Live 24! Padova-Pro Patria, -2: out Petkovic, Fabiano e Neto Pereira, ed è rebus-formazione

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Ore 22.10 – (Il Piccolo) Si chiama Raphael Clairin, ha 43 anni, vive vicino a Parigi e ieri è sbarcato per la prima volta a Trieste: è lui l’investitore interessato ad acquisire la Triestina (assieme a un gruppo franco-americano di privati), annunciato nei giorni scorsi da Brice Desjardins, il portiere francese ex professionista che ora gioca in Coppa Trieste e che a New York presiede una scuola calcio. Il nuovo gruppo aveva presentato il suo progetto la scorsa settimana su un sito denominato La Futura Triestina che aveva suscitato un vespaio di polemiche sul web. Ieri Clairin, che in patria è amministratore di Sidel Blowing & Services (società che il web descrive con un fatturato di quasi 700 milioni di euro nel 2014), ha cercato di spiegare in un italiano perfetto l’interesse per la Triestina, nato proprio tramite Dejardins: «Parlo a titolo privato – chiarisce Clairin – la società per cui lavoro non c’entra nulla. Faccio parte di un gruppo di sette investitori franco-americani che lavorano anche nel mondo del calcio, attraverso costruzioni di campi e accademie giovanili. Noi i soldi per l’asta li abbiamo, ma non abbiamo ancora deciso se parteciparvi: vogliamo prima vedere le reazioni della città e come si muovono le cose». Clairin infatti viene al dunque e precisa che il progetto del suo gruppo è diverso da quello di Milanese e Biasin, del quale si pone in alternativa: «Da quella parte – dice – si vogliono mettere subito soldi per la prima squadra e puntare alla promozione. Secondo me, come si è visto in passato, così si va poco lontano. Noi non vogliamo mettere milioni per qualcosa che non li vale, ma creare valore: vogliamo investire su strutture e settore giovanile, in modo da dare vita alla società per decenni. Ai triestini chiedo solo di scegliere questa filosofia: se la capiscono, allora andremo all’asta». Doveroso ricordare che la presentazione sul web con tanto di vendite di magliette e abbonamenti futuri, ha creato malumori e ironie. «Ma quella era una provocazione – spiega Clarain – non vogliamo certo soldi dai triestini: era una strategia per far capire cosa non esiste oggi e cosa invece potrebbe esistere domani. È incredibile che non si possano comprare dal web magliette, biglietti e abbonamenti per la Triestina». Il francese insiste poi su strutture e settore giovanile: «Senza quelli non si fa niente, servono progetti in tal senso. C’è un buco che vogliamo colmare. La Triestina attuale vale zero, non si trova nemmeno sul web. Lo stadio Rocco, il cui terreno vorremmo ibrido erba-sintetico, è bellissimo, ma com’è adesso non è usufruibile dalle famiglie. Inoltre vogliamo fare del campo del Ponziana la casa della Triestina, un luogo di vita continua per tutta la settimana. Questi sono gli investimenti che creano valore e che il mio gruppo è pronto a fare subito. Come budget iniziale, stimiamo circa 1,5 milioni di euro».

Ore 21.50 – (Corriere delle Alpi) Rispetto sì, paura no. Le sei vittorie di fila della Luparense fan proprio pensare che ci si potrà divertire domenica al Polisportivo. Due squadre che segnano parecchio e con in condivisione un obiettivo importante. Soprattutto giocheranno con in testa i tre punti. Il Belluno per festeggiare la conquista dei play-off, i padovani per riuscire a superare nella volata finale i veronesi della Virtus Verona ed accedere anch’essa agli spareggi. Attenzione. Mike Miniati sa che il traguardo è vicino ma invita alla prudenza contro una squadra che, tra le altre cose, ha un parco attaccanti da fare invidia a molti. «Ci vorranno mille attenzioni. Hanno giocatori di spessore e non solo davanti, dove comunque tra Beccaro, Sottovia e Giglio stanno messi molto bene. Tutte queste vittorie consecutive li hanno riportati in una zona più consona al loro obiettivo stagionale ma vogliamo vincere». La spinta del successo ottenuto al Gavagnin di Verona, pur senza Duravia e Farinazzo, ha caricato l’ambiente per questo finale di stagione. «Abbiamo fatto le cose che andavano fatte molto bene. Tutti si sono comportati in maniera egregia, dal portiere fino agli attaccanti». Futuro. Se anche non fossero ufficiali domenica, i play-off per il terzo anno di fila paiono ormai ben intascati. Quest’anno ci sono solo due partite al massimo e non è così impossibile pensare di vincerli. Diventerebbe un traguardo importantissimo, oltre al fatto che ti potrebbe mettere in lista per eventuali ripescaggi in Lega Pro. «Si punta sempre al meglio e bisognerebbe provarci. Intanto centriamoli matematicamente». Nell’immediato questo. Più avanti sarà tempo di pensare al Belluno del prossimo anno. Che ha già deciso di ripartire da mister Vecchiato e dal suo Fardin. Mike Miniati, nella formazione gialloblù 2016-2017, vorrebbe esserci ancora. «Non ne abbiamo ancora parlato, anche perché la stagione è ancora tutta da vivere. Di certo la società sa che questa è la mia seconda casa e spero che continuino ad avere fiducia in me». Per l’ex Poggibonsi c’è spazio per un consiglio al collega di reparto Simone Quarzago, una delle sorprese più belle di questa stagione e che ha più di un estimatore in giro per lo stivale. «Ha qualità fisiche importanti ma in particolare ha il pregio di ascoltare molto. Se andasse nei professionisti gli consiglierei solo di continuare ad applicarsi come sta già facendo».

Ore 21.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ arrivato a Vicenza a mercato chiuso, dopo essersi svincolato a gennaio dalla formazione greca del Kalloni, e dopo aver vinto lo scetticismo iniziale si sta guadagnano stima e considerazione tra la tifoseria biancorossa. Daniel Adejo è un centrale difensivo nato in Nigeria ma naturalizzato italiano, 26 anni fa. Dopo aver giocato nelle giovanili con l’Este si è legato alla Reggina debuttando nella massima serie a 19 anni. Con la retrocessione dei calabresi in B ha trovato ancor più continuità, collezionando oltre 160 presenze in cinque stagioni cadette. Nell’estate del 2014 dopo aver rescisso con la società calabrese passa al Kalloni, contribuendo da titolare a ottenere la metà classifica della massima serie greca. Il neobiancorosso, a causa della crisi economica, ha chiuso l’esperienza ellenica con un semestre d’anticipo e si è legato al Vicenza quando ormai pensava di dover attendere la prossima stagione per ritornare a giocare. «E’ vero – ammette Adejo – ormai non ci speravo quasi più tanto che quando mi ha chiamato il Vicenza e ho capito che l’offerta era seria non ci ho messo un secondo a dire di sì. Con i dirigenti della società ci eravamo già sentiti a gennaio e pareva che il trasferimento si potesse concludere, poi non se n’è fatto nulla. Poco male visto che sono qui, pronto a dare il mio contributo alla causa biancorossa nella rincorsa alla permanenza in serie B». Il torneo cadetto Adejo lo ritrova come l’ha lasciato, tanto che l’ambientamento non è stato difficile. «Mi sono subito trovato a mio agio, la serie B ha sempre le stesse caratteristiche e per fare bene servono unità, compattezza, grinta e determinazione. Un po’ le caratteristiche che stiamo cercando di mettere in campo in questo momento del torneo e le due vittorie che abbiamo ottenuto ci dicono che siamo sulla strada giusta». Anche fuori dal campo Adejo non ha trovato problemi, del resto il Veneto e la sua gente li conosce bene. «Sono qui con la famiglia e ci stiamo proprio bene – conferma – questa è la mia seconda terra perché quando ero giovane a Lusia mi hanno trattato come uno di loro, ora mi sento in dovere di ricambiare tanto affetto». Farlo aiutando il Vicenza a restare in serie B non sarebbe male… «Darò sempre tutto – sottolinea Adejo – le mie caratteristiche sono quelle di un giocatore grintoso. A Cesena sarà dura, ma abbiamo i mezzi per metterli in difficoltà: hanno un organico di alta classifica ma per batterci dovranno dimostrare sul campo di essere più forti».

Ore 21.10 – (Giornale di Vicenza) Il capitano, ancora una volta, stringe i denti e risponde presente. L’ormai consueto allenamento “di scarico” del giovedì effettuato ieri mattina al Morosini di Isola ha dato un segnale importante in questo senso. Nicolò Brighenti, infatti, non ha cominciato la seduta giocando per mezz’ora a “torello” insieme ai compagni, ma fin dall’inizio ha intensificato gli esercizi fisici, affiancato al centro del campo dal tecnico Franco Lerda. Chiara l’intenzione di ultimare il percorso di gestione personalizzata osservato durante l’intera settimana per consentire al difensore di esserci domani pomeriggio. A ulteriore riprova, Brighenti si è regolarmente unito ai compagni con la casacca dei titolari quando i giocatori, ultimati i giochi atletici condotti dal preparatore Bresciani, hanno provato con Lerda il posizionamento sui calci di punizione. In quel momento si è avuto un altro segnale sul possibile undici titolare: Giacomelli indossava la casacca, Raicevic era invece nella formazione delle riserve. Stamattina rifinitura a porte chiuse al Menti e diramazione della lista dei convocati prima della partenza per la Romagna.

Ore 20.50 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza di Franco Lerda domani pomeriggio a Cesena è atteso dalla prova del nove. Nove sarebbero i punti consecutivi che un eventuale colpo grosso (ma grosso davvero, considerando il valore dell’avversario) consentirebbe di far guadagnare alla squadra biancorossa, dando continuità ai sei già conquistati negli scontri diretti con Ascoli e Livorno. Ma al di là del risultato finale, è chiaro che il Vicenza, se riuscisse a reggere il confronto con un Cesena in piena corsa playoff, confermerebbe di essersi lasciato alle spalle il momento più difficile e potrebbe guardare alla volata salvezza con motivata fiducia.Lerda, dopo due fondamentali vittorie in altrettante sfide-salvezza, nel gruppo si respira un clima diverso.Certamente sì. La serenità è una cosa molto importante, e va da sé che quando arrivano i risultati la si trova più facilmente. Questo clima ci ha consentito di preparare al meglio una partita difficile come quella che ci attende a Cesena.Al Manuzzi vi troverete di fronte un avversario in lotta per i playoff.Il Cesena è una squadra molto importante, costruita per disputare un campionato di un certo tipo e lo sta facendo. Oltre tutto, in casa i romagnoli possono contare sul sostegno di un pubblico particolarmente caloroso, dunque la partita non sarà semplice anche dal punto di vista ambientale, ma sono fiducioso perché ho visto i ragazzi lavorare molto bene in settimana, con tranquillità, impegno e fiducia.Si giocherà su un fondo sintetico: può riservare qualche insidia?Ci può essere qualche differenza oggettivamente, ma quella è l’ultima delle cose che mi possono preoccupare.Dopo due sfide salvezza si tornerà ad affrontare una squadra di vertice, com’era accaduto al suo debutto contro il Cagliari. Si aspetta di vedere un Vicenza meno attendista rispetto a quella partita?Sono passate solo tre settimane, ma in un certo senso è come se fosse passata una vita da allora. Ho preparato la partita con il Cagliari in pochi giorni, con molti giocatori assenti, prendendo una squadra che non stava bene per i molti schiaffi ricevuti. Nel frattempo, però, il gruppo è cresciuto sotto ogni punto di vista, compreso quello tecnico-tattico: adesso sappiamo bene cosa dobbiamo fare quando abbiamo la palla e quando ce l’hanno gli avversari, stiamo in spazi più ridotti, quindi sono certo che sapremo affrontare la partita come va fatta, con la giusta personalità e il giusto spirito di sacrificio. Ed è quello che fa la differenza, molto più dei numeri relativi ai moduli, che invece contano molto meno di quanto si potrebbe pensare.Purtroppo gli infortuni continuano a falcidiare la rosa: l’ultimo a cadere è stato Cisotti.Ci tengo a dire che mi dispiace molto per lui, anche perché è un ragazzo serio, che si stava impegnando a fondo e ci avrebbe potuto dare una mano importante in questo finale di campionato. Gli auguro di recuperare al più presto. Dopo Bellomo e Vigorito, è già il terzo infortunio di rilievo da quando sono arrivato: spero proprio che sia finita qui.Anche perché la rosa ormai è numericamente molto ridotta…Siamo pochini, sì, però per il momento siamo sufficienti. Finché siamo questi, sono certo che la squadra in campo saprà farsi valere. Ci sarà sicuramente anche Brighenti: ha preso diverse botte, ma non avevamo dubbi sul fatto di poterlo recuperare, perché è un giocatore serio, meticoloso, che si sa gestire bene. Si contano pure molti diffidati: bisognerà fare particolare attenzione anche a questo, è d’accordo?Sì, ma dobbiamo anche giocare a calcio, che è uno sport fisico, di contatto, quindi non potremo tirare indietro la gamba. Però è vero che dovremo evitare tutti i gialli inutili, ma anche da questo punto di vista, da quando sono qui, mi pare che ci sia il giusto atteggiamento, visto che non abbiamo più preso ammonizioni per le proteste nei confronti degli arbitri.In attacco potrebbero giocare Raicevic ed Ebagua insieme?Vediamo, c’è questa possibilità perché Galano può giocare anche come esterno. È una soluzione che abbiamo provato alcune volte in allenamento, per avere insieme due attaccanti più fisici: vedremo se e quando utilizzarla.

Ore 20.30 – (La Provincia Pavese) «Mi dispiace tantissimo non essere più un giocatore del Pavia perché penso che avrei potuto dare ancora tanto alla squadra, soprattutto in questo momento di difficoltà». Matteo Abbate ha risolto il contratto che lo legava al Pavia fino al 30 giugno dopo l’accordo transattivo con buonuscita accettato venerdì dal club davanti al Collegio arbitrale di Lega Pro. Organo al quale il difensore si era rivolto, assistito dall’avvocata Sara Agostini, perché il Pavia dopo averlo escluso dalla lista dei 24 lo faceva allenare a parte. Cosa vietata dall’accordo collettivo Figc-Aic, aveva argomentato la Agostini nel chiedere il reintegro con risarcimento del danno. La vicenda Abbate, che nell’anno e mezzo a Pavia si è dimostrato uno dei difensori migliori della Lega Pro, è iniziata a gennaio: «I motivi per i quali la società ha deciso che la mia esperienza in azzurro dovesse finire non li ho capiti. Il club aveva tutto il diritto di escludermi dalla lista dei 24. Anche io però avevo il pieno diritto di allenarmi con i miei compagni». Abbate, fermo a lungo dopo la gara di Alessandria («presi un calcio da Marconi dopo 5’, rimasi in campo fino alla fine ma poi si scoprì che il muscolo era lacerato») racconta di aver accettato in «un primo tempo il trasferimento al Pordenone, dove tra l’altro avrei guadagnato il 30% in più, ma poi ci ho ripensato per motivi personali: non volevo allontanarmi da mia moglie e dai miei figli. Ho detto che sarei rimasto a Pavia, non chiedendo rinnovi. Da lì i rapporti si sono deteriorati». Abbate ribadisce: «Credo di aver dimostrato di essere un giocatore importante per la categoria e uno dei leader in campo e fuori. In Lega Pro ho vinto il campionato a Verona e fatto i play off a Cremona e Pavia. L’anno scorso era nato dal nulla un gruppo vincente e anche quest’anno c’era la base per fare bene. Faccio un grande in bocca al lupo ai miei compagni, un gruppo eccezionale ha tutte le qualità per lottare fino alla fine. Ringrazio tutti gli allenatori che ho avuto, staff, magazzinieri. Rossini è bravissimo, un mister coerente e preparato».

Ore 20.10 – (La Provincia Pavese) Il Pavia a meno sette dal quarto posto che significherebbe play off, il Mantova a meno sette dal quartultimo posto che darebbe un piccolo vantaggio ai play out. Obiettivi diversi ma numericamente simmetrici per le due squadre che si affrontano domenica al Martelli, che però a sole cinque giornate dalla fine assumono i contorni di vere e proprie imprese da compiere. Il Mantova, però, ha sulla carta stimoli in più visto che avrà quasi sicuramente una coda stagionale con gli spareggi salvezza, mentre per il Pavia quelli promozione sono un miraggio. «Mi auguro che il Pavia abbia meno motivazioni di noi, che abbiamo un fondamentale bisogno di certezze per questo finale di campionato – dice Matteo Togni, direttore operativo del Mantova – questo perché tra noi e il Pavia c’è un gap tecnico importante da recuperare: gli azzurri sono una squadra molto ben fatta, con individualità di spicco. Noi gara dopo gara dobbiamo trovare la quadratura». Per la verità a inizio stagione vista la rosa, certo non da vertice ma comunque buona, in pochi si sarebbero aspettati di vedere il Mantova così in difficoltà, al terzultimo posto in classifica. Togni conferma: «No, sinceramente non ce lo aspettavamo. Pensavamo che la squadra avrebbe potuto avere un percorso più tranquillo». La stagione era iniziata con Riccardo Maspero, ex tecnico azzurro, alla guida dei virgiliani, ma l’esonero è arrivato dopo poche giornate. Troppo presto, come ammette il Mantova facendo una onesta autocritica: «Non abbiamo avuto pazienza – riconosce Togni – la squadra ha avuto delle difficoltà iniziali che però tutto sommato ci potevano stare, ma noi abbiamo accelerato i tempi. Dal punto di vista personale, comunque, Maspero è un professionista che stimo. Richiamarlo? Non c’erano più le condizioni». Dopo l’esonero anche di Javorcic, che aveva preso il posto di Maspero in panchina, la società ha puntato da qualche giornata su Gianluca Prina (una promozione in B con l’Entella): «E’ l’allenatore giusto». Con il Pavia, comunque, il Mantova ha fatto parecchi affari di mercato, dopo Maspero, Sereni, Siniscalchi in estate: a gennaio sono arrivati Mattia Marchi (3 gol all’attivo con la nuova maglia) e Andrea Cristini, Foglio a Pavia. «Al dg del Pavia Bignotti mi lega un rapporto professionale, questo ha facilitato le cose – spiega togni – Marchi si è calato bene nella parte e anche Cristini dopo qualche difficoltà iniziale sta mettendo in evidenza le sue doti». Lunedì la dirigenza del Mantova è stata ospite del Pavia al Fortunati in occasione della gara con l’Alessandria: «Ci tengo a fare i complimenti alla società per l’organizzazione della serata, davvero di un’altra categoria».

Ore 19.50 – (Gazzetta di Reggio) Oggi pomeriggio alle 15 i granata sosterranno sui campi di via Agosti l’ultimo allenamento settimanale in preparazione della gara di domenica con la capolista Cittadella. Il match, valevole per la 13esima di campionato, avrà particolare significato per i veneti che sono a pochi punti dalla matematica promozione in serie B ma anche per Bruccini e compagni una vittoria così prestigiosa riscatterebbe, almeno in parte, un finale di stagione destinato a essere in sordina. Nella seduta di ieri il tecnico Alberto Colombo ha utilizzato la partitella in famiglia per studiare un possibile undici titolare: sarà una formazione che tuttavia non si discosta dalle ultime uscite, ad eccezione dell’inserimento di Raffaele Nolè davanti, al fianco di Rachid Arma, per permettere a Nicholas Siega di occupare il posto dell’infortunato Dario Maltese a centrocampo. A completare la linea mediana a cinque c’erano Vasile Mogos a destra, Mirko Bruccini, Dejan Danza al centro e Daniele Mignanelli sulla sinistra. Nessuna variante in difesa, dove sono confermatissimi Alessandro Spanò, Andrea Parola e Minel Sabotic. Stanno però tornando a disposizione molti giocatori assenti da lungo periodo come Paolo Bartolomei a centrocampo e Riccardo De Biasi in difesa, una situazione che garantirebbe varie alternative. Sempre nel reparto arretrato della squadra riserve ha giostrato l’esperto Michele Pazienza pronto, all’evenienza, a diventare il vice Parola. Mancano sempre all’appello per infortunio i vari Paolo Frascatore, Antonio Loi e Francesco Rampi mentre Gianluca Zucchini ha svolto il differenziato insieme al preparatore atletico Carlo Simonelli. Prima dell’allenamento ha fatto visita alla squadra Max Esposito, l’eroe di San Siro nei tempi d’oro, mentre a seguire le fatiche dei granata fuori dalla recinzione era presente l’ex ds Renzo Corni, sempre con un occhio di riguardo per Christian Silenzi, il figlio del mitico “Pennellone”.

Ore 19.30 – (Gazzetta di Mantova) La partitella infrasettimanale in famiglia ha permesso a mister Luca Prina di impostare la formazione che domenica sarà opposta al Pavia (arbitro Bichisecchi, inizio ore 15). Fra i pali appare più probabile la presenza di Bonato rispetto al rientro di Pane mentre la difesa, che rimarrà a 5, dovrebbe vedere Lo Bue e Sereni sulle fasce; nel ruolo di centrale il ballottaggio sarà a destra, con Cristini e Trainotti candidati ad indossare la maglia numero 2. Negli altri due ruoli dovrebbe esserci spazio per Carini e Scrosta. A metà campo, anche in virtù dell’infortunio di Caridi, dovrebbe essere scontato il rientro di Di Santantonio, con Raggio Garibaldi e Gonzi incaricati di tamponare ed impostare le azioni biancorosse. In avanti c’è l’altro dubbio, tra Beretta e Falou Samb: il primo sembra indiziato all’ingresso dal primo minuto, con il senegalese che dovrebbe entrare nella ripresa in modo da fare man forte a Mattia Marchi. Ieri il tecnico biancorosso ha fatto disputare una cinquantina di minuti a ranghi contrapposti: dall’altra parte hanno giocato anche Longo, Trainotti, Del Bar e Pane. In vista del match di domenica la squadra effettuerà stamane e domattina (con inizio alle 11) la consueta seduta di allenamento, poi dovrebbe andare in ritiro domani sera presumibilmente all’hotel Favorita. Riguardo alla formazione che verrà opposta al Pavia le conferme dovrebbero arrivare domani, al termine della rifinitura, ma non è da escludere che Prina decida realmente in extremis. Da Pavia non trapelano troppe informazioni, considerando il silenzio stampa che obbliga la squadra biancazzurra guidata dal mantovano Rossini, terzo mister della stagione dopo Marcolini e Brini, a continuare ad allenarsi dopo la sconfitta di lunedì sera contro l’Alessandria, che ha compromesso l’accesso ai playoff. Il cinese Zhu, che dirige la società, ha ribadito anche l’altro giorno che la priorità è quella del rifacimento dello stadio «Pietro Fortunati». Tornando in casa biancorossa va detto che oggi dovrebbe essere nuovamente agibile il Mantova Point (dopo il crollo di parte del soffitto nei giorni scorsi) e che la prevendita ritornerà quindi nella sua sede consueta, dalle 16.30 alle 19.

Ore 19.10 – (Gazzetta di Mantova) La vicenda dello striscione appeso nella notte fra martedì e mercoledì al Centrale Te per contestare il rendimento della squadra porta Sandro Musso a puntualizzare il proprio parere sull’andamento della stagione e soprattutto sul rapporto con la tifoseria: «Sappiamo perfettamente, e lo abbiamo detto in più di una circostanza, che questa è una piazza molto importante, che merita tanto ma che chiede anche altrettanto. Se i tifosi sono amareggiati credo possa essere compresa la nostra amarezza per una stagione che ci ha visti affrontare realtà finanziariamente molto più forti della nostra. Ora siamo tutti determinati per cercare di raggiungere la salvezza, non vogliamo parlare di ripescaggio perchè anche noi crediamo all’importanza per la nostra dignità di uscire con la salvezza dal campo. Le parole di Serafino Di Loreto andavano considerate nel contesto di un auspicio, peraltro non sicuro, e solo in questo ambito. La speranza sua e di tutti noi è di giocare i playout nelle migliori condizioni e dalla salvezza ripartire per la prossima stagione nella quale, si spera anche con forze nuove, si possa puntare ad un campionato più tranquillo».

Ore 18.50 – (Gazzetta di Mantova) Che il Mantova riesca a salvarsi sul campo è ancora un evento da verificare, mentre certa in base alle dichiarazioni del presidente Sandro Musso è la volontà del gruppo che fa riferimento a Sdl e dei soci mantovani di continuare, sia pure a fatica, l’impegno nel Mantova anche per la prossima stagione. E non solo.. In questo senso ieri pomeriggio Musso, con i dirigenti Raccagni e Togni, è stato ricevuto nella sede mantovana dell’Assindustria dal presidente Alberto Marenghi e dal direttore Mauro Redolfini. Musso illustra lo scopo dell’incontro: «Il nostro progetto non si esaurisce nell’arco di pochi mesi o di una sola stagione, crediamo nella possibilità di dare ad una piazza importante quale quella di Mantova una società ed una squadra all’altezza della passione della città. Indipendentemente dai risultati di quest’anno, per i quali è in atto da tempo una riflessione importante al nostro interno, l’obiettivo di potenziare la compagine societaria lo perseguiamo fin dal primo giorno. Proprio per questo consideriamo decisiva la presenza dell’imprenditoria mantovana, in forme che cercheremo di definire sulla base delle sensibilità che potranno essere raccolte. Questo è il senso del nostro incontro con i vertici provinciali di Assindustria, un incontro al quale faremo seguire un nuovo vertice con il sindaco Palazzi che fin dal nostro ingresso nel Mantova manifestò interesse e disponibilità a sostenere il nostro lavoro, nei limiti delle sue competenze». Per circa un’ora i dirigenti biancorossi hanno valutato assieme al presidente Marenghi la fattibilità di un’azione di sensibilizzazione attraverso la quale provare ad ampliare l’assetto societario dell’Acm: «Più siamo e meglio faremo» è il leit motiv della società. Il presidente Marenghi si è detto soddisfatto della riunione: «È stato un incontro utile ad avviare una riflessione da ampliare ai nostri associati, con la società non è la prima volta che ci sentiamo e anche in questo caso abbiamo accolto la richiesta di sensibilizzare gli industriali mantovani ad un sostegno verso il Mantova, per fare in modo che la nostra realtà possa avere una presenza significativa nella principale realtà calcistica». Da parte sua Musso, nel concordare con le parole di Marenghi, ha ribadito la volontà di fare in modo che la compagine societaria venga ampliata: «L’azione di Assindustria sarà comunque utile ad aiutare il nostro lavoro, di questo ringraziamo fin d’ora il presidente Marenghi e il direttore Redolfini. Ci auguriamo che il Mantova sia sempre più forte e aperto a chi lo ama».

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Dopo aver pensato alla FeralpiSalò ci sarà da far visita alla capolista Cittadella, in una serata da grande evento. Per il finale, poi, non più “spezzatino”: è stato stabilito il calendario a blocchi per ogni girone. ULTIMO POSTICIPO – Lunedì 18 aprile, alle 20, in casa del Cittadella andrà in scena l’atteso posticipo del Pordenone. Davanti alle telecamere di RaiSport, la capolista veneta del girone A di LegaPro potrà giocarsi probabilmente la prima occasione matematica per essere promossa in B. Con i ramarri a cercare, comunque sino alla fine, di rinviare la festa degli avversari, accumulando più punti possibili nella corsa verso i playoff. PRIMA CONCOMITANZA – Per la regolarità dei campionati, ogni girone di LegaPro negli ultimi tre turni stagionali avrà una propria giornata e un orario di svolgimento autonomo. Il gruppo A, in cui sono inseriti i neroverdi, giocherà la quindicesima di ritorno domenica 24 aprile alle 18. In quell’occasione il Pordenone ospiterà il Cuneo, mentre le altre sfide playoff saranno FeralpiSalò – Cittadella, Renate – Bassano e Sudtirol – Alessandria. Il B anticiperà tutto a sabato 23 alle 17, mentre il C è ugualmente programmato per domenica 24, ma con fischio d’inizio alle 15. PENULTIMA SFIDA – La sedicesima giornata per l’A si tradurrà nel turno di sabato 30 aprile alle 14.30. Il Pordenone sarà in trasferta a Pavia, mentre l’Alessandria ospiterà la Reggiana e Bassano il Padova. Il Cittadella affronterà l’ultima partita casalinga, contro la Cremonese di Rossitto. Il B sarà impegnato domenica 1 maggio alle 15, il C sabato alle 17.30. CHIUSURA – Pordenone – Giana completerà il calendario ufficiale della stagione 2015-16 domenica 8 maggio alle 15. In concomitanza ci saranno, tra le altre, FeralpiSalò – Pavia, Padova – Alessandria e Reggiana – Bassano. Il B giocherà a seguire, alle 18, mentre il C avrà già terminato sabato 7 alle 16. Dopo, sarà tempo di playoff e playout.

Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Giocare a Pordenone oggi significa andare a caccia di un’impresa». Così Giuseppe Pasini presenta la trasferta di domani al Bottecchia della sua FeralpiSalò. Il presidente dei Leoni del Garda riconosce il valore dell’avversario e sprona i suoi ragazzi: «Dobbiamo vincere questa partita, se vogliamo avere chance di agguantare i playoff». GEMELLI DI SPORT – Giuseppe Pasini e Mauro Lovisa sono imprenditori in settori totalmente diversi. Il primo è uno dei leader europei nel settore acciaio, il secondo deve la sua fortuna economica a una fra le più importanti cooperative agricole nella produzione di barbatelle. Entrambi sono cresciuti e hanno fatto strada nell’azienda di famiglia, amano il calcio, puntano forte sul settore giovanile. Entrambi sono convinti che grandi si diventa. Entrambi sono appassionati e senza peli sulla lingua. Anche nei confronti dei direttori di gara. Re Mauro, forse, un po’ di più. Domani (17.30) non solo fra squadre, ma anche fra vertici sarà una bella sfida. TUTTO NEROVERDE – Tyche, della della fortuna con la palla in mano, si veste ancora di neroverde. Come ha fatto in occasione del match di sabato, vinto 1-0 con la Reggiana, giunta al Bottecchia priva di 6 titolari. Anche la FeralpiSalò arriverà in formazione rimaneggiata. Aimo Diana dovrà fare a meno per squalifica di tre difensori: Tantardini, Ranellucci e Leonarduzzi. Basterà ai ramarri per abbattere l’ultimo vero ostacolo sulla strada che porta all’appendice nobile? Per non lasciare nulla al caso, la società preparerà un Bottecchia tutto neroverde. È stata ottenuta dall’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, con parere favorevole della Questura di Pordenone, l’autorizzazione a utilizzare la gradinata ospiti per accogliere i tesserati del settore giovanile. Saranno al massimo una dozzina infatti i supporter bresciani che seguiranno i leoni nella Destra Tagliamento. APPELLO ALLA CITTÀ – La Feralpi potrebbe quindi trovarsi in mezzo a un Bottecchia tutto neroverde, caldo e pronto a spingere Stefani e compagni all’impresa. «Mi aspetto – ribatte così Mauro Lovisa alla sfida verbale del “collega” Pasini – dagli sportivi, dai pordenonesi e da tutta la città una grande risposta al mio appello: tutti al Bottecchia».

Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) Bruno Tedino ha lasciato il segno in molti suoi calciatori. Così, uno che ha avuto un passato illustre, è venuto a trovarlo ieri. Al De Marchi, durante l’allenamento, c’era Vitor Barreto, attaccante classe ’85 ex Torino che il tecnico neroverde ha svezzato 10 anni fa, alla Primavera del Treviso. Erano i tempi di Barreto-Reginaldo e di strada, da allora, il ragazzo ne ha fatta, diventando fido scudiero di Gianpiero Ventura al Bari e al Toro, salvo poi ripartire la scorsa estate dal Venezia in D dopo aver lasciato i granata di serie A e mollare però dopo pochi mesi. Che possa essere un nome su cui puntare la prossima stagione, se Tedino rimane? Chi lo sa, nulla è escluso. Intanto è significativa la visita del 31enne brasiliano, che ben si ricorda di chi gli ha dato una mano. Intanto cresce l’attesa in città e nel club per la gara con la Feralpi. Allo stadio sarà presente l’intero vivaio neroverde, a cui la Questura ha permesso di utilizzare la gradinata ospiti. Biglietteria di via Stadio sarà attiva dalle 10.30 alle 12.30 e poi dalle 14.30 sino al termine del primo tempo (chiusa la biglietteria ospiti di via San Vito). I cancelli, invece, saranno aperti dalle 16. Stabiliti, infine, da parte della Lega Pro, gli orari delle ultime tre giornate, che saranno disputate in contemporanea: Pordenone-Cuneo andrà in scena domenica 24 aprile alle 18 (15º turno del girone di ritorno); Pavia-Pordenone sabato 30 alle 14.30 (16°); Pordenone-Giana Erminio domenica 8 maggio alle 15 (17º).

Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Il segreto del Pordenone è anche la disponibilità dei suoi giocatori? «Sì. A volte vedo come si allenano i ragazzi e penso che siano esemplari, sotto questo profilo. Abbiamo lavorato tanto per trovare le persone giuste e sceglierle: il merito è nostro, del consulente di mercato Giorgio Zamuner, e soprattutto del presidente Mauro Lovisa, che ci ha dato libertà d’azione a 360 gradi e si è fidato di noi. Il progetto è nato da lui, non dobbiamo mai dimenticarlo. E’ stato difficile, per certi versi, convincere qualche giocatore a venire qui, dopo la retrocessione della scorsa estatee il fatto di essere rimasti a lungo in bilico tra la serie D e la Lega Pro. Ce l’abbiamo fatta e ora ci godiamo i risultati». Tedino, qual è stato il punto di svolta in questa stagione, il momento in cui avete capito di avere qualità speciali? «La trasferta di Cuneo, lo scorso dicembre. Siamo andati a giocare rabberciati, dopo settimane difficili a livello lavorativo, con tanti infortunati. Il problema non è la partita, ma allenarsi di continuo senza molti titolari: scende l’intensità, è normale. Prima di quel match si fece male anche Strizzolo, che avrebbe sostituito De Cenco. Lì è nata la soluzione di Filippini come punta. A ogni modo, ricordo le 6 ore di pullman: c’era un silenzio, una concentrazione tale, che avevo capito che avremmo potuto fare qualcosa di grande. Non è un caso se poi sono arrivati i tre punti. Il prima e il dopo di quella trasferta sono tra i momenti più belli della mia carriera». Ecco, sono 30 anni che lei allena ormai: c’è un collega che stima in particolare? (Riflette un attimo). «Francesco Guidolin. Ha un grande talento, un’incredibile capacità di pensiero e velocità nel trasmettere i concetti che ha in mente alla squadra». Lei, con la sua squadra, sta disputando un campionato straordinario: a giugno potrà avere tante richieste. Che cosa intende fare? «Intanto sono orgoglioso di ciò che abbiamo fatto, anche di avere portato centinaia di persone a Bassano: in quel senso la città ha fatto un salto di qualità. Ora se ne può fare un altro, questi sono solo punti di partenza. Io ho sempre guardato il progetto, la continuità di lavoro, e se ciò che è stato messo in scena quest’anno si può migliorare io rimango. Ma dev’essere un progresso globale, non dettato solo da una promozione in serie B, anzi: deve crescere tutto, dal settore giovanile al resto. Poi, sinceramente, io voglio arrivare in alto col Pordenone…». E se ci arriva già quest’anno? Ha già fatto un voto? «Sì. Se tutto va bene salgo in bicicletta a Piancavallo…».” Tedino, siamo in chiusura: chi se la sente di ringraziare, in questo momento? «La società, che mi ha dato questa opportunità. In primis però c’è la mia famiglia, mia moglie e i miei due figli che mi sono sempre stati vicini e mi supportano di continuo. Hanno capito che in questi mesi sono concentrato sul lavoro e mi hanno assecondato». D’altronde, c’è un club, una città, che sogna la serie B. E l’obiettivo non è mai stato tanto vicino».

Ore 17.10 – (Messaggero Veneto) Parte dal Messaggero Veneto, il giornale della città, l’appello del Pordenone calcio per riempire il Bottecchia domani, in occasione della sfida cruciale con la Feralpi Salò, diretta rivale playoff: in caso di vittoria la qualificazione alla post-season, risultato impensabile a inizio stagione, sarebbe davvero ipotecata. Il primo a richiamare i tifosi affinché facciano sentire tutto il loro calore e sostegno ai neroverdi in un appuntamento così importante è il principale artefice del “miracolo Pordenone”: il tecnico Bruno Tedino arriva in redazione in perfetto orario, vestito naturalmente sportivo – come ogni allenatore dovrebbe fare – e con gli occhiali da sole. La tensione c’è, è palpabile, ma lui è come sempre: battuta pronta, contagiosa, letture raffinate e messaggi carichi di speranza, da amante del calcio e della città. Si è parlato di tante cose, in un’ora e mezza di chiacchierata, ma è rimasto un concetto: «Abbiamo dato un grande segnale con la nostra annata – ha detto –. Ma questo è solo un punto di partenza, è da qui che nasce il futuro, che si può fare il salto di qualità, cioè consolidarsi e strutturarsi ulteriormente nell’ambiente professionistico. Anche la città deve compiere un salto di identità». Quindi l’appello ai supporter: «Se battiamo la Feralpi siamo a un ottimo punto sul cammino per i playoff: mi aspetto tanta gente al Bottecchia». Se arrivano i tre punti con i bresciani, è quasi fatta: Tedino, serve come non mai il calore del pubblico… «Sì, è una partita che può decidere il nostro futuro. Il Bottecchia deve ribollire di tifo. Facciamo l’ultimo, importante, sforzo tutti assieme. I tifosi sono spesso stati il nostro dodicesimo uomo, mi auguro sia così anche stavolta». Facciamo un passo indietro, alla scorsa estate e alla sua precedente esperienza in neroverde, iniziata nel 1999. Cos’è cambiato rispetto ad allora? «Tantissime cose. Ora abbiamo un centro all’avanguardia. Diciassette anni fa, invece, non c’erano le strutture di adesso: ci allenavamo sul campo del San Francesco, a volte nel piazzale sotto la tribuna del Bottecchia. Non il massimo per una squadra di grande qualità, che già allora giocava un calcio vivace, propositivo: quel team, quel 3-4-3, Giovanni Soncin (attaccante di quella squadra, ora tecnico, ndr) l’ha definito poco tempo fa come uno dei più belli in cui abbia mai giocato. Le ali erano Baiana e Pasqual, il capitano della Fiorentina. Al tempo venivo criticato perché gli davo troppa fiducia, era troppo giovane…». Com’è cambiato Tedino da allora? «Già allora mi piaceva, e praticavo, un calcio offensivo. Dopo anni di studio e di tentativi sul campo, ho capito che quella era la strada giusta. Era solo da affinare. Adesso ho la fortuna di avere un gruppo che segue le mie idee, disponibile a lavorare, con grandi doti umane: i nostri risultati si spiegano anche così».

Ore 16.40 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.20 – Qui Guizza: sessione finale di passaggi e tiri in porta.

Ore 16.00 – Qui Guizza: alternate in attacco le coppie Altinier-Cunico e Sparacello-Finocchio.

Ore 15.40 – Qui Guizza: prove tecniche anti-Pro Patria, 4-4-2 con Bucolo testato centrale difensivo e Finocchio seconda punta.

Ore 15.20 – Qui Guizza: assente Fabiano, a parte Dionisi, mentre sono rientrati negli spogliatoi Petkovic e Neto Pereira.

Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Primattori, comparse e figuranti. In questo finale di stagione a Bassano le soddisfazioni non mancano per nessuno, neppure per chi, come Gianluca Laurenti, a gennaio ha visto coronare il sogno di salire di categoria. Con il benestare dell’AltoVicentino, che gli ha dato il via libera dopo tanti anni di militanza, l’esterno ha scelto il Bassano e la scelta si è rivelata più che mai azzeccata. Laurenti anche lunedì sera è entrato come un bulldozer nella partita del Tombolato, cambiando l’inerzia match e contribuendo in modo determinante al blitz che ha consegnato ai giallorossi nuovamente il secondo posto, dietro alla capolista Cittadella. Insomma, una presenza non certo di contorno in uno dei match più importanti della stagione giallorossa. «Sono entrato in punta di piedi in un gruppo rodato — spiega Laurenti — e ho cercato di mettermi al passo con il gruppo in quanto ritmi e intensità degli allenamenti sono comunque diversi rispetto alla serie D, anche se facevo parte di un’ottima squadra. Mi sto avvicinando alla mia miglior condizione, faccio della corsa e dello spunto le mie caratteristiche principali. Un giocatore offensivo come me deve provare ad incidere e non accontentarsi del compitino, anche perché nel mio ruolo di esterno possiamo contare su giocatori molto bravi». Un’occasione, quella del Bassano, che probabilmente non sarebbe capitata una seconda volta. «A 25 anni era un treno che non potevo perdere — evidenzia Laurenti — questa è una squadra solida e di prospettiva, mi trovo benissimo, il gruppo è compatto e composto da ragazzi per bene. Fa piacere far parte di una squadra competitiva e le vittorie, come quella di Cittadella, aiutano ad aumentare la consapevolezza sulle nostre capacità. Ora ci aspettano Pro Piacenza e Lumezzane e vanno affrontate con la stessa applicazione, mentalità e umiltà con cui abbiamo affrontato i granata».

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Il cammino in campionato della Pro Piacenza ha le caratteristiche dell’ “andamento lento”, come canterebbe Tullio De Piscopo. I rossoneri sono finora stati protagonisti di un torneo dalle mille sfumature grigie: appena 6 successi, conditi da 13 pareggi (primato condiviso con l’Alto Adige) e 10 inchini. La formazione che il Bassano ospiterà al Mercante è invischiata in piena zona play-out ma viene da una larga e rinfrancante vittoria, giunta a distanza di quasi 3 mesi dalla penultima, che risaliva al 10 gennaio, ottenuta nel posticipo esterno di lunedì con l’Albinoleffe reduce dal terzo cambio in panchina. Allenata da William Viali, ex-difensore con tantissimo lavoro svolto su campi di serie A e B e capitano del Lecce affidato a Cesare Prandelli tra il 1999 e il 2001, fin qui la formazione emiliana si è rivelata più pericolosa in trasferta, dove ha racimolato 18 punti sui 31 totali mentre in casa ha fatto registrare, come il fanalino di coda Pro Patria, il minimo assoluto di successi (uno solo, sempre quello col Lumezzane a inizio 2016).Miglior realizzatore del team prossimo ospite dei giallorossi, con 8 centri, è l’ambidestro francese Julien Rantier (in forza al Vicenza, nel 2003-2004), autore di una doppietta nell’ultimo turno. All’andata, il 28 novembre scorso, sul terreno del Leonardo Garilli il confronto col Bassano si rianimò nella ripresa, finendo 1-1, con i locali che pareggiarono con Francesco Bini quasi allo scadere della gara.

Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Rantier, che Barba. A Bergamo lunedì sera nel rutilante poker rifilato dalla scatenata Pro Piacenza, che in esterna non fa mai cilecca, sembrava un monotono e quasi stucchevole refrain: Barba/Rantier e di nuovo Barba/Rantier, una specie di scioglilingua a gelare il vetusto Azzurri d’Italia, arena innanzitutto della Dea atalantina, eppoi anche del più periferico Albinoleffe.Però i piacentini orfani di quello che negli auspici dell’estate avrebbe dovuto essere il finalizzatore principe della Pro, ovvero Danilo Alessandro, già delizia del Real Vicenza, si sono arrangiati ugualmente benone: tridente squadernato dallo stratega William Viali e doppietta per i due esterni.Il francesino transitato anche per il Menti ha timbrato il gol numero otto del suo campionato, il talentino di scuola Pescara era al quarto urrà personale e insomma entrambi hanno dimostrato che pure senza Alessandro a Piacenza c’è vita, tantopiù che il centravanti deputato sin qui ha raccolto solo 3 gol.PERICOLO REALE. C’è il tifoso superficiale e un po’ leggero che sbircia la classifica e ne ricava verità assolute e c’è quello più tagliato che va oltre il velo sottile dei numeri.Il primo ha già giocato la partita con gli amici al bar: 3-0 largo Bassano, non si discute neanche: «Abbiamo battuto il Cittadella capolista in casa sua, vuoi che perdiamo al Mercante, con la Pro Piacenza che lotta per non retrocedere?».Il secondo invece ci va cauto, è abituato a guardare più in là del perimetro del proprio naso, segue per davvero il torneo e mastica calcio almeno da qualche lustro. E non si fida. Fa bene, non può fidarsi di una squadra che lontano dal suo stadio ha sempre fatturato le cose migliori, che in trasferta indossa spesso e volentieri il vestito del pirata e che per caratteristiche è piena zeppa di velocisti e scattisti che si tuffano voluttuosamente negli spazi e il più delle volte ti fanno secco. Anche perchè dietro l’erculeo Sall, non sarà magari un prontuario di eleganza, ma ha un fisico che da solo fa capoluogo di provincia e si ha timore anche solo a domandare permesso. In mezzo, il fosforo e l’antico magistero di Carrus non tramontano mai: procede con le sue gambettine a mulinare chilometri e soprattutto a indirizzare palla dove deve senza mai sprecarne una. E sui piazzati (punizioni e rigori) fa quasi sempre sentenza. Bassano contro la Pro Piacenza ha già sbattuto la testa due volte.Nella prima in Coppa Italia ha dovuto sudare all’inverosimile per domare gli emiliani ai supplementari 4-2, mentre in campionato a fine novembre al Garilli è terminata 1-1 coi virtussini che si sono fatti buggerare a una manciata di minuti dal gong. Ecco perchè Bassano contro i piacentini (a proposito, per l’anno venturo si sussurra una fusione in Lega Pro con la neopromossa Piacenza in arrivo dalla D) dovrà avere mille occhi e ancora più pazienza. «La gente si aspetta magari che con rivali simili si vinca minimo 2-0 ma i calcio è un’altra cosa – ci raccontava l’altro giorno Laurenti – e ci sarà invece da sbattersi di brutto, sono le sfide più complicate».Poichè dopo l’incanto del Tombolato, c’è il pane duro di queste partite. Ma sono quelle che poi scrivono la storia dei campionati.

Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) I suoi compagni inseguiranno la rivincita, lui invece deve puntare al bis per farsi perdonare. Il 22 novembre scorso, infatti, Matteo Marcolini vestiva la maglia «sbagliata», quella dell’Este che sbancò il Penzo in pieno recupero. Un match spartiacque per il Venezia che alla sua prima sconfitta (costata il -3 dal Campodarsego), optò per l’esonero di Paolo Favaretto a favore del ritorno di Giancarlo Favarin. Da allora il campionato arancioneroverde ha cambiato piega e domenica sul campo dei giallorossi atestini (alle 15) i lagunari proveranno a consolidare l’attuale primato a +5 sul Campodarsego e +10 sullo stesso Este. «I fatti dicono che l’Este non ha risentito della mia partenza, un motivo in più per me per vincere anche la sfida di ritorno – ci scherza su Marcolini -. Servirà un grande Venezia, contro una squadra giovane, con una precisa idea di gioco e che affronta sempre gli avversari a viso aperto». I padovani allenati dal chioggiotto Andrea Pagan sono caduti a sorpresa a Dro. «I trentini devono salvarsi e immaginavo potessero correre qualche rischio. La loro rincorsa al secondo posto si è complicata ed ora devono difendere il terzo dal Belluno, un monito in più per noi perché non bisognerà sbagliare approccio. Este e Venezia sono le due migliori difese del girone, nonché le squadre che hanno perso di meno. Vogliamo vincere anche questa battaglia». Marcolini, che in laguna insegue la seconda promozione in Lega Pro dopo quella del 2012, nel 5-1 al Fontanafredda non ha fatto rimpiangere capitan Soligo (al rientro dalla squalifica come Serafini) dando il là alla rimonta firmando l’1-1. «Vincere è il nostro obiettivo e quindi servono i gol di tutti, per me la gioia è stata doppia non essendo un cecchino. Finalmente sono uscito da un periodo turbolento, esserci nella fase decisiva mi dà davvero una marcia in più». Al Taliercio prosegue la preparazione con Beccaro favorito su Busatto per sostituire lo squalificato Modolo: un’assenza in difesa anche per l’Este cui mancherà il terzino Montin. Fino alle 18 di oggi sono acquistabili (nella sede del Venezia in viale Ancona 43 a Mestre) i biglietti di curva ospiti (10 euro) e tribuna coperta (12): domenica a Este botteghini aperti anche per i veneziani e bambini fino a 14 anni gratis.

Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Questa partita per noi rappresenta un bivio. Se vinciamo a Este, a meno di ribaltoni, portiamo a casa il campionato». Partita cruciale, domenica (ore 15), quella del Venezia sul campo dell’Este, dove Matteo Marcolini aveva iniziato la stagione prima di tornare a vestire la maglia arancioneroverde. Uomo di fiducia di mister Giancarlo Favarin, con cui il centrocampista romagnolo aveva già disputato (e vinto) il campionato di serie D quattro anni fa in laguna, Marcolini è tornato alla base lo scorso dicembre. Complici alcuni guai fisici, gli è mancata la continuità di presenza, ma domenica scorsa con il Fontanafredda si è tolto la soddisfazione di segnare il primo gol stagionale in arancioneroverde. «Ora sto bene e questo mi consente di allenarmi con continuità. Sono felice per il gol — dice con un sorriso — ogni tanto è giusto che anche noi centrocampisti diamo una mano all’attacco». Ma il successo del Penzo ormai è alle spalle e la concentrazione è tutta sulla partita di Este. «E’ una squadra collaudata, con un sistema di gioco ben delineato. Abbiamo studiato con cura le loro caratteristiche per provare a sorprenderli», spiega Marcolini. Terzo con 67 punti, a -10 dal Venezia, fino a domenica scorsa l’Este era la squadra con il minor numero di sconfitte. Ma il secondo ko, rimediato un po’ a sorpresa con il Dro, ne ha smorzato le velleità, almeno rispetto a un’ipotetica rimonta sul Venezia. Diverso il discorso sul Campodarsego, visto che la distanza dal secondo posto è di 5 punti. «Loro proveranno a fare la corsa sul secondo posto — avverte il centrocampista arancioneroverde — stando anche bene attenti a non farsi raggiungere dal Belluno, che è dietro a cinque punti di distacco». Ed era stato proprio l’Este all’andata a fare lo sgambetto al Venezia, una sconfitta che costò la panchina a mister Paolo Favaretto. «Giocheranno a viso aperto. Il campo fortunatamente è bello e consente di giocare bene. Noi dovremo cercare di allargare gli spazi, spostando la palla velocemente da un settore all’altro, perché loro tendono ad avere molta densità in mezzo al campo», è l’analisi di Marcolini che sta rivivendo alcune emozioni simili a quelle di quattro anni fa. «Allora — ricorda — a questo punto della stagione la classifica era in parità ma alcune analogie ci sono». Proprio in questo periodo il Venezia veniva infatti agganciato dal Delta Porto Tolle, a causa del pareggio di Sarego che provocò la «famigerata» sfuriata di Favarin nei confronti della squadra. Poi la cavalcata del Venezia riprese fino alla promozione e allo scudetto. «Il nostro obiettivo è ripeterci. Rispetto a quattro anni fa, stavolta avvertiamo molto di più la presenza della società. C’è il presidente che ci segue costantemente e il direttore che è sempre un riferimento per tutti noi. Le cose sono molto diverse, da questo punto di vista». E per Marcolini ci sta pure un pensiero rivolto alla prossima stagione sempre con il Venezia: «Non nego che mi piacerebbe molto essere confermato. Sto cercando di fare bene — dice il centrocampista — e di finire la stagione nel migliore dei modi. Starà a me, con le prestazioni in campo e con il lavoro fatto in settimana, cercare di convincere la società».

Ore 13.00 – (La Nuova Venezia) «Mi auguro domenica sera di essere l’unico ad aver vinto entrambe le partite»: da avversario ad alleato. Matteo Marcolini ha guidato l’Este al blitz del Penzo (2-1) lo scorso 22 novembre con la rocambolesca rimonta dei padovani nei minuti di recupero, domenica prova a guidare il Venezia contro la sua ex squadra nel match che potrebbe proiettare gli arancioneroverdi sempre più vicini alla Lega Pro. «Non mi sarei mai aspettato quella sera di giocare questa partita con una maglia diversa» osserva il centrocampista romagnolo, che ha già vinto la serie D con il Venezia nel 2012, «e non mi aspettavo che l’Este perdesse a Dro, ma la serie impressionante di partite senza sconfitte dei miei ex compagni è da applausi. Contro il Venezia vorranno immediatamente rifarsi, sia per approfittare di un eventuale passo falso del Campodarsego a Levico, ma soprattutto per blindare il terzo posto dalla rimonta del Belluno». Squadra che non è cambiata molto rispetto a quella dell’andata al Penzo. «Un gruppo giovane, che ha trovato in Mastroianni un finalizzatore micidiale, il gioco e le idee sono sempre le stesse. Se l’Este fosse arrivato allo scontro diretto con 7 punti da noi, poteva anche sperare di rientrare in corsa per la promozione in caso di vittoria, ma in ogni caso cercherà ugualmente il risultato di prestigio». Marcolini ha anche le idee chiare su come giocherà l’Este. «Non credo che ci aspetterà, come fanno un po’ tutti contro di noi. Proverà a vincere, come farà il Venezia, anche all’andata l’Este giocò a viso aperto. Sarà una bella partita, anche il campo favorirà lo spettacolo tra due delle migliori squadre del girone. Ne sono sicuro». Nonostante la partenza a dicembre di Matteo Marcolini, l’Este ha proseguito imperterrita la sua strada. «Vuol dire che non ero io a fare la differenza» ribatte ridendo il mediano «a parte le battute, è un gruppo di giocatori molto solido, strada facendo abbiamo acquistato sempre più fiducia e questa fiducia è aumentata anche dopo la mia partenza». Il presidente Joe Tacopina ha anticipato di un giorno il suo arrivo a Mestre, sarà in città già nella tarda mattinata di domani e domenica sarà in tribuna a Este.

Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Per alcuni mesi è stato un titolarissimo del centrocampo dell’Este. Domenica prossima, però, Matteo Marcolini tornerà al Nuovo Stadio con un’altra maglia, quella del Venezia. Una questione di cuore per il centrocampista trentenne che, dopo aver ritrovato lo smalto dei tempi migliori in giallorosso (14 presenze), a dicembre non si è lasciato sfuggire l’occasione di tornare in laguna con Giancarlo Favarin (a sua volta subentrato a Paolo Favaretto), tecnico con cui aveva già vinto la Serie D nella stagione 2011/2012. Este-Venezia non sarà solo la tipica partita “da ex” per il mediano di Cattolica: «Il match di domenica sarà fondamentale per il nostro finale di stagione» sottolinea Marcolini. «L’Este è un’ottima squadra e mister Andrea Pagan ha fatto un lavoro strepitoso: a inizio anno i risultati non erano così impressionanti, ma con il passare delle partite ho visto una squadra in continua crescita e sono contento di ritrovarla ai vertici. Tra l’altro, sono ancora in contatto con i miei ex compagni e con la società mi sono lasciato in ottimi rapporti: l’offerta del Venezia era importante, quasi irrinunciabile. La dirigenza ha capito e mi ha lasciato partire senza problemi». L’Este è terzo a quota 67 punti, a -10 proprio dal Venezia. A metà strada c’è il Campodarsego (72 punti), autentico “nemico” dei Leoni Alati, che potrebbe sfruttare – Levico permettendo – un eventuale passo falso della capolista in terra atestina. «Il Campodarsego non mollerà fino all’ultima giornata anche perché ha giocatori esperti che sanno gestire queste situazioni», aggiunge Marcolini. «Cinque punti di vantaggio sono tanti ma non abbastanza per dormire sonni tranquilli. In ogni caso, siamo consapevoli della nostra forza e in queste settimane stiamo lavorando con grande intensità per affrontare al meglio le ultime partite». Domenica il Venezia dovrà riscattare pure la sconfitta dell’andata, l’1-2 dello scorso 22 novembre che Matteo, al tempo perno del centrocampo giallorosso, ricorda molto bene. «Dovremo fare attenzione all’Este perché è ancora imbattuto in casa e gioca un ottimo calcio, superiore anche al Campodarsego. Ci aspetta una sfida difficile, ma abbiamo i mezzi per portare a casa la vittoria». Infine, stila la sua personalissima classifica: «Venezia primo, Este secondo e Campodarsego terzo. Per me sarebbe un bel motivo d’orgoglio aver giocato con le due squadre più forti del girone».

Ore 12.00 – (Gazzettino) Enrico Alfonso nel posticipo di lunedì con il Bassano è stato fra i migliori in campo sfoderando alcuni difficili interventi che hanno limitato il passivo della squadra granata, sconfitta al Tombolato per 2-0. La voglia di riprendere il ritmo tenuto nel girone di ritorno è tanta, incominciando dalla trasferta di domenica a Reggio Emilia. «Anche nella partita di andata a Bassano -precisa il portiere granata- avevamo sofferto il gioco della squadra giallorossa. Questa volta sono stato chiamato in causa diverse volte, ma il numero di interventi non credo che con il Bassano sia stato superiore rispetto ad altre gare. Con l’Alessandria, ad esempio, sono stato impegnato parecchio». «I pericoli per la nostra porta sono scaturiti da situazioni piuttosto particolari. La parata più difficile è stata quella sulla conclusione di Piscitella nel primo tempo, che è iniziata dopo il fallo su Litteri con la nostra squadra presa in controtempo. Qualche nostro difensore si era addirittura fermato aspettando il fischio per il rigore. Il Bassano ha saputo sfruttare molto bene gli spazi che abbiamo concesso con efficaci ripartenze, in particolare nel secondo tempo». I due gol erano evitabili, il secondo è stato favorito da un disimpegno errato di Lora. Aggiunge Alfonso: «Abbiamo preso il primo gol in modo anche sfortunato, dopo un rimpallo. L’occasione è stata fortuita. Dobbiamo però ammettere di aver giocato contro una buona squadra». Girando pagina, il numero uno granata vuole trasformare la rabbia per la sconfitta in energia positiva per una prestazione convincente con la Reggiana. «A Reggio troveremo una squadra -conclude il portiere granata- che ha cambiato poco rispetto alla scorsa stagione, quando ha disputato i play off, e che all’inizio di quest’anno era data fra le favorite. Ha buoni elementi e un impianto di gioco valido con la migliore difesa del girone, non sarà un avversario facile da affrontare. Noi però abbiamo i mezzi per giocarcela e vogliamo reagire alla battuta d’arresto e riprendere immediatamente la corsa. L’obiettivo non è stato ancora raggiunto, perciò vogliamo portare a casa al più presto i punti necessari per la certezza matematica dimostrando di essere una squadra che sa ottenere quello che si prefigge». Ieri il gruppo si è allenato al completo tranne Bonazzoli, che è fermo per la frattura alla costola sinistra, mentre Benedetti sta lavorando a parte per smaltire la contrattura ai flessori della coscia destra. Oggi pomeriggio ultimo allenamento, domani alle 11.30 la rifinitura con la lista dei convocati, quindi alle 16 la partenza per Reggio Emilia.

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Otto giorni per la verità. Fra la trasferta di domenica (alle 15, al Mapei Stadium di Reggio Emilia) in casa della Reggiana, e il posticipo di lunedì 18 aprile, quando ospite del Tombolato alle 20 sarà il Pordenone, le sorti del Cittadella potrebbero decidersi definitivamente. In mezzo, poi, ci sarà anche la finale di ritorno della Coppa Italia di Lega Pro, giovedì 14 contro il Foggia, in cui gli uomini di Venturato proveranno l’impresa impossibile: la rimonta del 4-1 incassato in Puglia. Uno sprint di fine stagione a cui il Cittadella può presentarsi con un Paolucci in più nel motore. A tre mesi dalla lesione al tendine dell’adduttore destro, il centrocampista abruzzese è rientrato proprio a Foggia, tornando fra i convocati anche in campionato, nel derby perso con il Bassano. «Dal punto di vista personale sono soddisfatto, dopo uno stop così lungo m’immaginavo di ritrovarmi in condizioni diverse. Le settimane di lavoro intense svolte assieme al professor Redigolo hanno pagato. Neanch’io pensavo di rimanere in campo per tutti i 90 minuti allo Zaccheria, invece ho retto bene e non avverto più alcun fastidio». Peccato solo per le due scoppole consecutive rimediate nel giro di pochi giorni. Dal campionato, a questo punto, difficilmente usciranno verdetti nel turno alle porte: anche una vostra vittoria non sarebbe sufficiente a regalarvi la promozione, a meno che il Bassano non perda clamorosamente in casa con la Pro Piacenza. In caso di successo per entrambi, i punti di distacco resteranno 10 a quattro giornate dal termine. «Sinceramente sono convinto che sia meglio non guardare il calendario. Non lo abbiamo mai fatto e non è il caso di metterci a farlo ora. È stata la nostra forza in questa stagione: andiamo in campo sempre con la stessa mentalità, indipendentemente dal nome dell’avversario. Sempre con la stessa attenzione e determinazione». Come ha reagito lo spogliatoio allo 0-2 contro i giallorossi? «Sappiamo che non dobbiamo farne un dramma. Dispiace per il risultato e perché è arrivato in una partita di cartello come il derby, davanti a quasi 4.000 persone. Per indole cerchiamo sempre di fare noi la partita e, anche in altre occasioni, contro avversarie chiuse e abili a ripartire, è capitato di trovarci in difficoltà. Ma siamo consapevoli della nostra forza e già da Reggio cercheremo di rifarci». Lei ha giocato anche a Foggia: crede che rimontare il 4-1 sia possibile? «Dobbiamo ancora giocare in casa nostra e di sicuro riverseremo in campo tutta la rabbia accumulata dopo questo doppio rovescio. So che sono state sollevate molte critiche per il massiccio turnover usato dall’allenatore in Puglia, ma ritengo anche io che fosse giusto premiare i giocatori che hanno portato il Citta in finale». Intanto, in vista della trasferta di Reggio Emilia, resta assai improbabile il recupero di Benedetti che, anche ieri, ha lavorato a parte.

Ore 11.20 – (Corriere del Veneto) Benedetti ha svolto ieri un lavoro differenziato e difficilmente recupererà in tempo per la trasferta di domenica a Reggio Emilia. Al suo posto, con Salvi, dovrebbe giocare Nava. Va registrato il brutto infortunio a Emiliano Bonazzoli. Costola fratturata durante la partita di Coppa Italia persa a Foggia e stagione che può considerarsi terminata anzitempo. Non che sinora il suo apporto abbia portato chissà quali benefici al Cittadella, anzi: di tutti gli acquisti fatti da Stefano Marchetti, che ha fatto praticamente l’en plein di operazioni brillanti e proficue, l’acquisto di Bonazzoli a gennaio dal Siena si è rivelato inutile. Nessun gol né in campionato né in Coppa Italia e tante prestazioni negative, l’ultima proprio allo Zaccheria nella finale di andata. Fatto sta che la punta dovrà osservare un periodo di riposo assoluto di almeno due settimane.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Nella ripresa Padova più vicino alla formazione tipo, incluso il modulo. Anche se c’è spazio per i giovani Moretto (in prova) e Kgaras e Moreschi della squadra Berretti. I gol fioccano a ripetizione, e la palma del sigillo più bello spetta di diritto ad Altinier, protagonista di una rovesciata vincente su assist di Ilari che ha strappato grandi applausi in tribuna (circa duecento persone). Niente amichevole invece per Corti, Anastasio e Baldassin che hanno effettuato una seduta a parte incentrata sulla corsa prima del fischio d’inizio, al pari di Dionisi che ha svolto un lavoro blando differenziato. Intanto, la Lega ha reso noto date e orari delle ultime tre giornate di campionato che si disputeranno in contemporanea: domenica 24 aprile alle 18 Padova a domicilio con la Giana Erminio, sabato 30 alle 14.30 trasferta con il Bassano e domenica 8 maggio alle 15 appuntamento casalingo con l’Alessandria.

Ore 10.40 – (Gazzettino) A cominciare, appunto, dalla gara con la Pro Patria che è ultima in classifica e a un passo dalla retrocessione. «Nel calcio però non c’è niente di scontato. Loro si giocheranno le ultime chances, e noi dobbiamo restare concentrati perché sono proprio queste le partite più difficili». Passando all’amichevole, è terminata con una goleada. A fare la parte del leone sono stati Ilari e Finocchio autori di una tripletta, alle loro spalle con una doppietta Sparacello e Altinier, e sigilli anche per Bucolo, Diniz e Moreschi. Nella prima frazione spazio ai biancoscudati solitamente meno impiegati, con le eccezioni di Sbraga, Diniz e De Risio. Sperimentata un’insolita difesa a tre, mentre davanti capitan Cunico trequartista alle spalle di Petrilli e Sparacello Per mezzora il Padova viaggia al piccolo trotto, anche se il portiere di casa si mette in evidenza negando a più riprese il gol, in particolare sui tentativi di Cunico, Bearzotti e Sparacello. Il vantaggio comunque non tarda ad arrivare per merito di Bucolo dopo uno scambio in area con Cunico. Prima dell’intervallo c’è gloria per Sparacello, che prima trasforma un rigore (fallo su Petrilli) e poi insacca di testa su invito da destra di Turea.

Ore 10.30 – (Gazzettino) Fabiano bloccato a casa con la febbre alta, Neto Pereira in borghese a bordo campo per un’infiammazione al ginocchio. Sono stati loro i grandi assenti dell’amichevole con l’Atletico Conselve, tanto da fare scattare l’allarme in vista della sfida con la Pro Patria domenica all’Euganeo nella quale è imperativo vincere per coltivare le residue speranze play off. Sulle condizioni dei due brasiliani se ne saprà di più oggi in occasione dell’allenamento alla Guizza. Sempre in tema di carioca, Diniz tornerà invece regolarmente al suo posto dopo aver scontato la squalifica con il Cuneo. Il difensore sembra aver superato anche l’acciacco al ginocchio accusato nei giorni scorsi e ieri è stato in campo per un’ora. «È andato tutto bene e sono pronto per domenica. I play off? le speranze sono poche, ma fino a quando c’è anche una piccola possibilità dobbiamo lottare fino alla fine. Diamo il massimo nelle cinque partite che rimangono e vediamo cosa succede».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Il ruolo del portiere, tra l’altro, va molto di moda in viale Rocco, visto che il titolo del prossimo clinic per allenatori del settore giovanile, in programma lunedì alle 20.45 al Palagozzano, sarà proprio: “Le interazioni tra squadra e portiere nelle due fasi di gioco”. Relatore, manco a dirlo, lo stesso Zancopè: «Parleremo del ruolo del portiere sia in fase di possesso palla che di non possesso. Il nostro ruolo è cambiato molto da quando giocavo io. Il portiere, adesso, partecipa attivamente al gioco della squadra e per me è molto importante instaurare questi concetti fin dai primi anni del settore giovanile. I giovani portieri devono imparare il valore delle scelte da compiere, per recuperare palla e far ripartire l’azione nel miglior modo possibile. La tecnica resta ovviamente fondamentale, ma quella la si può raffinare anche da adulti. La scelte invece è giusto impararle fin da piccoli».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «Questa situazione credo faccia bene ad entrambi», spiega Zancopè, «Ogni giorno fanno la… guerra per chi si esprime meglio, pur in un clima di grande rispetto reciproco e con molta naturalezza. Questa alternanza ha permesso a entrambi di crescere e non mi stupiscono i progressi di tutti e due». Zancopè preferisce non parlare dei punti di forza di ciascuno, ma non si tira indietro quando gli si chiede in cosa possono ancora crescere: «Petkovic ha grandi margini di miglioramento dal punto di vista della reattività, mentre Favaro deve credere ancora di più in se stesso. Hanno qualità diverse, ma entrambi hanno uno spirito positivo nei confronti della squadra». Si aspetta di allenarli ancora tutti e due l’anno prossimo? «Non lo so, ma di sicuro la scuola portieri biancoscudata si conferma di grande qualità e prospettiva. Dove li vedo tra 5 anni? Entrambi in categorie superiori».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Se il Barcellona, vincitore dell’ultima Champions, ha alternato un portiere per la coppa e uno per il campionato, sulle orme del Real di Ancelotti, anche il Padova, nel suo piccolo, può vantare un’insolita competizione tra i due numeri uno. Lazaar Petkovic e Alessandro Favaro, entrambi ventunenni, rappresentano il fiore all’occhiello del parco giovani biancoscudato e anche domenica prossima si giocheranno il posto contro la Pro Patria. Il serbo, partito titolare, paga due infortuni muscolari e anche contro la i bustocchi gli dovrebbe essere preferito l’ex Sacilese. Il tutto strizzando l’occhio al mercato, con le ultime voci che non escluderebbero il sacrificio di uno dei due, nella prossima sessione estiva di mercato. Ma chi li allena ogni giorno, il preparatore dei portieri Adriano Zancopè, che ne pensa? Benedice la concorrenza.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il Padova rifila tredici reti al Conselve ma, a a due giorni dalla sfida con la Pro Patria all’Euganeo, trema per le condizioni di Fabiano e Neto Pereira: se il secondo, fermo per un’infiammazione al ginocchio, oggi potrebbero tornare ad allenarsi, il difensore ieri è rimasto a letto con la febbre a 39. Sul campo dell’Atletico, formazione di Seconda Categoria, la squadra di Pillon ieri ha effettuato una sgambata a ranghi ridotti: oltre ai due brasiliani, hanno lavorato a parte i convalescenti Dionisi, Anastasio, Corti e Baldassin. Pillon ha schierato nel primo tempo un 3-4-1-2 sperimentale e nella ripresa la coppia di centrali formata da Moretto (ennesimo brasiliano in prova) e dal difensore della Berretti, Kgaras. Nella prima frazione i biancoscudati sono andati a segno tre volte, sbloccando con Bucolo prima della doppietta di Sparacello. Nella ripresa, con il passaggio al 4-4-2 e l’ingresso dei titolari, il Padova ha dilagato. Finocchio si è reso protagonista con una tripletta, e Marco Ilari, che oltre a siglare anch’egli una terna, si è distinto servendo tutti gli assist decisivi. Le realizzazioni che hanno strappato gli applausi ai duecento tifosi presenti a Conselve hanno portato la firma di Diniz, con una staffilata rasoterra dal limite, e di Altinier, prima con un destro a giro sotto l’incrocio, poi con una rovesciata. Nel finale, il tredicesimo sigillo del giovane Moreschi.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È stato un testimonial d’eccezione a dare il calcio d’inizio della quinta edizione del torneo di calciotto, “Memorial Due Palazzi”. Il presidente del Padova Giuseppe Bergamin, che oltre a dirigere la società di viale Rocco è anche un incallito calciatore amatoriale, ha partecipato all’inaugurazione della manifestazione organizzata dagli agenti di polizia dell’istituto penitenziario padovano. Un torneo nato cinque anni fa per commemorare la memoria di quegli agenti che nel corso degli anni si sono tolti la vita, con lo scopo di unire e compattare ancora di più il nutrito gruppo di poliziotti che ogni giorno vigilano il carcere. Un sito internet dedicato, otto squadre, centotrenta agenti impegnati in una lunga competizione che si concluderà con le finali del 27 maggio, quando non farà festa soltanto la squadra vincitrice, ma tutte le formazioni, con famiglie al seguito. Si gioca sul campetto in erba attiguo all’ingresso del carcere, che dista solo poche decine di metri dal campo interno sui cui gioca la polisportiva Pallalpiede.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Ieri l’amministratore delegato Roberto Bonetto è rientrato in Italia dopo due settimane di assenza, per motivi professionali. Bonetto si è recato in Indonesia, dove ha curato affari relativi alla propria azienda, ma adesso il suo ritorno sarà anche l’occasione per un imminente summit societario dove decidere tutte le strategie per la prossima stagione. Cogliendo i discorsi captati qua e là dai diretti interessati, infatti, nessuno pare credere più di tanto ai playoff, un obiettivo ancora raggiungibile ma che realisticamente pare fuori portata e lo sguardo è già rivolto al 2016-2017. Non tanto perché sia impossibile raggiungere l’Alessandria, potendo contare pure sullo scontro diretto in programma all’ultima giornata domenica 10 maggio alle 15 all’Euganeo, quanto piuttosto perché nel frattempo bisognerebbe staccare pure Feralpisalò e Pavia, azzeccando un filotto che sinora non si è mai materializzato. Ieri a Conselve i biancoscudati hanno battuto in amichevole per 13-0 la squadra locale: da segnalare le triplette di Ilari e Finocchio, mentre Pillon ha schierato inzialmente questa formazione: Petkovic fra i pali; Diniz, Sbraga e Dell’Andrea in difesa; Turea, De Risio, Bucolo e Bearzotti a centrocampo; Cunico dietro le due punte Petrilli e Sparacello. Proprio il capitano, a proposito delle recenti polemiche arbitrali, si è schierato a favore della moviola in campo. «Da un lato — ha spiegato Cunico — toglierebbe un po’ di romanticismo al gioco. Ma credo che, se regolamentata adeguatamente, potrebbe eliminare tante polemiche che dominano la scena».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 65, Bassano 55, Pordenone 53, Alessandria 52, FeralpiSalò 49, Padova e Pavia 45, Reggiana 44, Cremonese 43, SudTirol 40, Giana Erminio 35, Lumezzane e Renate 32, Pro Piacenza 31, Cuneo 30, Mantova 23, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventinovesima giornata: Cremonese-Renate 2-0 (Scarsella (Cr) al 4′ pt, Magnaghi (Cr) al 24′ pt), SudTirol-Lumezzane 1-1 (Tulli (St) al 25′ pt, Sarao (Lu) al 44′ st), Pro Patria-Giana Erminio 0-2 (Cogliati (Ge) al 14′ st, Perico (Ge) al 38′ st), Pordenone-Reggiana 1-0 (Pasa (Pn) al 29′ st), Cuneo-Padova 1-1 (Chinellato (Cn) al 13′ st, Neto Pereira (Pd) al 32′ st), FeralpiSalò-Mantova 1-0 (Guerra (Fs) su rigore al 42′ st), AlbinoLeffe-Pro Piacenza 0-4, Cittadella-Bassano 0-2, Pavia-Alessandria 0-2.

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 7 aprile: il Padova batte 13-0 in amichevole il Conselve, triplette per Finocchio ed Ilari. Assenti Fabiano (febbre alta) e Neto Pereira (infiammazione al ginocchio).




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