Live 24! Pordenone-Padova finisce 2-1, si spegne al Bottecchia il sogno playoff?

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Ore 22.00 – (Il Piccolo) Quella di domani al Rocco contro la Sacilese (inizio ore 14.30), sarà la prima Triestina targata Bordin. E al di là dell’importanza della partita, c’è anche curiosità per vedere sul campo quanto sarà diverso l’abito dell’Unione e se il nuovo tecnico sarà riuscito a incidere in due settimane di lavoro. La cosa sicura è il modulo: la Triestina di Bordin scenderà in campo con il 4-3-3. Fin dal suo arrivo, del resto, il nuovo tecnico dell’Unione ha infatti ammesso che quello è il modulo che conosce meglio e quello praticato da tanti anni con Mandorlini. Dopo di che, è ovvio che in qualche occasione speciale o magari a partita in corso, qualche variazione ci potrà essere, ma la base sarà sicuramente il 4-3-3. Già, ma con che interpreti? Fra transfer non ancora arrivati (Muzzi e Monti), infortunati (Bradaschia e Di Dionisio) e squalificati (Abrefah), le alternative a disposizione di Bordin non è che siano poi molte. In difesa, al momento, considerato l’infortunio di Di Dionisio, c’è in pratica un solo dubbio: ovvero chi giocherà a fianco di Piscopo come difensore centrale. A questo proposito, sembrano in salita le quotazioni di Romeo, uno dei nuovi arrivati non ancora visto all’opera in partita, ma il ballottaggio con Andjelkovic verrà risolto forse solo dopo la rifinitura odierna. Sulle fasce, invece, dovrebbero essere ancora Crosato e Dalla Riva i due terzini. Più complicate le scelte a centrocampo, considerato anche che Abrefah è squalificato. La sicurezza è il perno centrale davanti alla difesa che dovrà dettare i tempi di gioco, che sarà ovviamente Spadari, mentre c’è maggior incertezza per gli altri due compagni di reparto: la scelta è fra Miani, Puka e Loperfido, forse anche Galasso, ma non è escluso neppure che a centrocampo ci giochi alla fine Cornacchia, se nel tridente offensivo ci saranno scelte diverse. E a proposito di attacco, con Bradaschia ancora out per infortunio e con Muzzi ancora senza l’atteso transfer, ci sarà l’occasione per ammirare l’atteso debutto del baby salentino Cuppone (tripletta con la Juniores la scorsa settimana), anche se in una posizione da esterno. La punta centrale, infatti, sarà certamente Giordani, e se Cuppone dovrebbe occupare la fascia mancina, il ruolo di esterno destro se lo giocano Skerjanc e Cornacchia: se scenderà in campo lo sloveno, Cornacchia probabilmente sarà impiegato a centrocampo, altrimenti accanto a Spadari ci sarà spazio per un altro dei baby citati prima. In ogni caso, qualsiasi sarà la formazione, domani la Triestina non dovrà guardare tanto per il sottile: le esigenze di classifica e la posizione dell’avversaria (la Sacilese è già retrocessa), impongono una vittoria (possibilmente senza patemi) per continuare a inseguire il traguardo salvezza.

Ore 21.40 – (Corriere delle Alpi) Duravia salta la sfida con il Monfalcone. Il trequartista del Belluno, come ampiamente prevedibile, non è riuscito a recuperare per la partita di domani. Il giocatore aveva accusato un problema al ginocchio sette giorni fa nel match contro il Ripa Fenadora ed era stato costretto ad uscire. L’esito degli esami in settimana ha evidenziato un trauma distorsivo all’articolazione sinistra, già operata nel 2008 quando Duravia militava nella Primavera della Juventus. Il giocatore proseguirà con un programma di recupero basato su terapie conservative e le sue condizioni verranno valutate giorno per giorno dallo staff medico. «La vittoria nel derby ha naturalmente caricato tutto l’ambiente e non possiamo che essere soddisfatti per quanto fatto sabato passato contro il Ripa Fenadora», commenta il tecnico del Belluno, Roberto Vecchiato, «in settimana i ragazzi hanno recuperato le energie spese e sono pronti per un’altra importante partita contro il Monfalcone. Ricordiamoci sempre che tutte le gare mettono in palio tre punti e tutte le vittorie hanno uguale importanza. Contro i friulani mancherà sicuramente Duravia e spero di poterlo riavere a disposizione già da martedì. Considerato che la prossima settimana non scenderemo in campo per il campionato, era inutile forzare i tempi e provare a farlo recuperare già per questa domenica; è molto meglio che si riposi e che possa tornare in gruppo quando si sarà completamente ristabilito. Il Monfalcone nell’ultimo mese ha interrotto la sua grande rimonta, perdendo alcuni scontri diretti importanti per evitare i playout. Il loro reparto avanzato è comunque molto forte, con giocatori del calibro di Zubin e Godeas, due attaccanti che possono ancora dire la loro in serie D. Conosciamo le difficoltà che ci attendono ma vincere questa partita vorrebbe dire superare quota 59 punti in classifica, gli stessi conquistati nelle ultime due stagioni». Il Monfalcone si trova al terzultimo posto in classifica e ha bisogno di punti per cercare di risalire la classifica e cercare di evitare i playout. Chi gioca? Tra i pali potrebbe giocare Brino mentre la difesa dovrebbe essere la stessa vista nel derby, con Pescosta e Mosca sulle corsie esterne mentre al centro la coppia potrebbe essere formata da Calcagnotto e Pellicanò. A metà campo in cabina di regia va Bertagno, supportato da Masoch e Miniati. Senza Duravia, il tecnico potrebbe optare per il tridente formato da Acampora e Farinazzo, entrambi a supporto di bomber Corbanese. L’arbitro del match sarà il signor Claudio Petrella di Viterbo, coadiuvato da Luca Santoni di Cesena e Salvatore Tomarchio di Ravenna.

Ore 21.20 – (La Provincia Pavese) Nonostante la pesante sconfitta di Padova, sia sul piano numerico del punteggio (3-0) che moralmente e il “terremoto” che ha nuovamente azzerato lo staff tecnico azzurro, dopo la nona di ritorno il Pavia si è confermato almeno al quinto posto e a meno uno dall’Alessandria (quarta). La sconfitta di Padova rappresenta, però, un’altra occasione perduta per reinstallarsi saldamente in zona play off in vista della lunga e apertissima volata finale. Fondamentali per il Pavia saranno ora gli scontri diretti sotto la nuova conduzione tecnica di Stefano Rossini: nelle ultime otto giornate, infatti, gli azzurri incontreranno cinque delle avversarie classificate tra la seconda e la nona posizione. Finora il bilancio, tra andata e ritorno, vede il Pavia con un bilancio negativo con il Cittadella, con cui ha perso due volte, all’andata al Fortunati per 2-1 e al ritorno al Tombolato per 3-2. Scontro diretto sfavorevole anche con il Padova perché dopo il 2-0 del Pavia all’andata i biancoscudati hanno ribaltato i conti con il 3-0 di sabato pomeriggio. Si è chiuso con un positivo “score” invece il confronto con il Sud Tirol battuto 2-1 in casa dal Pavia che ha poi pareggiato 1-1 a Bolzano. Per centrare l’obiettivo play off la squadra di mister Brini deve migliorare sicuramente il bilancio degli scontri diretti d’andata con le cinque concorrenti alla corsa play off che troverà a partire dal turno prepasquale di giovedì prossimo a Bassano del Grappa. Nel girone d’andata il Pavia ha vinto nel rush finale solamente in trasferta contro il Pordenone per 2-0, nella gara in cui in panchina c’era come traghettatore Stefano Rossini. Tre i pareggi ottenuti in casa con il Bassano (1-1), a Reggio Emilia (0-0) e alla prima di Brini alla guida degli azzurri nell’ultima di andata, e prima gara del 2016, con la Feralpisalò (2-2). Sconfitta, invece, per Facchin e compagni al Moccagatta con l’Alessandria per 2-1. Sei con le avversarie nella corsa di testa, come ottenuti all’andata, sono un bottino magro che se non migliorato non permetterebbe certamente agli azzurri di chiudere tra le prime tre o quattro del girone A.

Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) E’ un Pavia tutto da scoprire quello che Stefano Rossini presenterà domani pomeriggio con il Renate. L’orientamento del mister sembra il 4-3-1-2 proposto da Fabio Brini nelle ultime giornate . Sembra escluso che Rossini proporrà il 4-4-2 con cui aveva schierato gli azzurri a Pordenone nella gara prenatalizia in cui si era trovato a fare da “traghettatore” dalla gestione Marcolini a quella di Brini (o un 4-2-3-1). Rispetto al mese di dicembre Rosini ha a disposizione una rosa molto diversa. Lavorando quotidianamente con il nuovo gruppo l’ex allenatore della Berretti ha sicuramente valutato le scelte migliori per provare a portare il Pavia a centrare l’obiettivo play off. Ha provato anche il 4-2-3-1, con Nando Sforzini terminale d’attacco del Pavia e con tre uomini a sostegno del centravanti: Cesarini alle sue spalle,Ferretti a destra con licenza di giostrare il più possibile per crearsi spazio e inserimenti. A sinistra – invece – avrebbe testato elementi. Tra questi può essere spostato al ruolo di esterno offensivo Valerio Foglio, adattato da Brini a terzino sinistro. Ma questo sembra essere un eventuale futuro. Contro il Renate in avanti non dovrebbe cambiare nulla rispetto alle ultime partite (non a Padova, dove mancava Cesarini per squalifica). In difesa, invece, dovrebbe essere schierato come titolare dal 1’ Fabrizio Grillo. L’ex giocatore del Varese e del Pescara ha assaggiato il campo nelle ultime due gare e potrebbe finalmente entrare dal 1’ nell’undici del Pavia. La difesa è quella dove Rossini deve fare delle scelte. La prova di Padova è stata disastrosa per tutta la squadra e anche per il reparto arretrato (non dimentichiamo che mancava Alessandro Malomo). Con una difesa a quattro se a sinistra è scontato l’impiego di Grillo a destra potrebbe esserci un ballottaggio Ghiringhelli-Malomo, se quest’ultimo non sarà impiegato come centrale (è stato provato in entrambi i ruoli). Nelle ultime gare la coppia di marcatori è stata quella Dermaku-Siniscalchi, ma il nuovo mister ha anche a disposizioni altri due centrali come il recuperato Biasi e Marino, che nella gestione Brini è stato completamente accantonato dal tecnico marchigiano. Muscat, Marchi e Carraro (difficile l’impiego di Jirí Kladrubský, considerato l’alternativa a Muscat). Scelte sulle quali Stefano Rossini potrebbe avere già idee piuttosto chiare e che potrebbe confermarle o valutarle definitivamente questa mattina nella rifinitura prevista dalle 11.

Ore 20.40 – (Gazzetta di Mantova) Ancora una volta il Bassano Virtus ha disputato un torneo d’avanguardia, con la prospettiva più che fondata di giocarsi la serie B ai playoff. Non fosse stato per l’esplosione del Cittadella, che ormai ha intrapreso una fuga solitaria verso la promozione, i vicentini sarebbero in linea con le stagioni scorse: in ogni caso, con 49 punti, i giallorossi sono pur sempre al secondo posto, seppur a 10 punti dalla capolista che sembra ormai inarrivabile. Il tutto, va sottolineato, capitalizzando al massimo a gennaio la cessione di Iocolano all’Alessandria: sono arrivati soldi importanti ma il Bassano ha sopperito a questa importanza partenza al meglio grazie alla grande organizzazione tattica. Anzi, la squadra di Sottili è reduce da 4 vittorie consecutive, l’unica sconfitta del girone di ritorno è avvenuta il 28 gennaio in casa contro la Feralpisalò (1-2) e il consolidato 4-2-3-1 pare non aver subìto contraccolpi. In assoluto, la formazione di patron Rosso è difficilissima da battere: solo tre sconfitte nell’arco della stagione, una delle quali, paradossalmente, ad opera del Mantova (una di quelle che ha vinto meno) nella gara di andata. In particolare in trasferta la Virtus ha perso soltanto una volta, il14 novembre scorso a Pavia (3-0), vincendo in cinque occasioni e conquistando sette pareggi. A gennaio, come detto, è partito il pezzo pregiato Iocolano oltre a Fella in direzione Siena. In compenso sono arrivati i difensori D’Ambrosio (Siena) e Soprano (Cosenza), il giovane centrocampista Gargiulo, gli attaccanti Laurenti (Altovicentino), Piscitella (Pistoiese) e Matteo Momentè dal Mantova, che finora è andato a segno una volta. Con “Condor” Pietribiasi, Momentè costituisce la coppia di ex attaccanti biancorossi particolarmente temibile. A proposito di reparto offensivo, con 34 reti all’attivo il Bassano è al sesto posto nel girone: non c’è un bomber da doppia cifra (cannoniere il trequartista Misuraca con 5) ma tanta gente in grado di andare a segno con buona frequenza. Ancora meglio la difesa, che con sole 20 reti al passivo è la terza migliore del gruppo A.

Ore 20.20 – (Gazzetta di Mantova) È tutto pronto, in casa biancorossa, per la sfida di domani (ore 15) al Martelli con il Bassano secondo in classifica. Ieri mattina mister Luca Prina ha fatto allenare i suoi al “Dante Micheli” insistendo molto sulle conclusioni in porta, che ha già detto nei giorni scorsi di voler vedere «più frequenti» rispetto al passato. In gruppo è tornato anche Zammarini, per cui gli unici indisponibili per la gara di domani dovrebbero essere lo squalificato Scalise e gli infortunati Masiello e Beretta. Stamani (10.30) la seduta di rifinitura scioglierà gli ultimi dubbi sull’undici titolare, che non dovrebbe comunque discostarsi da quello utilizzato giovedì da Prina nel test contro la Berretti. In porta andrà dunque Bonato e davanti a lui agirà una difesa composta da Lo Bue, Trainotti, Carini e Sereni; in mediana ci saranno Di Santantonio, Perpetuini e Raggio Garibaldi, mentre il tridente offensivo del nuovo modulo 4-3-3 sarà formato da Gonzi, Marchi e Caridi. Il pronostico vede ovviamente i biancorossi sfavoriti, ma la scossa del cambio in panchina e anche la vittoria a sorpresa ottenuta all’andata contro i quotati veneti forniscono qualche appiglio per un moderato ottimismo. Di certo, come ha detto lo stesso Prina, «al di là del risultato sarà cruciale uscire dal campo potendo dire che non siamo così scarsi, nè così lontani dalle prime della classe». Bisognerà insomma lottare su ogni palla, così come si dovrà fare partita dopo partita. Per raggiungere se possibile la salvezza diretta, o in alternativa per ottenere il miglior piazzamento possibile in un’eventuale griglia dei playout. Nonostante una circolare federale la scorsa estate abbia creato un po’ di confusione, infatti, il regolamento di Lega Pro è rimasto quello degli anni scorsi: negli spareggi salvezza, in caso di doppio pareggio (in casa e in trasferta) o di vittoria e sconfitta con lo stesso numero di gol (quelli in trasferta non valgono doppio), si salverà la squadra meglio classificata in campionato. Che avrà anche il vantaggio di giocare il match di ritorno in casa. «La Lega Pro – spiega il direttore operativo Matteo Togni -, non ha recepito la circolare federale, che preveva direttamente supplementari e rigori, per cui sarebbe fondamentale, se non riuscissimo a salvarci evitando gli spareggi, piazzarsi il meglio possibile in classifica. Comunque vada, ogni domenica da qui alla fine del torneo avremo un obiettivo importante da perseguire. E non dovremo mollare mai».

Ore 20.00 – Giuseppe Pillon (allenatore Padova): “Forse prendendo gol subito siamo partiti col piede sbagliato, poi abbiamo sofferto per venti minuti ma dal venticinquesimo abbiamo tenuto il pallino del gioco. Il loro secondo gol? Non si può non vedere una cosa simile in una partita di calcio, c’erano due fuorigioco e un fallo! Bisogna aver competenza… E poi era sempre lontano dall’azione! Era troppo evidente per non vederlo… Nella ripresa abbiamo preso una traversa e abbiamo costruito tre-quattro occasioni da gol, non male contro una squadra come il Pordenone a cui abbiamo concesso poco pur commettendo errori che di solito non facciamo. Adesso dobbiamo vincere il più possibile rischiando qualcosina, questa è la filosofia giusta. Il rigore su Strizzolo? Non so, ero distante ma ce n’era uno anche su Neto… E volevo vedere se Fabiano segnava invece di prendere la traversa! Dispiace…”

Ore 19.55 – Cristian Altinier (attaccante Padova): “C’è amarezza, ma anche la consapevolezza di aver giocato col giusto piglio, con la giusta personalità e col giusto carattere. Il gol? Poteva essere importante perché poteva riaprire i giochi, ma è andata così pur avendo avuto molte occasioni. Dal campo mi è sembrato che abbiamo fatto una prestazione davvero importante a livello collettivo. Ora dobbiamo continuare così, seguiamo questa squadra finché c’è speranza”.

Ore 19.50 – Fabiano (difensore Padova): “È arrivata questa sconfitta ma dobbiamo ripartire dalle cose positive, perché non abbiamo mollato un secondo! Il secondo gol? Stavo venendo indietro e Strizzolo mi ha ostruito, forse c’era anche fuorigioco ma non faccio polemica… Abbiamo ancora sette partite, non dobbiamo mollare niente! La traversa? È destino, è una giornata così…”.

Ore 19.45 – Giuseppe Bergamin (presidente Padova): “Parlare di sfortuna non va bene… Secondo me il pareggio era il risultato più giusto, perché pur partendo in salita i ragazzi hanno dimostrato di aver voglia di riacciuffare il risultato. Usciamo a testa alta, solo gli episodi ci hanno detto contro. Ora ripartiamo con la stessa grinta e lo stesso entusiasmo”.

Ore 19.40 – Mauro Lovisa (presidente Pordenone): “Questa è stata una partita vera, la più bella vista negli ultimi 7-8 anni a livello di gioco, pubblico e spettacolo. Hanno giocato due grandi squadre, e con questa vittoria ci siamo conquistati una bella fetta di playoff”.

Ore 19.25 – Finale al Bottecchia: Pordenone-Padova 2-1, ramarri a +9 sui biancoscudati, per i quali adesso serve un miracolo in ottica playoff

Ore 16.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Vent’anni alla guida del Bassano. Un traguardo storico, che la famiglia Rosso spera di festeggiare con un playoff da vivere fino in fondo da protagonista, con un epilogo magari ben diverso rispetto a quello beffardo del giugno dello scorso anno. Stefano Rosso invita l’ambiente a stringersi attorno alla squadra e, non a caso, a Mantova i tifosi accorreranno numerosi, con auto e un pullman. «Siamo ancora in sella — spiega il presidente a Tuttolegapro — e il primo fattore che ci ha convinto sono stati i risultati. Si è creato entusiasmo e sarebbe stato un peccato mollare un possibile ciclo vincente a livello sportivo e fuori dal campo. Il secondo fattore è stata la nuova formula societaria: il club si è aperta a nuovi soci, imprenditori locali che hanno portato sia risorse economiche che grande entusiasmo e ci hanno messo nelle condizioni di andare avanti. Per la prima volta dopo anni non abbiamo più sentito parlare del Bassano come “squadra della famiglia Rosso o della Diesel” ma come squadra della città, che in fondo è stata l’unica e sola ragione per cui siamo entrati nel mondo del calcio. Una mentalità vincente, ma con attenzione al bilancio, ci hanno permesso di continuare e di raggiungere i risultati lusinghieri degli ultimi anni». La ferita della scorsa stagione, con il ko contro il Como nella finalissima per la serie B, sanguina ancora ma Rosso fa spallucce e tira dritto. «E’ difficile paragonare le due annate. Quest’anno una squadra, il Cittadella, è andata in fuga con un filotto impressionante di vittorie mentre l’anno scorso non era accaduto. Credo che un secondo posto con un così grande distacco non sia un del tutto male: potremmo avere più tranquillità ai playoff. La passata stagione arrivammo scarichi agli spareggi, fisicamente perché avevamo recuperato 8 punti al Novara e mentalmente perché avevamo perso il primo posto all’ultima giornata».

Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Loro sognano una «giornata da eroi», in campo però i leoni dovremo essere noi». Con la consueta energia Giancarlo Favarin «gioca» la vigilia del derby di domani a Mogliano (ore 15) nella tana di un Mestre che non esita a definire «la squadra più in forma del momento». Dietro il Venezia capolista, risultati alla mano, anche se dopo la riconquista del primato solitario a più 5 sul Campodarsego gli arancioneroverdi hanno fatto arrabbiare il tecnico pisano nell’amichevole persa 4-2 una settimana fa con l’Altovicentino. «Eh ma potete star certi che in settimana ho dato una bella scossa – tranquillizza Favarin – perché i 90′ di domani per noi sono un esame di maturità, un match point davvero molto importante contro un avversario temibile per la buona qualità tecnica, in primis degli attaccanti, e sul piano dell’agonismo». Su quest’ultimo tasto l’allenatore lagunare batte a più riprese. «Affrontiamo un Mestre che ha pregi ma anche molti difetti, non potremo permetterci di aspettarli ma dovremo essere noi a fare la partita e qualcosa in più di loro. Anche l’ambiente sarà carico, avremo al nostro fianco tanti tifosi e anche per loro dobbiamo puntare ai tre punti in una di quelle sfide «crocevia» per chi come noi vuole vincere il campionato». Il derby, peraltro, precederà la sosta pasquale del 27 marzo (giovedì prossimo per il Venezia amichevole a Rovigo con il Delta di serie D) cui seguiranno le ultime sei giornate. «Puntiamo almeno a conservare gli attuali 5 punti di vantaggio, quindi prima occorrerà battere il Mestre, poi guarderemo il risultato del Campodarsego (domani a Noale con la Calvi, ndr). Dovremo essere predisposti al grande sacrificio e, giocando con quattro attaccanti, i primi a sbattersi devono essere proprio loro altrimenti è inevitabile andare in sofferenza». Un’incognita nel Venezia è legata all’assenza di Acquadro, vale a dire del giocatori più in forma dell’ultimo periodo. «Quasi certamente toccherà a Callegaro, ma ci penserò fino all’ultimo (l’alternativa è il baby Chicchiarelli in attacco con il senior Marcolini accanto a Soligo, ndr). Di sicuro, a prescindere da nomi e ruoli, c’è che limitarci al compitino non ci basterà contro un Mestre in salute. Comunque sta al Venezia non mettersi nella condizione di temere chicchessia».

Ore 16.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Sarà un derby a trazione anteriore. La sfida di domani tra Mestre e Venezia metterà di fronte i due attacchi più prolifici del girone. Migliore in assoluto quello arancioneroverde con 68 gol segnati (solo 18 subiti), secondo quello arancionero con 61 reti all’attivo (41 di passivo). E sarà sfida tra bomber: domani sul rettangolo di Mogliano (ore 15) sarà duello a distanza tra Matteo Serafini (17 gol) e Nicola Ferrari (18). «A una quota così alta non ero mai arrivato in carriera — osserva l’attaccante arancionero Nicola Ferrari, vicecapocannoniere del girone dietro a Mastroianni dell’Este — devo ringraziare la squadra, il mister ma anche la società e tutto l’ambiente: quando si riesce a fare bene il merito è di chi ti mette nelle migliori condizioni». Anche Serafini può giovarsi, oltre che del talento individuale, anche di una squadra costruita per segnare e per vincere. «Il derby sarà per noi un bel banco di prova — dice il bomber del Venezia — dobbiamo dimostrare fin da subito che siamo la capolista e vogliamo vincere il campionato. Vogliamo far vedere che le nostre motivazioni sono più alte delle loro. Per il Mestre, invece, credo che l’obiettivo play off sia troppo lontano e dunque immagino che contro di noi vorranno scrivere una giornata di gloria per salvare la stagione». Il Venezia è a caccia di punti con l’obiettivo di mantenere almeno invariato il vantaggio di 5 lunghezze sul Campodarsego. Il Mestre, invece, è staccato di 8 punti dalla zona play off e punta a portare a casa un risultato di prestigio. «Vogliamo far vedere che siamo una squadra diversa da quella dell’andata, siamo molto cambiati rispetto ad allora», dice Ferrari ricordando la partita di Sant’Elena, finita 1-0 per gli arancioneroverdi. «Nonostante il risultato, abbiamo comunque un bel ricordo di quella partita, perché abbiamo giocato alla pari e credo che lo 0-0 sarebbe stato il risultato più giusto. Ma ormai — aggiunge l’attaccante arancionero — non pensiamo più a quella partita, guardiamo avanti». Da allora il Mestre ha superato i momenti di difficoltà e ha infilato sei risultati utili consecutivi. «Merito di mister Tiozzo — commenta Ferrari — che ha avuto la pazienza di far uscire le nostre potenzialità». Il Venezia è tornato in vetta dopo il sorpasso sul Campodarsego (domani sarà impegnato a Noale) ed è in striscia da otto partite. «Vogliamo arrivare il più presto possibile al nostro obiettivo, andare in Lega Pro — avverte Serafini — e dobbiamo stare attenti a una questa partita: è molto sentita dalla piazza e l’avversaria è molto insidiosa. Sicuramente è una partita stimolante». Il Mestre dovrà fare a meno quasi certamente di capitan Migliorini, infortunato, oltre che di Serena per squalifica. Il Venezia deve invece rinunciare ad Acquadro in Rappresentativa. Out Calzi e in dubbio Lattanzio, influenzato.

Ore 15.55 – Lega Pro, fischio finale: SudTirol-Giana Erminio 0-1.

Ore 15.50 – Lega Pro girone A, fine primo tempo: Cuneo-Reggiana 0-2.

Ore 15.40 – (La Nuova Venezia) Il derby si avvicina, sale l’adrenalina, si alza la concentrazione. Sono le partite gagliarde, quelle che piacciono un sacco a Giancarlo Favarin, consapevole che domani a Mogliano la sua squadra si gioca un pezzetto pesante di promozione. Passasse senza danni anche il derby, anche solo tenendo immutato il vantaggio di 5 punti sul Campodarsego, il Venezia dovrebbe poi inabissarsi per non salire in Lega Pro. «L’atmosfera è quella giusta, la squadra caricata», ha spiegato il tecnico pisano, «è stata una settimana molto proficua, giocatori concentrati e volitivi. Il passaggio a vuoto nell’amichevole con l’Altovicentino è accantonato, ma a volte serve scuotere l’albero». Ampia scelta per Favarin, che comunque non cambierà volto alla sua squadra limitandosi ad avvicendare Acquadro, impegnato con la Rappresentativa di serie D alla Viareggio Cup, con Callegaro, mentre Calzi deve fare i conti con un affaticamento muscolare, ma Soligo e Marcolini offrono ampia copertura in mezzo al campo. «Per noi può essere il primo match-point», ha ammesso Giancarlo Favarin, «anche perché di fronte avremo una squadra in salute, che non ha ancora perso le speranze di agganciare in extremis i playoff e che nelle ultime uscite ha dimostrato una grande efficacia sotto porta. Buona organizzazione e grande agonismo, è questo il Mestre che mi aspetto di trovare. Ogni squadra ha pregi e difetti, noi proveremo a scoprire i difetti del Mestre per colpire». Lattanzio ha smaltito il virus influenzale che l’ha colpito in settimana, ma l’attaccante partirà in panchina, mentre la punta centrale sarà ancora una volta Maccan, diventato una pedina insostituibile nello scacchiere tattico di Favarin. «Se il Mestre vorrà vincere, dovrà attaccarci, ma noi non staremo ad aspettare i nostri avversari. Faremo la nostra partita, come sempre». Venezia che sembra aver trovato grande compattezza anche davanti a Vicario. «Il lavoro degli attaccanti è fondamentale, quando giochi con 4 punte, è fondamentale il loro supporto nella fase difensiva». Difficile che Favarin opti per il doppio senior (Soligo-Marcolini) in mezzo al campo che comporterebbe l’inserimento di un under in un’altra zona del campo, quasi sicuramente Chicchiarelli in attacco, visto che la coppa Modolo-Cernuto è intoccabile. «Quanto meno domenica sera vogliamo avere gli stessi punti di vantaggio sul Campodarsego di oggi, ma con una gara in meno. Se riuscissimo ad allungare ulteriormente, tanto di guadagnato». Ieri nuovo incontro tra Digos e carabinieri per stabilire la sistemazione delle forze dell’ordine chiamate a presidiare prima, durante e dopo il derby, all’interno dello stadio di Mogliano e nelle zone limitrofe. Arriverà dal Friuli l’arbitro del derby: sarà infatti Luca Zufferli di Udine, reduce da Torino-Livorno al torneo di Viareggio, a dirigere Mestre-Venezia. Per il fischietto friulano 7 presenze in serie D.

Ore 15.10 – (Gazzettino) Non è ancora tempo di festeggiamenti. E nella trepidante attesa Andrea Gabrielli chiama a raccolta tutti i tifosi. Già, perché la cornice di pubblico di lunedì sera del “Moccagatta” è rimasta impressa nella mente del presidente, che sogna di vedere un Tombolato gremito, degno della capolista, che va sorretta nel momento topico e decisivo della stagione. «Ho vissuto la gara di Alessandria dalla panchina, ho provato i brividi nel vedere lo stadio pieno. Non sono stato impressionato dal pubblico soltanto io, ma credo tutti i nostri giocatori. Abbiamo vinto una gara fondamentale attraverso un’ottima prestazione e in un contesto bellissimo. Credo che il posticipo di lunedì possa essere annoverato tra le serate più gratificanti della storia granata, mi sono davvero emozionato». Ecco il messaggio di Andrea Gabrielli: «Siamo nella fase finale del campionato, e aldilà dei meriti della squadra, del suo allenatore e del nostro direttore, adesso sono i tifosi che devono darci la spinta decisiva per tagliare i traguardi che ci siamo prefissati. Ho visto la risposta di Alessandria al richiamo della società, noi siamo primi con merito, abbiamo compiuto grandi sforzi, la capolista deve avere uno stadio pieno. Tutti vogliamo vincere il campionato, l’impresa è possibile, ora mi appello al cittadellese e dintorni: dimostriamo con i fatti l’attaccamento a questi colori. I ragazzi hanno bisogno del sostegno e dell’entusiasmo della piazza, se lo meritano». Presidente, accantoniamo la scaramanzia e ammettiamolo: dieci punti di vantaggio a dieci giornate dal termine rappresentano un “tesoretto” difficile da dilapidare. «Cercate di farmi lo sgambetto, di portarmi sulla strada sbagliata, ma non ci casco. Finché la matematica non darà il suo responso, non ci penso. Vincendo ad Alessandria, è vero, abbiamo raggiunto due risultati: aumentato il vantaggio sulle inseguitrici e superato quella che veniva data come la squadra più forte del girone, ma 24 punti a disposizione sono ancora tanti». Finora ad inseguire il Cittadella si sono alternate un po’ tutte le squadre, dall’Alessandria stessa al Bassano, dal Feralpisalò al Pordenone: da chi dovrà guardarsi le spalle la squadra? «Dobbiamo pensare a noi stessi e basta. Restiamo umili e concentriamoci su una partita per volta». Domani la sfida con il Lumezzane non dovrebbe essere di quelle proibitive. «Sbaglieremmo di grosso a ragionare così – ammonisce Gabrielli – Chi affronta la capolista dà sempre il massimo, e il Lumezzane all’andata ci ha messo in difficoltà». Mettiamo da parte il campionato e soffermiamoci sulla Coppa Italia: il Cittadella è a un passo anche da questo prestigioso traguardo. L’ennesima dimostrazione che è stato costruito un giocattolo quasi perfetto, capace di lottare e sostenere più competizioni. «Va sottolineato e ribadito il grande lavoro fatto da Marchetti, dal nostro allenatore e dal suo staff, e riconosciuto l’impegno della rosa tutta. Abbiamo un grande vantaggio in campionato, e siamo in finale di Coppa Italia. Quest’ultimo trofeo rappresenterebbe un successo inaspettato ma proprio per questo ancora più bello, gratificante, da coccolare direi. E vorremmo vincerlo – conclude Gabrielli – con i giocatori che ci hanno condotto fino all’ultimo atto di questo torneo».

Ore 14.50 – (Mattino di Padova) Veloce in campo e veloce pure nei recuperi. Lamin Jallow, dopo aver lavorato a parte giovedì, ieri si è riaggregato al gruppo a disposizione di Venturato. «Avverto ancora un leggero fastidio alla coscia ma sto bene, credo che domani, per la partita col Lumezzane, ci sarò», ha chiarito ieri l’attaccante del Cittadella. Una buona notizia per il tecnico granata, considerato lo strepitoso momento di forma del gambiano, fra i più positivi anche ad Alessandria, prima di dover abbandonare il campo a un quarto d’ora dal termine. Andrea Paolucci, invece, tornerà convocabile dalla prossima settimana, come spiega lui stesso, ai box da gennaio: «Ho lavorato molto duramente per recuperare dal mio infortunio all’adduttore e al momento sono ancora un po’ “imballato”, ma ho ricominciato ad allenarmi assieme ai compagni quasi per intero e penso che il rientro sia finalmente vicino». Chi a tutti gli effetti è recuperato è Manuel Pascali, che lunedì sera i tifosi hanno visto esultare come se avesse segnato dopo aver respinto una conclusione di Marras a portiere battuto. «Interventi come quello fanno parte del mio ruolo, ho avuto la fortuna di leggere in anticipo come si sarebbe sviluppata l’azione», sottolinea il difensore, che rivela: «Leggere certe dichiarazioni prima della partita ci ha motivato ancora di più. Un gruppo “affamato” e orgoglioso come il nostro di fronte a certe frasi si carica ulteriormente». Il riferimento è alle parole del presidente dell’Alessandria, Di Masi, che prima della sfida aveva affermato: «I numeri manifestano la superiorità del Cittadella, ma noi non ne siamo così convinti». “Paska” si guarda bene, però, dal pensare che il primo posto sia al sicuro: «Mancano otto partite e quella col Lumezzane è la più impegnativa: da quando ha cambiato allenatore ha sempre raccolto risultati positivi e davanti ha qualità. Tutti si aspettano una nostra vittoria agevole, e invece sarà una partita molto complicata». Come si poteva immaginare, Cittadella-Bassano, confronto diretto fra le prime due della classifica attuale, è stata posticipata a lunedì 4 aprile alle ore 20 (ma non sarà trasmessa da Rai Sport 1, che manderà in onda Pavia-Alessandria). Lo ha deciso la Lega concedendo un giorno in più a Iori e compagni per recuperare dalla finale d’andata di Coppa Italia, che i granata giocheranno a Foggia giovedì 31 marzo. Anche se non è ancora ufficiale, stessa sorte toccherà a Cittadella-Pordenone che, posta subito dopo la finale di ritorno di giovedì 14 aprile, dovrebbe slittare a lunedì 18 aprile.

Ore 14.30 – (Corriere del Veneto) Il borsino di giornata: Paolucci no, De Leidi in ripresa, Jallow forse. Roberto Venturato non vuole rischiare nulla e concederà altri giorni di tempo all’ex centrocampista dell’Andria prima di rigettarlo nella mischia, mentre le condizioni di Jallow sono migliorate. L’attaccante gambiano quando sente «tirare» il muscolo preferisce fermarsi per evitare guai peggiori; tuttavia, come fa notare lo staff medico, a volte si tratta di crampi e il giocatore non sa ancora distinguerli da un principio di contrattura o di stiramento. Nel frattempo Manuel Pascali suona la carica: «Ho lavorato duramente con lo staff per rientrare e scongiurare ricadute. Da quando sono rientrato vedo una squadra più cinica, a Natale abbiamo parlato tutti insieme e ci siamo imposti di essere più accorti e meno spettacolari. Il nostro obiettivo è aumentare il vantaggio sulle inseguitrici, basti pensare alla serie A per capire che i punti di vantaggio non sono mai troppi. Inoltre ci mancano partite molto difficili, a cominciare da quella di domani».

Ore 14.00 – (Gazzetta di Reggio) «È l’ultima spiaggia, la nostra ultima speranza, l’estrema possibilità. Dopo basta, non ne avremo altre». È stato chiaro mister Alberto Colombo alla vigilia della partita Cuneo-Reggiana. Si aspetta una reazione dopo i colloqui avvenuti in settimana? «La risposta la darà il campo. Gli stimoli sono arrivati da diverse angolature, a partire dai tifosi granata. Io da tecnico, e primo responsabile, ho detto quello che secondo me bisogna fare in questo momento, poi il presidente ha voluto un confronto con la squadra senza di me, ma era una mossa concordata e ben venga se è stato positivo. Il calendario è difficile, ma a Cuneo la Reggiana ha già avuto molto in passato». Aveva parlato anche di dignità… «La dignità del professionista sarà trovare le giuste motivazioni, anche qualora svaniscano gli obiettivi, capendo in che tipo di piazza siamo, perché in Lega Pro non sono tante quelle come Reggio. E per guadagnarci la conferma per il prossimo anno». Che cosa chiede ai suoi in questa gara? «Una buona prestazione, diversa dalle ultime, che ci restituisca quello che abbiamo dato loro all’andata. Il Cuneo gioca con l’acqua alla gola di chi si deve salvare: sono cattivi, corrono e lottano, e nonostante la sconfitta con l’Albinoleffe hanno fatto una buona prestazione». In pratica sarà un remake dell’andata. «Erano in emergenza totale ma ci misero in difficoltà sul piano dell’aggressività e dell’agonismo, perciò me li aspetto ancora così. Se ci facciamo sorprendere ancora, vuol dire che ci meritiamo di finire qua la stagione». È il momento di Danza? «Essendo ridotti all’osso sarà la sua grande opportunità per mostrarci il suo valore, e spero venga assistito dalla squadra perché non vorrei dare giudizi negativi su un giocatore entrato in un momento assolutamente non facile. Anche Rampi e Nolè hanno dei problemi, ma dovremo dare un segnale perché avverto negatività, e lo capisco, ma nonostante tutto abbiamo guadagnato un punto per la corsa play off. Questo dovrebbe darci la forza di poterci giocare ancora qualcosa e va tradotta in campo». Perché tanti infortunati? «Sarebbe facile tirare in ballo la preparazione, ma valutando caso per caso scopriamo problemi muscolari, traumi da gioco o dovuti alle condizioni dei campi, o giocatori che non hanno avuto continuità di allenamenti». Crede che i giocatori mettano sempre il massimo impegno? «Quando si gioca male e non arrivano i risultati viene subito da pensare all’impegno, ma a nessun giocatore conviene fare brutta figura. Purtroppo in certe situazioni vengono accentuati errori di concentrazione e arrivi tardi a capire la giocata. Da calciatore penso di aver sempre messo l’impegno anche quando le prestazioni erano brutte». I tifosi non hanno gradito le ultime uscite… «Giusta la contestazione dopo prove deludenti e spero in una risposta, come fu con la Feralpisalò, perché le prossime due partite sono le ultime chance per rientrare dopodiché ogni obiettivo di gloria si potrà dire chiuso, perciò cerchiamo di non fallire l’atteggiamento».

Ore 13.40 – (Gazzetta di Reggio) Anche i più giovani ricordano come finì l’ultima volta che i granata fecero visita al Fratelli Paschiero di Cuneo: sono passati meno di tre anni da quando la Reggiana targata Zauli – in campo i vari Alessi, Viapiana, Mei – sbancò 1-0 l’impianto piemontese nel ritorno della finale play out 2012-13. Quello è stato senza ombra di dubbio uno dei momenti più bui dell’intera storia della Reggiana, ma va dato atto alla truppa dell’allora presidente Barilli di aver salvato la società dalla quella serie C2 che sarebbe sparita l’anno seguente, col rischio concreto di vedere sparire il calcio di livello a Reggio. Tutto ciò in settimana l’ha ricordato ancora una volta il tecnico romano che sedeva sulla panchina quel famoso 2 giugno: «Abbiamo salvato la Reggiana da una categoria inferiore, regalandole un anno senza retrocessioni, dalle cui basi è potuto partire quel progetto che l’anno scorso portò la squadra ad un passo dalla serie B». Senza questo episodio eclatante la sfida tra Cuneo e Reggiana, in programma alle 15 di oggi, offrirebbe pochi spunti poiché storicamente sono appena cinque i precedenti, compresi quei due spareggi, coi granata ancora imbattuti in trasferta. Però è giusto prendere in considerazione la gara d’andata al Città del Tricolore perché quella sconfitta casalinga per 0-1, contro una compagine sì volitiva ma tecnicamente e organicamente inferiore, ha fatto scricchiolare certezze e meccanismi nell’allora capolista di Colombo, che pian piano ha iniziato a perdere terreno rispetto alle zone alte della classifica. Le altre non corrono e i play off non sono ancora persi, ma oggi servono umiltà e intelligenza per avere la meglio su una formazione con l’acqua alla gola e per sperare di ridurre ulteriormente le distanze con le squadre che la precedono nella sfida di mercoledì con la Pro Patria. In settimana, per l’ennesima volta, Bruccini e soci si sono confrontati nello spogliatoio col presidente Compagni, coi dirigenti e col tecnico: il leit motiv è stato di non mollare e di onorare la maglia perché non tutto è perduto. Quando però ci si appresta a ipotizzare l’undici anti-Cuneo è sempre l’infermeria a farla da padrona: Bartolomei, Frascatore, De Biasi, Loi, Pazienza e Zucchini sono out, Nolè e Rampi acciaccati, perciò le alternative sono ridotte al lumicino. Mister Colombo conferma il 3-5-2, col debutto dal primo minuto di Danza: Perilli in porta; Spanò, Parola, Sabotic (al rientro dopo la squalifica) in difesa; Mogos, Bruccini, Danza, Maltese e Mignanelli a centrocampo; Siega ed Arma come coppia d’attacco.

Ore 13.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) È la prima di Franco Lerda alla guida del Vicenza, e il Cagliari non è certo l’ostacolo più semplice, anche se il nuovo allenatore del Vicenza è ottimista. «La squadra ha ora il morale più alto, abbiamo alzato la testa, c’è più autostima e fiducia — sottolinea Lerda — in settimana abbiamo lavorato bene e direi che i primi approcci sono stati positivi. La cosa che adesso mi interessa di più è che la risposta psicologica sia stata di un certo tipo, poi è normale che anch’io sia curioso di vedere cosa succederà in campo : solo dalla partita potremo capire se siamo riusciti ad invertire la rotta. Tutto l’organico si è messo a totale disposizione, ho visto concentrazione ed impegno anche da parte di chi non sarà disponibile. Ho chiesto a Brighenti, anche se squalificato, di essere con noi perché la sua presenza ha peso e valore nel gruppo». Il Cagliari era dato per super-favorito in estate e, almeno fino ad un mese fa, sembrava quasi inarrestabile. «In questo momento il nome dell’avversario cambia poco — sottolinea Lerda — dobbiamo guardare a noi stessi e a quello che abbiamo preparato, affrontando il match con il giusto atteggiamento. Il Cagliari è un’ottima squadra, non lo scopro certo io, anche se è reduce da un periodo non buono. Ma, ripeto, per noi vale guardare solo in casa nostra». Chiaro che il Vicenza di Lerda sarà diverso da quello di Marino, ma l’ex tecnico di Crotone, Torino e Lecce, precisa che grandi variazioni non ce ne saranno. «Non ho portato rivoluzioni, la dislocazione degli uomini in campo rispetto a prima cambia poco — sottolinea Lerda — il mio intento è di mettere i calciatori a disposizione in modo equilibrato e razionale. In meno di una settimana non c’è stato nemmeno il tempo per cambiare chissà cosa». Tra le novità, Lerda conferma il ruolo del portiere. «Gioca Benussi — conferma — in settimana Vigorito ha avuto problemi alla spalla e non si è allenato al meglio, manderò in campo chi sta bene, una componente sempre importante nelle mie decisioni». Singoli a parte, Lerda spiega cosa pretende dalla squadra. «Il mio è un è un calcio molto pragmatico, la mia squadra deve essere corta, saper attaccare in blocco e difendere in blocco: per farlo bisogna che la squadra corra e ci sia predisposizione al sacrificio. I calciatori sono i primi a riconoscere che possono fare meglio, ho avuto colloqui individuali con tutti loro. Bisogna correre, far viaggiare la palla, e lottare su tutti i palloni. I mezzi per fare bene ci sono, ora però dobbiamo dimostrarlo in campo».

Ore 12.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Giuseppe Pillon non si fida. Conosce Bruno Tedino e sa come il tecnico, ex selezionatore degli azzurrini, è in grado di far giocare le sue squadre. E soprattutto ha capito l’antifona: di questo Pordenone, capace di mettere in mostra un girone di ritorno da record, non ci si può fidare. Neanche se dalla tua parte ci sono centinaia (pare oltre 600) di cuori biancoscudati, pronti a spingerti verso i playoff. «Faccio i miei complimenti ai neroverdi – dice il tecnico subentrato a Carmine Parlato – perché giocano davvero benissimo e non a caso sono terzi. Tedino ha dato la sua impronta, offensivamente sono molto pericolosi. Sappiamo che ci saranno delle difficoltà, ma ne avranno anche loro. Sarà una partita di grande intensità e su un campo stretto ancora di più». Ma una cosa di cui si fida Pillon c’è. È il suo Padova, reduce dalla scoppola (3-0) al Pavia nello scorso turno di LegaPro. «I ragazzi sono pronti mentalmente e fisicamente – assicura il trainer – e questo mi dà grande serenità. Mi auguro che la mia squadra giochi bene, poi con la prestazione il risultato arriva. Entusiasmo alle stelle? Noi dobbiamo solo pensare alla partita e a fare il nostro dovere. I tifosi ci sono sempre stati vicini, se ci sarà un seguito ancora maggiore dipende solo da noi». Schiererà due punte, con bomber Altinier che dovrà essere sorvegliato da vicino. Notizie di campo: il centrale Sbraga, arrivato dalla Carrarese, ha avuto un attacco febbrile ed è in dubbio. Diniz soffre invece di un problema alla cartilagine, ma dovrebbe farcela.

Ore 12.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Con il naso all’insù, storia dissolta in 6 punti di vantaggio. Il futuro viene aperto dagli andamenti del mese più recente, di cui l’oggi fa parte. Pordenone aspetta Padova e sarà contesa solenne. Uno stadio Bottecchia costipato, alle 17.30 innalzerà i decibel di sostegno. «Quella di oggi non è una partita decisiva, ma è molto importante e bellissima». Bruno Tedino prende le distanze dai termini assoluti alla vigilia, cercando di condurre tutto nell’alveo di una discussione ordinaria. Anche se i neroverdi hanno portato a casa un solo punto nelle ultime due partite. “L’aria” al De Marchi è cambiata: più frizzante, per non dire elettrica, mentre i biancoscudati stanno correndo e rincorrendo. UN DITO E UN PUGNO – In conferenza stampa l’allenatore dei ramarri afferma che «abbiamo grande entusiasmo nel misurarci con una squadra, una città del genere, un blasone. Credo debba darci un’energia, una forza e un coraggio anche un briciolo di orgoglio nostro. È quello di una città che spinge ad andare a riempire ancora uno stadio, come fatto a Bassano. Si vince tutti assieme, stavolta ancora di più: dobbiamo essere tutti trascinatori, darci una mano l’un l’altro». E il mister estrae l’immagine chiara: «Un dito da solo non sconfigge niente, ma tutti e 5 insieme possono dare un cazzotto». PARTITA COMPLETA – Non è solo una gara di maturità. «È una partita completa – assicura il tecnico – e abbiamo dimostrato che possiamo stare nei quartieri alti. Ma lì ce ne sono 10, che ci possono stare». Con Padova è gara di cartello, opposti a una squadra con quoziente-punti molto alto. Secondo Tedino, però, non è un crocevia. Per nessuno: «I punti non valgono doppio, nessuna delle due uscirà ridimensionata da qualsiasi risultato. Poi ci saranno ancora 21 punti sino alla fine, sono tanti». NIENTE FIRMA – «Troveremo una squadra con una grandissima spinta sulla schiena, bisognerà fare gli straordinari e non solo». Per quanto riguarda l’esito, «non firmo per il pari – afferma il mister -. Non l’ho mai fatto in vita mia e non sono capace di pensarlo in uno sport che è agonismo. Mi piace giocare e cercare di vincere. Se non ci riesci, allora è anche giusto non perdere, ma non è nella mentalità che vorrei trasferire ai ragazzi». BALLOTTAGGIO E TIMORI – Per formazione e modulo ci sono dubbi da sciogliere. In ballo uno fra Berrettoni e Martignago davanti: a seconda del prescelto, scaturirà il sistema di gioco. Per Beltrame si prospetta un impiego in corsa, «anche se per condizione fisica è ancora distante». Il contrario di quello che serve con Padova, che corre tantissimo, «una squadra trasformata, in trance agonistica, che ha due attaccanti straordinari e giocatori devoti al sacrificio. Grande sostanza e organizzazione, con mentalità operaia come le grandi». Quindi? «Bisogna dare una scossa al nostro ambiente – aggiunge Tedino – affrontando un cliente scomodissimo e umile. Pillon è riuscito a trasferire questo concetto, in una rosa non modificata nei giocatori, ma nella mentalità». BOSS ALL’UNISONO – Tribuna esaurita: si aspettano 2500 supporter. «Siamo certi che il match – dichiarano i presidenti Mauro Lovisa e Giuseppe Bergamin – sarà un bellissimo evento, una grande festa di sport, uno spettacolo da vivere intensamente in campo e sugli spalti, mai così gremiti e colorati al Bottecchia. Il tutto, auspichiamo, in un clima di grande correttezza e fairplay, sia tra giocatori che fra tifosi. L’auspicio è che questo derby triveneto si giochi nei prossimi anni anche nella categoria superiore».

Ore 12.00 – (Messaggero Veneto) La gara è importante, molto. Che la sua squadra affronta con una posizione di classifica migliore rispetto all’avversario. «Ma io non firmo per il pari: giocheremo per vincere, come abbiamo sempre fatto». Parte anche stavolta all’attacco Bruno Tedino, in quella che è la sfida-clou della decima giornata di ritorno. Il Padova, per il tecnico, è una rivale da affrontare per i tre punti, non per puntare a un pareggio e tenere l’avversario alla distanza della vigilia. «Ci aspetta una partita dura, durissima, ma io voglio il bottino pieno – afferma il trainer –. E se dal match uno dei due uscirà sconfitto non verrà assolutamente ridimensionato, anzi: ci sono poi ancora più di 20 punti in palio e tutto può succedere. Di sicuro, per quanto ci riguarda, dobbiamo fare gli straordinari per battere il Padova». Tedino entra nei particolari: «La squadra di Pillon corre molto, ha una mentalità operaia – spiega – che ben si sposa con le due punte, Neto e Altinier, tra le più forti in categoria. Per noi sarà una prova di maturità, anche se a Bassano, domenica scorsa, abbiamo dimostrato di poter stare nei quartieri alti». Sulla formazione Tedino non si sbilancia, ha ancora il dubbio relativo al modulo. Si dice orgoglioso però di giocare questo match con «entusiasmo, energia e con una gran cornice di pubblico: i nostri tifosi possono darci una mano». Dall’altra parte Pillon è carico ma rispetta l’avversario. «Il Pordenone – afferma il tecnico del Padova – gioca benissimo. Non è un caso se è terzo. Tedino ha dato la sua impronta e offensivamente è una squadra pericolosa. Noi dobbiamo giocare una gara di grande intensità: siamo comunque pronti, mentalmente e fisicamente». Out nel Padova l’ex neroverde Dionisi, fermato da un infortunio al polpaccio, Pillon ha il dubbio Sbraga, che ieri non si è allenato a causa di un virus intestinale: se non recupera – improbabile – gioca Favalli al centro e a sinistra, al suo posto, si sistemerebbe Anastasio.

Ore 11.40 – (Messaggero Veneto) Una è al terzo posto, ha la post-season in mano, ma è reduce da un punto in due gare. L’altra arriva da tre vittorie di fila e si trova a due punti dai play-off. È sicuramente una sfida che vale tanto in chiave promozione quella tra Pordenone e Padova, derby triveneto in programma oggi, alle 17.30, al Bottecchia. Non è un caso se, dopo tanto tempo, l’impianto di via Stadio potrebbe registrare quasi il tutto esaurito, con almeno 800 spettatori provenienti dalla città del Santo: sarà una prova di maturità anche per la città, visto l’afflusso di pubblico. Al momento restano a disposizione alcune centinaia di posti nelle due gradinate: circa 100 in quella ospiti, circa 300 in quella locali. A proposito, ieri, hanno parlato anche i due presidenti, il neroverde Mauro Lovisa e il bianco scudato Giuseppe Bergamin. «Siamo certi che il match – hanno dichiarato all’unisono –, sarà un bellissimo evento, una grande festa di sport, uno spettacolo da vivere intensamente in campo come sugli spalti, mai così gremiti e colorati allo stadio Bottecchia. Il tutto, auspichiamo, in un clima di grande correttezza e fair play, sia tra i giocatori sia tra i tifosi. L’auspicio – concludono – è che questo derby triveneto si giochi nei prossimi nella categoria superiore». La serie B: questo, ora, l’obiettivo comune dei due club. E per cui in parte giocano oggi. Il Padova prova a entrare nei play-off, dando una spallata a una squadra che, per quanto visto sinora, li merita ed è l’unica “intrusa” lassù, ovvero il Pordenone. Per i ramarri sarà l’ennesima prova di maturità. Perché, come ha detto il doppio ex Nichele, è facile giocare bene e sereni quando si vive un momento positivo: più difficile farlo adesso, in un periodo di leggero appannamento. Fors’anche per questo Tedino ha mischiato un po’ le carte in settimana, non facendo capire bene oggi come giocherà: 4-3-1-2 o 4-3-3? Entrambe le soluzioni sono gettonate. Il Padova invece arriva in piene forze e col solito 4-4-2, chiave della risalita. Il Pordenone recupera Strizzolo davanti – rientro fondamentale – e si gioca la carta Pasa in mezzo al campo, con Ingegneri al fianco di Stefani in difesa. E’ convocato Beltrame, il gioiellino della Juventus, che potrà entrare nella ripresa: può essere lui la carta in grado di “spaccare” il match e che può mettere la prima ipoteca in chiave play-off per i neroverdi. E’ stato acquistato (anche) per questo.

Ore 11.20 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Favaro; Diniz, Sbraga, Fabiano, Favalli; Ilari, Mazzocco, De Risio, Finocchio; Neto Pereira, Altinier.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Sbraga permettendo, l’idea è dare fiducia allo stesso undici che ha fatto tanto bene con Mantova e Pavia. «È così, non c’è niente da nascondere. Però devo dire che vedo tutta la squadra in una condizione fisica e mentale ottimale: qualsiasi scelta faccia, i ragazzi sono pronti e questo mi rende sereno». Al centro dell’attacco Altinier sta segnando con regolarità. «Il motivo è che siamo molto più presenti nell’area avversaria e anche le sue prestazioni ne traggono beneficio». Mazzocco in mezzo al campo non sta facendo rimpiangere l’assenza di Corti. «Quando l’ho utilizzato, ha sempre fatto bene. E abbiamo altri giocatori di ottima levatura come Baldassin e Bucolo». Un flash su Petrilli. «Ha sempre giocato, ora è un momento nel quale deve riconquistarsi il posto. Dall’inizio o a gara in corso è un giocatore importante per noi». Pillon ha anche un passato da ex. «Dopo quattro anni al Padova ero andato lì, mi allenava Eddy Reia. Un’esperienza positiva, ma è passato molto tempo. Se mi auguro di dare a loro un dispiacere? Mi auguro che la mia squadra giochi bene come stiamo facendo. Se fai la prestazione, il risultato poi arriva».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Tornando alla partita, regna la consapevolezza della posta in palio. «Una partita molto importante. Faccio i complimenti al Pordenone perchè fa un calcio organizzato, molto propositivo e offensivo. Cercheremo di mettere in campo le nostre armi tenendo lo stesso atteggiamento aggressivo che abbiamo avuto nelle ultime due uscite e che fa la differenza. Sappiamo che incontreremo delle difficoltà, ma spero anche di crearne. Che sfida sarà? Me la vedo a ritmi elevati con intensità da ambo le parti. Con le squadre molto corte ne può risentire il gioco, quindi dobbiamo essere abili a sfruttare le occasioni che ci capiteranno». Neto Pereira e compagni potranno contare anche sull’appoggio del popolo biancoscudato, pronto a trasferirsi in massa al Bottecchia. Tra i meriti di questo Padova, c’è anche quello di avere riavvicinato un numero importante di tifosi. «È giusto che ci sia entusiasmo, ma dobbiamo concentrarci esclusivamente sulla nostra gara. I tifosi ci sono stati vicini anche nei momenti di difficoltà, poi è chiaro che se giochi bene la gente si diverte e viene più volentieri. Dipende solo da noi continuare su questa strada».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Un’occasione d’oro per dimezzare il distacco dal terzo posto che vuole dire accesso sicuro ai play off. Basta e avanza per fare capire che la rincorsa del Padova agli spareggi promozione vive oggi una tappa fondamentale nella sfida in casa del Pordenone, attualmente sei lunghezze avanti in classifica. I biancoscudati ammirati nell’ultimo periodo hanno tutte le carte in regola per allungare a quattro gare il filotto di vittorie consecutive e fare così impennare ulteriormente le proprie quotazioni. Peccato però per l’imprevisto di ieri: Sbraga non si è presentato al campo per la rifinitura a causa di una forma virale che l’ha messo ko nella notte tra venerdì e sabato. «È stato male e abbiamo preferito lasciarlo riposare – spiega Bepi Pillon – Vediamo se riusciamo a recuperarlo in extremis». L’impressione è che si farà di tutto per mettere a disposizione del tecnico il difensore ex Carrarese, contando che è già indisponibile Dionisi. Per precauzione è stata comunque provata una soluzione inedita: Favalli centrale al fianco di Fabiano, con Anastasio terzino a sinistra.

Ore 10.40 – (Gazzettino) «Ci attende una partita molto importante, ma non decisiva». Così alla vigilia il tecnico Bruno Tedino, che poi aggiunge: «Affrontiamo una grande squadra, con grande blasone e un grande tecnico, ben organizzata, che corre tanto, con due attaccanti “top player” e che è in trans agonistica. Dobbiamo dunque farci trovare pronti ed essere tutti operai e uniti, adattandoci alle loro caratteristiche per poi colpirli».
Da un paio di settimane il Pordenone è tornato sulla terra dopo una striscia di otto vittorie di fila che l’hanno portato al terzo posto, seguita dal pari interno con il Lumezzane e la sconfitta di misura a Bassano, primo atto di un tour de force che lo vedrà poi misurarsi con Alessandria, Reggiana, Feralpi, Cittadella e Pavia. Tedino oggi potrebbe optare per il 4-3-1-2 anziché il consueto 4-3-3, con Cattaneo sulla trequarti alle spalle del rientrante Strizzolo; per l’altra maglia in attacco sono in lizza Berrettoni e Martignago. In difesa rientra il centrale Stefani.

Ore 10.30 – (Gazzettino) Si va verso il tutto esaurito grazie soprattutto al seguito di massa del popolo biancoscudato. Degli 800 posti a disposizione del settore ospiti, infatti, ieri sera ne risultavano venduti 700. Gli ultimi tagliandi saranno acquistabili oggi alla tabaccheria Drago in via Buonarroti 88/91 e al sito ticketland1000.com fino alle 12 e ai botteghini dello stadio (via San Vito) dalle 15, con obbligo però di Tessera del tifoso. Esaurita la tribuna.
I ragazzi della Fattori viaggeranno con mezzi propri (ritrovo alle 13.30 al park sud Euganeo), il pullman dell’Aicb si muoverà alle 14.45 dal capolinea del tram alla Guizza, con tappa alle 15 all’Euganeo, mentre quello del club Fossa dei Leoni partirà alle 14 dal capolinea del 4 a Bragni di Cadoneghe. I cancelli dello stadio apriranno alle 15.30 ed è consigliabile arrivare con un certo anticipo; apposite indicazioni segnaleranno i parcheggi ospiti.
«Siamo certi che il match – si legge in una nota congiunta dei due presidenti Lovisa e Bergamin – sarà un bellissimo evento, una grande festa di sport, uno spettacolo da vivere intensamente in campo come sugli spalti, mai così gremiti e colorati. Il tutto, auspichiamo, in un clima di grande correttezza e fair play, sia fra giocatori che tifosi, sperando che questo derby possa ripetersi in categoria superiore».

Ore 10.10 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Favaro; Diniz, Sbraga, Fabiano, Favalli; Ilari, Mazzocco, De Risio, Finocchio; Neto Pereira, Altinier.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) È bello sapere, però, di essere riusciti a riavvicinare così tanto i tifosi. «Io li ho sempre visti vicini, anche nei momenti di difficoltà. Adesso abbiamo un seguito maggiore in trasferta, ma questo dipende solo da noi, perché se continuiamo a interpretare le partite in questo modo, è proprio l’espressione del calcio ad avvicinare i tifosi: se giochi bene, la gente si diverte e viene più volentieri a vedere la sua squadra del cuore». Se Sbraga recupera in tempo, si rivedrà l’undici delle ultime gare? «L’idea è quella, cerco di proseguire su questa strada, ma so che tutti i giocatori sono in condizione, sia dal punto di vista fisico che da quello mentale». E se Altinier segna con questa regolarità, è tutto più facile… «Cristian continua a segnare perché giochiamo meglio, teniamo la squadra più alta e costruiamo molto di più sulle corsie laterali». Pillon, anche lei è un ex a Pordenone. «Sono passati davvero tanti anni, sono andato a Pordenone dopo i quattro anni passati a Padova, avevo Edy Reja come allenatore, e lo ricordo come un anno positivo. Ma oggi mi auguro solo che la mia squadra giochi bene».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Come vive l’attesa di questa gara? «È certo una partita importante. Faccio i complimenti a Tedino e al suo Pordenone, che gioca veramente bene e mette in campo un calcio molto propositivo e offensivo. Una formazione organizzata, non sono lassù per caso, l’impronta del tecnico si vede. Ma noi cercheremo di mettere in campo le nostre armi». Proverete comunque a fare la partita? «Conosciamo le difficoltà, ma proveremo comunque a giocarcela come abbiamo fatto nelle ultime uscite. Saremo aggressivi, non dobbiamo uscire dal percorso che stiamo facendo: voglio lo stesso atteggiamento delle ultime gare». Il Pordenone è squadra di grande intensità: si attende una partenza lanciata da parte loro? «Credo che tutta la partita vivrà su ritmi molto alti. Ci sarà molta pressione, anche perché il terreno di gioco non è grande e le squadre staranno molto corte. Dovremo essere bravi a sfruttare le occasioni che capiteranno». Come riesce a gestire l’euforia che il 3-0 sul Pavia ha scatenato intorno a voi? «Non ci penso, guardo solo alla partita, concentrato su quello che dobbiamo fare e sul campo. È giusto che ci sia l’entusiasmo, ma voglio che la squadra pensi solo alla partita».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Pordenone-Padova è la gara che non ti aspetti, quella che può regalare emozioni e spettacolo, poco più di cento chilometri lungo i quali la carovana biancoscudata – seguita da almeno ottocento tifosi – cullerà, almeno fino al fischio d’inizio del match (17.30) il pensiero dell’impresa che potrebbe valere l’aggancio al quarto posto, ormai distante solo due punti. Dopo aver inanellato tre vittorie consecutive, la squadra di Bepi Pillon si presenta al “Bottecchia”, in casa della formazione rivelazione del girone A, e per questo sarà chiamata ad una prova durissima: il Pordenone è terzo in classifica, e il dubbio legato alla presenza di Andrea Sbraga, messo ko la notte scorsa da un malanno intestinale, rimarrà tale fino agli attimi che precederanno il match. In caso di forfait, Favalli scalerà al centro della difesa lasciando l’out ad Anastasio. «Non è stata una settimana del tutto tranquilla», ammette il tecnico biancoscudato alla vigilia della supersfida, «Oltre ad aver perso Dionisi, abbiamo questo problema con Sbraga che è stato male nella notte tra giovedì e venerdì: spero che possa riprendersi, ma solo sabato mattina ci renderemo conto della situazione. Se fosse un virus e gli salisse la febbre, potrebbe essere un problema».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) A Pordenone è la partita dell’anno: per l’arrivo del Padova il “Bottecchia” si veste a festa, sfiora il tutto esaurito con quasi 2500 spettatori e si prepara ad accogliere gli ottocento tifosi biancoscudati in arrivo in città per assistere al match, un record assoluto per il piccolo impianto friulano. E i due presidenti, Bergamin e Lovisa, per celebrare l’evento hanno diramato ieri una lettera congiunta: «Siamo certi che il match sarà un bellissimo evento, una grande festa di sport, uno spettacolo da vivere intensamente in un clima di grande correttezza e fair play». QUI PORDENONE. «Io non firmo per il pareggio», carica il tecnico Bruno Tedino, «Ma il Padova è la squadra del momento e ha due attaccanti tra i migliori della categoria, se non i migliori in assoluto». Pochi i dubbi di formazione: nel collaudato 4-3-1-2 dei “ramarri”, l’unico ballottaggio è in attacco dove Berrettoni (favorito) e l’ex Cittadella Martignago si giocano il posto di fianco a Strizzolo. CORSI E RICORSI. Pordenone-Padova è anche una sfida dai mille intrecci. Nella squadra di Tedino sorvegliato speciale sarà Alex Pederzoli, spalleggiato dall’altro ex biancoscudato Pasa, mentre in panchina siederà il fresco ex Ramadani e in tribuna lo squalificato Filippini. In casa biancoscudata, invece, partirà dal 1′ Finocchio, in prestito proprio dal Pordenone: tra i tanti “reduci” del Pordenone di Parlato che vinse la D, in panchina andrà Bearzotti, mentre saranno fuori gioco gli infortunati Niccolini e Dionisi.

Ore 09.10 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Favaro; Diniz, Sbraga, Fabiano, Favalli; Ilari, Mazzocco, De Risio, Finocchio; Neto Pereira, Altinier.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Certificata in modo pressoché definitivo la bocciatura dell’ex Venezia, che sarebbe dovuto partire a gennaio in direzione Campodarsego: la volontà dello staff tecnico è di recuperare a tutti i costi Sbraga. L’incognita, però, rimane e solo al risveglio se ne saprà qualcosa di più. Al Bottecchia ci sarà un Pordenone in mini-crisi (appena un punto nelle ultime due partite) ma che non è terzo per caso. «Ci mancherebbe — spiega Pillon — sono un’ottima squadra, mi piace proprio. Li ho visti giocare, sono forti, propositivi e compatti, una squadra che apprezzo. Faccio loro i complimenti perché giocano davvero benissimo, non a caso occupano quella posizione di classifica. Tedino ha dato la sua impronta, ed offensivamente sono pericolosi. Io credo che vedremo una partita giocata a viso aperto, presseranno loro e lo faremo pure noi. Sappiamo che ci saranno delle difficoltà, ma ne avranno anche loro. Sarà una partita di grande intensità, poi col campo stretto io credo che lo spettacolo ne beneficierà». Spettacolo che anche i due presidenti, Giuseppe Bergamin e Mauro Lovisa, si augurano sia la «cifra» di questo incontro.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Occhio, si è accesa la spia rossa. Quella che fa preoccupare i tifosi e, soprattutto, Giuseppe Pillon. Che in mattinata è stato raggiunto da una telefonata: «Pronto, Bepi? Sbraga è malato, non si regge nemmeno in piedi». Proprio nella settimana di Pordenone-Padova, lo scontro diretto forse decisivo in programma oggi al Bottecchia, all’allenatore biancoscudato è andata di traverso la colazione. Perché pure Dionisi è out, senza contare gli acciacchi di Diniz che convive da settimane con un problema alla cartilagine del ginocchio. «Se mi chiedete adesso se a Pordenone Sbraga ci sarà — sospira Pillon dopo la rifinitura — non so cosa rispondere: è un problema freschissimo, è stato malissimo durante la notte. Dobbiamo aspettare domani mattina (stamattina per chi legge, ndr ), se la febbre scenderà credo che potrebbe recuperare. In caso contrario difficilmente potremo averlo con noi». Pillon ieri mattina ha provato una soluzione alternativa. Non Dell’Andrea a destra e Diniz nuovamente centrale ma Favalli centrale con Fabiano e Anastasio a sinistra.

I due «numeri uno», legati da reciproca stima, hanno lanciato un appello alle tifoserie con una lettera congiunta invitando tutti a godersi nella massima tranquillità quello che si preannuncia un bel pomeriggio di calcio. Con la primavera e una classifica che si fa sempre più interessante, è infatti rifiorito anche il tifo: oggi a Pordenone saranno in 800 i biancoscudati. Come ai bei tempi. O quasi.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 59, Bassano 49, Pordenone 47, Alessandria 43, FeralpiSalò e Pavia 42, Padova 41, Reggiana e SudTirol 38, Cremonese 37, Lumezzane 30, Cuneo, Giana Erminio e Renate 28, Pro Piacenza 27, Mantova 23, AlbinoLeffe 18, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventiseiesima giornata: Padova-Pavia 3-0 (Altinier (Pd) al 26′ pt, Neto Pereira (Pd) al 41′ pt, Altinier (Pd) al 47′ st), AlbinoLeffe-Cuneo 2-0 (Girardi (Al) al 5′ st e al 45′ st), Renate-FeralpiSalò 1-0 (Pavan (Re) al 34′ st), Pro Piacenza-Pro Patria 1-1 (Alessandro (Ppi) al 29′ pt, Montini (Ppa) al 41′ pt), Giana Erminio-Mantova 0-0, Reggiana-SudTirol 0-0, Lumezzane-Cremonese 2-1 (Sansovini (Cr) al 11′ pt, autogol di Zullo (Cr) al 24′ st, Bacio Terraciano (Lu) al 49′ st) Bassano Virtus-Pordenone 1-0 (Misuraca (Ba) su rigore al 28′ st), Alessandria-Cittadella 1-2.

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 18 marzo: rifinitura per i Biancoscudati, assente Sbraga causa virus.




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