Padova-Cittadella, Gabrielli: “L’arbitro ci ha favorito? Se così fosse non avrebbe espulso Cappelletti…”

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Presidente Andrea Gabrielli, iniziamo dalle discussioni finali, così leviamo subito il dente e l’eventuale dolore. Pillon, al termine del derby vinto dal Cittadella all’Euganeo, ha aspramente contestato alcune decisioni arbitrali, dal rigore concesso e poi cancellato nel primo tempo per il presunto fallo di Scaglia su Altinier al tocco di mano in area di Lora in chiusura di partita. Lei che impressioni ha avuto? «Scusate, ma preferisco non soffermarmi sugli episodi e non dare così adito a polemiche», replica il numero uno granata. «Dico solo che, se il direttore di gara avesse voluto sul serio favorirci, non avrebbe espulso Cappelletti. E aggiungo che mi hanno fatto piacere le parole pronunciate dal presidente Bergamin, che a fine gara ha detto che non “esiste che ce la si prenda con l’arbitro”. Subito dopo il triplice fischio ci siamo salutati cordialmente davanti agli spogliatoi, augurandoci l’”in bocca al lupo”. Per questo, più che degli episodi, vorrei parlare di un Cittadella che, se avesse chiuso il primo tempo in vantaggio, non avrebbe rubato nulla, e che nel secondo ha saputo reagire al momento più difficile». Scusi se insistiamo. Nel turno precedente, contro il Pavia, c’era stata un’altra decisione arbitrale anomala, con il gol – valido – annullato e poi concesso a Iori. Niente “guanti di velluto” nei confronti della capolista? «Non ho avuto questa impressione né contro i lombardi né all’Euganeo. E comunque vale lo stesso discorso fatto in precedenza: un arbitro intenzionato ad aiutarci avrebbe subito convalidato la rete di Iori, che era regolare, senza tutte quelle discussioni, no?». E allora veniamo più direttamente al derby. Cos’ha pensato subito dopo la gara? «Che vincerlo, in una cornice splendida come quella offerta dall’Euganeo, è diverso dal vincere le altre partite. E poi che era fondamentale esserci riusciti per aver mantenuto i 7 punti di vantaggio sulle inseguitrici. Due obiettivi centrati in un colpo solo». Possiamo abbandonare ogni prudenza e dire che quello compiuto è un passo avanti deciso verso la riconquista della Serie B? «No, perché non possiamo permetterci di mollare assolutamente nulla, considerato come corrono le inseguitrici. A partire da questo Pordenone che non si ferma più e che è andato a vincere in casa della Cremonese: speravo che potesse scapparci almeno un pareggio…». Rovesciamo la domanda: si sarebbe immaginato di essere così avanti un mese fa? «No. Stiamo “governando” il girone da tempo, ma ripensando a come era iniziato il campionato, non avrei mai ipotizzato un margine del genere. Con i tre punti a partita, però, bastano un paio di gare sbagliate per ritrovarsi di nuovo tutti lì, per questo dico che i giocatori devono scendere in campo pensando di essere a +1, non a +7 sul secondo posto». Chi l’ha impressionata di più domenica? «È stata ancora una volta la vittoria della squadra. Tuttavia, se proprio volete qualche nome, faccio quelli di Scaglia e Iori. Di solito i riflettori sono puntati su chi segna, ma Scaglia è stato un vero e proprio gladiatore, a cui non è sfuggito nulla. E Iori forse nelle ultime due partite ha commesso qualche errore più del solito, ma si è fatto ampiamente perdonare, facendosi trovare pronto in zona gol: è uno che si fa sempre sentire in campo, anche nelle giornate meno positive. E poi c’è un altro uomo da elogiare». Chi? «Venturato. Ha impostato ottimamente la gara e l’ha saputa gestire al meglio, risistemando la squadra quando si è trovata in dieci uomini. Merita tutti i complimenti del caso».

(Fonte: Mattino di Padova, Diego Zilio)

La vittoria dell’Euganeo ha fatto fare i salti di gioia al popolo granata. L’euforia dei tifosi dopo il successo sul Padova quasi si poteva toccare con mano, tant’era genuina e sincera. Ma ha lasciato il segno anche nella squadra, nei tecnici e nella dirigenza. Il presidente Andrea Gabrielli ha assaporato la sfida da vicino, dalla panchina, per vivere le emozioni fino in fondo: «Sentivo il contatto con il terreno di gioco, con la partita. Era una bella giornata, e la cornice di pubblico testimoniava l’importanza dell’evento. È stato un bel derby per i nostri colori». Anche Gabrielli è saltato in campo al triplice fischio dell’arbitro, ma durante i novanta minuti non ha mai perso l’aplomb che lo contraddistingue: «Nel sederti in panchina c’è l’emozione iniziale che è più forte, poi però sei troppo coinvolto dalla partita che quasi la vivi con una tensione minore di quando la guardi dalla tribuna. Alla fine i festeggiamenti ci stavano tutti». Lo stereotipo della giornata perfetta, insomma. «Il derby è sempre speciale, per noi rappresentava una tappa importante. Ci ha permesso di mantenere immutato il vantaggio sulla seconda, il traguardo si avvicina sempre di più, a quello stiamo puntando». Degna dell’evento anche la curva dei tifosi granata, che dopo gli sfottò della settimana si sono presentati allo stadio con il cappello di paglia. «Un po’ di goliardia fa bene al calcio, dà pepe e ancora più interesse alla partita, l’importante è che tutto rimanga tra le righe, nel rispetto reciproco». L’allenatore biancoscudato Pillon si è lamentato dell’arbitraggio. «Non ho sentito le sue parole, ma non credo si sia fermato a discutere soltanto del direttore di gara, sarebbe riduttivo. Abbiamo avuto anche noi un espulso, prima del Padova, ma chi ha visto la partita credo si sia reso conto delle tante occasioni che ha avuto il Cittadella, specie nel primo tempo, quando il portiere Favaro ha compiuto interventi decisivi. Davvero bravo l’estremo difensore del Padova, un giovane dal grande avvenire». Presidente, durante i novanta minuti ha mai pensato di non riuscire a vincere il derby? «Sì, perché quando vedevo che la squadra costruiva tanto senza riuscire a concretizzare alcunché, temevo la beffa, ero quasi spaventato. Era la tipica situazione in cui avevi tutto da perdere, invece il calcio ti riserva sempre sorprese. Nel momento forse più sofferto abbiamo sfruttato al meglio una delle poche occasioni avute nella ripresa. Va dato merito a chi ci ha creduto e fatto il gol». A Litteri in particolare, attaccante vero, di grande spessore per la categoria. «È uno che sta facendo la differenza, un valore aggiunto notevole per il Cittadella. Incarna perfettamente il cosiddetto “falco d’area”, quello che negli ultimi metri non sbaglia». Non ha sbagliato nemmeno Venturato nel preparare il derby. «Mi è piaciuto tantissimo, direi che è stato perfetto anche nei cambi. Il suo contributo nel costruire il gruppo è tangibile, mi auguro che anche per Venturato arrivi la grande soddisfazione finale». Domani c’è la Coppa Italia, quanto ci tiene il Cittadella? «Faremo del nostro meglio per passare il turno, non lasceremo niente di intentato perché non abbiamo mai vinto la manifestazione di Lega Pro. Ci sarà poi l’opportunità di far giocare coloro che hanno trovato meno spazio, ma che meriterebbero al pari degli altri». Ora in campionato si aspetta anche un Tombolato pieno. «Con il Pavia nonostante il tempo avverso, non mancava la gente. Il pubblico spero sia sempre più coinvolto, è fondamentale per centrare l’obiettivo che abbiamo in mente».

(Fonte: Gazzettino)




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