Live 24! Padova-Alessandria, la vigilia: ultima rifinitura stagionale per i Biancoscudati

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Ore 21.00 – (Il Piccolo) La visita e i festeggiamenti per l’arrivo di Biasin hanno ovviamente coinvolto anche la squadra e lo staff, che però non hanno certo perso di vista il finale-thriller di stagione a cui sono chiamati, alla ricerca del traguardo salvezza. Domani al Rocco (inizio ore 15, arbitrerà Carina Susana Vitulano di Livorno) arriva la corazzata Venezia già promossa, ma probabilmente poco propensa a far regali. La Triestina purtroppo arriva all’appuntamento con varie assenze e con Bordin che dovrà trovare l’assetto più adatto nonostante le poche scelte a disposizione. C’è innanzitutto da fare i conti con le squalifiche di due under classe 1997 come Crosato e Miani, ma mancherà anche Giordani, ancora alle prese con la lussazione alla spalla. Inoltre, giusto per complicare le cose, Bradaschia e Piscopo sono in diffida e, se saranno in campo, dovranno fare attenzione a non farsi ammonire per non saltare i play-out. Ma non è tutto: Romeo, che probabilmente dovrebbe essere il sostituto designato per giocare terzino al posto di Crosato, è bloccato dall’influenza e pertanto in forte dubbio. Insomma, dopo Crosato e Miani, Bordin potrebbe dover fare a meno anche della terza alternativa nel ruolo di terzino destro. A quel punto, forse solo il duttile Cornacchia potrebbe essere adatto alla bisogna. In mezzo Andjelkovic tornerà a far coppia con Piscopo (a meno che quest’ultimo non venga risparmiato) mentre a sinistra c’è Dalle Rive. A centrocampo Spadari e Abrefah sembrano due punti fissi, mentre visto che c’è da far giocare almeno un 1997 potrebbe essere Puka a completare il reparto. Questo permetterebbe a Bordin di schierare in attacco Muzzi, Bradaschia e Skerjanc. Altrimenti in attacco potrebbe esserci Cuppone (altro 1997) dando spazio a centrocampo a DI Dionisio, oppure allo stesso Cornacchia se Romeo recupera. Insomma, un bel rebus per Bordin. BIGLIETTI. Sono già circa 1000 i biglietti venduti sino a ieri sera per la gara di domani contro il Venezia. La prevendita dei tagliandi prosegue esclusivamente presso il Centro Coordinamento di via Macelli oggi con orario 9-12 e 16-19, e domani con orario 9-12. L’ingresso per i ragazzi da 1 a 10 anni è gratuito. Il biglietto per la tribuna costa 12 euro l’intero e 10 euro il ridotto (Donne, 11-17 anni, over 65), in curva 10 euro l’intero e 7 euro il ridotto.

Ore 20.40 – (Il Piccolo) Un grande applauso e uno striscione con la scritta «Welcome president Biasin, vero mulo triestin!»: così i tifosi hanno accolto al Centro di coordinamento dei Triestina Club Mario Biasin, che subito dopo la conferenza stampa ha percorso l’esterno tribune e si è incontrato con i supporter alabardati. Erano circa in 200 fra tifosi dei club e anche della curva Furlan ad accogliere il nuovo presidente, che con la sua simpatia e la parlata triestina ha subito conquistato tutti. Una ventata di entusiasmo, sperando che stavolta, dopo anni di patimenti e delusioni, sia davvero quella buona per veder risorgere la Triestina. A fare gli onori di casa ovviamente il presidente del Centro di coordinamento Sergio Marassi, che nel suo breve discorso ha espresso la speranza di tutto il popolo alabardato, ovvero che con Biasin possa iniziare veramente la risalita dell’Unione. Naturalmente sono seguiti tanti ringraziamenti, ed è stato sottolineata l’importanza che sia stato un triestino, seppur dall’altra parte del mondo, ad aver salvato la Triestina. Marassi ha offerto poi due omaggi dal profondo valore simbolico al nuovo presidente: innanzitutto la sciarpa alabardata che raffigura lo stadio pieno durante la partita Triestina-Juventus di dieci anni fa, con la speranza che il Rocco possa presto tornare a riempirsi proprio come in quell’occasione. E poi una cravatta storica dell’Unione, quella che hanno anche indossato De Falco e Ascagni, insomma gente che ha fatto la storia della Triestina. Un visibilmente emozionato Mario Biasin, accompagnato dal figlio Jason e da Mauro Milanese, è stato colpito dall’accoglienza dei tifosi, che poi hanno fatto salire alto anche il coro con l’inno dell’Unione. Alla gente Biasin ha detto soprattutto di avere fiducia. Un concetto che aveva ripetuto poco prima, in conferenza stampa, sempre in triestino, proprio pensando ai tifosi: «So quello che hanno passato negli ultimi anni. A loro dico di avere tanta fiducia. Io ho fiducia nella città e nella squadra, così loro devono avere fiducia e così vinceremo».

Ore 20.20 – (Il Piccolo) «Voi vi siete dimenticati di noi ma non noi di voi». Mario Biasin, nuovo proprietario della Triestina spinto dal cugino Mauro Milanese, rinsalda il legame tra Trieste e l’Australia. Anzi tra la Triestina e Melbourne. Il feeling di un presidente che parla in triestino e in inglese esplode nella sede dell’Unione allo stadio Rocco. C’è un progetto che non è ancora esplicito, c’è una squadra che deve ancora salvare un titolo sportivo (la serie D) per il quale sono già stati sborsati oltre 350 mila euro. Ma l’entusiasmo dei tifosi si sente. E per una realtà sportiva depressa da anni di disgrazie è già tanto. «Dieci anni fa – dice Mario Biasin – ho intrapreso l’avventura calcistica con il Melbourne Victory. Siamo diventati una delle realtà più importanti dell’Australia con 27 mila abbonati. Ci vuole fiducia e pazienza». E la sciarpa del Melbourne viene donata a Dario Locchi, rappresentante dei Giuliani nel mondo, che regala a Biasin i libri che testimoniano l’esodo dei triestini che hanno lasciato la loro città tra il 1954 e il 1960. Ma se la Triestina non dovesse mantenere la serie D? «Il business plan prevede anche questo ma la squadra deve fare tutto per mantenere la categoria» spiega Biasin. Ma per una pianificazione di medio-lungo termine serve una casa della Triestina o quantomeno dei campi dove far allenare la prima squadra e i giovani. «Con Mauro ci stiamo pensando e stiamo parlando con il Comune – dice il presidente -. Per far crescere il progetto è fondamentale avere buone relazioni con il territorio. Prima di tutto con i tifosi alabardati e poi con le istituzioni. E anche sul piano finanziario siamo aperti a partnership con imprenditori triestini». Intanto per questo finale di stagione Portizza e Officine Belletti saranno sulla casacca alabardata griffata con il marchio dato in comodato dai tifosi alla Triestina 1918. Una partnership sulla quale sta lavorando Milanese sul fronte delle altre realtà calcistiche della provincia. «Noi siamo aperti a tutti perché qui le altre società non si devono sentire ospiti ma amici. Solo così possiamo costruire la base per un futuro solido». Alla conferenza stampa erano presenti anche alcuni presidenti di società dilettantistiche. «Sono emozionato – dice Ezio Peruzzo presidente factotum del San Luigi – perché per la prima volta, dopo aver visto passare in questa sala tanti presidenti finalmente sento parlare di pazienza e dell’esigenza di avere una struttura. Non vedo l’ora che la Triestina torni tra i professionisti. Noi come San Luigi abbiamo una collaborazione stretta e consolidata con la Juventus ma siamo aperti a venire incontro alle esigenze dell’Unione». Intanto c’è da passare la nottata. Ovvero deve passare la partita di domenica contro il Venezia. È un appuntamento importante per la classifica (per conquistare i play-out con una buona griglia) ma soprattutto perché sugli spalti si percepirà l’entusiasmo dell’arrivo di Biasin. L’invito della società è di venire tutti allo stadio con qualcosa di rosso. Sarà un red-day, un Biasin-day ma soprattutto una rinascita dell’Unione con i ragazzini delle scuole calcio che sfileranno al Rocco prima della partita. Un’occasione per il popolo alabardato da non perdere. “Welcome mister Biasin”. Anzi “viva sior Mario”.

Ore 19.50 – (La Provincia Pavese) Come prevedibile il Tribunale Federale Nazionale presieduto dall’avvocato Sergio Artico ha inflitto, per essere venuto meno al vincolo di giustizia sportiva, 2 punti di penalizzazione da scontarsi in questa stagione e un’ammenda di 8mila euro al Pavia e inibito per otto mesi l’attuale vicepresidente del club azzurro, e all’epoca dei fatti legale rappresentante, Qiangming Wang e condannato a una sanzione di 6 mila euro. La vicenda è legata alla denuncia-querela presentata il 24 luglio alla Questura di Pavia e trasmessa poi alla Procura della Repubblica nei confronti dell’ex direttore generale Massimo Londrosi senza aver richiesto, né ottenuto l’autorizzazione al ricorso alla giurisdizione statale in deroga al vincolo di giustizia sportiva. E’ stato di fatto accolto il patteggiamento da parte dell’avvocato difensore del Pavia, Di Cintio. La penalizzazione prevista è in questi casi di 3 punti di penalizzazione e 12 mila euro di multa, mentre per Wang l’inibizione di un anno e 9 mila euro di multa. Ai fini pratici di una stagione conclusa con un risultato sportivo deludente questa penalizzazione fa scivolare al nono posto il Pavia a 46 punti, due in più del Sud Tirol (44). A questo punto si riapre il discorso dell’ammissione alla Tim Cup 2016-17 visto che il regolamento ammette le prime nove dei tre giorni di Lega Pro, più eventualmente la decima nel caso che una delle partecipanti di quel raggruppamento sia la vincitrice dei play off e conquisti la promozione in serie B. Almeno per un obiettivo, anche se non pesantissimo, la gara di domani a Salò avrà ancora una motivazione per la squadra azzurra. Poi si guarderà ufficialmente al futuro anche con l’arrivo atteso da Shangai del presidente Zhu.

Ore 19.20 – (Gazzetta di Reggio) Alessi ai campi. Coi play off sfumati (purtroppo) da tempo e la partecipazione alla prossima Tim Cup messa nel cassetto con la prestigiosa vittoria di sabato scorso ad Alessandria, per la Reggiana, sul campo, e per i suoi tifosi allo stadio sarebbe difficile trovare stimoli nell’affrontare un agguerrito Bassano, ancora in lotta per migliorare la posizione finale per accedere agli spareggi. Mai come in questo caso, dunque, cadrà a puntino la festa per l’addio al calcio giocato di Beppe Alessi, pronto a fare la sua apparizione nei minuti finali della partita di domani, calamitando così l’attenzione di tutti coloro che andranno a salutarlo al Città del Tricolore, nell’ultimo impegno stagionale che prenderà il via alle ore 15. Ieri Beppe era in via Agosti per allenarsi con la prima squadra, la sua Reggiana, con addosso quella casacca alla quale ha dedicato gli ultimi 8 anni di carriera con numeri da record e dalla quale, giustamente, verrà ripagato con questa passerella. Il fantasista attualmente allena il settore giovanile ma ieri, appena si è ripreso dall’influenza, ha dirottato l’auto verso quegli spogliatoi che conosce a memoria e si è messo a disposizione di Alberto Colombo, il tecnico che la passata stagione è andato vicino a regalare a lui ed a tutti gli sportivi reggiani il grande sogno della Serie B. Fu proprio il Bassano ad estromettere i granata dalla finale play off, questo Beppe lo ricorda bene così come sa di non poter dare il suo contributo per molti minuti, ma lo spirito e la voglia di allenarsi visti ieri erano quelli di sempre. Tra i primi ad arrivare al campo si è messo subito a palleggiare con l’amico Paolo Zanetti, ex collega di centrocampo ed ora vice allenatore, nell’attesa che tutti i compagni fossero pronti per iniziare la seduta, poi mister Colombo ha radunato in mezzo al campo tutto il gruppo per un briefing di “presentazione” del giocatore prima di un grande applauso collettivo. Naturalmente tutti conoscevano il fantasista torinese poiché con mezza squadra ha giocato assieme l’anno scorso e con altri – vedi Arma, Nolè o Mogos – ha combattuto battaglie memorabili da avversario. Durante la fase tecnico-tattica anche lui ha dovuto assimilare i concetti del trainer, in previsione di entrare durante la gara, ma tutto sommato il suo fiato è sembrato ancora buono, così come il tiro dalla distanza lungamente provato al termine della seduta in un’avvincente sfida tra tecnici granata: Alessi, Zanetti e Colombo. A seguire le sue ultime prodezze in via Agosti erano presenti tanti tifosi, molti non abitudinari, a testimonianza del loro grande attaccamento a questa bandiera del calcio e della Reggiana, a poche ore dall’appendere ufficialmente le scarpe al chiodo. Ieri si è materializzato anche il probabile undici titolare che conferma il 3-5-2 ma rivela alcune differenze rispetto alla gara vinta in Piemonte: difesa è confermata in blocco con Spanò, Sabotic e Panizzi; a centrocampo si rivede Bartolomei sulla sinistr con Maltese e Bruccini coi due laterali Mogos e Mignanelli; nel reparto avanzato Siega in coppia con Arma. Stamattina alle 11.30 ultima rifinitura.

Ore 18.50 – (Gazzetta di Mantova) Ieri mattina i biancorossi hanno continuato al Martelli la preparazione in vista del’importante gara casalinga di domani (ore 15) contro l’Albinoleffe. Hanno evitato la partitella finale – con annessa prova degli schemi – Lo Bue e Gonzi, entrambi leggermente affaticati. Raggio Garibaldi si è invece fermato per una lieve distorsione alla caviglia. Mister Prina conta di recuperare tutti e tre i biancorossi già oggi, per la rifinitura in programma alle 10.30, ma qualche dubbio c’è soprattutto su Gonzi, che è alle prese con questo fastidio muscolare da alcuni giorni. Molto difficile, poi, appare il recupero di Scrosta, che stamani dovrebbe provare a forzare dopo aver lavorato a parte per tutta la settimana a causa di una forte contusione al collo del piede, che si è gonfiato. Out restano poi gli infortunati Trainotti, Di Santantonio, Masiello e Ungaro. Prina proporrà anche contro l’Albinoleffe il modulo tattico 5-3-2 e farà partire dalla panchina Raggio Garibaldi e Caridi, entrambi diffidati e dunque a rischio squalifica per i playout. Questa la probabile formazione: Bonato; Lo Bue, Cristini, Carini, Scalise, Sereni; Gonzi (Longo), Perpetuini, Zammarini; Tripoli, Marchi. In panchina tornerà mister Prina dopo i due turni di squalifica.

Ore 18.30 – (Gazzetta di Mantova) «Pieno sostegno» al “progetto Di Loreto”, volto ad avvicinare al Mantova le realtà economiche locali anche più piccole attraverso un “azionariato diffuso”, ma al tempo stesso lavoro sul fronte della ricerca di nuovi soci. Il direttore generale del Mantova, Gianfranco Bernasconi, assicura che la proprietà si sta muovendo a 360 gradi per garantire un futuro al club di Viale Te e informa che a breve potrebbero esserci novità importanti. «Stiamo dialogando con due gruppi che sono interessati a entrare nel Mantova – spiega Bernasconi – e, nel giro di 10 o al massimo 15 giorni contiamo di definire la cosa, in un senso o nell’altro». I potenziali acquirenti restano per ora nell’anonimato («rispettiamo in tal senso la loro richiesta»), ma cominciano a delinearsi meglio i contorni della possibile operazione: «Stiamo impostando il discorso in modo che i nuovi soci versino subito una quota d’ingresso sui conti del Mantova, così da affrontare senza alcun patema le scadenze economiche previste per la fine di questa stagione. Con quale quota entrerebbero? Al riguardo non c’è ancora certezza, ma l’ipotesi più probabile è che si arrivi a una gestione paritetica, al 50% fra la Sdl e i nuovi soci». I gruppi avvicinatisi all’Acm, infatti, sarebbero ovviamente anche interessati a incidere nelle scelte tecniche: «Tutti i gruppi con cui ci siamo relazionati vogliono partecipare alla gestione, con loro uomini in società e fornendo pareri anche sulle figure dello staff tecnico, dal direttore sportivo all’allenatore. E mi sembra anche normale che sia così. Soltanto Bompieri, Tirelli e Giovanardi, visto il grande amore che hanno nei confronti del Mantova, hanno contribuito alla vita del club con notevole esborso di denaro senza rivendicare nulla nella gestione. Per questo andrebbero santificati e dovranno essere ringraziati per sempre». Oltre a questi dettagli, Bernasconi assicura che i potenziali acquirenti sono persone serie, «con le caratteristiche necessarie per condividere insieme un’avventura. Abbiamo visto che nel calcio gira gente incredibile che prova a interessarsi alle società (vedi articolo in alto, ndr), dunque siamo stati molto attenti nello scegliere gli interlocutori». Un giro d’orizzonte per trovare eventuali partner lo sta facendo anche patron Di Loreto, che però ha rilanciato con forza il suo progetto per un “Mantova di tutti”. Ipotizzando, dati di bilancio alla mano, un budget di 3 milioni (più fideiussione da 500mila euro), Di Loreto ha ribadito di esser pronto a contribuire personalmente con un milione. Al quale dovrebbero aggiungersi sponsorizzazioni della Sdl e dei soci mantovani, nonché fondi da raccogliere con «una sottoscrizione aperta a tutti, dai tifosi ai commercianti, ai professionisti e alle aziende». Chi fosse interessato può già inviare una mail (segreteria@mantovafootballclub.it) o un fax (0376356373) al Mantova Calcio con nome, recapito e ipotesi di cifra con cui contribuire. Nelle prossime settimane l’iniziativa sarà definita nei dettagli.

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Entro il 2020 voglio la serie A». Ieri si inaugurava al De Marchi il museo del Pordenone: 96 anni di storia tra magliette, cimeli e memorabilia. Ma la scena se l’è presa il presidente Mauro Lovisa, annunciando l’obiettivo per il centenario del club (il Pordenone è nato nel 1920). «Vorrei festeggiarlo con la massima serie» ha detto. Applauso, sala del De Marchi in ebollizione. «Non sono manie di grandezza – ha puntualizzato il patron – ma progetti concreti. Abbiamo quasi firmato un accordo con la Juventus, sono stati loro a scegliere noi. Siamo già pronti alla B, ma vogliamo di più. Una volta raggiunta la serie A lascerei ad altri il mio ruolo». E ancora: «L’anno scorso stavo per prendere la Triestina, ma sono rimasto qui. Ora voglio più gente allo stadio. L’impianto nuovo si farà e sarà un lascito per le prossime generazioni». Infine l’ennesimo annuncio: «Voglio Massimiliano Sessolo (miglior cannoniere del Pordenone, oggi al Cordenons ma in procinto di appendere le scarpe al chiodo ndr) nello staff del ramarro». Praticamente il modo ideale di inaugurare un mueso, promettendo materiale ancora più pregiato per arricchirlo. La mostra, allestita nel salone bar del centro De Marchi, è stata ammirata per la prima volta da circa 100 persone. Tifosi, membri dello staff ed ex giocatori del Pordenone. Presenti anche il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, il consigliere nazionale della Figc, Renzo Burelli, e l’assessore comunale Nicola Conficoni. Una trentina le maglie neroverdi esposte. La più prestigiosa risale alla stagione 1973-74, appartenente a Guerrino Bernardis, terzo giocatore più presente di sempre al Pordenone. Ma i pezzi da collezione, messi a disposizione da appassionati e supporter, sono tanti. Ci sono le casacche di Piva, Sessolo, Campaner, Giordani (presenti ieri al De Marchi). Presentato anche il libro “Museo neroverde”. «Ai tempi del ripescaggio – ha concluso Burelli – ho garantito personalmente per il Pordenone. Adesso dico ai miei colleghi: avete visto che avevo ragione? È il momento che i neroverdi completino l’opera». Intanto la storia ha il suo posto.

Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Sasà Bruno fra il Pordenone e il secondo posto, miglior piazzamento nella storia dei ramarri. Il bomber napoletano in forza al Giana Erminio, avversario domani dei neroverdi al Bottecchia (inizio alle 15) con il pallone infilato nel sacco del Feralpisalò (1-1) lo scorso turno ha raggiunto quota 150 gol realizzati in carriera. Nove in questa stagione (nonostante i tre mesi di assenza per infortunio) e non ha nessuna intenzione di fermarsi. DOPPIA CIFRA – Professionista dalla stagione 97/98 (tre presenze in Serie A con il Napoli), Bruno ha indossato le casacche di Ascoli, Bari, Catania, Brescia, Juve Stabia, Modena, Sassuolo, Cremonese e Spal collezionando quasi 500 presenze fra i professionisti. «Arrivare al traguardo dei centocinquanta centri – ha affermato – è una soddisfazione grandissima. I record però sono fatti per essere superati: adesso vado alla ricerca del prossimo. L’obiettivo più vicino è chiudere la stagione in doppia cifra. La salvezza già ottenuta – ha continuato il partenopeo – è un grosso risultato per il Giana. A Pordenone giocheremo sereni. Forse mister Albè vorrà dare spazio a qualche giovane, ma sicuramente non andremo lì con la testa già in vacanza. Vogliamo eguagliare il record di punti che la squadra ha ottenuto nella scorsa stagione». I DUBBI – Schierare la miglior formazione possibile o preservare i diffidati a rischio squalifica e quelli che non sono nelle miglori condizioni? Non è quesito da poco. Se non dovesse vincere, il Pordenone rischierebbe di perdere i vantaggi del secondo posto; d’altra parte, schierando la formazione migliore Tedino potrebbe veder sventolare il giallo sotto il naso di Mandorlini, Pederzoli, Pasa o Buratto, tutti quattro diffidati e quindi a rischio di dover saltare la prima gara dei playoff per squalifica. Il tecnico sarebbe intenzionato a mandare Tomei in porta, Boniotti, Marchi, Stefani e De Agostini in difesa, Castelletto, Buratto e Berardi a centrocampo, Strizzolo, Berrettoni e Beltrame in avanti. CUORE E TIFO – Del resto non potrà essere una gara di fine stagione, anche se l’obiettivo più importante (l’accesso all’appendice nibile) è già stato ottenuto. Lovisa non lo dice apertamente, ma vuole il record storico del secondo posto. Quello precedente risale alla stagione 59-60 quando i ramarri di Ninni Varglien chiusero il torneo di serie C terzi. Sarà comunque festa grande perchè per sostenere meglio la squadra sono stati convocati al Bottecchia tutti i tesserati del settore giovanile che, assieme alle associazioni del Progetto Cuore Neroverde, troveranno posto nella Gradinata nord (ingresso via San Vito) solitamente occupata esclusivamente dagli ospiti. L’iniziativa permetterà di colorare di neroverde tutti e tre i settori dello stadio, aumentando il «calore» del Bottecchia e liberando ai tifosi gli spazi riservati a ragazzi e tecnici del vivaio nella Gradinata sud. TUTTI AL BOTTECCHIA – «Spero – ha detto Mauro Lovisa che il 24 maggio a Fiuggi riceverà il premio asegnato dalla Italian Sport Awards quale miglior presidente di tutta la Lega Pro – che per questa ultima gara della stagione i tifosi e gli sportivi in genere rispondano al nostro richiamo per farci capire che apprezzano tutto quello che stiamo facendo. Non pretendo i 18mila di Benevento-Lecce – ha concluso – ma mi aspetto più dei mille che hanno assistito a Pordenone-Cuneo».

Ore 17.20 – (Messaggero Veneto) Tribuna verso il tutto esaurito. Il popolo neroverde risponde alla chiamata del Pordenone, che domani alle 15 si giocherà al Bottecchia lo storico traguardo del secondo posto in Lega Pro. Il match con la Giana Erminio avrà un pubblico d’eccezione anche grazie alle iniziative di contorno organizzate dal club neroverde. Sarà possibile accedere alla gradinata pagando un biglietto a prezzo agevolato (5 euro), mentre prima, durante e dopo il match saranno acquistabili delle magliette celebrative, raffiguranti un cuore neroverde, con cui anche i giocatori di Tedino scenderanno inizialmente in campo. Il ricavato della vendita sarà devoluto in beneficenza. Domani la biglietteria centrale di via stadio sarà aperta dalle 10.30, mentre oggi sarà possibile acquistare i tagliandi nelle consuete rivendite autorizzate.

Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Al termine dell’ultimo allenamento, rimangono molti i dubbi per il tecnico neroverde Bruno Tedino. Una certezza, in ogni caso, c’è già: a dispetto dell’importanza della posta in palio, domani al Bottecchia con la Giana Erminio, nella gara che deciderà la posizione della squadra cittadina nella griglia dei play-off di Lega Pro, si vedrà un Pordenone inedito, per non dire sperimentale. É il centrocampo al momento il reparto che subirà la principale rivoluzione. Le diffide di Pederzoli, Pasa e Mandorlini impongono all’allenatore una scelta dettata dalla prudenza, onde evitare il rischio di perderli nella prima gara degli spareggi-promozione. Soltanto Buratto, nonostante la diffida, dovrebbe essere regolarmente in campo. Chi al suo fianco nel terzetto mediano? É qui che si annidano le principali incognite della formazione da opporre alla Giana. In pole il giovane Castelletto e l’esordiente Ramadani. Molto difficile il recupero di Berardi. Assenze pesanti anche nelle retrovie, a causa delle sempre più probabili defezioni di Ingegneri e Martin. Al posto del primo dovrebbe vedersi Marchi, mentre sulla fascia sinistra è atteso il ritorno da titolare di De Agostini. Pure Boniotti non è al meglio, ma dovrebbe farcela. L’emergenza tocca anche il reparto avanzato. Out Filippini, Cattaneo e Martignago. Tedino potrebbe optare per un tridente composto da Berrettoni, Strizzolo e Beltrame. Particolarmente in luce il primo nel corso della partitella di ieri di fine allenamento, con gol e assist. Il Pordenone si aggrappa a lui per superare una Giana che arriverà al Bottecchia con l’insidiosa etichetta di squadra da trasferta: i lombardi, infatti, hanno conquistato ben 26 punti sui 42 totali lontano da casa. Una tendenza confermata anche di recente, visto che la formazione guidata dal “Ferguson di Gorgonzola”, come è simpaticamente chiamato il tecnico Cesare Albè per la sua ultraventennale militanza sulla panchina del club, proviene da tre successi esterni consecutivi con Padova, Pro Patria e Altoadige. Insomma, formazione da prendere per le pinze per un Pordenone incerottato.

Ore 16.40 – (Messaggero Veneto) Un pieno di orgoglio, alla vigilia di una partita che potrebbe ritagliare al Pordenone di Tedino un ruolo di primo piano nel quasi centenario libro neroverde. Il portavoce di tanto sentimento non poteva essere che lui, Mauro Lovisa, il presidente, il primo tifoso. Che ancora una volta ha lasciato tutti a bocca aperta. Non una platea qualunque, bensì giocatori, personaggi che hanno fatto la storia del Pordenone, e autorità, in primis il vicegovernatore Sergio Bolzonello e il consigliere della Figc nazionale, Renzo Burelli. Proclama. Si erano dati appuntamento al De Marchi per inaugurare il museo neroverde. La scena, però, se l’è presa il patron, con una dichiarazione ad effetto: «Vorrei che il Pordenone festeggiasse i suoi 100 anni in serie A». Alla data fatidica non manca così tanto: 2020. Anche per questo in sala è nato spontaneo un lungo applauso. Non sarà l’unico. Perchè il “one man show” di Lovisa è appena all’inizio. Il presidente dei ramarri, dopo il proclama, torna sulla questione nuovo stadio: «Per pensare in grande è necessario. Serve per le generazioni future. Si farà con soldi privati e io voglio passare alla storia come un presidente che ha tracciato un percorso anche per chi verrà dopo di lui». Accordo. Quindi il numero uno neroverde riprende alcuni temi caldi della settimana. In primis l’accordo di collaborazione quasi concluso con la Juventus: «Sono loro che ci hanno cercato. E per la Juventus sarebbe il primo accordo di questo genere con un club professionistico. Lo ritengo un riconoscimento per l’ottimo lavoro che abbiamo svolto in questi anni». Un lavoro che si sarebbe potuto interrompere se Lovisa avesse ceduto alla sirene triestine, che lo volevano nuovo proprietario del club alabardato: «Da un punto di vista economico penso che ci avrei guadagnato, ma sono rimasto a Pordenone per l’amore che nutro nei confronti di questa città e di questi colori». Missione. Un attaccamento che, però, lo stesso Lovisa non riscontra altrettanto forte nella potenziale tifoseria neroverde: «Le 1.500 persone che vengono al Bottecchia sono ancora pochine. Se ciascuno portasse un amico diventerebbero il doppio. Questa deve essere la missione di ogni tifoso». Tra un passaggio “federale” («Martedì approveremo la riforma delle seconde squadre di serie A») e un apprezzamento per chi gestisce la serie B, Andrea Abodi («Su Sky c’è più B che A»), l’attenzione si sposta su Bruno Tedino. «Mister regalaci un sogno» lo esorta Lovisa, che aggiunge: «Spero rimanga con noi«. E qui l’applauso diventa una quasi ovazione. Museo. L’entusiasmo si sposta nell’adiacente sala adibita a museo. Il pezzo più pregiato è la maglia del difensore Elio Bernardis risalente alla stagione 1973-’74. Una trentina le casacche raccolte grazie al contributo di due giovani collezionisti, Alberto Bertolotto e Mauro Gasparotto, e di diversi ex giocatori neroverdi. In mostra pure articoli di giornale, foto, oggetti vari. Cimeli di una storia che potrebbe essere agli albori della pagina più gloriosa.

Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Non solo Venezia, Tacopina a tutto campo dal calcio al basket e sul fronte stadio, ma rigorosamente a fari spenti. Bocca cucita ieri da parte del presidente che ha glissato senza fornire dettagli a proposito della sua tre giorni romana. «Sì sono stato al Coni e ho avuto tanti incontri» si è limitato a dire, senza confermare (né smentire) la presentazione nelle stanze del Comitato Olimpico di un progetto, o quantomeno di alcune documentazioni, relative al nuovo stadio di Tessera. Top secret anche i contenuti del faccia a faccia con Andrea Abodi (già conosciuto ai tempi del Bologna), presidente della Lega Serie B e fautore di Futura B, società nata per fornire alle società gli strumenti necessari per la realizzazione e l’ammodernamento di stadi e impianti sportivi. Tacopina, invece, ha confermato di essersi attivato (come già per il Palermo di Maurizio Zamparini) per cercare nuovi finanziatori per la Virtus Bologna neoretrocessa in A2 di basket. «Farò da intermediario per provare ad aiutare un club glorioso di una città cui sono legatissimo. La prossima settimana (entro martedì quando volerà a New York, ndr) mi incontrerò con i dirigenti virtussini per vedere i conti e provare a dare una mano. Una cosa però sia chiara: i miei soldi e il mio tempo sono tutti per il progetto del Venezia Fc». SQUADRA – Per la trasferta di domani a Trieste (ore 15) mister Favarin non potrà contare su Soligo e Busatto ma recupera Maccan, Cernuto e Marcolini. Tra i pali esordirà il terzo portiere Bortolin: al Rocco arbitrerà Carina Susana Vitulano di Livorno, già designata per l’andata che finì 6-1. La Curva Sud invita i tifosi a partecipare alla trasferta: partenza in treno 10.41 da Venezia e alle 10.53 da Mestre. Domani dalle ore 17 la festa per la promozione in Lega Pro al Parco Catene: alle 20 di rientro da Trieste la squadra si unirà ai festeggiamenti. Lunedì al Taliercio (ore 18) appuntamento per tecnici e dirigenti del club e delle società gemellate: relatore Luis Alemàn istruttore tecnico del Real Madrid Campus Experience.

Ore 15.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Ha vissuto con la squadra ogni momento. Allenamenti, ritiri, successi. Ma in campo finora non era mai sceso. Destino comune a quasi tutti i terzi portieri. Domani, per l’ultima di stagione regolare, Carlo Bortolin sarà negli undici titolari, a difendere i pali del Venezia. «Sono felice che la società mi abbia dato questa opportunità. Sapevo fin dall’inizio quale sarebbe stato il mio ruolo e sapevo che non avrei giocato. Anche perché – osserva Bortolin – Vicario ha fatto una grandissima stagione». Dopo aver dato spazio ad Andreatta, dunque, mister Favarin manderà in campo a Trieste anche il terzo portiere: «In questa stagione ho cercato di dare una mano, dando consigli ai più giovani, cercando di rendermi utile», spiega Bortolin (25 anni) arrivato dal Treviso. Domani il Venezia scenderà in campo rimaneggiato ma con qualche ritorno, vedi Fabiano e Carbonaro. Intanto sul fronte societario, dopo l’incontro di Joe Tacopina al Coni per la questione stadio, arriva anche un chiarimento importante sulla querelle del nome: ieri il Comitato regionale della Figc-Lnd ha precisato che «l’utilizzo della denominazione Venezia non è di pertinenza esclusiva di una società», rispondendo così alle contestazioni del Venezia 1907, che dalla fondazione del Venezia Fc chiede venga modificato il nome della società arancioneroverde. Tra l’altro, riferisce il Comitato regionale, la precisazione era stata inviata dalla Fgic ai diretti interessati lo scorso 2 settembre. E la società arancioneroverde ha rivelato che il 29 febbraio il tribunale di Venezia ha rigettato il ricorso dell’avvocato Scarpa Basteri, presidente di Asd Venezia, finalizzato a inibire al Venezia Fc l’uso del nome. Infine ieri mattina, a Ca’ Farsetti, è stato presentato l’accordo di collaborazione con la Pro Venezia, che potrà avvalersi delle strutture e degli standard formativi arancioneroverdi per il proprio settore giovanile.

Ore 15.30 – (La Nuova Venezia) Tre giorni di incontri nella capitale per il presidente Joe Tacopina, incontri d’affari relativi al nuovo stadio, ma anche appuntamenti sportivi, tra Coni e Federcalcio. Un uomo in movimento, un’agenda fitta durante il soggiorno italiano e un assaggio del storia del calcio italiano con la visita nella sala dei trofei della Federcalcio, davanti alle quattro coppe del mondo, in compagnia di Andrea Abodi, presidente della Lega di serie B, ma anche il promotore di Futura B, la società nata per fornire alle società affiliate gli strumenti necessari per la realizzazione e l’ammodernamento di stadi e impianti sportivi. Salto anche al Coni per un primo contatto in relazione al progetto del nuovo stadio, confermando il coinvolgimento nel pool di Accademia, società responsabile del progetto dello Juventus Stadium. Tacopina sta inoltre già programmando con Perinetti anche la squadra per la Lega Pro per la quale il budget dovrebbe oscillare tra i 6 e i 7 milioni di euro. Il presidente sarà oggi a Mestre, domani in tribuna a Trieste, poi alla festa a Marghera, rientrerà a New York mercoledì. Accordo. Ieri mattina, a Ca’ Farsetti, è stato presentato l’accordo quadriennale tra il Venezia Fc e la Pro Venezia, presieduta da Flavio Rossetto. L’accordo prevede la possibilità per la Pro Venezia di avere accesso a una serie di attività svolte presso le strutture arancioneroverdi, quali clinic ed eventi formativi, la possibilità di acquistare a condizioni agevolate il materiale tecnico Nike, la possibilità di utilizzare il logo appositamente creato per le società gemellate e l’opportunità per i ragazzi di partecipare gratis alle partite al Penzo accompagnati dai propri dirigenti. Tifosi. I tifosi arancioneroverdi raggiungeranno domani Trieste in treno, la Curva sud invita a seguire la squadra in massa anche perché sono attesi almeno 6000 sostenitori della Triestina al Nereo Rocco. Il treno partirà alle 10.41 dalla stazione di Venezia e alle 10.53 da quella di Mestre. Campo. Ancora turn-over per Giancarlo Favarin: in porta tocca a Bortolin, a centrocampo con Calzi rientra Acquadro, in attacco conferma di Chicchiarelli con il ritorno di Fabiano e Carbonaro, accanto a Serafini, in panchina si rivede Maccan, fuori uso Soligo e Busatto. Chi non andrà a Trieste si riunirà ai compagni per la festa a Marghera.

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Solo tre giornate al termine del campionato con l’obiettivo salvezza nel mirino del Vicenza. Meta più vicina dopo la vittoria ottenuta sabato scorso a Brescia. «Contro le Rondinelle abbiamo fatto un passo importante ma non ancora determinate – sottolinea mister Franco Lerda – in serie B non puoi dare niente per scontato, le insidie sono tante e sempre dietro l’angolo. Quando sono arrivato l’obiettivo che ci siamo prefissi è quello di raggiungere la salvezza, direttamente o attraverso i playout; quello che conta è che il prossimo anno il Vicenza giochi in serie B e da allora abbiamo lavorato tanto e fatto anche qualcosa di buono. Sfideremo un avversario che sta conducendo un ottimo campionato, partito magari a fari spenti ma con un organico importante perché hanno potuto, dopo il ripescaggio, fare il mercato da soli con valori a livello individuale di spessore. Sarà una partita difficile, è vero, ma siamo determinati e convinti di poter fare bene e magari ripetere l’ottima prestazione di Brescia». Proprio dalla gara in terra lombarda si possono trarre spunti positivi e ottimistici per il futuro. «La partita di Brescia ha confermato i progressi del gruppo: da quando sono arrivato, Spezia a parte, abbiamo sempre giocato bene e siamo riusciti a mettere sempre qualcosa di positivo il giorno della gara. Questo ci fa ben sperare, in serie B come ogni anno c’è tanto equilibrio e nessun risultato è scontato. Per questo ce la giocheremo, convinti delle nostre possibilità, convinti che dobbiamo pensare solo a noi stessi, dimostrando che sappiamo giocare bene a calcio». Lerda dovrà rinuciare a ben sette giocatori ma almeno Giacomelli, Raicevic e Galano sembrano stare meglio. «Giacomelli in particolare sta molto meglio e ha potuto lavorare con maggior continuità — spiega il tecnico — la percezione del dolore alla caviglia è diminuito. A Brescia ha fatto bene, è entrato subito nel vivo dando un contributo significativo nell’ultima mezz’ora. Purtroppo da quando sono qui non ho mai potuto averlo a disposizione nel modo in cui lo conoscevo, complice questo problema alla caviglia che non gli ha permesso di esprimere tutte le sue qualità». Ma Lerda, forte della sua esperienza, conta sempre sulla forza del gruppo nel suo complesso. «La cosa importante è che tutti stanno dando il massimo: chi sta bene cerca di dare di più per aiutare chi è in difficoltà, a conferma di un gruppo sano e compatto. Sono contento anche di Sbrissa, che ha saputo adattarsi molto bene alla nuova posizione in campo. Non aveva mai fatto l’esterno, ma si è sempre impegnato cercando di migliorare, tanto che i suoi progressi partita dopo partita sono evidenti. In questo modo possediamo un’alternativa in più che ci serviva in un ruolo dove, obiettivamente, mancano le alternative». Lerda sa bene che una vittoria vorrebbe dire salvezza quasi certa e il tecnico dei biancorossi vorrebbe festeggiare insieme ai tifosi biancorossi. «Sarebbe bello vincere e alla fine fare il tuffo sotto la nostra curva — sorride Lerda — la tifoseria biancorossa ci ha sempre sostenuti e sono convinto che sta apprezzando il lavoro e lo sforzo di questi ragazzi. Per questo i nostri tifosi meritano una bella gioia, noi daremo il massimo per regalargliela».

Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) Duecentosettanta minuti per sognare uno storico approdo ai playoff e giocarsi la promozione in A. La Virtus Entella vuole giocarsi il tutto per tutto, consapevole di aver fatto più dell’obiettivo stagionale. E Alfredo Aglietti chiede ai suoi almeno due vittorie in queste ultime tre gare, in modo tale da poter avere – quasi – la certezza di partecipare alla post season.Prima però c’è il Vicenza, a caccia di punti per la salvezza. Che gara sarà? Così il tecnico dei liguri: «È sempre bello giocare al Menti, noi dobbiamo essere pronti a fare una bella partita. Sappiamo che una vittoria potrebbe garantirci più di un piede nei playoff, però non voglio fare calcoli. Affrontiamo una squadra che non mi aspettavo in quella posizione di classifica, hanno avuto delle difficoltà inaspettate con Marino, però con Lerda si sono ripresi. La squadra è di qualità, la piazza è importante, il tifo li spinge ad andare sempre oltre. Fra l’altro stanno facendo bene nell’ultimo periodo e manca loro davvero poco per la salvezza».E la Virtus Entella? Ha fatto calcoli per arrivare ai playoff? «Assolutamente no – spiega Aglietti – sarebbero inutili e non voglio che i ragazzi li facciano: l’unica cosa che serve per vincere è una grande prestazione. Credo che se riuscissimo a fare sei punti avremmo la certezza di essere ai playoff, quindi è normale che vogliamo farli a partire dalla gara col Vicenza. Cosa cambierà in formazione rispetto alla gara pareggiata 0-0 col Pescara? «Sostanzialmente non cambieremo tantissimo. Probabilmente rientrerà Sestu dal primo minuto e poi ho qualche dubbio in difesa. Infatti non ha svolto l’allenamento di rifinitura Iacoponi che aveva qualche linea di febbre. Non dovrebbe essere un problema serio per lui, però».Sestu, che tra l’altro è un ex biancorosso, rientra dalla squalifica e si contende con Masucci il posto da trequartista, mentre Cutolo sconta la seconda delle tre giornate di squalifica.

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Protagonista nel momento decisivo. Dopo una stagione caratterizzata da diversi infortuni muscolari, Alessio Vita ha finalmente trovato la migliore condizione e continuità di rendimento, diventando uno dei “titolarissimi” che hanno consentito al Vicenza di Franco Lerda di risalire la china e avvicinarsi alla salvezza. Il tecnico biancorosso, quindi, oggi punterà ancora sulle accelerazioni dell’esterno romano per cercare di mettere in difficoltà la retroguardia dell’Entella, squadra-rivelazione in lotta per i playoff.Vita, il suo momento migliore sta coincidendo con quello dell’intera squadra.Era ora! Questo è stato un campionato difficile per tutti noi, e io stesso purtroppo ho dovuto superare diversi acciacchi fisici che mi hanno condizionato per parecchi mesi. Meno male che adesso il peggio è alle spalle, abbiamo conquistato alcune vittorie importanti come quella di sabato scorso a Brescia, e adesso ci rendiamo conto di essere davvero vicini al traguardo.Purtroppo, invece, non sta benissimo il suo grande amico Giacomelli…Quella caviglia lo fa dannare, ma ormai è un giocatore esperto, sa che fa parte del mestiere affrontare anche queste difficoltà; comunque sta migliorando, e anche giocando meno si è sempre dimostrato importantissimo per noi. Come lui mi ha supportato quando non stavo bene, anch’io adesso gli sono vicino, sicuro che tornerà presto il vero Giacomelli che tutti conosciamo.Quanto conta questa partita con l’Entella?Tantissimo, perché possono essere tre punti di fatto decisivi: credo che, in caso di vittoria, per la salvezza sarebbe più o meno fatta. Però non sarà semplice conquistare questo successo, dato che i nostri avversari si sono dimostrati una squadra forte per l’intero campionato e saranno motivatissimi all’inseguimento dei playoff.Di questi tempi, lo scorso anno, era il Vicenza a sognare la serie A…Infatti posso davvero dire, in questo anno e mezzo in biancorosso, di aver provato ogni tipo di esperienza. Arrivavo dalla Lega Pro, e mi sono ritrovato catapultato in una formazione che stava ai vertici della serie B, pronta per il grande salto. Purtroppo il sogno è svanito, e quest’anno abbiamo dovuto lottare e faticare in ogni partita, sapendo che in ballo c’era la salvezza: credo che affrontare insieme queste difficoltà sia stato fondamentale per la crescita di tutti noi, la considero una tappa importantissima nel mio percorso di formazione come calciatore.Lei è di proprietà del Sassuolo, a fine giugno scadrà il suo prestito al Vicenza. Spera di potersi mettere alla prova in serie A?Ci penserò solo quando sarà finito questo campionato, che per ora è l’unica cosa che conta. Detto questo, la serie A è il sogno di ogni calciatore, mi pare evidente, però è giusto arrivarci quando si è pronti per stare su certi palcoscenici. A me piacerebbe molto avere la possibilità di provarci; se poi il Sassuolo riterrà che devo ancora maturare in serie B, allora non avrei dubbi: a Vicenza io mi trovo benissimo, in questa categoria sarebbe di certo in cima alla mia lista di preferenze.

Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Nicolò Brighenti, quando oggi alle 15 scenderà in campo al Menti, indosserà due fasce al braccio. Una sarà quella di capitano del Vicenza, pronto a guidare i suoi compagni in una partita che, battendo l’Entella, potrebbe regalare al Lane la certezza (matematica o meno, diverrebbe quasi un dettaglio trascurabile) di rimanere in serie B. L’altra fascia sarà nera, a lutto, per rendere omaggio a un altro grandissimo capitano: quel Giancarlo Salvi che proprio alla vigilia di questa partita ha raggiunto gli eroi biancorossi di sempre nel paradiso del calcio.EMOZIONI AL MENTI. E allora ci piace pensare che non sia solo una coincidenza il fatto che proprio oggi tanti giovanissimi potrebbero essere allo stadio, favoriti dalla promozione dei biglietti a un euro destinata agli “Under 14” e “Under 10”. I papà infatti potranno raccontare loro di quel giocatore che con il numero 8 fu protagonista dell’epopea del Real Vicenza. E a Salvi il Menti intero tributerà un lungo e sentito applauso, alla fine del minuto di raccoglimento. Poi ci saranno da vivere le emozioni di una partita che conta davvero molto. Ecco perché alla fine sarebbe bello poter festeggiare tutti insieme un successo importantissimo, da dedicare al grande Giancarlo.FORMAZIONE COLLAUDATA. Il tecnico biancorosso per questa partita si affiderà alla sua formazione collaudata: Benussi in porta; difesa composta da Sampirisi, Adejo, Brighenti e D’Elia; Moretti e Signori in mediana; Vita, Galano e Sbrissa sulla trequarti, alle spalle del centravanti Raicevic. L’auspicio è che questi undici sappiano ripetere oggi al Menti la splendida prestazione offerta la settimana scorsa sotto gli occhi dei soli bresciani al Rigamonti, mentre i tifosi biancorossi erano costretti a trepidare da casa, penalizzati (assurdamente) per le colpe di altri. Sarebbe un bel risarcimento.STAFFETTA PRONTA. In panchina sarà pronto a subentrare Stefano Giacomelli, la cui caviglia destra sta sensibilmente meglio. Il n. 10 potrebbe a sorpresa essere addirittura in campo dal 1′, altrimenti quasi certamente rileverà nella ripresa Sbrissa per una staffetta che ha dimostrato di poter garantire un’importante accelerazione sulla sinistra nell’ultima parte di gara. E chissà che, se le cose si mettessero in un certo modo, non sia possibile rivedere per qualche minuto anche Nicola Pozzi, finalmente pronto a riassaggiare il campo.PRESENTI E ASSENTI. In panchina ci sarà anche il mediano Francesco Urso, ristabilito dall’influenza intestinale; con lui anche Modic, che spera di poter tornare utile dopo l’ultima partita giocata esattamente un girone fa, a Chiavari il 19 dicembre. Out invece due attaccanti di razza: Giulio Ebagua, infortunato, dovrebbe ricominciare ad allenarsi coi compagni la prossima settimana, mentre l’Entella sconterà l’assenza di Aniello Cutolo, fermo per il secondo dei tre turni di squalifica rimediati contro il Latina.

Ore 14.00 – (Gazzettino) Potremmo definirlo “Chiaretti 2.0”, la seconda avventura in Italia del giocatore brasiliano, la riscoperta di un grande talento che il Belpaese si era lasciato scappare forse troppo in fretta. «Avevo una grande voglia di tornare nel calcio che conta. Dopo la promozione con il Taranto e il suo fallimento mi hanno preso a Pescara, nell’anno della promozione in serie A, ma a causa di un’incredibile serie di infortuni non ho mai giocato. Me ne sono quindi tornato in Brasile per curarmi al meglio, e ho atteso la chiamata giusta». Quella del Cittadella, che non era l’unica. «Avevo altre proposte, stavo per approdare in una squadra brasiliana di serie B. Il mio desiderio era però di tornare a giocare in Italia, è arrivato Marchetti e mi ha subito convinto. Lui mi conosceva già, mi ha fatto sentire importante nel suo progetto. Entrambi cercavamo il rilancio». E ne è uscita l’annata più bella. «A Taranto vincevamo sempre, ma durante la stagione abbiamo vissuto tanti momenti difficili. A Cittadella invece si è creato un gruppo magnifico, c’è grande sintonia e ci siamo anche divertiti durante la stagione». Il suo futuro lo immagina ancora granata? «Ne dobbiamo parlare, la mia volontà è di rimanere a Cittadella e dare continuità al lavoro intrapreso. È stato fatto qualcosa di importante, è giusto portarlo avanti insieme, spero resti gran parte di questo gruppo: con i giusti accorgimenti nella rosa, possiamo dire la nostra in B». È stato l’anno delle belle favole, quello delle “prime volte” nel mondo del calcio: Crotone in serie A, Benevento in B, in Inghilterra una piccola realtà come il Leicester vince la Premier. E il Cittadella come lo vede? «È una realtà con solide base, con le idee chiare, l’ha dimostrato riprendendosi alla grande dopo una retrocessione. Il calcio è bello perché non c’è niente di scontato, se continuiamo con umiltà possiamo dire la nostra in serie B». Tra i tanti calciatori che in Lega Pro hanno fatto bene, lei è la vera sorpresa del Cittadella, interpretando un ruolo delicato e quantomai importante nell’economia del gioco di Venturato. «Sono contento per i tanti attestati di stima nei miei confronti. Ho atteso a lungo un’annata come questa, ho messo le mie qualità a disposizione della squadra. Nessuno fa niente da solo, Litteri per esempio non ha mai realizzato 14 gol, è bravo lui ma il merito è anche dei compagni che l’hanno messo nelle condizioni di fare la differenza». Chiaretti si sente ormai “italiano” a tutti gli effetti. «Sono arrivato a 21 anni, la mia vita calcistica l’ho trascorsa in Italia. Anche a tavola cerco sempre la cucina mediterranea, pure quando torno in Brasile». Se non avesse fatto il calciatore, cosa sarebbe diventato? «Sono uno sportivo, sarei rimasto nel settore. In futuro mi piacerebbe fare l’agente dei calciatori o lavorare nello staff tecnico». Magari fare lo scopritore di talenti? «Perché no? In Brasile ci sono tantissimi bravi ragazzi che restano nell’ombra o che si perdono per le strade perché non sono seguiti da nessuno». Lei ha un grande rapporto con la fede: cosa rappresenta Dio nella sua vita? «Per me è tutto. Lui mi mette alla prova, ogni giorno, ma tutto quello che conquisto lo devo a Dio. Nei momenti difficili è stato la mia vera forza».

Ore 13.40 – (Gazzettino) Anche se nel clima festaiolo del momento, il Cittadella domani è chiamato all’ultimo sforzo della stagione regolare, prima della settimana della Supercoppa di Lega Pro, trofeo che la squadra di Venturato cercherà di non farsi sfuggire. Questa mattina l’allenamento di rifinitura, quindi le convocazioni per la trasferta di Bolzano: domani alle 15 i granata affronteranno il Sud Tirol. Le gare di Supercoppa sono considerate un’appendice del campionato, non ci sarà quindi l’azzeramento dei cartellini gialli. Il Cittadella ha quattro giocatori in diffida: Litteri, Schenetti, Benedetti e Donazzan. È probabile che Venturato li preservi nell’ultimo turno per evitare di perderli nelle finali.

Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Stessa domanda, risposta opposta. Aveste provato a chiedere a Daniel Cappelletti, non più tardi di tre o quattro mesi fa, dove immaginava il suo futuro, la replica, ad essere sintetici, si sarebbe limitata ad un «altrove», o a qualcosa del genere. Oggi, invece, il 24enne difensore comasco afferma: «Il mio contratto scade a giugno, ma la società ha la possibilità di esercitare un’opzione per altre due stagioni e sarei ben contento se lo facesse. Vorrei restare al Cittadella». Sino a poco tempo fa, però, non la pensava così, memore anche delle 42 presenze in 44 giornate collezionate l’anno prima in Serie B, quando era stato l’elemento in assoluto più utilizzato da Foscarini. «Sinceramente, all’inizio del campionato non mi sarei mai aspettato di faticare a trovar posto. Non nascondo che nel corso del girone d’andata mi era difficile digerire questa situazione e che ho pensato di andar via. Il calcio per me non è solo un lavoro, ma una passione: sentivo che avrei potuto dare di più e soffrivo molto». Poi cos’è cambiato? «Ho iniziato a giocare più spesso e ho capito che comunque avrei potuto dare una mano a questo gruppo. E, ad un certo punto, è scattata la molla». Quando? «Ogni tanto mi capita di sfogliare le foto di questa stagione e c’è un’immagine che mi tocca: è la foto dei compagni che mi abbracciano dopo il gol segnato alla Pro Piacenza a febbraio. È stata una rete importante, perché ci ha consentito d’imporci per 2-1 e proseguire la striscia-record che ci ha permesso di dominare il girone. Ma, al di là del peso del gol, è stato proprio lo sguardo dei ragazzi che mi venivano incontro a farmi scattare qualcosa dentro». Quindi, in soldoni, il suo bilancio è positivo. «Quest’anno è servito a farmi crescere sul piano personale, mi ha arricchito e reso più maturo. E poi nessuno può sapere se avrò altre occasioni per vincere qualcosa in carriera, trionfi come questo vanno tenuti stretti. Ecco perché ora tengo tantissimo alla SuperCoppa». Peccato solo per quel calendario infelice che vi costringerà a giocare due partite in quattro giorni, fra mercoledì 18 e domenica 22. «La formula non ci aiuta, ma alla fine credo che inciderà poco. Oggi ho la massima fiducia nella forza del nostro gruppo, tuttavia guai a sentirci favoriti contro Spal e Benevento, sarebbe il modo più diretto per perdere». Intanto, meglio pensare al Sudtirol, la sua ex squadra, che affronterete domani con la rosa al completo (solo Bobb ieri si è allenato a parte, ndr). «Ci ho trascorso due stagioni, fra il 2012 e il 2014, conquistando una semifinale e una finale playoff. Non sono mai tornato a Bolzano da avversario e penso che mi emozionerò quando entrerò al Druso. Mi spiace solo che la partita conti poco e che il clima al Sudtirol sia abbastanza mesto, dato che dopo la vittoria colta all’andata al Tombolato la squadra è entrata in una spirale negativa. Però lì ho ancora molti amici. E un paio di giocatori, Bassoli e Tagliani, li ho pure invitati al mio matrimonio, il 23 giugno prossimo a Cantù».

Ore 12.50 – (Gazzettino) Resta il fatto che Petkovic è legato al Padova con un altro anno di contratto. «Certo, ed è evidente che quando c’è di mezzo un infortunio, è difficile poter pensare di andare da qualche altra parte. Quando ti fai male, pensi solo a guarire». Non è da escludere però che nel corso del prossimo mercato se qualche club di categoria superiore dovesse bussare alla porta del Padova, l’ipotesi di una cessione potrebbe essere vagliata. Il tutto con una plusvalenza da non sottovalutare, visto che Petkovic è stato ingaggiato in occasione della rifondazione biancoscudata in serie D. Senza dimenticare che il club ha prolungato qualche mese fa il contratto di Favaro, e potrebbe puntare su quest’ultimo nella passata stagione. «Questo non lo so, vediamo cosa succederà. Ripeto, l’importante adesso è che Lazar guarisca bene e poi faremo tutti i discorsi del caso».

Ore 12.40 – (Gazzettino) Oltre alla società biancoscudata, chi è molto vicino a Petkovic in questo momento è il suo procuratore Silvano Martina, ex grande portiere di Genoa, Torino e Lazio. «Lazar ha avuto una ricaduta, un problema muscolare non grave, anche se sono passati ormai due mesi ed è un peccato. Naturalmente non è contento perché stava disputando un grande campionato e si è fatto male. La sua stagione è terminata, deve solo pensare a guarire. Il desiderio di qualsiasi giocatore in questi casi è tornare al più presto. Comunque è un bel portiere, nella partita d’andata con l’Alessandria ero allo stadio è mi ha impressionato veramente, tanto che a fine gara gli ho fatto i complimenti. È un portiere di serie A». A proposito, fino a qualche settimana fa sul suo conto circolavano proprio voci di un interessamento di club della massima serie, tra le quali anche Genoa e Sampdoria. «C’erano squadre interessate, ma questo non vuole dire che uno lo compri. Diciamo che si era creato un certo interesse, anche se con quest’infortunio si è fermato tutto».

Ore 12.30 – (Gazzettino) Se per il Padova la stagione si chiude ufficialmente domani con l’Alessandria, per Lazar Petkovic è terminata già da un pezzo. Chi frequenta abitualmente i campi alla Guizza avrà notato che da qualche settimana non c’è traccia del portiere serbo, impegnato in un ciclo di cure per risolvere il problema muscolare alla gamba destra che quest’anno l’ha costretto a più riprese ai box. Di sicuro, la sua, non è stata una stagione molto fortunata. Il primo pit stop forzato è arrivato dopo tre partite nel girone d’andata, con Favaro impiegato al suo posto per quattro partite consecutive (Feralpi Salò, Sudtirol, Cittadella, Renate), poi il ritorno tra i pali nella sfida con il Mantova e una presenza ininterrotta fino alla sfida di ritorno con il Feralpi, che è stata peraltro il suo ultimo gettone di presenza in porta. Da quel momento un lungo calvario ancora in corso tra propositi di rientro e ricadute. Già, perché se un suo nuovo ritorno sembrava cosa fatta alla vigilia della trasferta con il Mantova, ecco invece il nuovo stop. Da allora una sola panchina con il Cuneo, nel mezzo di due amichevoli tra i pali con Piovese e Atletico Conselve, salvo alla fine sventolare definitivamente bandiera bianca.

Ore 12.20 – (Gazzettino) Si vedrà in campo il migliore Padova possibile domani all’Euganeo nell’ultima partita di campionato con l’Alessandria, peraltro inutile ai fini della classifica. Anche ieri nell’allenamento incentrato sui movimenti tattici, Pillon ha tenuto sulla corda i biancoscudati, segno eloquente che si vuole comunque chiudere la stagione nel migliore dei modi davanti ai propri tifosi. Quanto all’undici di partenza, l’unica novità nel 4-4-2 potrebbe essere l’inserimento di Petrilli al posto di Finocchio, mentre sono confermati tutti gli altri interpreti. Dopo qualche giorno a parte Sbraga si è allenato regolarmente con i compagni prendendo il suo posto in difesa, nella quale rientreranno dopo la squalifica Fabiano e Favalli. Per non lasciare nulla al caso, sono state provate come di consueto le situazioni su palla inattiva. Questa mattina la squadra si ritroverà alla Guizza per effettuare l’ultima rifinitura stagionale. PAVIA. È stato penalizzato di due punti in classifica (violazione della clausola compromissoria) e scende così a quota 46.

Ore 12.10 – (Gazzettino) Finito il campionato, scatta il momento delle premiazioni da parte dei tifosi. Domani, al termine della partita all’Euganeo con l’Alessandria, che sarà trasmessa in diretta televisiva su Raisport, il club Fossa dei Leoni consegnerà una targa al capocannoniere del Padova che, salvo clamorosi ribaltoni, sarà Cristian Altinier, ora a quota 14 (quattro gol all’attivo in più rispetto a Neto Pereira). Un’analoga iniziativa avrà epilogo nei prossimi giorni a opera del club Aicb Padova nel Cuore che ha indetto da tempo un concorso per votare sul web il giocatore biancoscudato più amato.
Sempre domani l’abbraccio finale a squadra, tecnici, dirigenti e società non si limiterà ai novanta minuti di gioco, ma proseguirà nella zona adiacente la biglietteria sud dello stadio dove, a partire dalle 11, avrà luogo la festa di fine stagione voluta dai ragazzi della tribuna Fattori, con musica e stand gastronomico. Alle 18.15 il momento clou della kermesse, con il saluto sul palco dei giocatori biancoscudati, presentati dalla vocalist padovana Lady Hellen.

Ore 11.45 – Sul campionato: “Il Cittadella ha vinto meritatamente, era costruita per vincere e ci è riuscita. Le squadre ai playoff? Se sono lì vuol dire che se lo sono meritato”. Termina la conferenza stampa.

Ore 11.42 – Su Bucolo: “Ha un problema al ginocchio, non ci sarà”.

Ore 11.40 – Sul futuro: “La mia ultima partita? Non ho ancora parlato con la società, e lo sapete. Che rimanga o no le fondamenta della casa le abbiamo poste, ora va rifinita e le rifiniture sono importanti. Giuro che non abbiamo ancora parlato, io ascolterò attentamente cosa mi diranno il presidente ed i soci ed in base a quello deciderò e decideremo insieme il da farsi”.

Ore 11.37 – Sulle scelte: “Metterò in campo la miglior formazione possibile”.

Ore 11.35 – Arriva Pillon. Sull’Alessandria: “L’obiettivo è quello di tenere il quinto posto, sarebbe un peccato non mantenerlo dopo quanto fatto in questi mesi. Non dobbiamo scordarci dov’eravamo! Abbiamo fatto un ottimo campionato, l’obiettivo era di arrivare in una posizione tranquilla ed invece siamo arrivati ancora più in alto anche se rimane l’amarezza per non essere riusciti a raggiungere i playoff. Noi domani daremo tutto perché vogliamo finire bene, serve un ultimo sacrificio”.

Ore 11.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 11.10 – Qui Guizza: ultimi schemi.

Ore 10.50 – Qui Guizza: prove tecniche di 4-4-2, Petrilli provato nuovamente come esterno al posto di Finocchio.

Ore 10.30 – Qui Guizza: assente Bucolo.

Ore 10.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per la rifinitura.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) E a chi sostiene che il suo calo sia arrivato proprio dopo il rinnovo, cosa risponde? «Che lascio parlare il campo, le parole non servono a nulla. Potrei anche replicare, ma se domenica non rispondessi con una buona prestazione, saremmo di nuovo daccapo». Come possiamo giudicare, invece, la stagione del Padova? «Visto quanto è stato equilibrato questo campionato, e visto anche com’eravamo messi a metà stagione, abbiamo fatto grandi cose. Dispiace di non aver raggiunto i playoff, perché alla fine eravamo quasi lì e l’Alessandria ci ha anche dato più di una mano, ma noi non siamo stati in grado di sfruttarla. E questo è forse l’unico rammarico che ci portiamo dentro in questo finale di stagione». Il suo auspicio per il futuro? «La società spera di tornare in B il prima possibile, ho letto che anche il presidente Bergamin l’ha detto pubblicamente, ed è lo stesso pensiero che ho io».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Dal campo avevo avuto l’impressione di essere molto più vicino alla porta, invece rivedendolo ho capito che andando incontro alla palla e con l’avversario che si buttava in scivolata non era un tiro così semplice. Ma questo non fa differenza, se l’avessi angolata un po’ di più, magari il portiere non ci sarebbe arrivato…». Avesse segnato, sarebbe tornato protagonista assoluto: quanto le fa male ripensare a quell’episodio? «Basta poco, nel calcio, per passare da un estremo all’altro, e anche in questa stagione l’ho provato sulla mia pelle. Sarebbe stato bellissimo segnare, vincere la partita e tornare in corsa per i playoff, ma il calcio è così: speriamo di finire bene l’anno, sia io che la squadra, con una prestazione che lasci un bel ricordo fino al prossimo agosto». Domani si chiude la stagione: come mai da parecchio tempo non si ammira più il vero Petrilli? «Non è facile giocare una partita sì, tre no, poi dieci minuti e la volta dopo un quarto d’ora: a quel punto è difficile trovare il ritmo nelle gambe. Ma sono ugualmente soddisfatto, mi tengo ciò che di buono ho fatto sino a gennaio, e la gratifica che la società mi ha dato rinnovandomi il contratto: significa che un segno comunque l’ho lasciato, e spero che non sia l’ultimo».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È l’ultima vigilia della stagione, il che significa anche ultima rifinitura di un campionato lungo ed emozionante. Il Padova domani (ore 15) saluterà l’Euganeo con la sfida all’Alessandria, e da venerdì prossimo sarà in vacanza. Ma la gara con i piemontesi, anche se ormai ininfluente per la classifica, sarà comunque importante per diversi giocatori, in procinto di salutare la piazza o smaniosi di strappare la conferma per la prossima stagione. E poi c’è Nicola Petrilli, che il contratto l’ha già rinnovato a febbraio e quindi sa già che vestirà la maglia biancoscudata anche nel torneo 2016/17. Da allora, però, ha perso il posto da titolare: domani, contro i grigi di Gregucci, potrebbe finalmente tornare in campo dal primo minuto, e cercare di far dimenticare quel destro sbilenco sfoderato a Bassano che, se fosse entrato in porta, avrebbe regalato al Padova un nuovo sogno. «L’ho rivisto tante volte», scuote la testa l’attaccante torinese.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Situazione non semplice, considerato che il compenso percepito (60mila euro annui fino al 30 giugno 2017) esclude in partenza diverse soluzioni tra i dilettanti e restringe il campo solo alle squadre di vertice. Ieri, intanto, sono arrivate novità su Mario Petrone che, oltre che a Fabrizio De Poli, piace anche al Pavia. L’ex allenatore del Bassano ha un vincolo con l’Ascoli fino al 30 giugno 2017 e non ha trovato l’accordo per la risoluzione con il club marchigiano. Insomma, De Poli ha individuato in Petrone l’uomo giusto per il Padova nel caso in cui dovesse rimanere in sella anche nella prossima stagione. Resiste anche Giuseppe Pillon, il cui lavoro è stato apprezzato da tutte le componenti della società di viale Nereo Rocco e il cui contratto è in scadenza il 30 giugno, senza che per il momento sia stato deciso se rinnovarlo o meno. Intanto domani c’è l’Alessandria, ultima di regular season e (forse) passerella per qualche giovane sulla rampa di lancio: ci sarà spazio almeno stavolta per Turea e Bottalico? Chiusura di sipario anche per il Cittadella, che è atteso dalla trasferta a Bolzano contro il SudTirol.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) «Non abbiamo ancora deciso nulla. Vorrei soltanto sottolineare che ognuno di noi sta lavorando per il Padova e tutte le cose che stiamo facendo e le decisioni che prenderemo hanno lo spirito costruttivo di chi vuole il meglio per questa società». Il presidente Giuseppe Bergamin non si sbilancia e morde il freno, di fronte alle indiscrezioni che lo vedrebbero orientato a valutare il cambio della guardia sulla poltrona di direttore sportivo, andando così incontro alle richieste del suo socio storico e ad biancoscudato Roberto Bonetto, che da tempo spinge per l’avvicendamento. Ci vorranno alcuni giorni per capire se davvero Fabrizio De Poli verrà sostituito a due anni dal suo sbarco a Padova e con un contratto ancora in essere per un’ulteriore stagione. Oppure se ci sarà un dietrofront e si riuscirà a far convivere due anime della società (Bonetto e De Poli) mai così lontane nonostante tutte le mediazioni operate. È chiaro che non si potrà procrastinare troppo a lungo il confronto finale, anche perché il vantaggio temporale sulle squadre impegnate nei playoff e nei playout verrebbe altrimenti dilapidato. Da non trascurare neppure il fatto che sotto contratto c’è anche Carmine Parlato, sondato in questi giorni da diversi club di serie D fra cui il Mestre che punta a un campionato di vertice, mentre l’allenatore campano vorrebbe rimanere in Lega Pro.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 73, Pordenone 62, Bassano 61, Alessandria 60, Padova e Reggiana 51, Cremonese e FeralpiSalò 50, Pavia 48, SudTirol 44, Giana Erminio 42, Lumezzane 41, Renate 40, Pro Piacenza 38, Cuneo 34, Mantova 33, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentatreesima giornata: AlbinoLeffe-Lumezzane 1-2 (aut. Mantovani (Al) al 20′ st, Belotti (Lu) al 26′ st, Calamai (Lu) al 37′ st), Alessandria-Reggiana 0-1 (Arma (Re) al 25′ st), Bassano-Padova 2-1 (Candido (Ba) al 8′ st, Sparacello (Pd) al 38′ st, Piscitella (Ba) al 48′ st), Cittadella-Cremonese 3-3 (Litteri (Ci) al 7′ pt e al 17′ pt, Scarsella (Cr) al 20′ pt, Schenetti (Ci) al 9′ st, Sansovini (Cr) al 21′ st, Maiorino (Cr) al 23′ st), Cuneo-Renate 0-0, Giana Erminio-FeralpiSalò 1-1 (Ranellucci (Fs) al 17′ pt, Bruno (Ge) al 22′ pt), Pavia-Pordenone 0-1 (Martignago (Pn) al 39′ pt), Pro Patria-Mantova 0-3 (Tripoli (Mn) al 15′ pt, Zammarini (Mn) al 35′ pt, Marchi (Mn) al 28′ st), Pro Piacenza-SudTirol 2-0 (Carrus (Pp) al 35′ pt, Speziale (Pp) al 36′ st).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 6 maggio: allenamento pomeridiano, presente Sbraga e out Bucolo.




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