Live 24! Padova, prima domenica senza campionato per i Biancoscudati

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Ore 22.40 – Playoff di Lega Pro, fischio finale: Foggia-Alessandria 2-0. I rossoneri affronteranno il Lecce nella semifinale tutta pugliese.

Ore 22.00 – (Il Piccolo) Nelle ultime due partite casalinghe della Triestina lo si è visto sugli spalti del Rocco, ma anche in una recente trasferta Pippo Vianello era a vedere (e a tifare) la sua ex squadra. Capitano dell’Unione nell’anno dell’Eccellenza e poi nel primo in serie D, Vianello quest’anno ha svolto il ruolo di osservatore per il Venezia, per cui conosce bene il campionato. Inoltre, forte dell’esperienza di quello sciagurato play-off con la Pro Dronero, può dare qualche consiglio agli attuali alabardati. Vianello, che impressione ha della Triestina dopo averla vista nelle ultime settimane? «Prima vedevo solo i risultati, ultimamente invece l’ho vista tre volte. Credo sia una squadra che abbia un equilibrio migliore dopo gli ultimi rinforzi e dopo la soluzione delle vicende societarie. Purtroppo la situazione resta preoccupante e c’è una salvezza da giocarsi, ma essere riusciti ad acciuffare l’ultimo autobus per la salvezza è certamente importante». Al Rocco ha rivisto finalmente il tifo alabardato: che effetto le ha fatto? «Anche se mi aspettavo un po’ di gente in più, devo dire che è stata una domenica da brividi per la grande accoglienza al nuovo presidente. È chiaro che la mia speranza e il mio augurio è che a Trieste avvenga quanto è successo a Venezia con Tacopina». Che partita sarà quella di domenica prossima? «La Triestina ha bisogno di non perderla e magari vincerla, ma nel calcio non c’è mai niente di scontato. Su come può andare una partita del genere me l’ha insegnato anche l’esperienza di Trieste, nonostante la spinta incredibile della tifoseria: perché alla fine sono i giocatori che vanno in campo, un tifoso non ha mai fatto gol». Che consiglio può dare agli alabardati? «Spero che non facciano l’errore che avevamo fatto noi nel play-off con la Pro Dronero, quando abbiamo sentito troppo la partita. Se ne stiano tranquilli e se la giochino». La lezione che le è rimasta di quella sfida con la Pro Dronero? «È stata una partita particolare: dovemmo prendere tre gol per svegliarci, poi la tensione andò via, non avevamo più niente da perdere e stavamo per fare il miracolo. Ma la spina va attaccata dal primo minuto. E sia chiaro che nessuno aveva sottovalutato quella partita, anzi fu forse un eccesso di poca autostima a condannarci, chissà, il calcio è strano». Una ferita ancora aperta? «Sì. Nonostante l’approdo a quella finale sia stato determinante per il seguente ripescaggio, per me fu comunque la mia più grande delusione. Avevo 37 anni, pensavo di smettere vincendo, poi invece ho prolungato l’agonia andando incontro a un’altra annata piena di problemi. Non sarò contento finchè non rivedrò la Triestina fra i professionisti». E la Liventina come la giudica? «Se è lì ha dei problemi anche lei. L’ho visto solo una volta all’andata, è una squadra che ha un grande giocatore davanti, fra l’altro mio omonimo. Poi però ha avuto vari problemi durante l’anno, anche tre infortuni importanti tra i quali l’ex alabardato Cardin».

Ore 21.30 – Playoff di Lega Pro, fine primo tempo: Foggia-Alessandria 0-0.

Ore 21.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Un dopo gara di festa nonostante la sconfitta quello dei biancorossi, che negli spogliatoi hanno gioito per il raggiungimento matematico della permanenza in serie B. Franco Lerda arriva in sala stampa dopo aver assaporato il sapore di un’impresa non certo facile. «Quando sono arrivato il Vicenza era penultimo e salvarsi sembrava quasi impossibile ma io ero convinto di farcela. La svolta? La vittoria ottenuta ad Ascoli, da lì la squadra è cresciuta in convinzione e in condizione centrando una serie di risultati importanti giocando bene a calcio. Ora possiamo festeggiare perché l’obiettivo è stato centrato; l’abbiamo raggiunto con una giornata di anticipo e questo testimonia la bontà del nostro cammino, due mesi fa in pochi ci avrebbero creduto». Ottenuta la salvezza tutto l’ambiente si chiede se Lerda resterà sulla panchina del Vicenza. «Come sapete con la società abbiamo sottoscritto un accordo fino a giugno senza opzioni né rinnovi automatici in caso di salvezza – spiega il tecnico – e adesso che la barca è stata portata in porto si può pensare al futuro. Nei prossimi giorni mi siederò ad un tavolo con la società e con il ds Tesoro con cui parleremo di programmi e si potrà costruire per la prossima stagione. Da parte mia c’è tutta l’intenzione di restare, perché a Vicenza c’è tutto per lavorare al meglio: un pubblico competente e caloroso, una piazza tranquilla che non crea pressioni. Credo che non ci saranno difficoltà a trovare un’intesa per continuare il lavoro impostato; come detto nei prossimi giorni ci troveremo e decideremo».

Ore 20.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Si salvi chi può. Anzi no, il grazie (indiretto ma sentito) va a Valjent, centrocampista della Ternana, che in pieno recupero segna il gol del pareggio a Lanciano blindando una serie di sentenze. E ne regala una a quel punto insperata: la salvezza matematica del Vicenza con una giornata di anticipo, nonostante lo scivolone al Francioni di Latina. Impensabile, al momento dell’esonero di Pasquale Marino, con la squadra che pareva prigioniera di un’involuzione pesante e destinata a un crollo verticale in Lega Pro. Niente di tutto questo. Il Vicenza è salvo, una sentenza definitiva che fa esultare la tifoseria e una città intera, perché adesso il futuro fa meno paura. Un gol della Ternana al 95’ regala la certezza della B anche nella prossima stagione, ci sarà tempo e modo di programmare adeguatamente il prossimo torneo cadetto. Dopo la (relativa) paura e il ko per 2-1 al Francioni contro il Latina, arriva la notizia che fa sorridere Franco Lerda, evitando così preoccupazioni inutili all’ultima giornata, quando al Menti arriverà un Perugia già salvo e senza più obiettivi stagionali. Insomma, un finale di campionato in serenità, dove non servirà neppure il minimo sindacale per mettere in cassaforte il pass per la permanenza in B, un pomeriggio che potrà essere solo di festa. In ogni caso posta in palio altissima al Francioni, per una sfida salvezza da brividi e dopo tanti patemi. Lerda schiera il 4-2-3-1, davanti c’è Ebagua e non Raicevic (e lo si sapeva), Pozzi è il bomber di scorta, Giacomelli alza bandiera bianca, Galano galleggia fra centrocampo e attacco e Vita conferma il suo buon momento di forma. In difesa, infine, Lerda sceglie Ligi per coprire meglio la fascia sinistra, dove è necessario tappare gli spifferi. Alla fine la spunta il Latina per 2-1, nonostante sei minuti di recupero e tanta buona volontà del Vicenza per tentare di recuperare un gap che tuttavia rimane tale fino al fischio finale. Vantaggio pontino al 24’: cross di Scaglia, Sampirisi goffamente colpisce da pochi passi la traversa della propria porta, sulla ribattuta Paponi non sbaglia. L’1-0 non appaga il Latina, che all’8’ della ripresa raddoppia su calcio di rigore concesso per fallo del confuso Adejo su Bandinelli. Sul dischetto va Ruben Olivera, che con estrema freddezza trasforma spiazzando Benussi. Il Vicenza non si arrende e segna al 12’ con Signori riaprendo il match. Ujkani respinge male su Vita, sulla ribattuta l’ex Modena è perfetto a mettere dentro. Al 21’ traversa di Boakye, finale palpitante con l’espulsione di Adejo per gioco violento su Schiattarella e doppio giallo. Nei minuti finali il Vicenza ci prova con Ebagua su punizione in pieno recupero, l’ultimo tentativo è di Brighenti, che trova sulla sua strada un Ujkani attento nella presa. La partita si chiude con Lerda che pensa di dover lottare fino all’ultimo e invece, quando già il sipario si è chiuso, ecco la notizia che scaccia le ultime preoccupazioni. Tesoro più Lerda è la ricetta vincente: per il Vicenza sarà ancora serie B.

Ore 20.40 – (Giornale di Vicenza) Il pubblico del Francioni non ha accolto con simpatia Federico Moretti, fino a gennaio giocatore del Latina, spesso beccato dai fischi. Il regista biancorosso, però, può ugualmente sorridere per la salvezza matematica finalmente raggiunta: «Ci tenevo a fare bella figura in una partita per noi molto importante – commenta -. Siamo venuti qui consapevoli che sarebbe stata una guerra: le abbiamo prese e le abbiamo date, il Latina alla fine ha vinto, ma grazie agli altri risultati è stata festa anche per noi». Per la prossima stagione Moretti non nasconde la sua speranza di rimanere in biancorosso: «Il legame con Vicenza, per me, è qualcosa che va oltre il calcio – sottolinea -. Tutti sanno che resterei più che volentieri, ma l’ultima parola spetta alla società».Dopo tanti anni, potrebbe invece partire per un’altra esperienza il giovane Giovanni Sbrissa: «In ogni caso lascio qui il mio cuore, e poi non si sa mai, magari potrei anche restare – dice il centrocampista di proprietà del Sassuolo -. Ci tenevo tantissimo alla salvezza e a lasciare un buon ricordo. Adesso festeggiamo tutti insieme questo risultato che dedico ai tifosi, che ci hanno sempre seguiti in trasferta anche nei momenti più duri, poi vedremo». Anche a Latina il ragazzo di Castelfranco si è impegnato per sostituire l’infortunato Giacomelli: «Ringrazio Lerda per la fiducia: mi ha aiutato a crescere, imparando un ruolo nuovo».

Ore 20.30 – (Giornale di Vicenza) Il suo gol non ha portato alcun punto al Vicenza. Il centrocampista Francesco Signori, però, ha potuto ugualmente festeggiare negli spogliatoi di Latina assieme ai suoi compagni per la conquista di un risultato ben più importante: la salvezza matematica della squadra biancorossa. «Su quel tiro di Vita ci ho creduto, la palla è entrata anche con un po’ di fortuna, e lì eravamo convinti di poter riaprire la partita – racconta il mediano lombardo – Alla fine non siamo riusciti a raddrizzare il nostro risultato, ma grazie a quelli giunti dagli altri campi possiamo ugualmente tornare a casa con una salvezza più che meritata, considerando la grande rimonta compiuta dopo la sconfitta con il Cagliari».Anche sul campo del Francioni, appesantito dalla pioggia, Signori non si è risparmiato, mettendoci tutto il suo consueto furore agonistico: «Perdere non mi piace mai, e poi mi dava un po’ fastidio l’atteggiamento del Latina, che ha perso parecchio tempo – osserva – Loro sono comunque una buona squadra, hanno avuto la meglio in questa partita, ma noi adesso possiamo goderci la salvezza, mentre per loro è ancora tutta da conquistare e sono attesi da un’ultima giornata particolarmente difficile».Ora che la salvezza è stata acquisita, si può anche cominciare a pensare al futuro. Signori ha un altro anno di contratto con il Vicenza, e sembrano esserci le premesse perché possa far parte del nuovo progetto tecnico: «Intanto era fondamentale conquistare la salvezza in serie B, e ci siamo riusciti di fatto con due giornate di anticipo – sottolinea con motivato orgoglio il centrocampista – Io avrei un altro anno di contratto, a Vicenza mi sono trovato benissimo, come del resto era già capitato sei anni fa, quindi spero proprio che in estate si confermino le condizioni perché io possa rimanere qui».

Ore 20.20 – (Giornale di Vicenza) Il carattere è qualcosa che non si può cambiare. E così il perfezionista ed esigente Franco Lerda, anche se la sua squadra ha appena visto certificata la matematica salvezza, coronando una rimonta in classifica davvero impressionante nei numeri, quando si presenta davanti ai microfoni nella sala stampa del Francioni non riesce a nascondere un pizzico di amarezza per la sconfitta, sia pure ininfluente, maturata in quest’ultima trasferta a Latina. «Peccato aver perso questa partita, perché anche stavolta la prestazione della squadra c’è stata, soprattutto nella ripresa – osserva – Il Latina ha avuto il “braccino”, ha cominciato a perdere tempo e campo, mentre noi abbiamo provato a trovare il gol giocando il pallone. L’espulsione di Adejo, a mio avviso dubbia, ci ha reso il compito ancora più difficile, eppure non abbiamo mai mollato, ci abbiamo provato e creduto fino alla fine».L’occasione più ghiotta l’ha avuta nel finale il neoentrato Nicola Pozzi.Era quasi un rigore in movimento, Ebagua gli ha servito una gran palla al termine di una bella azione corale, purtroppo non ha segnato. Pazienza. Sarebbe stato bello chiudere con un nuovo risultato positivo in trasferta ed incrementare ulteriormente i punti in classifica, ma considerando il risultato più importante, ovvero quello della matematica salvezza che finalmente è arrivata, possiamo comunque tornare da Latina soddisfatti.Questi due mesi di rimonta biancorossa sono stati davvero impressionanti: basta guardare i numeri.Da quando sono arrivato io è stata una stagione straordinaria, non ci sono altri aggettivi. Avevamo 31 punti in classifica, dietro a noi c’era solo il Como, la salvezza sembrava a molti una missione proibitiva invece di fatto siamo riusciti ad ottenerla con due giornate d’anticipo: fare meglio di così, credo non fosse proprio possibile. Come ho già detto spesso, voglio sottolineare che il merito va dato ai miei ragazzi: mi hanno seguito all’unisono fin dal primo allenamento, mettendoci valori tecnici e umani importanti, rendendo così possibile questa bellissima cavalcata di fine stagione.Dopo aver salvato il Vicenza, adesso i tifosi si aspettano di ritrovarla in panchina per guidare la squadra anche nella prossima stagione. Possiamo già dire che sarà così?Mi fa piacere che la gente di Vicenza mi stimi e si sia affezionata, però prima di dire qualunque cosa è giusto che io mi incontri con la società. Credo che potremo vederci già questa settimana, o magari la prossima: valuteranno i dirigenti il momento opportuno. A quel punto vedremo quali saranno gli argomenti, le condizioni, ma credo proprio che ci siano i presupposti per poter continuare la mia esperienza in biancorosso.

Ore 20.10 – (Giornale di Vicenza) È pronto a ruggire il Leone di San Marco, simbolo ed emblema delle genti venetopontine che qui bonificarono terre malsane per la nuova Italia teorizzata dal mascellone di Predappio qualche decennio fa. È lì (in una giornata che sia pur con una sconfitta sancisce la salvezza matematica del Vicenza), sferzato da vento e acqua, fra gli altri vessilli della tifoseria che ama chiamarsi Littoria, in una tetra e piovosa giornata di metà maggio. Ed è una pura casualità ricordarsi in questo momento, con una classifica che geme e urla, con 6 punti ancora a disposizione, che lo sponsor dei nerazzurri di casa abbia sede in via Epitaffio: per quella contro il Vicenza che il tecnico dei nerazzurri di casa Gautieri chiama, con grande sforzo di fantasia, la partita della vita, nulla è ovviamente dato per perduto, nulla in settimana è stato lasciato al caso. Persino il Francioni – opera tra le tante che impreziosirono una città nata perfetta nel 1932 grazie a visione, idee, righello e compasso dell’architetto Oriolo Frezzotti (poi, si sa, arrivò la diccì e pure l’urbanistica andò a farsi fottere) – si veste per l’occasione. Anzi, si spoglia: Latina-Vicenza è la prima senza barriere fra campo e pubblico.Lerda deve rinunciare proprio all’ultimo a Salvatore D’Elia perciò al suo posto si rivede Ligi sulla linea della difesa a quattro. Adejo e Brighenti invertono le posizioni e questo non gioverà nè all’uno nè all’altro (per Brighe, almeno per un tempo secco). Al 4-2-3-1 disegnato da Lerda, il collega Gautieri oppone il collaudato 4-3-3 che prevede il rientro del capitano Olivera nel cuore del campo. Piove a scrosci, l’erba del Francioni tiene molto bene, battaglia doveva essere e battaglia è. Galano ha un buono spunto dopo 2′ ma il suo sinistro si spegne di poco sopra la traversa; Ligi va in affanno sul pallone maldestro di Signori e rimedia un giallo subito dopo (10′); ne nasce una punizione dalla quale scaturisce una rete di Dumitru annullata per doppio fuorigioco. Ebagua si fa vivo ispirando di testa un’ azione che veloce si sviluppa sulla destra con Vita e Sbrissa, palla in area per l’accorrente Signori che bene s’inserisce ma malissimo conclude (14′).Gara vibrante. E al 24′ il Latina passa a condurre: Brighenti viene saltato, via libera a Scaglia, gli si fa sotto Ligi che non lo contrasta, dal fondo propone al centro, Sampirisi cerca l’anticipo di testa su Dumitru ma centra la traversa; palla fra gli scarpini di Paponi che da due passi non può fallire la correzione aerea. Esplode il Francioni, 1-0. La gara si fa ancora più aspra, maschia e nervosa. Ne sanno qualcosa Sbrissa e Vita (giallo, e al pari di Ligi era diffidato) mentre Moretti – beccatissimo e temuto ex – lavora palloni su palloni, recupera, contrasta. Al 2′ di recupero Galano gira di testa un bel traversone di Sbrissa ma la palla si spegne contro i tabelloni pubblicitari. Troppo poco Vicenza.Ripresa, ed è quasi subito 2-0. Adejo si fa buggerare e stende in area Bandinelli in modo quasi imbarazzante. Giallo e rigore che Olivera trasforma con precisione. Siamo al 7′ e per il Lane pare non esserci molto da fare. Pare. Perchè di fronte al leone anche le pecorelle si danno da fare, tant’è che al 10’45” Vita sgancia un missile da fuori sul quale vola Ujkani, palla respinta ma in mezzo all’area, Signori brucia Brosco e Dellafiore e regala una speranza al Vicenza: 1-2.I biancorossi premono convinti; al 13′ si registra un traversone teso da destra di Vita, Galano bene appostato apre il piatto ma la conclusione è fuori di due spanne. Diluvia mentre piovono notizie confortanti da altri campi. Flette il Vicenza, ci crede di più il Latina che al 20′ sfiora la terza rete con Boakye che incorna un bel passaggio di Scaglia e colpisce la traversa. Alla mezz’ora entra Pozzi per Sbrissa, al 32′ Ebagua si produce nell’unica cosa bella della gara (sinistro fuori di poco). Sul fronte opposto lo imita 2′ dopo Bandinelli ma è al 37′ che la gara ha un doppio sussulto: Pozzi si divora il gol del pareggio a tu per tu con Ujkani e sulla ripartenza Adejo becca il secondo giallo. I 6′ di recupero sembrano interminabili e al triplice fischio di un più che modesto Abbattista gli animi si accendono. Ci pensa Pelizzoli a portare la lieta novella ai compagni in mezzo al campo. La Ternana ha pareggiato al 95′, il Vicenza è comunque salvo! Sulla terra dei bonificatori continua a piovere, con suprema indifferenza.

Ore 19.55 – Playoff di Lega Pro, fischio finale: Pordenone-Casertana 1-0, decide Pederzoli su rigore a cinque minuti dalla fine. Ora i neroverdi affronteranno in semifinale il Pisa.

Ore 19.20 – (La Provincia Pavese) Giornate importanti per il futuro del Pavia con l’arrivo del vicepresidente David Wang per l’inaugurazione di Casa Pavia. In stretto contatto con il patron Zhu si lavora per il futuro. Già decisa la sede del ritiro che sarà Storo in Trentino in Val di Chiese dal 13 al 27 luglio. In questa località soggiornerà anche l’Hellas Verona dopo una prima parte di preparazione a Racines. Durante le due settimane di preparazione gli azzurri dovrebbero disputare tre amichevoli con formazioni presenti nella zona, Napoli e Roma e anche il Trapani. La società azzurra sta intanto pensando ad allestire la rosa del futuro. Tra i ritorni dai prestiti sembrano due i nomi che dovrebbero rimanere in via Alzaia. Uno è il laterale sinistro Marco Martin, da gennaio in prestito al Pordenone con cui sta disputando gli spareggi promozione di Lega Pro. Un altro elemento che gli azzurri la scorsa estate avevano dato in prestito al Pordenone, poi passato al Trapani in B, è Caio De Cenco pronto a rientrare fra gli attaccanti della prossima stagione. L’italo-brasiliano era stato portato a Pavia dal Cesena dall’attuale dirigente della Prima squadra Aldo Preite che quindi ne è un estimatore. In attacco non mancano le richieste per il duo che ha entusiasmato negli ultimi due campionati i tifosi azzurri, Cesarini e Ferretti. Richieste per entrambi sono già arrivate al Pavia. Il «mago» Cesarini potrebbe salire in serie B valutando le richieste tra l’Entella, che lo voleva già a gennaio, e la neo promossa Spal. Per ora solo voci, invece, l’ipotesi Parma. Sede che in Lega Pro potrebbe essere allettante anche per Andrea Ferretti. Ma dopo 32 reti nelle ultime due stagioni ha la possibilità a 30 anni di salire in B: ritorno di fiamma per l’Avellino, a cui era stato negato nel mercato invernale per volontà del presidente Zhu, ma anche Perugia e Trapani hanno bussato alla porta del Pavia per la punta emiliana. Chiamate dal Venezia, invece, sia per il portiere Davide Facchin, che ha ancora un anno di contratto, e il difensore Alessandro Malomo. Nella lista dei papabili azzurri c’è Giovanni Pinto, terzino sinistro del Monopoli, a cui si sono interessati anche club di serie B. Il 25enne, però, sarebbe vicino al Pavia. Lo stesso discorso varrebbe per l’esterno Simone Sales e per il centrocampista d’impostazione Francesco Dettori, entrambi alla Carrarese. Sicuramente qualche giovane della Primavera del Napoli arriverà a Pavia per gli ottimi rapporti tra Aldo Preite e il direttore sportivo dei partenopei Cristiano Giuntoli. Tra questi dopo l’esperienza a Rimini in Lega Pro, 19 presenze e un gol, potrebbe arrivare in azzurro il 19enne ala destra Alfredo Bifulco.

Ore 18.50 – Playoff di Lega Pro, fine primo tempo: Pordenone-Casertana 0-0.

Ore 18.20 – (Gazzetta di Reggio) «Zero presenze, zero interviste, zero rapporto con certe persone, posso solo ripartire da zero. Ringrazio i miei compagni di squadra perché avevamo creato un bel gruppo che difficilmente si ripeterà sia a livello umano che a livello qualitativo». Il portiere Andrea Rossini ha espresso così, sulla sua pagina Facebook, la delusione per come è andata la stagione, dove è stato chiuso dal compagno di squadra Simone Perilli. «Me ne vado da Reggio Emilia avendo dato tutto in ogni allenamento e a testa alta, cose che alcune persone non possono fare. Nel calcio la ruota gira, e chi si è comportato male alla lunga la pagherà. Auguro alla Reggiana le migliori cose per il futuro e spero che sia un arrivederci». Il post ha raccolto molti “mi piace” e alcuni commenti di sostegno. La Reggiana in questi giorni ha parlato con i giocatori, in scadenza di contratto e non, per discutere del futuro. Ma come ripetuto in questi giorni ci sono alcune incognite che impediscono di prendere decisioni definitive. La prima, e più importante, è legata all’eventuale ingresso in società di Mike Piazza. Solo una volta che sarà sciolto questo nodo il futuro ds Andrea Grammatica, che assumerà l’incarico dal primo luglio, avrà le coordinate necessarie per potersi muovere concretamente. Ai giocatori è stato comunque detto che la situazione si chiarirà il prima possibile. Un auspicio condiviso anche dai tifosi che attendono con impazienza di sapere come si metteranno le cose per la prossima stagione. Giovedì sera la squadra e i dirigenti si sono salutati nel corso di una cena a Salvaterra organizzata dal presidente Stefano Compagni e dal socio Gianfranco Medici.

Ore 18.05 – Playoff di Lega Pro, fischio finale: Pisa-Maceratese 3-1. Iniziata Pordenone-Casertana.

Ore 18.00 – (Gazzetta di Mantova) Un mini torneo di calcio a cinque al Centrale Dante Micheli ha concluso la settimana di allenamenti dei biancorossi, suddivisi da mister Prina in quattro squadre. I Blu con De Bernardin, Sereni, Perpetuini, Marchi, Falou e Todeschi; i Rossi con Pane, Caridi, Longo, Carini, Beretta, Maroni. I Gialli con Bonato, Lo Bue, Tripoli, Cristini, Zammarini e Bottoli. Gli Azzurri con Albertoni, Raggio Garibaldi, Scalise, Gonzi, Maggio e Pettinardi. I Rossi hanno battuto i Blu e gli Azzurri ma hanno perso con i Gialli; nella seconda serie nuovo successo contro i Blu, vittoria contro i Gialli e gli Azzurri. I Blu hanno anche battuto due volte i Gialli e perso due gare con gli Azzurri. I Gialli hanno vinto una delle due partite con gli Azzurri. Il mini torneo è stato quindi vinto dalla squadra dei Rossi davanti agli Azzurri, poi i Gialli e i Blu a pari merito. «Un modo efficace per chiudere la settimana – dice mister Prina, che nel pomeriggio ha seguito a Roncoferraro la Berretti -: «Qui ero venuto nel 2005-2006, quando allenavo la Biellese Villaggio Lamarmora negli spareggi per la serie D, vincemmo entrambe le sfide contro la Serenissima». Il morale della squadra rimane molto alto, come testimonia Samuele Sereni: «Ripensando a 4 anni fa, quando superammo i playout contro Lecco e Nuova Vibonese, siamo più convinti delle nostre qualità e sappiamo che rispetto al 2-0 della gara di ritorno la sfida contro il Cuneo sarà più difficile». Oggi è in programma una giornata di riposo, la squadra torna ad allenarsi domani pomeriggio.

Ore 17.40 – (Gazzetta di Mantova) Dopo cinque mesi di contatti prima negati, poi ipotizzati e infine ammessi la trattativa fra l’imprenditore della plastica Claudio Dondi, i suoi rappresentati e i proprietari del pacchetto di maggioranza dell’Acm è naufragata mentre i soci mantovani assistono, da non troppo lontano, con palese fastidio per il silenzio che ormai domina i loro rapporti con i soci bresciani. Si è schiantata, a parole, contro il muro dell’assenza totale di fiducia per i requisiti che gli aspiranti soci dovevano portare in viale Te. Ce n’è voluto del tempo, se è vero che le prime telefonate risalgono al mese di dicembre e se è vero che anche la verifica della situazione finanziaria ha fatto parte del menù delle riunioni, ultima delle quali proprio sabato 7 maggio negli uffici della Sdl a Rezzato, come riconosciuto senza patemi da alcuni dei partecipanti alla riunione. LA SVOLTA. Ieri avrebbe dovuto essere il giorno del “rendez-vous” definitivo, come annunciato dagli aspiranti acquirenti e riconosciuto dallo stesso Bernasconi, ma l’intemerata di Sandro Musso verso Dondi, i suoi collaboratori e in generale chiunque “cerchi pubblicità alle spalle del Mantova” ha posto un macigno davanti ad ogni discussione. E ieri, il numero 1 di viale Te ha ribadito il suo discorso: «Non cambio di una virgola la mia idea, il Mantova non finirà in mani men che sicure. La possibilità di un colloquio non la neghiamo, ora però non è il caso di andare avandti su questo discorso. Chiuso, tanti auguri di buon weekend a tutti». Il dg Gianfranco Bernasconi conferma la linea del presidente, spedendo tutto di corsa a carte 48. LA REAZIONE. Gentleman per aspetto e spirito, Claudio Dondi fa poco più di una mezza piega di fronte al diktat di Musso e riconosce che i contatti vanno avanti da cinque mesi. «Non dico altro, mi limito ad aspettare. Sottolineo comunque che Piervittorio Belfanti non fa parte del mio gruppo (il nome del “re dei ristoranti” sarebbe sgradito ai soci dell’Acm, ndr). Mi è stato detto che la sola trattativa concreta aperta riguarda il signor Meazza. Se dopo il 20 maggio ci sarà ancora spazio per sedersi al tavolo e parlarne tanto meglio, altrimenti il 10 giugno sarà l’ultimo giorno di attesa». IL PIANO DI DONDI. L’imprenditore, presente ieri a Roncoferraro per seguire la Berretti, espone per sommi capi il suo piano: «Posto che il settore giovanile è il fondamento del nostro progetto su scala triennale, sono venuto a vedere la Berretti e seguirò anche gli Allievi e i Giovanissimi. Da semplice sportivo, se non potrà essere diversamente. Prima però di alzare bandiera bianca vediamo se per il 10 giugno nessuno si farà vivo, sarà un buon segnale di salute per il Mantova. Da mantovano glielo auguro». GLI SBOCCHI. L’ipotesi più probabile è che la componente bresciana, con o senza i soci fondatori, prosegua il suo cammino appianando lo sbilancio dell’attuale gestione (di cui nessuno parla ma che c’è, ineluttabile) e magari risolvendo qualcuno dei molteplici problemi legati all’onerosità di alcuni contratti stipulati con figure tecniche non più in organico quali Maspero, Bozzini e Javorcic, per fare tre nomi, o alcuni giocatori tuttora a libro paga anche accasati altrove, come Momentè che ha il contratto in scadenza 2018 oppure Anastasi e Puccio, in scadenza 2017. Il progetto di Giovanni Meazza di realizzare «proposte appetibili ad investitori a me noti» potrebbe non avere una tempistica breve, e manterrebbe impellente la necessità della maggioranza di gestire la parte finale della stagione, con onori (si spera) e oneri (tangibili e indifferibili). E I SOCI MANTOVANI? Bompieri, Tirelli e Giovanardi ricordano tanto le tre deliziose scimmiette del “non vedo, non sento, non parlo” e soprattutto non pago (più). La mancanza di un ulteriore esborso da parte dei soci virgiliani appesantirebbe e non poco l’impegno dell’attuale maggioranza.

Ore 17.20 – Playoff di Lega Pro, fischio finale: Lecce-Bassano 3-0, vicentini eliminati.

Ore 17.00 – (Gazzettino) Il Cittadella chiude la prima settimana post-campionato con l’amichevole di Rosà, squadra che milita in Promozione. Un test utile per saggiare lo stato di forma in vista dell’ormai imminente Supercoppa, con la squadra granata che entrerà in scena nel secondo turno, mercoledì prossimo. Un successo di misura per i ragazzi di Venturato, con un gol per tempo: apre le marcature dopo una manciata di minuti Sgrigna, che finalizza il cross di Litteri. chiude i conti la rete di testa di Coralli quasi allo scadere della seconda frazione, su assist di Chiaretti. In mezzo tante occasioni da gol sprecate, come ha sottolineato l’allenatore a fine partita, che si è comunque detto soddisfatto di quanto visto sul rettangolo di gioco: «Si trattava di un’amichevole, ma ho tratto buone indicazioni. Il test mi serviva per vedere in campo tutto quello che è stato provato in questi giorni durante gli allenamenti, in proiezione delle due partite della prossima settimana. Abbiamo giocato abbastanza bene, direi, l’interpretazione è stata positiva». Il 2-0 finale appare risicato. «Abbiamo costruito tantissimo, ma sprecato altrettanto al momento di finalizzare l’azione – spiega Venturato – Vuoi per nostri errori di misura, vuoi per i grandi interventi del loro portiere, non siamo riusciti a rendere più cospicuo il vantaggio finale. L’importante è aver prodotto tanto, significa che si è visto un Cittadella propositivo». L’allenatore stasera non sarà a Ferrara ad assistere a Spal-Benevento, prima gara di Supercoppa. «Me la guarderò a casa, davanti alla tv». Chi è l’avversario da temere di più? «Sono entrambe ottime squadre, che hanno vinto i rispettivi gironi. La Spal l’abbiamo incontrata in Coppa Italia, ha una buonissima rosa, con giocatori di qualità. Sa sfruttare molto bene le corsie esterne, i laterali attaccano bene gli spazi. Il Benevento è imprevedibile, ci sono individualità di grosso spessore che possono trovare la giocata vincente in qualsiasi momento. Saranno partite difficili». Dall’esito di Spal-Benevento (stasera alle 20.45) si conoscerà l’avversario e il campo di gioco della sfida di mercoledì prossimo, con inizio alle 21.15: in caso di vittoria della Spal il Cittadella andrà a Benevento, negli altri casi si giocherà al Tombolato con la Spal. BERRETTI. Positiva la gara di andata degli ottavi di finale per lo scudetto della Berretti granata di Giulio Giacomin, che ieri ha pareggiato 2-2 a Prato. Succede tutto in cinque minuti, dal 27′ della ripresa: apre le marcature Varnier, poi ribalta il risultato il Prato con Malotti e il rigore contestato di Rivas, quindi ci pensa Fasolo ad acciuffare il pari. Il ritorno sabato prossimo a Cittadella. I granata sono scesi in campo con Zanetti, Maniero, Amato, Xamin, Varnier, Rumleanschi, Caccin (Volpato), Manente, De Pieri (Adu), Stocco, Fasolo.

Ore 16.55 – Playoff di Lega Pro, fine primo tempo: Pisa-Maceratese 1-0. A metà secondo tempo Lecce-Bassano 2-0.

Ore 16.40 – (Corriere del Veneto) Si alza il sipario sull’ultimo appuntamento ufficiale della stagione di Lega Pro. Con la finale a tre di Supercoppa, a partire da questa sera, si chiuderanno tutti i giochi con l’assegnazione dell’ultimo trofeo rimasto vacante dopo l’assegnazione della Coppa Italia al Foggia e le promozioni dirette in serie B del Cittadella, della Spal e del Benevento. In attesa dei verdetti dei playoff, via alle danze questa sera al Mazza alle 20.45 con Spal-Benevento, che sarà, di fatto il primo dei tre match che assegneranno il trofeo. In programma ci sarà un vero e proprio mini torneo destinato a rendere ancora più unica la stagione delle tre neopromosse. Il Cittadella sarà solo spettatore, in attesa di entrare in scena mercoledì, con orario a dir poco inconsueto, alle 21,15. Per la seconda giornata e per l’appuntamento fissato al Tombolato, contro il Cittadella giocherà la squadra sconfitta nella prima partita o, in caso di pareggio, la Spal. Questo perché, per regolamento, riposerebbe chi ha giocato la prima gara in trasferta. La terza giornata, infine, è fissata per domenica 22 maggio, ore 20,45, con campo ancora da stabilire in base all’esito delle prime due partite. Si affronteranno, infatti, le due squadre che non si sono incontrate nelle due giornate precedenti. In caso di arrivo a pari punti, saranno valide le seguenti regole: differenza reti; maggior numero di reti segnate; maggior numero di reti segnate nella gara esterna del proprio girone. E, nel caso improbabile, in cui resista una situazione di parità, la squadra vincitrice sarà decisa dal sorteggio. Roberto Venturato schiererà la miglior formazione possibile, non ci sarà certo un replay di quanto accaduto in Coppa Italia, dove in finale i granata schierati con un undici imbottito di giovani e seconde linee, fu travolto all’andata allo Zaccheria, pregiudicando così la possibilità di alzare il trofeo della stagione al ritorno giocato al Tombolato. Sul fronte della rosa segnalato in recupero anche l’attaccante Gianluca Litteri, uscito anzitempo all’ultima giornata di campionato a Bolzano contro il SudTirol dopo aver segnato il gol del momentaneo 2-1.

Ore 16.20 – Playoff di Lega Pro, fine primo tempo: Lecce-Bassano 1-0, rete di Moscardelli su rigore. Vicentini in 10 dal decimo minuto per l’espulsione del portiere Rossi.

Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Appuntamento con la storia nel tardo pomeriggio di oggi al Bottecchia. Alle 18 il Pordenone affronterà i quarti di finale dei playoff per la promozione in serie B con la Casertana. Sarà gara secca. Quando neroverdi e rossoblù usciranno dal tunnel del Bottecchia, sapranno già quale sarà l’avversario che la vincente incontrerà in semifinale, in questo caso con gare d’andata e ritorno. Il match fra Pisa e Maceratese (stessa parte del tabellone di ramarri e falchetti) inizierà infatti alle 16. Le due gare secche dell’altra parte della “griglia” sono Lecce-Bassano e Foggia-Alessandria. STADIO STRACOLMO – Tutti esauriti i tagliandi a disposizione dei tifosi pordenonesi. Rimangono alcuni biglietti del settore ospiti, per acquistare i quali è necessaria la Supporter card. Niente megaschermo in città: Prefettura e Questura non hanno dato l’autorizzazione per motivi di sicurezza. A coloro che non sono riusciti ad accaparrarsi il prezioso ticket non resta che affidarsi al computer, o sperare di trovare un bar che trasmetta l’incontro collegandosi a sportube.tv. SOGNO NEROVERDE – Bruno Tedino si presenta alla conferenza stampa della vigilia affiancato da tutto il suo staff: Carlo Marchetto, Andrea Toffolo, Adalberto Zamuner e Paolo Lenisa. «Stiamo vivendo un sogno – esordisce il tecnico -, abbiamo voglia di prolungarlo e di continuare a regalarlo a tutti i nostri tifosi. L’attesa? Tutto sommato serena, anche se – ammette – non manca l’ovvia tensione di una vigilia tanto importante». IL SUD IN CASA – Il tecnico sposta poi il mirino sull’avversaria. «Incontreremo un mondo diverso – afferma -, che io conosco bene (è stato per due anni selezionatore delle giovanili azzurre, ndr). La Casertana ha il temperamento tipico di quel calcio. Abbiamo esaminato i filmati. I campani giocano bene la palla e sanno ripartire pericolosamente. Noi dovremo essere bravi nelle chiusure preventive e nel tenere il ritmo altissimo. A ritmi bassi loro andrebbero a nozze». Giocare la gara secca in casa però sarà un bel vantaggio. «Sì – garantisce -, ci ha risparmiato i disagi del viaggio. Inoltre contiamo moltissimo sull’entusiasmo contagiante dei nostri supporters. TRIDENTE CONFERMATO – Sarà il Pordenone Uno ad affrontare la Casertana. Davanti confermato il tridente che piace a re Mauro con Berrettoni, Strizzolo e Beltrame. A centrocampo rientrano Pasa, Pederzoli e Mandorlini. Solita la difesa, con Boniotti, Stefani, Ingegneri e Martin davanti a Tomei. Arbitrerà Stefano Giovani di Grosseto. LOGISTICA – Essendo stati venduti tutti i biglietti riservati alla tifo locale, il botteghino di via Stadio resterà chiuso. I cancelli del Bottecchia apriranno alle 16, come la biglietteria per gli ospiti. La segreteria neroverde ricorda che in caso di esaurimento (più che probabile) dei posti-auto intorno al Bottecchia sarà disponibile il parcheggio Candiani della via omonima, gratuito. CAIO – Ieri primo gol in B per Caio De Cenco, ex ramarro. Entrato al 74’ di Trapani-Crotone, il brasiliano ha messo a segno la rete del 3-0 dopo soli 2’.

Ore 15.20 – (Messaggero Veneto) Non c’è solo la partita, la più importante della storia del Pordenone. C’è pure il possibile addio del consulente di mercato, Giorgio Zamuner, e del tecnico Bruno Tedino da analizzare, visto che entrambi sembrano oggetto del desiderio del Padova. Ma non è soltanto questo delicato argomento a far discutere proprio alla vigilia dell’appuntamento-clou dell’anno, bensì anche le voci circolate – su altri media – relative a un presunto “malumore” tra Tedino e Lovisa. Per questo lo stesso presidente ieri, in conferenza stampa, ha voluto chiarire questo aspetto. Il proprietario l’ha fatto in presenza non sono del tecnico, ma anche della dirigenza al completo, del socio Orenti e di tutto lo staff tecnico. «Mi sarebbe piaciuto, a me a tutti gli sportivi neroverdi, leggere della storicità di questo momento e non di un ipotetico futuro – ha detto Lovisa –, di scenari di mercato che vanno oltre la cronaca, invece qualcuno ha fatto considerazioni personali e deduzioni del tutto inesatte. Una scelta di poco gusto, in malafede; un attacco apparentemente alla mia persona e alla società, ma che in una vigilia così importante coinvolge l’intero ambiente. Prima di parlare bisogna avere le prove. Non c’è nessun “serpeggiante malessere” tra me e mister Tedino: tutt’altro, l’intesa è totale – con lui e l’intero staff –, certificata dal recente rinnovo del contratto per altre due stagioni. Una falsità enorme e inaccettabile. Lo spogliatoio – ha continuato Lovisa – non è intaccato da queste voci, ma non le possiamo tollerare. Ho chiesto ai ragazzi e allo staff di trasformare questa rabbia in energia positiva per vincere con la Casertana». Anche Tedino è intervenuto a riguardo. «Io sto solo pensando alla partita – ha detto il tecnico neroverde –. A me non ha chiamato nessuno. Se poi un dirigente pensa che io sia la persona adatta per un certo progetto non è responsabilità mia, ma sua: tutto questo non mi tocca. Penso che far uscire certe cose prima di un incontro così importante non faccia bene a nessuno».

Ore 15.00 – (Messaggero Veneto) La settimana più lunga sta per terminare. Scatta l’ora di Pordenone-Casertana, quarti di finale dei playoff di Lega Pro (il via alle 18). Già aver chiuso al secondo posto in campionato, con ben 65 punti, rappresenta il punta più alto della storia del club: il gruppo di Tedino vuole però continuare, spingersi oltre, e arrivare tra le top quattro delle categoria che si giocheranno da domenica prossima le semifinali per la B. Per farcela i neroverdi si affidano a 1.500 tifosi neroverdi e al proprio rendimento casalingo, impeccabile nel 2016: otto vittorie e un pareggio sulle nove partite giocate quest’anno in via Stadio. Chi passa, affronta la vincente di Pisa-Maceratese. Il match. Il Pordenone arriva a questa partita lamentando una leggera emergenza nel reparto offensivo – out Martignago e Filippini – ma anche con la consapevolezza totale nei propri mezzi e forti di uno stato di forma scintillante: tre vittorie nelle ultime partite, cinque nelle ultime sei e l’unico ko risale a Cittadella e a quel eurogol di Lora siglato al 90’. Insomma, la squadra di Tedino si presenta nelle migliori condizioni psicologiche a questa gara, che rimane comunque molto difficile: la Casertana è una squadra esperta e a lungo è rimasta in vetta al proprio campionato. «Dovremmo essere bravi a tenere il ritmo alto sin da subito – indica la ricetta Tedino –. Se invece il match si incanala su ritmi bassi gli avversari diventano i favoriti. I rossoblù hanno grande temperamento e incutono timore quando ripartono: dobbiamo essere molto bravi nelle chiusure preventive». Le armi. Il Pordenone sente la pressione, ma allo stesso tempo è sereno e determinato a dare il massimo. «Se conserviamo l’umiltà e la voglia di fare che ci ha contraddistinto nulla ci è precluso», afferma Tedino. Serve anche grande attenzione difensiva, perché nel 3-5-2 della Casertana Jefferson e De Angelis là davanti fanno paura, e i gol. C’è da bucare un portiere – Maiellaro – alla prima presenza in Lega Pro di quest’anno (sostituisce Gragnaniello, squalificato): è un punto a favore, l’inesperienza dell’estremo, per i neroverdi, che proveranno a segnare affidandosi all’ultima versione del tridente, ovvero Berrettoni (recuperato) dietro Strizzolo e Beltrame. Da centrocampo alla porta, il solito menù. Una formula che è stata vincente sino a oggi. Può continuare a esserlo.

Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Dentro o fuori, senza vie di mezzo. Oggi a Lecce (diretta Raisport 1 ore 15.30) il Bassano si gioca tutto. Qualificazione alle semifinale playoff, possibilità di tenere in vita il sogno serie B. Martinelli è stato convocato e potrebbe farcela, mentre ad alzare bandiera bianca è la punta Fabbro. Una perdita pesante, in qualche modo contenuta dal buono stato di forma di Pietribiasi e Momenté e dal recupero ormai definitivo ad alti livelli di Maistrello. «Gran parte dei nostri ragazzi porta con sé — evidenzia il tecnico Stefano Sottili — l’esperienza maturata nei playoff della passata stagione, con gare in stadi importanti come Reggio Emilia e Como, ciò potrà essere utile sotto l’aspetto della gestione della gara a Lecce. Affronteremo un avversario di grande blasone e questo ci deve dare ancor più entusiasmo». Lo svantaggio del fattore campo andrà tenuto in debita considerazione ma i precedenti stagionali sono beneauguranti. «L’aver ottenuto risultati importanti contro le prime sei della classifica del nostro girone – sottolinea Sottili – è la testimonianza che quando affrontiamo squadre importanti, riusciamo a dare del filo da torcere a qualunque avversario.

Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Il Lecce, giunto terzo nel suo girone (grazie ad un gol nella differenza-reti rispetto alla Casertana) con 63 punti totali, è stata la migliore compagine in quella posizione di classifica dei tre gironi di Lega Pro, ottenendo però la piazza utile per i playoff con qualche difficoltà.Nell’ultimo periodo la formazione pugliese ha infatti accusato dei momenti di difficoltà che hanno impensierito non poco il tecnico Piero Braglia (ex centrocampista di lungo corso con esperienze da tecnico su panchine di B quali Frosinone e Juve Stabia), il quale ha dovuto affrontare qualche problema di equilibrio nello spogliatoio.In casa, allo stadio Ettore Giardiniero – Via del Mare, in questo torneo i salentini hanno totalizzato 11 vittorie, 4 pari e 2 sconfitte, segnando 27 reti (meno di tutte le prime 5 in classifica, comprendendo Benevento, Foggia, Casertana e Cosenza) ma incassandone soltanto 10 (unica in tutto il girone in compagnia del Matera e della Fidelis Andria): ad aver fatto meglio di tutti è stata comunque la capolista Benevento (i campani hanno infatti subìto appena 6 gol davanti ai propri tifosi). La retroguardia virtussina dovrà prestare attenzione al forte attaccante Davide Moscardelli (10 centri), giocatore in grado di giocare su tutto il fronte d’attacco partendo da lontano, all’ala sinistra Franco Lepore e al centrocampista uruguaiano Juan Ignacio Surraco (entrambi con 6 marcature).

Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) È la quinta volta che Piero Braglia tenta la scalata in Serie B attraverso i playoff. L’ultima volta vinse con la Juve Stabia. Oggi ci riprova con il Lecce, altra piazza che con i playoff di Lega Pro ha un conto aperto (due finali perse con Carpi e Frosinone, ndr). Gara preparata in ritiro. Perché questo ritiro?Ci ha fatto bene, i ragazzi sono stati felici di passare del tempo insieme. Ho sentito che eravamo scappati dalla città, ma non è vero perché non abbiamo niente di cui vergognarci, non è un fallimento essere arrivati ai playoff. E per dimostrare che non siamo scappati, prima della gara faremo una passeggiata per il centro di Lecce. Ha provato anche diverse soluzioni tattiche?Deciderò prima della partita la formazione, ma non penso che stravolgeremo il nostro modo di giocare, andremo avanti sulla strada della continuità. Sul modulo è vero che ho lavorato sue due schieramenti, si vedrà. Sicuramente è disponibile Surraco, Cosenza e Perucchini dovrebbero farcela, difficilmente si tirano indietro. Attaccherà subito il Lecce, magari spinto dal pubblico?È una gara secca, sarebbe stato meglio giocare su due gare, ma tant’è. Perciò dobbiamo giocare con intelligenza, non possiamo andare allo sbaraglio, sarebbe un grave errore da parte nostra. Siamo consapevoli che potranno servire anche i supplementari, quindi dobbiamo essere pazienti e diligenti. Speriamo che la gente ci sostenga, perché la nostra stagione è stata positiva. Noi ci crediamo, i playoff possono essere un’opportunità e come tutte e 8 le squadre ci crediamo.Sottili ha detto che il Bassano verrà a giocarsela…Poco ci credo, perché la loro identità non è questa e quindi non penso che cambieranno modo di giocare nei playoff o solo in questa partita che è secca. Il Bassano è una buona squadra, brava nelle ripartenze perché può contare su una difesa solida, dato che la fase difensiva la fa tutta la squadra insieme.

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Eccolo il giorno del giudizio. Lecce vs Bassano nel tempio di via del Mare (alle 15.30 e in diretta tv su Raisport 2).Chi vince vola tra le magnifiche 4, chi perde può prenotare lettino e ombrellone. In caso di parità, supplementari e rigori. Nell’arena salentina sono attese circa 15 mila anime a dispetto della tv e in un clima tutto sbilanciato verso i pugliesi, Renzo Rosso accende la vigilia: «Ci tengo che sappiano che siamo tutti vicini alla squadra – il manifesto di fiducia srotolato da R.R. – io sono appena tornato da Copenaghen ma stamane volerò a Lecce. E altrettanto farà il presidente, mio figlio Stefano da Roma. Tutti i soci di maggioranza hanno organizzato un aereo per esserci anche loro. Perchè ci crediamo tantissimo. C’è rispetto per un avversario di livello ma il nostro Bassano puòfarcela. Siamo qua per questo. Eppoi siamo al settimo playoff e da sempre il 7 è il mio numero fortunato. E allora ci credo più che mai»”.SOTTILI ROVENTE. Il timoniere del Bassano è già in temperatura. Queste sono le sue partite: l’unico playoff disputato in carriera l’ha vinto col Venezia, quando con l’Aosta ha preso parte a un playout salvezza, ha conquistato pure quello. Ecco perchè non gli pesa partire da sfavorito.«Dobbiamo essere consapevoli della grande opportunità che ci siamo guadagnati – argomenta il Sottilone -. Il fatto di affrontare un avversario di gran blasone e una tifoseria infuocata deve darci ancora più entusiasmo. Certo, il Lecce è formazione piena zeppa di qualità e talento, con esperienza e forza fisica. Una squadra completa guidata da un collega abituato da sempre a disputare spareggi che valgono una stagione. Inoltre dispongono di un mucchio di alternative».«Per questo dovremo avere mille occhi e in ogni zona del campo. Ad ogni modo – riattacca lo skipper virtussino – l’aver conquistato successi importanti contro le prime sei della classifica ci deve dare ancora maggiore consapevolezza del nostro valore. L’unico rammarico è non aver potuto giocare questo quarto di finale al Mercante».Sottili si trascinerà sino a un’ora prima del via un paio di dubbi di formazione: Martinelli lamenta ancora un fastidio a un polpaccio e qualora dovesse abdicare è pronto Barison a rilevarlo in tandem con Bizzotto. Poi l’ex D’Ambrosio e Toninelli si contendono la maglia da terzino destro, mentre sull’out sinistro duello Semenzato/Stevanin con quest’ultimo che ha comunque riassorbito la botta al fianco. Al centro dell’attacco rientrerà Pietribiasi, Misuraca ritorna sulla trequarti e Cenetti pare in vantaggio su Davì come primo incontrista. Chi passa incrocia in semifinale la vincente di Foggia-Alessandria, mentre l’altra parte del tabellone vedrà uscire le qualificate tra Pisa-Maceratese e Pordenone-Casertana.

Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Vincere per compiere un passo subito decisivo verso la semifinale». Non usa giri di parole Guglielmo Vicario, al rientro da titolare tra i pali dopo aver rifiatato per due domeniche, per dare il giusto peso specifico alla sfida di questo pomeriggio al Penzo (ore 16) con i piemontesi lo Sporting Bellinzago, primo match della poule scudetto e in ogni caso ultimo stagionale a Sant’Elena. «Arriviamo a questo appuntamento con il pieno di entusiasmo e motivazioni – assicura il 19enne portiere udinese – grazie alle vittorie su Giorgione e Triestina ottenute a promozione in Lega Pro già ottenuta. Un’altra bella prova di serietà da parte di un gruppo che ha ancora fame e nessuna fretta di andare in vacanza». Nelle ultime due uscite Vicario ha lasciato la maglia numero uno ai suoi vice Andreatta e Bortolin. «Sono felice per i miei compagni, si meritavano di giocare perché per tutta la stagione sono stati fondamentali. Personalmente penso di essere cresciuto anche grazie alla loro competitività, e non dimentico D’Alessandro che qui fino a dicembre non aveva trovato spazio ma poi ha dimostrato tutto il suo valore salendo in Lega Pro da titolare con il Siracusa. Devo molto alla fiducia avuta dal ds Perinetti, dai mister Favaretto e Favarin, oltre al lavoro quotidiano con Massimo Lotti». Ora però si torna a «fare sul serio» e Vicario non chiede di meglio. «La rincorsa allo scudetto sarà una vetrina importante, tante piazze blasonate inseguono questo tricolore per dimostrare di avere qualcosa in più delle altre promosse. Venezia, Parma, Piacenza, Sambenedettese, Gubbio e via dicendo sono realtà che per storia e passione meritano altre categorie. Noi faremo di tutto per arrivare fino in fondo». Del Bellinzago si sa poco ma il biglietto da visita dei novaresi (86 punti, contro i 90 del Venezia in stagione regolare) suona come un monito. «Ci aspetta la prima di, speriamo, quattro finali. Per tutto il campionato siamo stati consapevoli della nostra forza che nasce in primis dalla solidatà della fase difensiva, oltre che da un attacco capace di segnare 89 reti. Non abbiamo mai cercato di strafare, con la testa giusta il Venezia non teme proprio nessuno».

Ore 12.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «In partite come queste, a fare la differenza è l’atteggiamento. E il nostro sarà, come sempre, quello di chi vuole vincere». Scatta oggi al Penzo la corsa scudetto del Venezia, in campo contro il Bellinzago. «Iniziamo in casa e non possiamo sbagliare. Ma non fa differenza: noi cercheremo di vincerle tutte», avverte mister Giancarlo Favarin. Il tecnico arancioneroverde ha già vinto il tricolore dei dilettanti con il Venezia quattro anni fa e punta a fare il bis. «Quest’anno potrebbe essere ancora più bello, perché in corsa ci sono piazze importanti», osserva Favarin. Su tutte spicca il Parma, favoritissimo alla vigilia per il titolo, ma che ieri ha perso con il Gubbio (2-1). Prima della finalissima, però, bisogna pensare al triangolare che inizia con la sfida odierna contro i piemontesi del Bellinzago. «Una squadra difficile – avverte il tecnico arancioneroverde – dai video mi ha fatto una buonissima impressione. E’ aggressiva, tecnica, con buoni giocatori. E poi ha un attaccante che in tre stagioni ha messo a segno 70 gol». Il «sorvegliato speciale» è Marco Massaro, figlio del presidente dello Sporting Bellinzago e autentico bomber con 25 reti nella stagione in corso (74 nelle ultime tre). Squalificato nelle ultime tre giornate, rientra oggi. «Dovremo stare molto attenti. Questa è una squadra molto forte soprattutto dal centrocampo in su, penso ad esempio a Rolando sulla trequarti». Una curiosità: Mattia Rolando Eugio era stato aggregato al ritiro del Venezia nell’estate 2011, poi non arrivò la conferma. Mister Favarin ha quasi tutta la rosa a disposizione, tranne capitan Soligo fuori con la mano ingessata. Si tornerà alla formazione-tipo, con qualche variante. Accanto ad Acquadro dovrebbe schierare Calzi (oppure Marcolini), davanti sono in ballottaggio Volpicelli-Innocenti e Lattanzio-Carbonaro. In difesa resta un dubbio su Modolo, appena rientrato dall’influenza. «Queste sono tutte delle finali, dove la differenza la fa l’atteggiamento. Noi – chiude Favarin – siamo pronti». Nel gironcino del Venezia anche il Piacenza, che oggi riposa in attesa di scendere in campo domenica prossima contro la perdente della sfida odierna o, in caso di pari, col Bellinzago. Oggi biglietti scontati (gratis fino a 18 anni) e collegamenti speciali da San Giuliano e da Piazzale Roma.

Ore 12.20 – (La Nuova Venezia) Prima tappa verso lo scudetto dilettanti: il Venezia prova a ripetere il cammino trionfale di quattro anni fa quando sbaragliò Vallé d’Aoste, Castiglione, Martina e Teramo, cucendosi sul petto il tricolore. Primo avversario lo Sporting Bellinzago, promosso nel girone A domenica scorsa dopo il duello fino all’ultima giornata con la Caronnese. Vincere per partire con il piede giusto e rimanere in corsa per la semifinale. Poule scudetto articolata in tre gironi da tre squadre: le vincenti volano alla Final Four insieme con la miglior seconda. Se il Venezia oggi vince, giocherà a Piacenza tra due settimane, in casa di pareggio o di sconfitta trasferta in Emilia tra sette giorni. Cambio d’orario: oggi si gioca alle ore 16. Venezia a caccia del centesimo gol in gare ufficiali. Dopo aver fatto fare passerella un po’ a tutti contro Giorgione e Triestina, Favarin torna all’antico, pur non potendo contare in difesa su Busatto e a centrocampo su Soligo infortunati. In porta torna Vicario, dopo lo spazio concesso ad Andreatta e Bortolin, sulle fasce in difesa Luciani e Galli con Modolo e Cernuto, in mezzo al campo si rivede Acquadro con il ballottaggio Calzi-Marcolini, in attacco Fabiano e Serafini non si scalzano, Volpicelli-Innocenti e Lattanzio-Carbonaro il doppio ballottaggio. «Cerchiamo di partire con una vittoria» avverte l’allenatore Favarin, «per mettere le basi al passaggio alle semifinali. In casa abbiamo quasi sempre fatto bene». Al Penzo, infatti, il Venezia ha conquistato 50 punti in 19 gare, non vincendo solo con Este (1-2), Levico (0-0) e Abano (1-1). Lo Sporting Bellinzago arriva lanciatissimo al match del Penzo: 10 vittorie, un pareggio e una sconfitta (3-1 in casa con la Caronnese) nelle ultime 12 partite (31 reti realizzate, 8 subite). Ritorna dalla squalifica il bomber Marco Massaro (25 reti), al fianco di Marco Montante (16), pronti per essere ispirati dal trequartista Mattia Rolando Eugio (7 gol, due nel 3-0 al Borgosesia domenica scorsa). Il Bellinzago è ritornato in serie D (dopo la parentesi tra il 1988 e il 1993) solo nel 2014 quando vinse gli spareggi in Eccellenza, dopo il secondo posto in stagione regolare, a spese di Sondrio e Calvi Noale. I gialloblu di Alessandro Siciliano saranno all’esordio tra i professionisti. Cossì al Penzo (ore 16) Venezia (4-2-3-1): 1 Vicario; 2 Luciani, 5 Modolo, 6 Cernuto, 3 Galli; 8 Acquadro, 4 Calzi; 10 Fabiano, 9 Serafini, 7 Volpicelli; 11 Lattanzio. A disposizione: 12 Andreatta, 13 Ferrante, 14 Di Maio, 15 Beccaro, 16 Marcolini, 17 Callegaro, 18 Maccan, 19 Innocenti, 20 Carbonaro. Allenatore: Giancarlo Favarin. Sporting Bellinzago (4-3-1-2): 1 Lentini; 2 Coliello, 6 Emiliano, 5 Cacciatore, 3 Gallace; 4 Magrin, 8 Vingiano, 7 Carriero; Rolando; Massaro, Montante. A disposizione: 12 Fonsato, 13 Rocchi, 14 Saltarelli, 15 Papa, 16 Barabino, 17 Palazzolo, 18 Giana, 19 Eliseo, 20 Chiaria. Allenatore: Alessandro Siciliano. Arbitro: Riccardo Turchet (Pordenone)

Ore 11.50 – (Gazzettino) Scattano i play off oggi alle 16 per Campodarsego ed Este che possono puntare sul fattore campo per passare il turno, obiettivo che si materializzerebbe anche nel caso in cui la partita dovesse protrarsi ai supplementari terminando sul risultato di parità alla luce della migliore posizione in classifica nei confronti delle rispettive avversarie. In palio non c’è la promozione diretta, ma più si avanti negli spareggi e più possibilità si hanno per un eventuale ripescaggio in Lega Pro. Il Campodarsego se la vede con la Virtus Vecomp. In campionato due pareggi per 1-1, il che significa che è una sfida tutta da giocare. E guai a parlare del vantaggio di avere due risultati a disposizione, come sottolinea Antonio Andreucci: «È una partita nella quale inizialmente non è giusto fare questi calcoli perché altrimenti diventa troppo lunga. È una sfida interessante dal punto di vista tecnico, con giocatori che possono risolverla in qualsiasi momento. Da parte nostra ci vuole grande applicazione tattica e al tempo stesso dobbiamo riuscire a esprimere le nostre qualità nell’ambito di un gioco corale, sapendo di avere davanti un avversario di valore». Dopo il secondo posto, i biancorossi non sono ancora sazi. «È impossibile non avere ancora fame, anche perché se ci mancasse avremmo poco possibilità. Se invece mettiamo in campo lo spirito che ci ha contraddistinto nel corso della stagione, è dura per gli avversari». Passando alle questioni personali, martedì è andato in scena un incontro con la società. «Ci dobbiamo risentire, ma fino a quando sono in clima agonistico non voglio parlare del mio futuro». L’Este riceve il Belluno, con il quale negli scontri diretti in campionato il bilancio è stato di una sconfitta 2-1 e di un pareggio 1-1. «Non sarà facile – afferma Andrea Pagan – ma l’Este ha fatto registrare sempre una crescita e anche in questa occasione si vedrà una squadra vogliosa di fare bene. Arriviamo al meglio all’appuntamento, sia nella testa e sia nelle gambe. Ci siamo conquistati questi play off e ce li vogliamo gustare cercando di vincere anche per dare un ulteriore soddisfazione al nostro pubblico». Anche in casa giallorossa non si pensa al “salvagente” di un eventuale pareggio al termine dei supplementari. «Dobbiamo fare la partita sui novanta minuti sapendo che chi vince passa il turno. Anche perché i supplementari sono un’altra partita». Quanto al futuro di Pagan, radio mercato dà già fatto il suo approdo alla panchina dell’Altovicentino. «No, io sono concentrato sull’Este. Ho parlato venerdì con la società e ci siamo dati appuntamento dopo i play off. Magari già dopo la partita si potrà dire qualcosa, ma tutta la mia concentrazione è rivolta a questo appuntamento sul campo».

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Sognano una finale tutta padovana. Par ritrovarsi domenica 22 maggio, però, Campodarsego ed Este dovranno eliminare rispettivamente Virtus Verona e Belluno (calcio d’inizio alle 16). Le due compagini di casa nostra, in virtù del piazzamento in classifica nella stagione regolare, partiranno con un doppio vantaggio: match casalingo (“Gabbiano” per il Campo e Nuovo Stadio per l’Este) e due risultati a disposizione per passare il primo turno dei playoff. In caso di parità dopo il 90’ ci sarebbero infatti i supplementari ma non i rigori per favorire il miglior piazzamento in campionato. CAMPODARSEGO. Dopo qualche domenica di stallo, si torna a fare sul serio. La Virtus Vecomp di mister Luigi Fresco è riuscita a difendere la quinta piazza dalle ambizioni di Luparense e Tamai e ora vorrebbe far bella figura negli spareggi. Lo sa bene il tecnico del Campodarsego Antonio Andreucci che oggi (arbitro Michele Ruggiero di Roma) manderà in campo la migliore formazione per superare il primo scoglio con una grande prova di forza, la stessa che ha permesso ai biancorossi di sognare la Lega Pro con una marcia quasi inarrestabile. «La Virtus Vecomp è una squadra tecnicamente molto valida e dovremo stare attenti», avverte Andreucci. «Noi, però, stiamo bene e affronteremo la sfida con grande carica agonistica. Vogliamo spingere ancora per coronare una stagione semplicemente fantastica». «Non dobbiamo fare l’errore di pensare già a domenica prossima», prosegue il trainer toscano, «Questa partita sarà tanto importante quanto complicata: bisogna fare un passetto alla volta». In settimana si è parlato del futuro dell’allenatore, cercato pure dal Mestre: «Preferisco parlare delle cose che danno energia alla squadra», taglia corto Andreucci. «Godiamoci questi playoff, poi tireremo le somme». Formazione (4-3-3): Merlano; Bortot, Gal, Poletti, Buson; Bedin, Piaggio, Pelizzer; Kabine, Aliù, Radrezza. ESTE. C’è l’esame Belluno, invece, per l’Este di mister Andrea Pagan. La compagine gialloblù tornerà nelle lande padovane con i precedenti a favore (arbitro Francesco Raciti di Acireale): nelle ultime due sfide gli uomini di Roberto Vecchiato hanno vinto in casa e pareggiato al Nuovo Stadio. La finalissima di domenica prossima resta comunque il chiodo fisso del tecnico atestino: «Il Belluno è una squadra tosta che gioca un buon calcio anche grazie a un ottimo allenatore», afferma Pagan, «Forse è stata l’unica a farci veramente soffrire. Anche se al ritorno avremmo meritato qualcosa di più». Campodarsego ed Este, tra l’altro, sono ben piazzate nella griglia (provvisoria) dei ripescaggi, che tiene conto della media punti della stagione regolare: 2,08 per i biancorossi (terzi a livello nazionale) e 2,00 per i colleghi della Bassa (quinti). La vittoria nei playoff potrebbe valere un ulteriore 0,25. «Noi faremo il massimo per vincerli e dare una possibilità in più alla società di ambire alla Lega Pro», dice Pagan. Formazione (4-3-3): Lorello; Tiozzo, Montin, Guagnetti, Rosina; Caporali, Busetto, Maldonado; Marcandella, Ferrara, Mastroianni.

Ore 11.00 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Mano libera, senza scelte di compromesso”) Bene fanno i tifosi a manifestare pubblicamente il loro dispiacere per l’uscita di scena di De Poli, sottolineandone il buon lavoro svolto nei due anni al Padova. E bene fanno anche a perorare la conferma di Pillon, che ha avuto il merito di condurre la squadra fuori dalle sabbie mobili della bassa classifica fino a spingerla a ridosso della zona play off. Ciò non toglie però che la società abbia il diritto di programmare il futuro in maniera coesa e soprattutto senza nascondere la polvere sotto il tappeto. Ci spieghiamo meglio. Non è con le scelte di compromesso che si può rilanciare un progetto in grado di puntare alla serie B. Se non c’era più sintonia con De Poli, qualunque sia stato il processo che ha usurato il rapporto, è stato giusto scegliere un’altra strada. E altrettanto trasparente dovrà essere l’analisi sull’allenatore, nel senso che tra il nuovo direttore sportivo e Pillon ci dovrà essere una perfetta identità di vedute per prolungare il matrimonio. In caso contrario Zamuner avrà tutto il diritto di scegliere un altro tecnico le cui idee di calcio siano sulla sua stessa lunghezza d’onda. Il passo successivo sarà quello di allestire una squadra di forte personalità, ma anche con ampia prospettiva sul futuro. Il tutto nell’ambito di un metodo di lavoro che abbia unicamente a cuore gli interessi del club. Solo il verdetto del campo potrà poi dire se le scelte si sono rivelate azzeccate e se i soldi sono stati spesi con oculatezza. Tutto il resto, a partire dalle critiche prevenute, è solo un’inutile dispersione di energie.

Ore 10.50 – (Gazzettino) In ogni caso per inaugurare il nuovo corso non si andrà per le lunghe, proprio perché bisogna iniziare a pianificare al meglio la prossima stagione, nella quale il Padova è chiamato a recitare un ruolo di primo piano sino in fondo per provare a centrare il salto in serie B, traguardo mai nascosto dalla proprietà. E il punto di partenza, come detto, riguarda la scelta del tecnico, incluse le persone che ruotano attorno al suo staff. Ecco allora che guardando all’attuale situazione biancoscudata, non è da escludere che dopo l’addio di De Poli si possa registrare anche qualche altra partenza tra coloro che sono legati con un filo diretto all’ex direttore sportivo. È il caso del team manager Carlo Pontin, peraltro sempre puntuale nel suo ruolo, fedelissimo di De Poli tanto da avere partecipato insieme a lui anche alla recente spedizione al torneo di Viareggio per visionare giovani in vista dell’anno prossimo. E un uomo voluto da De Poli nello staff è il vice allenatore Rino Lavezzini, legato comunque al Padova da un altro anno di contratto. Insomma, non mancano le situazioni sulle quali fare chiarezza, tanto più che è difficile immaginare che un direttore sportivo fresco di investitura mantenga in tutto e per tutto inalterata la stessa struttura che era stata del suo predecessore. Non resta che attendere per saperne di più.

Ore 10.40 – (Gazzettino) E in occasione del faccia a faccia con lo stato maggiore del club sarà presente anche il nuovo direttore sportivo Giorgio Zamuner, il cui ingaggio non è stato ancora ufficializzato in attesa dell’esito della sfida play off del Pordenone (sua attuale squadra) con la Casertana in programma proprio oggi. Se la fiducia a Pillon non dovesse essere rinnovata, uno dei candidati forti sembra essere Bruno Tedino, artefice con Zamuner del miracolo Pordenone. Al riguardo però il presidente friulano Lovisa è eloquente: «Zamuner è un libero professionista e può decidere liberamente il suo destino lavorativo, Tedino invece ha un contratto triennale con noi. Non solo: insieme abbiamo un programma ambizioso da portare a termine. Il nostro rapporto è ottimo e c’è identità di vedute». Non manca un flash di Tedino: «Garantisco che nessuno mi ha contattato. Anzi, per dire la verità, solo un club di serie D. A Pordenone sto bene e sono in piena sintonia con il presidente e la società».

Ore 10.30 – (Gazzettino) Fabrizio De Poli fa l’en-plein di consensi. All’indomani del divorzio con il Padova, anche se ancora c’è da risolvere il nodo legato al suo contratto (scadenza giugno 2017), il popolo biancoscudato si è scatenato sui vari social network con una serie di commenti a favore dell’ormai ex direttore sportivo che fa incetta di ringraziamenti e di attestati di stima per il lavoro svolto in due anni di servizio biancoscudato. Tra tutti i tifosi che hanno voluto spendere qualche parola per lui, ce ne sono molti che già guardano alla prossima scelta tecnica che dovrà compiere la società, vale a dire quella riguardante l’allenatore. E in tal senso è nutrito lo schieramento di coloro che sono a favore della conferma di Bepi Pillon, al quale viene riconosciuto il merito di avere traghettato la squadra fuori dalla sabbie mobili della bassa classifica fino a portarla a un passo dai play off. Come noto, la sua posizione sarà presa in esame la prossima settimana.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Ha vinto Bonetto. Attenzione, però, a chi si prende…”) Dietro il licenziamento – tale dev’essere considerato, infatti – di Fabrizio De Poli c’è la volontà, ferma e intransigente, dei Bonetto, padre e figlio, di voltare radicalmente pagina al Padova. Ha vinto – parliamoci chiaro, c’è stato un lungo, e a tratti aspro, confronto, quasi una sorta di braccio di ferro, fra i soci storici, legati comunque da interessi troppo forti per pensare alla fine di separarsi – l’amministratore delegato, e con lui il vice-presidente Edoardo, perché all’interno della Spa biancoscudata sembrano essere cambiati i rapporti di forza. Riassumiamo i passaggi-chiave di un rapporto, fra i Bonetto e De Poli, deterioratosi irrimediabilmente sino ai giorni nostri: 1) gli attriti della scorsa estate, quando, rientrati da un periodo di vacanza, Roberto ed Edoardo si trovarono a poche ore dal raduno con l’organico vistosamente incompleto, e sollecitarono, arrabbiandosi con lui, De Poli a convocare alla Thema di Piazzola sul Brenta, nella sede della loro finanziaria appunto, 5-6 giocatori già contattati come possibili acquisti, trovando con quasi tutti l’accordo economico; 2) il caso Amirante a Pavia, allorchè, richiamato Petrilli in panchina, Parlato rimase con 10 uomini per l’impossibilità di impiegare l’attaccante ligure in quanto non inserito nella lista dei 24 giocatori per il campionato, errore di cui De Poli si assunse la totale responsabilità; 3) la rottura del rapporto – i due non si parlano più da mesi – fra Edoardo e il ds, ormai incompatibili fra di loro. In questo quadro, lascia sinceramente perplessi la posizione del presidente, che evidentemente è in difficoltà nel dialogo con il socio. All’inizio difendeva De Poli, e con lui il suo staff (anche Giancarlo Pontin, team manager, se ne andrà), in seguito lo ha “sacrificato” sull’altare dell’apparente ritrovata coesione con Bonetto. Il quale ultimo, dopo aver minacciato di uscire dalla compagine azionaria e di sbattere la porta, in poche settimane si è ritrovato più saldo che mai sulla tolda di comando e sta imponendo a tutti (compresi i Poliero, Salot e Tosetto, sebbene il 12% delle azioni di quest’ultimo sia nelle mani del patron) la propria linea strategica. A tal proposito, se sarà (come appare sempre più probabile) Zamuner il nuovo diesse, ci sembra superfluo ribadire la necessità di avere un dirigente con la “D” maiuscola: il Padova ha bisogno di figure che sappiano abbinare competenza a chiarezza di ruoli, curricula irreprensibili a moralità, perché del recente passato nebuloso e penoso vissuto a queste latitudini sino all’estate 2014 sono piene le fosse. Zamuner con meno di un milione di euro ha costruito il Pordenone arrivato secondo a fine campionato: è bravo, ma è un procuratore, non un direttore sportivo. Già qui l’anomalia è evidente. Auguriamoci che, al momento di definire chi ci si porta dentro, la casa di vetro di Bergamin e Bonetto non veda i propri vetri appannarsi di colpo.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Guai, però, a trascurare un dettaglio fondamentale: Pillon è molto amico di De Poli e con lui è entrato subito in perfetta sintonia, dal momento dell’insediamento in panchina a dicembre 2015, una volta subentrato a Carmine Parlato. Non è da escludere che preferisca fermarsi, anche perché non ha mai lavorato con Zamuner. Il suo debito con Padova, oltretutto, lo ha saldato nel migliore dei modi, portando la squadra ad un passo dagli spareggi per la promozione in Serie B. Infine, abbiamo scritto nei giorni scorsi di una collaborazione avviata dal Padova con il Chievo, in particolare con il ds Paolo Nember: l’indiscrezione è confermata, ma più che nel possibile sostituto di De Poli (i nomi circolati erano quelli di Giammario Specchia, ex Portogruaro, e di Mario Tesini, ex Sambonifacese), il rapporto si concretizzerebbe nello scambio di giocatori, con l’approdo a Verona a titolo definitivo di Luca Baldassin, opzionato dai clivensi e messo sotto contratto dopo che a gennaio il Padova lo aveva preso dal Lumezzane.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) L’irritazione alla vigilia di un appuntamento così importante appare più che giustificata, ma così va il calcio oggi, e la coppia Zamuner-Tedino potrebbe approdare presto in viale Rocco. Dunque, stando così le cose, Bepi Pillon seguirebbe le orme di De Poli? L’impressione è questa. L’ultima parola spetta chiaramente proprio al tecnico di Preganziol, il quale – ma non c’è la conferma – si sarebbe già incontrato con patron e a.d. ricevendo da entrambi grandi attestazioni di stima, preludio ad un possibile rinnovo del contratto. Sino a quando il nuovo ds non si insedierà, e ciò potrebbe avvenire tra domani e mercoledì, dopo l’annuncio ufficiale, anche se bisognerà prima aspettare di vedere cosa farà il Pordenone oggi in campo, la posizione dell’allenatore è “congelata”.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Ma soffermiamoci per un attimo sulla figura di Zamuner, entrato nel mondo del calcio come agente di giocatori e cresciuto all’ombra di Tullio Tinti, insieme al quale nei giorni scorsi è stato deferito dalla Procura Federale per una vicenda di presunti compensi in nero a Zauri, ex giocatore della Lazio, di cui era il procuratore “fittizio”, tra il 2006 e il 2008. Oggi il Pordenone ha come direttore generale Giancarlo Migliorini e come direttore operativo Marcelo Mateos. Attenzione alla sottile distinzione (operativo) per quest’ultimo, il motivo è presto spiegato: Zamuner è di fatto il vero diesse, ma non c’è il suo nome nell’organigramma societario perché ciò contrasterebbe con la sua vera attività, quella di procuratore appunto. Ieri poi, vigilia di Pordenone-Casertana, quarto di finale dei playoff, il presidente Mauro Lovisa si è infuriato con i cronisti locali per le indiscrezioni relative alla prossima partenza dello stesso Zamuner e, sempre in direzione Padova, di Bruno Tedino, l’allenatore dei neroverdi a cui è stato prolungato di recente il contratto per altre due stagioni.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) In attesa della fumata bianca sul nuovo direttore sportivo, il Padova vive un week end in apparenza tranquillo, ma in realtà caratterizzato, dietro le quinte, da una certa fibrillazione. Il rapporto con Fabrizio De Poli si è interrotto dopo due stagioni, nonostante ancora un anno di contratto con la società biancoscudata che verrà onorato sino in fondo, pur se il comunicato-stampa di venerdì che ha ufficializzato la separazione non abbia chiarito nulla al riguardo. Al posto del dirigente di Tombolo è annunciato in arrivo Giorgio Zamuner, 51 anni e mezzo, nativo di San Donà di Piave, attuale consulente di mercato del Pordenone, con cui è approdato ai playoff. Ha superato, nelle preferenze della coppia Bergamin-Bonetto, il direttore generale del Bassano Werner Seeber, il quale, oltre ad essere vincolato ai giallorossi da un legame in scadenza nel giugno 2017, non sarebbe rimasto molto convinto dalla situazione creatasi all’interno del club di viale Nereo Rocco, con i due soci storici, e attuali azionisti di maggioranza, che hanno litigato spesso prima di trovare (a fatica) un’intesa per continuare ad andare avanti.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Insomma, l’accoppiata Zamuner-Tedino potrebbe ricomporsi nella città del Santo, ma l’automatismo è tutt’altro che immediato e la situazione andrà verificata a tempo debito. Non dovesse riuscire a liberarsi, una possibile alternativa potrebbe essere Roberto D’Aversa, Roberto De Zerbi è irraggiungibile. E Giuseppe Pillon? Incontrerà Bonetto e Bergamin all’inizio della settimana, forse già domani, ma l’aria che tira porterà molto probabilmente alla non prosecuzione del rapporto in scadenza il prossimo 30 giugno. In società hanno apprezzato il lavoro del tecnico di Preganziol — che nel frattempo resta prudente ma sicuramente si sta attrezzando per mantenere aperta un’alternativa — ma intendono lasciare campo libero a Zamuner nella scelta del tecnico. E Zamuner le sue preferenze le ha già fatte chiaramente intendere nel faccia a faccia con i due soci di viale Nereo Rocco. Al momento non preoccupa più di tanto il deferimento arrivato negli ultimi giorni nei confronti del dirigente di Sandonà da parte della Procura della Figc, per una vicenda risalente al 2008 relativa a questioni fiscali e ai compensi percepiti dall’ex agente Fifa quando faceva parte della scuderia di Tullio Tinti. Non è certo la prima volta che agenti e procuratori anche di primo piano nel panorama nazionale vengono coinvolti in questo tipo di vicende ma la giurisprudenza, nella stragrande maggioranza dei casi, ha evidenziato, nell’eventualità, pene molto lievi. E Fabrizio De Poli? Potrebbe finire al Livorno ed è rimbalzata qualche voce pure da Avellino. Due piazze prestigiose, staremo a vedere.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Giorgio Zamuner viaggia spedito verso la poltrona di direttore sportivo del Padova. Le conferme arrivano a trecentosessanta gradi e tutte le fonti concordano sul fatto che il prescelto per sostituire Fabrizio De Poli sia l’attuale consulente di mercato del Pordenone, impegnato oggi nei quarti di finale playoff contro la Casertana, al Bottecchia. Zamuner, che assumerà il ruolo di direttore generale con delega all’area tecnica e che è pronto a iscriversi al Supercorso di Coverciano, ha già individuato il nome del possibile, prossimo allenatore biancoscudato. Si tratta di Bruno Tedino, 52 anni e trevigiano, attuale allenatore del club friulano. Tedino è stato portato a Pordenone proprio da Zamuner, che spera di poter riproporre a Padova l’accoppiata vincente che ha fatto le fortune del presidente Mauro Lovisa. E qui cominciano i problemi, perché Tedino ha un contratto fino al 30 giugno 2018 ed è tutt’altro che scontato che il patron neroverde lo liberi. «Tra me e mister Tedino l’intesa è totale — ha detto patron Lovisa — con lui e l’intero staff, certificata dal recente rinnovo del contratto per altre due stagioni. Lo spogliatoio non è intaccato da queste voci, ma non le possiamo certo tollerare e ci riserviamo di rivalutare la situazione a bocce ferme, da lunedì. Intanto ho chiesto ai ragazzi e allo staff di trasformare questa rabbia in energia positiva per vincere con la Casertana. Questo è ciò che realmente conta».

E’ successo, 14 maggio: Biancoscudati in vacanza, mentre si rincorrono le vocidi un possibile doppio arrivo Zamuner-Tedino da Pordenone.




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