Live 24! Padova, domenica di riflessione prima della “grande scelta”

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Ore 20.30 – (Il Piccolo) Se il mese di giugno della Triestina sarà dedicato soprattutto alla definizione del pacchetto degli under (domani fra l’altro parte lo stage di quattro giorni programmato dalla società alabardata per le annate dal 1996 al 2000), questo non significa che non proseguano anche i contatti e i sondaggi alla ricerca di veterani di spessore, con i quali fare il fatidico salto di qualità per una stagione al vertice. E in cima all’agenda c’è sempre il ruolo di prima punta, del bomber di razza, proprio per colmare quella che è stata la più grande lacuna dell’ultima travagliata stagione alabardata. Dopo quello di Serafini del Venezia, adesso dal Veneto rimbalza un altro nome, ancora più prestigioso, che sarebbe un obiettivo dell’Unione. Si tratta di Manuel Pera, toscano, classe 1984, vera e propria macchina da gol che nelle ultime due stagioni in serie D ha messo a segno la bellezza di 58 reti: 28 in quella appena finita con la maglia del Delta Rovigo, e 30 nel campionato precedente quando vestiva la maglia del Rimini. In precedenza per Pera tante annate fra C1 e C2 con Pontedera, Poggibonsi, Carrarese e Lucchese. Ma c’è anche un altro attaccante, sempre del Delta Rovigo, che pare interessi alla Triestina: si tratta di Emilio Docente, classe 1983, meno prolifico e presente in questa stagione (2 gol e 13 presenze), ma capace di realizzare 20 reti nelle due annate precedenti in serie C con il Forlì, e soprattutto giocatore dal curriculum ancora più prestigioso. In passato Docente ha giocato anche in serie B con Messina, Avellino e soprattutto Rimini, poi ancora tanta C con Perugia, Gela e Trapani prima dei campionati già citati con il Forlì. Dalla società alabardata filtra la notizia che Pera e Docente sono solo due dei tantissimi attaccanti che si sta monitorando, tutti come detto di grande esperienza e di spessore. Certo, è ancora presto per qualcosa di più concreto: per molti di questi giocatori le sirene della Lega Pro saranno a lungo in agguato, ma quantomeno l’identikit di quello che sarà il nuovo centravanti della Triestina è ormai piuttosto chiaro. Ormai certo invece, semmai ci fosse stato ancora qualche dubbio, l’addio del tecnico Roberto Bordin. Già a fine play-out c’era stata la sensazione che una riconferma sulla panchina alabardata dell’ex vice di Mandorlini sarebbe stata molto difficile. Ad avvalorare la tesi della mancata riconferma le voci sempre più insistenti provenienti dalle Marche, dove assicurano che l’approdo di Bordin sulla panchina della Maceratese in Lega Pro sarebbe molto vicino. La squadra marchigiana infatti è reduce da un divorzio un po’ burrascoso con il tecnico Bucchi e il suo staff, pronto a prendere la strada di Perugia: la cosa è finita in mano agli avvocati ma la rescissione consensuale è a un passo e questo dovrebbe portare presto all’ufficializzazione di Bordin, già contattato nei giorni scorsi dalla Maceratese.

Ore 20.00 – Finale playoff di Lega Pro, fischio finale: Pisa-Foggia 4-2. Tra sette giorni la sfida di ritorno in Puglia.

Ore 19.30 – (La Provincia Pavese) Se la proprietà cinese annuncia un disimpegno per il futuro e garantirebbe solamente la promessa di concludere ufficialmente la sua avventura a Pavia con la regolare iscrizione al prossimo campionato di Lega Pro il club è chiamato a trovare nuovi investitori o proprietari. Nelle ultime settimane il direttore generale Nicola Bignotti sta sondando e incontrando quelli che potrebbero diventare partner e nuovi soci per la gestione della prossima stagione azzurra. Continuano a rincorrersi le voci su un possibile investimento svizzero per l’A.C.Pavia. In questo senso il dg azzurro ha smentito L’ipotesi nel corso della conferenza stampa di mercoledì scorso (ma certe smentite – va ricordato – è bene prenderle con le molle se le trattative sono in corso). Una possibilità è che qualcosa di vero ci sia in tal senso ma solamente per legami tra i futuri investitori e il territorio elvetico. Ieri è spuntata la pista di un imprenditore milanese che opera nel campo della moda per un grosso gruppo internazionale con sede in Svizzera. Nazione dove ha sede un’azienda lombarda – bergamasca per la precisione – che già ha un legame diretto per quanto riguarda il merchandising nello store di «Casa Pavia». Potrebbe essere questo il primo partner del nuovo corso del pavia c per la prossima stagione sportiva. Di sicuro qualsiasi operazione di partnership e di investimenti rimane legata alla possibilità che l’attuale presidente Zhu iscriva la società al prossimo campionato di Lega Pro 2016-17. Risposta che avremo ufficialmente nelle prossime settimane quando ci saranno le scadenze previste per i club della ex serie C chiamati a dare garanzie economiche per la nuova stagione entro la fine del mese di giugno.

Ore 19.10 – (La Provincia Pavese) In ore dove si continua a parlare molto del futuro economico e societario dell’A.C.Pavia, sul piano sportivo l’attuale dirigenza starebbero chiudendo il cerchio per quanto riguarda il nome dell’allenatore. Dopo quelli di tecnici che hanno lavorato in Lega Pro nelle ultime stagioni ci sarebbe stata una virata su una figura diversa in linea con la fisionomia della squadra da allestire per la prossima stagione. E’ ben avviata, o addirittura in dirittura d’arrivo, la trattativa per portare sulla panchina azzurra in Lega Pro nella prossima stagione l’attuale tecnico della Primavera del Milan, Stefano Nava. Un ultimo contatto in tal senso ci sarebbe stato ieri pomeriggio al centro sportivo Vismara di Milano dove si è disputata l’amichevole tra la Primavera rossonera e la Berretti del Pavia. Era presente per la dirigenza azzurra anche Aldo Preite. La firma di Nava potrebbe giungere nei prossimi giorni e la presentazione dell’allenatore avverrebbe a metà settimana. Un’operazione che rientrerebbe in una possibile collaborazione sull’asse Milan-Pavia. In Lega Pro potrebbero avere una vetrina importante e maturare alcuni dei Primavera rossoneri di questa stagione in un’area geograficamente interessante vista la vicinanza con Milano. Il tutto rientrerebbe nei progetti di un Pavia “low-cost” dopo il disimpegno della proprietà cinese. Stefano Nava, 47enne milanese doc, cresciuto nelle giovanili della Pro Sesto è approdato al Milan dove nel ruolo di difensore è stato riserva della squadra stellare vincitrice in Italia e in Europa di difensori come Baresi, Maldini e Tassotti e Costacurta. Con la maglia del Milan ha vinto anche una Champions League nel 1993-1994 dove entrò negli ultimi minuti della finale vinta 4-0 contro il Barcellona. Conclusa la carriera agonistica nella Pro Sesto. Da diverse stagioni opera nel settore giovanile del Milan dove è diventato tecnico della Primavera nel finale di questo campionato dopo la promozione in Prima squadra di Cristian Brocchi. Il curriculum di Nava è di allenatore abituato a lavorare con i giovani di un settore giovanile professionistico importante come quello rossonero. In quest’ottica l’attuale dirigenza azzurra che sta programmando il prossimo campionato, il direttore generale Nicola Bignotti e il dirigente responsabile della Prima squadra Aldo Preite, ne avrebbe valutate il curriculum sportivo in vista di un Pavia che dovrebbe avere una rosa giovane visto un budget limitato e da costruire nelle prossime settimane.

Ore 18.50 – Finale playoff di Lega Pro, fine primo tempo: Pisa-Foggia 2-2.

Ore 18.40 – (Gazzetta di Reggio) Sono praticamente cresciuti insieme, fin da quando giocavano nelle giovanili della Lazio, nei primi anni di carriera; all’inizio degli anni ’90. Le loro carriere hanno poi preso strade diverse raggiungendo anche picci importanti ed una volta appese le scarpette al chiodo, in questi ultimi anni, si sono ritrovati a Bologna: qui Marco Di Vaio svolge il ruolo di general manager mentre Leonardo Colucci ha iniziato la propria carriera di allenatore, prima sulla panchina degli Allievi Nazionali e poi su quella della Primavera rossoblù. Ora, mentre si attende la conferma ufficiale da parte della Reggiana dell’accordo per il campionato 2016/2017 per portare Colucci sulla panchina della prima squadra granata, chi meglio di Di Vaio può parlare di lui? «Leonardo è un ragazzo molto scrupoloso, con le idee ben chiare su quello che intende fare e sul rapporto con i giocatori – dice subito l’ex azzurro ed ex juventino – è un vero professionista anche se ancora molto giovane». La sua relativa inesperienza potrebbe essere un limite? «Non credo, anzi, sarà sicuramente un vantaggio per la Reggiana e per il diesse Grammatica che potranno così impostare un programma a lungo termine, con giocatori giovani, alla ricerca della promozione, ma anche di altri risultati positivi per il futuro». Quale rapporto ha Colucci con i giovani? «Il suo è un impegno estremamenti professionale, che riesce a stimolare i ragazzi a dare sempre il meglio di se stessi in campo. Ed anche fuori dal campo. Il problema coi giovani è quello di riuscire a responsabilizzaarli e Leonardo ci riesce molto bene, come ha dimostrato in tutti questi anni, prima come calciatore e poi come allenatore». Quale modulo preferisce applicare alle sue squadre? «Non credo abbia un modulo preferito, dipende dai giocatori che ha a disposizione e dalla squadra che deve affrontare. In genere, qui alla Primavera del Bologna, ha utilizzato il 4-2-3-1, ma anche impostato alcune partite con il 4-4-2 o con altri moduli più offensivi a seconda dei giocatori a disposizione». « Credo che prima di impostare il modulo della futura Reggiana, valuterà con il diesse la rosa a disposizione e se, con l’eventuale arrivo di Mike Piazza (la firma viene data per imminiente, ndr), potrà chiedere rinforzi di suo gradimento, soprattutto a centrocampo. Il suo amore per la Reggiana, dove ha militato nella sagione della seconda promozione in serie A, sotto la guida di Carlo Ancelotti, è comunque fortissimo e gli auguro di trovare presto grandi soddisfazioni sulla panchina granata».

Ore 18.10 – (Gazzetta di Mantova) «Ho detto che la mia priorità è Mantova e lo ribadisco: per cui aspetterò questa settimana, in cui dovrebbe chiarirsi il futuro societario, per capire se ci saranno i presupposti per andare avanti». Le parole sono di Luca Prina, l’allenatore che ha conquistato la salvezza in extremis e che, pur essendo l’ultimo arrivato in città, ha capito forse meglio di tutti le potenzialità della piazza. «Qui ci sono una storia importante e una passione incredibile – dice il mister -, si potrebbe davvero fare qualcosa di importante. E soprattutto ne vale la pena, perché ogni giorno capisci che attorno hai una città, anzi una provincia intera che tiene moltissimo alla sua squadra di calcio. Mi dispiacerebbe moltissimo andar via e lasciare un lavoro appena iniziato». Prina sta seguendo ovviamente l’evoluzione della situazione societaria e si sarà fatto le sue idee al riguardo. Ma preferisce ovviamente non esporsi più di tanto: «Io al momento osservo tutto dall’esterno, sono l’ultimo che può dire qualcosa in merito. Posso parlare come un tifoso e ovviamente mi auguro che questa vicenda si chiuda nel migliore dei modi, cioè assicurando al Mantova una società seria e solida che possa affrontare la prossima stagione. Per come l’ho conosciuta io, l’attuale proprietà mi sembra formata da persone serie e affidabili, dunque confido nel fatto che faranno la scelta giusta per il futuro del club. A loro ho spiegato le mie idee, che potrebbero essere attuate anche con un budget inferiore a quello della scorsa stagione, ma oltre non posso andare. Aspettiamo e vediamo cosa accadrà».

Ore 17.50 – (Gazzetta di Mantova) Passano i giorni e in casa Mantova si continua a sfogliare la margherita in attesa di capire cosa ne sarà del club in vista della prossima stagione. La prossima settimana dovrebbe essere quella decisiva, visto che venerdì (salvo ulteriori rinvii) si terrà l’assemblea dei soci nel corso della quale il presidente Sandro Musso metterà sul tavolo le eventuali soluzioni trovate. Al momento l’unica concreta è quella rappresentata dalla cordata di Claudio Dondi, pronta a mettere sul tavolo (pare) 400mila euro per rilevare il 100% del Mantova. Offerta che alletta Musso, ma lo mette (insieme alla Sdl e a patron Di Loreto, che certo non possono considerarsi estranei alla vicenda) anche di fronte a una grande responsabilità. Il presidente infatti «non sa» chi siano gli imprenditori rappresentati da Dondi, il quale si riserva di presentarli soltanto dopo la conclusione dell’affare. Il che può lasciare ovviamente ipotizzare qualsiasi cosa e sicuramente non dà la certezza che Musso più volte ha detto pubblicamente di cercare: «Lasciare eventualmente il Mantova in mani sicure». Sta di fatto che per ora Dondi è l’unico ad aver presentato un’offerta per acquistare l’Acm. Nella prossima settimana, comunque, la proprietà vuole verificare tutte le altre piste possibili. La prima è quella che porta all’imprenditore vicentino Roberto Masiero, presentato da Fabrizio Lori e intenzionato a rilevare il 100% del club di Viale Te. L’incontro fra le parti ci sarà domani pomeriggio e a quel punto si capirà qualcosa in più sull’imprenditore, che a Mantova approdò 15 anni addietro in tutt’altra veste (direttore tecnico), all’inizio dell’era Castagnaro. Altro incontro in agenda per il presidente Musso è quello fissato per mercoledì. In quella circostanza, a presentarsi al Mantova sarà il consulente torinese Enea Benedetto a nome di una holding straniera. Tramite di questa operazione è il mantovano Gianluca Braguzzi, che ebbe un ruolo nella fase iniziale della rinascita del Mantova post fallimento. «Spero di poter dare una mano attraverso questo contatto – spiega Braguzzi -, Benedetto è un consulente molto importante e ha un rapporto privilegiato con questa holding, che ha nel Nord Europa il suo mercato privilegiato. La mia idea sarebbe quella di far unire le forze alla Sdl e a questo gruppo per costruire un Mantova competitivo. Ma al momento è presto per dire se ci sono le condizioni per un lieto fine». Uno dei problemi del Mantova è infatti quello dei tempi stretti. Gli stessi che potrebbero rendere vano il lavoro in atto da parte del patron Serafino Di Loreto. «Con l’avvocato Gallo, che rappresenta l’imprenditore cinese Ye ci siamo dati un appuntamento telefonico per domani – spiega Di Loreto -. In quella circostanza chiederò di avere risposte precise sulla fattibilità del progetto». E sempre domani Di Loreto tornerà alla carica con l’intermediario romano che aveva promesso di metterlo in contatto col gruppo malese che sta cercando di acquisire il Bari. In tutto questo caos, resta poi sempre l’ipotesi che l’attuale proprietà possa andare avanti da sola. Le potenzialità ci sarebbero, ma servirebbe anche qualcos’altro. Che Musso e Di Loreto, ad esempio, tornassero inseparabili com’erano qualche mese fa, prima della “lite” pubblica che sembra aver lasciato degli strascichi. Già, perché se Di Loreto volesse questa situazione la risolverebbe in proprio in due minuti. Altro fattore necessario è che i soci mantovani Bompieri, Tirelli e Giovanardi tornino alla ribalta. Magari con un apporto economico inferiore rispetto all’ultimo anno, ma con la voglia (quella mai mancata) di dare un futuro alla loro “creatura”, risollevata da un fallimento ma – dopo 6 anni – ancora bisognosa del loro intervento. I se sono tanti, è vero, ma tante sono anche le responsabilità di chi assume la guida di una società che è la bandiera sportiva di un’intera provincia. E questo bisognerebbe non scordarlo mai.

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Se avesse portato i rossoalabardati dall’Eccellenza alla semifinale playoff per la promozione in B, in una città come Trieste lo avrebbero fatto sindaco». L’entusiasmo per la fantastica stagione neroverde ha contagiato anche Maurizio Mazzarella, che da una vita segue direttamente o indirettamente le vicende del ramarro. STAGIONE IRRIPETIBILE – «Tutto bellissmo – afferma l’avvocato -, però irripetibile. Il secondo posto in campionato è frutto dell’ottimo lavoro fatto dalla società, da Tedino, dal suo staff e dai giocatori. All’exploit neroverde – ricorda Mazzarella – hanno contribuito però i flop delle grandi: Reggiana e Pavia per prime. L’Alessandria è stata distratta dalla Coppa Italia. Nella prossima stagione spingeranno forte anche il Padova e le neopromosse Parma e Venezia. Vorranno poi risalire subito le retrocesse dalla B, come il Como». COSTI & RICAVI – Mazzarella sposta la visione sul piano economico. «La B – afferma – è economicamente più vantaggiosa: si spende di più, 10-11 milioni, ma si incassa anche di più, grazie a contributi, sponsor e diritti televisivi. Il Pordenone poi deve fare i conti con uno stadio inadeguato e incassi da Quarta serie. Provare a vincere costa fra i 4 e i 5 milioni. Lovisa dovrebbe poter contare sugli operatori economici locali che però, come evidenziato da Zuzzi, sono insensibili alla crescita del ramarro». TEDINO MANAGER – Perso Zamuner, resta Tedino. «Grande vantaggio – giudica il legale -. Se fossi un presidente di A o B, prenderei subito Bruno come ds. Conosce tutti i giocatori d’Italia. Ha fatto bene a rimanere a Pordenone come tecnico-manager. Può iniziare qui la sua vera carriera. La squadra? Se ne andrà Strizzolo, forse anche Stefani. Io proverei a mantenere lo zoccolo duro, rinforzato – suggerisce l’avvocato – da Maracchi, Gerardi, Cesarini e – un suo pallino da sempre – da Peresson come secondo portiere».

Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Emanuele Berrettoni rimarrà al Pordenone. L’attaccante ex Bassano e Verona, arrivato a gennaio dall’Ascoli (serie B), si è letteralmente innamorato della squadra e della città, e – cosa ancora più importante – ha convinto la società a investire su di lui. Per l’annuncio ufficiale è solo questione di tempo. Il contratto di 6 mesi, che ha legato Berrettoni al Pordenone per la seconda parte della stagione, sarà dunque rinnovato. Probabilmente per un altro anno, ma non è del tutto esclusa l’opzione relativa a un biennale. Berrettoni sarà un altro tassello a disposizione di Bruno Tedino, che in lui ha creduto sin dal primo momento, aspettandolo quando non era in buone condizioni fisiche e facendone un punto fermo nella cavalcata che ha condotto il Pordenone ai playoff. «Da gennaio – dichiara Berrettoni – ho creato un rapporto speciale con tutta la squadra. Il Pordenone ha un gruppo fantastico, attivo anche fuori dal campo. Siamo amici. Ho girato tante squadre ma è difficile trovare una coesione del genere». L’aveva detto già mesi fa, quando i playoff non erano ancora una certezza. Voleva rimanere: ora il Pordenone è pronto a dargli questa possibilità. SGRIGNA – Al suo fianco potrebbe arrivare un altro «vecchio». Da Padova giungono conferme sulle possibilità che a Pordenone arrivi il fantasista Sgrigna (Cittadella). Nei primi giorni della settimana i contatti si intensificheranno. Le due società puntano a un rapporto sempre più stretto. STRIZZOLO – Così intenso da fare da cornice a un’altra operazione in dirittura d’arrivo. È quella che riguarda il trasferimento dal Pordenone al Cittadella di Luca Strizzolo. Il rinnovo in neroverde dell’attaccante friulano è ormai impossibile, mentre a breve potrebbe arrivare la firma in granata, per quella che sarà la prima esperienza in B della sua carriera. DIRIGENZA – Marcelo Mateos, ex giocatore e ormai ex dirigente neroverde, andrà come pronosticato al Padova. Al suo posto dovrebbe rientrare nello staff dei ramarri l’ex udinese Marco Grossi, già ai nastri di partenza della prima stagione in LegaPro dell’era Lovisa. Tornerà in sella in un contesto ben diverso da quello che aveva lasciato. MOVIMENTI – Capitan Mirko Stefani di fronte a una buona offerta da parte della società può restare. Lo farà certamente Marchi, che con il Pordenone ha un biennale blindato. Un’altra bella notizia si lega ad Alex Pederzoli: il regista sembra disposto a rimanere. Qualche spiraglio anche per Alberto Boniotti e Marco Martin. Il terzino bresciano tornerà alle Rondinelle ma potrebbe rientrare con un altro prestito. Il pasianese invece troverà a Pavia il dissesto societario che forse costringerà i lombardi alla D, e non esiterebbe a scegliere i colori neroverdi. Tutto ok per Buratto e Valente, che resteranno in organico. Dovrebbe partire Luca Cattaneo. Il trequartista ha tanti estimatori e potrebbe scegliere la Reggiana. In partenza pure Alberto Filippini.

Ore 16.40 – (Messaggero Veneto) Manca ancora poco, poi sarà ufficializzato il suo ingresso in società. Stiamo parlando del primogenito di Mauro Lovisa, Matteo, classe ’96, che entrerà a far parte dell’organico dirigenziale. Ancora non sono note le sue mansioni, ma graviterà attorno a Tedino e Denis Fiorin, con quest’ultimo che ricoprirà le mansioni strettamente operative di ds. Così il Pordenone dovrebbe colmare il vuoto lasciato daGiorgio Zamuner, passato al Padova. E il posto dell’ormai ex direttore operativo, Marcelo Mateos, in procinto di seguire Zamuner? Per questa posizione contattato l’ex segretario del settore giovanile neroverde, Marco Grossi, già apprezzato nella sua esperienza in neroverde al primo anno di Lega Pro: competenze e capacità del dirigente udinese non sono in discussione, bisognerà vedere se si chiuderà l’operazione. Potrebbe ricevere una promozione invece l’addetto agli arbitri, Enrico Pitau: è in ballo per la posizione di team manager, ruolo attualmente ricoperto da Francesco Rosanda, che manterrebbe il prestigioso incarico di segretario generale.

Ore 16.20 – (Messaggero Veneto) Mentre la maggior parte delle situazioni saranno prese in esame con l’inizio della nuova settimana, alcune sono già state valutate. E portano il nome di Mirko Stefani ed Emanuele Berrettoni: Bruno Tedino, per il suo Pordenone 2016-2017, vuole ripartire a tutti i costi dal capitano e dall’attaccante. Nulla di ufficiale ancora, ma si farà il possibile per assecondare le richieste dei due giocatori, ritenuti fondamentali, e far sì che si presentino a guidare il gruppo all’inizio della nuova stagione. Primi tasselli. Stefani, difensore, classe ’84; Berrettoni, attaccante, classe ’81: il Pordenone vuole ruotare anche attorno a loro, nel suo terzo campionato consecutivo di Lega Pro. Tedino ritiene i giocatori molto importanti nel suo progetto tecnico, anche in virtù delle loro qualità caratteriali. Stefani, nel giro di poco tempo, è diventato un punto di riferimento nello spogliatoio, oltre a vestire la fascia di capitano; Berrettoni si è messo a disposizione del trainer con umiltà e ha portato la sua mentalità vincente. Elencare poi le doti sul campo dei due è facile: il difensore ha disputato una stagione di altissimo profilo, e la punta, una volta trovata la giusta condizione, ha fatto la differenza. Memorabili i match con Cuneo e Pavia, tra gli altri. La società sa quali sono le idee di Tedino e cercherà di assecondare lui e i giocatori. Serve dare continuità alla squadra capace dell’incredibile secondo posto: manca poco affinché vengano mossi i primi passi. Il resto. Da domani si affronteranno anche altre situazioni, naturalmente. E’ chiaro ciò che vogliono gli altri “senatori” per di rimanere: un adeguamento economico in riconoscenza della stagione appena disputata. Sono i casi di Tomei, Mandorlini e Pederzoli, pezzi fondamentali del Pordenone ormai «prima versione». In questo senso sarà comunque determinante la mano di Tedino, chiamato a far capire le sue esigenze alla proprietà: non ci dovrebbero essere problemi, a ogni modo, soprattutto se si tiene conto il fatto che al tecnico sono stati allargati i poteri e sia diventato ora una sorta di manager all’inglese. Ripartire con questi cinque giocatori sarebbe un gran segnale, per la piazza e per le rivali. Ci sarebbe uno zoccolo duro a cui affiancare una serie di giocatori, alcuni importanti: sarà fondamentale scegliere il centravanti titolare, arma decisiva di ogni squadra vincente e pure del Pordenone dell’anno scorso, capace in quel ruolo di ottenere 17 gol (8 con De Cenco e 9 con Strizzolo).

Ore 15.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Ormai siamo in dirittura d’arrivo e, dalle notizie che arrivano, il futuro della panchina del Bassano pare arrivato a una svolta, con ogni probabilità decisiva. Il ballottaggio a due fra Mario Petrone e Alessandro Dal Canto registra nelle ultime ore uno scatto dell’ex Padova, Venezia e Vicenza, attuale selezionatore della Nazionale Under 17. Decisivi sarebbero i costi inferiori dell’operazione, le richieste riguardanti lo staff e il fatto che Petrone sia ancora sotto contratto con l’Ascoli oltre che cercato, tra le altre, anche da Padova e Alessandria. Nel suo caso i tempi si dilaterebbero eccessivamente per le esigenze del Bassano e anche questo aspetto va tenuto debitamente in considerazione. Le ultime novità, peraltro, danno Petrone in corsa per la panchina dell’Alessandria, anche se in quest’ultimo caso il nome più caldo emerso è quello di Gaetano Auteri, che ha appena detto addio al Benevento dopo una «storica» promozione in serie B e che potrebbe allenare per la prima volta una squadra del nord Italia. Perché verrebbe scelto Dal Canto, dunque? Perché il tecnico di Castelfranco Veneto ha fatto bene alla guida della Nazionale Under 17, perché dopo una serie di esperienze negative potrebbe essere arrivato il momento del riscatto e perché le sue indubbie qualità emerse il primo anno a Padova erano state annacquate da qualche spigolosità caratteriale di troppo. Ma Dal Canto è anche un professionista rispettato dal gruppo e potrebbe armonizzare quel mix tanto caro a patron Rosso tra giovani emergenti e senatori. In attesa di capire se arriverà la fumata bianca con Dal Canto, nel frattempo va segnalata la curiosa iniziativa di un gruppo di supporter giallorossi: secondo questa schiera di pensiero, la prima scelta per il futuro del Bassano deve essere Alberto Malesani. Il tecnico di San Michele Extra stuzzica da sempre le fantasie delle tifoserie per il suo carattere schietto, per i suoi show in conferenza stampa e i metodi considerati perfetti per governare uno spogliatoio, accendendo nel contempo la fantasia di chi ama il calcio: #Vogliamomalesaniabasan l’hashtag lanciato per l’iniziativa. Difficile che la società raccolga l’invito ma la curiosa presa di posizione resta.

Ore 15.30 – (Giornale di Vicenza) Doveva esserci un segnale e il segnale invece non è arrivato. Dopo l’incontro con Seeber dei giorni scorsi quel colloquio con Petrone non ha avuto ulteriori esiti e dunque il tecnico, il cui possibile ritorno ha fatto sognare per un attimo la gente virtussina si libererà dal contratto che lo lega all’Ascoli sino a giugno 2017 per altre chiamate, diverse dalla sponda giallorossa. Ad esempio il Padova (il faccia a faccia con il neodigì biancoscudato Giorgio Zamuner è in agenda mercoledì) oppure l’Alessandria che, liquidato Gregucci e monitorato Asta, poi accasatosi alla Feralpi Salò, nelle ultime ore è andata molto aggressiva sull’allenatore partenopeo, cercato pure da un club del sud. E dunque, con queste premesse, non c’è nemmeno da attendere i fatidici 10 giorni di consultazioni. La società prosegue nel lavoro sui profili in cui crede maggiormente. In un ideale borsino delle quotazioni, peraltro sempre variabili, va forte Alessandro Dal Canto, un candidato della primissima ora che seppur attualmente alla guida dell’Under 17 azzurra non avrebbe difficoltà a mettersi a disposizione del Bassano poiché motivatissimo a rientrare a lavorare nella quotidianità di un club abituato come piace a lui a valorizzare i giovani e tra l’altra che conosce bene perchè a un passo da casa. Il quarantunenne Dal Canto quindi torna in pole, ma nella volatona ci sono di diritto altre due figure di primissimo piano già prese in considerazione su queste pagine e che in via Piave monitorano con grande attenzione: il primo è Carlo Sabatini, 56 anni, umbro ma di stanza a Padova da decenni, fratello di Walter, diesse della Roma, il migliore in Italia nel suo ruolo per competenze tecniche e capacità nelle plusvalenze. Sabatini lo scorso anno portò il Como in B da subentrante, altrettanto fece col Padova anni prima e nasce come specialista delle giovanili, quindi sa come ottenere il meglio da un gruppo con tanti ventenni e pochi senatori. E il terzo profilo è Valerio Bertotto, 43 anni, ex bandiera dell’Udinese, ex selezionatore di Lega Pro che ha appena salvato la Pistoiese, dato in ascesa.

Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Avevamo pianificato il ritiro, messo in movimento giocatori, iniziato la programmazione e invece…». È più incredulo che amareggiato Giancarlo Favarin, riconfermato e poi esonerato dal Venezia, che anche nell’era dell’americano Tacopina, come in quella del russo Korablin, l’ha scaricato dopo la conquista della promozione in Lega Pro. «Evidentemente sono proprio destinato male a Venezia – l’amarezza del tecnico toscano – e male mi portano i milanisti, visto che a Pisa ha preso il mio posto Gattuso; ora qui Inzaghi. Ci sono rimasto malissimo, ma la devo ingoiare, mi rimboccherò le maniche anche questa volta, come ho sempre fatto». In mattinata Favarin ha appreso sui siti internet e dalle decine di telefonate degli amici che il Venezia aveva cambiato rotta. Poi nel pomeriggio la conferma del ds Perinetti. «Ci vedremo domani a Coverciano per i ’dettagli’ – confida – la mia impressione è che sia una mossa di marketing e per l’immagine del club, ma questo non è calcio, solo pallone. Mi spiace perché la Lega Pro anch’io me l’ero conquistata con il lavoro e la fatica, c’era un accordo sulla parola che in caso di promozione sarei rimasto, invece eccomi a casa. Comunque un grazie di cuore ai tifosi capaci anche ieri di farmi sentire tutto il loro affetto, peraltro ricambiato». «No, non tornerò una terza volta a Venezia in serie D;, semmai in Lega Pro» – la battuta finale di Favarin.

Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Ribaltone-Venezia, esonerato il già riconfermato Favarin, Tacopina porta Pippo Inzaghi per risvegliare la piazza nella scalata alla serie B. Clamoroso ripensamento in casa arancioneroverde, con il benservito a Giancarlo Favarin, ufficializzato ieri pomeriggio dal ds Giorgio Perinetti, dopo il summit col presidente Joe Tacopina e dopo aver incontrato a quattr’occhi l’allenatore del Milan nella serie A 2014/15. L’ex bomber si svincolerà il 1. luglio dal club rossonero: già stato accostato alle cadette Frosinone, Verona e Avellino (nonché contattato dalla Cina), è decisamente il “prescelto” del Venezia su Cristian Stellini (Primavera del Genoa), Giuseppe Sannino (in questa stagione per 7 giornate al Carpi in A) e Christian Panucci (esonerato e richiamato al Livorno, retrocesso in Lega Pro). «Ho comunicato a Favarin che abbiamo preso un altro indirizzo – ha dichiarato Perinetti, ieri, poco dopo le 17 – e non per sue mancanze, perché l’uomo e il professionista non si discutono e anzi mi adopererò per trovargli una squadra. Il motivo? Vogliamo dare un taglio diverso al nostro lavoro, abbiamo altre esigenze e puntiamo a dare segnali forti all’esterno anche sul piano dell’immagine del Venezia Fc». Da ambienti milanesi trapelano conferme circa l’apprezzamento e l’interesse di Inzaghi per la proposta arancioneroverde anche se Perinetti non si sbottona. «È nella lista dei tre o quattro papabili, sicuramente vogliamo agire con rapidità veloci perché ci sono decisioni importanti da prendere e non è detto che quanto fatto fino ad oggi sia riproponibile con un altro tecnico». Un vero fulmine a ciel sereno, visto che Favarin, come detto, era già stato confermato dopo aver riportato per la seconda volta il Venezia in Lega Pro, subentrando a Paolo Favaretto. «Il nostro accordo prevedeva l’automatico rinnovo del contratto in caso di promozione e così sarà – le parole di Perinetti a traguardo tagliato – La conferma di Favarin è più che meritata, si è conquistato sul campo la possibilità di lavorare ancora per il Venezia». Mentre Tacopina il 1. maggio al Penzo aveva aggiunto: «A Favarin non avremmo potuto chiedere di più e non c’è nulla da decidere, il prossimo anno partiremo con lui. Anzi, preciso, partiremo e finiremo con lui in una stagione in cui punteremo subito alla serie B».

Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia alza la posta e ora punta su Pippo Inzaghi. La rivoluzione si è materializzata nella giornata di ieri, anche se già da alcuni giorni il direttore sportivo Giorgio Perinetti stava sondando alcuni allenatori «di grido» da piazzare sulla panchina al posto di Giancarlo Favarin. Nel pomeriggio di ieri si è tenuta una riunione con il presidente Joe Tacopina per fare il quadro: sul tavolo non tanto questioni tecniche, ma piuttosto quelle di appeal che il nome di Inzaghi potrebbe garantire a una piazza emergente come Venezia. Al termine del confronto, Perinetti ha avvertito Favarin al telefono, che si è detto «molto deluso». Fino alla tarda mattinata di ieri, infatti, il tecnico pisano era ancora certo di essere l’allenatore del Venezia, incaricato, dopo la promozione in Lega Pro, di puntare all’obiettivo serie B. Invece si cambia rotta, come conferma lo stesso Perinetti: «Favarin non ha alcun demerito, è una persona squisita sotto ogni profilo, tecnico e umano. Ma di concerto con il presidente Tacopina sono state fatte valutazioni che riguardano il progetto di sviluppo della società — spiega il ds — abbiamo ritenuto di partire con un progetto che fosse condiviso da subito, per non doverci trovare a cambiare in corsa. La società punta a qualcosa in un’ottica diversa». Sul nome di Inzaghi, Perinetti conferma che la trattativa c’è, anche se non si tratta dell’unica opzione. Vi sono stati infatti dei contatti anche con l’ex allenatore del Chievo Eugenio Corini (che non arriverà) e con Giuseppe Sannino, che con Perinetti ha lavorato a Siena e a Palermo. «Sono usciti alcuni nomi in queste ore e sono tutti plausibili», conferma il ds. Su Inzaghi però c’è qualcosa di più, visto che sarebbe già pronta una bozza di accordo con il Milan, la società che ha ancora sotto contratto l’ex bomber azzurro. La scelta di Inzaghi si spiega anche con il fatto che il suo nome è molto apprezzato negli Stati Uniti e nella Major League Soccer, dunque può fare breccia nel cuore (e nel portafogli) degli investitori del Venezia Fc. Per garantirsi un nome di tale levatura il budget messo a disposizione dal presidente Tacopina sarebbe stato ritoccato all’insù di un milione di euro, andando a raggiungere una cifra tra i sette e gli otto milioni, di cui circa la metà per la prima squadra. Una cifra davvero considerevole, che dovrebbe garantire l’allestimento di una corazzata all’altezza dell’obiettivo, che è vincere il campionato. Al termine del colloquio con il presidente Tacopina, il ds ha dunque comunicato a Favarin l’esonero, anche se tecnicamente non si tratta di questo non essendoci ancora un contratto ma solo un accordo verbale. La firma sarebbe arrivata solo una volta concluso l’iter di trasformazione della società arancioneroverde da dilettantistica a professionistica, in vista dell’iscrizione alla Lega Pro. Domani Perinetti andrà a trovare l’ex tecnico arancioneroverde a casa per il definitivo congedo. Palpabile, come ovvio, l’amarezza di mister Favarin: «Nell’arco di un anno solare mi è capitato due volte, prima con Gattuso e ora con Inzaghi…». Per uno strano scherzo del destino, infatti, l’anno scorso ad agosto Favarin era stato scaricato dal Pisa per fare posto a Gennaro Gattuso e ora gli accade il bis con un’altra bandiera rossonera. «Sono deluso e rammaricato, mi capita di nuovo di rimanere fuori all’ultimo senza conoscere i veri motivi. So che non sono tecnici o calcistici — osserva mister Favarin — ma si tratta di logiche diverse. Io fin là non arrivo, sono un semplice allenatore che si guadagna da vivere con il suo mestiere, gli altri sono dei supereroi. Aspetto le spiegazioni che mi darà la società. Spero ci sia il tempo per trovare un’altra panchina». E proprio in queste ore si sarebbe fatto avanti il Tuttocuoio, club di Lega Pro di San Miniato. Intanto pare cosa fatta la conferma di Evans Soligo.

Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) «Sono molto amareggiato» parole di Giancarlo Favarin ieri sera, «è accaduto tutto all’improvviso. Inatteso. Perinetti mi ha spiegato le motivazioni societarie di questo cambio di rotta, lunedì ci vedremo a Coverciano per definire i dettagli. Non sono molto fortunato con gli ex milanisti: a Pisa è arrivato Gattuso la scorsa estate, adesso dovrebbe arrivare Inzaghi al Venezia. Come è accaduto quattro anni fa non basta vincere il campionato per rimanere a Venezia. Ho ricevuto tante telefonate, tantissimi tifosi che mi hanno fatto sentire la loro vicinanza, vuol dire che a Venezia ho fatto qualcosa di buono». Filippo Inzaghi, il candidato principale. Contratto con il Milan in scadenza a fine mese. Carriera super da giocatore (Mondiale 2006, vice a Euro2000, Champions, Uefa e scudetti con Juventus e Milan), carriera da allenatore agli albori. Classe 1973, piacentino, dopo avere smesso è passato agli Allievi Nazionali del Milan nel 2012 iniziando anche il Supercorso a Coverciano, arrivando in semifinale contro l’Empoli. Viene promosso alla Primavera con cui vince il torneo di Viareggio. In prima squadra chiude al decimo posto, senza qualificarsi per le coppe e venendo esonerato. Un nome di grande richiamo sulla platea internazionale, soprattutto per il mercato americano curato da Joe Tacopina. L’altro nome era quello di Giuseppe Sannino da Ottaviano, classe 1957, che ha costruito la sua fortuna di allenatore a Varese portando i lombardi dalla Seconda Divisione alla semifinale playoff in serie B. Quest’ano era in Inghilterra, nel Watford dei Pozzo. Ultime due stagioni tra subentri ed esoneri prima a Catania e poi a Carpi dove e’ rimasto solo cinque partite prima del richiamo di Castori. Altro ex milanista accostato al Venezia è Christian Panucci, classe 1973, Milan, Real, Inter, Chelsea e Roma da calciatore. Poi assistente allenatore in Russia con Capello dal 2012 al 2014. Il 17 marzo 2015 subentra al Livorno venendo confermato anche per la stagione successiva. Ma quest’anno le cose non gli sono andate bene.

Ore 13.40 – (La Nuova Venezia) Passata l’ondata azzurra, arriva la sorpresa arancioneroverde: il Venezia saluta Giancarlo Favarin e punta diritto su Filippo Inzaghi. Il tam tam è iniziato venerdì in tarda serata, ieri mattina le prime ammissioni, nel pomeriggio l’ufficialità con la telefonata effettuata da Giorgio Perinetti al tecnico pisano, caduto letteralmente dalle nuvole facendo colazione. Favarin, a fine campionato, era stato riconfermato più volte sia dal presidente Joe Tacopina sia dal direttore sportivo Perinetti. Sempre a livello verbale, di scritto non c’era ancora nulla anche se Favarin aveva pianificato con Perinetti sia il programma del ritiro, sia le conferme della vecchia rosa sia proposto i nomi di alcuni innesti per la prossima Lega Pro. Il ritorno di Tacopina da New York ha rivoluzionato lo scenario, galvanizzato anche dal successo ottenuto da Venezia e dal Venezia Football Club in occasione dell’amichevole dell’under 21 al Penzo contro la Francia. In mattinata si è capito che la pentola bolliva. «Ci siamo presi un po’ di tempo con il presidente per riflettere sulla posizione di Favarin. Per valutare se continuare insieme o interrompere il rapporto». Il primo colpo: Favarin in discussione, già farlo comportava una sorta di delegittimazione del tecnico in caso di conferma. «Non ne so proprio nulla» il commento di Favarin a mezzogiorno, «mi ha chiamato Langella per avvertirmi. Non so che dire, aspetto una comunicazione da parte di Perinetti». Al pomeriggio, però, la svolta finale, forse perché era ormai impossibile negare l’evidenza, forse perché era arrivato l’accordo con il successore. «Ho comunicato a Favarin che non rientra più nei piani del Venezia» ha spiegato Giorgio Perinetti, «lunedì ci vedremo a quattr’occhi a Coverciano. Cosa è accaduto nelle ultime ore? Niente di particolare, esigenze societarie per affrontare il nuovo campionato. Inzaghi? Uno dei papabili, vediamo come andrà a finire. La lista non è molto ampia, ci sono Sannino, Panucci e Stellini come alternativei. Dobbiamo definire ancora tanti dettagli». Possibile che l’annuncio arrivi lunedì dopo aver formalizzato l’addio con Favarin, forse martedì alla convention di calciomercato organizzata da Piovesan a Monastier. Non si tratta di un esonero in quanto Favarin non aveva ancora firmato il rinnovo del contratto passando poi dai dilettanti ai professionisti. Favarin non era stato riconfermato nemmeno quattro anni fa, quando aveva vinto anche il titolo italiano dilettanti, pagando la partenza di Cinquini per la Russia e l’arrivo di Gazzoli a luglio inoltrato con l’ingaggio di Andrea Zanin. Stessa sorte toccò l’anno precedente a Gianluca Luppi, riconfermato da Samokhin e poi giubilato da Cinquini a favore di Sassarini.

Ore 13.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Da quel 30 gennaio, quando al quarto d’ora del secondo tempo il tendine d’Achille lo tradì, sono passati quattro mesi e la domanda più ricorrente tra la tifoseria biancorossa quando si parla di Thomas Manfredini è la stessa: «come sta?». «Dal quel giorno sto decisamente meglio — spiega Manfredini — a Como uscendo dal campo pensavo che me ne erano capitate troppe e che stavolta di ricominciare a lottare non ne sarebbe valsa la pena. Invece adesso le cose sono cambiate, voglio provare a giocarmi tutte le carte per tornare a scendere in campo e la mia sensazione è che ce la posso fare, anche se l’ultima parola spetterà al mio tendine… Sto lavorando tanto, sia dal punto di vista fisico che mentale, ma il lavoro che sto svolgendo sta dando buoni risultati e, anche se non so esattamente quanto tempo ancora dovrò star fuori, ho deciso che farò il massimo per tornare a giocare. Poi è chiaro che bisognerà vedere se la nuova proprietà e il mister vorranno puntare su di me; per il momento non li ho ancora sentiti, perché hanno avuto cose più importanti a cui pensare. Intanto io penso solo a lavorare, perché il primo passo è tornare ad essere a posto fisicamente». Una svolta societaria che secondo Manfredini potrebbe portare a Vicenza un rinnovato entusiasmo in una piazza dalla grande tradizione. «E’ stato un passaggio graduale ma che porterà tante situazioni nuove, come sempre accade quando si cambia nella stanza dei bottoni — spiega il difensore biancorosso — la speranza è che presto si possa tornare a rivivere un torneo da vertice come due campionati fa». Nella straordinaria stagione in cui il Vicenza ha sfiorato la serie A, Manfredini faceva coppia in difesa con Brighenti, un altro che con la sfortuna ha un conto aperto. «E’ vero ma Nicolò è uno che non molla mai, devo dire che quanto è accaduto a lui mi dà forza per credere che anche io tornerò a giocare. Ogni tanto, quando Brighenti era ancora fuori e lo trovavo al centro tecnico di Isola Vicentina, ci scherzavo dicendogli che avevamo dato troppo l’anno prima e che non eravamo riusciti a tenere il passo… Si rideva insieme, ma sapevo che lui non avrebbe mollato e ce l’avrebbe fatta, ha forza e carattere straordinari». Sarà una serie B molto competitiva e con la retrocessione del Verona e la promozione della Spal si rivivranno vecchie sfide. «So bene che per Vicenza la partita che vale mezzo campionato è contro il Verona – spiega Manfredini – ma da ferrarese mi fa piacere che sia tornata in serie B la Spal. Finalmente a Ferrara c’è una società solida e allestiranno una buona squadra. Ci terrei tantissimo a giocare a Ferrara con la maglia del Vicenza, così come mi piacerebbe giocare il derby ma anche tornare a Brescia, perché quel 3-0 quando eravamo lanciati verso la serie A non mi è mai andato giù». Per completare la prossima serie B mancano i play out tra Salernitana e Virtus Lanciano e la finale play off di Lega Pro tra Pisa e Foggia. «Fare pronostici è abbastanza complicato – precisa Manfredini – ma il prossimo torneo cadetto presenterà le solite difficoltà, un campionato in cui niente è scontato e in cui la solita sorpresa, snobbata in estate, sbancherà il banco. La serie B è questa, con un divario mai troppo ampio tra chi lotta in testa e chi per non retrocedere».

Ore 12.50 – (Giornale di Vicenza) Si sa che il Vicenza per la prossima stagione tra i suoi obiettivi ha quello di puntare su giovani interessanti di categorie inferiori per cercare di lanciarli nel calcio che conta. Su questa strada, fin dal suo arrivo, si sta muovendo con decisione il diesse Antonio Tesoro che è andato a visionare personalmente alcuni ragazzi per capire se avevano le qualità giuste per il salto di categoria. E proprio in questa ottica c’è da registrare l’acquisto di Petar Zivkov, 21 anni, alto 1.84, austriaco di origine bosniaca, mancino, centrocampista offensivo, lo scorso campionato in forza al Rapallo Bogliasco in serie D. Zivkov va dunque ad aggiungersi a Massimiliano Giusti, 20 anni, acquistato dal Thermal Abano in eccellenza. Giusti è un attaccante alto 1.80 per 75 chili che nello scorso campionato ha segnato 19 reti.Non chiusa ancora invece la trattativa per l’attaccante Iacopo Cernigoi che, anche se ha solo 21 anni, ha attirato su di sé l’attenzione di molti addetti ai lavori grazie al bel campionato disputato con la Virtus Vecomp, in serie D, dove in 33 partite ha segnato 17 gol. Cernigoi, che al 30 giugno andrà in scadenza di contratto, è alto 1.92 per 82 chili ed è cresciuto nelle giovanili del Milan. Un grave infortunio al ginocchio sinistro lo ha costretto a ripartire dalle categorie inferiori, ma grazie alla sua forza di volontà e al suo talento si è subito rimesso in luce ed ora il Vicenza potrebbe essere il suo trampolino di lancio definitivo. Non è invece un giovane Matteo Di Piazza che di anni ne ha 28, il giocatore è una punta centrale, alto 1.84 per 77 chili, lo scorso anno ha segnato 14 gol in Lega Pro con l’Akragas, società agrigentina. Il suo contratto non è ancora stato depositato ma il suo arrivo in biancorosso è certo.

Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) Cercasi bomber che timbri il cartellino con regolarità, ma non costi una fortuna. A quanto pare, una delle missioni più difficili e importanti che attendono il direttore sportivo Antonio Tesoro nel mercato estivo ormai già avviato sarà proprio quella di individuare il centravanti di riferimento per l’attacco biancorosso, probabilmente destinato a ripartire da zero (eccezion fatta per Stefano Giacomelli, che come tutti sappiamo non è esattamente un cannoniere).Il suo predecessore Paolo Cristallini, la scorsa estate, si trovò in notevole difficoltà, visto che gli fu imposto di cedere “last minute” il capocannoniere Andrea Cocco e rimpiazzarlo in tempo reale. Ovviamente con budget nullo. Arrivò Nicola Pozzi, e tutti sappiamo com’è andata a finire. Meno male che, senza alcun clamore, nel frattempo era stato acquistato dalla Lucchese anche un giovane montenegrino dal curriculum anonimo, Filip Raicevic, che si è meritato in breve tempo prima la fiducia di Pasquale Marino, poi l’ammirazione dei tifosi biancorossi arrivando in doppia cifra già a gennaio. Conteso nel mercato invernale da Juventus e Napoli, alla fine si è deciso di trattenerlo, completando il reparto con Giulio Ebagua. Ora, però, la sensazione è che le necessità di bilancio faranno partire entrambi: Raicevic per sfruttare il buon mercato di cui comunque gode, nonostante la brusca flessione nel rendimento da gennaio in poi; Ebagua perché il suo compenso non pare in linea con il monte-ingaggi fissato per questa stagione di risanamento finanziario.E allora largo ai giovani, sperando che qualcuno di loro possa diventare il “nuovo Raicevic”, anche se gli almanacchi del calcio insegnano che spesso in serie B a fare la differenza sono le vecchie volpi dell’area di rigore, sia pure non più di primissimo pelo: chissà che Tesoro non riesca ad accalappiare quella giusta per guidare il prossimo attacco biancorosso, chiamato a seguire fin dal ritiro estivo le indicazioni di un ex attaccante come Franco Lerda, dopo anni in cui in panchina si sono susseguiti allenatori con un passato dalla mediana in giù (Marino, Lopez, Dal Canto, Breda, Cagni, Beghetto, Maran, Gregucci, Camolese…)Nell’attesa, completiamo con i voti dell’attacco il “pagellone 2015/16” della rosa biancorossa. Dal bomber impronosticabile a quello fantasma, dall’esterno evaporato strada facendo a quello che ha messo il turbo cambiando posizione, il gruppo dei giocatori offensivi alla prova del campo ha rivelato ben più di una sorpresa rispetto a quanto ci si sarebbe potuti attendere sulla carta. E in fondo il bello del calcio è anche questo.

Ore 12.00 – (Gazzettino) «Confermiamo un accordo di massima tra l’attuale proprietà della Luparense San Paolo per la nascita di un nuovo progetto in sinergia con la Vigontina. Il presidente Stefano Zarattini sarà partner del nuovo progetto per il futuro. Cristian Bozzato ed Ennio Marini stanno lavorando per il consolidamento di questa nuova società con la continuazione del calcio in serie D e che può includere anche un progetto di calcio a 5 nel prossimo futuro per il territorio padovano in collaborazione con il Gruppo Fassina Luparanse». Recita così il comunicato che sancisce la nascita di un nuovo sodalizio tra Vigontina e San Paolo, e che sostanzialmente raccoglie l’eredità della Luparense San Paolo. La nuova proprietà sarà formata proprio da Bozzato, diggì del settore giovanile del San Paolo nonché ormai ex socio e vice presidente della Luparense San Paolo, e Marini che è il presidente della Vigontina Academy. Esce di scena invece Zarattini (aveva il 90 per cento delle quote nella Luparense San Paolo), che comunque sarà partner del neonato sodalizio. Nella sostanza Vigontina e San Paolo mettono insieme le proprie forze per costituire una nuova società sia a livello di prima squadra e sia a livello di settore giovanile. Riguardo a quest’ultimo sarà unico per quanto concerne le squadre regionali elite, mentre continueranno ad avere vita propria la scuola calcio della Vigontina a Busa e la scuola calcio del San Paolo in via Canestrini. Passando alla prima squadra, parteciperà al campionato di serie D. E i papabili a ricevere l’investitura per la panchina sono due: Vincenzo Italiano, che quest’anno ha allenato nel settore giovanile sanpaolino, e Tiziano Mazzucato che è reduce dall’esperienza con il Saonara Villatora in Eccellenza affrontando da avversario proprio la Vigontina. Un nodo da sciogliere è quello relativo al campo dato che a Busa la Vigontina aveva giocato in serie D un decennio fa, e ci sarebbe bisogno di una deroga. Tenuto conto che la sede sociale del San Paolo è a Padova, la nuova proprietà si rivolgerà all’amministrazione comunale per chiedere un aiuto: il sogno sarebbe quello di poter andare a giocare all’Appiani.

Ore 11.30 – (Gazzettino) Non solo rinnovi di contratto ai giocatori in scadenza. Il Cittadella si sta muovendo anche sul fronte nuovi arrivi, e molto presto Roberto Venturato avrà i primi rinforzi. Uno-due “colpi” sono in canna, pronti ad essere sparati da Stefano Marchetti: si tratta dell’attaccante Luca Strizzolo e del centrocampista offensivo Gianvito Misuraca. Due giocatori seguiti in tutta la stagione, in scadenza di contratto e quindi liberi di accasarsi altrove. Da Pordenone fanno sapere che Strizzolo, 24 anni e 9 gol nell’ultimo campionato di Lega Pro, è davvero a un passo dall’accordo con il Cittadella, che avrebbe vinto la concorrenza del Padova, spinto da Zamuner a cercare l’attaccante che conosce bene. Per Strizzolo sarebbe l’esordio in serie B, proprio la categoria superiore sarebbe uno dei motivi che fa pendere la bilancia a favore del Cittadella. Strizzolo, 24 anni, a Pordenone ha vissuto la sua annata migliore, forte della fiducia del tecnico Tedino. Solido fisicamente, può agire da prima punta o in appoggio al centravanti, è migliorato tecnicamente nell’ultimo campionato e il Cittadella l’ha seguito da vicino. Nella gara del Tombolato vinta 3-1 che ha regalato ai granata la vittoria del torneo, Strizzolo ha destato un’ottima impressione e realizzato il gol dei neroverdi. E sembra che proprio nell’occasione la dirigenza si sia convinta di puntare sul giocatore in scadenza di contratto. Tra i cadetti ci ha invece già giocato Gianvito Misuraca, con il Vicenza e il Grosseto. L’eclettico centrocampista è in scadenza con il Bassano che non ha esercitato l’opzione per il rinnovo, ed è pronto a riabbracciare la serie cadetta, anche se in questo caso la concorrenza non manca, prima fra tutti la Reggiana che sta cercando di allestire una rosa in grado di puntare alla vittoria del prossimo campionato di Lega Pro. Misuraca, pur essendo ancora relativamente giovane (ha compiuto 26 anni in aprile), ha maturato una certa esperienza in serie B, dove ha cominciato a giocare ancora giovanissimo, a 19 anni nelle fila del Vicenza. A Cittadella potrebbe essere l’alternativa a Lucas Chiaretti, anche Misuraca infatti è tagliato per il ruolo di trequartista, ma sa fare bene l’esterno offensivo e all’occorrenza anche la seconda punta.

Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Con qualche rischio di troppo, ma la missione è compiuta. Il Cittadella Berretti supera anche i quarti di finale e si qualifica per la prima volta nella storia alla Final Four che la settimana prossima assegnerà lo scudetto, nonostante la sconfitta casalinga per 2-1 con il Bassano, che ha provato in tutti i modi a ribaltare lo 0-3 dell’andata, ma alla fine si è dovuto arrendere, a testa alta, al maggior spessore tecnico granata. Mister Giulio Giacomin aveva avvertito: non allentare la tensione. E aveva ragione. La partita prende una piega storta per il Citta dopo 8’. Mazzoni calcia a rete, sulla linea il terzino Maniero ribatte con la mano. Rigore ed espulsione. Dal dischetto Busatta realizza lo 0-1. Il Bassano ci crede e già prima del quarto d’ora Giacomin è costretto a risistemare la squadra, sostituendo un giocatore offensivo come Adu per Zonta. Nel primo tempo il Bassano continua ad attaccare, colpisce anche un palo e sfiora il raddoppio. Nella ripresa il Cittadella stringe i denti e pareggia il conto dei legni con Xamin, quindi anche il risultato con l’1-1 firmato da Fasolo al 32′ su servizio di Minozzi. Il Bassano non si dà per vinto e al 41′ fa 2-1 amcora con Busatta. Ma è il Cittadella che vola a Roma. Mercoledì le 4 squadre che si giocheranno il tricolore saranno ricevute da Papa Francesco, in un’iniziativa organizzata dalla Lega Pro per festeggiare il cinquantesimo anniversario del campionato Berretti. Quindi il Cittadella se la vedrà con la Cremonese (vincitrice ieri anche al ritorno contro la Giana) giovedì alle 14.30. A seguire l’altra semifinale, sempre al Salaria Sport Village: Arezzo-Catania. Sabato alle 16 la finale. Questo il Cittadella sceso in campo ieri: Corasaniti, Maniero, Amato, Xamin, Varnier (Volpato), Romulenasky, Stocco, Manente, De Pieri (Minozzi), Adu (Zonta), Fasolo.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Ci sono poi anche dei “vecchietti” sui quali il Padova intende fare ancora affidamento. Stiamo parlando di Neto Pereira (37), per il quale è in corso una trattativa di rinnovo con tanto di parte fissa degli emolumenti e parte variabile legata a presenze e prestazioni, e Cristian Altinier (33) che è legato da altri due anni di contratto e nelle ultime due stagioni tra Ascoli e Padova ha segnato la bellezza di 33 sigilli. Potrebbe invece essere fatto un discorso opposto per i portieri: Lazar Petkovic (21) ha un altro anno di contratto mentre Alessandro Favaro (21) ha allungato qualche mese fa il rapporto fino al 2019. Entrambi sono di prospettiva e hanno dimostrato di essere all’altezza della situazione, anche se Petkovic in due stagioni è stato costretto a lungo ai box per infortunio. E non è detto che il tecnico che verrà voglia fare la coppia tra i pali con un portiere di esperienza e uno più giovane.

Ore 10.30 – (Gazzettino) A centrocampo per lo stesso motivo sono basse le percentuali di un nuovo contratto per Daniele Corti (36). Anche in questo caso le sue capacità sono riconosciute da tutti, ma è un po’ in là con gli anni e nell’ultima parte del campionato è stato costretto ai box per infortunio. Nel reparto il Padova può fare affidamento sui giovani De Risio (ha appena rinnovato) e Mazzocco (altri due anni di contratto), e di sicuro serve un giocatore esperto, ma difficilmente appunto sarà Corti. Che Zamuner, tra l’altro, conosce bene visto che ne è stato il procuratore per molti anni, anche se nella passata stagione il suo approdo al Padova non è avvenuto tramite il nuovo direttore biancoscudato, bensì l’agente padovano Leonardo Benelle. Nel reparto avanzato merita poi una riflessione la posizione di Marco Cunico (38), anche lui in attesa di giudizio. Il capitano ha già avuto un faccia a faccia con Zamuner nel quale avrebbe espresso la volontà di continuare a giocare, e le parti si sono accordate di risentirsi una volta che sarà scelto il nuovo allenatore.

Ore 10.20 – (Gazzettino) Oltre alle valutazioni di carattere tecnico, nella composizione del nuovo Padova si terrà in debita considerazione anche la carta d’identità. Il che significa che l’intenzione di Giorgio Zamuner è quella di procedere a uno svecchiamento dell’attuale organico riducendone l’età media, il tutto in attesa di conoscere chi sarà il nuovo allenatore che avrà naturalmente voce in capitolo sui profili ritenuti più o meno al progetto. Il discorso può essere ritenuto valido per alcuni biancoscudati che vanno in scadenza di contratto a fine mese, a cominciare da Fabiano (34 anni) che, se dipendesse da lui, resterebbe volentieri all’ombra del Santo. Di sicuro le sue qualità non si discutono tanto da essere stato uno dei perni del pacchetto arretrato che si è rivelato il secondo meno battuto del campionato, ma un prolungamento del suo contratto non è da dare per scontato. E proprio nell’ottica di ringiovanimento del gruppo potrebbe essere sacrificato per fare posto a un nuovo difensore, tenendo conto che il Padova può contare già su Diniz (28), al quale il club vuole allungare il rapporto ritoccando l’ingaggio, e su Sbraga (24).

Ore 10.10 – (Gazzettino) Appuntamento sabato prossimo alle 10.30 allo stadio di Dolo per l’evento denominato “Un Goal per la scuola dell’infanzia” che vedrà in campo, da una parte il Grande Athletic Papà, la formazione formata dai padri dei giovani frequentatori della scuola dell’infanzia Immacolata di Lourdes, struttura a cui verranno devoluti i proventi della manifestazione, e dall’altra la squadra delle vecchie glorie del Padova e del Venezia, con una rappresentanza di tutto rispetto a coprire degnamente almeno trent’anni della storia biancoscudata. Hanno infatti aderito all’iniziativa, tra gli altri, Fulvio Simonini, Carmine Parlato, Claudio Ottoni, Damiano Longhi, Massimiliano Rosa, Nanu Galderisi e proseguendo negli anni, Andrea Turato, il danese Thomas Fig, Diego Bonavina, Paolo Antonioli, Andrea Maniero e i portieri Andrea Cano ed Enrico Rosellini. Insieme a loro il vice presidente Edoardo Bonetto e Roberto Policano, padovano d’adozione e con alle spalle una lunga carriera in serie A.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ma c’è una frase, pronunciata dall’ad Roberto Bonetto alla presentazione del nuovo dg qualche giorno fa, che fa tremare i tifosi: «Ottimizzare i ricavi per poter investire di più», queste le parole. Il che potrebbe anche significare che, di fronte ad offerte economiche irrinunciabili, il Padova potrebbe essere disposto a trattare i suoi pezzi da novanta. CHI VIENE E CHI VA. Il 30 giugno saranno diversi i giocatori con le valigie in mano: Daniel Niccolini saluterà dopo due stagioni, una promozione dalla D e una stagione, l’ultima, vissuta fino a dicembre per colpa del brutto infortunio al ginocchio che ancora lo costringe al duro lavoro di fisioterapia. Stessa sorte toccherà ai vari prestiti: Finocchio tornerà a Pordenone (tanto più che proprio Zamuner, a gennaio, decise di “tagliarlo” dal club neroverde), Sparacello al Trapani, Bearzotti al Verona e Anastasio al Napoli, mentre difficilmente arriverà il rinnovo per Bucolo. Ma potrebbero salutare anche altri giocatori: Matteo Dionisi piace alla neopromossa Sambenedettese, Lazar Petkovic ha estimatori in categoria superiore. Poco sugli arrivi, finora, ma dal Cittadella si parla di Mattia Minesso.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) NEL MIRINO. Marcus Diniz e Cristian Altinier sono le due pedine maggiormente appetite. Il difensore brasiliano ha ricevuto diverse manifestazioni d’interesse da società di Serie B e pure da un paio di club esteri: la volontà, in viale Rocco, sarebbe quella di trattenerlo, e da qui la proposta di rinnovo del contratto e di un ritocco verso l’alto dell’ingaggio, una trattativa che lo stesso Zamuner sta conducendo con l’agente del giocatore. Ma le sirene dei grandi campionati sono forti, e di fronte ad una proposta superiore potrebbe comunque essere difficile trattenerlo. E lo stesso vale per Altinier, che dopo aver messo a segno 33 reti negli ultimi due campionati (17 con l’Ascoli, 16 col Padova) ora viene attentamente monitorato da almeno tre squadre cadette e da una “big” della Lega Pro. Ha ancora due anni di contratto, e per questo la sua posizione dovrebbe essere blindata.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Per Marco Cunico la porta del Padova potrebbe rimanere aperta ancora per una stagione. Per il brasiliano Neto Pereira il rinnovo del contratto, dopo l’insediamento di Giorgio Zamuner a nuovo responsabile dell’area tecnica biancoscudata, è ormai una pura formalità. Ma ci sono diversi giocatori che tra meno di un mese, il 30 giugno, saluteranno il Padova alla naturale scadenza dei vincoli in essere. E c’è pure chi, nonostante contratti validi anche per le prossime stagioni, potrebbe salutare nel corso del mercato estivo che aprirà i battenti proprio il giorno successivo, l’1 luglio. In attesa di conoscere il nome del suo prossimo allenatore (tra Petrone, D’Aversa e Brevi), il Padova guarda al mercato. E la priorità, per una formazione che punta in alto, è resistere agli assalti per i suoi pezzi più pregiati.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) A parte due casi (Diniz e Neto Pereira), che vengono considerati indipendenti da chi siederà in panchina, in tutti le altre situazioni ogni decisione è stata rimandata al momento successivo all’investitura del successore di Giuseppe Pillon. Corti difficilmente verrà confermato così come Cunico, a Neto è stato offerto un anno a cifre più basse, ma parificabili a quelle dell’ultima stagione considerando bonus presenze e bonus gol segnati, per Fabiano si attende la decisione del nuovo mister mentre il caso più spinoso rimane quello di Diniz. Nel frattempo c’è anche un primo nome, fra gli altri, cerchiato in rosso sul taccuino di Zamuner. È quello di Mattia Minesso, per il quale il Cittadella ha un’opzione di rinnovo da poter esercitare fino al 30 giugno prossimo. Difficile che ciò avvenga, considerato che con Roberto Venturato (fresco di rinnovo) non ha quasi mai giocato titolare in campionato, penalizzato dal 4-3-1-2. Una volta che il dg Stefano Marchetti avrà comunicato la sua decisione definitiva, se ci sarà la rinuncia all’opzione il Padova è pronto a mettere Minesso sotto contratto. L’esterno granata era stato in ballo a gennaio per un trasferimento al Bassano, poi sfumato.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Nel giorno in cui Filippo Inzaghi viene segnalato a un passo dal Venezia (ed era stato sondato nei giorni scorsi, fra le altre squadre, pure dal Padova), si avvicina il momento della decisione definitiva riguardo all’allenatore per Giorgio Zamuner. Oggi il direttore generale biancoscudato è segnalato all’Adriatico per la finale di andata dei playoff promozione tra Pescara e Trapani. E in questa occasione potrebbe esserci un primo faccia a faccia con uno dei tre candidati alla panchina del club di viale Nereo Rocco. Zamuner lo incontrerà comunque domani, per poi chiudere il giro d’orizzonte martedì (o al più tardi mercoledì) con Mario Petrone. È un puzzle intricato, quello in cui si muove Zamuner, alle prese con esigenze di bilancio e con la necessità di non tradire le ambizioni della piazza. In corsa come autorevolissimo candidato c’è anche Oscar Brevi, forse quello in rapporti più stretti con il neo dg del Padova. Sono stati nel frattempo congelati tutti i rinnovi di contratto, in attesa della nomina del nuovo allenatore.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica finale: Cittadella 76, Pordenone 65, Bassano 62, Alessandria 57, Padova 54, Cremonese 53, Reggiana 52, FeralpiSalò 50, Pavia 49, SudTirol 44, Renate 43, Giana Erminio e Lumezzane 42, Pro Piacenza 39, Cuneo e Mantova 34, AlbinoLeffe 20, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentaquattresima giornata: Cremonese-Cuneo 2-1 (Sansovini (Cr) al 15′ st, Brighenti (Cr) al 22′ st, Cavalli (Cn) al 38′ st), FeralpiSalò-Pavia 1-3 (Manconi (Pv) al 9′ st, Ferretti (Pv) al 13′ st, Romero (Fs) al 35′ st, Ferretti (Pv) al 44′ st), Lumezzane-Pro Piacenza 0-0, Mantova-AlbinoLeffe 1-1 (Gonzi (Mn) al 25′ pt, Magli (Al) al 33′ pt), Padova-Alessandria 4-0 (Fabiano (Pd) al 4′ pt, Petrilli (Pd) al 23′ pt, Altinier (Pd) al 25′ pt e al 1′ st), Pordenone-Giana Erminio 3-1 (Bruno (Ge) al 12′ pt, Beltrame (Pn) al 16′ pt e al 2′ st, Valente (Pn) al 36′ st), Reggiana-Bassano 2-2 (Mignanelli (Re) al 47′ pt, Momenté (Ba) al 27′ st, Alessi (Re) su rigore al 37′ st, Cenetti (Ba) al 46′ st), Renate-Pro Patria 3-1 (Napoli (Re) al 3′ pt, Teso (Re) al 10′ pt, Santana (Pp) al 35′ pt, Ekuban (Re) al 20′ st), SudTirol-Cittadella 2-3 (Fink (St) al 5′ pt, Tait (St) al 11′ pt, Litteri (Ci) al 12′ pt, Paolucci (Ci) al 43′ pt, Coralli (Ci) al 25′ st).

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Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.




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