Live 24! Mantova-Padova, la vigilia: Mazzocco e Finocchio dal primo minuto?

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Ore 22.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) L’attesa assemblea dei soci di Vi.Fin. c’è stata e ha delineato le linee guide del prossimo futuro. All’ordine del giorno una situazione non facile. Dopo quello dell’Usl per circa 39 mila euro di arretrati per l’assistenza rianimatoria al Menti, c’è anche il decreto del Comune di Vicenza per gli affitti non pagati. Situazioni che Vi.Fin. si è ritrovata in eredità dalla gestione di Finalfa, società dalla quale la finanziaria vicentina potrebbe acquisire il Vicenza calcio. Ieri la decisione più importante, stavolta messa per iscritto, con la confermata volontà di far valere l’opzione di acquisto delle quote di maggioranza del Vicenza. «Non abbiamo fatto altro che confermare quanto diciamo da tempo — precisa l’amministratore delegato di Vi.Fin. nonchè uomo di riferimento di Pulitalia e Caffè Vero, Marco Franchetto — ossia che se l’Agenzia delle Entrate accetterà la nostra proposta di rateizzazione del debito Iva in 15 anni, e se il Vicenza rimane in serie B, noi eserciteremo il diritto di opzione di acquisto delle quote di Finalfa. A rendere ancora più forte la nostra decisione, c’è il fatto che l’attestatore ha richiesto di mettere la nostra volontà per iscritto e noi l’abbiamo fatto». Non resta quindi che attendere la risposta dell’Agenzia delle Entrate e qui tutto lascia prevedere che sarà positiva, più preoccupante la situazione di classifica del Vicenza da cui dipenderà in larga parte il futuro prossimo della società. Vi.Fin. infatti è pronta a garantire il piano di ristrutturazione del debito che verrà presentato in Tribunale, ma lo farà solo nel momento in cui eserciterà il diritto di opzione che a sua volta, come detto, è legato alla permanenza del Vicenza in serie B. E’ bene precisare che qualora Vi.Fin. non acquistasse il club, non andrebbe a garantire nemmeno il piano di ristrutturazione e quindi cadrebbe anche la rateizzazione a 15 anni dell’Iva. Di fatto si tornerebbe alla situazione attuale, con il rischio che anche l’attuale rateizzazione in cinque anni possa essere revocata, con conseguenze (funeste) facilmente prevedibili.

Ore 21.30 – (Il Piccolo) Le tre vittorie consecutive al Rocco della Triestina con presenza di pubblico sempre crescente (prima 200, poi 500, quindi gli 800 di domenica scorsa) hanno dimostrato quanto siano importanti in questa fase la presenza e il calore dei tifosi. Ecco perché già da domani, quando al Rocco arriverà l’Union Ripa in un fondamentale scontro diretto, sarà importante che ancora più tifosi siano presenti allo stadio e si facciano sentire. È l’appello che viene anche dai Triestina Club, che proprio da tre partite sono tornati al Rocco. «Bisogna esserci – dice Raffaella Longo delle Mule Alabardate – soprattutto in un situazione delicata, nella quale il curatore ha bisogno di soldi per portare avanti la squadra fino alla gara d’acquisto. E i tifosi possono aiutarlo acquistando i biglietti. I ragazzi, nonostante le difficoltà, si sono sempre comportati bene, quindi hanno il diritto e il bisogno di essere appoggiati, anche per dimostrare che la città non ce l’aveva con loro. E c’è bisogno dei tifosi anche per dare uno sprone a Milanese a non mollare, perché sicuramente incontrerà molte difficoltà. Queste tre partite le ho viste in tribuna, ma credo che ora tornerò in curva perché mi manca. Dispiace che non ci siano gli ultras, rispetto la loro idea come loro rispettano la nostra. Ma spero che tutto si risolva presto e che possano esserci, la squadra avrebbe una marcia in più». Michele Bertocchi del Triestina Club Bassanese fa presente che chi non c’era, l’ultima volta, si è perso un grande spettacolo: «Devo dire che l’ultima domenica è stata davvero emozionante, da tanto tempo non vedevo giocatori dare l’anima in questo modo. E a sprazzi si è visto anche un po’ di gioco. Chiedo a chi ha ancora dei dubbi, di venire allo stadio anche contro le intemperie, perché se la squadra gioca così, vedranno una cosa che da tanti anni non si vedeva al Rocco. Complimenti alla squadra, in particolare a Vezzani, e a Milanese per come sta gestendo il tutto: spero davvero che la Triestina possa andare a lui». «Io credo che tornare adesso allo stadio dopo le vicende avute con le passate gestioni – dice Tullio Bonazza del T.C. Nereo Rocco – sia una cosa naturale, logica, automatica. E mi auguro che tutti la pensino cosi. È importante per il tifo alla squadra, ma anche per l’aiuto economico che si può dare. E poi è importante perché si aiuta la squadra. Io ho il massimo rispetto per la posizione della Curva Furlan, ma per me non è comprensibile. Prima c’era una posizione condivisa da tutti vista la società inesistente, ma adesso? In questo modo si abdica alla propria ragione di essere. I tifosi devono fare i tifosi, applaudire, contestare, ma fare i tifosi, non giudici di cosa sarà o potrà essere».

Ore 21.00 – (Corriere delle Alpi) Vietato sottovalutare la Sacilese. L’impegno di domani del Belluno può sembrare facile, sulla carta, ma i gialloblù non possono permettersi di prendere sotto gamba l’avversario. La squadra di Sacile è ultima in classifica con nove punti ed è ormai condannata ad una retrocessione senza passare per i playout. I biancorossi hanno il peggiore attacco del girone con ventiquattro reti realizzate in ventinove partite; ma il dato più significativo è sicuramente relativo alla difesa, che ha subito settantasette gol, una media di più di due gol a partita. Nonostante tutto però Bertagno e compagni dovranno scendere in campo con la grinta, la voglia e lo spirito di squadra visto contro il Dro. «Dovremo rimanere concentrati e non sottovalutare un match che sulla carta può sembrare facile, ma che in realtà nasconde molte insidie», spiega il tecnico gialloblù Roberto Vecchiato, «fortunatamente ritornerò a sedermi in panchina, mi mancava non poter stare vicino ai miei ragazzi sul campo, anche se è vero che è molto più facile analizzare la partita dalla tribuna e valutare gli errori commessi. La squadra sta bene e avrò dopo tanto tempo l’intera rosa a disposizione; ma soprattutto la vittoria di mercoledì contro il Dro è stata determinante per ritrovare serenità ed entusiasmo dopo la resa di Trieste». Tutta la rosa a disposizione. Contro la Sacilese il tecnico gialloblù potrà contare su tutti i ragazzi; dalla squalifica rientra Masoch mentre Quarzago sarà del match prima di partire per la chiamata della nazionale under 17 della Lega Dilettanti. Il fuoriquota gialloblù partirà lunedì per Arco di Trento per disputare il torneo Beppe Viola. Per questo impegno, che durerà fino a domenica 13 marzo, il ragazzo salterà il big match di sabato 12 contro i cugini del Ripa Fenadora. Attenzione ai diffidati. Sommacal e Mosca alla prossima ammonizione salteranno il match successivo e dovranno quindi stare particolarmente attenti domani pomeriggio per cercare di esserci contro la squadra del Boscherai. Chi gioca? Vecchiato potrebbe scegliere Brino tra i pali mentre per la difesa sulle corsie esterne dovrebbero esserci Mosca a sinistra e Pescosta a destra. Al centro la coppia potrebbe essere formata da Pellicanò e Sommacal, con Calcagnotto che forse rifiaterà per un match. A metà campo Bertagno va in cabina di regia supportato da Miniati e dal rientrante Masoch. In attacco Corbanese sarà il punto di riferimento, supportato da Farinazzo, uno dei più in forma, e da Duravia, che potrebbe tornare a ricoprire il ruolo di esterno sinistro. Il match sarà diretto da Stefano Frasca di Ragusa.

Ore 20.30 – (La Provincia Pavese) Con 27 punti oggi è a due lunghezze lontano dalla zona play out: la salvezza è l’obiettivo della Giana Erminio, club che porta il cognome e nome di Erminio Giana, l’alpino morto nel 1932 in circostanze tragiche. La dirigenza di allora del club di Gorgonzola decise di dedicargli, nel dopoguerra, il nome della squadra. La storia della Giana è quella di un miracolo calcistico, visto che rappresenta una città di 20mila abitanti a venti chilometri da Milano, conosciuta soprattutto per il nome dell’omonimo formaggio. Il club a strisce biancoblu è al suo secondo anno in Lega Pro dopo una scalata che l’ha portato in tre stagioni dal 2011 al 2014 dalla Promozione alla ex serie C. Un “miracolo” che ha tre personaggi cardine: il presidente Oreste Bamonte, imprenditore caseario di origine salernitana, il direttore generale Angelo Colombo, da quasi trent’anni in società e Cesare Albè, alla guida tecnica della squadra da ventidue anni dal 1994. La Giana si presenta a Pavia reduce da due sconfitte consecutive: il 2-0 subito a Bassano e lo scorso week-end quella casalingo (0-1) con il Cittadella, peraltro immeritata. Nel girone di ritorno dopo il successo a Lumezzane (1-0) nella prima giornata ha raccolto solo tre pareggi, con Cuneo, Reggiana e Pro Piacenza. Quella di mister Albè è una formazione che ha raccolto maggiormente fuori casa: quattro vittorie e cinque pareggi. 17 punti esterni tanti quanti ne ha ottenuti il Pavia, anche se gli obiettivi di classifica sono ben diversi. Giana da prendere, quindi, con le molle anche perché le prestazioni della formazione brianzola ci sono state anche nelle gare in cui, come è accaduto nelle ultime due settimane, è uscita dal campo a mani vuote. Rispetto al match casalingo perso con la capolista, mister Albè non avrà a disposizione in attacco Perna, squalificato. Difficilmente rientrerà dal 1’ il suo giocatore più esperto in fase offensiva, quel Salvatore Bruno, capocannoniere del club biancoblu con 7 reti, di cui 3 su rigore. Il 36enne centravanti napoletano (lo scorso anno chiuse il campionato a quota 16 con la maglia del Real Vicenza) è reduce da un infortunio al polpaccio e successivamente da un guaio muscolare al collo, per cui anche con il Cittadella è entrato in campo solamente a gara in corso. Più probabile che in campo dal 1’ a fianco dell’ex azzurro Pietro Cogliati ci sia nel duo attacco l’esperto Andrea Gasbarroni. Una soluzione già adottata da mister Albè qualche settimana fa contro il Cuneo.

Ore 20.10 – (La Provincia Pavese) Sarà il capello lungo e il barbone che gli disegnano quel look un po’ retrò, con tutti i calciatori che sembrano appena usciti dal coiffeur. Il suo attuale mister Albé, lo definisce naif. «Come mai? Non saprei. Però mi piace. Forse avrei dovuto giocare negli anni Settanta, quando di calciatori naif ce n’erano, e anche tennisti. C’era meno tattica e più estro. La qualità non è mai troppa, chi ce l’ha dovrebbe sempre giocare, e non parlo per me». Quella qualità che avrebbe potuto portare Andrea Gasbarroni, classe ’81, più in alto di quanto una carriera comunque brillante gli ha riservato: tanta A (Palermo, Samp, Parma, Genoa) e B (ancora Samp e Palermo, e poi Torino), prima di scendere in C a Monza e approdare un anno fa alla Giana Erminio, avversario di domenica del Pavia. Risolti i problemi di pubalgia che lo hanno afflitto a lungo in passato, il fantasista ha ricominciato a giocare con continuità. Hai già detto che comunque il calcio di provincia, in Lega Pro, ti piace. «E’ una scelta che ho fatto da qualche anno. Dopo due stagioni splendide a Monza è capitata questa opportunità e ho subito di sì. Da bambino giocavo per divertimento, mi diverto ancora. Qui si fa un calcio genuino, però devi comunque dimostrare di esserci. Rimpianti? Magari qualche anno in più ad alti livelli, ma intanto ho avuto la possibilità di fare il lavoro che mi piace. Vorrei giocare ancora 3-4 anni». Si dice che le differenze principali con A e B sono intensità, ritmo, fisicità. «Per quanto mi riguarda, più scendi e più fai fatica, anche perché ti confronti con calciatori più giovani. Le differenze tra categorie ci sono, in qualità, tecnica, fisico. Però quest’anno soprattutto il girone A della Lega Pro è molto competitivo, c’è più di una squadra forte. Parecchie giocano bene e hanno elementi validi. C’è il Pordenone, grandissima sorpresa. Ma anche Alessandria, Pavia, Bassano, Cittadella, Reggiana. Club che hanno fatto investimenti importanti per cercare di dalire in B». Tra i ricordi più belli ci sono le Olimpiadi del 2004? «Vincemmo il bronzo e ci andò anche male perché in semifinale ci capitò l’Argentina. C’erano giocatori come Pirlo, Barzagli, De Rossi e Gilardino che due anni dopo avrebbero vinto il mondiale. Prima ho avuto la fortuna di giocare dall’Under 17 all’Under 23. Ma ricordo anche le bellissime esperienze nei club». Alla Giana c’è mister Albè, sulla panchina da 22 anni, e Bamonte è presidente da 31. Mosche bianche nel calcio. «E’ una situazione unica, difficile pensarla altrove. Con loro, e col direttore Colombo, mi trovo benissimo: è una società famigliare. Sono persone serie, perbene». Cosa non ti va del calcio? «Anzitutto, se rinasco gioco ancora a pallone. Il bello è quello che succede in campo, il giorno della partita. Poi c’è tutto quello che ruota attorno, soldi e interessi. Finché giochi va tutto bene, quando smetti magari non si ricordano più di te, penso anche a campioni come Del Piero o Maldini. Ma se sei intelligente i valori li trovi altrove, con qualche amico». I tuoi giocatori preferiti? «Ce ne sono così tanti. Messi fa un altro sport, ma penso anche a gente come Ribery, Robben, Neymar, Suarez, Iniesta. Mi piace tanto Lamela, e poi Dybala, Bernardeschi. E Borja Valero, straordinario. Calciatori che creano superiorità». Non ti piace il calcio all’italiana. «Il livello del nostro campionato è calato, ma c’è molta tattica ed è ancora quello più difficile. Quello spagnolo è più divertente, c’è più qualità. Però anche qui ci sono squadre come la Fiorentina, spettacolare, o il Napoli, che gioca benissimo. Poi c’è la Juve che è la più forte e se vince sempre un motivo ci sarà». Oltre al calcio cosa c’è nella tua vita? «La mia compagna e le mie due figlie, 4 anni e mezzo e 9 mesi. Sono loro la mia vita». Nel futuro dopo il calcio cosa c’è? «Bella domanda, non ci ho ancora pensato perché mio vedo ancora come giocatore. Allenare? Mah, poi tocca pure a me fare il catenaccio… ». Tra i tanti allenatori avuti qualcuno lo ricordi in maniera particolare? «Mi sono trovato bene con tutti, anche se poi con tutti ho litigato: ciascuno mi ha dato qualcosa. Ma quando sei giovane le capisci poco certe decisioni, vorresti sempre giocare, anche se non sei in condizione. Calcisticamente su tutti c’è stato Guidolin, un grande». Anche Totti vuole continuare a giocare. «Ecco, uno che avevo dimenticato: un fenomeno. Fa bene a voler giocare ancora, poi è chiaro che a una certa età non puoi pretendere di farlo sempre e decide l’allenatore». Domenica c’è il Pavia. «Nel reparto avanzato sono molto bravi, ma anche dietro ha tanti esperti. La proprietà cinese? Penso che abbiano tante disponibilità e se sono persone serie, come credo, è un bene che investano». Albé aveva detto che quest’anno l’obiettivo è provare a salvarsi con meno patemi. «Eh, ma non sarà così. Dovremo lottare fino alla fine».

Ore 19.40 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 56, Bassano e Pordenone 46, FeralpiSalò 42, Alessandria 40, Pavia 39, Cremonese, Reggiana e SudTirol 37, Padova 35, Cuneo 28, Giana Erminio 27, Lumezzane e Pro Piacenza 26, Renate 25, Mantova 22, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).

Ore 19.30 – Lega Pro girone A, fischio finale: Cittadella-AlbinoLeffe 1-0, FeralpiSalò-Pro Piacenza 1-1, Pro Patria-Bassano 0-1.

Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) Della necessità di trovare nuovi soci per affrontare la prossima stagione calcistica si è cominciato a parlare fin dall’insediamento della Sdl in Viale Te, lo scorso giugno. Il discorso è poi tornato d’attualità mesi addietro, quando i vertici societari trattarono con tre cordate diverse senza però arrivare all’obiettivo. Adesso il tema è di nuovo di forte attualità e il patron biancorosso Serafino Di Loreto informa che «si sta discutendo con un interlocutore italiano serio, che rappresenta investitori russi. Il loro interesse è rivolto alla prossima stagione calcistica, è legato alla visibilità di Mantova capitale della cultura italiana 2016 e anche a un discorso con le scuole calcio nel loro Paese». La “trattativa” è portata avanti «dal presidente Musso», che però ieri era irraggiungibile al telefono. Qualche particolare in più su quanto sta accadendo lo fornisce comunque lo stesso Di Loreto: «Questo gruppo sarebbe interessato a rilevare almeno il 51% del Mantova, per poter dar corpo a un progetto nel quale incidere in maniera concreta». E il progetto della Sdl allora che fine farà? «Noi, nell’eventualità che il discorso si concretizzi, non scapperemo di certo via. Anzi, reinvestiremmo nel Mantova l’eventuale somma apportata da questi imprenditori russi. La nostra intenzione, fin dall’inizio – aggiunge il patron biancorosso – è stata quella di dar vita a un progetto ambizioso, che vedesse impegnati la Sdl, i vecchi soci mantovani e altre forze imprenditoriali, possibilmente locali, per riportare il Mantova nel calcio che conta. Purtroppo, il tessuto imprenditoriale mantovano non ha fornito risposte positive alle nostre sollecitazioni. E, pur consapevoli che questa ritrosia può avere mille spiegazioni (le ultime tribolate stagioni dell’Acm, la crisi economica, la volontà di verificare prima i risultati del nostro lavoro e chissà cos’altro), dobbiamo prendere atto della realtà dei fatti. Il che non significa – insiste Di Loreto – che vogliamo arrenderci o abbandonare la nave, ma che stiamo cercando di trovare altrove le risorse necessarie per rilanciare il progetto Mantova. E se per fare questo bisognerà cedere il timone del club, lo faremo nell’interesse della squadra e della città, rimanendo comunque al fianco di eventuali nuovi proprietari. Teniamo molto alla nostra immagine e al nostro onore – conclude il socio fondatore di Sdl -, dunque andremo fino in fondo in questa avventura, mantenendo le promesse fatte con l’obiettivo immutato di riportare il Mantova in categorie superiori».

Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) Neopromosso dalla D dopo il fallimento ma partito subito con qualche ambizione nemmeno troppo nascosta, il Padova ebbe un avvio promettente salvo poi incappare in una fase altalenante della stagione. Così dopo 13 giornate (e 15 punti in classifica) ne ha fatto le spese mister Carmine Parlato, ex giocatore biancorosso ai tempi del compianto patron Cioli e artefice della trionfale promozione dei biancoscudati in Lega Pro. Per il sostituto la scelta è caduta su Bepi Pillon, 60enne con una lunga carriera alle spalle, già giocatore e pure tecnico patavino, ma soprattutto allenatore del Treviso che portò dalla serie D alla serie B in tre anni dal 1994 al 1997. L’allenatore veneto ha cambiato modulo, passando al 4-4-2 e il Padova ne ha tratto subito grandi benefici: sotto la sua guida gli euganei in 11 gare hanno totalizzato 20 punti, risalendo fino all’ottavo posto in classifica. Ma soprattutto Pillon sembra aver dato maggiore solidità e compattezza alla squadra, che con lui in panchina ha perso solo una volta il 21 febbraio in casa nel derby con il Cittadella (0-1). In trasferta, il Padova non perde da ben 4 mesi, ovvero dal 31 ottobre 2015 (2-0 a Pavia). E, se è vero che ha vinto solo due volte (a Lumezzane e Gorgonzola, sempre con Pillon in panchina), ne ha perse solo altrettante (a Pavia, appunto, e in precedenza a Cittadella) conquistando ben 8 pareggi. Insomma un complesso difficile da battere che ha nella difesa il suo punto di forza (18 gol subìti, seconda migliore del girone) mentre l’attacco, malgrado nomi importanti come l’ex Altinier (7 reti) e Neto Pereira (6) non fa sfracelli (24 reti totali). A gennaio la società ha ingaggiato 5 puntelli per lo più di esperienza, in particolare in difesa (Sbrega dalla Carrarese) e a centrocampo (De Risio dalla Juve Stabia).

Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova anti-Padova è già pronto e, a meno di novità nella rifinitura in programma stamani, sarà quasi identico a quello sceso in campo a Lumezzane. Ivan Javorcic ha dunque deciso di dare continuità all’undici che ha giocato le ultime due partite di campionato (e che aveva quindi battuto al Martelli il Cuneo): l’unico dubbio del mister è stato risolto dall’infortunio di Pane, che lascerà così il posto fra i pali al rientrante Bonato. Pane, alle prese con un problema all’adduttore, ha provato ieri mattina ad allenarsi ma alla fine ha dovuto alzare bandiera bianca. Domani non sarà neanche in panchina, dove si rivedrà il giovane Albertoni. Altra novità di giornata è l’arrivo della documentazione per il tesseramento dell’attaccante Mattia Maggio, che contro il Padova andrà in panchina. Javorcic conta poi di avere a disposizione anche Cristini, Zammarini e Di Santantonio, che ieri si sono allenati al passo con i compagni e che – se oggi non avranno ricadute – saranno tutti convocati per il match di domani. Fuori causa restano invece soltanto Trainotti, Beretta e Ruopolo. Ricapitolando, davanti a Bonato giocherà una difesa composta da Lo Bue, Scrosta, Carini e Sereni; in mediana ci saranno Perpetuini e Raggio Garibaldi, mentre sulle fasce agiranno Gonzi e Caridi; la coppia d’attacco sarà formata da Marchi e Falou. Ieri mattina a seguire l’allenamento della squadra c’erano sia il presidente Sandro Musso e sia l’ex patron Fabrizio Lori. Quest’ultimo non nasconde la difficoltà del momento e invita i tifosi biancorossi a stringersi ancor di più attorno alla squadra, per trascinarla alla salvezza: «Quella col Padova è una partita molto delicata – afferma Lori -, nella quale dovremo cercare in ogni modo di riprenderci i punti persi a Lumezzane. La squadra è viva e unita, perché un gruppo senza queste caratteristiche non sarebbe mai riuscito a rimontare due gol in trasferta in uno scontro diretto. Spero che domani a spingere questi ragazzi ci siano più tifosi possibile, anche perché ho saputo che da Padova verranno in tanti». Lori ritroverà anche Cristian Altinier, che giocava nel suo Mantova: «È un bravo ragazzo, anche simpatico. Se poi domani non segnasse, lo diventerebbe ancor di più». Ieri, intanto, la Lega Pro ha ufficializzato date e orari delle gare della 28esima giornata. Il Mantova giocherà al Martelli contro il Cittadella giovedì 24 marzo alle ore 18. I prossimi impegni dei biancorossi saranno invece sabato alle 20.30 a Gorgonzola (Milano) contro la Giana Erminio e domenica 20 marzo (ore 15) al Martelli contro il Bassano.

Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il Lumezzane si è rimesso in carreggiata. Con l’arrivo di Antonio Filippini in panchina ha inanellato due vittorie consecutive (il doppio successo aveva premiato i bresciani nello stesso periodo dell’andata), andando sempre a segno (due gol contro la Pro Patria, tre contro il Mantova) e superando proprio domenica scorsa la Pro Piacenza. Ora il Lume si trova un punto sopra la zona playout e al momento sarebbe salvo. È in trasferta, però, che la squadra adesso allenata dall’ex centrocampista di Brescia e Palermo soffre di più. Se sul campo amico il rendimento è ok, fuori casa i dati sono deficitari. E solo grazie alla vittoria di Busto Arsizio i bresciani hanno raggiunto la doppia cifra. Nonostante ciò, sono la terza peggiore squadra per rendimento in viaggio. Con 10 punti conquistati in 12 partite, affiancano il Mantova (stessa quota) e superano solamente Pro Patria e Albinoleffe, le due cenerentole del girone A, che fuori casa non hanno mai vinto. Pesante, poi, il dato relativo alle sconfitte: la squadra di Filippini in trasferta ha perso ben 8 volte, contro 3 successi e un solo pareggio. Il miglior marcatore del Lumezzane è Cruz, a segno (come Barbuti) nella gara d’andata che vide il Pordenone uscire sconfitto 2-0. E 2-0, ma stavolta per i neroverdi, è anche il verdetto della sfida giocata l’anno scorso al Bottecchia. Rimane quello, per ora, l’unico successo dei ramarri colto contro una squadra proveniente dalla provincia di Brescia.

Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Secondo posto e 38 gol fatti (uno in meno della capolista Cittadella), senza una prima punta di ruolo da quando se n’è andato De Cenco (8 i centri al suo attivo). Sì, c’è Strizzolo, è vero. Senza però togliere nulla all’uomo importantissimo nello schieramento e nella testa di Tedino, Luca si è svegliato sotto porta solo nelle ultime gare: 3 gol in 270′, tanti quanti quelli segnati nei precedenti 5 mesi e mezzo. Filippini, l’attuale capocannoniere neroverde con 7 centri, non è uomo d’area. Come non lo è Cattaneo (4), quello che segna i gol impossibili. «Noi – afferma un Mauro Lovisa che dall’inizio del 2016 cammina, ma sembra levitare nell’aria galleggiando sulle 8 vittorie consecutive dei suoi ramarri – di bomber ne abbiamo mille. Sono i nostri tifosi, vero dodicesimo uomo in campo. Grandi come sempre quelli dei “popolari”, ma quest’anno è grande anche la “tribuna”, che raramente si scaldava così tanto in passato». TUTTI AL BOTTECCHIA – Re Mauro ha fatto la media per difetto delle presenze. In realtà all’ultima gara interna con la Pro Patria hanno assistito 1400 persone. Domani, dopo i due blitz esterni a Cremona (2-0) e Bolzano (3-1), i fan potrebbero essere ancora di più. «Me lo auguro veramente – riprende il presidente -, perché adesso che siamo quassù dobbiamo cavalcare l’onda. Andare avanti senza fermarci, poiché ormai tutto è diventato possibile. Per questo invito tutti a venire a sostenere il Pordenone. Parlano di noi in tutta Italia e anche in Europa». Il Pordenone è l’unica squadra, nel calcio professionistico continentale che conta, ad aver sempre vinto nel 2016. «È un vanto per Tedino e i suoi ragazzi, per tutta la società e anche per la città intera. Non sciupiamo – è l’invito di Lovisa – questo grande e lungo momento». NO PAUSE – Razziati lo Zini e il Druso, la sfida di domani alle 17.30 con il Lumezzane, quindicesimo con 23 punti, 20 lunghezze sotto il Porenone, potrebbe sembrare semplice. «Io mi ricordo ancora – avvisa re Mauro – la sofferenza del match d’andata in Val Trompia, quando sbagliammo almeno una mezza dozzina di occasioni e alla fine vinsero loro 2-0. In LegaPro non ci sono gare facili o scontate. Bisognerà dare il massimo. Per questo – conclude il presidente – sarà importantissimo il sostegno del pubblico, per tenere alta l’attenzione dei giocatori e spronarli alla nuova impresa». Più che giusto. Anche se da allora, in pratica in un intero girone, il Lumezzane ha incassato 14 punti e i ramarri ben 35. MIMOSE ALLE TIFOSE – Un pensiero anche per le tifose neroverdi, visto l’approssimarsi della Festa della donna (8 marzo). Il costo del tagliando per tutte le signore che accederanno al Bottecchia sarà di 5 euro, sia per la gradinata locali che per la tribuna laterale. Lo stesso tagliando darà diritto a uno sconto per l’acquisto di oggetti o capi nello stand del merchandising. Non solo: un rametto di mimosa verrà donato alle donne, in collaborazione con la Fioreria Cristallo, all’ingresso dello stadio. Intrattenimento musicale finale, dalle 19.20, a cura di Klara & Black Cars. Non mancherà il buffet. CONSIGLI – In previsione di un consistente afflusso di spettatori, la società consiglia di acquistare i biglietti in prevendita al Bar Libertà di Pordenone o al Caffè Nogaredo di Cordenons per evitare lunghe code davanti alle biglietterie del Bottecchia.

Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) L’allenamento prima della rifinitura odierna ha confermato le intenzioni di mister Tedino. Schierare per nove undicesimi la squadra che ha ottenuto il massimo nella doppia trasferta di Cremona e Bolzano. Con due novità: una obbligata, l’altra probabile. In difesa, come si scrive nell’articolo a lato, il tecnico neroverde è alle prese con l’eccezionale (prima volta) defezione dello squalificato Stefani, il cui posto sarà preso quasi certamente da Ingegneri. In attacco, invece, il grande dubbio riguarda il partner di Strizzolo. Si contendono la maglia Berrettoni e Filippini. Il primo ha giocato titolare nelle ultime due gare, il secondo è l’uomo più prolifico (con 7 reti) della squadra. Un bel dilemma. Mentre è ancora presto per vedere in campo il nuovo acquisto Beltrame, indisponibile assieme a Marchi e De Agostini.

Ore 17.10 – (Messaggero Veneto) Tanti motivi per continuare la striscia d’oro. Dare ulteriore sostanza a una serie di vittorie (8) che sta assumendo contorni da record, tenere a bada l’eventuale ritorno del Bassano, oggi impegnato a Busto Arsizio, proprio alla vigilia dello scontro diretto. Non solo: approfiittare di un eventuale passo falso della capolista Cittadella, sempre oggi alle prese con una sfida trabocchetto (in casa con l’Albinoleffe), o viceversa mantenere immutate le distanze (7 punti) dalla vetta. Ma domani al Bottecchia col Lumezzane ci sarà una motivazione in più a spingere il Pordenone. Dimostrare che anche senza il capitano, nonchè leader indiscusso della retroguardia, Mirko Stefani, la difesa rimane un bunker. Inedito. E’ un interrogativo inedito per la squadra neroverde. Mai sinora, infatti, mister Tedino aveva dovuto rinunciare all’ex milanista: 24 presenze e un gol per lui in questa stagione. La squalifica costringerà invece il tecnico neroverde a provvedere altrimenti al cospetto del team bresciano. Al fianco di Pasa, nel cuore della difesa, si dovrebbe vedere Andrea Ingegneri. Confronto. Cosa cambia? Sulla carta non molto. Ingegneri ha sinora collezionato soltanto 6 presenze, ma è elemento di sicuro affidamento, che garantisce fisicità ed elasticità al reparto. Si dice che in allenamento sia uno dei giocatori più difficili da affrontare per le punte neroverdi: non lo si salta quasi mai. Tuttavia, l’esperienza e la classe di Stefani hanno trasmesso sicurezza a tutto il reparto, sino a spingerlo all’exploit di questo scorcio di ritorno: un solo gol subìto, quello realizzato dall’ex sacilese Spagnoli sabato scorso a Bolzano, in 7 partite. Numeri. Nessuna delle squadre di vertice si è soltanto avvicinata a uno score così lusinghiero: basti pensare che il Cittadella ha preso 6 reti, come il Bassano, la Feralpisalò 9, l’Alessandria 10. Soltanto il Padova (2) l’ha sfiorato, ma raccogliendo poco più della metà (12 contro 21) dei punti conquistati dal Pordenone. I meriti di Stefani al riguardo debbono essere condivisi con i compagni di reparto, il portiere Tomei in primis, e con il resto della squadra, abile a salvaguardare i propri equilibri nelle due fasi. Ma togliendo lui, allo scacchiere vincente viene a mancare un tassello importante. Curiosità, dunque, nel vedere come il Pordenone sopperirà a tale assenza. In caso di esito positivo, l’indice di completezza della rosa subirebbe un deciso ritocco verso l’alto. E quel sogno chiamato serie B potrebbe divenire meno effimero.

Ore 16.50 – Lega Pro girone A, fischio finale: Cremonese-Reggiana 2-1.

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Nuovo stadio e settore giovanile, il Venezia di Tacopina «studia» in Romania. Intensa trasferta a Bucarest per i dirigenti arancioneroverdi Alessandro Vasta e Dante Scibilia, intervenuti giovedì anche come relatori al convegno «Gli investimenti nelle infrastrutture sportive: soluzioni e prospettive» organizzato dalla Tonucci & Partners. Ieri, invece, la trasferta a Ovidiu per visitare il centro sportivo dell’Academia de Fotbal, la scuola calcio che l’ex «Maradona dei Carpazi» Gheorge Hagi (nella foto, ospite del convegno assieme agli ex compagni di nazionale Cristian Chivu e Gica Popescu) ha avviato dal 2008 in riva al mar Nero. «Oltre ad ascoltare abbiamo potuto illustrare a una platea internazionale il progetto-Venezia Fc – riferisce l’avvocato Vasta – che abbina i risultati sportivi, per la risalita in campionati importanti, ad un percorso appena avviato e finalizzato alla costruzione del nuovo stadio». Su questo fronte il presidente Joe Tacopina (trattenuto a New York da impegni professionali) si sta muovendo da tempo, non a caso un mese fa aveva incontrato a Mestre l’architetto Matt Rossetti (specializzato nella progettazione di grandi impianti) e Accademia Sgr, società di gestione del risparmio specializzata in fondi immobiliari (in prima linea nella costruzione dello Juventus Stadium di Torino). «Partendo dalle esperienze passate si è parlato di prospettive e opportunità che possono aprirsi con la costruzione di stadi moderni, non trascurando le problematiche per chi investe nel calcio a medio e lungo termine». Tra gli altri temi del convegno «modi di acquistare un club da parte degli investitori stranieri» (affrontato da Gianluca Cambareri del cda della Roma), «approccio agli investimenti immobiliari, lo Juventus Stadium» e «sfruttamento di marchio e diritti d’immagine di club e giocatori». «Particolarmente interessante poi – conclude Vasta – l’esperienza portata da un grande campione come Hagi che a carriera conclusa ha avviato un progetto a livello di scuole di calcio, riuscendo in pochi anni a far diventare l’Fc Viitorul Costanza una delle più belle realtà della serie A rumena. Per non parlare del centro sportivo di Ovidiu, un vero fiore all’occhiello». Oggi al Taliercio rifinitura per il Venezia che domani al Penzo ospita il Tamai (ore 14.30): sicuro assente il terzino Ferrante mentre rientrerà Fabiano.

Ore 16.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Ci aspetta un’altra partita davvero tosta. Ma noi vogliamo chiudere questa settimana così intensa nel migliore dei modi». Domani il Venezia torna al Penzo per la sfida con il Tamai e Guglielmo Vicario ha ben presente le insidie della squadra avversaria. «Lo scorso anno ho fatto il derby contro di loro, il gruppo principale è rimasto invariato e in più hanno aggiunto alcuni buoni giocatori», avverte il portiere arancioneroverde che nella passata stagione era al Fontanafredda. Ma anche il Venezia ha ben presente il pericolo-Tamai, dopo il 2-2 dell’andata che consentì al Campodarsego di raggiungerlo in vetta. Nella bagarre del dopo partita, a novembre, Calzi venne squalificato per due giornate, mentre il ds Perinetti fu inibito per quasi un mese sulla base del referto arbitrale da subito contestato dalla società. Insomma, una domenica decisamente tesa.
Adesso il Tamai arriva al Penzo con il chiaro obiettivo di inserirsi a pieno titolo nella corsa playoff (è a 4 punti dal quarto posto) e non è un caso che abbia chiesto il rinvio del turno infrasettimanale, presentandosi così domani molto più riposato rispetto agli arancioneroverdi. Per gli uomini di Favarin è stata invece una settimana impegnativa, iniziata con il big match contro il Campodarsego e continuata con la trasferta di Levico. «Due vittorie alle quali vogliamo aggiungere la terza. Dobbiamo avere l’approccio giusto, far capire che contro il Venezia non ce n’è per nessuno». Domani, invece, il Campodarsego sarà impegnato ad Abano: «Non pensiamo a loro. Le parti si sono invertite, sono loro — aggiunge Vicario — che devono pensare al nostro risultato. Noi pensiamo solo a vincere». Intanto ieri è stata comunicata dalla Lnd la decisione di posticipare le gare in calendario il 20 marzo per le società che abbiano giocatori convocati nella Rappresentativa di serie D, nella Viareggio Cup. Il Venezia ha Alberto Acquadro convocato e in programma c’è il derby con il Mestre: se la società arancioneroverde non comunicherà diversamente (termine ultimo l’11 marzo), la partita sarà rinviata d’ufficio a mercoledì 30 marzo. Se la Rappresentativa dovesse andare in finale, il derby sarà invece rinviato al 6 aprile.

Ore 16.10 – (La Nuova Venezia) Si avvicina il Tamai, si allontana il Mestre. Ieri pomeriggio, infatti, il Dipartimento Interregionale della Lega Nazionale Dilettanti ha ufficializzato lo “spostamento d’ufficio” delle partite in calendario domenica 20 marzo nelle quali saranno impegnate le squadre che daranno giocatori alla Rappresentativa di Serie D che partecipa al torneo di Viareggio da giovedì 14 marzo. Gli eventuali recuperi sono stati fissati per mercoledì 30 marzo, dopo la sosta in coincidenza con le festività pasquali. Mancano ancora le convocazioni ufficiali, ma tra i “chiamati” ci sarà quasi sicuramente Alberto Acquadro del Venezia, che è anche stato il capitano della Rappresentativa di Serie D nell’ultimo test. E quel 20 marzo il calendario ha collocato, dopo le variazioni di date effettuate a inizio 2016, proprio il derby con il Mestre a Mogliano. Qualora le società interessante, di comune accordo, decidessero di giocare ugualmente, anche con giocatori convocati, dovranno ufficializzarlo alla Lega entro venerdì 11 marzo, senza comunicazione le partite si giocheranno automaticamente il 30 marzo. Inoltre, se la Rappresentativa di Serie D arrivasse alla finale del 30 marzo, le partite in questione sarebbero spostate d’ufficio al 6 aprile. «Credo proprio che Acquadro sarà convocato» ha puntualizzato ieri il diesse Perinetti, «abbiamo tempo qualche giorno per decidere, valutando nel complesso la situazione. Aspettiamo la partita di domenica con il Tamai e poi comunicheremo la nostra decisione». Sono intanto rientrati da Bucarest il direttore generale Dante Scibilia e il consigliere di amministrazione Alessandro Vasta che hanno partecipato giovedì al convegno sugli impianti sportivi nella capitale rumena organizzato dallo Studio Tonucci&Partners. Rosa quasi al completo per Favarin con il rientro di Fabiano e il recupero di Marcolini, l’unico che non potrà ambire a entrare nella lista dei convocati è Ferrante. «Gli esami hanno escluso problemi seri dopo la botta rimediata a Levico» avverte il tecnico «”ma lamenta ancora dolori per cui è inutile rischiare, soprattutto quando si ha una rosa ampia». Tornerà quindi Luciani sull’out difensivo destro, con Soligo in mezzo al campo e Fabiano nel terzetto alle spalle di Maccan.

Ore 16.00 – Lega Pro girone A, fischio finale: SudTirol-Cuneo 1-0.

Ore 15.50 – Lega Pro girone A, fine primo tempo: Cremonese-Reggiana 1-0.

Ore 15.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il calendario, una volta tanto, dà una mano al Bassano. Dopo tanti scontri diretti e partite assai complicate, oggi pomeriggio alle 17,30 a Busto Arsizio la Pro Patria non dovrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile per i giallorossi di Sottili. Che attendono conferme importanti dopo aver espugnato con autorevolezza Alessandria e aver ricordato alla concorrenza che, nonostante la partenza di Simone Iocolano, al tavolo della promozione un posto potrebbe ancora essere riservato ai giallorossi. «La vittoria di Alessandria ci dà consapevolezza nei nostri mezzi e fiducia — sottolinea Stefano Sottili — ma dobbiamo continuare a tenere la testa bassa e cercare di fare più punti possibile, anche perché a dispetto dei risultati la Pro Patria ultimamente sta facendo bene. Se continueremo ad avere l’atteggiamento giusto in campo e fuori, potremo toglierci qualche bella soddisfazione». Alessio Pala, dal canto suo, non si tira indietro e lancia il guanto di sfida: «Incontriamo una grande squadra — afferma — ultimamente non abbiamo raccolto punti, ma non posso dire nulla ai ragazzi per le prestazioni offerte. Non potrò comunque riproporre la formazione di Cuneo per via dei tanti infortuni».

Ore 15.00 – Lega Pro girone A, fine primo tempo: SudTirol-Cuneo 0-0, nevicata copiosa in corso a Bolzano.

Ore 14.50 – (Gazzetta di Reggio) Cattiveria e mentalità da grande squadra sono le ricette del tecnico Alberto Colombo per la trasferta di Cremona che dirà se questa Reggiana è guarita o se la vittoria col FeralpiSalò è stato solo un episodio. Tanto per cambiare dobbiamo gettare uno sguardo all’infermeria? «Ho appena consultato lo staff medico ed alcuni giocatori, qualche problema c’è. Si unirà Rocco della Berretti per darci una mano in attacco». Anche la Cremonese ha i suoi problemi: peccato non poter sfruttare la situazione? «L’idea è di provare comunque ad approfittarne ma la qualità dei giocatori è fondamentale, quindi avere tutta la rosa a disposizione toglierebbe gli alibi che comunque nessuno di noi vuole accampare. Loro sono nelle nostre condizioni: sarà una sfida tra “reduci di guerra” dove vedremo chi avrà più carattere. Vorrei vedere una cattiveria simile a quella mostrata col FeralpiSalò anche per mettere a tacere tutti coloro che hanno parlato di una gara troppo semplice». Che Cremonese si aspetta? «Ha problemi dietro e forse in mezzo al campo ma a questo punto del campionato li hanno tutte le squadre. Si è rivoluzionata a gennaio con Pesce e Sansovini, inoltre ha giocatori di categoria superiore perché è una piazza sempre ambiziosa. Ma a livello ambientale vive una situazione come la nostra di qualche settimana fa per questo vorrei una prestazione che possa amplificare le loro difficoltà». Fuori Mignanelli, Frascatore, Nolè, Bartolomei, De Biasi e Loi: sarà una Reggiana simile a quella di sabato scorso? «Ho in testa una formazione del genere ma ci sono ancora dei dubbi che riguardano Mogos, che si allena solo da giovedì e Letizia, che ha ricevuto un colpo, perciò c’è Rampi in preallarme anche se ha quel problema al naso, che gli verrà operato a fine stagione, e quindi sarà una forzatura. Se mancassero entrambi davanti non avremmo soluzioni a parte Silenzi». Come si approccia questa gara? «Dobbiamo viverla come fosse l’ultima spiaggia perché tra questa e la prossima partita basta una sconfitta per aumentare la distanza dai posti che contano». Avverte più ottimismo? «Ogni partita può essere una ventata di positività oppure una mazzata per questo è meglio restare sul filo del rasoio. Spero che dalle cose negative si possa crescere ed il fatto che i tifosi ci abbiano chiesto più impegno dopo Meda e questo si sia materializzato con la prestazione di sabato non voglio che se ne dimentichino troppo in fretta». Avrà di fronte quel Sansovini che poteva far parte della sua squadra. «Devo pensare a fare render al massimo chi è qua a vestire la nostra maglia, tutto il resto non mi riguarda».

Ore 14.40 – (Gazzetta di Reggio) Era il 25 ottobre scorso quando un colpo di testa di Mogos al 15′ contro la Cremonese proiettava la Reggiana in testa alla graduatoria; dopo una partita avara di emozioni ma soprattutto al termine di quella cavalcata di quattro vittorie consecutive che la squadra non è ancora riuscita a ripetere. Fatto sta che oggi (ore 15) le due compagini si ritroveranno allo “Zini” con identico distacco: tre punti come all’andata, a dimostrazione di come il valore dei due organici sia molto simile ma, paradossalmente, stavolta toccherà agli uomini delle rispettive panchine fare la differenza perché entrambe le squadre lamentano defezioni importanti. La Cremonese dovrà reinventarsi la linea difensiva, tra l’altro un reparto che ha subito molti più gol dei granata, ma potrà contare su quel Sansovini in predicato di venire a Reggio a gennaio. La Reggiana ha lasciato a casa Mignanelli, Frascatore, Bartolomei, De Biasi, Nolè, Loi e non tutti coloro che hanno dato disponibilità hanno i 90′ nelle gambe. Tatticamente la precarietà della difesa grigiorossa suggerisce di attaccarla centralmente però il reparto di Arma non è in un momento brillante e la mancanza di alternative non aiuta Colombo che resta fedele al suo 3-5-2, sperando di utilizzare almeno i giocatori di sabato scorso: Perilli in porta; difesa con Spanò, Parola e Sabotic; Mogos, Bruccini, Pazienza, Maltese e Siega a centrocampo; Letizia e Arma davanti. Non mancano alcuni dubbi riguardanti Mogos, che si è allenato poco ma dovrebbe farcela e soprattutto Letizia che ha subito un pestone durante la rifinitura di ieri. In tal caso la prima alternativa sarebbe Rampi esterno a sinistra con Siega pronto a fare coppia in attacco con Arma. Cremonese e Reggiana sono reduci da vittorie importanti oltre che da una settimana simile dal punto di vista meteorologico e di infermeria perciò la gara si prospetta bella ed incerta. Maltese e compagni dovranno interpretarla con la testa e la cattiveria giusta dal primo minuto perché battere il FeralpiSalò è servito a prendere morale per tenere accesa la fiammella dei play off però tutti – in settimana – dal giocatore Danza ai tanti addetti ai lavori dal cuore granata, hanno rimarcato come solo un filotto di risultati possa trascinare la squadra verso uno degli obiettivi iniziali. A proposito di cuori granata: ci saranno sugli spalti gli encomiabili tifosi, pur brontolando per questo continuo giocare al sabato e ad orari impossibili, pronti ad invadere Cremona con una carovana amica di auto e rinsaldare un gemellaggio storico.

Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) A Novara il Vicenza affronta la terza partita della settimana con le solite defezioni e una classifica che fa paura. Ma Pasquale Marino dà fiducia alla squadra. «Contrariamente all’idea di molti ritengo che il Vicenza affronti il Novara in modo positivo — spiega il tecnico dei biancorossi — i ragazzi sono consapevoli delle difficoltà e hanno lavorato duro. Contro la Pro Vercelli la squadra ha dato tutto, ha lottato su ogni pallone, adesso dobbiamo fare punti: quella è la cosa che conta». La tifoseria biancorossa però, dopo l’ennesimo pareggio interno, ha contestato pesantemente squadra e società. «La contestazione ci sta e secondo me non è riferita a quella specifica partita ma al campionato — precisa Marino — devo dire che la contestazione è stata civile e in questo modo ognuno ha il diritto di esprimere il proprio disappunto. Detto questo, la cosa importante è allontanarsi dalla zona pericolosa». Per riuscirci il Vicenza dovrà ritrovare una buona condizione psico-fisica ed evitare ansie e frenesie che fanno perdere lucidità, come accaduto nell’episodio del rigore poi fallito da Ebagua. «Più che dei calciatori, diciamo che la colpa è mia — sottolinea Marino — il primo rigorista è Galano che stava per calciare, quando è intervenuto Ebagua non me ne sono accorto altrimenti forse sarei intervenuto. E’ accaduto tutto in poco tempo, forse se avessi bloccato Ebagua avrei scaricato su Galano la pressione. Ormai è andata, purtroppo quello che resta è un altro rigore, il terzo, che abbiamo sbagliato al Menti in partite che avremmo potuto vincere». Un Vicenza che i tre punti li ha guadagnati poche volte, solo due davanti al suo pubblico. «Di sicuro non giochiamo per pareggiare, in molte gare finite in parità avremmo meritato di vincere. Senza andare troppo lontani nel tempo pensiamo a come è finita a Pescara e pure con la Pro Vercelli. E’ un momento in cui ogni errore viene pagato a caro prezzo; martedì siamo andati in vantaggio per poi subire il gol quando ci trovavamo in momentanea inferiorità numerica, a Pescara invece il pareggio è arrivato con una azione viziata da fuorigioco». Da qui alla fine della stagione il Vicenza dovrà ottenere almeno 18-19 punti, per cui bisognerà invertire la rotta. «Quello che è stato non conta più niente — sottolinea Marino — la strada da seguire è quella che conosciamo: lottare su tutti i palloni. A Novara affronteremo un avversario forte, ci siamo preparati per fare un partita cercando di giocare il nostro calcio, non siamo capaci di difenderci. Punteremo a una partita propositiva, con la speranza che stavolta non si faccia male nessuno dei miei: perdere un giocatore a partita è un handicap non da poco. Di scelte, soprattutto a centrocampo, ne ho poche ma il momento è delicato e chi andrà in campo dovrà stringere i denti e dare tutto».

Ore 14.00 – (Gazzettino) Il ricordo della sconfitta rimediata all’andata e la difficoltà con cui domenica sono stati ottenuti i tre punti con la Giana Erminio sono elementi sufficienti per indurre i granata a non abbassare la guardia, pur opposti a un avversario in grande difficoltà, reduce da tre sconfitte e penultimo a 11 lunghezze dalla quota salvezza. A complicare le cose per l’Albinoleffe le assenze, per squalifiche e infortuni, dei difensori Vinetot e Gianola, dei centrocampisti Perini e Legras e in avanti di Pesenti. Occhio in attacco al sempreverde Soncin, senza dimenticare in mediana l’ex Dalla Bona. «Purtroppo – conferma il tecnico Marco Sesia – arriveremo a questa gara con assenze pesanti, ma non dobbiamo guardare a chi non ci sarà. Ho fiducia in tutti i ragazzi a disposizione e sono certo che anche loro hanno gran voglia di andare a Cittadella per rovesciare ogni pronostico». Poi aggiunge: «Dovremo affrontare la sfida con umiltà e sacrificio, senza abbatterci di fronte a episodi negativi. Ci vorrà concentrazione per evitare quegli errori che nelle ultime gare hanno compromesso le buone prestazioni fatte».

Ore 13.40 – (Gazzettino) «Il Cittadella non deve mai dare per scontato niente, sarebbe l’errore più grave da commettere». Forse memore del ko dell’andata (2-0, la prima della stagione), Roberto Venturato presenta l’incontro di oggi con estrema prudenza e umiltà, mettendo in guardia i suoi giocatori. Qualcuno potrebbe storcere il naso di fronte alle parole del tecnico granata (tra le due squadre ci sono 38 punti di differenza e il Cittadella è reduce da sette successi di fila), ma l’allenatore non vuole sorprese: «Dobbiamo avere grande rispetto per questa squadra, i punti in palio sono pesanti per tutti perché ognuno insegue i propri obiettivi, e l’Albinoleffe non ci regalerà niente». Venturato anticipa il tema tattico dell’incontro: «Credo che gli avversari giocheranno come hanno fatto nelle ultime partite, rimanendo chiusi e molto corti nella propria metacampo per poi cercare qualche ripartenza che possa farci male. Nell’Albinoleffe ci sono giocatori di qualità, bisogna stare molto attenti a concedere il meno possibile». In questi casi si dice di avere pazienza, aspettando il momento giusto per mettere a segno il colpo decisivo. Il Cittadella del resto ha dimostrato che il gol nell’arco dei novanta minuti riesce a trovarlo sempre. «Penso che dobbiamo essere bravi a fare sempre qualcosa in più, senza accontentarci mai. In ogni turno di campionato ci saranno nuove difficoltà, dobbiamo essere bravi a superarle in campo. Il Cittadella deve leggere le partite e interpretarle bene, per conquistarsi ogni punto con i propri mezzi. Quella con l’Albinoleffe sarà una gara complicata, difficile, che va affrontata con grande umiltà». Anche perché chi affronta la capolista riesce a trovare stimoli importanti: è successo anche alla Giana Erminio domenica scorsa. «È giusto che sia così. L’Albinoleffe si è rinforzata a gennaio con innesti di valore, non so perché si trovi immischiata nei bassifondi della classifica, a Cittadella cercherà la prestazione eccezionale». I granata hanno giocato anche mercoledì: potrebbero emergere le fatiche di Coppa Italia? «La squadra sta abbastanza bene, non ci sono problemi a livello fisico e atletico. Ci siamo allenati normalmente e la partita di Ferrara ci ha portato nuove energie positive per aver raccolto un buon risultato contro un’avversaria di grande spessore com’è la Spal». Intanto il Cittadella sta recuperando altre due pedine. «Donazzan ha giocato un tempo a Ferrara, adesso deve trovare la continuità, mi auguro di averlo completamente a disposizione nell’arco di una o al massimo due settimane. Paolucci ha lavorato in gruppo, nei prossimi giorni parteciperà anche alle partitelle». Oggi Venturato schiererà un undici completamente diverso da quello sceso in campo con la Spal: in difesa Salvi, Nava e Benedetti si giocano due posti, al pari di quando succederà in mediana tra Lora, Schenetti e Zaccagni. Nessun dubbio invece in attacco, dove è confermata la coppia Litteri-Jallow.

Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Riscattarsi. Sembra impossibile appellarsi allo spirito di rivalsa per una squadra che vince ininterrottamente da sette giornate. Eppure, per preparare la gara con l’Albinoleffe e motivare i suoi uomini, Roberto Venturato si è appellato anche a questo. Da cancellare c’è, infatti, il 2-0 incassato allo stadio Atleti Azzurri d’Italia lo scorso 24 ottobre, primo rovescio stagionale del Cittadella, forse il più difficile da digerire fra i tre capitomboli di capitan Iori e compagni in questo campionato. «Non mi piace molto usare il termine “vendicare”, ma indubbiamente vogliamo rifarci dopo quella partita: ci è rimasta dentro e ci regala ancora più motivazioni», ammette il tecnico granata, che ieri pomeriggio ha diretto la rifinitura al Tombolato, anticipata dall’analisi video dell’avversario. «Arriviamo a questa sfida reduci dalla partita di Coppa Italia pareggiata in casa della Spal, un confronto che ci ha regalato ulteriori energie positive più che dispendio fisico. Adesso, però, è importante riuscire a canalizzare quelle energie nel modo giusto, mantenendo un profilo basso. Siamo consapevoli di aver realizzato qualcosa di importante, sin qui, ma ancora non abbiamo conquistato niente». Restare umili. Rispetto all’andata, se possibile, nelle file di casa la fiducia nei propri mezzi è aumentata. In più c’è ormai la sensazione che, se la difesa regge com’è riuscita a fare nelle ultime due partite, chiuse senza incassare gol contro Padova e Giana Erminio, poi qualcosa davanti si riesca sempre a combinarla. Non per niente Litteri e soci possono vantare il reparto offensivo più prolifico del girone assieme a quello della FeralpiSalò, con 39 gol messi a segno. «Per quanto si è visto sin qui è vero», concorda Venturato, il quale, dopo aver dato spazio in Coppa ai giovani della Berretti e a chi ha giocato meno, tornerà a puntare sul Citta “versione campionato”, «ma questo non sposta l’analisi: ai miei uomini chiedo di approcciarsi all’incontro con umiltà e con la consapevolezza che le partite bisogna saperle leggere e conquistare sul campo. Anche perché l’Albinoleffe conta su una rosa attrezzata per questa categoria e, nel corso del mercato di riparazione, ha inserito elementi importanti come l’ex granata Dalla Bona e come Banegas, che l’hanno rafforzato rispetto al match d’andata. Sinceramente non so spiegarmi come mai sia invischiato nei bassifondi della classifica. Mi aspetto una squadra chiusa, attenta e pronta a ripartire e a cogliere la minima occasione per colpirci. Una formazione capace di rimanere molto corta, com’è stata in queste ultime settimane, al di là dei risultati raccolti». Gli assenti. Dall’infermeria giungono buone nuove. Donazzan, tornato in campo a Ferrara mercoledì, non è stato convocato, «ma dopo i 45′ giocati contro la Spal aveva buone sensazioni e ora mi auguro riesca a lavorare con continuità», precisa Venturato. «Lo stesso vale per Paolucci, che nel corso di questa settimana ha ricominciato ad allenarsi in gruppo, saltando solo le partitelle: conto di averlo a disposizione dalla prossima settimana». Qualche grattacapo in più ce l’ha Sesia, tecnico della formazione seriana, e non solo per via delle tre sconfitte consecutive subìte dai suoi ad opera di Cremonese, Pavia e Alessandria e dei due punti appena incamerati nelle ultime cinque giornate. Non potrà infatti contare sugli squalificati Vinetot e Perini e su un lungo elenco di infortunati, fra i quali figurano elementi importanti come Pesenti e Gianola. Per l’occasione, il tecnico dell’Albinoleffe pare intenzionato a rispolverare la difesa a tre, abbandonata nelle ultime uscite, affidandosi in attacco all’ex biancoscudato Soncin e, a centrocampo, all’abilità negli inserimenti di Danti, letale all’andata con la sua doppietta.

Ore 13.00 – (Corriere del Veneto) Il monito: la sconfitta dell’andata, una delle rare giornate di luna nera della capolista del girone A della Lega Pro. Il Cittadella vede l’Albinoleffe e s’interroga. Occhio alle bucce di banana, soprattutto in una giornata potenzialmente favorevole nei confronti della concorrenza per aumentare il vantaggio sulle inseguitrici, in primis il Pordenone. Si gioca al Tombolato con fischio d’inizio alle 17,30. Roberto Venturato, uno che di sicuro non dà mai nulla per scontato, lancia un avvertimento preciso, stavolta a ragion veduta. «All’andata fummo sconfitti — ricorda l’allenatore italo australiano — e questo oggettivamente andrà a dare più stimoli ai ragazzi. Dobbiamo fare una gara convincente, l’abbiamo preparata in modo molto accurato, in modo tale da evitare errori che possano compromettere il risultato. L’Albinoleffe ha due squalificati, ma non credo cambierà il proprio modo di giocare». In realtà le indicazioni che arrivano dal bergamasco ipotizzano una virata tattica dal 4-3-3 al 3-5-2. «Mi aspetto una squadra chiusa — puntualizza comunque Venturato — oltre che attenta nelle ripartenze. Dobbiamo avere molto rispetto per l’Albinoleffe, che credo verrà al Tombolato con questo atteggiamento. Dal canto nostro dovremo cercare di essere molto corti e dovremo essere pronti a provarci contro qualsiasi avversario, a prescindere da chi avremo di fronte. D’ora in poi i punti saranno molto importanti, anche i particolari faranno la differenza». L’intermezzo di metà settimana a Ferrara contro la Spal, secondo Venturato, nonostante il dispendio di energie e la formazione imbottita di seconde linee, porterà benefici. «Penso che la partita di Coppa ci permetterà di moltiplicare le energie. Giocheremo una gara molto complicata, va affrontata con grande umiltà». Un pensiero anche sui singoli, con l’annuncio dell’imminente rientro di Paolucci: «Donazzan ha fatto un tempo abbastanza bene — chiude Venturato — dopo la partita aveva buone sensazioni e mi auguro che possa essere a completa disposizione di qui a breve. Paolucci dalla prossima settimana rientra in gruppo anche per le partitelle». Capitolo formazione: Benedetti e Nava si giocano una maglia a sinistra, Pascali torna titolare al posto di Cappelletti, a centrocampo e in attacco pioggia di conferme. Il Cittadella non si ferma e punta dritto alla promozione.

Ore 12.40 – (Gazzettino) «In questi giorni che mi sono allenato le sensazioni erano positive dato che non sentivo alcun fastidio, ma se questo è il responso dell’ecografia non c’è motivo di rischiare. Sono un po’ deluso, stare fuori non è mai bello, però si deve andare avanti». Il portiere si è infortunato alla gamba destra nella sfida casalinga vinta con il Feralpi Salò proprio qualche istante prima del triplice fischio facendo l’ultimo rinvio, ma sempre per un acciacco più o meno simile ancora alla gamba destra era stato costretto a saltare anche quattro partite nel girone d’andata rientrando proprio in occasione della vittoria con il Mantova. Questa volta invece con i virgiliani non ci sarà, senza dimenticare che pure l’anno scorso Petkovic era stato costretto ai box per un acciacco all’adduttore, sempre della gamba destra. Dopo questo nuovo stop, è automatico che Alessandro Favaro continuerà a difendere la porta biancoscudata anche domenica dopo avere messo in risalto le sue qualità nelle ultime partite, su tutte quella nel derby con il Cittadella. Ed è proprio il portiere serbo ad avere parole al miele per il collega: «Anche se nelle scorse settimane sono stato a Belgrado per curarmi, sono stato vicino alla squadra guardando le partite in streaming. Favaro si è comportato molto bene, sono contento per lui e gli faccio i complimenti».

Ore 12.30 – (Gazzettino) Sembrava ormai tutto pronto per il suo rientro nella trasferta con il Mantova e invece ieri è arrivato un nuovo inaspettato stop: per Lazar Petkovic il calvario non è ancora terminato. E la sua espressione sconsolata diceva tutto ieri pomeriggio dopo avere appreso il responso dell’ultimo accertamento clinico. «Ha una lesione al retto femorale che non guarisce – spiega Fabrizio De Poli – e preferiamo che rimanga fermo. Farà un’altra visita con uno specialista per capire come si può risolvere il problema. Tempi di recupero? Impossibile dirlo fino a quando non parliamo con qualcuno che è in grado di darci qualche risposta». Mentre il diesse pronuncia queste parole, al suo fianco c’è proprio il portiere serbo, vestito in borghese. Il suo arrivo al centro sportivo è avvenuto quando la squadra era già al lavoro sul campo, dopodiché il giocatore insieme a De Poli e al responsabile dell’area medico Pierantonio Michieli si sono intrattenuti per un conciliabolo di qualche minuto nel chiuso di uno spogliatoio. Petkovic ha poi seguito a bordo campo gli ultimi scampoli dell’allenamento dei compagni, e prima di lasciare l’impianto ha espresso tutto il suo rammarico: «Mi viene da piangere, non me l’aspettavo. Però questa è la vita e si va avanti».

Ore 12.20 – (Gazzettino) «Ho vissuto un momento terribile, grazie a Dio si è tutto risolto. Ci speravo con tutto il cuore». Rosario Bucolo torna a parlare dopo essere stato reintegrato nella lista dei giocatori. Oltre un mese ai margini della squadra per un battibecco con Pillon, episodio sul quale il centrocampista mantiene il più stretto riserbo. «Sono cose che rimangono tra di noi. Ringrazio per questa nuova opportunità l’allenatore, che ha visto in me la buona fede, la proprietà, i compagni, la mia famiglia e anche i tifosi: mi sono arrivati moltissimi attestati di stima, non pensavo che la gente si affezionasse a me in così poco tempo, mi rende orgoglioso. È stato lacerante restare fuori, però nella vita si devono passare anche questi momenti per crescere e andare avanti. Adesso sono tranquillo e voglio riprendere quello che ho lasciato». Nei giorni scorsi Pillon ha detto che lei ha chiesto scusa. «L’ho fatto diverse volte perché quando si sbaglia è giusto chiedere scusa con umiltà e coraggio. Sono una buona persona, capita a volte di dire cose che non pensi. Però è tutto sistemato e sono pronto a dare il mio contributo se il tecnico me lo permette». Con Corti infortunato, avrà qualche possibilità in più. «Mi dispiace molto per il suo infortunio, ma se sono qui non dipende da questo: l’allenatore mi aveva detto già la scorsa settimana che voleva reintegrarmi».

Ore 12.10 – (Gazzettino) Potrebbe essere un Padova diverso in alcuni interpreti quello che affronterà domani alle 15 la trasferta con il Mantova. Nelle esercitazioni tattiche Pillon ha infatti provato una formazione con alcune novità. Nel pacchetto arretrato è stata testata la linea con Diniz e Favalli terzini e coppia centrale formata da Sbraga e Fabiano. Ad affiancare De Risio in mezzo al campo Mazzocco appare favorito su Baldassin, mentre sugli esterni Ilari è confermato a destra, e a sinistra Finocchio è stato preferito a Petrilli. In attacco inamovibile Neto Pereira, mentre al suo fianco sono in ballottaggio Sparacello e Altinier, con quest’ultimo favorito non solo per essere stato determinante con il Renate, ma anche perché può avere lo stimolo in più di affrontare la squadra della sua città. Oggi nella rifinitura alle 10 se ne saprà di più. Intanto, per i tifosi biancoscudati che desiderano assistere alla partita al “Martelli” la prevendita si chiude questa sera alle 19: domani infatti non sarà possibile acquistare i biglietti allo stadio.

Ore 11.50 – Sulle scelte: “Devo scegliere tra Mazzocco e Baldassin, mentre sull’esterno ho provato anche Finocchio e Bearzotti. Diniz terzino? Fabiano ha fatto una grande partita sabato scorso. E poi mi baso anche su quello che vedo durante la settimana negli allenamenti. Cunico? Verrà con noi da buon capitano ma sarà in tribuna”. Termina la conferenza stampa.

Ore 11.47 – Sul Padova: “Il ruolino di marcia? Qualche punto l’abbiamo lasciato per strada, bisognava vincerne qualcuna in più”.

Ore 11.45 – Arriva Pillon. Sul Mantova: “Sarà una partita molto tosta, perché loro si giocano molto in quanto devono salvarsi ma neanche noi lo siamo, quindi bisogna arrivarci il prima possibile e domani potrebbe essere il momento opportuno per farlo. Faremo la nostra partita come sempre, ci sarà molto agonismo in campo. Come l’ho preparata? Saremo aggressivi… Loro hanno giocatori importanti e ben messi fisicamente, hanno qualità e l’hanno dimostrato contro il Cuneo. Se entriamo in campo in punta di piedi saremo schiacciati, quindi servirà grande determinazione sin dal primo minuto”.

Ore 11.40 – Qui Guizza: termina l’allenamento..

Ore 11.20 – Qui Guizza: provate soluzioni da palla inattiva.

Ore 11.00 – Qui Guizza: partitella, con Mazzocco, Diniz e Finocchio che dovrebbero vincere i rispettivi ballottaggi con Baldassin, Dionisi e Petrilli.

Ore 10.40 – Qui Guizza: lavoro atletico, assenti Corti e Petkovic.

Ore 10.20 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per la rifinitura.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Com’è stato il suo rapporto con i tifosi in questo mese? «Incredibile e li voglio ringraziare tutti: mi sono arrivate tante attestazioni di stima, non credevo possibile che in così poco tempo la gente si affezionasse a me in questo modo. È una cosa che mi rende orgoglioso del lavoro che ho fatto». Prima del “fattaccio” era candidato al rinnovo contrattuale. E adesso? «Non è certo il momento per parlarne. Voglio solo fare un passo alla volta, riprendere da dove avevo lasciato, perché il mio desiderio è sempre stato quello di rimanere a Padova, dove stiamo bene sia io che la mia famiglia». E adesso potrebbe anche rientrare in campo prima del previsto, visto l’infortunio di Corti… «Pillon mi aveva detto già la settimana scorsa che avrebbe voluto rimettermi in lista, e questo mi ha fatto molto piacere. L’infortunio di Corti è arrivato solo qualche giorno più tardi, e mi spiace tantissimo per Daniele, lottatore come me. Adesso mi allenerò come ho sempre fatto, sin dal primo giorno di ritiro».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Per come sono fatto io, stare fuori è stato lacerante. Ma nella vita bisogna passare anche periodi come questo per crescere ed andare avanti: adesso sono tranquillo, e voglio ringraziare innanzitutto mister Pillon, che ha visto la mia buona fede e ha deciso di darmi questa nuova opportunità, e anche la società. Sono orgoglioso di poter tornare a dare una mano a questa squadra, ne sono veramente felice». Riconosce di aver commesso un errore? «Certo, e perciò ho chiesto scusa molte volte. Io sono una persona buona, ma purtroppo ogni tanto mi capita di dire qualcosa che non penso, come a volte può succedere a chiunque. Quando accade di sbagliare, l’importante è chiedere scusa con umiltà, e ripartire con coraggio. Va bene così, l’importante è che tutto si sia sistemato, e che io sia ancora qui con la maglia del Padova». Il Padova, appunto. L’aveva messa sul mercato, ma lei è rimasto anche se sapeva di finire fuori lista. Perché? «Intanto per il calore della gente: quando è successo il fattaccio, i tifosi mi hanno mandato una marea di messaggi per sostenermi. E poi c’era un desiderio che sentivo dentro: speravo che prima o poi sarebbe arrivato questo giorno, quello in cui tutto si sarebbe sistemato. Ho pregato molto Dio, che ha ascoltato le mie preghiere. Ora sono di nuovo qui con i miei compagni a sudare a lottare».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Trentacinque giorni di “esilio” sono stati duri, quasi infiniti. Ma dopo aver ricevuto da mister Pillon il via libera al rientro nella lista dei 24 del Padova utili per il campionato, oggi l’incubo di Rosario Bucolo può essere considerato definitivamente svanito: il centrocampista catanese sarà probabilmente tra i convocati per il match di domani a Mantova, e, anche se è probabile che si accomodi solo in panchina, per lui sarà una vera liberazione. Ieri, per la prima volta dal battibecco con l’allenatore avvenuto lo scorso 28 gennaio, il giocatore è tornato a parlare. Non ha voluto raccontare la sua “verità”, ma ha parlato del suo mese da “epurato” e della gioia di poter tornare a dare una mano alla squadra. «Non dirò ciò che è accaduto tra me e Pillon», ha esordito il centrocampista. «Sappiamo noi quello che è successo: l’allenatore è una brava persona, un uomo di calcio, e io faccio il calciatore. Certe cose devono rimanere tra di noi. È giusto così, adesso voglio solo riprendere da dove avevo lasciato». Ci racconta come sono stati questi 35 giorni? «Una vera sofferenza, qualcosa che non auguro nemmeno al mio peggior nemico.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È in programma alle 10 di questa mattina la rifinitura alla Guizza: ultime prove generali per il Padova in vista della trasferta di domani a Mantova (al “Martelli” si gioca alle 15). Diversi i dubbi di formazione che assillano Bepi Pillon, in tutti e tre i reparti. In difesa il brasiliano Diniz rientra dalla squalifica, e potrebbe scalzare Dionisi sulla fascia destra, con la conferma della coppia Sbraga-Fabiano al centro. A metà campo è scontato il ballottaggio serrato fra Mazzocco e Baldassin per sostituire l’infortunato Corti, che ne avrà per un mese, mentre sulla sinistra il tecnico ieri ha provato l’ex Pordenone Finocchio al posto di Petrilli. Brutte notizie, intanto, per Lazar Petkovic: nonostante le tre settimane già passate ai box, la lesione al retto femorale della gamba destra non guarisce, e l’estremo difensore serbo rimarrà fermo finchè non sarà visitato da uno specialista. I tempi di recupero, per questo, sono ancora incerti: toccherà, dunque, a Favaro continuare a difendere la porta biancoscudata.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Sensazioni che si sono mescolate a un comportamento ineccepibile avuto in queste settimane, dopo aver presentato le proprie scuse ad allenatore e compagni. «Non auguro neanche al mio peggior nemico di passare quello che ho passato io — sospira Bucolo — è stato lacerante. Ma adesso voglio solo ripartire e vestire questa maglia con orgoglio ed umiltà. È giusto che se una persona sbaglia poi chieda scusa con umiltà e coraggio. I tifosi? Mi sono arrivati tantissimi attestati di stima, li ringrazio uno ad uno perché mi hanno fatto sentire tutto il loro affetto e non pensavo di essere riuscito ad entrare nel loro cuore in così poco tempo. Speravo che finisse così — chiude il centrocampista catanese — ho pregato molto e fortunatamente tutto si è risolto per il meglio. Io me la gioco da qua alla fine con tutte le mie forze e spero di avere ancora spazio. È stato un periodo difficilissimo, ringrazio mia moglie e tutta la mia famiglia che mi è stata vicina». In attesa di capire quali scelte farà Pillon per il centrocampo a Mantova, rimbalzano voci sul futuro del ds Fabrizio De Poli, che potrebbe lasciare Padova a fine stagione. Se si dovesse arrivare a un addio, oltre ad Andrea Seno — nome già preso seriamente in considerazione al momento della ripartenza dalla serie D — sono caldi i nomi di Simone Tognon, già responsabile degli osservatori ed ex direttore sportivo dell’Este e di Werner Seeber, attuale dg del Bassano e con un passato nel Cittadella, dove anni fa transitò in società anche l’attuale ad biancoscudato Roberto Bonetto. Nonostante l’attuale diesse abbia ancora un anno di contratto la sua conferma a fine stagione non è scontata.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Ci è voluto un giorno in più ma alla fine Rosario Bucolo è tornato a parlare e a dire la sua, dopo il lungo esilio ai margini della rosa vissuto nelle ultime settimane. Il centrocampista siciliano non ha voluto fornire dettagli su quanto accaduto oltre un mese fa con Giuseppe Pillon, ma è sembrato visibilmente emozionato, oltre che pronto a tornare subito in campo per riprendersi il posto perso dopo l’arrivo di Carlo De Risio. L’infortunio di Daniele Corti potrebbe dargli una mano, anche se al momento l’opzione più probabile è che a Mantova il tecnico trevigiano si affidi a uno fra Mazzocco e Baldassin. «La mia versione dei fatti non la racconto — ha tagliato corto in una breve conferenza stampa, convocata in rapidità al Centro Geremia prima dell’allenamento pomeridiano — e sarò breve perché è giusto così: sappiamo noi cos’è successo ed è giusto che certe cose rimangano tra di noi, perché siamo uomini di calcio e soprattutto siamo delle bravissime persone. Ora c’è solo da lavorare, non da parlare… Ringrazio soprattutto il mister perché ha visto in me la buona fede e poi la proprietà, i compagni e tutti i tifosi». Bucolo, messo di fatto fuori dal progetto dopo il litigio con Pillon, ha rischiato seriamente di essere ceduto e ha vissuto malissimo questo lungo esilio fatto di tanta corsa, di silenzi imbarazzati, di risentimento e di pentimento.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 53, Pordenone 46, Bassano 43, FeralpiSalò 41, Alessandria 40, Pavia 39, Reggiana 37, Padova 35, Cremonese e SudTirol 34, Cuneo 28, Giana Erminio 27, Lumezzane 26, Pro Piacenza e Renate 25, Mantova 22, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventiquattresima giornata: Cuneo-Pro Patria 2-1 (Chinellato (Cn) al 24′ pt e al 22′ st, Montini (Pp) al 30′ st), Padova-Renate 1-0 (Altinier (Pd) al 46′ pt), Alessandria-Bassano 1-2 (Stevanin (Ba) al 8′ pt, Mezavilla (Al) al 11′ pt, Candido (Ba) al 37′ st), Pro Piacenza-Pavia 1-2 (Ferretti (Pv) al 31′ pt, Orlando (Pp) al 42′ pt, Cesarini (Pv) al 36′ st), Reggiana-FeralpiSalò 3-0 (Spanò (Re) al 14′ pt e al 21′ pt, Siega (Re) al 23′ pt). SudTirol-Pordenone 1-3 (Strizzolo (Pn) al 32′ pt, Cattaneo (Pn) al 45′ pt, Strizzolo (Pn) al 13′ st, Spagnolli (St) al 33′ st), Giana Erminio-Cittadella 0-1 (Schenetti (Ci) al 32′ st), Lumezzane-Mantova 3-2 (Rapisarda (Lu) al 5′ pt, Sarao (Lu) al 14′ st, Gonzi (Mn) al 22′ st, Marchi (Mn) al 36′ st, Varas (Lu) al 43′ st), AlbinoLeffe-Cremonese 0-1 (Sansovini (Cr) al 6′ st).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 4 marzo: allenamento pomeridiano per i Biancoscudati, si ferma ancora Petkovic.




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