipotesi. «Non essendo partito, Bucolo rimane un tesserato del Padova», ha spiegato ieri il ds De Poli. «Ma vedremo nei prossimi giorni come proseguirà il nostro rapporto con lui: o il giocatore farà parte della squadra, o non rientrerà più nel progetto sportivo, e quindi nella “lista campionato”. Abbiamo messo Bucolo sul mercato, e lui ha rifiutato di accasarsi in tre società che erano interessate ad averlo. Qui non si parla di cattiveria, ma di scelte: lui ha fatto le sue, noi faremo le nostre». Il nervosismo del direttore sportivo, lunedì sera a Milano, era evidente: fino alle 22.30 si è cercata invano una soluzione. Ma se il centrocampista chiedesse scusa, lo scenario potrebbe cambiare ancora.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il futuro di Rosario Bucolo si conoscerà oggi, giorno in cui è programmata la consegna alla Lega Pro della cosiddetta “lista campionato” da parte della società. Si tratta di una misura definitiva: essendo ormai chiuso il mercato, da qui alla fine della stagione nessun giocatore potrà essere cancellato da quell’elenco, ed eventuali innesti successivi saranno possibili solo in presenza di posti liberi tra i 24 previsti. Basterà attendere poche ore, quindi, per svelare il mistero: Bucolo, dichiaratamente in partenza negli ultimi giorni dopo lo scontro in allenamento con mister Pillon, è rimasto a Padova dopo aver rifiutato tutte le destinazioni propostegli lunedì, ultimo giorno di trattative. A questo punto rientrerà nella lista oppure ne sarà escluso e da qui a giugno, pur rimanendo formalmente un tesserato biancoscudato, non potrà più disputare gare ufficiali?

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Cinquecento di euro di ammenda: è questa la sanzione comminata dal giudice sportivo della Lega Pro, Pasquale Marino, al Padova, per il petardo introdotto e fatto esplodere nel settore ospiti a Lumezzane, al 43’ del primo tempo, dai tifosi biancoscudati. Per il match di domenica all’Euganeo (ore 14, arbitro Giua di Pisa) la Feralpi Salò dovrà fare a meno del centrocampista Tantardini, fermato per un turno dal giudice sportivo. Intanto, è stato rinviato l’intervento in artroscopia di pulizia al menisco mediale del ginocchio sinistro di Marco Cunico, infortunatosi la settimana scorsa in allenamento alla Guizza, che era previsto oggi alla Casa di cura Diaz di Abano Terme. Il capitano, ormai fermo dall’attività da mercoledì scorso, non dovrebbe restare lontano dai campi di gioco per un periodo lungo, ma tornare perfettamente arruolabile tra circa un mese. Per i compagni, invece, doppio appuntamento oggi alla Guizza, alle 10 e alle 15: da verificare le condizioni di Altinier, fermatosi ieri nel corso dell’allenamento per un fastidio muscolare.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 41, FeralpiSalò 37, Alessandria 35, Pordenone 34, Bassano 33, Reggiana e SudTirol 32, Pavia 30, Cremonese e Padova 28, Giana Erminio 25, Cuneo 24, Pro Piacenza 23, Lumezzane e Renate 19, Mantova 18, AlbinoLeffe 14, Pro Patria 1 (-7 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della ventesima giornata: Lumezzane-Padova 02 (Neto Pereira (Pd) al 19′ pt, Altinier (Pd) al 38′ st), SudTirol-Pavia 1-1 (Sforzini (Pv) al 17′ pt, Spagnoli (St) al 26′ pt), Pordenone-Mantova 1-0 (Strizzolo (Pn) al 12′ pt), Cuneo-Giana Erminio 2-2 (Perico (Ge) al 43′ pt, Chinellato (Cu) al 20′ st e al 40′ st, Cogliati (Ge) al 32′ st), Cittadella-Renate 3-2 (Bizzotto (Ci) al 1′ pt, Litteri (Ci) al 8′ pt, Florian (Re) al 43′ pt e al 9′ st, Lora (Ci) al 26′ st), FeralpiSalò-Pro Patria 2-0 (Guerra (Fs) al 44′ pt, Tortori (Fs) al 24′ st), Reggiana-Pro Piacenza 4-0, AlbinoLeffe-Bassano Virtus 0-0, Cremonese-Alessandria 2-1.

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 2 febbraio: primo allenamento settimanale per i Biancoscudati, si ferma precauzionalmente Altinier.




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