Cittadella in B, granata in maschera in centro. Venturato: “Giusto gioire, ma abbiamo altre gare…”

Condividi

Ha un bel daffare, il vigile, a dirigere le auto che passano davanti a Porta Padova. Ma dieci minuti di disagio sono un prezzo che Cittadella paga volentieri ai suoi campioni. È un giovedì pomeriggio, il sole è quasi estivo e picchia forte sul presidente Andrea Gabrielli, sul d.g. Stefano Marchetti e su tutto lo staff dirigenziale granata, in giacca e cravatta per la foto che immortala i protagonisti di una stagione a dir poco trionfale. Ma di formale, a parte la divisa d’ordinanza, c’è poco. I giocatori, che salgono sul muricciolo per stare tutti nell’inquadratura, non si trattengono e fra uno scatto e l’altro intonano il canto che ha scandito la loro cavalcata: “Totalmente dipendente / non so stare senza te / ho il granata nelle vene / tifo il Citta olè”. E poi, come per magia, escono maschere e parrucche, le stesse viste alla festa di Carnevale dello scorso febbraio, e la foto seria è seguita dalla sua versione goliardica. Chiaretti si mette sulla faccia un naso lungo da “vecchina”, Pascali indossa i panni di Obelix, Coralli quelli del vichingo, Paolucci quelli del mulo («Ma non c’è una ragione particolare nelle scelte», precisa sorridendo quest’ultimo al rompete le righe, «anche se alla mia maschera tengo molto, perché il mulo sta a significare che ho lavorato a testa bassa»). Persino Marchetti, teso come le corde di un violino nel corso del decisivo match di lunedì sera contro il Pordenone, s’infila quella dell’asino e partecipa alla scenetta. Venturato resta, invece, a volto scoperto: «Per forza» spiega, «l’avrei messa anch’io, ma erano terminate!». La promessa del mister. Poi ognuno torna alla propria auto e si sposta verso il Tombolato per la ripresa della preparazione, dopo due giorni di riposo. «Non so se sarà proprio un allenamento normale, questo. Ma è giusto che ci sia euforia, non è mica da tutti poter festeggiare la promozione in Serie B già al quart’ultimo turno», afferma il tecnico del Citta sulla porta degli spogliatoi, prima di spostarsi sul rettangolo verde, dove, a dare il benvenuto ai giocatori, scritta a vernice bianca sull’erba dal responsabile del campo Angelo Sgarbossa, c’è la scritta “Dal sogno alla realtà, siamo tornati in B. Bravi!”. Venturato ha trascorso i due giorni liberi a Cremona, con la famiglia, che lo aveva seguito al completo dagli spalti del Tombolato. Chi lo… accusa di essere sempre troppo serio di fronte ai giornalisti dovrebbe vedere il volto disteso che ha adesso. Ad accoglierlo, sui cancelli del centro sportivo, un maxi-striscione appeso dai tifosi del “Club Angelo Gabrielli Granata x sempre”, con la scritta “Marchetti-Venturato nuova coppia vincente, grazie famiglia Gabrielli”. «Sono attestati che ti toccano dentro», aggiunge l’uomo venuto dall’Australia. Il quale poi, però, torna quello che conosciamo quando gli viene chiesto se nelle ultime gare troverà spazio chi ha giocato di meno: «Nelle prossime tre partite non cambierà nulla. Il campionato non è mica terminato, dobbiamo onorarlo sino alla fine». Bobb cow-boy. Per la foto di gruppo gli è stata data la maschera di un animale. «It was a cow (una mucca, ndr)». Sorride Yusupha Bobb, mentre si sposta verso il campo. E ne ha ben donde. La vera, bella notizia della giornata è che il 19enne centrocampista gambiano in prestito dal Chievo, fuori causa dal gennaio per la frattura al perone, si è rivisto al Tombolato dopo il periodo di convalescenza trascorso a Verona. «Riprendo a correre, finalmente. Sono contento perché pensavo che sarebbe passato più tempo prima di ricominciare». Ovviamente, più che correre corricchia ed è presto per pensare di rivederlo ad allenarsi in gruppo, ma è bello che sia di nuovo con gli altri. In gruppo è rientrato a tutti gli effetti Bonazzoli, ancora un po’ dolorante dopo la frattura alla costola rimediata nella finale di Coppa. Fermo, invece, Bizzotto, per una contrattura agli adduttori della coscia sinistra. Proprio Bonazzoli e Bizzotto ieri sera hanno presenziato alla serata di apertura del Torneo internazionale giovanile di Abano. C’è anche Sky. A bordocampo, ieri, anche le telecamere di Sky Sport, per il programma “La Giovane Italia”, in onda prossimamente. Intervistati Bizzotto, Cappelletti, De Leidi, Lora, Nava e Scaglia. Volti puliti e positivi di un mondo del calcio che ne ha più che mai di bisogno.

(Fonte: Mattino di Padova)

Il tecnico del Cittadella Roberto Venturato sa coniugare bene il tempo della festa per la matematica promozione in serie B e la preparazione che non deve tradire l’impegno che ha caratterizzato questa favolosa stagione sportiva. «È giusto gioire – dice- per il traguardo raggiunto a quattro giornate dalla conclusione del campionato. È raro che questo succeda e noi ci siamo riusciti grazie al lavoro di molti che hanno svolto con dedizione e competenza i propri compiti. Voglio ringraziare i miei collaboratori dello staff tecnico che hanno lavorato con me e quelli che mi sono stati vicino lavorando per raggiungere l’obbiettivo. In particolare i giocatori, che sono stati sempre concentrati sulla preparazione, la società che ci ha supportato in ogni necessità, soprattutto il direttore generale Stefano Marchetti che sa trasferire a tutti valori importanti, il presidente Andrea e la famiglia Gabrielli che ci mettono tanta passione, ma non voglio dimenticare nessuno dai dirigenti all’ultimo dei collaboratori, dai magazzinieri agli addetti al campo, ai tifosi e ai rappresentanti delle istituzioni perchè quando si vince siamo tutti primi». «Ma dobbiamo essere consapevoli -continua Venturato- che nella vita e nel calcio si deve sempre guardare avanti. Le vittorie fanno parte del passato e noi nel prossimo mese abbiamo ancora tre partite di campionato e il pool scudetto (14, 18, 21 maggio fra le tre vincitrici di girone della Lega Pro, ndr) che dobbiamo affrontare con lo stesso atteggiamento tenuto finora. Essere felici deve rappresentare uno stimolo in più per continuare ponendoci sempre nuovi traguardi». I segreto dei successi e record stabiliti dal Cittadella? «Alla partenza c’erano nel nostro girone sette-otto squadre con organici e ambizioni di vertice. Noi ci siamo imposti con un calcio propositivo e una crescita costante dovuta all’impegno dell’intero ambiente. Abbiamo raggiunto una nostra identità creata con il lavoro e una filosofia di gioco che abbiamo il dovere di mantenere. Guai mollare adesso, con più serenità dobbiamo ancora migliorare».

(Fonte: Gazzettino)




Commenti

commenti

About Gabriele Fusar Poli


WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com