Live 24! Padova, si avvicina la giornata della decisione sull’allenatore

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Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Matteo, vai da Vecchiato. Un consiglio da presidente per Matteo Menegazzo, uno dei due portierini (l’altro è Nicola Borghetto, della Liventina) che il direttore sportivo del Belluno, Fardin, vorrebbe presto consegnare al suo allenatore Vecchiato. Classe 1998, Menegazzo è un pezzo di futuro del Pordenone e dunque al Pordenone bisogna chiedere. «Ce lo hanno chiesto, sì – conferma il presidente neroverde Mauro Lovisa – e credo che alla fine debba decidere il ragazzo. Il mio consiglio? Andare. Certo, l’importante è che poi giochi perché a questo serve uscire di casa, per crescere. Dovendolo fare però credo che non ci possa essere destinazione migliore. Il Belluno è un’ottima società, di cui in molti mi parlano davvero bene. Soprattutto però lì il ragazzo troverebbe un bravissimo allenatore come Roberto Vecchiato, che sono convinto tra qualche anno allenerà in categorie superiori. Insomma, al Belluno Menegazzo lo manderei volentieri. È una piazza importante, che prima o poi tornerà tra i professionisti». DERBY TRA BANCARELLE – Non solo Belluno. Il capitolo portieri è aperto anche all’Union Feltre, che starebbe pensando a un nuovo numero 1 per i propri pali. Intanto le due società cugine hanno vissuto le prime settimane di mercato segnando colpi in attacco: il Belluno riportando in gialloblù un ex Ripa, ovvero Gianmarco Brotto, l’Union Feltre affiancando alla conferma di Giovanni Madiotto il neoacquisto Marco Vianello. I gialloblù, al quarto anno dell’era Vecchiato, ora devono chiudere la questione portieri e trovare un degno sostituto a Paolo Pellicanò, mentre i verdegranata, che dopo la fusione hanno affidato la panchina alla scommessa Beppe Bianchini, stanno cercando un centrocampista esperto (il primo della lista è Marco Spinosa del Forlì) e per l’appunto un nuovo portiere.

Ore 20.10 – (La Provincia Pavese) Mario Macalli, ex presidente della Lega Pro, sfiduciato un anno fa in seguito di una condanna a quattro mesi, è stato tra i primi a sollevare perplessità sulle proprietà cinesi e in particolare su quella del Pavia: «I miei dubbi sull’ambiziosa gestione cinese del Pavia c’erano stati da subito e anche pubblicamente. Come in questo momento ho le stesse preoccupazioni sul futuro di Inter e Milan – dice Macalli al telefono –. Solo un pazzo poteva stare tranquillo vedendo passaggi da dirigenti come la famiglia Calisti, con la transizione Zanchi, a una proprietà cinese. Si poteva pensare a dei benefattori, ma onestamente viene da chiedersi per quale motivo ? Alla fine la pochezza di un vero progetto sta purtroppo emergendo oggi per una piazza serie come Pavia di cui ho avuto modo di apprezzare i suoi dirigenti passati». Macalli parla in particolare della gestione della famiglia Calisti: «Durante la loro presenza al timone del Pavia ho avuto modo di conoscere sia il presidente Secondino che il figlio Armando che è stato anche consigliere di Lega – continua l’ex presidente della Lega Pro – Dirigenti, come i loro collaboratori, vede l’allora segretario Massimo Marchetti, che non facevano proclami o si sbracciavano con promesse ma facevano bene i conti sui bilanci. E non quel business che oggi si motiva anche per gli investimenti di Inter e Milan. Nel calcio ci si perde e allora perché investire tanti milioni?» A Pavia si parla di circa 15milioni di investimenti in due anni, comunque di 7/8 l’anno. «Ci sono società che spendono solo 1,5 milioni – dice il “ragioniere” Macalli –. Una rosa di venti giocatori è sufficiente con qualche giovane aggregato. Facciamo una media di stipendi di 30mila euro più lo staff arriviamo a 600mila esagerando a 700mila euro. Il resto per i costi di gestioni e si arriva tranquillamente a 1,5milioni o 1,6 o 1,7. Gli incassi non sono esorbitanti. Se arrivi a mille spettatori di media puoi avere già una base concreta. Ma se hai 300 spettatori come l’Albinoleffe diventa più difficile fare la Lega Pro». E a Pavia che futuro vede? «Spero che si trovi un “sciur” Brambilla qualsiasi, magari pavese per poter andare aventi con una seria programmazione – conclude Macalli -. E’ l’augurio che faccio ai tifosi pavesi, alla città e agli ex dirigenti a cui sono legato sinceramente da stima».

Ore 19.50 – (La Provincia Pavese) Le idee della proprietà cinese sembrano chiare. Il primo obiettivo è l’iscrizione al campionato. Poi vendere i giocatori i cui cartellini sono di proprietà del Pavia. Per fare questo, ovviamente, è però necessario avere le carte in regola per l’iscrizione alla Lega Pro. Non bastano i 350mila euro di fidejussione. Bisogna aver pagato regolarmente i calciatori e avere trattato – se possibile – sul versamento dei contributi. Per fare questo servono molti liquidi. Il dg nei giorni aveva parlato di reperire 1 milione entro fine giugno. Perché spendere questi soldi, se poi si vuole “chiudere i rubinetti?” E’ semplice: perché senza iscrizione alla Lega Pro tutti i giocatori sarebbero svincolati. E i cartellini dei giocatori cercati sul mercato possono valere almeno 1,5-2 milioni di euro.

Ore 19.30 – (La Provincia Pavese) A distanza di poco più di 24 ore dalla conferenza stampa con l’annuncio dell’iscrizione al campionato di Lega Pro, il direttore generale del Pavia, Nicola Bignotti prefigura un futuro dai contorni cupissimi. Il dg del Pavia al telefono durante la trasmissione «Azzurro Italia», sulla tv Antenna3, non parla più di «Ridimensionamento» e di «Notevole taglio del budget», ma di «chiusura dei rubinetti», di «autogestione», di disimpegno totale. A Casa Pavia Bignotti aveva di fronte qualche decina di tifosi, alla trasmissione tv si dev’essere sentito più libero: «La proprietà non è scomparsa all’improvviso, ha semplicemente detto che vuole interrompere il rapporto col Pavia nel modo migliore possibile, quindi iscriverà la squadra per poi ridimensionare notevolmente il budget per la prossima stagione». I giornalisti in studio chiedono quali siano i motivi: «Non li so – riprende il dg – e mi interessano poco. Io guardo alla concretezza e al risultato finale: se fino ad oggi i capitali erano parecchi, la proprietà ha deciso che dalla prossima stagione diventeranno pochissimi. Spiegazioni? No, anche perché il presidente e socio di maggioranza non è in Italia ma a Shanghai e non ha dato una spiegazione. Ripeto, faccio il dipendente e mi attengo a quello che mi viene detto. Disorientati? Sicuramente molti di noi, i calciatori ma anche alcuni dipendenti, se avessero saputo che il progetto non era pluriennale ma così breve magari non sarebbero neppure venuti a Pavia». E ancora Bignotti: «Quando una società decide di chiudere i rubinetti, non li chiude in percentuale – spiega -. L’iscrizione è garantita, poi bisognerà non dico autogestirsi perché sarà impossibile, ma trovare partner che ci diano una mano». A domanda specifica sulla potenziale mancanza di copertura dei contratti professionistici per il prossimo anno, Bignotti ha risposto: «Contratti da rispettare? Noi stiamo cercando di dire a tutti i calciatori e ai dipendenti che chi ha contratti elevati deve essere consapevole di questo. Sicuramente non è facile per chi ha contratti pluriennali con importi importanti ed è venuto a Pavia per un progetto, sentirsi dire a giugno che la copertura del proprio contratto non c’è più. Non è nemmeno facile dirlo. Questa è la realtà dei fatti e dobbiamo adattarci. Da dipendente sono molto deluso: nelle scorse stagioni ho enfatizzato il loro progetto per convincere i giocatori a sposarlo». Bignotti spiega di non aver avuto presentimenti del venir meno dell’impegno di mr Zhu:« Sono stato preso assolutamente in contropiede perché fino alla partita con l’Alessandria, ad inizio aprile, i programmi sono stati esplicitati dallo stesso presidente in diretta Tv. Da aprile ad oggi non è passato un secolo. Purtroppo, noi possiamo solo prenderne atto per cercare della gente che ci possa dare una mano a mantenere il più possibile i contratti che abbiamo. Per me prima ancora di un contratto – conclude – c’è una stretta di mano. E’ normale che non riusciremo a mantenere il budget che avevamo, che era mostruoso per la categoria».

Ore 19.00 – (Gazzetta di Reggio) Prima la lunga attesa e l’incertenza a farla da padrona. Ora i pochi ma significativi dettagli che emergono sulle fasi finali della trattativa tra la Reggiana e Mike Piazza. Dopo la notizia che l’ex stella del baseball è arrivata in Italia, ieri si è appreso che si è svolto un summit a Roma tra il presidente Stefano Compagni, la celebrità Usa e il suo emissario Maurizio Franzone, che in queste settimane ha fatto spesso tappa a Reggio, incontrando anche il futuro ds Andrea Grammatica. Un incontro, quello di ieri, che si è svolto lontano dalla nostra città, approfittando anche del fatto che il presidente si trovava al sud per motivi di lavoro. Impossibile ottenere indiscrezioni sul vertice, se non un laconico «si sta lavorando come sempre per velocizzare il tutto». Insomma, dopo che i professionisti hanno fatto il loro lavoro, setacciando i conti della società e valutando ogni aspetto legale e fiscale, ora tocca a chi deve decidere guardarsi in faccia e stringersi eventualmente la mano. L’arrivo in Italia di Mike Piazza è indubbiamente un buon segnale: se avesse rifiutato la Reggiana l’americano sarebbe rimasto a Miami Beach. Il summit di ieri è dunque un altro tassello importantissimo. Quando e se l’accordo sarà trovato l’ufficializzazione avverrà invece a Reggio. Nel frattempo questo vuoto di comunicazione è riempito da voci e indiscrezioni, che corrono naturalmente anche sul web. In rete più voci danno la trattativa come ormai conclusa, ma è bene ricordare che gli unici a sapere come stanno effettivamente le cose sono Compagni e Piazza. La maggior parte dei tifosi sono ottimisti e comunque hanno voglia di sognare. Non mancano gli scettici, quelli che temono che anche Piazza sia un bluff, ma si tratta di una piccola minoranza. Nel corso delle settimane l’umore della piazza reggiana, sia perdonato il gioco di parole, è decisamente cambiato. Se prima erano in pochi a crederci ora è l’esatto opposto. La svolta societaria è attesa da tutti i protagonisti che ruotano intorno al mondo granata: giocatori, direttore sportivo e staff. Solo dopo l’ufficializzazione si potrà iniziare il nuovo corso della Reggiana. Fino a quel momento non resta che attendere.

Ore 18.30 – (Gazzetta di Mantova) Serafino Di Loreto prova a ostentare un po’ di tranquillità ma al di là della correttezza “istituzionale” la sensazione è che il cerino stia per spegnersi fra le sue dita. «Non ho nuove per ora, nè dai cinesi che abbiamo incontrato sabato scorso nè dai malesi (che sarebbero innanzitutto interessati al Bari, ndr). La prossima settimana sapremo se la cordata di Gianni Meazza potrà essere disponibile oppure no e se i malesi continueranno a manifestare attenzione al progetto di rafforzamento della società che abbiamo già sottoposto loro. Dopo il Cda della prossima settimana valuteremo come muoverci». Gli aspiranti acquirenti rimangono comunque in attesa di conoscere gli sviluppi della trattativa, pur se dal gruppo legato all’industriale Zhonghe Ye, quasi euforico sabato scorso durante la presentazione in grande stile svoltasi nella sala stampa in maniera mai verificatasi in 105 anni di storia dell’Acm prima della stipula dei contratti riguardanti la società, emerge un pessimismo che valica la fibra ottica degli smartphone o apparati similari: «Novità? No – dice un Meazza, sin nella voce, terreo – non ce ne sono, vedremo…». Il cronista si scusa con gli interessati se la sensazione è diversa da quanto gli è parso, di sicuro però gli entusiasti hanno altro modo di fare. E Fabrizio Lori? Ha avuto ieri un colloquio con Sandro Musso nel quale ha ribadito che oggi Roberto Masiero («quantomai determinato» dice l’ex presidente) lo chiamerà per avere un incontro nei primi giorni della prossima settimana. Garbato com’è, l’unico presidente dell’Acm fallito ma tuttora amato dalla gente (ci sarà un motivo?) farà sino in fondo la sua parte nella speranza di portare al Mantova una soluzione positiva, che lo riporti dove, controvoglia, lui dovette lasciarlo. Ma i sogni non sempre si avverano…

Ore 18.10 – (Gazzetta di Mantova) Se, e non c’è ragione per dubitarne a priori, le dichiarazioni dell’imprenditore mantovano Claudio Dondi risulteranno confermate, ieri è stato posto il “sigillo della Doc” sulla strategia che l’attuale maggioranza della società biancorossa sta perseguendo con ostinazione degna di miglior causa. Perchè a fronte di proclami ripetuti fino alla noia anche da parte del presidente («Non daremo il Mantova in mani men che sicure») la realtà è diversa e la cordata Dondi viene da un lato scacciata come un lupo, dall’altra blandita come un agnello. Sabato gli aspiranti compratori cinesi erano stati accolti come trionfatori al Martelli, e stando all’ineffabile Di Loreto (sponsor o patron?) pareva che tutto fosse risolto. Intanto, confinato nell’angolo della Centrale insieme a Boninsegna, c’era anche l’imprenditore amico di Piervittorio Belfanti (anche dopo il referendum la Costituzione non sanzionerà i rapporti affettivi); ieri però qualcuno ha composto il 339…. che corrisponde a Dondi. E l’ha fatto prima di quei reprobi dei giornalisti. «Mi hanno chiamato loro, io aspettavo la telefonata per lunedì scorso – dice Dondi – perchè dicevano di voler chiudere in quella data; siamo stati in viva voce perchè non avevo tempo per andare a Rezzato, il dg Bernasconi e il presidente Sandro Musso mi hanno esposto l’eventualità di arrivare ad un accordo per l’acquisizione del 50% delle quote del Mantova mantenendo talune figure dirigenziali e tecniche sulle quali non sono d’accordo e ho pertanto rimesso a loro la scelta su cosa fare, ribadendo che a questo punto il Mantova io lo voglio al 100% e che non c’è più tempo da perdere». Bernasconi e Musso hanno riflettuto un attimo sul da farsi e hanno provato, dice Dondi, a rilanciare la trattativa chiedendogli notizie di Piervittorio Belfanti, il “re dei ristoranti” di cui Dondi è amico e col quale ha lavorato a Trento. Stizzito, l’imprenditore ha fatto un discorso chiaro: «Sono amico di Belfanti ma ribadisco per l’ennesima volta che lui non è nel mio gruppo. Ora basta, io presento una proposta concreta con altre persone e non voglio più che si metta in dubbio la mia parola insinuando l’ipotesi che Pier sia nel Mantova. Io ho persone alle quali rispondere diverse da Belfanti, se mi si chiama per sapere se lui c’è o no è meglio che la finiamo lì». Forse punti nel vivo (è sempre il racconto di Dondi a costituire la sola testimonianza acquisita perchè da parte loro i dirigenti, in modo cortese ma netto, escludono novità nelle ultime ore) Bernasconi e Dondi avrebbero cambiato tono: «Mi hanno detto di sentirci lunedì per vedere di incontrarci – sottolinea – martedì o mercoledì per firmare il preliminare. Venerdì avranno il consiglio di amministrazione (composto da Musso, Bernasconi, Trainini e dal commercialista Quaglia, ndr). Ho confermato che esiste la possibilità di andare dal notaio anche il giorno 14, vista la dilazione del pagamento degli stipendi al giorno 24 ma tengo a dire che fino al 30 giugno l’attuale società deve provvedere alla gestione di ogni attività. Poi, dal giorno dopo, potrà entrare il gruppo con il quale sono in contatto pluriquotidiano e che è sostanzialmente snervato da questa trattativa. Staremo a vedere se finalmente questa volta si parlerà di cose concrete, se mi chiedono ancora di Belfanti sarò io a staccare la spina…».

Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) È ora di cominciare a lavorare per la stagione 2016-17 anche dietro le scrivanie. Presentando tutte le carte in regola, da quelle a carattere economico-finanziario, al rispetto dei criteri infrastrutturali, sportivi e organizzativi. FIDEJUSSIONE RIDOTTA – Di positivo c’è che in LegaPro è stata ridotta la fideiussione, a 350 mila euro, almeno per chi riuscirà a contenere i costi al di sotto di un milione e mezzo di euro. Chi vorrà andare oltre dovrà presentare una fideiussione ad aumentare: 500 mila euro per chi vuole spendere 2 milioni di euro, 750 mila euro per chi ne spenderà 2,5 e così a salire. Gli importi che fanno da riferimento sono quelli retributivi al lordo. TETTO AI CONTRATTI – Gli accordi economici tra club e tesserati potranno essere al massimo di 70 mila euro di lordo più 20 mila di premio. Per chi vorrà andare oltre scatterà la trattenuta, da parte della Lega, sull’erogazione dei proventi (diritti tv e mutualità), fino alla dimostrazione dell’avvenuto saldo degli emolumenti. ISCRIZIONE – Le società devono ottenere la Licenza nazionale e a tal fine devono effettuare gli adempimenti in relazione ai vari criteri. Alla Co.Vi.So.C devono essere depositati i prospetti di regolarità per l’Iva e l’attestazione dell’avvenuto pagamento degli emolumenti dovuti dai contratti ratificati fino al mese di maggio 2016. Alla domanda di iscrizione in Lega Pro, da depositare entro il 30 giugno, va pure allegato il bilancio d’esercizio approvato.

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Restare al nord, mescolarsi con il centro, andare fino a sud? L’ultima parola, forse, la dirà il Consiglio direttivo della Figc di martedì prossimo. Intanto, Lovisa ha un nuovo alleato e la modalità di composizione dei prossimi gironi di Lega Pro tiene banco. Registrando ogni giorno posizioni nuove e diverse, alcune contraddicenti le precedenti. APERTI – C’è chi è aperto a nuove soluzioni, come prospettato da Mauro Lovisa. Andando, dunque, verso un rimescolamento verticale e non più rigidamente orizzontale. Si sa che torneranno ad essere 60 i club di terza serie. «Se uno non vuole queste trasferte, faccia a meno di fare la Lega Pro» ha sostenuto il presidente del Pordenone, guardando al futuro dopo l’uscita dalla semifinale play off. L’ALLEATO – A sostenere la tesi degli innovatori, che in Lovisa trovano un fervido portavoce nelle riunioni di consiglio di Lega, c’è un inaspettato alleato. Torna a parlare, infatti, l’ex presidente della Lega Pro, Mario Macalli. Il dirigente estromesso alle elezioni da Gravina, è intervenuto a SportItalia, proprio in merito alla possibile creazione dei gironi misti per la Lega Pro. Andando a toccare il tasto caldo della questione. «Sei anni fa io li ho fatti – ha detto Macalli -, per me non è una novità. Il costo di locomozione e vitto incide sui bilanci per l’1%. Chi dice che sono un problema faccia un passo indietro e vada a giocare nei dilettanti, così avrà tutto più vicino. Chi va in B non mi risulta possa scegliere il girone. Il problema non è questo, il problema è che faccia calcio chi può farlo». SMENTITI – Un’analisi del genere va a togliere i veli dubitativi portati avanti dai contrari alle modifiche. «Il problema è che nella categoria devono migliorare le entrate» aveva aggiunto Lovisa. Su questo, inteso come ripartizione dei diritti televisivi, mutualità dei contributi a cascata da serie A e B, la battaglia dei presidenti dovrebbe diventare più importante. Ne va del futuro indipendente della Lega Pro.

Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Accelerata del Cittadella, è ai dettagli l’operazione che “scipperà” Luca Strizzolo al Pordenone. Il miglior attaccante della stagione sta per accordarsi con i campioni del girone A e per la prima volta in carriera si appresta a vivere un’esperienza in serie B. L’affare è ai dettagli e il Cittadella sembra aver superato di slancio le altre pretendenti: Ascoli, Trapani, Vicenza e Perugia (tutte squadre di B) sono ancora sul giocatore ma avrebbero intenzione di ingaggiarlo per poi cederlo in prestito, magari nuovamente in LegaPro. Il Cittadella invece intende puntare forte sulla punta, che ha impressionato anche e soprattutto nella gara di ritorno tra i granata e i neroverdi. Un colpo di fulmine, insomma, che diventerà amore probabilmente nel giro di una settimana. Con buona pace del Pordenone, che ha avuto mesi di tempo per rinnovare il contratto a Strizzolo e che ora lo perderà a costo zero. Il tutto a meno di clamorosi ripensamenti, che non sembrano immaginabili. SGRIGNA – Sempre sulla strada tra Cittadella e Pordenone può decollare una seconda trattativa. Stavolta però la direzione della freccia è contraria: non è il ramarro che lascia, ma il Cittadella che “regala”. Si parla di Alessandro Sgrigna, talento classe 1980. Nei prossimi giorni, probabilmente proprio quando Strizzolo dirà sì al Cittadella, il fantasista riceverà la notizia del mancato rinnovo del contratto. E sarà libero di muoversi da svincolato. Un affare che il Pordenone non vuole lasciarsi scappare e che non costituirebbe un esborso monstre. Si tratterà poi di vagliare le richieste economiche del giocatore, ma sarà un passo successivo. Intanto Sgrigna piace, e molto. BERRETTONI – In rialzo, poi, le quotazioni di Emanuele Berrettoni. L’attaccante arrivato a gennaio dall’Ascoli sarebbe intenzionato a proseguire la sua avventura a Pordenone. Il suo contratto scade a fine giugno, ma sarebbero già attivi i colloqui per arrivare ad un rinnovo perlomeno annuale. Ecco quindi un altro elemento della rosa dei miracoli che può continuare a sognare al Bottecchia. Lo stesso discorso vale ad esempio per Stefani e Pederzoli. Più lontani da Pordenone Luca Cattaneo, Alberto Filippini, Simone Pasa, Matteo Mandorlini e Matteo Tomei, anche se il portiere è al momento combattuto. MOVIMENTI – Oscar Brevi sembra in pole position per la panchina del Padova (ottimi i rapporti con il nuovo dg, Giorgio Zamuner), mentre a Venezia è in corso una rivoluzione. Verso l’addio il tecnico Favarin e per la successione si fanno nomi pesanti: Filippo Inzaghi (ex Milan) ed Eugenio Corini (ex Chievo). La proprietà americana dei lagunari pensa in grande. Infine una notizia che riguarda un ex Pordenone: Matteo Dionisi (Padova) sembra indirizzato verso la Sambenedettese.

Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Il Pordenone è una delle poche società a buon punto in Lega Pro per quanto riguarda la casella allenatore. Molti club in categoria, infatti, stanno ancora stabilendo il da farsi. Il Padova, rinunciato al sogno-Tedino, deve scegliere uno tra D’Aversa, Petrone e Brevi (quest’ultimo new entry); l’Alto Adige, sfumato Longo, si sta guardando intorno così come il Bassano. Il Como, oltre Colella, valuta l’ex giocatore lariano e tecnico della Primavera del Novara Giacomo Gattuso; la Pro Piacenza, lasciato partire Viali, sonda il terreno per De Paola e Stroppa mentre Modena e Pavia devono ancora riprendersi dalle loro, fallimentari stagioni. A proposito del Pavia: il presidente Zhu ha garantito l’iscrizione al prossimo campionato, che sembrava in dubbio. La Cremonese, infine, ha un nuovo presidente (non più Simoni, ma l’ex portiere Rampulla).

Ore 16.10 – (Messaggero Veneto) Strizzolo-Cittadella, siamo ai dettagli. E’ a un passo la firma del centravanti 24enne del Pordenone per il club granata, promosso in serie B dopo una sola stagione di purgatorio. Le parti stanno definendo le questioni finali dell’accordo, che prevederebbe la firma di un vincolo che legherà il centravanti di Bicinicco alla società padovana per due stagioni (sino al 2018). Questo è ciò che trapela nelle ultime ore, piuttosto intense visto che i “ramarri” confidavano di ricavare qualcosa dall’operazione. Invece, essendo il contratto del giocatore in scadenza, Strizzolo se ne andrà via senza un movimento in entrata nelle casse del Pordenone. Di certo per la società di via Stadio c’è la soddisfazione di aver lanciato un altro centravanti in serie B. Lo scorso gennaio era toccato a De Cenco, ancora in corsa e in lotta per la A col suo Trapani: tra pochi giorni la finale playoff al cospetto del Pescara. Terminata la stagione il brasiliano tornerà al Pavia, visto che in Sicilia è prestito secco. Starebbe per lasciare Padova, invece, un ex giocatore del Pordenone. Si tratta di Matteo Dionisi. A quanto pare il terzino classe ’85 è vicino alle Sambenedettese, neopromossa in Lega Pro: il difensore laziale risolverebbe il contratto coi biancoscudati in scadenza nel 2017.

Ore 15.50 – (Messaggero Veneto) Il Pordenone, nella stagione 2016-2017, ripartirà con un’altra certezza dopo Bruno Tedino: i tifosi. Nel torneo di Lega Pro appena concluso si è registrato un aumento sostanzioso relativo alle presenze al Bottecchia. Dai 734 spettatori di media del 2014-2015 si è passati ai 1.241 del 2015-2016: un aumento di quasi il 70 per cento, che porta all’argomento caldo degli ultimi mesi, vale a dire il nuovo stadio. «Nel prossimo campionato giocheremo nel nostro impianto – afferma il direttore generale, Giancarlo Migliorini – ma speriamo sia l’ultimo. Una volta concluse le elezioni incontreremo la nuova giunta e parleremo della questione nuovo stadio». Le presenze. E’ un progresso davvero significativo quello relativo alle presenze fatto registrare nel corso degli ultimi mesi. E’ vero, a portare i tifosi al Bottecchia è stata decisiva l’annata disputata, straordinaria e per molti versi irripetibile; ma è altrettanto vero che, dopo un torneo così, molte delle stesse persone appena avvicinatesi al Pordenone ripartiranno con lo stesso entusiasmo al seguito dei neroverdi la prossima stagione. Lo si capisce anche dai social network, in cui i dibattiti relativi alla costruzione del team registrano una buona partecipazione. Ed è così che, nel giro di poco tempo, il Pordenone, nella classifica spettatori del girone A di Lega Pro, è passato dal 14º al 7º posto: se nel 2014-2015 aveva dietro di sé soltanto Feralpi, Lumezzane, Renate, Giana, Alto Adige e Real Vicenza, oggi sopravanza molte più squadre alle spalle e, soprattutto, davanti ha solo grandi club come Padova (1º), Reggiana (2º), Alessandria, Cremonese e altre di questa caratura. Pure il Pavia è dietro ai ramarri, anche se i lombardi scontano un campionato molto al di sotto delle aspettative. Il top al Bottecchia si è registrato in due occasioni: col Padova e ai playoff col Pisa, tutto esaurito in entrambi i casi. Il flop invece per la gara con l’Alto Adige, con solo 700 presenze. I pochi tifosi, in quella gara, erano stati ripagati dalla spettacolare rovesciata di Caio De Cenco, gol-copertina del campionato del Pordenone. Agire. Adesso bisogna fare dei passi in avanti. Lo vuole la società, considerato gli sforzi fatti e i progetti futuri – ovvero la serie A entro il 2020 (come dichiarato da Lovisa). «Siamo contenti di queste cifre – afferma Migliorni –: adesso ci aspettiamo che gli oltre mille spettatori diventino lo zoccolo duro e che se ne aggiungano altri». Il nuovo stadio è sempre più un’esigenza, dunque. «Certo – continua il direttore generale – perché si è visto nella gara col Pisa cosa è stata capace di fare la gente. Non c’entra la questione relativa all’obiettivo serie B: la città e la società ha bisogno di un nuovo impianto, perché i sold-out possono verificarsi anche in altre occasioni, non solo nei match che riguardano la post-season». Per il prossimo torneo ormai non c’è più nulla da fare, il Pordenone giocherà sempre nel suo impianto; però a breve per la società è doveroso pensare a una nuova soluzione. «Sarà il tema dei prossimi mesi – conclude Migliorini – da affrontare, qualsiasi sia l’amministrazione venga eletta». Molte società si stanno muovendo a riguardo, sia in Lega Pro (il Padova) sia in serie A: Roma e Lazio potrebbero avere un altro impianto che andrà a sostituire l’Olimpico, Genoa e Sampdoria invece potrebbero giocare in un Ferraris ristrutturato. E’ normale dunque che un club che si espande come il Pordenone pensi a una casa più grande.

Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) Con l’avvento alla presidenza della Lega Pro di Gabriele Gravina, l’innovatore, è cambiato anche il format dei campionati che dalla prossima stagione presenterà una nuova formula: gli spareggi saranno allargati sino a 28 squadre. La prima classificata di ogni girone salirà in serie B, mentre dalla terza alla decima in graduatoria si affronteranno in gara unica in un turno preliminare. Le vincenti dei 12 accoppiamenti si aggiungeranno alle seconde di ogni girone e alla vincente della Coppa Italia (altra novità che da succo al trofeo tricolore), ammesse di diritto al secondo turno, per formare un tabellone con 16 squadre complessive. Le vincenti del secondo turno daranno vita a una final eight a eliminazione diretta. La vincente assoluta salirà in serie B. Ora bisognerà valutare se saranno operative le altre novità (il ritorno a 60 club e non più i 54 odierni).

Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) Il Padova che lo marca stretto, un club del profondo sud che lo sonda ogni santo giorno e il Bassano che gli fa una corte discreta ma serrata. Petrone fra tre fuochi non intende fare la fine della celeberrima signora Cecilia, quella che tutti la vogliono e nessuno la piglia. Sia chiaro, volendo potrebbe anche stare alla finestra e salire in corsa sulla prima credibile offerta autunnale per qualche panchina traballante anche al piano di sopra, tantopiù che è legato da contratto con l’Ascoli sino al 2017. Tuttavia Mario ribolle, muore dalla voglia di tornare in pista e rimettersi in gioco al più presto e l’opzione giallorossa è certamente quella che l’alletta di più a livello emotivo e siccome è uomo che vive e si ciba innanzitutto di emozioni forti e travolgenti, è evidente che la scelta virtussina toccherebbe corde che altre opportunità professionali persino più lusinghiere non saprebbero sfiorare. Ecco perchè il contratto in essere non sarebbe un problema. Il presidente marchigiano Bellini, imprenditore che in Canada ha costruito una fortuna ripartirà da Ascoli in direzione di Montreal solo il 18 giugno e fino a quella data Petrone ha tutto il tempo di discutere con lui serenamente la risoluzione dell’accordo, tantopiù che i due si stimano e si apprezzano e non sarà mai un gentiluomo come Bellini a sbarrare la strada a colui che ha riportato l’Ascoli in B al primo tentativo. Per questo non bisogna aspettarsi che la faccenda possa sbloccarsi nel week-end o nei primissimi giorni della prossima settimana ma è più plausibile che salvo intoppi, tutto vada a definizione entro 7-10 giorni al massimo.CHIARIMENTO. In molti ricorderanno la separazione burrascosa di due anni fa con lo strappo tra proprietà e tecnico nella loggetta del municipio dinanzi agli occhi esterrefatti degli astanti nell’ora dei festeggiamenti per il fantastico double scudetto-Supercoppa. L’accusa dei capi di aver sottoscritto un precontratto con l’Ascoli, la rottura dei rapporti poi ricucita e medicata dal tempo e dal buon senso reciproco: Petrone che si chiarisce con un franco colloquio con Renzo Rosso in persona, sempre Mario che si para con Seeber e che ha modo di stringere la mano al presidente Stefano Rosso, l’ultima volta col Padova all’Euganeo lo scorso Natale, l’occasione per lo scambio di auguri. E un incontro orientativo con Werner Seeber c’è già stato nei giorni scorsi a Modena alle finali del campionato Primavera. La tifoseria sui social si è già schierata dalla sua parte e confida nel suo ritorno, con la garanzia che Petrone di nuovo su queste zolle porterebbe una rivoluzione caratteriale nello spogliatoio: riabbraccerebbe tanti dei suoi uomini, quelli pronti a buttarsi nelle fiamme per lui, impiegherebbe pochissimo a conquistare e a stregare i nuovi o i pochi che ancora non lo conoscono. Il Padova balla tra il suo nome, quello dell’ex Como, Oscar Brevi e dell’ex Lanciano, D’Aversa. A Bassano si tengono pronti a ogni evenienza e conservano in caldo le alternative di Alessandro Dal Canto e Carlo Sabatini, i più accreditati nella fioritura di papabili di questi giorni.Senza citare necessariamente Venditti e quei certi amori che non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano, è indubbio che Petrone, abituato a prendere il calcio e la vita a petto in fuori è quello che ci vorrebbe ricominciare a coinvolgere a palla la piazza. In tanti rammenteranno Bassano-Forlì di 3 anni fa: Virtus avanti 1-0 ma un uomo in meno. Espulso anche Petrone che scavalca di gran carriera le ringhiere della tribuna e in mezzo alla gente quasi intimorita come una belva in gabbia conduce la squadra alla vittoria. Da vero capopopolo.

Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Per sensibilità e umanità ha vinto tutta la città di Venezia, finalmente numerosa allo stadio, a conferma delle grandi potenzialità sulle quali il Venezia Fc sta lavorando e investendo». È particolarmente soddisfatto Giorgio Perinetti per i 4.500 del Penzo in occasione di Italia-Francia Under 21. Numeri che il club arancioneroverde si augura di avvicinare al più presto. Intanto però il ds lagunare si è rituffato a testa bassa nel calciomercato. Massimo riserbo da parte di Perinetti, mentre continuano gli accostamenti al Venezia in primis per un centrocampo che aspetta ancora l’ufficialità delle riconferme di Soligo e Acquadro. Dopo Davì (Bassano) e Pederzoli (Pordenone), gli occhi sarebbero puntati sul classe ’90 Spighi della Spal e sul classe 1985 D’Angelo, bandiera dell’Avellino di serie B. Sempre a proposito di calciomercato, martedì 7 giugno il presidente Joe Tacopina e Perinetti saranno tra i relatori al convegno “Un calcio pieno di mercato”, che si terrà dalle 17 al Relais Villa Fiorita di Monastier. Intanto il 15enne Simone Cammozzo (classe 2000 del Venezia Allievi) è stato riconvocato nella Nazionale dilettanti Under 17 per partecipare alla coppa «Gaetano Scirea», in programma a Matera dal 6 al 18 giugno

Ore 14.10 – (La Nuova Venezia) «È stata la serata più emozionante che ho vissuto da quando sono entrato nel mondo del calcio». Joe Tacopina è ancora commosso all’indomani dell’amichevole del “Penzo” tra Italia e Francia under 21, soprattutto per il momento coinvolgente, prima del match, con l’incontro con i genitori e il fratello di Valeria Solesin e la deposizione della targa. Mentre calava il sole su Sant’Elena, si accendeva la stella di Valeria Solesin, a cui verrà intitolato il settore Distinti del vecchio Penzo. «Davvero una emozione forte» racconta a mente fredda il presidente del Venezia Fc, «soprattutto quando ho guardato negli occhi la mamma di Valeria e ho visto la sua commozione. Mi sono venute le lacrime agli occhi. Momenti molto toccanti, mai provati in un campo dal calcio». Quattromilacinquecento spettatori al Penzo, le immagini trasmesse dalla Rai in tutta Italia: uno spot da incorniciare per Venezia e per il Venezia Football Club. «Serata perfetta, atmosfera incredibile. Giovedì il Penzo non aveva nulla da invidiare agli stadi di serie A. Sono molto orgoglioso che siamo riusciti a organizzare questa partita con tutti i suoi significati extrasportivi. Venezia ha offerto una bellissima immagine, credo che in tanti ci porteremo dietro il ricordo di questa serata». Per la prima volta il Penzo ha ospitato una partita di una Nazionale azzurra. «La partita è stata il corollario di tutto il resto» riprende Joe Tacopina, che rientrerà a New York il 9 o 10 giugno, «l’Italia ha disputato un grandissimo primo tempo, poi vanificato dall’errore nel recupero che ha consentito alla Francia di andare in vantaggio. Nella ripresa l’Italia è calata, ma la sconfitta è decisamente immeritata». «La città ha risposto molto bene all’evento» aggiunge il direttore sportivo Perinetti, «dimostrando grande sensibilità, entusiasmo e partecipazione. La società ha confermato che sta crescendo, ha retto benissimo l’organizzazione di un evento internazionale. Mi hanno fatto piacere i tanti complimenti ricevuti. Mercato? Questo settimana l’organizzazione della gara ci ha un po’ assorbito, ma al Penzo c’erano tanti operatori di mercato. Dalla prossima settimana inizieremo a raccogliere quanto seminato finora». Post partita un po’ movimentato per Gigi Di Biagio: il c.t. dell’Under 21, dopo essere stato insultato da uno spettatore fuori dalla stadio Penzo, al termine della conferenza stampa, ha avuto con questa persona un diverbio molto acceso, tanto che sono intervenute altri presenti a dividerli.

Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Una delle trattative su cui Antonio Tesoro, il ds del Vicenza, stava lavorando da giorni non riguardava un calciatore per rinforzare il Vicenza ma bensì la rescissione del contratto di Pasquale Marino e del suo staff. Il tecnico siciliano, esonerato a marzo dopo il ko interno contro il Trapani, era rimasto a libro paga della nuova proprietà vantando un contratto fino al giugno 2017 di circa 1,2 milioni di euro lordi. Un importo molto gravoso per i conti della società biancorossa che ha dato mandato a Tesoro di trovare una soluzione per rescindere il contratto di Marino, approfittando del fatto che il Frosinone nei giorni scorsi aveva incontrato l’ex allenatore del Vicenza per offrirgli la panchina nel prossimo torneo cadetto. Le contrattazioni sono state continue in questi giorni, con l’accordo arrivato ieri pomeriggio. La rescissione, oltre a sgravare le casse del Vicenza da un costo molto pesante, libererà Marino che nei prossimi giorni si accorderà con il Frosinone con cui firmerà un contratto di un anno con opzione per il secondo. Una trattativa difficile per il direttore sportivo del Vicenza che nel mercato che inizierà ufficialmente il primo di luglio — ma che di fatto è già entrato nel vivo — sarà impegnato a lavorare con un budget ridotto e con l’obiettivo primario di ridurre il monte ingaggi. «Quello che deve essere chiaro a tutti è che non lotteremo per andare in serie A — sottolinea Tesoro — il nostro obiettivo sarà la permanenza in serie B; magari proveremo a farcela senza soffrire troppo ma queste sono cose che è difficile prevedere, visto che nel torneo cadetto i pronostici spesso vengono seccamente ribaltati dal campo». Il nuovo Vicenza potrebbe quindi essere molto diverso da quello che ha appena concluso il campionato, anche se la campagna trasferimenti non è ancora entrata nel vivo e nel mercato tutto può accadere. «Punteremo su un gruppo giovane che dovrà avere grande voglia di arrivare e di lottare — spiega Tesoro — questo perché in serie B spesso vince che ha più fame e quindi questo sarà un aspetto su cui punteremo molto. E’ ovvio che ci sono giocatori collaudati come Benussi, Brighenti e Giacomelli su cui puntiamo molto, stiamo lavorando per confermare Adejo, perché è normale che l’organico che metteremo a disposizione di Lerda sarà composto anche da giocatori di una certa esperienza». Tra i giovani seguiti dal Vicenza si continuano a fare i nomi degli attaccanti ventenni Iacopo Cernigoi della Virtus Vecomp e Massimiliano Giusti dell’Abano, oltre al centravanti dell’Akragas Matteo Di Piazza. «Sono elementi che stiamo valutando, giovani di prospettiva che potrebbero far parte della rosa del Vicenza della prossima stagione, ma che è chiaro sarebbero delle alternative di prospettiva». Restando in tema di attaccanti, al momento sono Galano e Raicevic i giocatori che hanno più mercato. Sull’ex fantasista del Bari è tornato prepotentemente il Pescara, mentre su Raicevic si registra l’interesse del Cagliari, del Napoli, di una società tedesca e del Grasshoppers. «Su Filip c’è parecchio interesse — conferma l’ex biancorosso Gabriele Savino, procuratore del centravanti del Vicenza — sono al corrente di vari abboccamenti anche se al momento non c’è niente di concreto. Però siamo solo ai primi giorni di giugno e il mercato deve ancora entrare nel vivo». Non resta che aspettare, per conoscere quale sarà la fisionomia del nuovo Vicenza targato Vi.Fin.

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) La separazione “di fatto” era già avvenuta il 14 marzo scorso, dopo la sconfitta al Menti contro il Trapani. Il divorzio “ai sensi di legge”, però, si è definito ieri, attorno alle quattro e mezza: Pasquale Marino non è più un allenatore a libro paga del Vicenza Calcio.Un anno fa… È passato appena un anno – ma sembra un secolo – da quel 2 giugno 2015 quando il tecnico siciliano salutò un Menti in lacrime ma festante e riconoscente, dopo la semifinale playoff persa contro il Pescara al termine di un campionato che aveva fatto sognare ad occhi aperti. Nessuno poteva immaginare, allora, che nel breve volgere di una stagione sportiva tutto potesse cambiare al punto tale che il tecnico di Marsala, da fondamentale valore aggiunto (“un lusso per la categoria” a detta praticamente di tutti) si trasformasse per la società di via Schio in un peso economico dal quale cercare di liberarsi per poter programmare la prima stagione sotto l’egida della nuova proprietà.La rescissione. L’obiettivo, come si diceva, è stato raggiunto formalmente ieri pomeriggio, dopo i primi confronti a distanza avvenuti nei giorni scorsi. All’incontro decisivo, predisposto dal direttore sportivo Antonio Tesoro, erano presenti anche il presidente Alfredo Pastorelli e il direttore generale Andrea Gazzoli per la società biancorossa, mentre il legale in rappresentanza di Marino era accompagnato dall’allenatore in seconda Massimo Mezzini e dal preparatore atletico Mauro Franzetti. La rescissione del vincolo che sarebbe altrimenti proseguito fino al 30 giugno 2017 consente ora ad entrambe le parti di voltare pagina. Il club di via Schio si è infatti liberato di una fetta di stipendi importante (complessivamente oltre un milione di euro lordi per i contratti del tecnico di Marsala e dei suoi collaboratori): un risparmio che consentirà di ridurre sensibilmente i costi di gestione, in linea con l’obiettivo fondamentale dichiarato dalla nuova proprietà per il prossimo campionato, cioè quello di sanare i conti delle casse biancorosse. Dal canto suo l’allenatore, non essendo più vincolato al Vicenza, sarà invece libero di limare gli ultimi dettagli necessari a definire l’intesa con il Frosinone, appena retrocesso dalla serie A: l’ufficialità dovrebbe giungere all’inizio della prossima settimana, ma a questo punto tutto lascia supporre che il tecnico siciliano e il suo staff nel prossimo anno ripartiranno proprio da lì per puntare ad un campionato ambizioso. In realtà i dirigenti della società laziale, che avevano già incontrato l’ormai ex allenatore biancorosso, ma si erano fermati davanti al compenso richiesto. Ora il Frosinone potrà però tornare alla carica puntando sul fatto che Marino, avendo ricevuto la buonuscita dal Vicenza (circa 300 mila euro lordi per l’intero staff), possa ridurre la cifra del compenso.Pastorelli volta pagina. Sul fronte biancorosso, il presidente Alfredo Pastorelli ha commentato con soddisfazione l’accordo raggiunto: «Siamo soddisfatti perché questo capitolo andava chiuso – ha sottolineato -. Adesso guardiamo avanti: noi stiamo già lavorando per il futuro del Vicenza. Mi sento di ringraziare Antonio Tesoro che tanto ha fatto per il buon esito della trattativa».

Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Settimane fa avrebbe esposto i problemi del Vicenza, richiesto a gran voce, per l’ennesima volta, il cambio di proprietà. Per il bene dei tifosi e del Lane. No, stavolta è diverso. Maurizio Salomoni Rigon, presidente del centro di coordinamento dei club biancorossi, è sollevato. I toni del suo intervento, a pochi giorni dalla svolta e dal passaggio di consegne tra Cassingena e Pastorelli, sono molto positivi. Il punto. «Come massimo rappresentante dei tifosi del Vicenza – spiega – mi sento di dire che un cambio serviva da tempo, doveva essere fatto. E adesso che finalmente è avvenuto, siamo molto fiduciosi, vediamo un orizzonte più sereno».Dopo la morte dell’avvocato Luigi Arena, che per oltre un decennio era stato il “capo” dei tifosi, è toccato a Salomoni Rigon, 57anni, thienese, raccogliere una pesante eredità. E pesante, nel senso di importante, impegnativo, è stato anche il contesto in cui il presidente del Cccb si è dovuto muovere negli ultimi anni. «Ne abbiamo passate veramente tante…». Adesso, per lo meno, il vento sembra spirare nella giusta direzione. «Forse sono state gettate le fondamenta – dice – per un nuovo corso in cui ci siano trasparenza e una strategia futura, in primis in termini economici, in seconda battuta in termini tecnici».Il nuovo presidente. Il primo approccio con Alfredo Pastorelli com’è stato? «L’ho conosciuto in più occasioni. Ha un progetto, e questo è già molto considerando che nelle ultime stagioni si è andati avanti troppo spesso senza un vero programma. Ha detto apertamente che il prossimo campionato sarà di assestamento, va bene, l’importante è cominciare». «Pastorelli – sottolinea – è un imprenditore e sa che cos’è una gestione oculata. Mi auguro che il Vicenza sia trattato alla stessa stregua di un’azienda considerando che si tratta di un bene che è, prima di tutto, della gente, dei suoi tifosi; questo non va mai dimenticato. E poi credo nella famiglia Franchetto: la signora Vittoria e Marco sono veri appassionati».Che effetto hanno, sui tifosi, dodici anni di amarezze? «Quello di attendersi subito un cambiamento. Bene la svolta, ma ora la gente si aspetta i primi risultati». Lei cosa chiederà al nuovo presidente del Vicenza non appena avrà modo di parlarci? «Credo che le tappe fondamentali siano tre. La prima riguarda il risanamento finanziario, cosa di cui la nuova proprietà si sta già occupando in maniera egregia. La seconda, anche se non sono un esperto, tocca il vivaio. Bisogna tornare ad investire sul settore giovanile, come ai vecchi tempi. E poi, naturalmente, bisogna già formare una squadra competitiva per la prossima stagione, così sarà semplice anche per noi del centro di coordinamento trascinare i vicentini allo stadio». Parliamo del Menti. Pastorelli è interessato, l’ha ribadito più volte, a sistemare l’impianto di via Schio, renderlo «più decoroso». Che ne pensa? «È un aspetto importante, ma credo si possa agire più avanti».La squadra. Per Pastorelli, Brighenti e Giacomelli sono i due giocatori dai quali ripartire perchè stanno dimostrando attaccamento alla maglia, spirito di sacrificio e hanno qualità per essere i punti fermi della squadra che verrà. Salomoni Rigon da chi ricomincerebbe? «Io ho un sogno. E qui non voglio parlare nè come capo dei tifosi nè come business man: vorrei la squadra che ha finito il campionato salvandosi, con un paio di buoni innesti, uno per il centrocampo e un altro per l’attacco. Capisco che sarà difficile trattenere qualche giocatore…». Come Sampirisi e D’Elia? «Logico, qualche sacrificio bisognerà pur farlo. Ma dovrà essere minimo. E cercando bene, anche nelle categorie inferiori si possono pescare ragazzi interessanti». Che idea si è fatto di Antonio Tesoro, il nuovo direttore sportivo? «Quando è arrivato si è subito messo al lavoro e ha fatto il suo. Dobbiamo comunque lasciargli tempo». Capitolo Franco Lerda. «Meritava tutta la riconferma, è sufficiente vedere quel che ha fatto nei numeri. Lasciatemi lo spazio per un ringraziamento particolare in questo momento di cambiamento – conclude – Abbiamo la più bella curva d’Italia e ogni volta mi emoziono nel vederla. Rivolgo un pensiero particolare a tutti i tifosi, quelli vicini al centro di coordinamento ma anche tutti gli altri».

Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Grandi manovre all’Este (Serie D) che si sta muovendo per rafforzarsi in vista della prossima stagione in Serie D. La società giallorossa è vicinissima a Filippo Pittarello (Ex Padova e Luparense). Trovato l’accordo anche con il capitano Alessandro Lorello che ha rinnovato il contratto per un altro anno. Nei prossimi giorni l’Este potrebbe prendere un altro ex Luparense, Matteo Cavallini.

Ore 12.00 – (Gazzettino) Due rinnovi, un addio. Ieri è stata un’altra giornata intensa per Stefano Marchetti, che sta lavorando sodo per costruire la rosa della prossima stagione di serie B. Roberto Venturato sarà ancora l’allenatore, Manuel Pascali uno dei pilastri difensivi della squadra granata. Per entrambi il futuro era già scritto verbalmente, c’era da mettere nero su bianco. «Eravamo già d’accordo nel continuare assieme, ma la firma era necessaria per sancire il tutto», confida Venturato. Che poi spiega: «C’era qualche aspetto da approfondire, da discutere assieme, pianificare. Ci si doveva sedere attorno a un tavolo e parlarne, ma sia da parte mia che da quella societaria si voleva proseguire l’avventura anche in serie B». Adesso arriva il bello: «Con il direttore ci sarà un confronto quotidiano, è un momento di grande fermento perché si deve costruire la squadra del futuro, tenendo conto anche del regolamento della categoria che impone determinati paletti da osservare. Cercheremo di allestire una rosa adeguata, con Marchetti ci parliamo e continueremo a farlo, i confronti sono necessari perché si vuole sbagliare meno possibile». Ieri ha rinnovato anche Pascali, c’è l’idea di conservare l’ossatura dell’attuale squadra: «La rosa ce l’abbiamo in testa, ma è difficile dire in questo momento quanto potrà essere realizzabile». Dopo capitan Iori, un altro senatore ha detto “sì”: Manuel Pascali sarà a Cittadella anche l’anno prossimo. «Mi definisco un cacciatore di sogni, e l’avventura in serie B con questa maglia la vorrei davvero stupefacente», le parole del centrale difensivo. «Entrambi volevamo proseguire il cammino assieme, c’era già un’opzione per il rinnovo, non ci sono stati problemi a firmare». Un altro anno assieme: «Non nascondo che avevo ricevuto altre proposte, ma Cittadella per me rappresenta la prima scelta, e sono contento perché qui mi trovo benissimo. Ho raggiunto la serie B in campo e adesso voglio confrontarmi con una categoria che non ho mai provato». Pascali ha già voglia di rimettersi in moto: «Stranamente alla fine di un campionato non vedo l’ora di staccare la spina, invece in questo momento sto continuando ad allenarmi per farmi trovare tirato a lucido nel giorno del ritrovo. Ho fatto una scelta di cuore nel rimanere a Cittadella, dove spero di ritrovare tanti giocatori dell’ultimo anno». Il difensore promette grandi cose: «Sto bene fisicamente e la serie B non dev’essere un punto di arrivo per nessuno, bensì di partenza. C’è voglia di stupire, anche nel prossimo campionato». Ha già scelto pure il numero di maglia. «Il 29, così nessuno me lo tocca. È il giorno delle mie nozze, è il numero che ho sempre avuto in Scozia. Ormai fa parte della mia famiglia». Alessandro Sgrigna, invece, lascerà Cittadella. L’incontro del suo agente Luca Urbani con Marchetti non ha prodotto i frutti sperati dall’attaccante. «A meno di clamorose novità, cambierò squadra. Mi dispiace ma questo è il calcio, si guarda avanti, si sta muovendo qualcosa, vedremo». BERRETTI. Oggi alle 15 il Cittadella ospiterà il Bassano nella gara di ritorno dei quarti di finale del campionato di categoria. Quasi una formalità per la squadra di Giulio Giacomin, che una settimana fa aveva vinto 3-0 in trasferta. Se i granata passeranno il turno andranno a disputare le “Final four” per il titolo nazionale.

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Roberto Venturato e Manuel Pascali, il Cittadella riparte da loro. La notizia del giorno, in casa granata, è data dal doppio rinnovo del tecnico che ha condotto la squadra alla promozione in Serie B e del 34enne difensore centrale arrivato dalla Scozia la scorsa estate, assieme a Iori – non a caso altro giocatore fresco di rinnovo – vero leader in campo della squadra. Pochi dubbi, in realtà, sulla loro permanenza sotto le mura, ma, come afferma il direttore generale Stefano Marchetti, questa è comunque «una bella giornata per la nostra società, perché si tratta di due figure di rilievo. Con Venturato vogliamo dare continuità a quanto fatto nella scorsa stagione, con l’idea di disputare un campionato importante anche nella nuova categoria. Pascali continuerà a offrire il suo contributo tecnico e sul piano della personalità». Entrambi sono passati ieri pomeriggio nella sede di via Ca’ dai Pase per apporre la firma sul contratto della prossima stagione, senza bisogno di dilungarsi in troppe trattative. Tutti e due, peraltro, si preparano ad affrontare per la prima volta il campionato di Serie B. Venturato è alla settima promozione in carriera considerando anche quelle ottenute da giocatore, ma non ha mai allenato fra i cadetti, mentre Pascali, prima di rientrare nel Belpaese, voluto proprio dal tecnico trevigiano che aveva già lavorato con lui al Pizzighettone, era reduce da sette stagioni trascorse al Kilmarnock, club di Prima divisione scozzese, di cui è stato capitano per cinque anni e con il quale ha vinto anche una Coppa di Lega. «Ma in Italia» come raccontò al suo arrivo a Cittadella, «non sono mai andato più su della serie C e vorrei giocare il prima possibile in B». Eccolo accontentato, dopo una stagione vissuta da protagonista, con 5 gol messi a segno tra campionato e coppe. Sin qui le conferme. Assieme a Marchetti, Venturato dovrà ora valutare le prossime mosse di mercato. Comprese quelle più dolorose. Come anticipato nei giorni scorsi è sempre più probabile che le strade di Sgrigna e del Cittadella si separino nuovamente: il 36enne fantasista romano si era detto pessimista circa la sua permanenza, e l’ultimo incontro fra il suo procuratore e il d.g. non ha portato novità a riguardo. La conferma di Chiaretti e il possibile arrivo di Misuraca lo allontanano dal Tombolato. Un discorso analogo vale per Minesso: l’esterno sinistro di Piazzola sul Brenta, penalizzato dal centrocampo a rombo utilizzato da Venturato nella scorsa stagione, potrebbe spostarsi di non molti chilometri, finendo nelle file del Padova.

Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Appuntamento con la storia questo pomeriggio per la Berretti del Cittadella. I baby granata sono chiamati a difendere nella gara di ritorno dei quarti di finale, il 3-0 maturato sette giorni fa a Bassano. Ai giallorossi vicentini servirebbe un’impresa per sovvertire un destino che sembra già scritto, in relazione anche ai precedenti stagionali contro i cugini. Oltre alla gara d’andata il Bassano ha perso anche le due precedenti partite contro il Cittadella in stagione regolare e oggi dovrebbe vincere con quattro gol di scarto per accedere alla final four, mentre in caso di 0-3 si andrebbe ai supplementari o eventualmente ai calci di rigore. Al Cittadella basta non perdere la testa per entrare nelle prime quattro squadre d’Italia e giocarsi il tricolore di categoria per la prima volta nella propria storia. Il tecnico Giacomin ha chiesto massima concentrazione. Fischio d’inizio alle 15 all’Antistadio Tombolato. In caso di passaggio del turno il Cittadella partirà per Roma dove si giocherà la final four. Le semifinali sono in programma giovedì prossimo, con la vincente di Cittadella-Bassano che affronterà la vincente di Giana Erminio-Cremonese. La finale, sempre al centro Salaria Sport Village, è in programma sabato 11 giugno alle 16.

Ore 11.00 – (Corriere del Veneto) I destini del Padova sono legati a doppio filo a quelli del Cittadella. Ieri è stato raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto di Roberto Venturato e di Manuel Pascali , operazioni che erano nell’aria ma che, allo stesso tempo, andavano formalizzate. Adesso che c’è la certezza, la costruzione della squadra della prossima stagione potrà proseguire. I due nomi più caldi sul taccuino sono quelli di Gianvito Misuraca e Luca Strizzolo , che aveva una promessa di rinnovo col Pordenone ma che è stato cercato con insistenza proprio da Cittadella e Padova. I granata possono far pesare la categoria superiore e sono in vantaggio, mentre l’altro nome caldo, stavolta in uscita, è quello di Mattia Minesso . Marchetti può esercitare un’opzione di rinnovo entro il 30 giugno. La logica dice che non lo farà, considerato che nella passata stagione, in una categoria inferiore, Venturato non lo ha quasi mai utilizzato da titolare e la strada sembra la stessa anche per la prossima. Il Padova è pronta a fiondarsi su di lui, non appena ricevuto il via libera dalla città murata. Un altro giocatore ai saluti è Alessandro Sgrigna , che cerca casa altrove. Pordenone per adesso è solo sullo sfondo, il resto è tutto da verificare.

Ore 10.30 – (Gazzettino) Intanto, Zamuner non è impegnato in questi giorni solo sulla questione relativa alla scelta dell’allenatore, ma ha già iniziato a prendere contatti con alcuni procuratori per sondare le situazioni di calciatori che potrebbero fare al caso del Padova. Non senza dimenticare le posizioni di qualche giocatore che fa parte già della rosa, come nel caso di Neto Pereira con il quale è già avviata una trattativa per il rinnovo del contratto. Al riguardo è stata inviata all’agente dell’attaccante brasiliano un’altra proposta di accordo, nella quale è stata leggermente ritoccata la parte fissa degli emolumenti rispetto a quella variabile legata a presenze e prestazioni, e ora si attende appunto una risposta. Salvo clamorosi sviluppi la “quadra” sarà raggiunta, tanto più che Neto Pereira non ha mai nascosto il suo desiderio di giocare ancora con i biancoscudati.

Ore 10.20 – (Gazzettino) Entrambi sono in lizza per raccogliere l’eredità di Bepi Pillon, anche se nel computo generale va tenuto conto che al momento sono ancora legati per un altro anno alle società nelle quali hanno allenato quest’anno (Lanciano e Ascoli). Almeno nel caso di Petrone ciò non sembrerebbe rappresentare comunque uno scoglio, dato che il tecnico sarebbe disposto a liberarsi senza problemi nel caso in cui possa sposare un nuovo progetto che sia serio e vincente. Non ha invece alcun legame contrattuale Brevi, con il quale Zamuner si incontrerà di nuovo dopo aver visto gli altri due candidati. Dopodiché per il nuovo direttore generale biancoscudato sarà il momento di prendere una decisione tenendo conto degli aspetti tecnici ed economici, e la fumata bianca potrebbe arrivare giovedì o venerdì.

Ore 10.10 – (Gazzettino) Prima l’incontro con D’Aversa, a seguire quello con Petrone. È questa la scaletta degli appuntamenti nell’agenda di Giorgio Zamuner, senza dimenticare il faccia a faccia già andato in scena al Mapei Stadium mercoledì sera con Brevi, altro candidato alla panchina biancoscudata.
Per la decisione sull’allenatore sarà decisiva la prossima settimana. Proprio lunedì andrà in scena probabilmente il colloquio con D’Aversa, il quale è rientrato l’altro ieri da Malta dove ha assistito all’amichevole della Nazionale. Martedì o mercoledì sarà poi il turno di Petrone, che ha già avuto modo di vedere al volo Zamuner in occasione della sfida play off d’andata del Pordenone con il Pisa.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Zamuner, dopo aver incontrato mercoledì scorso Oscar Brevi a Reggio Emilia, lunedì pomeriggio vedrà il secondo dei candidati, l’ex tecnico del Lanciano Roberto D’Aversa, quindi martedì o mercoledì sarà la volta di Mario Petrone. Quando il quadro sarà completo, Zamuner si confronterà con i soci della Spa biancoscudata e sarà presa la decisione definitiva. Sul piatto, l’offerta che il Padova proporrà a tutti e tre sarà un contratto annuale con opzione di rinnovo per la stagione successiva al raggiungimento dell’obiettivo minimo, ovvero il quarto posto che vale i playoff. Al momento è difficile fare previsioni: Oscar Brevi è il profilo più facilmente raggiungibile, essendo grande amico di Zamuner ed essendo reduce da due esoneri che lo inducono a vagliare l’offerta del Padova come una primissima scelta; Mario Petrone, il tecnico che dal punto di vista dei risultati si presenterebbe con il curriculum migliore, ha invece offerte anche dal Bassano e da almeno una società del girone Sud, mentre D’Aversa, arrivando dalla Serie B, potrebbe avanzare pretese economiche superiori. Qui tifosi. Nuova sede per il club biancoscudato “Città di Albignasego”: il sodalizio diretto dal presidente Francesco Capuzzo si sposta al Bar Centrale di San Giacomo, in via Risorgimento 19.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) E un piccolo passo in avanti, dopo che per alcune settimane si era vociferato che Cunico potesse aver giocato lo scorso 8 maggio, contro l’Alessandria, la sua ultima partita in biancoscudato. «Volevo capire prima di tutto le sue idee e le sue aspettative», le parole di Zamuner. «Lui vorrebbe continuare a giocare, ma è anche disposto a valutare la possibilità di cominciare un altro tipo di percorso rimanendo comunque all’interno della società. Il Padova lo stima molto, e per questo una soluzione, in un senso o nell’altro, si troverà. Di certo dipenderà dalle regole che la Lega Pro imporrà per la prossima stagione sull’utilizzo dei giovani, e non ultimo su ciò che riterrà opportuno il nuovo allenatore: mi confronterò con lui anche su questo aspetto, e decideremo. Non mi sento di escludere a priori che Cunico possa continuare mettere la sua esperienza al servizio della squadra». Le cinque giornate. E qui si torna all’argomento chiaramente di maggiore attualità: la scelta dell’allenatore.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Marco Cunico e il Padova, un matrimonio che potrebbe proseguire. Sono giorni di attesa in viale Rocco: la prossima settimana il direttore generale Giorgio Zamuner farà la sua scelta dopo aver incontrato i tre candidati al ruolo di nuovo allenatore biancoscudato, e quando si conoscerà il nome del successore di Bepi Pillon anche il futuro del capitano potrà essere più chiaro. Se fosse per Zamuner, Cunico potrebbe anche rinnovare il contratto in scadenza e disputare la sua ultima stagione da giocatore, ma l’ultima parola sarà pronunciata solo quando anche il nuovo allenatore avrà detto la sua. Passi avanti. Il nuovo responsabile dell’area tecnica biancoscudata ha incontrato martedì scorso il capitano biancoscudato. I due si sono visti a pranzo, proprio nel giorno in cui Zamuner si presentava per la prima volta nelle nuove vesti biancoscudate: tra i due c’è stato un confronto a tutto tondo, si è parlato di passato e di futuro, e il direttore generale ha voluto, anzi tutto, ascoltare.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Un’identikit che sembra molto più vicino a quello di D’Aversa e Petrone rispetto a quello di Brevi, che spesso ha utilizzato la difesa a tre nel corso della sua carriera e che si è segnalato per la praticità delle sue squadre più che per il gioco spumeggiante. Magari perché i giocatori a disposizione si adattavano meglio al 3-5-2 invece del 4-3-3 o al 4-3-1-2 prediletti da Zamuner, si vedrà. Di sicuro Brevi è un candidato forte, anche per via di un rapporto quasi fraterno con il dirigente di San Donà di Piave, ma è nel weekend che verrà completato il giro di orizzonte e che il dado sarà tratto, con gli incontri che andranno in scena con Petrone e D’Aversa a completare il quadro della situazione. E se Zamuner estraesse un coniglio dal cilindro? Al momento pare un’eventualità poco probabile, ma da non scartare completamente. Basterà pazientare ancora qualche giorno per capire a chi verrà affidata la guida tecnica biancoscudata.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Non è ancora arrivato il momento per l’offensiva finale ma siamo vicini alla chiusura del cerchio: entro l’inizio della prossima settimana Giorgio Zamuner sceglierà l’allenatore che raccoglierà l’eredità di Giuseppe Pillon. In lizza ci sono tre nomi, mentre il quarto (tenuto finora ben coperto) sembrerebbe fuori gioco per tantissimi motivi: un’idea, una suggestione, una pista affascinante ma non realizzabile e non in linea con le attuali dimensioni e potenzialità economiche del Padova. Dire che Oscar Brevi sia in vantaggio rispetto a Mario Petrone e Roberto D’Aversa potrebbe essere una verità attuale ma non definitiva. Di certo c’è che Brevi è quello che, rispetto agli altri due «concorrenti», rispecchia meno quanto dichiarato dal neo direttore generale biancoscudato nel giorno della sua presentazione ufficiale: «Vorrei una squadra propositiva e tecnica, che va spesso al tiro e che attacchi pressando alto. Voglio dare sei “pugni” all’avversario anche prendendone tre».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica finale: Cittadella 76, Pordenone 65, Bassano 62, Alessandria 57, Padova 54, Cremonese 53, Reggiana 52, FeralpiSalò 50, Pavia 49, SudTirol 44, Renate 43, Giana Erminio e Lumezzane 42, Pro Piacenza 39, Cuneo e Mantova 34, AlbinoLeffe 20, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentaquattresima giornata: Cremonese-Cuneo 2-1 (Sansovini (Cr) al 15′ st, Brighenti (Cr) al 22′ st, Cavalli (Cn) al 38′ st), FeralpiSalò-Pavia 1-3 (Manconi (Pv) al 9′ st, Ferretti (Pv) al 13′ st, Romero (Fs) al 35′ st, Ferretti (Pv) al 44′ st), Lumezzane-Pro Piacenza 0-0, Mantova-AlbinoLeffe 1-1 (Gonzi (Mn) al 25′ pt, Magli (Al) al 33′ pt), Padova-Alessandria 4-0 (Fabiano (Pd) al 4′ pt, Petrilli (Pd) al 23′ pt, Altinier (Pd) al 25′ pt e al 1′ st), Pordenone-Giana Erminio 3-1 (Bruno (Ge) al 12′ pt, Beltrame (Pn) al 16′ pt e al 2′ st, Valente (Pn) al 36′ st), Reggiana-Bassano 2-2 (Mignanelli (Re) al 47′ pt, Momenté (Ba) al 27′ st, Alessi (Re) su rigore al 37′ st, Cenetti (Ba) al 46′ st), Renate-Pro Patria 3-1 (Napoli (Re) al 3′ pt, Teso (Re) al 10′ pt, Santana (Pp) al 35′ pt, Ekuban (Re) al 20′ st), SudTirol-Cittadella 2-3 (Fink (St) al 5′ pt, Tait (St) al 11′ pt, Litteri (Ci) al 12′ pt, Paolucci (Ci) al 43′ pt, Coralli (Ci) al 25′ st).

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Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.




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