Live 24! Padova, altri annunci in vista dopo il rinnovo di De Risio?

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Ore 21.20 – (Il Piccolo) Un anno fa volle essere vicino alla Triestina impegnata a Dro. Domenica non potrà essere al Rocco ma, a distanza, tiferà alabardato. Perché passano gli anni ma Ezio Rossi a Trieste ha lasciato uno spicchio di cuore. «Rimango legato all’Unione e non posso che augurarle di salvarsi per poi poter ripartire finalmente con serenità». Dal suo Piemonte nelle ultime stagioni ha comunque seguito le vicende alabardate. «E le ho vissute con preoccupazione. Trieste non meritava di finire nel mirino di faccendieri e avventurieri. Considero Amilcare Berti l’ultimo vero presidente dell’Unione. Dopo di lui personaggi o poco preparati o poco affidabili. Trieste, del resto, come altre piazze decadute, viene vista da molti come una vetrina blasonata. Garantisce visibilità e c’è chi per fare i propri affari cerca soprattutto una ribalta». La Triestina prova a ripartire con l’accoppiata Biasin-Milanese. «L’importante è che ci siano persone serie, in grado di fare le scelte giuste». Ad esempio? «Non esistono ricette miracolose. Non servono fenomeni. Servono uomini veri. Quando venni alla Triestina, trovai una squadra reduce da stagioni difficili. Chiesi a Berti: “Perché un giocatore decide di venire a giocare qui?” Gli diedi anche la risposta: “Perché qui li pagate bene, pure troppo. Proviamo a contenere gli stipendi e proporre premi a vincere. Spingeremo ogni giocatore a investire su sè stesso, a mettersi in discussione”. E infatti ottenemmo risultati che nessuno avrebbe immaginato». Un anno fa, celebrando la salvezza strappata a Dro, qualche tifoso paragonò quelle emozioni al ricordo del trionfo di Lucca. La passione talvolta porta a essere quasi blasfemi… «Una volta a un mio amico ho detto: “Macchè Italia-Germania 4-3, se tu non sei tifoso della Triestina non hai vissuto il più emozionante degli incontri”. Noi a Lucca scrivemmo la leggenda, altroché..». Tra due anni la Triestina festeggerà il secolo di vita. «Spero che ci sarà posto anche per la Triestina mia e di Berti. Ho sempre pensato che abbiamo vissuto tre anni indimenticabili, senza paragoni. L’Unione più bella dopo i tempi di Nereo Rocco». Da alcuni anni ha fatto una scelta di vita, allenando squadre del suo Piemonte. Ha appena portato il Casale in serie D. Una decisione definitiva, oppure ha ancora voglia di rimettersi in gioco? «Ero rimasto deluso dal mondo del calcio. Qualche esperienza negativa mi aveva stancato. Continuare la vita da girovago avrebbe avuto un senso per una panchina di A, B, al massimo un club di vertice di LegaPro. Premetto: non sono schizzinoso, in vita mia ho allenato di tutto, dalla massima serie all’Eccellenza. Però se devi sacrificare tempo alla famiglia è meglio farlo se ne vale davvero la pena. E allora sono tornato a casa, in Piemonte. Mi sono preso comunque le mie soddisfazioni. Ho ripensato alle scelte fatte nella mia carriera. Ho commesso tanti errori, e tra questi metto anche la partenza da Trieste per andare ad allenare il Torino. Ero troppo giovane ma mi sono fatto guidare dal cuore granata e, magari, tornassi indietro ci ricascherei ancora». Si diverte ancora ad allenare? «Io ci provo. Mi viene però da ridere quando sento un allenatore o un giocatore affermare di aver sposato un progetto. Nel nostro calcio i progetti durano al massimo 15 giorni. Perdi due partite, la gente inizia a mugugnare, e te li do io i progetti….»

Ore 21.00 – (Il Piccolo) Un piccolo tuffo nel passato, per tornare a sperare nel futuro. Di allenamenti della Triestina allo stadio Rocco, non se ne vedevano da un po’ di tempo. Per ricordarli con un po’ di colore, seguito e tifo attorno, bisogna andare ancora più indietro con la memoria. In attesa di rivivere fasti migliori e categorie più consone al blasone alabardato, la società ha voluto dare comunque un ulteriore impulso all’ambiente con la bella iniziativa di ieri, documentata nella foto di Andrea Lasorte: un allenamento a porte aperto sul prato del Rocco voluto da Mauro Milanese, per far sentire ancora più calore attorno alla squadra in questi giorni cruciali, e anche per dare una spinta alla prevendita per la partita contro la Liventina iniziata mercoledì. Il risultato, considerato che si sta attendendo pur sempre un play-out per la salvezza in D e che l’allenamento era nel mezzo di un pomeriggio feriale, è stato soddisfacente. A rendere sonoramente frizzante il pomeriggio c’era innanzitutto una trentina abbondante di ragazzi della curva Furlan, che dietro allo striscione «Noi con la voce, voi con il cuore», si è posizionata in Tribuna Pasinati sul lato più spostato verso la Furlan, sciorinando tutto il repertorio dei cori pro Unione. Una sorta di piccola prova generale in vista di domenica. Disseminata negli altri settori un’altra quarantina di tifosi, che si è data il cambio perché il dato più importante è quello che arriva dal Centro di coordinamento, posizionato sotto la gradinata Colaussi, dove per tutto il pomeriggio c’è stato un intenso andirivieni di gente che poi si fermava a guardare la squadra al lavoro. Se si pensa che fino a qualche mese fa questi erano circa i numeri dei presenti alle gare della domenica, si capirà che l’avvento di Biasin e Milanese ha rappresentato una svolta per l’ambiente. Ma il termometro più importante per misurare l’attesa per la sfida di domenica, è quello dei biglietti venduti, ieri sera già 600: un risultato molto promettente dopo due soli pomeriggi di prevendita. Insomma, la febbre per il play-out contro la Liventina sale giorno per giorno e tutto fa sperare per un Rocco affollato e colorato come mai nelle ultime stagioni. Anche il meteo ha dato una mano: la pioggia è cominciata a scendere copiosa quando l’allenamento era già finito, salvaguardando anche il prato del Rocco. Bordin ha proposto una partitella in famiglia in cui ha potuto utilizzare tutti gli elementi. Bradaschia e Muzzi hanno ormai messo alle spalle gli acciacchi muscolari, Giordani ha recuperato dall’infortunio alla spalla, e tutti quindi sono a disposizione di Bordin che godrà di ampia scelta in vista della sfida con la Liventina. Difficile capire l’undici di partenza. Il tecnico tiene tutti sulla corda e ieri ha mescolato ampiamente le carte. Per definire le scelte, ci saranno comunque ancora l’allenamento di oggi pomeriggio e la rifinitura di domani mattina a Prosecco. PREVENDITA La prevendita dei biglietti per il play-out Triestina-Liventina di domenica (fischio d’inizio alle ore 16), che si tiene esclusivamente al Centro di coordinamento di via dei Macelli, entra nel vivo. Rispetto ai due giorni precedenti, infatti, oggi e domani il Centro avrà un’apertura extra large, con prevendita aperta sia al mattino che al pomeriggio: si potranno acquistare i biglietti infatti dalle ore 9 alle 12 e poi dalle ore 16 alle 19. La prevendita proseguirà poi anche domenica mattina dalle 9 alle 12. Nel pomeriggio di domenica cancelli e biglietterie dello stadio apriranno invece alle ore 14.30. La società, considerati i tanti giorni a disposizione, invita ovviamente i tifosi a munirsi del biglietto in fase di prevendita, per evitare lunghe code alle casse. I prezzi: per la Tribuna Pasinati 12 euro gli interi e 10 ridotti (donne, ragazzi 11-17 anni, over 65); per la Curva Furlan 10 euro interi e 7 ridotti. Per i piccoli da 1 a 10 anni invece l’ingresso è gratuito (sia in curva che in tribuna) con carta d’identità.

Ore 20.30 – (Corriere delle Alpi) Franchetto si candida per un posto da titolare per la finale playoff contro il Campodarsego di domenica sul campo dei padovani. Il difensore gialloblù (classe 1997) ha giocato in maniera altalentate nella stagione, ma nelle ultime quattro partite ha trovato un posto da titolare, fornendo prestazioni di ottimo livello. «Giocare con continuità aiuta – spiega il centrale Andrea Franchetto – giocare saltuariamente è più difficile, l’opportunità di scendere in campo ogni domenica serve anche a trovare la fiducia in se stessi. Quella di domenica è la partita più importante che ho mai affrontato fino ad ora. L’anno scorso con la Primavera dell’Udinese siamo arrivati ai playoff, uscendo però al primo turno. Questa finale è importante perchè arriva alla mia prima stagione nel calcio serio, in una prima squadra, fino allo scorso anno avevo giocato solo nelle giovanili». Che partita ti aspetti? « Sarà una guerra, sappiamo di giocare in un campo piccolo – continua l’ex Udinese – ci troveremo davanti una formazione ben organizzata, ma siamo convinti di poter far bene. Al ritorno, nonostante assenze importanti, abbiamo fatto una buona partita e possiamo ripeterci. Il Campodarsego è arrivato davanti a noi ma con il giusto atteggiamento sappiamo di potercela giocare». Nel match di andata contro il Campodarsego i bellunesi sono usciti sconfitti dal Polisportivo per una rete a zero mentre al ritorno in terra padovana, a zero mentre al ritorno, meno di tre settimane fa, è finita 0-0 e a Franchetto è stata annullata una rete per fuorigioco. «Quel gol era valido perchè un avversario aveva toccato la palla prima che raggiungesse me. Un altro gol domenica? Magari, prima però devo vedere se gioco, poi ci riprovo sicuramente». Per quanto riguarda il futuro cosa pensi di fare? «Il cartellino è mio, quindi sono libero di scegliere. Quest’anno mi sono trovato davvero bene con tutti. Prima di tutto dovrò parlare con la società per capire la loro volontà. Rimarrei qui volentieri; mi sono iscritto all’università a Venezia, alla facoltà di economia, ma se fosse necessario sarei disposto a fare il pendolare per riuscire a studiare e anche ad allenarmi». In attesa del Giro. Domani mattina, alle 10, il Belluno ha organizzato un punto di ristoro in via Vittorio Veneto, di fronte al bar Paloma, vicino al Millenium. In attesa che i corridori del giro percorrano le strade sarà possibile stare tutti insieme mangiando panini con il pastin e bevendo birra alla spina. Il passaggio è previsto per le 11.15 circa.

Ore 20.00 – (La Provincia Pavese) La presentazione del ritiro estivo è stata l’occasione anche per far chiarezza da parte del direttore generale del Pavia, Nicola Bignotti, dopo le molti voci contraddittorie che circolano in città, sui programmi della società per la prossima stagione di Lega Pro. «Ci sarà sicuramente un ridimensionamento del budget – dichiara Bignotti – Non sarà più di 7,5-8 milioni a stagione, ma comunque per un piazzamento d’alta classifica. Questo rientra anche in una politica corretta societaria, perché rispetto ad altre piazze importanti dove si hanno investimenti di imprenditori locali a sostegno della squadra o introiti da incassi come, per esempio, può essere Foggia (quasi 17mila tifosi per la gara di play off con l’Alessandria) qui invece la società è sostenuta unicamente dalla dirigenza cinese. Se il Pavia ha speso cifre come il Benevento o la Cremonese, per citare alcune società, il prossimo anno non sarà più così. Questo non vuol dire rinunciare a puntare in alto. Anzi la dimostrazione è che si possa arrivarci spendendo anche meno come è accaduto al Pordenone ancora in corsa nei play off». Sull’allenatore nessuna novità. «C’è tempo fino all’inizio del ritiro…. – è la replica del direttore generale che poi aggiunge – Comunque l’abbiamo già ma non lo sveliamo». Di sicuro non sarà Giorgio Roselli che mercoledì sera ha incontrato a Cosenza il presidente Eugenio Guarascio e al 99,9% sarà ancora il tecnico dei calabresi, onorando il contratto che lo lega al club fino al 30 giugno 2017, tenendo anche conto della conferma del diesse Mauro Meluso, altro tassello che dovrebbe sciogliere i dubbi nelle prossime ore. E sul piano dei giocatori anche qui, con le voci di richieste per Davide Facchin, Alessandro Malomo, Alessandro Cesarini e Andrea Ferretti, la politica della società è chiara. «Nuovi arrivi? Ci muoveremo solamente in caso di cessioni – puntualizza Nicola Bignotti – Se esce un giocatore ne entra un altro. Siamo in 26 e la rosa è di 24 e 24 andranno in ritiro a Storo il 13 luglio. E’ giusto non trattenere chi vuole andarsene, ma dietro un’offerta congrua di chi li vuole. Altrimenti visto che hanno il contratto rimangono qui». Il prossimo campionato di Lega Pro vedrà la presenza di alcune nobili decadute come Piacenza, Venezia e Parma.

Ore 19.30 – (Gazzetta di Mantova) In casa Cuneo proseguono i preparativi in vista del match con il Mantova. La squadra di mister Fraschetti arriva all’appuntamento in un ottimo stato di forma. Nessun indisponibile, solo il secondo portiere Cammarota ha avuto qualche guaio fisico e difficilmente sarà tra i convocati. Il titolare comunque è Tunno, estremo difensore di buon livello che con la maglia dei piemontesi ha conquistato l’ultima promozione dalla serie D. Fraschetti (che ha sostituito in corsa Iacolino) punterà su un 4-4-2 solido. Ci sarà anche l’esterno Beltrame, classe 1993 molto legato alla piazza che ha risolto un piccolo risentimento muscolare riscontrato in chiusura di campionato. Davanti la coppia incaricata di scardinare la retroguardia biancorossa sarà formata da Chinellato e da uno tra Scapinello e Ruggiero con il primo in vantaggio rispetto al secondo. Fuori dai giochi invece Cristofoli. Il bomber ex Castiglione, passato al Cuneo dopo la prima parte di stagione vissuta alla Pro Piacenza, è entrato in rotta di collisione con i vertici del club per aver saltato l’amichevole con il Pinerolo. Difficilmente sarà tra i convocati.

Ore 19.10 – (Gazzetta di Mantova) Luca Prina è vicinissimo alla soluzione del rebus formazione. Difficile il recupero in extremis di Falou Samb, sicuramente ai box i vari Di Santantonio, Trainotti e Perpetuini (quest’ultimo per squalifica). Ieri la squadra ha svolto una seduta mattutina sul prato del Martelli reso pesante dalle forti precipitazioni. Oggi nuovo allenamento al mattino, poi pranzo in città tutti insieme e partenza per il ritiro di Cuneo intorno alle 14. Tornando alla formazione Prina sembra intenzionato a confermare il 3-5-2 (o 5-3-2 in fase di non possesso) visto nelle ultime uscite di campionato. In porta confermato Bonato, difesa a 3 con Cristini, Carini e Scrosta. A centrocampo il metronomo sarà Raggio Garibaldi, mentre nel ruolo di mezze ali agiranno Gonzi e Zammarini. Sulle fasce Lo Bue (che pare destinato a vincere il ballottaggio con Scalise) e Sereni. In attacco il punto di domanda maggiore. L’idea pare essere quella di un tandem formato da Marchi e da Tripoli. Attenzione però alla possibilità di vedere Caridi in campo dal primo minuto. Il capitano è completamente ristabilito e in gare come queste il suo apporto può diventare determinante.

Ore 18.50 – (Gazzetta di Mantova) Meno 24 ore alla partita della verità. O meglio «Al primo tempo della verità» come ripete Gaetano Caridi. Il Mantova è pronto per la doppia sfida con il Cuneo. L’adrenalina che sale, la voglia di non fallire, la tensione… il capitano prova a fare il punto della situazione: «Ci aspetta una partita fondamentale, ma sarà solo il primo tempo – sottolinea –. La sfida si avvicina ed è normale che la tensione salga. Deve però diventare uno stimolo positivo per affrontare con la testa giusta questo playout». È la prima volta che il Tano si trova a giocare uno spareggio per non retrocedere: «Sicuramente è peggio di quelli giocati per salire di categoria. Qui abbiamo un obbligo morale, quello di difendere il calcio a Mantova. Non voglio caricare troppo la partita, dobbiamo scendere in campo sereni. Però deve esserci la giusta consapevolezza di ciò che andiamo a giocarci prima a Cuneo e poi in casa». Di fronte un Cuneo scavalcato proprio nell’ultimo turno della stagione regolare e che quindi dovrà per forza di cose vincere: «Se sono in questa situazione vuol dire che anche loro hanno dei problemi, un po’ come li abbiamo noi. C’è bisogno di un Mantova vivo, con la voglia di soffrire e la giusta cattiveria agonistica. Una cosa è sicura: saranno partite brutte, decise probabilmente da episodi». In questo senso diventerà importante non subire gol in trasferta: «Per esperienza posso assicurare che è dura giocare con l’unico obiettivo di non subire gol – sottolinea Caridi – per cui dovremo giocarcela con intelligenza, provando a vincere. Saranno importanti i primi 20 minuti in cui loro cercheranno di sfruttare il fattore campo. Toccherà reagire colpo su colpo». In campionato una sconfitta di misura in trasferta e un successo all’inglese in casa: «Ma stavolta sarà tutto diverso – ammonisce il capitano – perché in queste partite la differenza vera la fanno le motivazioni e l’atteggiamento mentale. In questo senso siamo migliorati molto nell’ultimo mese e mezzo. Faccio appello all’orgoglio del gruppo, non è mai bello retrocedere e quindi faremo di tutto per evitare questa ipotesi». La tifoseria biancorossa è pronta a stringersi intorno alla squadra per l’ultimo sforzo, quello decisivo: «Possono fare la differenza – conclude il Tano – e mi auguro che difficoltà dell’ultimo periodo vengano messe da parte per il bene del club. Comincia un mini-campionato di 180 minuti, la tifoseria, soprattutto in casa, può diventare determinante». Curiosità: prima dell’intervista la squadra è al lavoro in palestra, sottofondo musicale con “A te” di Lorenzo Jovanotti: «Altro che “A te”, ci vorrebbe la musica di Rocky» esclama Caridi. Gli occhi della tigre per un Mantova che non vuole perdere il treno salvezza.

Ore 18.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Ternana e Carpi hanno sondato negli ultimi giorni Stefano Sottili. Il tecnico del Bassano, che ha ricevuto richieste anche in Lega Pro, aspetta di incontrare la proprietà per capire le intenzioni di Renzo e Stefano Rosso e del dg Werner Seeber per la prossima stagione. Oggi il primo faccia a faccia con Seeber, prima dell’amichevole contro l’AltoVicentino, il cui incasso sarà devoluto in beneficenza a favore di Achille Favret, figlio di Stefano Favret, ex giallorosso e ora capitano del club di Rino Dalle Rive. Ma le riserve su Sottili verranno sciolte soltanto la settimana prossima, perché Rosso è all’estero. In caso di partenza di Sottili, non decolla al momento il ritorno di Mario Petrone, in ballo a Pavia, Alessandria e Padova e che dovrebbe rescindere a breve con l’Ascoli.

Ore 18.00 – (Giornale di Vicenza) Insediatosi sul lungo periodo dietro la scrivania virtussina, Werner Seeber, incassata l’investitura di responsabile dell’area tecnica per il prossimo biennio lavora ora su due fronti: quella delle conferme delle pedine più pregiate (dove ha già messo a segno il rinnovo di Cenetti, gettando le basi pure per la permanenza di Misuraca) e soprattutto la questione riguardo al tecnico. Ovviamente la precedenza è per il prolungamento a Stefano Sottili, brillante nocchiero stagionale con cui è in agenda a breve un incontro.Il quadro è chiaro: il trainer è in scadenza e sposerebbe più che volentieri il programma del Bassano a patto però che il club garantisca l’allestimento di una formazione in grado di lottare da subito tanto per i playoff che per la serie B in un contesto ancora più ambizioso dell’attuale.Dal canto suo la società opererà ancora investimenti mirati, facendo leva una volta di più sulla forza delle idee e sulle motivazioni di giovani da valorizzare senza tuttavia rinunciare alla qualità. Ergo, il Bassano che verrà sarà ancora una squadra arrembante e pronta a battagliare contro chiunque.E in prima linea la proprietà starebbe meditando di potenziare considerevolmente il reparto con un predatore d’area di rigore per ovviare alla sterilità che quest’anno di fatto è costata un assalto alla B più concreto e convincente. Ecco, se le esigenze di via Piave e quelle del timoniere fiorentino collimeranno avremo il felice allungamento dell’accordo per la reciproca soddisfazione di entrambi. Diversamente le strade si separeranno e comunque amiconi come prima e più di prima, tantopiù che la storia recente del Soccer Team racconta unicamente di passioni veementi ma di breve durata sulla panchina. Da Petrone ad Asta, sino forse a Sottili, lo chef di livello è determinante per la riuscita del piatto, tuttavia qui badano di più agli ingredienti e alla materia prima.E qualora non maturasse l’attesa fumata bianca con l’attuale allenatore? Bassano si indirizzerebbe altrove, i profili di spessore non mancano. Nelle ultime ore c’è chi ha accostato al sodalizio cittadino il nome di Mauro Zironelli, 46 anni, pilota dell’Altovicentino e 3 anni fa alla guida di una promettentissima Berretti giallorossa. Allora fu scartato per mancanza di esperienza, ora è una lacuna che ha colmato, tantopiù che conosce l’ambiente e può essere l’uomo giusto per guidare un progetto con tanti prospetti su cui scommettere e qualche veterano da assemblare.Su Ziro ha mostrato interesse pure l’Alto Adige, e anche se si tratta soltanto di una voce per quanto insistente, è una candidatura plausibile.Nel frattempo proprio su Sottili si sono concentrate le attenzioni dell’Arezzo (che pensa anche ad Asta) e dello stesso Padova che però lo pone in subordine di Tedino del Pordenone. In piedi rimane anche la pista Petrone, un remake inseguito più dalla tifoseria che dalla realtà. STASERA L’AMICHEVOLE. Intanto stasera alle 20.30 al Mercante, spazio all’amichevole benefica tra il Bassano e l’Altovicentino, approntata per raccogliere fondi da destinare ad Achille Favret, 3 anni appena, il figlio del capitano dell’Alto, Stefano, ex giallorosso dal 2008 al 2010, alle prese con seri problemi di salute e per il quale si stanno mobilitando tantissimi amici del papà a non solo. L’opportunità ideale per aiutare uno splendido bimbo in difficoltà e salutare il Bassano protagonista di un’annata al di sopra di ogni più rosea aspettativa.

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Comunque vada, sarà impossibile dimenticare questa stagione. Il Pordenone partito per salvarsi sta lottando per salire in B. Un’alchimia felice, come nel magico Leicester di Ranieri in Inghilterra. Forse irripetibile. Bruno Tedino è il “capitano” della “ciurma” di pirati neroverdi che ha messo a ferro e fuoco la LegaPro, depredando i ricchi vascelli dei rivali. Nel suo racconto ecco, uno per uno, tutti i protagonisti. Anche chi, come De Cenco e Finocchio, lungo la rotta per la gloria ha fatto scelte diverse. Tomei: «Un calciatore che usa le mani – lo descrive il mister -. Con lui ho un rapporto molto solido. Per me Matteo è una garanzia, anche dal punto di vista morale». Boniotti: «The wall, il muro. Compatto, pugnace. Un giovane vecchio». Martin: «Dinamico, dotato di grandi qualità tecniche. Quando aveva 12 anni fui proprio io a lanciarlo nelle giovanili del Treviso. In una parola: affidabile». Stefani: «Incarna perfettamente il concetto del capitano-giocatore. Generoso, puntuale, un esempio per tutti». Pasa: «Un giocatore che sa anticipare il senso dell’anticipo. Vede le cose e intuisce il gioco prima degli altri. Il duttile intelligente». De Agostini: «Un ragazzo sano, che starebbe bene in qualsiasi organico». Filippini: «Il Totti del Pordenone. Grandi mezzi e grandi qualità. Del resto, chi ha talento non è mai “normale”». Pederzoli: «Il motore neroverde, dall’alto di una leadership innata. Motivatore dei compagni e cultore del lavoro». Strizzolo: «Trasformato. Oggi è una punta moderna che può fare tutto. Destinato al grande salto, frutto del percorso che ha saputo fare negli anni». Mandorlini: «È in grado di usare la qualità e la quantità nella stessa misura, al servizio del gruppo. Generoso». Berrettoni: «Un genio del pallone che ha ancora la vivacità del ragazzino. Possiede un senso della qualità elevatissimo. In più è autoironico. Trascinatore». De Toni: «Esuberante, con notevoli doti da esprimere». Marchi: «Ottimo difensore. Spigoloso e sfortunato». Beltrame: «Un talento ancora inespresso, dall’alto di potenzialità inaudite. Da noi è arrivato nel mercato invernale con problemi fisici. Se continuerà a lavorare sodo, come ha fatto per recuperare, ha davanti a sè un futuro importante». Berardi: «Ha disputato un buon girone d’andata, poi ha avuto noie. È un centrocampista completo, dotato di visione di gioco e muscolarità. Energico». Cattaneo: «Serio, ha offerto sempre un grande contributo al gruppo. Difficile da marcare per gli avversari, ci ha regalato 20 partite importanti». Talin: «È partito bene, poi ha patito gli effetti di un lungo stop. Garantisce spinta e corsa. Ancora in formazione». Ingegneri: «Ha saputo tornare a essere un difensore importante. Serio, applicato, concentrato. Direi irrinunciabile». Valente: «Il jolly. Lo uso spesso come cambio durante i 90’ perché sa spostare gli equilibri della sfida a nostro favore. Grimaldello». Buratto: «È diventato un uomo. Fisico, tecnico e grintoso». Ramadani: «Aggressivo e generoso. Il nostro pitbull». Martignago: «Tecnico, veloce, paziente, tenace. Spiace non averlo a disposizione dopo l’infortunio a Pavia. Il flash del reparto avanzato». Castelletto: «Devoto al lavoro e all’applicazione tattica. Pronto all’uso». Cosner: «A lui tengo parecchio. Non fa mai mancare il suo contributo alla causa. Serio, vive lo spirito di gruppo come pochi».

Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Mentre si ferma Cattaneo, l’ex juventino si fa avanti. «Sogno un gol all’Arena Garibaldi, in un ambiente da serie B, ma mi andrà bene anche una rete di Matteo Tomei su papera del loro portiere». Insomma, via i personalismi: prima viene il Pordenone. Parla così, Stefano Beltrame, a 48 ore dalla semifinale playoff contro il Pisa. L’attaccante di proprietà della Juventus è carico. «Sto sempre meglio – assicura -, anche se mi spiace non essere entrato in forma prima. Non sono ancora al top, ma finalmente mi sento bene». Lui la B l’ha già giocata: ad ambienti come quello che il Pordenone troverà all’Arena Garibaldi è abituato. «Ci sarà il tutto esaurito – dice Beltrame -. Ma un giocatore se vuole crescere deve passare da lì, da partite come queste. Non dovremo sentire troppo la pressione. Io sono tranquillo perché gran parte del gruppo ha già vissuto situazioni e gare del genere. Non avremo nulla da temere». Gara doppia, andata e ritorno, una novità per il Pordenone. «È vero, sarà diverso – ammette il talento biellese -. Intanto dovremo pensare solo all’andata. Sarà una battaglia, contro un Pisa motivato che rispecchia il carattere del suo allenatore. Davanti al suo pubblico cambia pelle e diventa fortissimo. La partita contro la Casertana, però, ci ha dato una spinta ulteriore. Abbiamo saputo lottare e soffrire con ordine. Un’iniezione di morale non da poco». Ora però il Pordenone non è più una sorpresa. «È vero – ammette ancora Beltrame -. Adesso sanno chi siamo, ma per noi non è un problema. La squadra più forte delle quattro semifinaliste? Dopo di noi – sorride – metto il Foggia, che a mio parere ha qualcosa più delle altre. Vorrei un gol già in semifinale: per i tifosi e la società che mi stanno facendo vivere questi momenti». Assist perfetto per arrivare alla domanda che riguarda il futuro: «A fine stagione parlerò con la società, ma dico già che mi piacerebbe rimanere a Pordenone. In qualsiasi categoria? Sì. Preferirei la B, ma resterei anche in LegaPro. Raramente mi sono trovato così bene in una città».

Ore 16.50 – (Messaggero Veneto) Il presente dice che c’è una semifinale play-off da giocare tra due giorni, un Pisa-Pordenone impronosticabile a inizio anno. Tuttavia non c’è soltanto questo argomento all’ordine del giorno in casa neroverde. C’è il futuro da affrontare e in particolare il destino del consulente di mercato Giorgio Zamuner e del tecnico Bruno Tedino. Entrambi sono stati associati al Padova la scorsa settimana. Ieri, in proposito, Zamuner ha avuto un colloquio col presidente, Mauro Lovisa. Il primo ha informato il massimo dirigente dell’opportunità coi biancoscudati, ma, al contempo, gli ha detto che per il momento ha in testa solamente il finale di stagione coi “ramarri” e che ogni altro discorso sarà affrontato alla fine della post-season. E’ certo che il Padova voglia Zamuner come nuovo responsabile della gestione sportiva del club ed è pure molto probabile che la trattativa si concretizzi: ma, per il momento, non c’è alcun accordo scritto. La società biancoscudata vorrebbe anche Tedino. Sarà molto difficile però strapparlo al Pordenone, in quanto il trainer è legato da altri due anni di contratto. In questo senso, in un’intervista riportata dal Mattino di Padova, Lovisa è stato molto chiaro: «Il Padova desidera Tedino? Deve pagarmelo a peso d’oro, perché Bruno ha un costo e io di soldi ne ho investiti parecchi. La vedo dura, anzi potrei già dire che è meglio che se lo scordino, Bergamin (il presidente, ndr) e gli altri, il nostro mister…». Quindi Lovisa ha aggiunto: «Tedino mi ha ripetuto di non avere avuto alcun contatto con i biancoscudati. E per me la sua stretta di mano, al momento in cui ha sottoscritto il prolungamento dell’accordo, vale tanto». Insomma, si complica la pista che porterebbe il tecnico all’Euganeo. Diversi i toni che Lovisa ha usato per Zamuner: «Lui è un libero professionista, che può andare via quando vuole, anche se tra di noi c’era (usa l’imperfetto, di proposito, ndr) un gentlemen agreement per una sua permanenza di tre anni».

Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Circa 150 biglietti venduti a due giorni dalla partita. E la previsione è toccare quota 200. Continua a rispondere positivamente il popolo neroverde di fronte alla sfida dell’Arena Garibaldi: Mandorlini e soci saranno sostenuti da un discreto numero di tifosi nello stadio del Pisa, dove è prevista una vera e propria bolgia. A ieri infatti sono stati venduti circa 6.500 tagliandi e, alle 19, si è chiuso il terzo giorno di prelazione per l’acquisto dei ticket: dalle 9.30 di oggi saranno rimessi in vendita i tagliandi di coloro i quali non hanno usufruito del diritto di prelazione. Inoltre c’è attesa anche per il via libera relativo all’aumento di capienza che dovrebbe prevedere 1.200 biglietti in più in gradinata e 200 in curva Nord. In teoria dovrebbe esserci il via libera: non è escluso così che l’Arena Garibaldi domenica sarà popolata da ben 10 mila persone. Intanto ieri è scattata la prevendita dei biglietti per la gara di ritorno del Bottecchia, in programma il 29 maggio. Sino a questo momento sono stati interpellati soltanto i 200 abbonati, che godono del diritto di prelazione: è molto probabile che quasi tutti acquistino il ticket. Una volta esaurito quest’obbligo saranno liberati i 1.300 ticket rimanenti. E lì scatterà una vera e propria caccia: con la Casertana i tagliandi sono andati a ruba in 48 ore. D’altronde è la gara più importante di tutta la storia del Pordenone.

Ore 16.10 – (Messaggero Veneto) Nessun calcolo, nonostante si possa farlo. Il Pordenone a Pisa giocherà per vincere. Parola del suo golden boy, Stefano Beltrame, finalmente titolare da due gare (e con altrettanti gol all’attivo). L’attaccante della Juventus, classe ’93, non guarda il fatto che la semifinale play-off di Lega Pro si giochi sui 180’ e che quindi anche un pari andrebbe bene, all’Arena Garibaldi. «Giocheremo come abbiamo sempre fatto», dice. Sulla possibile promozione in B non si sbilancia, sul suo futuro sì, eccome: «Vorrei rimanere qui, in ogni caso». Beltrame, che sia Lega Pro o serie cadetta, lei comunque preferirebbe non muoversi da Pordenone? «Il mio pensiero adesso è rivolto alle prossime due partite. Poi se guardo avanti dico che qui ci starei più che volentieri. C’è tutto per fare bene e crescere. Spero però di essere in serie B (sorride, ndr)». Rimaniamo sull’attualità: questa squadra può battere il Pisa? «Di certo non abbiamo paura di nessuno. Ci sono tanti giocatori abituati a disputare questo tipo di gare e, come gruppo, siamo forti. Non so se siamo la più forte o la più scarsa delle quattro semifinaliste: dico soltanto che questo Pordenone non è più una sorpresa, ma una realtà». Cosa ci vorrà domenica all’Arena Garibaldi? «Dobbiamo giocare come sappiamo e come abbiamo sempre fatto. Quindi per fare bottino pieno. Non bisogna considerare il fatto che ci sarà il ritorno, ma giocare e cercare di centrare il miglior risultato possibile. Ora serve tanto carattere, perché le sfide sono toste così come gli ambienti che troveremo. Io sono pronto: la crescita di un giocatore passa anche da queste gare». A proposito: lei sta bene? «Sì, mi sento sempre meglio. E’ chiaro che non sono al top, ma ci sto lavorando: il livello massimo è vicino. Mi sarebbe piaciuto arrivare prima a dare una mano alla squadra, ma va bene così. Sono titolare da due partite e mi gioco le mie chance». Intanto gioca come seconda punta, che è il suo ruolo. «Sì, è la posizione in cui rendo di più. Mi piace svariare e non dare punti di riferimento (il secondo gol alla Giana è arrivato così, ndr). Io so cosa posso dare e anche il mister ne è a conoscenza. Spero di dare ancora il mio contributo». Cosa darebbe per un gol a Pisa? «Mi piacerebbe, ma chiunque segni va bene: l’importante è andare avanti, passare il turno. Noi arriviamo al match carichi, ancora di più dopo la vittoria ottenuta con la Casertana. Il successo di domenica scorsa ci ha dato ulteriore spinta per affrontare le prossime due partite».

Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Venezia in semifinale “solo” vincendo a Piacenza? Difficile ma non del tutto impossibile, stando ai precedenti, passare il primo turno con tre punti all’attivo. In sei occasioni infatti, da quando la poule scudetto di serie D è articolata con l’attuale formula a triangolari (1999/2000), alla miglior seconda sono bastate una vittoria e una sconfitta per andare in final four: dal 2002 al 2006 è stato il caso di Fano, Isernia, Rende, Gallipoli e Sorrento, nonché nel 2008 del San Felice Normanna capace poi di sbaragliare la concorrenza conquistando il titolo. Ricorsi storici a parte l’unica certezza è però che dopodomani al Garilli (ore 16) il Venezia, dopo il ko per 4-3 del Penzo con lo Sporting Bellinzago, deve riuscire a infliggere al Piacenza la prima sconfitta casalinga stagionale. Servirà un’impresa, visto che i biancorossi emiliani hanno dominato il girone B con 50 punti nel girone di andata, 46 in quello di ritorno, per un totale di 96 che ha riscritto il record della categoria. Chiaramente ai lagunari di Giancarlo Favarin servirà anche la fortunata concomitanza di buoni risultati dagli altri triangolari (Gubbio 3 punti, Sambenedettese e Parma 0 nel B, Viterbese 3, Virtus Francavilla e Siracusa 0 nel C), quindi per aumentare le proprie speranze sarebbe consigliato vincere con due reti di scarto per portare in attivo la propria differenza reti, prima di attendere da spettatori la sfida tra piemontesi ed emiliani del 29 maggio. Mentre al Venezia per la prossima Lega Pro sembra interessare il 31enne attaccante Francesco Virdis (Savona), al Taliercio proseguono gli allenamenti per Piacenza dove mancherà Acquadro per squalifica. COPPA DISCIPLINA – Venezia da matita rossa in Coppa Disciplina. La Lega Nazionale Dilettanti ha reso nota la speciale graduatoria stilata sulla base del comportamento di società, dirigenti, tecnici e calciatori. Sulle 171 squadre di serie D il Venezia se ne è lasciate alle spalle appena nove ovvero Avezzano, Siracusa, Torrecuso, Cavese, Olginatese, Recanatese, Gubbio, Pomigliano e Gragnano.

Ore 15.20 – (La Nuova Venezia) Doppia opzione per Giancarlo Favarin per sostituire lo squalificato Alberto Acquadro domenica a Piacenza: la prima, formata dalla coppia senior Calzi-Marcolini con Chicchiarelli in attacco, oppure l’inserimento di Callegaro a centrocampo con la conferma dell’attacco “anziano”. Continuano a lavorare a parte Taddia, Busatto e Acquadro, mentre Carbonaro è rientrato in gruppo, dopo aver smaltito qualche acciacco residuo dell’ultima partita. Al centro della difesa invece tornerà Modolo. Venezia con un piede fuori dalla poule scudetto dopo la sconfitta casalinga contro il Bellinzago, potrebbe rimanere in corsa solo con un’ampia vittoria a Piacenza, squadra che ha ottenuto il record di punti in serie D (96), con 30 vittorie in 38 partite e al Garilli ha conquistato 55 punti sui 57 disponibili (solo il Ciserano, come all’andata, ha imposto il pareggio a Epifania per 2 a 2). Nel momento dei bilanci e delle classifiche da registrare anche un Venezia in coda alla Coppa Disciplina di serie D con 68,60 punti (32,40 società, 16,00 dirigenti, 4,60 tecnici e 15,60 giocatori), prima la Caronnese (10,08 punti). Biglietti. Il Piacenza ha comunicato i prezzi e la modalità di accesso alla partita di domenica (ore 16) allo stadio “Garilli”: Distinti/Rettilineo 5 euro, Tribuna Libera 10 euro, Tribuna Numerata 15 euro, Tribuna Centrale: 20 euro, Curva “Sud” Ospite 8 euro; ingresso omaggio per gli Under 12, la tribuna ospite è denominata “Tribuna Libera Sud” e avrà un costo di 10 euro. Per quanto riguarda il parcheggio del settore ospite “Curva Sud” per raggiungerlo bisognerà prendere l’uscita autostradale “Piacenza Sud”, alla rotonda dell’uscita girare a sinistra e imboccare la tangenziale, infine prendere l’uscita “Parcheggio settore ospite, centro commerciale Galassia, UCI Cinemas Multisala”. Mercato aperto. Oltre al trequartista Cesarini e al portiere Facchin, comincia ad allungarsi la lista dei nomi abbinati al Venezia che punta ad allestire una squadra in grado di lottare per la promozione in serie B. Per la difesa è spuntato il nome di Trevor Trevisan, trentaduenne di Cassino, ma cresciuto nelle giovanili del Conegliano, poi una stagione anche nella Berretti del Venezia (1999-2000), a 16 anni, il top tra il 2007 e il 2013 con il biennio a Pisa e i quattro anni e mezzo al Padova, dal 2014 in forza alla Salernitana con cui ha conquistato la serie B e in questa stagione ha collezionato 10 presenze. La destinazione Venezia consentirebbe a Trevisan di riavvicinarsi a casa visto che si è stabilito a Padova e a gennaio sembrava in procinto di passare al Vicenza: il difensore è tra i convocati per la partita di questa sera all’Arechi tra la sua Salernitana e il Como.

Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) L’obiettivo stagionale è stato centrato sabato scorso a Latina, quindi la partita di stasera contro il Perugia verrà vissuta dai tifosi biancorossi con quella tranquillità che due mesi fa in pochissimi avrebbero solo potuto sperare. Franco Lerda però chiede ai suoi l’ultimo sforzo per chiudere la stagione con una vittoria. «La mia idea è che sia doveroso dare il massimo anche domani (oggi, ndr ) – precisa il tecnico del Vicenza – Tutti vogliamo finire bene, con una vittoria; ai ragazzi ho detto che quella di domani è una partita particolare, lo dobbiamo prima di tutto ad una tifoseria che ci ha sempre sostenuto, e alla nostra immagine, che è forse più importante della graduatoria stessa». Tra infortunati e squalificati la lista degli assenti è ancora più lunga del solito, ma Lerda non cerca scuse. «Scenderemo in campo con la miglior formazione possibile, anche se stavolta farò giocare chi finora ha avuto meno spazio ma si è sempre allenato con impegno ed è stato il primo tifoso di chi è sceso in campo. Come ho detto tante volte, in questo gruppo ci sono persone serie, e anche per questo ci teniamo a finire bene, per festeggiare con tutto lo stadio. Sono stati due mesi duri ma abbiamo centrato l’obiettivo e adesso possiamo anche goderci il momento». Quello che vedremo contro il Perugia sarà un Vicenza con Pelizzoli che difenderà la porta biancorossa, con El Hani cha giocherà al fianco di Brighenti, e che vedrà a gara in corso l’inserimento di qualche giovane di belle speranze. «Tra i pali ritengo sia giusto che giochi Pelizzoli – spiega Lerda – l’ho già detto a Benussi che ha capito; Pelizzoli è arrivato in punta dei piedi, si è messo a disposizione pur possedendo una carriera tra le più importanti tra i giocatori che ho allenato. Tutti abbiamo apprezzato il modo in cui si è comportato e quindi si merita un piccolo riconoscimento, senza dimenticare che nel ruolo in categoria ha ancora pochi rivali. Per il resto vedremo coma andrà la gara, però potrei decidere di premiare anche qualcun altro». L’attenzione è anche rivolta alla posizione di Lerda, che nei giorni corsi si è confrontato con i vertici di Vi. Fin. per valutare la possibilità di allungare il contratto. «Come ho detto tante volte il mio orientamento è quello di dare continuità a questo percorso. L’orientamento della società è quello di confermare questo staff, per cui esistono tutti i presupposti per andare avanti. La prossima settimana ci rincontreremo e vedrete che un accordo lo troveremo. La cosa importante – continua – è che sta per entrare una nuova proprietà, e questo potrà accadere perché il Vicenza si è salvato da una situazione molto pericolosa. La società ha un glorioso passato, ma si dovrà presentare una squadra con credenziali per far bella figura in questa categoria, consapevoli che Vicenza ha una tifoseria che merita grandi soddisfazioni».

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Niente turnover, almeno inizialmente. L’allenatore Franco Lerda è intenzionato a chiudere nel miglior modo possibile la stagione del Vicenza, provando a raggiungere con una vittoria sul Perugia (fischio d’inizio stasera al Menti alle 20.30) il ragguardevole bottino di venti punti conquistati in dieci partite. Ecco perché in questo ultimo turno, a salvezza già acquisita, manderà in campo comunque i migliori giocatori a sua disposizione, discostandosi dall’undici-base solo per la necessità di sopperire alle squalifiche.GIOCA PELIZZOLI. L’unica eccezione riguarderà il ruolo del portiere, per il quale Lerda, di comune accordo con il titolare Francesco Benussi, ha deciso di concedere l’opportunità di giocare la sua prima partita in biancorosso all’esperto Ivan Pelizzoli; l’estremo difensore sarà protetto dalla coppia centrale in cui El Hasni affiancherà Brighenti, viste le squalifiche contemporanee di Adejo e Ligi. I terzini inizialmente saranno come sempre Sampirisi a destra e D’Elia a sinistra, anche se l’impressione è che Bianchi e Pinato abbiamo buone opportunità di rilevarli a gara in corso.SBRISSA PER VITA. L’altro squalificato, Vita, sarà sostituito nel ruolo di trequartista di destra da Sbrissa, che completerà il trio con Galano e l’umbro Giacomelli, pronto a vivere il suo derby personale. Sono confermati invece i centrocampisti Moretti e Signori, con Ebagua come centravanti titolare e Raicevic pronto a subentrare dalla panchina.

Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Un altro passo avanti verso la cessione del Vicenza a Vi. Fin. Ieri l’assemblea della finanziaria si è conclusa con la decisione di aggiornarsi al 27 maggio perchè si è in attesa che arrivi dall’Agenzia delle entrate l’ufficialità della rateizzazione in 12 anni del debito tributario. In quella data si voterà per esercitare il diritto d’opzione sull’acquisizione della società di via Schio. Questo slittamento comunque non comporta ripensamenti da parte dei soci. Si tratta di una volontà che è emersa al termine dell’assemblea, a cui non ha partecipato l’altro amministratore delegato di Vi. Fin., Marco Franchetto, bloccato da un attacco febbrile. Il dirigente era comunque collegato telefonicamente con gli altri soci.Nel frattempo, a margine della conferenza stampa prepartita di Franco Lerda, il presidente Alfredo Pastorelli in vista dell’assemblea di Vi.Fin. aveva anticipato che non ci sarebbero stati intoppi: «Tutto è già definito, c’è pieno accordo sulla volontà di proseguire con la definizione del passaggio di proprietà – aveva detto il presidente della finanziaria che sta per rilevare il Vicenza da Finalfa -. Mi sarebbe piaciuto poter perfezionare ufficialmente il tutto già oggi, in modo da poter festeggiare con i tifosi in occasione di Vicenza-Perugia, ma i documenti dell’Agenzia delle entrate richiedono ancora un po’ di tempi e passaggi interni burocratici. L’importante, comunque è la sostanza: come Vi. Fin. inizialmente avevamo ipotizzato una rateizzazione del debito tributario in 15 anni, l’accordo raggiunto è stato per 12, ma questo non rappresenta un problema, quindi procederemo con l’acquisto sulla base di quanto già concordato anche con Cassingena e il notaio».Nel corso dell’assemblea si è anche parlato del prossimo impegno economico che attende il Vicenza. Entro il 16 giugno bisognerà pagare stipendi e contributi per un importo di circa un milione e 700mila euro. La necessità di mettere nuovamente mano al portafoglio conduce inevitabilmente a una riflessione sul ventilato ingresso nella compagine societaria di Savino Tesoro. Sulla questione non ci sono novità di giornata, comunque qualcosa (di segno positivo o negativo) si dovrebbe sapere a breve. Quel che è certo è che se l’imprenditore pugliese decidesse di rinunciare all’avventura biancorossa la situazione si complicherebbe perchè ai soci verrebbe chiesto un ulteriore sforzo economico.Torniamo comunque all’acquisizione del Vicenza. Visto che i soci di Vi. Fin. si rivedranno il 27 maggio e che il documento dell’Agenzia delle entrate dovrebbe arrivare nei primi giorni della prossima settimana, si può ipotizzare che la fatidica firma di Sergio Cassingena potrebbe arrivare all’inizio di giugno. E in quel momento si potrà davvero dire che il Vicenza ha voltato pagina.

Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Dalla chiacchierata di metà marzo, chiusi nello stanzino di Isola, alla chiacchierata di metà maggio, nel bel mezzo del campo numero 1 di Isola. Non sono cambiati i protagonisti: Franco Lerda e Nicolò Brighenti. Ma è cambiato che il Vicenza si è salvato. Lei aveva detto: «A me interessa solo salvare il Vicenza». La società, la categoria e – viste le sue origini venete e la famiglia che sta sbocciando – anche il posto di lavoro.Questo è forse stato il primo anno in cui ho visto il calcio soprattutto come un vero e proprio lavoro. Era un momento particolare della mia vita, c’erano tante cose in ballo per me ma anche per la città. Sono un vicentino acquisito. È per questo che sabato, quando ho saputo del pareggio della Ternana, prima mi sono incazzato perché avevamo perso però poi mi sono sentito in una maniera incredibile.Per stasera, ultima partita della stagione, vorrebbe che…Che fosse una bellissima serata, però la spina la stacchiamo dopo la partita perché farlo prima sarebbe da stupidi. Ce lo siamo detti con il mister negli spogliatoi: saremo davanti ai nostri tifosi, con lo stadio pieno e la festa si rovina se fai una brutta figura. C’è stato un momento, durante la stagione, in cui ha guardato i suoi compagni a muso duro?Dopo la partita con il Trapani, prima del cambio di allenatore. Con i miei compagni ci siamo trovati a pranzo e poi, una volta fuori, c’è stato un vero e proprio faccia a faccia: se anche fosse cambiato l’allenatore, poi non ci sarebbero state più scuse perché stava a noi salvare il nostro lavoro, la squadra e la città. Ci siamo detti che si doveva fare di più e non solo a parole perché quelle non servivano più.A che livello è arrivata la sua rabbia?Dopo la gara con il Trapani sono successe talmente tante cose, compresa la mia espulsione, che mi hanno portato a non dormire la notte. Era improvvisamente diventato innocuo Marino o è stato molto bravo Lerda?Secondo me non è nemmeno questione di meriti, perché tutti ci abbiamo messo del nostro. Però è chiaro che la colpa non fosse di Marino, perché poi il cambio l’abbiamo fatto noi. Lerda è stato bravo a toccare i tasti giusti, ma il cambiamento vero e proprio l’ho visto nell’impegno della squadra. Qual è stato, invece, l’abbraccio più bello che ha ricevuto?Quello dei miei compagni e del mister, a salvezza acquisita. È con loro che ho condiviso questi ultimi due mesi nei quali non potevi permetterti di staccare un minuto la domenica a casa, nel tempo libero… Quanto è stato difficile conciliare le difficoltà lavorative con la gioia familiare?Qui devo dar merito a mia moglie: siamo riusciti a portare avanti entrambe le cose per merito suo perché ha capito benissimo la situazione e io ho cercato di fare il massimo a casa. Sapevamo che questi due mesi ci avrebbero permesso di avere un finale più sereno per la nostra famiglia, per goderci l’ultima parte della gravidanza e pensare anche alla possibilità di rimanere a Vicenza.Cos’ha imparato da capitano?Posso dire, ma senza presunzione, che quello che ho fatto da capitano lo facevo anche prima, non è cambiato niente per me. Certo, il mio infortunio ha dato ancora più sapore alla fascia, alla salvezza… per me è come se avessimo vinto il campionato, bellissimo.Da difensore?Che se tutta la squadra non si sbatte, ma dal primo all’ultimo, dal difensore all’attaccante… tu puoi avere la difesa più forte del campionato ma il gol lo prendi lo stesso. E da uomo?Ho imparato che sapere di avere anche nelle proprie mani il futuro di una società dà tante responsabilità. Quando mi è capitato di incontrare persone in giro per la città che col cuore in mano chiedevano di fare l’impossibile per salvare la loro storia – al di là dei tuoi soldi e della tua carriera che sarebbe andata avanti comunque – mi sono molto impressionato.Cosa si sente di rispondere a tutte quelle persone che dicono «Ci vorrebbero 11 Brighenti in squadra»?È un motivo d’orgoglio ma, per come sono fatto io, è soprattutto uno stimolo per fare ancora di più. E a Filippo, quando diventerà grande, cosa racconterà di questa stagione?Mi sa che perderà tutta l’adolescenza ad ascoltarmi! – sorride – Ma gli racconterò che anche quando le cose sembrano così impossibili, se ci credi, possono cambiare. Guardandomi indietro vedo tante cose assurde… ma mi prendo il merito che, grazie alla mia testa dura, sono riuscito ad affrontarle.

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Che festa sia. Lo sarà per molti, moltissimi tifosi, che stasera riempiranno lo stadio Menti: giusto celebrare una salvezza sofferta e mai così importante, perché proprio la permanenza in serie B consentirà al Vicenza Calcio di avere un futuro. «La risposta dei nostri tifosi è stata straordinaria – ha sottolineato ieri il presidente Gian Luigi Polato -. Stiamo andando verso il tutto esaurito, e per agevolare anche chi non ha avuto ancora modo di comprare il biglietto confermeremo l’ingresso a 2 euro anche il giorno della partita». Polato ha poi rivolto una raccomandazione al pubblico: «Bisognerà attendere la fine della partita per l’eventuale invasione di campo, così eviteremo il rischio di incappare in penalizzazioni».ULTIMA DA ONORARE. Il tecnico Franco Lerda ritiene doveroso onorare al meglio l’ultima partita stagionale: «Il clima sarà particolare, non ci sarà l’assillo della classifica, però ci teniamo ugualmente molto – ha spiegato -. Vogliamo finire bene il nostro compito: per questo schiererò la migliore formazione possibile. L’unica eccezione sarà per Pelizzoli, che ha alle spalle la carriera più importante dell’intera rosa, eppure si è messo a disposizione del gruppo con umiltà e professionalità: ho parlato anche con Benussi, e siamo d’accordo che merita questo riconoscimento».CAMBI IN CORSA. Se l’undici iniziale sarà dunque composto ancora dai “titolarissimi”, Lerda intende dare spazio anche a chi ha giocato meno: «Mi spiace che non siano possibili deroghe: farei qualche sostituzione in più per ringraziare tutti i componenti di questo gruppo. Ognuno di loro, anche chi non ha giocato, si è dimostrato una persona di valore e ha contribuito a raggiungere l’obiettivo. Parlo di persone, e non di professionisti, perché sono i valori umani a fare la differenza: lo facevano anche a Casale, quando allenavo tra i dilettanti, è lo stesso in serie B».MARTEDÌ IL FUTURO. Più che alla partita di stasera, l’attenzione di tutti in realtà è già proiettata al primo e maggiore nodo da sciogliere in vista del prossimo campionato: sarà ancora Franco Lerda, dopo l’impresa della rimonta-salvezza, a sedere sulla panchina biancorossa? «Martedì saprete tutto – ha annunciato lo stesso allenatore -. Sono stato invitato a prendere parte alla festa per la promozione del Crotone: per questo mi rivedrò con Alfredo Pastorelli solo martedì». Le due parti, in realtà, si sono già incontrate una prima volta: «Mi sento di dire che l’orientamento è quello di chi vuole raggiungere un accordo – ha riferito Lerda -. Sia da parte mia, sia da parte della società l’intenzione è questa, quindi mi auguro che si possa trovare l’intesa». Quanto alle ambizioni del futuro progetto tecnico, l’allenatore non ha avanzato pretese di ambizioni immediate: «Non ne abbiamo ancora parlato nei dettagli, ma credo che l’idea sia quella di costruire una squadra che possa dire la sua, salvarsi senza eccessivi affanni e gettare le basi per un progetto importante, non troppo a lungo termine».NON A TUTTI I COSTI. Ad assistere alla conferenza stampa ieri mattina c’era anche il presidente di Vi.Fin. (e futuro presidente del Vicenza?) Alfredo Pastorelli, che avvicinato alla fine dell’incontro ha rilasciato una battuta sulla possibile conferma di Lerda: «L’orientamento è quello, ma non a tutti i costi – ha spiegato -. Quest’anno è bene dire con chiarezza che la priorità sarà quella di ripianare i conti, quindi non potremo sostenere ingaggi faraonici. C’è anche la questione di Marino, che ha ancora un anno di contratto… Io comunque sono ottimista di natura, quindi sono fiducioso sulla possibilità di trovare la soluzione migliore».

Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Dai dilettanti alla Serie B, in un colpo solo. È arrivato il momento del grande salto nel professionismo per il capocannoniere padovano del campionato di Eccellenza: Massimiliano Giusti, 21 anni a dicembre, è stato acquistato dal Vicenza, che pare abbia versato circa 20 mila euro nelle casse dell’Abano per assicurarselo. La parabola dell’attaccante cresciuto nel settore giovanile del Padova e che quest’anno, con le sue 19 reti, ha trascinato la Thermal alla salvezza, sembra finalmente aver preso una direzione verso l’alto. Dopo la promozione in D con la Thermal, a soli 17 anni, i primi gol in quarta serie e il passaggio in neroverde, sull’altra sponda di Abano, Giusti non era riuscito a concretizzare la sua crescita sportiva. E l’estate scorsa, a quel punto, era stato il ds della società di Gildo Rizzato, Andrea Maniero, a dargli un consiglio che, con il senno di poi, si sarebbe rivelato profetico. «Forte dell’esperienza che avevo avuto con Tommy Maistrello», racconta il direttore sportivo, «ho consigliato a Massimiliano di scendere in Eccellenza, e di provare lì ad imporsi come attaccante vero, ché qualcosa sarebbe successo. E così è stato». Il Vicenza l’ha seguito, e ha deciso a tutti i costi di prenderlo. Pochi giorni fa Giusti ha salutato Abano e ha sottoscritto un contratto pluriennale con il club berico. «Deve ancora maturare, per diventare un giocatore di un certo livello deve fare necessariamente questo passo. Gli voglio bene, e gli auguro di impegnarsi a testa bassa, senza montarsi la testa», l’auspicio di Maniero. Max, dal canto suo, oltre a quello dei tantissimi amici ed ex compagni, ieri sul suo profilo facebook ha ricevuto l’augurio speciale di Cristiano Masitto, l’allenatore con il quale, appena 17enne, aveva conquistato la D: «Non sei arrivato, sei appena partito», gli ha scritto il suo ex mister, «non tradire chi ha sempre creduto in te». Giusti ha risposto: «Farò di tutto per non deludere chi ha creduto in me, ti ringrazio per tutto quello che mi hai insegnato».

Ore 12.30 – (Gazzettino) «La prima volta non si scorda mai», recita il famoso detto. Amedeo Benedetti il primo gol in maglia granata se l’è tenuto caldo sino alla fine, nella penultima fatica stagionale del Cittadella. A Benevento ha scritto il proprio nome nel tabellino dei marcatori, siglando il momentaneo 2-1: «L’ho inseguito per tutto l’anno, di solito uno o due riesco a farne in un campionato, ero ancora a secco», racconta Benedetti, che ha una dedica speciale: «È tutto per la mia ragazza, Martina». Il difensore va spesso a calciare da fermo, angoli e punizioni: «Ci provo, a Benevento finalmente sono riuscito a fare gol». Il Cittadella ha vinto con una prestazione tonica, considerando il periodo dell’anno: «Peccato non aver fatto il quinto gol, abbiamo avuto due favorevoli occasioni nel finale. Ci avrebbe permesso di giocare contro la Spal avendo due risultati utili sui tre a disposizione. Ma va bene così: vogliamo vincere la Supercoppa e sono sicuro che faremo bene». Il Benevento non aveva mai perso in casa: «Non lo sapevo, la nostra vittoria, quindi, dà ancora più lustro a questo Cittadella che ha disputato un’annata strepitosa». Benedetti è stato il primo ad arrivare dalle parti di Cappelletti dopo lo scontro con Alfonso: «Mi sono spaventato quando l’ho visto a terra. Per fortuna si è ripreso subito». Mercoledì a Benevento, domenica la Spal: due impegni ravvicinati che richiedono un notevole dispendio di energie, fisiche e mentali. Come si recuperano le fatiche? «Il doppio viaggio è stancante, adesso ci sono tre giorni per prepararci al meglio. Sicuramente la Spal arriverà meglio di noi, più riposata, ma noi giocheremo in casa, avremo la forza del nostro pubblico che spero sia numeroso. Vogliamo festeggiare ancora una volta, tutti assieme». Benedetti non ha mai giocato in serie B… «Sarà un campionato difficile, più tosto di quello appena concluso, e mi piacerebbe affrontarlo con il Cittadella». Oviamente di questo se ne discuterà con il Chievo, che detiene il suo cartellino: «Sono in prestito, dipendesse da me resterei in granata senza pensarci troppo».

Ore 12.10 – (Gazzettino) Il giorno dopo la sfida di Benevento, il Cittadella si lecca le ferite. Cappelletti e Scaglia sono usciti nel primo tempo dopo due violenti scontri di gioco – il primo con il proprio portiere Alfonso, il secondo con l’attaccante Marotta – Litteri e Jallow hanno terminato l’incontro zoppicanti. Pareva un bollettino di guerra, per fortuna il quadro generale non è così drammatico come poteva apparire a chi ha visto la partita di mercoledì. Cappelletti e Scaglia, tra l’altro, erano finiti all’ospedale per gli accertamenti di rito, dopo le rispettive botte in testa: entrambi si sono sottoposti alla Tac, che ha dato esito negativo. I due difensori hanno comunque rimediato un trauma cranico commotivo, saranno valutati nella giornata odierna, alla ripresa degli allenamenti, quando si deciderà se aggregarli al gruppo, farli lavorare per conto proprio o tenerli fermi. Scaglia sta sicuramente meglio di Cappelletti, che ha rimediato anche dieci punti di sutura al labbro. Niente di preoccupante, invece, per gli attaccanti: Litteri ha preso una botta al ginocchio ma oggi sarà regolarmente a disposizione di Venturato, al pari di Jallow che ha concluso la partita di Benevento con un crampo. ARBITRO – La terza partita di Supercoppa tra Cittadella e Spal, che si giocherà domenica alle 20.45 al Tombolato, sarà diretta da Di Ruberto di Nocera Inferiore.

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Una vittoria che ha lasciato il segno. In campo, perché il 4-2 rifilato a domicilio al Benevento ha chiarito ancora una volta quali siano le enormi qualità tecniche, tattiche e morali di questo Cittadella. Ma lo ha lasciato pure… sul corpo dei giocatori. Chiedere per credere a Cappelletti e Scaglia, che mercoledì sera hanno abbandonato lo stadio Vigorito a gara ancora in corso per raggiungere l’ospedale locale ed effettuare una Tac, dopo i colpi ricevuti alla testa nel corso del match di SuperCoppa. L’esito è stato negativo per entrambi, dimessi con una diagnosi di “trauma cranico commotivo” e, per quanto concerne Daniel, pure con un taglio al labbro superiore, suturato con 10 punti. Il linguaggio medico un po’ impressiona, ma non deve allarmare: entrambi si sono subito riaggregati ai compagni e sono rientrati a Padova in treno nel pomeriggio di ieri, raggiungendo Cittadella attorno alle 18. Nelle prossime ore sarà valutata la loro condizione e se potranno recuperare per la decisiva gara di domenica sera (ore 20.45, al Tombolato) con la Spal. Sospiro di sollievo, intanto, per Litteri e Jallow, usciti dal campo zoppicando: il primo per un colpo al ginocchio, il secondo per i crampi. Tutt’e due, oggi, si alleneranno regolarmente. Bisogna vincere. Una cosa è certa: per conquistare il trofeo domenica occorrerà battere la Spal (la gara sarà diretta da Carmine Di Ruberto di Nocera Inferiore, assistenti Semperboni di Bergamo e Loni di Cagliari). Al momento le due squadre sono appaiate a 3 punti in classifica, ma i ferraresi hanno un gol di vantaggio, avendo superato per 4-1 il Benevento nel loro incontro, e potranno accontentarsi del pari. Diverso sarebbe stato se il Citta avesse siglato il 5-2: a quel punto la differenza-reti sarebbe stata la stessa degli uomini di Semplici, ma i granata sarebbero stati premiati dal maggior numero di gol segnati nel girone. «Rammarico e paura». «Ero il più vicino a Cappelletti e, quando l’ho visto stramazzare a terra dopo lo scontro con Alfonso, mi son preso un bello spavento», racconta Amedeo Benedetti. «Per qualche secondo è rimasto privo di sensi, in più aveva il volto ricoperto di sangue. Per fortuna si è ripreso quasi subito, tranquillizzandoci. Scaglia, invece, è rimasto un po’ intontito per la botta alla tempia, in quei casi sottoporsi ad un controllo è la prassi». La gara si è chiusa con un pizzico di amarezza. «Siamo consapevoli di aver disputato una buona partita, ma c’è un certo rammarico per aver mancato il quinto gol: ci avrebbe permesso di affrontare la Spal con due risultati su tre a disposizione». «Voglio restare». Benedetti a Benevento ha anche trovato il suo primo centro stagionale, di sinistro, su punizione. «Lo dedico a Martina, la mia ragazza. Di solito segno sempre un gol o due a stagione, mentre sin qui mi ero limitato al palo colpito con il Renate e a qualche occasione sprecata: tenevo a lasciare un segno. Adesso? Sono al Cittadella in prestito secco dal Chievo, ma è chiaro quale sia il mio desiderio: rimanere qui. Ancora non ne hanno parlato, ma spero che le società trovino un accordo per prolungare la mia permanenza in maglia granata».

Ore 11.30 – (Corriere del Veneto) A Cittadella Alessandro Sgrigna non dovrebbe rinnovare il proprio contratto con i granata e cerca una soluzione in zona. Per il momento sono da registrare semplici «sondaggi» da parte di Bassano e Venezia, mentre il Padova dopo la partenza di Fabrizio De Poli non pare una soluzione percorribile. Buone notizie dopo la vittoria di Supercoppa a Benevento per Jallow: non ci sarebbero lesioni muscolari, ma solo un crampo accusato nel finale di gara per la fatica. Tac negativa, si valuteranno loro condizioni fra oggi e domani. Gianluca Litteri ha subìto una contusione al ginocchio, ma il suo recupero non è in dubbio per domenica, quando al Tombolato arriverà la Spal.

Ore 11.00 – (Gazzettino) Come per De Risio, anche in questo caso tutto lascia pensare che si possa arrivare al più presto alla fumata bianca tanto che Andrea Modora, direttore commerciale di Studio Assist & Partners che cura gli interessi del giocatore, avrà probabilmente la prossima settimana un faccia a faccia con il club biancoscudato. L’intenzione è quella di trovare l’intesa per un altro anno di contratto prima della partenza di Neto Pereira per il Brasile, dove trascorre sempre le vacanze estive al fianco della famiglia. Da un brasiliano a un altro, vale a dire Diniz. A differenza di Neto non è in scadenza, ma anche la sua posizione è vagliata attentamente dalla società. L’obiettivo è quello di prolungare di un altro anno l’attuale contratto che scade a fine giugno 2017 per allontanare le voci sempre più insistenti relative a interessamenti di altre società (Vicenza in primis) e per dare anche una maggiore tranquillità al giocatore che è il punto di riferimento del pacchetto arretrato. In tal senso i contatti sono stati già avviati con Gerry Palomba, che cura gli interessi di Diniz, e che è anche l’agente di De Risio.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Ecco le sue parole dopo il rinnovo. «Sono molto felice, perché in questi mesi sono stato davvero bene a Padova e mi sono sentito apprezzato da tutti. Spero di fare molto di più, sarebbe bellissimo migliorarmi con il Padova che è una società ambiziosa». Il suo brillante rendimento ha spinto lo stato maggiore del club a fare valere l’opzione per il rinnovo che era presente nel contratto. Ecco il presidente Bergamin. «Il giocatore ha dimostrato di essere da Padova possedendo ottime qualità dal punto di vista morale e tecnico, pertanto abbiamo deciso di fargli questo contratto biennale. È un giovane sul quale crediamo e lui è entusiasta di rimanere con noi». Un flash dell’amministratore delegato Bonetto. «È un messaggio che la società sta lavorando per programmare il futuro». Sempre in tema di giocatori, altra priorità è la questione relativa al contratto di Neto Pereira che scade a fine giugno, ma nel quale è prevista un’opzione per la prossima stagione.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Carlo De Risio sarà un centrocampista del Padova per altri due anni. La notizia del rinnovo del contratto fino al 30 giugno 2018 è stata ufficializzata ieri dalla società di viale Nereo Rocco, che ha così perfezionato la prima operazione in vista della prossima stagione. Trattativa che è stata portata a termine dal presidente Giuseppe Bergamin e dall’amministratore delegato Roberto Bonetto, con il benestare di Giorgio Zamuner che sarà il nuovo responsabile dell’area tecnica. Proprio ieri, tra l’altro, Zamuner ha visto il suo attuale presidente Mauro Lovisa del Pordenone per definire i tempi dell’uscita dalla società, e poter sposare così il progetto biancoscudato. E suo prossimo passo sarà affrontare la questione Pillon. Tornando a De Risio, approdato a gennaio in occasione del mercato di riparazione, si è rivelato un punto di forza della squadra che nella seconda parte di stagione ha scalato la classifica fino ad arrivare ai margini della zona play off.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) È il primo giocatore dell’organico attuale a rinnovare: il prossimo dovrebbe essere Neto Pereira, per il quale si sta parlando di un ulteriore anno di contratto. In seguito dovrebbe essere definito il futuro degli altri giocatori in scadenza: Fabiano, Niccolini, Corti, Baldassin (che è del Chievo), Bucolo e Cunico. A proposito del capitano, bisognerà vedere quali saranno le intenzioni del nuovo allenatore, se considerarlo a pieno titolo ancora un giocatore in grado di dare un contributo importante per il conseguimento degli obiettivi della squadra oppure se ritenerlo più un capitano non giocatore, da utilizzare con il contagocce, ma preziosissimo nel “fare” spogliatoio. Da registrare, infine, la “voce” che vorrebbe Marcus Diniz, legato al Padova ancora per un’altra stagione, corteggiato con insistenza dal Vicenza. Al difensore potrebbe essere allungato il contratto sino al 2018 dal club di viale Rocco.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Lascerà i “ramarri” solo dopo la conclusione dei playoff. Intanto, dovrà incontrare nelle prossime ore Pillon, ma il destino dell’allenatore di Preganziol sembra segnato, a meno di clamorose sorprese. Del resto, non fa parte della “scuderia” di tecnici che Zamuner ha curato e seguito nel suo lavoro di agente, e poi con lui non ha mai lavorato in precedenza. De Risio rinnova. Pur nello stretto riserbo a cui si sono votati ufficialmente Bepi Bergamin e Roberto Bonetto, una prima certezza, per quanto concerne l’aspetto sportivo, è comunque maturata nel pomeriggio di ieri: il Padova e Carlo De Risio hanno deciso di prolungare il contratto che lega il centrocampista abruzzese alla società di viale Rocco. De Risio indosserà la maglia biancoscudata almeno per altre due stagioni, fino al 30 giugno 2018: la “fumata bianca” era nell’aria da qualche giorno, visti l’ottimo rendimento del mediano, giunto grazie al “mercato” di gennaio dalla Juve Stabia, nel girone di ritorno, e i contatti avviati ormai da un paio di settimane per esercitare l’opzione di prolungamento fissata cinque mesi fa.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Sottili piace molto all’Arezzo, ma anche al Padova, che, in attesa del’ingresso nella stanza dei bottoni di Giorgio Zamuner, candidato anch’esso, come Seeber, al ruolo di direttore generale con delega alla gestione sportiva (è un procuratore e non ha il patentino di direttore sportivo), avrebbe virato decisamente su di lui, dopo aver registrato il secco rifiuto del patron del Pordenone, Mauro Lovisa, a “liberare” il non ancora 52enne tecnico trevigiano, Tedino appunto, vincolato ai neroverdi da un’intesa, appena raggiunta, per altri due anni. Sottili rappresenterebbe l’ipotesi “B”, comunque gradita per il gioco che ha dato al Bassano in questa stagione (alla pari di quello espresso dal Cittadella), tenendolo sempre nelle primissime posizioni della classifica. Gli “attriti” con Seeber avrebbero riguardato il modo in cui sono state organizzate alcune trasferte, l’ultima delle quali, proprio a Lecce, in pullman, con la squadra costretta a sobbarcarsi una decina di ore di viaggio all’andata e altrettante al ritorno. Pillon ancora in attesa. Ieri Zamuner era segnalato a Pordenone, dove avrebbe concordato con lo stesso Lovisa tempi e modi della sua partenza, per ricevere poi l’investitura ufficiale a nuovo d.g. biancoscudato, il che gli consentirebbe di presentarsi alla piazza senza dover più agire nell’ombra, barcamenandosi, appunto, tra Veneto e Friuli.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Stop (per ora) a Bruno Tedino, salgono invece le quotazioni di Stefano Sottili. Per Bepi Pillon siamo ormai ai titoli di coda. Il “borsino” degli allenatori in corsa per la panchina del Padova, nella stagione 2016/17 di Lega Pro, registra nelle ultime ore l’impennata decisa del nome del tecnico del Bassano, 47 anni il prossimo 4 agosto, toscano di Figline Valdarno, che dopo essere stato eliminato domenica scorsa dal Lecce nei quarti di finale playoff, chiuderà quasi certamente il suo rapporto con la società vicentina. Con il d.g. Werner Seeber, che proprio in questi giorni ha firmato l’allungamento del contratto sino al 30 giugno 2018, il mister non sarebbe più in sintonia, e sta guardandosi attorno, anche perché il suo legame con i giallorossi si esaurirà fra poco più di un mese.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Con l’uscita di scena del dirigente di Tombolo, però, ogni piano è stato “congelato”, e non è chiaro se al momento, in viale Rocco, ci si stia occupando di portare avanti questi contatti o, in alternativa, di individuare nuove località. Quel che è certo è che ormai, a maggio inoltrato, non è una passeggiata cercare un paese, un albergo e un campo di gioco liberi per ospitare una comitiva di trenta persone già all’inizio di luglio. Le successive date di Coppa. Con l’avvio della Tim Cup – cui il Padova è ammesso di diritto in quanto classificatosi quinto nel girone A di Lega Pro – il 31 luglio, il ritiro dovrà essere anticipato, con la partenza presumibilmente nella prima decade del mese. In caso di qualificazione, il secondo e terzo turno eliminatorio della “Coppa dei grandi” si disputeranno (sempre in gara secca) domenica 7 agosto e sabato 13 agosto.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Contrariamente a quanto si immaginava, la stagione agonistica 2016/17 comincerà con una settimana di anticipo, perché il primo turno di Tim Cup è stato fissato addirittura per domenica 31 luglio. Una scadenza che, a cascata, imporrà al Padova di rivedere alcune date-cardine del calendario estivo, a cominciare dal ritiro precampionato. La situazione. Prima che arrivasse alla separazione, l’ormai ex direttore sportivo Fabrizio De Poli aveva già cominciato a ragionare sulle possibili località che avrebbero ospitato la prima squadra per le due settimane di preparazione al campionato. Il diesse aveva già avviato i contatti con due località: San Vito di Cadore, non lontano da Pieve, sede del ritiro della passata stagione, che avrebbe visto il Padova stazionare in loco per una settimana, e Caorle, visto che il progetto era di trascorrere, dopo i primi giorni in montagna, anche una settimana al mare.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Nel frattempo con il passare dei giorni diminuiscono sempre più le chance di una permanenza di Giuseppe Pillon sulla panchina biancoscudata. Da Ascoli arriva qualche mezza conferma sul fatto che Pillon possa essere uno dei papabili. La dirigenza di viale Nereo Rocco gli ha chiesto di attendere che Zamuner si liberi dal Pordenone per un faccia a faccia diretto col direttore generale in pectore di viale Nereo Rocco.Il quale tuttavia pare avere altre idee. In ballo, se Tedino rimarrà bloccato in Friuli (eventualità tutt’altro che impossibile), ci sono Antonino Asta, Roberto D’Aversa, Oscar Brevi e Mario Petrone. Continuano a non arrivare conferme su Stefano Sottili, che pure viene segnalato in uscita da Bassano e che è stato sondato nei giorni scorsi da Ternana e Carpi. Intanto ieri ha rinnovato per due stagioni Carlo De Risio e nei prossimi giorni potrebbe arrivare anche un rinnovo annuale per Neto Pereira e Fabiano, per i quali sono in programma appuntamenti con i rispettivi procuratori. Su Diniz, che attende un adeguamento contrattuale, dopo il Vicenza è piombato pure l’Avellino.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Era atteso per ieri sera l’incontro fra Giorgio Zamuner e Mauro Lovisa, il patròn del Pordenone che darà a breve il via libera al suo consulente di mercato, destinato a diventare direttore generale con delega all’area tecnica del Calcio Padova nella prossima stagione. Il nodo sul quale quasi sicuramente nasceranno i veri problemi, è la questione allenatore. Perché Zamuner vuole portare a Padova Bruno Tedino, ma il tecnico trevigiano è legato da un contratto fino al 30 giugno 2018 al club friulano ed è impegnato nella semifinale playoff con il Pisa. E Lovisa ha ribadito in tre diverse occasioni negli ultimi giorni che la strada verso lo svincolo sarà a dir poco in salita. Tedino ha già espresso dietro le quinte il gradimento per la soluzione Padova e non pare intenzionato a rimanere a Pordenone dopo aver appreso della partenza di Zamuner. Una situazione ingarbugliata dunque, che potrebbe diventare inestricabile nel caso in cui i tempi si allunghino. Difficile, infatti, immaginare che il Padova possa rimanere ufficialmente senza allenatore per 20-25 giorni.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica finale: Cittadella 76, Pordenone 65, Bassano 62, Alessandria 57, Padova 54, Cremonese 53, Reggiana 52, FeralpiSalò 50, Pavia 49, SudTirol 44, Renate 43, Giana Erminio e Lumezzane 42, Pro Piacenza 39, Cuneo e Mantova 34, AlbinoLeffe 20, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentaquattresima giornata: Cremonese-Cuneo 2-1 (Sansovini (Cr) al 15′ st, Brighenti (Cr) al 22′ st, Cavalli (Cn) al 38′ st), FeralpiSalò-Pavia 1-3 (Manconi (Pv) al 9′ st, Ferretti (Pv) al 13′ st, Romero (Fs) al 35′ st, Ferretti (Pv) al 44′ st), Lumezzane-Pro Piacenza 0-0, Mantova-AlbinoLeffe 1-1 (Gonzi (Mn) al 25′ pt, Magli (Al) al 33′ pt), Padova-Alessandria 4-0 (Fabiano (Pd) al 4′ pt, Petrilli (Pd) al 23′ pt, Altinier (Pd) al 25′ pt e al 1′ st), Pordenone-Giana Erminio 3-1 (Bruno (Ge) al 12′ pt, Beltrame (Pn) al 16′ pt e al 2′ st, Valente (Pn) al 36′ st), Reggiana-Bassano 2-2 (Mignanelli (Re) al 47′ pt, Momenté (Ba) al 27′ st, Alessi (Re) su rigore al 37′ st, Cenetti (Ba) al 46′ st), Renate-Pro Patria 3-1 (Napoli (Re) al 3′ pt, Teso (Re) al 10′ pt, Santana (Pp) al 35′ pt, Ekuban (Re) al 20′ st), SudTirol-Cittadella 2-3 (Fink (St) al 5′ pt, Tait (St) al 11′ pt, Litteri (Ci) al 12′ pt, Paolucci (Ci) al 43′ pt, Coralli (Ci) al 25′ st).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.




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