Live 24! Padova-Cremonese, la vigilia: rifinitura pomeridiana, riposo precauzionale per Diniz

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Ore 19.40 – (TuttoLegaPro) La Cremonese si prepara alla trasferta di Padova e mister Fabio Rossitto presenta così la sfida nella conferenza stampa della vigilia riportata dai canali ufficiali del club grigiorosso: “Domani sarà una gara complicata. Il Padova è una squadra forte e solida, con giocatori importanti. Dovremo stare molto attenti, ma nche loro, visto che veniamo da un buon momento”. Per restare aggrappati al sogno di raggiungere i play-off ci sarà bisogno di un solo risultato: “Domani il pareggio servirà a poco o nulla. È chiaro che chi vincerà domani potrà nutrire ancora qualche speranza. Dovremo mantenere comunque l’equilibrio. Non andare subito allo sbaraglio. Cercheremo di giocare a ritmi alti e mettere in difficoltà il Padova. Sarà una partita combattuta. Gli episodi faranno la differenza”.

Ore 19.10 – (Il Piccolo) Stavolta la consueta scossa derivante dal cambio di panchina non c’è stata. Anzi, contro la Sacilese alla Triestina è parso mancare proprio l’ardore, la furia agonistica. Qualche occasione si è creata e probabilmente c’è da recriminare anche su qualche decisione arbitrale, però la cosa preoccupante è stata l’assenza di quella fame che dovrebbe caratterizzare una squadra che in ogni partita si sta giocando la salvezza. Detto questo, al nuovo tecnico Bordin si può imputare poco o nulla: è vero, il fatto che abbia avuto due settimane a disposizione prima della partita e che di fronte ci fosse una squadra già retrocessa e senza nemmeno un allenatore, sono aggravanti nell’insipido pareggio ottenuto dalla Triestina. Ma in campo poi ci vanno i giocatori, decisamente sottotono rispetto ad altre prestazioni: chissà, forse qualcuno doveva ancora digerire il cambio di guida tecnica. Fatto sta che ormai è meglio lasciarsi il pareggio con la Sacilese alle spalle. Piuttosto, grazie alla sosta pasquale, ora Bordin avrà altre due settimane e tanti allenamenti prima della trasferta con il Giorgione: un bene o un male? Meglio conoscersi meglio e lavorare a fondo sui concetti a bocce ferme, o era meglio rigettarsi subito nella mischia? Secondo Bordin, la verità sta un po’ nel mezzo. E il vero nocciolo della questione sul perché questa sosta può essere preziosa, è un altro. «Sicuramente la paura può essere una cosa positiva – spiega il tecnico – perché anche 15 giorni in più possono essere favorevoli per migliorare e lavorare su certi aspetti. Ma è anche vero che il ritmo gara e l’atmosfera delle partite che contano sono sempre importanti». Il fulcro del discorso, secondo Bordin, è quindi un altro, e si tratta di un vantaggio che potrà aiutare la Triestina a presentarsi in una veste migliore alla ripresa: «La cosa importante – dice infatti il tecnico – è che avrò la possibilità di recuperare delle pedine fondamentali per la squadra. Inoltre, visto che c’è stato un certo dispendio di energie, potremo recuperare meglio». E qui, a parte il discorso della condizione atletica, pur non facendo nomi è ovvio che contro il Giorgione Bordin spera di schierare quasi mezza squadra completamente diversa. L’infortunato principale, di cui si è sentita un’enorme mancanza, è Bradaschia: senza di lui l’Unione ha ottenuto un punto in tre partite. Ma anche l’infortunio di Di Dionisio e l’indisposizione di Crosato sono state pesanti, per non parlare della squalifica di Abrefah. Già così, si tratta di quattro titolari. Ma è evidente che alla ripresa Bordin conta di poter utilizzare finalmente anche Muzzi e Monti. E con sei pedine in più a disposizione, potrebbe davvero essere un’altra Triestina.

Ore 18.40 – (Corriere delle Alpi) Marco Farinazzo torna a casa. Il fuoriquota del Belluno ha passato in ospedale la notte tra domenica e lunedì per il colpo subito in uno scontro di gioco con un avversario del Monfalcone. Ieri mattina, prima di essere dimesso, il ragazzo è stato sottoposto ad una visita sia oculistica che otorinolaringoiatrica ed entrambe hanno escluso complicazioni. Il bollettino medico ha dichiarato che Farinazzo si è procurato una frattura composta della parete anteriore e laterale del seno mascellare destro, della parete laterale dell’orbita di destra e dello sfenoide e infrazione corticale dello zigomo destro. In altre parole il giocatore del Belluno non dovrà sottoporsi ad interventi chirurgici, ma dovrà osservare un periodo di otto, dieci giorni, di riposo assoluto, e solo dopo potrà tornare ad allenarsi gradualmente con il gruppo. Il suo rientro in campo è previsto tra poco meno di un mese. Farinazzo salterà sicuramente la trasferta con la Virtus Vecomp e la sfida casalinga con la Luparense e potrebbe rientrare per il big match del 17 aprile contro la capolista Venezia. Una sconfitta da mettere subito alle spalle. Lo scivolone del Belluno contro il Monfalcone, deve essere messo subito alle spalle dalla squadra gialloblù che avrà a disposizione due settimane per lavorare e rimettersi in carreggiata. «Abbiamo fatto la partita che dovevamo fare – commenta un deluso Yari Masoch – sul piano del gioco abbiamo dominato l’avversario che sin dall’inizio si è difeso dietro la linea della palla, come deve fare una squadra che deve salvarsi». Un gol evitabile. La squadra giuliana ha fatto un solo tiro in porta in tutta la partita, quello che è bastato per castigare i bellunesi, ma in occasione della rete di Zubin la difesa gialloblù si è fatta trovare impreparata. «È stato un gol casuale, partito da un lancio di 50 metri da posizione defilata, è stato poi bravo Zubin a tirare da quella posizione, ma non serve che ricordi io la carriera di questo giocatore. Il suo è stato un bel gol ma nasce da un nostro errore. Hanno fatto un tiro in 90’ ed è andata così». Eppure il match sembrava essersi messo sui binari giusti vista l’espulsione di Villanovich al 22′ del primo tempo, per un doppio giallo nell’arco di nove minuti, che ha permesso ai gialloblù di giocare per 70’ con un uomo in più. «Il nostro approccio alla partita secondo me è stato buono, il Monfalcone da subito si è difeso in maniera aggressiva e compatta, soprattutto a metà campo, ma il gioco lo avevamo sempre in mano noi. Il problema è stato che non siamo riusciti a segnare nonostante una quindicina di occasioni nitide e non, create nell’arco della partita. Se non abbiamo segnato la colpa è solo nostra. Abbattuto? Si lo sono, a Trieste ci avevano massacrato sul piano dell’intensità e poteva starci la sconfitta, domenica hanno passato una volta la metà campo e abbiamo perso».

Ore 18.10 – (La Provincia Pavese) Già al lavoro ieri mattina il Pavia in vista della trasferta di giovedì a Bassano del Grappa contro un avversario che occupa saldamente la seconda posizione in classifica. Oltre ai problemi psicologici dopo una domenica da dimenticare in casa azzurra si deve fare i conti con un’emergenza che coinvolge in particolare il centrocampo. Ha lasciato Pavia per tornare a Malta Rowen Muscat che giovedì pomeriggio alle ore 15 scenderà in campo nell’amichevole con la sua Nazionale contro la Moldavia. E ieri è arrivata la squalifica per due turni («frasi irriguardose verso l’arbitro») di Federico Carraro, espulso nel finale della gara con il Renate. Anche ieri non si è allenato Giuseppe Pirrone, già assente tra i convocati nell’ultimo week-end per un problema muscolare accusato due settimane fa. Difficilmente l’ex centrocampista dell’Ascoli potrà rientrare tra i disponibili. Dei titolari in mezzo al campo della gara con il Renate rimane, quindi, abile solamente Alessandro Marchi. Mister Stefano Rossini dovrà, quindi, cercare un sostituto a Muscat in fase di impostazione e potrebbe scattare, quindi, l’ora dal primo minuto per il ceco Kladrubsky. Un altro giocatore che non gioca da tempo è poi Marco Cristini che superati i guai fisici è tornato in gruppo da qualche settimana. Molto dipenderà anche dal modulo scelto per il centrocampo dal tecnico del Pavia che nel corso della gara è passato a quattro sia con un 4-4-1-1 che con un 4-4-2. In quest’ultima ipotesi De Silvestro, volenteroso nel suo impegno nella ripresa quando è stato schierato potrebbe proporsi come a sinistra potrebbe agire Foglio o Azzi. Novità previste anche per la difesa perché Alessandro Malomo, che ha accusato una distorsione alla caviglia sinistra è a riposo e le sue condizioni verranno monitorate tra oggi e domani. In forte dubbio che il difensore romano possa recuperare in così breve tempo. Per un problema al ginocchio si era fermato settimana scorsa anche Siniscalchi. Per il ruolo di centrali quindi Biasi, Dermaku e Malomo si giocano due maglie. In attacco da valutare se Rossini sceglierà ancora il tridente anche perché domenica Sforzini è sceso in campo febbricitante e non al meglio. Tutti dubbi che il tecnico del Pavia si chiarirà tra questa e domani mattina quando sono previsti i due allenamenti verso Bassano, gara che sarà arbitrata da Niccolò Baroni di Firenza. Mercoledì pomeriggio, poi, la squadra partirà per il ritiro prepartita in Veneto.

Ore 17.40 – (Gazzetta di Reggio) Dopo la vittoria a Cuneo, che ha permesso alla Reggiana di salvare almeno la faccia, oggi (ore 15) è già tempo di rifinitura pre-partita per Siega e compagni. I granata, infatti, domani sera (ore 20.30) ospiteranno al Città del Tricolore la Pro Patria nell’anticipo del turno pasquale. Pare abbastanza scontato l’undici che scenderà in campo contro i lombardi, e non solo perché – per usare luoghi comuni – “squadra che vince non si cambia”. La rosa granata, infatti, è sempre alle prese con problemi di infermeria: degli otto attualmente indisponibili, solo Francesco Rampi potrebbe recuperare in tempo, sebbene anche ieri abbia lavorato in palestra insieme a Raffaele Nolè e Paolo Bartolomei. Per questi ultimi, oltre che per Michele Pazienza – ieri al differenziato – e Gianluca Zucchini, è previsto il rientro col gruppo dopo le vacanze di Pasqua. Per quanto riguarda il ritorno di Riccardo De Biasi, i tempi sono ormai maturi ma tornerà ad allenarsi gradualmente. Poche novità invece per Paolo Frascatore ed Antonio Loi che rischiano di aver già concluso la stagione poiché il mese e mezzo che manca alla fine del torneo coincide all’incirca coi loro tempi di recupero. A questo punto è logico aspettarsi una Reggiana identica a quella che ha portato a casa i tre punti da Cuneo, ovvero un 3-5-2 con la linea difensiva affidata ad Alessandro Spanò, Andrea Parola e Minel Sabotic, un centrocampo dove orchestreranno Vasile Mogos, Mirko Bruccini, Dejan Danza –per lui è una riconferma dopo il positivo debutto da titolare –, Dario Maltese e Daniele Mignanelli; per finire con l’attacco che sarà nelle mani di Nicholas Siega e Rachid Arma. Le alternative non sono molte, ma quello offensivo resta comunque l’unico reparto che potrebbe offrire delle sorprese anche se, dalla seduta soft di ieri, sembra confermato l’impianto di gioco visto in Piemonte. Alla fase iniziale dell’allenamento era presente il socio della Reggiana, Gianni Perin. Designazioni arbitrali. Reggiana-Pro Patria sarà diretta da Giovanni Nicoletti di Catanzaro aiutato da una coppia di assistenti genovesi: Antonio Spensieri e Christian Zanardi.

Ore 17.10 – (Gazzetta di Mantova) Oltre al danno della sconfitta, al Mantova la gara giocata contro il Bassano è costata anche la beffa di una multa salata e di una squalifica comminata al team manager (nonché socio di Viale Te) Paolo Musso. Tutte le decisioni del giudice sportivo sono legate alle proteste del Mantova per la direzione di gara dell’arbitro Niccolò Pagliardini di Arezzo, che nel corso dei primi 45 minuti sembrava aver danneggiato pesantemente l’Acm (poi in realtà le immagini tv hanno rivelato che il fischietto toscano ha sbagliato poco). In ogni caso, il giudice sportivo ha inflitto al Mantova una multa di 1.500 euro «perchè – si legge nel comunicato – persona non identificata, ma riconducibile alla società, indebitamente presente nel recinto di gioco, rivolgeva all’arbitro una frase irriguardosa». Inoltre, il giudice sportivo ha deciso «l’inibizione a svolgere ogni attività in seno alla Figc, a ricoprire cariche federali e a rappresentare la società nell’ambito federale a tutto il 31 marzo 2016» per Paolo Musso, espulso nell’intervallo del match con il Bassano per «per atteggiamento irriguardoso verso l’arbitro al termine del primo tempo di gara».

Ore 16.50 – (Gazzetta di Mantova) È da tutta la stagione che il Mantova è chiamato, a brevissimi intervalli, a trovare la forza per riscattarsi dopo sconfitte brucianti. E il lunedì post Bassano non farebbe dunque molta differenza, se non fosse per due variabili importanti: la necessità di rialzare la testa in pochissimo tempo, visto il turno infrasettimanale di giovedì e di farlo nonostante la classifica, per la prima volta dall’inizio del campionato, sembri davvero concedere pochissime chance di evitare i playout. Luca Prina ieri ha preferito non rilasciare dichiarazioni e ha partecipato col presidente Musso alla presentazione a Palazzo Te del suv della Maserati Levante, che – utilizzando la metafora lanciata dal tecnico domenica – sarebbe magari utilissima al posto della “sua” Punto per affrontare le Ferrari con le quali l’Acm è chiamata a confrontarsi. Battute a parte, il tecnico ha tenuto a lungo i suoi nello spogliatoio per analizzare il ko subìto ad opera del Bassano. E ha sicuramente insistito sulla necessità di acquisire una mentalità battagliera, da squadra che deve salvarsi e che dunque lotta su ogni pallone con cattiveria agonistica dal primo all’ultimo minuto di gara. Il Mantova ci è riuscito soltanto a sprazzi nel corso di questo campionato, ma da qui agli eventuali playout dovrà cercare di migliorare almeno questo aspetto, essendo difficile ipotizzare una trasformazione tecnico-tattica vincente. Il messaggio che parte dalla società e dallo stesso allenatore è dunque quello di non mollare. E in questa direzione vanno i segnali lanciati all’esterno con la riduzione dei prezzi (vedi altro articolo in pagina) e all’interno con la decisione di portare la squadra in ritiro alla vigilia del match di giovedì contro il Cittadella. Domani sera, infatti, dopo la seduta di rifinitura in programma alle ore 15, Caridi e compagni andranno in ritiro all’Hotel La Favorita e trascorreranno insieme la giornata che precede la sfida con la lanciatissima capolista, reduce da ben dieci vittorie consecutive. Per quanto riguarda la situazione della squadra, detto che il giudice sportivo ha diffidato Di Santantonio, va aggiunto che Prina non dovrebbe avere grossi problemi. Oggi (allenamento alle 10.30) le condizioni di tutti i biancorossi saranno esaminate nel dettaglio, ma l’acciaccato Caridi ieri ha lavorato normalmente e a disposizione potrebbe tornare anche Masiello dopo l’infortunio muscolare. Di certo Prina potrà contare anche su Scalise, che saltando la gara con il Bassano ha scontato la squalifica. Il mister potrebbe attuare un minino di turnover, anche se è probabile che non rivoluzioni la formazione schierata domenica al Martelli.

Ore 16.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.00 – Qui Guizza: partitella in corso, provati Baldassin e De Risio a centrocampo.

Ore 15.40 – Qui Guizza: lavoro atletico, non si allena a scopo precauzionale Diniz.

Ore 15.20 – Qui Guizza: squadra in campo per la rifinitura.

Ore 15.00 – Qui Guizza: seduta video per i Biancoscudati.

Ore 14.20 – Sulle scelte: “Ho molti ragazzi che vogliono giocare, vedrò anche se c’è qualcuno stanco e valuterò durante questo allenamento. Petrilli dal primo minuto domani? Lo vedrete domani…”. Termina la conferenza stampa.

Ore 14.10 – Arriva Pillon. Sulla Cremonese: “Dobbiamo riscattarci dopo la sconfitta di Pordenone. Cambia qualcosa giocando di mercoledì sera? Le motivazioni devono esserci sempre, qualsiasi giorno! Dobbiamo giocarcela al massimo per non aver qualche rammarico a fine campionato. Sarà una partita a viso aperto anche perché per loro sarà un’importante opportunità per restare aggrappati alle zone alte della classifica. Loro hanno tre giocatori molto validi in avanti, la Cremonese sarà un cliente scomodo ma ne abbiamo già incontrati tanti ultimamente… Dobbiamo continuare a macinare il nostro gioco. Un solo risultato per i playoff? Non voglio neanche pensarci o fare calcoli, dobbiamo solo dare il massimo. E non dobbiamo ripetere gli errori individuali che abbiamo stranamente commesso sabato scorso, perché non siamo stati attenti”

Ore 13.30 – (Messaggero Veneto) Che spettacolo, sabato scorso, il Bottecchia: 2.300 per Pordenone-Padova, tra queste più di 1500 di fede neroverde, esplose al gol di Buratto che è valso la vittoria. Cosa significa, tutto questo? Che la città, ormai, si sta identificando nella squadra di Bruno Tedino. È il frutto del campionato di vertice in Lega Pro condotto sinora dai ramarri, che ha portato al velodromo (e pure in trasferta) moltissimi pordenonesi che, prima, s’interessavano solo della serie A. Prodigi che, oggettivamente, solo i risultati sanno fare, ma che ora vanno sfruttati da parte del Pordenone. Sembra passata infatti un’epoca da quando, nel torneo di vertice di serie D del 2012-2013, si recavano allo stadio poco più di 400 paganti, di cui una ventina nel settore ospiti. Principalmente la gente arrivava dalla città. Invece adesso è in atto un “pellegrinaggio” più diffuso: al Bottecchia giungono tifosi da tutta la provincia e, in particolare, dalle zone confinanti del Veneto. Questo Pordenone è riuscito a catturare gli appassionati della provincia veneziana e trevigiana più vicina alla Destra Tagliamento: da Portogruraro a Oderzo, in tanti si muovono per assistere al calcio-champagne di Tedino, che al divertimento coniuga anche grandi risultati. La vittoria col Padova, a proposito, è la prima in campionato nella storia quasi centenaria del club di via Stadio. Insomma, il Pordenone comincia a piacere, e pure parecchio, alla gente del territorio. Ci sono le premesse, dunque, per un finale di stagione di alto livello dal punto di vista delle presenze allo stadio. Anche perché, il weekend dopo quello pasquale, arriverà al Bottecchia la Reggiana (sabato 2 aprile alle 20.30) e con essa i molti tifosi granata. Il fine settimana successivo i neroverdi ospiteranno la FeralpiSalò. Si tratta di due match che contano, in quanto con tutta probabilità ci si giocherà una buona fetta di play-off. Servirà dunque un pubblico caldo, e presente, come sabato scorso col Padova: la tribuna, la curva, fanno la loro parte e i giocatori ne risentono positivamente. L’immagine di Buratto che corre sotto il cuore del tifo neroverde, dopo il 2-0 sabato scorso, ne è emblema.

Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ stato uno degli acquisti meno reclamizzati ma quanto a rendimento Marcello Falzerano non è secondo a nessuno. A Bassano si sfregano le mani, Werner Seeber è riuscito a mettere nelle mani di Stefano Sottili un vero «top player» della categoria. E il gol di Mantova è una conferma di quanto già trapelato: sulla strada dei playoff e della scalata alla B Falzerano può essere l’arma in più: « E’ stato bello festeggiare con i tifosi che ci hanno seguito – esulta Falzerano – non abbiamo giocato benissimo ma era fondamentale prenderci tre punti e lo abbiamo fatto. La classifica è bella, ci auguriamo di non fermarci e va sottolineato, a proposito dei tifosi, che tra l’altro giovedì alla cena della squadra con loro, uno di loro, Fortunato, aveva predetto la mia rete. Sono contento abbia azzeccato (ride, ndr ). La dedico alla mia famiglia che mi segue sempre e a mio padre Luigi che domenica ha festeggiato il compleanno». Non c’è nemmeno il tempo di festeggiare, giovedì si torna in campo per uno scontro diretto. Alle 18 è atteso al Mercante il Pavia, in crisi nera dopo l’allontanamento di Fabio Brini.

Ore 12.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Una festa sugli spalti e un risultato salomonico. Il 2-2 con cui domenica si è concluso il derby tra Mestre e Venezia non sposta gli equilibri del campionato, soprattutto per la capolista: complice il contemporaneo pareggio della Calvi Noale con il Campodarsego, infatti, il +5 del Venezia sui padovani rimane invariato, mentre sale l’Este a -7. Il Mestre avrebbe invece sperato di approfittare del ko della Virtus Vecomp, battuta proprio dall’Este, per accorciare il gap rispetto alla zona play off (-7), ma deve accontentarsi di una partita giocata alla pari con la capolista. «In termini di occasioni abbiamo avuto qualcosa in più noi», è stato il commento di mister Luca Tiozzo che rimpiange soprattutto il palo colpito da Reggio. Il tecnico arancionero domenica ha annunciato il suo addio al termine della stagione e queste dichiarazioni gli sono costate carissimo: ieri sera infatti la società arancionera ha comunicato il suo esonero. «Dichiarazioni inopportune, dal momento che il Mestre risulta ancora in lotta per l’obiettivo play off», si legge nella nota della società, che ha richiamato in panchina Francesco Feltrin, avvicendato proprio da Tiozzo lo scorso 28 settembre. Un epilogo inatteso, dopo una partita in cui il Mestre era riuscito a impattare due volte. Al gol di Fabiano al 26’, infatti, ha replicato Pettarin al 39’; nella ripresa è stato Luciani a portare in vantaggio il Venezia al 3’, mentre l’ex Capogrosso ha rimesso la gara in equilibrio al 23’. Sugli spalti bandiere, fumogeni colorati e cori ma atmosfera sempre serena. Coreografie spettacolari nei due settori assegnati l’uno ai supporter arancioneri, l’altro a quelli arancioneroverdi, mentre in tribuna i tifosi si sono mescolati pacificamente. Meno tranquillo è stato invece il clima sulle due panchine, tanto che mister Giancarlo Favarin è stato allontanato dall’arbitro per proteste e nella ripresa ha guidato la squadra il vice Giovanni Langella. «Un fatto privato, non legato alla gara», ha spiegato l’assistente di Favarin, il quale nel corso del primo tempo era stato «provocato» dal vice di mister Tiozzo. Favarin ha reagito con foga, tanto da arrivare quasi alle mani nell’intervallo e per questo è stato allontanato dal direttore di gara. In arrivo per lui una sicura squalifica e c’è da sperare che il giudice sportivo sia clemente, visto che è recidivo. In arrivo anche le squalifiche di Soligo e Serafini, ammoniti domenica e nella lunga lista dei diffidati arancioneroverdi. E il Venezia, alla fine, ha sofferto sicuramente più del Mestre: «Abbiamo fatto fatica per le condizioni del campo, perché una squadra tecnica come la nostra – ha osservato Langella – patisce quando non riesce a giocare palla a terra».

Ore 12.00 – (La Nuova Venezia) Ha assistito al derby in mezzo ai tifosi arancioneroverdi, vivendolo con grande passione, tanto che il giorno dopo anche per Dante Scibilia affiora la stanchezza. Bilancio post derby? «Bellissima giornata di festa, tra tanti colori e due tifoserie corrette» commenta il d.g. del Venezia, «un segnale fortissimo che Venezia e Mestre hanno fame di calcio. Ne avevamo già avuto una prova all’andata. Belle le coreografie, non sono mancati gli sfottò, ma anche questo fa parte del mondo del calcio. Mi dispiace che la logistica dello stadio di Mogliano non abbia permesso alle due curve di fronteggiarsi, ma di essere una laterale all’altra. Con una capienza maggiore, ci sarebbe stato ancora più pubblico». Un solo appunto. «Il terreno di gioco, in condizioni pessime» osserva Scibilia, «le due squadre avrebbero meritato un campo migliore. Non è stato possibile giocare come siamo soliti fare, palla a terra e fraseggi, l’unica opzione era il pallone lungo a scavalcare il centrocampo». Un pareggio reso indolore dal rigore in pieno recupero che ha permesso alla Calvi Noale di agganciare il Campodarsego. «Vincendo avremmo ipotecato la promozione andando a +7, ma potevamo trovarci anche con soli tre punti di margine. Un’altra partita è alle spalle, ed era una delle due con maggiori insidie del nostro calendario. Este fuori dai giochi? Nel calcio tutto è possibile, ma in sei partite il Venezia dovrebbe crollare per consentire ai padovani, a -7, di rientrare». Unica nota stonata, l’espulsione a fine primo tempo di Favarin per “intemperanze” con il viceallenatore del Mestre, Ivan Galante. «Non posso essere preciso sull’accaduto» dice Scibilia «in quanto non ho visto con esattezza i fatti. Ero coperto dalla panchina e dagli striscioni, ho solo visto un po’ di confusione e un capannello di gente che non rientrava negli spogliatoi. Vedremo quali saranno i fatti contestati dalla terna arbitrale e i provvedimenti che saranno presi dal giudice sportivo. Il presidente? Ha visto la partita in streaming. No, non ci siamo sentiti alla fine, anche se gli mandavamo ugualmente gli aggiornamenti in tempo reale». Primo verdetto, intanto, in serie D: il Piacenza (girone B) è stato promosso in Lega Pro con sei giornate d’anticipo.

Ore 11.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ stata una giornata di incontri e di confronti tra i soci di Vi. Fin. che hanno anche affrontato e discusso della posizione di Antonio Tesoro che oggi, salvo clamorosi dietro front, firmerà una collaborazione fino a fine stagione con il Vicenza. Possibile che Tesoro assuma l’incarico di direttore sportivo, ma le intenzioni del giovane imprenditore bergamasco non sarebbero quelle di andare a prendere in mano una situazione creata da altri e sulla quale i tempi e le possibilità di agire sono molto limitate. Tutto comunque lascia pensare che Tesoro accetterà di collaborare con il Vicenza calcio da qui alla fine del campionato e poco importa se sarà lui oppure Andrea Gazzoli, a coprire il ruolo di direttore sportivo che deve essere coperto per regolamento entro un mese dall’allontanamento dell’ex ds Paolo Cristallini. Tesoro, nativo della provincia di Bari ma residente a Bergamo, ha gestito insieme al padre Savino la Pro Patria, assumendo la carica di presidente nel 2010 e il Lecce dal luglio 2012. Nel giugno 2014 ha conseguito il titolo di ds a Coverciano, assumendone poi il ruolo proprio nel Lecce, dove in precedenza aveva comunque curato il mercato giallorosso come amministratore delegato. Nei tre anni in cui i Tesoro hanno gestito il Lecce in Lega Pro, i giallorossi hanno sfiorato la promozione perdendo la finale playoff nelle prime due stagioni e arrivando sesti nel 2014-2015, stagione in cui dopo 18 giornate Tesoro esonerò proprio Franco Lerda, attuale tecnico del Vicenza, sostituendolo con Dino Pagliari. Tesoro quindi, pur ancora molto giovane, ha maturato una buona esperienza e ha il vantaggio di conoscere molto bene Lerda, con il quale andrà a collaborare in questo difficile finale di stagione in cui il Vicenza lotterà per centrare una salvezza ad oggi molto complicata. Sabato scorso al Menti, contro il Cagliari, è arrivata infatti la terza sconfitta consecutiva e a dieci giornate dalla fine del campionato la classifica è problematica. Il Vicenza si trova al penultimo posto a pari punti con la Salernitana, due punti dal quart’ultimo posto occupato dal Livorno e quattro dalla 17esima posizione, dove si trova il Modena, che vale la salvezza. La prima di Franco Lerda sulla panchina del Vicenza non è stata fortunata: a pochi minuti dalla fine del primo tempo la squadra è rimasta in dieci a causa dell’espulsione di Pinato. La sconfitta è arrivata alla fine quasi «annunciata» e a nulla è valso il disperato tentativo finale del Vicenza con l’assalto all’area dei sardi; pur ridotto in inferiorità numerica la squadra ha comunque provato a raddrizzare il match che si è chiuso al 90’ con il raddoppio dei sardi firmato da Melchiorri. Adesso alle porte ci sono due scontri diretti, contro l’Ascoli al Del Duca e con il Livorno al Menti, che il Vicenza non può fallire. Perché senza almeno quattro punti nelle prossime due partite le speranze di salvezza dei biancorossi si spegnerebbero quasi del tutto.

Ore 11.00 – (Mattino di Padova) Chi fischia (pochi) e chi canta (sempre di più). Per una volta a fare notizia non è quello che è successo in campo, ma ciò che si è sentito sugli spalti del Tombolato. Alla fine dell’incontro che il Cittadella ha vinto domenica sera sul Lumezzane, Enrico Alfonso, galvanizzato dallo scampato pericolo per il rigore calciato alle stelle a tempo scaduto da Sarao, ha indossato le vesti del direttore d’orchestra, arrampicandosi sulla rete di recinzione nel settore degli ultras e guidando il coro goliardico dei tifosi. Ne è uscito un simpatico siparietto: «Volete che il Citta perda?», l’urlo del portiere granata ai sostenitori. «No», la replica dei presenti. «Allora volete che il Citta pareggi?», ha domandato ancora Alfonso. Altro «No». «Ma allora volete che il Citta vinca?». «No» è continuato, inaspettatamente, il duetto. «Come no, ma allora… cosa volete?». E i tifosi, in coro: «Noi vogliamo la “fuga” a volontà!» (com’era scritto sullo striscione steso nel settore). Solo che la parola pronunciata non era proprio… “fuga”, ma una molto simile. Inutile dire che il video ha subito fatto il giro del web. «È un coro che intonavamo alla Pro Piacenza l’anno scorso e che credo sia nato alla Pro Vercelli, anche se non so dire in che occasione e come si sia diffuso», racconta il giorno dopo lo stesso Alfonso, che spiega: «In realtà al Cittadella l’abbiamo cantato la prima volta nel corso della cena che ha chiuso il ritiro estivo di Lavarone. Tutti lo hanno accolto simpaticamente, eccetto il direttore Marchetti… Ma spero sia chiaro lo spirito goliardico con cui lo intoniamo, non vuole esserci niente di volgare in quello che facciamo». Il tutto a corollario di un pomeriggio in cui non sono mancati i fischi, da una parte del pubblico della Gradinata Est, a conclusione del primo tempo finito 0-0. Fischi che proprio il d.g. granata ha stigmatizzato a fine match: «Che si vuole di più? Questa squadra è in testa, ha 10 punti di vantaggio sulla seconda e invece di aiutarla la si critica?». «Ho sentito anch’io quei fischi, e contro il Lumezzane non è stata la prima volta», prosegue Alfonso. «Per fortuna provengono da una parte limitata del pubblico, mentre la maggioranza dei tifosi ci ha incitato dall’inizio alla fine. Che dire, di solito chi paga ha sempre ragione, ma in questo caso non penso proprio sia così, dopo una cavalcata come quella che stiamo portando avanti e, nello specifico, al termine di una partita in cui il nostro avversario ha tirato in porta una sola volta, nell’occasione del rigore. Spero che, se saremo promossi, possa gioire anche chi ora si lamenta». «Marchetti ha pienamente ragione», dice la sua sull’argomento Pierluigi Basso, portavoce del Centro Coordinamento Club Granata, che raccoglie una decina di gruppi di tifosi organizzati. «Sono rimasto stupito nel sentire che qualcuno mugugnava prima dell’intervallo. Ma, dico io, dopo nove vittorie di fila, che ora sono diventate dieci, e dopo un blitz come quello di Alessandria, sarà anche fisiologico che la squadra possa giocare un tempo con il freno a mano tirato, o no? Non può mica spingere sempre ai 200 all’ora, come, peraltro, è tornata a fare nella ripresa, quando si è giocato ad una porta sola. Quello che posso dire è che a fischiare è stato qualche spettatore isolato, non riconducibile a nessun gruppo. Noi siamo tutti vicini alla squadra e alla dirigenza, tant’è che stiamo organizzando assieme al Club Granata Cittadellese la trasferta di Foggia per la finale d’andata di Coppa Italia del 31 marzo: abbiamo già una trentina di prenotazioni ed entro il 29 contiamo di riempire un intero pullman. Questo gruppo merita solo applausi». Arbitro toscano. Giovedì a Mantova (ore 18) il Citta sarà diretto da un fischietto toscano, Bertani di Pisa.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Avevano tentato di aggredire il manipolo di tifosi granata che lunedì 14 marzo scorso si era avventurato sino ad Alessandria, assistendo all’impresa del Cittadella in casa dei grigi, e per questo motivo cinque ultrà della squadra piemontese, di età compresa tra i 23 ed i 42 anni, sono stati denunciati, a vario titolo, e colpiti dalla misure del Daspo (divieto di assistere a manifestazioni sportive) fra i 3 ed i 5 anni. Il fatto era accaduto al termine della partita, giocata in notturna al “Moccagatta”: un gruppo di sostenitori di casa, anziché indirizzarsi verso l’uscita dello stadio, si era avventato sulla recinzione metallica che separava l’area di pre-filtraggio “Tribuna-Parterre”. Dopo averla abbattuta l’avevano superata con l’intento di raggiungere i supporters del Citta, responsabili – a loro dire – di avere offeso una sciarpa dell’Alessandria con gesti volgari. L’intervento della polizia aveva impedito al gruppo di proseguire la corsa verso i padovani, ma un agente era stato strattonato e spintonato.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Domani c’è la Cremonese, a quattro giorni dal match di Pordenone. Può essere la sua occasione? «Con due partite ravvicinate, può darsi che il mister scelga di lanciare qualcuno un po’ più fresco: non so se accadrà, ma lo spero. Può darsi anche che giochino sempre gli stessi, ma mai dire mai». Ha qualche piccola rivincita da prendersi, ripensando al match d’andata? «Entrai negli ultimi dieci minuti, lo ricordo bene: presi un palo e mi vidi respingere altre due conclusioni dal loro portiere. Diciamo che quella volta, sì, riuscii ad essere veramente incisivo subentrando dalla panchina, anche se servì a poco. Ho voglia di continuare a fare le cose buone che avevo fatto finora, e di chiudere bene l’anno». Padova e Cremonese sono ancora in lotta per il quarto posto. Avete un solo risultato? «Perdere punti adesso significherebbe allontanarsi di molto dalla zona playoff. È vero che noi dalla prossima settimana avremo quattro partite sulla carta più facili, mentre le altre avranno diversi scontri diretti, ma temo che anche un pari con la Cremonese servirebbe davvero a poco».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Cosa prova un giocatore in una situazione come questa? «Dentro di te pensi che in quel momento non servi. Sono state due partite (contro Mantova e Pavia, ndr) in cui non mi sono nemmeno alzato dalla panchina per scaldarmi, perché per l’allenatore andava bene così. L’importante è non mollare, anche se non è facile trovare gli stimoli in settimane così brutte». Dopo il match con il Renate se l’era un po’ presa con i giudizi negativi dei giornalisti. Ha il sospetto che la sua esclusione sia dovuta a qualche parola fuori posto? «Penso che mister Pillon non si faccia influenzare dalle dichiarazioni, mie o di qualcun altro. Le mie parole non erano certo rivolte a lui, credo che la sua scelta non sia stata dovuta a quello: forse ha visto qualcuno che stava meglio di me». Nella fattispecie Finocchio, che ha fatto subito una doppietta. «Appunto. Era impensabile che, dopo la sua prestazione a Mantova, Pillon decidesse di rimettermi dentro e di lasciar fuori lui, è normale che sia così». Veder entrare Baldassin come esterno di centrocampo, contro il Pavia: era questo, forse, che non si aspettava? «Quello mi ha fatto rimanere un po’ male, perché le scelte non sono ricadute sui giocatori di ruolo, e in quel momento mi sono sentito un po’ messo da parte. Ma va bene comunque, le scelte le fa il tecnico e noi dobbiamo accettarle, anche se a volte è dura».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) A Pordenone è tornato a disputare uno spezzone di partita, dopo che nelle ultime settimane si era ritrovato improvvisamente in panchina dopo essere stato un titolare per tutta la stagione. Non sono state settimane facili per Nicola Petrilli: dopo il rigore sbagliato contro il Renate, all’Euganeo, se l’era presa con i giudizi negativi riportati dalla stampa sulla sua prestazione. E da allora (anche se Bepi Pillon non ha mai dichiaratamente collegato le due cose) era stato costretto a seguire le partite dalla panchina. «Tornare in campo è stato bello, mi mancava molto», le parole dell’attaccante torinese. «Purtroppo non sono stato decisivo come avrei voluto, anche perché dopo solo un minuto dal mio ingresso abbiamo preso il 2-0, un gol che ci ha un po’ tagliato le gambe. Ma sono contento di essere tornato: vuol dire che il mister mi rivede bene e che pensa possa essere di nuovo utile alla squadra». Come sono state queste settimane? «Stare fuori fa sempre male, ma a Padova ancora di più, perché ci tengo davvero. Poche settimane fa ho prolungato il contratto proprio perché tengo molto a questa maglia, e dover star fuori, senza poter dare una mano ai compagni e alla squadra, com’era stato l’anno scorso o in qualche occasione con Parlato nella prima parte di stagione, mi è dispiaciuto».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È già giorno di vigilia di Padova-Cremonese: domani, alle 20.30 (arbitro Paterna di Teramo), riflettori accesi all’Euganeo per il turno pre-pasquale di campionato. La squadra effettuerà la consueta rifinitura pre-gara oggi pomeriggio alle 15, mentre la seduta mattutina è stata cancellata. Un solo allenamento, dunque, per testare l’undici che scenderà in campo contro i grigiorossi: da monitorare le condizioni di Diniz, che anche ieri si è allenato a ritmi bassi in via precauzionale e con una fasciatura al ginocchio sinistro, mentre in mezzo al campo Baldassin insidia Mazzocco per una maglia da titolare. È arrivato, intanto, il responso degli accertamenti medici effettuati da Matteo Dionisi (nella foto dopo l’infortunio) dopo il problema muscolare accusato la settimana scorsa: il terzino biancoscudato è rimasto vittima di una lesione di secondo grado al muscolo gastrocnemio mediale del polpaccio destro, un problema che richiederà due o tre settimane di stop. Dal momento che una settimana dall’infortunio è già trascorsa, nella migliore delle ipotesi Dionisi tornerà in gruppo prima del match di Cuneo.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Un altro esonero nel girone A di Lega Pro: a distanza di poche ore dal benservito dato dal Cuneo a Salvatore Iacolino, anche l’Albinoleffe ha cambiato guida tecnica. Il comunicato del club bergamasco rende noto che Marco Sesia «è stato sollevato dall’incarico di allenatore della prima squadra e il suo collaboratore Riccardo Panizzo da quello di allenatore in seconda. A mister Sesia e a Panizzo va un sincero ringraziamento per l’impegno profuso in questa stagione sportiva. L’AlbinoLeffe ha affidato la conduzione tecnica della prima squadra a Michele Facciolo. Lo staff tecnico sarà composto da Paolo Zirafa, allenatore in seconda, da Luciano Zanchini, collaboratore tattico, e dai collaboratori Paolo Pantera, Giampietro Mutti e Giorgio Rocca». A Cuneo, intanto, non è stato ancora scelto il sostituto di Iacolino: contattati Firicano e Brucato, che hanno risposto di “no”, sarebbero in corsa per la panchina biancorossa Massimo Costantino e Massimo Storgato, quest’ultimo allenatore della Primavera del Padova nell’ultimo anno della Serie B.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Qualcuno temeva le decisioni del giudice sportivo, ma il comunicato diffuso ieri ha escluso sanzioni pesanti per chi, come il vice Rino Lavezzini e alcuni giocatori, aveva protestato con veemenza a fine gara. Paradossale, poi, che una squadra che conduce le danze con dieci punti di vantaggio sulla seconda come il Cittadella, sia stato addirittura fischiato domenica con il Lumezzane da uno sparuto gruppetto di sostenitori fino a quando non ha trovato il vantaggio. Il che ha suscitato la comprensibile reazione del dg Stefano Marchetti: «Dispiace per quello che è successo – ha detto – non so cosa si voglia da questa squadra… Siamo primi con 10 punti di vantaggio ma dalla gradinata qualcuno fischiava già nel primo tempo. Questo atteggiamento proprio non mi piace e lo dico a chiare lettere». L’esatto contrario del clima goliardico che regna in squadra e che ha portato alla fine del match il portiere Enrico Alfonso a salire sopra la balaustra della tribuna intonando un coro ormai diventato cult sul web, con un video virale che sta spopolando. Il contenuto? Irriferibile in questa sede, basti dire che si tratta di una richiesta di sessualità «in abbondanza», con parole ben più colorite… Il segno di un gruppo che si diverte, dentro e fuori dal campo. E i risultati si vedono eccome.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Nel lunedì pomeriggio alla Guizza le urla di Giuseppe Pillon rimbombano forti e chiare, quasi a voler demarcare il confine tra chi pensa che i playoff siano diventati irraggiungibili e chi, invece, ancora ci crede. E pensa che un filotto di vittorie possa rimettere in gioco tutto. A guardare la classifica il realismo dice che il Padova ben difficilmente andrà agli spareggi per la B e che servirebbe quasi un miracolo per ribaltare la situazione. I punti di distacco dal quarto posto sono diventati cinque, davanti ci sono altre due squadre da superare e pure la Reggiana ha operato l’aggancio. Nel treno di testa hanno vinto tutte (Cittadella, Bassano, Alessandria, Feralpisalò, Pordenone) e solo il Pavia ha pagato dazio. Per questo Pillon sabato pomeriggio era su tutte le furie: per l’arbitraggio giudicato a sfavore e per aver mancato un’occasione forse irripetibile. A ben guardare sarebbe bastato non perdere ma il ko è stato un’autentica mazzata. Ieri, nelle prove di formazione in vista dell’incrocio di domani sera contro la Cremonese all’Euganeo, l’allenatore trevigiano ha nascosto un po’ le carte. Mazzocco, dopo la prestazione negativa del Bottecchia, rischia il posto e non è da escludere un ripescaggio nell’undici titolare di Bucolo, che si gioca una maglia con lo stesso Mazzocco e Baldassin, sinora impiegato solo da esterno.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 62, Bassano 52, Pordenone 50, Alessandria 46, FeralpiSalò 45, Pavia 42, Padova e Reggiana 41, Cremonese 40, SudTirol 38, Giana Erminio e Renate 31, Lumezzane 30, Cuneo 28, Pro Piacenza 27, Mantova 23, AlbinoLeffe 18, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventisettesima giornata: SudTirol-Giana Erminio 0-1 (Bonalumi (Ge) al 5′ st), Cuneo-Reggiana 1-2 (Mogos (Re) al 6′ pt, Spanò (Re) al 13′ pt, Chinellato (Cn) al 14′ st), FeralpiSalò-AlbinoLeffe 3-1 (Soncin (Al) al 19′ pt, Romero (Fs) al 26′ pt, Pinardi (Fs) su rigore al 14′ st, Fabris (Fs) al 37′ st), Cremonese-Pro Piacenza 1-0 (Brighenti (Cr) al 39′ pt), Pordenone-Padova 2-1 (Pederzoli (Pn) al 4′ pt, Buratto (Pn) al 24′ st, Altinier (Pd) al 33′ st), Mantova-Bassano 0-2 (D’Ambrosio (Ba) al 11′ pt, Falzerano (Ba) al 13′ st), Pavia-Renate 1-2 (Napoli (Re) su rigore al 7′ pt, Scaccabarozzi (Re) al 10′ pt, Cesarini (Pv) al 12′ st), Pro Patria-Alessandria 0-1 (Marconi (Al) al 14′ pt), Cittadella-Lumezzane 1-0 (Lora (Ci) al 1′ st).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 21 marzo: allenamento pomeridiano, rientra in gruppo Petkovic.




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