Live 24! Padova, cantiere aperto in casa Biancoscudata: si procede con le trattative

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Ore 21.00 – (Il Piccolo) Per la panchina della Triestina è ormai una corsa a tre. Vero che Milanese ha detto di voler scegliere con calma, ma è anche vero che proprio in questi giorni i contatti si sono fatti più continui. Anche perché parecchi tecnici si stanno ormai accasando. Ma quali sono i papabili ? Pare che la corsa a tre sia fra Antonio Andreucci, Giancarlo Favarin e un mister x il cui nome è ancora tenuto segreto. Il favorito, dopo l’addio al Campodarsego, sembra essere Antonio Andreucci: dal triveneto si dicono quasi certi che sarà lui il prossimo allenatore degli alabardati. Andreucci, classe 1965, è reduce da due stagioni trionfali con il Campodarsego, prima la vittoria in Eccellenza, poi il secondo posto quest’anno dietro al Venezia. Ma non solo, il Campodarsego è andato anche a vincere i play-off. In precedenza, Andreucci aveva allenato Asolo, Belluno, Domegliara, Sottomarina, Real Vicenza e Trissino Valdagno. A far pendere la bilancia dalla parte di Andreucci, anche la prova recentemente disputata dal suo Campodarsego al Rocco: una prestazione particolarmente apprezzata da Milanese e lo staff, che hanno visto una squadra compatta e ottimamente disposta sul campo. Ma sono parecchie le squadre che inseguono Andreucci, fra le altre la Clodiense. Ma a dimostrare l’intenzione della Triestina di puntare in alto, è anche il secondo nome in lizza, ovvero quello di Giancarlo Favarin, classe 1958, che il campionato di serie D l’ha appena vinto con il Venezia prevalendo dunque nel lungo duello con Andreucci. Alla guida di una squadra, ad onor del vero, decisamente più forte e qualitativa dei rivali. Favarin ha un lungo curriculum visto che prima del Venezia ha allenato Pisa, Fidelis Andria, Bisceglie Viktoria Zizkov, Matera, Unione Venezia, Lucchese, Ternana, Latina e tante altre squadre ancora, stazionando soprattutto in serie C. Per Favarin però la concorrenza sarebbe addirittura più forte e agguerrita di quella per Andreucci, per cui la strada per portarlo a Trieste non sembra facile. E poi c’è anche un altro nome, una sorta di mister X che Mauro Milanese vuole tenere ben nascosto, una sorta di sorpresa, soprattutto se le altre due trattative non dovessero andare a buon fine. Tramontati ormai invece altri nomi che si sono fatti spesso nelle ultime settimane, su tutti quello di Zironelli che si è accasato al Mestre, ma a quanto pare anche quello di Diego Zanin, che piaceva molto ma sembra essere vicinissimo al Monopoli. Intanto anche altre squadre probabili avversarie della Triestina (bisognerà vedere la composizione dei gironi) hanno sistemato le loro panchine: il Campodarsego con Cunico e l’Altovicentino con Pagan.

Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Un vecchio in meno, un po’ d’esperienza in più. Per un Da Riz in meno, ecco un Santomaso in più. A 40 giorni dall’inizio della nuova stagione, agli occhi di mister Vecchiato il Belluno che verrà è più o meno così. «Ivan me lo ha confermato – confessa il tecnico gialloblu – quest’anno non ci sarà, non ce la fa a occuparsi anche del ruolo di vice allenatore della prima squadra. In settimana parlerò con la società e capiremo se lo staff rimarrà composto da me, Santomaso e Barbazza e basta, oppure se potrò avere un vice esterno o se magari il vice lo farà un interno». Passiamo alla rosa. A che punto siamo? «Con un portiere quasi ci siamo (Menegazzo, ndr), l’altro (Borghetto, ndr lo sentiremo in settimana. La Liventina è disponibile, ma parliamo sempre di un ragazzo di 17 anni che deve decidere di lasciare casa e città. Alla fine potrebbe restare Solagna». Perché Farinazzo va via? «Esatto. Ovvio che avendo scelto di giocare almeno inizialmente con un fuoriquota in porta Solagna potrebbe capire e accettare la situazione. Vediamo». I vecchi saranno 9, uno in meno rispetto all’anno scorso. «Non dovendo vincere il campionato possono bastare». Più preoccupato dai giovani? «Sono la vera scommessa, ogni anno, e soprattutto uno degli aspetti a cui dedicare più lavoro in assoluto. Motivo per cui vanno scelti e trovati con pazienza. Devono essere di qualità e duttili. Ci serve sicuramente un difensore, per l’addio di Pellicanò, e un centrocampista se dovesse partire Quarzago». Usiamo ancora il condizionale? «A oggi siamo al 50 e 50. Vediamo nelle prossime settimane. Nuovi cugini, nuovo derby. «L’Union Feltre sta facendo una squadra importante, come ha sempre fatto il Ripa. Certo, arrivare davanti a loro sarà uno degli obiettivi, ma ci ho sempre dormito la notte. Anche perché non è mai stato un problema riuscirci…». Quarto anno di Vecchiato. Dove si trovano le motivazioni? «Esattamente un anno fa mi avete fatto la stessa identica domanda. Giusta, legittima. Ne è seguita la migliore stagione da quando sono qui. Motivazioni e stimoli ci saranno, perché siamo la squadra della provincia e perché mi fido dei veri protagonisti, i ragazzi». Poi seguirà il quinto anno, come dice il contratto. «Che si firmano e si rispettano in due, quindi siamo pronti per altri due anni. Ivan (Da Riz, ndr) mi prende in giro dicendomi che poi potrò fare il sindaco». Questo invece sarà l’ultimo anno della presidenza Perissinotto. «Potrei dirgli che se non farà il terzo da presidente io non farò il quinto da mister, ma non credo di avere tutto questo potere. E poi non mi compete, benché mi farebbe molto piacere».

Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) Alla Reggiana è tempo di presentazioni. Domani tocca a mister Leonardo Colucci, il suo vice Gianni Migliorini, il preparatore atletico Raffaele Gagliardo e il preparatore dei portiere Andrea Rossi. Poi, probabilmente, toccherà a Maurizio Franzone, per il quale si ipotizza un ruolo da direttore generale. Infine sabato l’evento più atteso, l’arrivo di Mike Piazza a Reggio, che intanto è già perfettamente calato nel suo ruolo di proprietario. Poco dopo l’ufficializzazione del nuovo mister l’ex stella del baseball gli ha espresso su Twitter il suo benvenuto: «Want to Welcome Leonardo Colucci and his staff», con tanto di hashtag #forzareggiana. Colucci ha firmato un contratto annuale con la Reggiana. Il mister , 44 anni, è cresciuto nella squadra del proprio paese, il Cerignola, dopo quattro stagioni è stato ingaggiato dal Siracusa. Dal Siracusa il grande balzo verso la serie A dato che suscita le attenzioni della Lazio che lo compra a metà stagione e lo fa debuttare in serie A. Colucci segna al debutto nella partita vinta 4-0 contro il Genoa. La stagione successiva, 95/96, viene trasferito alla Reggiana di Carlo Ancelotti dove conquista la promozione in serie A. Colucci gioca 35 partite segnando anche 3 gol. Successivamente ha militano nel Verona dal 1996 al 2002, nel Bologna dal 2002 al 2006, sempre in serie A, quindi nel Cagliari (2006/2007) per poi accettare un progetto biennale con la Cremonese (serie C1) dove rimane fino al 2009 prima di trasferirsi a settembre al Modena. Il 14 maggio 2011 disputa la sua ultima partita. Dopo essersi ritirato, il 4 giugno 2011 viene chiamato a fare il vice di Marco Giampaolo, già suo allenatore ai tempi del Cagliari, sulla panchina del Cesena. La stagione successiva assume la guida degli Allievi Nazionali del Bologna, e il 10 dicembre 2012 inizia a frequentare a Coverciano il corso di abilitazione per il master di allenatori professionisti Prima Categoria-Uefa Pro. Alla corte del Bologna guida la squadra allievi nazionali (2012/2013) e poi la Primavera (2013/2014). «Inutile rimarcare la mia soddisfazione _ rimarca Leonardo Colucci _ la chiamata della Reggiana mi ha reso orgoglioso e fiero. Conosco l’ambiente, la tifoseria, la passione dei reggiani e dunque sono cosciente di avere una grande chance. Un’opportunità che mi riempie d’orgoglio dato che con la Reggiana ha conquistato il mio primo grande traguardo con la promozione in serie A sotto la guida di un grande maestro: Carlo Ancelotti. La Reggiana è stata il mio grande trampolino di lancio come calciatore, auspico che la Reggiana mi accompagni anche in questa nuova avventura come allenatore. Sono consapevole delle responsabilità ma anche fortemente motivato. Non posso che ringraziare il presidente Stefano Compagni e il direttore sportivo Andrea Grammatica di tale fiducia. Non voglio promettere nulla se non il massimo impegno per onorare la maglia granata. So che i tifosi reggiani si aspettano molto ma l’unica cosa che mi sento di dire, come ho sempre fatto anche da calciatore, è che sputerà sangue e sudore per la causa. So che la società ha un progetto importante e il fatto di avermi scelto non può che lusingarmi». L’amministratore delegato Guido Tamelli, dopo aver espresso soddisfazione per l’accordo con Leonardo Colucci ha spiegato le motivazioni che hanno portato la Reggiana ad affidarsi al tecnico pugliese. «Il primo aspetto da rimarcare è la sua spiccata motivazione nel calarsi nel nostro progetto sportivo. L’altro aspetto che abbiamo preso fortemente in esame è il calcio che Colucci è riuscito a offrire nella sua pur breve esperienza». Colucci avrà come vice allenatore Gianni Migliorini, ex centrocampista granata, mentre nel ruolo di preparatore atletico è stato chiamato Raffaele Gagliardo, già collaboratore di Colucci al Bologna. La carriera da giocatore di Migliorini inizia nel 1991 in Serie C2 con il Trento. Il 25 maggio 2013 è stato chiamato a ricoprire il ruolo di vice allenatore del Mantova, poi è stato vice di Colucci alla Primavera del Bologna.

Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) In attesa che si chiariscano le vicende societarie, il mercato del Mantova è in stand by. Anche perché chi lo dovrebbe fare, ovvero il ds Alfio Pelliccioni, non ha ancora ricevuto il mandato ad operare. «Non sento nessuno dalla gara di ritorno col Cuneo – dice – e aspetto gli eventi. Ho il contratto e dovrei essere sereno ma si sa come vanno queste cose. Novità? Posso solo dire che i procuratori di Gonzi vorrebbero portarlo in serie B: il ragazzo è in scadenza possono farlo subito». In attesa dell’eventuale conferma di mister Luca Prina, paradossalmente però il Mantova una squadra già ce l’ha, con 18 giocatori sotto contratto. Fino al 30 giugno 2017 sono legati all’Acm i portieri Pane e Bonato, i difensori Carini e Sereni, i centrocampisti Perpetuini, Raggio Garibaldi, Zammarini, Di Santantonio, Dalla Bona (di ritorno dall’Albinoleffe) e Caridi, gli attaccanti Marchi, Tripoli, Beretta, Ruopolo, Anastasi (di ritorno dalla Pistoiese) e De Respinis (di ritorno dal Santarcangelo). Il difensore Cristini e l’attaccante Momentè (di ritorno dal Bassano) hanno un contratto invece fino al 30 giugno 2018. In scadenza, oltre a Gonzi, ci sono Trainotti (infortunato), Scalise, Masiello e Maggio mentre i prestiti Albertoni, Scrosta, Lo Bue, Longo, Ungaro e Falou sono tornati alle rispettive società. Da valutare poi le posizioni del difensore ’97 Menini, reduce da un ottimo campionato da titolare in D col San Marino, per il quale c’è tempo fino a metà luglio per il precontratto, e dell’attaccante Manarin che ha giocato nel Rezzato.

Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) Al momento parla da sconfitto nel testa a testa con Roberto Masiero per l’acquisto del Mantova ma Claudio Dondi resta alla finestra. Pur se ammette che «al nostro gruppo non piace fare da tappabuchi nel caso in cui, per un qualsiasi motivo, la cessione a Masiero non si dovesse realizzare nei fatti. Non so quel che potrà succedere in quel caso». Dondi racconta l’evoluzione della trattativa: «Abbiamo iniziato nello scorso novembre a parlare per l’acquisto della società proprio perché volevamo fare le cose per bene e farci trovare pronti per mettere in atto il nostro progetto. Ad esempio c’era da discutere la posizione di mister Maspero, che ha un accordo fino al 2018, mentre altri giocatori che non hanno reso secondo le aspettative sono ancora sotto contratto. Credo di avere fornito tutte le garanzie, sia economiche che di altro genere, che mi erano state chieste: abbiamo dimostrato che Piervittorio Belfanti non era con noi, abbiamo messo in piazza i nomi di professionisti del mondo del calcio come Turella che sarebbero entrati in società con noi. Insomma, credo di avere agito alla luce del sole. Pazienza, sono mantovano nato in corso Garibaldi e spero che chi arriva sia in grado di fare bene». Dondi comunque si è fatto un idea del perché la scelta non è caduta su di lui: «Ho detto fin dai primi contatti che quando si acquista il 100% di una società perché le cose non sono andate bene, serve una rivoluzione radicale. Non ho niente contro la Sdl, però quando si viene da una stagione così sofferta e deludente bisogna farsi da parte: io avevo e ho la mia squadra fatta di professionisti che era pronta a mettersi in movimento da subito. Evidentemente Masiero sarebbe stato in grado di garantire ai componenti della vecchia dirigenza una sorta di continuità e questo probabilmente ha fatto la differenza a suo vantaggio. Parlo al condizionale perché io una risposta ufficiale alla mia proposta di acquisto non l’ho ancora ricevuta».

Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) Comincia oggi una settimana cruciale per le sorti dell’Ac Mantova. E’ previsto per il tardo pomeriggio, dalle 18.30 in poi, l’incontro tra i soci mantovani storici e quelli bresciani facenti capo alla Sdl per definire nei dettagli il quadro delle operazioni definitive prima del passaggio di consegne al nuovo proprietario “in pectore”, individuato da tutti come l’imprenditore vicentino Roberto Masiero. E’ bene allora fare un piccolo passo indietro, fino a giovedì scorso, per riannodare il filo degli eventi. In quella data la compagine societaria attuale si era trovata in un cda per esprimere il proprio parere sulle due proposte di acquisto del 100% del pacchetto azionario pervenute e ritenute credibili: quella del mantovano Claudio Dondi e quella appunto facente capo a Roberto Masiero, avente uno sponsor di eccezione in Fabrizio Lori. Dopo un paio d’ore di discussione, l’assemblea si era sciolta e all’unanimità era stata data la priorità ufficiosa (stanti le dichiarazioni di tutti) a Masiero, il quale comunque continua a non rilasciare dichiarazioni prima di avere messo nero su bianco. Da parte bresciana si danno le più ampie assicurazioni sulle garanzie offerte dall’acquirente vicentino, i soci mantovani prendono atto rinviando però a oggi la “coda” del cda nel quale dovranno essere chiarite le ultime questioni: in particolare il ruolo economico di supporto delle due parti (Bompieri avrebbe già proposto un progetto di sponsorizzazione triennale) al nuovo progetto. Oltre alle questioni relative all’ultima parte della gestione 2015-16, sulla quale però il nuovo proprietario dovrà garantire i 400.000 euro per saldare gli ultimi stipendi entro il 24 giugno. Anche sotto questo profilo si nutre totale fiducia e del resto però il tempo comincia a stringere. In sostanza dopo la riunione odierna dovrà essere fissato il prima possibile l’incontro dal notaio per il passaggio definitivo delle quote a Roberto Masiero, che diventerà così ufficialmente il nuovo presidente dell’Ac Mantova, e potrà presentarsi come tale rilasciando le prime dichiarazioni sul suo progetto. Del quale, per il momento, si sa che dal punto di vista economico dovrebbe avvalersi ancora di un sostegno esterno da parte dei soci mantovani e della Sdl, mentre più nebuloso è il quadro sotto il profilo sia dirigenziale che tecnico. Potrebbe restare il direttore operativo Matteo Togni, buone chance di riconferma godrebbe anche mister Luca Prina. Più incerta la posizione del ds Alfio Pelliccioni, che può comunque contare su un contratto in scadenza giugno 2018.

Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Non è stata ancora definita la suddivisione geografica dei tre gironi di Lega Pro, ma fra presidenti e addetti ai lavori l’argomento è stato trattato a margine degli incontri istituzionali dei giorni scorsi. Il presidente neroverde è contrario alla tradizionale suddivisione nord, centro, sud. «Prima di tutto per uscire dai confini tradizionali – motiva la sua posizione Mauro Lovisa – e portare in giro per l’Italia il nome di Pordenone. Ma anche perchè con la prossima stagione il girone A rischia di diventare un super gruppo con almeno otto o nove teste di serie. Dalla B infatti è retrocesso il Como, dalla serie D sono state promosse squadre con grandi ambizioni e budget come Parma e Venezia. Inoltre vorranno essere protagoniste assolute le deluse della passata stagione come Alessandria, Padova, Cremonese, Reggiana, Bassano, Pavia. Infine – strizza l’occhio re Mauro – c’è il mio Pordenone che ha chiuso la scorsa stagione regolare al secondo posto, è arrivato poi sino a due passi dalla serie B e vuole essere protagonista anche nella stagione 16-17».

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) È la settimana decisiva, la prima di quest’estate. Il Pordenone aspetta risposte dall’ossatura che ha fatto grande la squadra nella stagione appena andata in archivio, e alcune di queste arriveranno già nei prossimi giorni. Tra meno di un mese inizierà il ritiro di Arta Terme e Bruno Tedino non vuole un 2015 bis, con l’organico ancora da costruire nel bel mezzo del mese di luglio. La cavalcata è stata emozionante, ma non si può pensare di ripeterla allestendo la squadra in ritardo. LA SCADENZA – Ecco perché la società ha fissato una data, quella del 15 giugno. Non sarà tassativa, ma serviva un limite ideale. Entro quel giorno alcuni tra i giocatori più rappresentativi dovranno dare una risposta al club. Restare o cedere alle offerte altrui. È il caso soprattutto di Alex Pederzoli, contattato dal Venezia di Pippo Inzaghi: il Pordenone voleva ripartire da lui per la cabina di regia, ma la proposta arrivata dalla laguna ha avuto la meglio. La firma dovrebbe avvenire nelle prossime ore e il ramarro dovrà pensare ad una nuova soluzione nel ruolo cruciale del centrocampo. Più alte, invece, le possibilità di trattenere Simone Pasa e Matteo Mandorlini. Il primo deve risolvere la sua situazione contrattuale con l’Inter e al momento sembra disposto a restare (siamo al 60%), il secondo piace sempre al Padova, ma fino a oggi la società biancoscudata non ha presentato una vera e propria offerta (probabilità di conferma in neroverde al 50%). Più vicino a rimanere Luca Cattaneo, uno dato per sicuro partente fino a qualche giorno fa. Ma in realtà mancano le offerte pesanti (leggi serie B) e le alternative di Legapro (Reggiana in primis) non stuzzicano più di tanto l’interesse di «Veleno». Tutto ok per Stefani, De Agostini e Martignago, conferme concluse anche se non ancora ufficiali. PRESTITI – I fari sono puntati soprattutto su Andrea Ingegneri. Sul difensore romagnolo è tornato forte il Padova, che proverà a sondare il terreno con il giocatore di proprietà del Cesena. Il Pordenone è pronto a mettere sul piatto anche la sua proposta, ma sarebbe difficile pareggiare quella del club scelto anche da Zamuner e Mateos. Si attende invece per Martin (Pavia) e Boniotti (Brescia): nel primo caso sono in ballo le condizioni economiche del club (il cinese Zhu ha messo in vendita il 100% delle quote societarie), nel secondo la volontà delle Rondinelle di testare il terzino per la serie B. IDEE – Piace Marco Mancuso, esterno della Casertana già visto meno di un mese fa al Bottecchia. In attacco spunta invece il nome di Paolo Grbac, attaccante croato di proprietà del Pavia. Sul giocatore ci sarebbe però anche la concorrenza del Piacenza, neopromosso in Legapro ma con dalla sua la piazza storica. Si segue sempre Minesso (ultima stagione al Cittadella) e si continua a monitorare Magnino dell’Udinese Primavera. L’ex Portogruaro (ora al Padova) Marco Cunico ha deciso di smettere. Tentato dal rinnovo, alla fine il talento ha scelto la carriera da dirigente, che con ogni probabilità inizierà proprio al Padova, club con cui ha riconquistato la Legapro.

Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Più che una Lega Pro (o serie C) sarà una B2. Dall’assemblea e dal consiglio direttivo di Lega Pro e dal consiglio federale dei giorni scorsi (10 e 11 giugno) è uscita una terza serie rivestita a nuovo, a immagine e somiglianza delle due sorelle maggiori (A e B) che rappresentano il calcio dei grandi palcoscenici, delle grandi spese, ma anche dei grandi contributi e diritti d’immagine. NUOVE CASACCHE – Il consiglio federale ha stabilito che anche in Lega Pro tutti i giocatori dovranno indossare lo stesso numero di maglia nel corso dell’intera stagione, personalizzata con il nome dell’atleta sulle spalle. Davanti è stato aumentato lo spazio a disposizione dello sponsor. PLAYOFF E PLAYOUT – Lo stesso consiglio ha accolto la proposta del consiglio di Lega Pro di allargare il numero di partecipanti (sino la scorsa stagione 4 per girone) ai playoff. In via sperimentale nella stagione 16-17 vi parteciperanno le squadre classificate dal secondo al decimo posto di ciascun girone al termine della stagione regolare. Le classificate dal terzo al decimo accederanno alla prima fase che vedrà opposte terza contro decima, quarta contro nona, quinta contro ottava e sesta contro settima. Le vincenti (4 per girone) raggiungeranno le tre formazioni classificate al secondo posto nella stagione regolare e la detentrice della Coppa di Lega Pro, dando vita a una seconda fase (ottavi di finale a incroci prestabiliti con gare di andata e ritorno). Le vincenti accederanno alla fase «final eight» (abbinamenti estratti a sorte, quarti con match di andata e ritorno, semifinali e finale in campo neutro stabiliti dalla Lega Pro). Solo la vincente accompagnerà le tre prime della stagione regolare in serie B. Lasceranno invece direttamente la terza serie le ultime di ogni girone e le perdenti dei playout (quint’ultima contro penultima e quart’ultima contro terz’ultima sempre che i punti di distacco siano inferiori a 10). DATE D’INIZIO – La stagione inizierà il 31 luglio con la Tim Cup alla quale accedono le prime 8 (compreso il Pordenone) di ciascun girone nella passata stagione. Il campionato comincerà il 28 agosto. PROGETTO INTEGRITY – È stato poi varato dal presidente della Lega Pro Gravina il progetto Integrity e il codice di autoregolamentazione (presentazione il 15 giugno e all’assemblea del 21) sui criteri di legalità e trasparenza della gestione sportiva. MARKETING – Infine sono in fase di studio in Commissione Marketing, una carta con codici da grattare per fidelizzare i tifosi, integrare l’abbonamento allo stadio con quello della tv a pagamento per le trasferte (la visione in streaming su Sportube.tv di tutte le gare in trasferta della propria squadra costerà 23.90 euro), un servizio di biglietteria unico (Sisal) con sedi in tutto il territorio e l’avvio di un progetto da portare nelle scuole per parlare di etica e dei valori dello sport attraverso il linguaggio dei fumetti con personaggi innovativi.

Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) Ora punta alle 100 presenze a un campionato ancora più da protagonista dell’ultimo, in cui ha giocato 25 partite. E’ felicissimo per il rinnovo biennale Matteo Buratto, centrocampista classe ’94 che ormai ha il Pordenone nel cuore: la prossima sarà la sua quarta stagione in neroverde, sarà ancora una volta il giocatore da più tempo in rosa col club cittadino. «E’ una grande soddisfazione, vuol dire che il mio lavoro è stato apprezzato – afferma il ragazzo di San Donà –. Sono partito dalla D e ho vissuto la promozione, quindi la retrocessione e infine questo campionato esaltante: sono stati anni ricchi di emozioni, sono contento di proseguire qui il mio percorso e spero di migliorarmi ancora». In D è stato il fuoriquota decisivo, segnando 7 gol; il primo anno di C è stato difficile mentre lo scorso ha preso le misure e ha inciso: oltre alle 25 gare si conta anche il gol decisivo per la vittoria col Padova (e quello del 3-0 con la Pro Patria). Adesso punta non fermarsi, a diventare un titolare fisso dello scacchiere di Tedino, il tecnico che più l’ha voluto di tutti (prima ancora a San Donà). «Mi piacerebbe tagliare il traguardo delle 100 presenze in neroverde – spiega –: non sono poche, soprattutto in un calcio dove i giocatori si muovono facilmente. L’accordo per rimanere l’ho trovato subito e sono stato spinto anche da una garanzia come il mister: dà continuità al lavoro, che in questi anni non abbiamo mai avuto a Pordenone». Buratto confida in un altro grande campionato. «Non sarà facile ripetersi – spiega – e forse ci sarà qualche passo falso in più da gestire. Ma noi ci metteremo a lavorare sodo sin da subito, con umiltà e pronti a toglierci grandi soddisfazioni: non è detto che non si possa eguagliare quel risultato, spesso siamo stati capaci di andare oltre le aspettative». Musica per il popolo neroverde, suonata da un ragazzo che ormai sta diventando una bandiera.

Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) L’obiettivo numero uno del Pordenone, adesso, è definire le situazioni vacanti con i protagonisti della scorsa stagione. Alcune sono state chiuse, altre lo saranno in settimana. Tuttavia, uno sguardo al mercato in entrata lo si dà e, il colpo da sogno, ha un nome e cognome: Luca Giannone, trequartista-attaccante classe ’89, l’ultimo torneo a cavallo tra Reggiana e Casertana. La situazione. La settimana appena trascorsa ha visto delle novità importanti sul fronte conferme. Hanno rinnovatoBerrettoni e Buratto, ufficiosamente De Agostini, mentre sono a un passo dall’accordo anche per la prossima stagione Tomei, Stefani e Martignago. Onora l’altro anno di contratto Marchi e, inoltre, ci sono buone probabilità che rimangano anche Ingegneri e Pasa. Insomma, il Pordenone ripartirebbe da una buona base, pur pesando gli addii di bomber Strizzolo (9 gol) e del regista Pederzoli (ormai al Venezia): il mercato in entrata si snoderà attraverso questi due “pezzi” da sostituire in altrettante zone nevralgiche del campo. Da rilanciare. Cattaneo e Mandorlini si guardano attorno, perché il primo – nominato miglior giocatore della categoria dagli utenti di Tuttolegapro.com – aspetta una chiamata dalla serie B, il secondo vorrebbe andare al Padova dove è approdato Giorgio Zamuner, ex consulente di mercato dei ramarri. Tedino vorrebbe tenerli, ma non si straccia le vesta in caso di addii vista la sua vasta conoscenza del mercato giocatori italiano: così avrebbe puntato dritto su Giannone, ottimo trequarti ex Reggiana, Bologna, Crotone e Pro Patria, quest’ultima dove esplose con 25 gol dal 2011 al 2013. Non arriva da una grande stagione, il numero 10: visto che a Pordenone, con Tedino, si rilanciano tutti, potrebbe anche lui valutare l’ipotesi neroverde, magari rinunciando a qualcosa dal punto di vista economico. Sulle fasce. Servirà trovare i sostituti di Martin e Boniotti sulle fasce: entrambi tornano per fine prestito rispettivamente a Pavia e a Brescia. Un problema che si affronterà, così come si penserà all’opportunità di ingaggiare Vitor Barreto, l’ex attaccante di Udinese, Bari e Torino. Tedino lanciò il brasiliano più di 10 anni fa a Treviso, in Primavera: la punta non vive un gran momento personale, ha mollato il Venezia la scorsa stagione a dicembre. Ma il suo “mentore” potrebbe rivitalizzarlo. In orbita. Intanto, un pordenonese “doc” sale in Lega Pro per la prima volta in carriera: è Tommaso Lella (’88), centravanti, ex neroverde ed ex Tamai. Ha firmato un biennale per la Giana Erminio, lasciando il Pontisola (serie D girone B), dove aveva segnato ben 18 gol.

Ore 17.00 – (Giornale di Vicenza) ll primo rinforzo dell’era D’Angelo potrebbe essere Dimitri Bisoli, 22 anni, centrocampista difensivo, l’ultima stagione all’Andria assieme al neo tecnico virtussino. Bisoli, figlio d’arte (il papà è Pierpaolo, 50 anni, ex calciatore, ora allenatore, l’ultima stagione al Perugia in B), come il babbo è un mediano incontrista, ben strutturato (un metro e 83 per 80 kg) che all’occorrenza può essere impiegato anche da centrale di retroguardia. Bisoli, nato a Cagliari (dove il padre era colonna dei sardi in A), dopo le giovanili coi rossoblù isolani e col Bologna, ha spiccato il volo tra i professionisti: il Prato in C2, due anni a Santarcangelo tra C2 e C1 e l’ultimo campionato in Lega Pro con l’Andria: in questi ultimi due tornei è anche andato a segno, lui che non è certo quello deputato a realizzare, ma questo dato è indice della crescita tecnica e di rendimento del ragazzo. Assieme a Bisoli, interditore di potenza e indubbia solidità, Seeber tiene sempre vive le piste che conducono a Mattia Minesso, tra i candidati a rilevare il partente Misuraca e allo stesso Alessandro Sgrigna.

Ore 16.40 – (Giornale di Vicenza) “D’Angelo, se fossi D’Angelo, chissà cosa farei…”. Il celebre incipit, volutamente ritoccato, è di Lucio Dalla. Il pensiero, invece, è dei tanti supporter che nei panni del tecnico chissà dove metterebbero le mani per sistemare la squadra. Luca D’Angelo, al 99,9% prossimo allenatore giallorosso (si attende solo l’annuncio ufficiale in settimana) le idee le ha chiarissime su come modellare la sua creatura. Con lui, dopo 3 anni consecutivi di 4-2-3-1, peraltro un triennio di emozioni senza fine, potrebbe cambiare il modulo del Soccer Team e ridisegnarsi sul 3-5-2 caro allo stratega pescarese. Beninteso, non è un passaggio obbligato, D’Angelo è camaleontico negli assetti e non è un integralista e soprattutto è abituato a lavorare sulle caratteristiche degli uomini a disposizione. Qualora il Bassano si votasse al suo schema preferito, le novità sostanziali sarebbero due: la difesa a tre costruita su tre centrali di ruolo e non su quella a quattro con due stopper e due laterali, oltrechè specialmente il ritorno al doppio attaccante in prima linea che manca dai tempi di Rastelli. A dire il vero con Petrone e Asta non si è mai manifestato il problema del gol nonostante si giocasse con un solo finalizzatore sottoporta. Semmai quest’anno con Sottili la squadra ha pagato l’anemia d’area di rigore dovendo fare i conti coi due rovinosi infortuni al ginocchio di Germinale e Maistrello e con le cattive percentuali del centrattacco di riferimento, Pietribiasi, lontanissimo dalle medie abituali con questa maglia. Ovviamente da ex totem difensivo D’Angelo è attentissimo alla fase di protezione ma specialmente bada al rispetto degli equilibri tattici e non solo: cura delle coperture ma grande spazio anche alle ripartenze sugli esterni e a una costruzione offensiva condotta da più interpreti. Si difende e si attacca di gruppo in un canovaccio di totale dimensione temperamentale. Perchè dell’Orso e dei suoi uomini dovranno avere tutti timore.

Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Trasferta azzurra per Giorgio Perinetti. Stasera il ds arancioneroverde sarà in tribuna al Park Olympique Lyonnaise di Lione per il debutto (ore 21) a Euro 2016 dell’Italia del suo «pupillo» Antonio Conte contro il Belgio. Una trasferta che fa rifiatare il calciomercato di un Venezia che finora si è assicurato con accordi biennali i difensori Domizzi (Udinese), Baldanzeddu (Latina) e l’attaccante Virdis (Savona). Decine i nomi accostati, su tutti quelli allettanti delle punte Cacia (Ascoli), Calaiò (Spezia), Granoche (Modena) ed Evacuo (Novara), ma Perinetti non ha fretta e predica calma, d’altra parte tutti i contratti saranno firmati solo dal 1. luglio. Ancora in evoluzione pure le riconferme, con mister Inzaghi che in vacanza a Formentera studia i video del Venezia del suo predecessore Favarin per farsi un’idea su chi potrebbe calarsi bene nel suo 4-3-3, oltre a Fabiano, Soligo, Modolo e Luciani. In bilico i vari Serafini, Cernuto, Carbonaro e Volpicelli, proseguono i contatti per riconfermare i giovani Acquadro (Borgosesia), Vicario (Udinese), Galli (Cremonese) e Chicchiarelli (Genoa). Intanto si avvicinano le prime scadenze per l’iscrizione alla Lega Pro: entro lunedì 20 giugno, oltre a formalizzare il passaggio da società dilettantistica a professionistica, il Venezia dovrà rispondere ai «criteri infrastrutturali» legati allo stadio Penzo. L’impianto già confermato agibile è stato concesso per il 2016/17 dal Comune alla società, ma le parti continueranno a lavorare nell’ottica di una gestione pluriennale.

Ore 15.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) È iniziata con la maglia numero nove consegnatagli dal presidente Joe Tacopina l’avventura di Pippo Inzaghi come tecnico del Venezia. «Peccato che in Italia non sia possibile giocare e allenare insieme, cercherò di fare il massimo dalla panchina» è stato al gioco la nuova guida arancioneroverde, con un sorriso sufficiente a far intendere quanto gli piacerebbe ancora scattare a caccia di gol. Invece «Superpippo» le prossime vittorie le inseguirà da bordo campo, da timoniere di un Venezia (per lui contratto biennale) appena uscito dalle acque burrascose della serie D e intenzionato a puntare subito alla serie B. «Quando mi ha chiamato Giorgio Perinetti ho pensato subito che sarei ripartito dalla laguna, però ho voluto conoscere Tacopina e in 5’abbiamo trovato una facile intesa avendo dalla stessa «fame» – si è presentato così Inzaghi il neo tecnico del Venezia -. Abbiamo un presidente da Champions League, ha fatto breccia nel mio cuore, se i nostri giocatori avranno metà della nostra voglia allora davvero potremo arrivare in alto». Spettatore forzato nella stagione 2015/16, dopo esser stato esonerato dal Milan in seguito al decimo posto dello scorso anno in serie A, Inzaghi ha avuto la fila di pretendenti, persino milionari dalla Cina. Il club rossonero peraltro l’ha così salutato sul suo sito internet «La notizia di Filippo Inzaghi nuovo allenatore del Venezia, società di tradizione e città prestigiosa, fa molto piacere al Milan che invia un sentito in bocca al lupo a Superpippo!» «Mi sono aggiornato e ho studiato tanto, ma quest’anno sono stato malissimo e ho capito che io non posso proprio stare a casa. Cercavo un progetto, non i soldi né la categoria: sono orgoglioso di quanto ho fatto al Milan, lì ho vissuto i miei anni più belli e il finale non ha scalfito la mia riconoscenza verso la famiglia Berlusconi e il dottor Galliani. Sarò sempre il primo tifoso del Milan». A chi dubita dell’Inzaghi-allenatore in Lega Pro, il diretto interessato replica sicuro: «Trent’anni di calcio mi hanno dato tanto, certo posso solo crescere ma sono convinto delle mie idee. La Lega Pro la conosco da sempre perché è una mia «malattia» seguire tutto, sappiamo che tutti aspetteranno il Venezia al varco ma saremo pronti e faremo il massimo per essere promossi».

Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia nelle mani di Pippo Inzaghi? Tutto fuorché un salto nel buio, anzi, una scommessa che date le premesse sarà destinata a vincere. Così la pensano ex giocatori e allenatori arancioneroverdi, tutti positivamente colpiti dalla «piega» che sta prendendo l’ennesimo tentativo di rinascita del club lagunare. «Che con l’avvento di Joe Tacopina l’aria stesse cambiando si era percepito subito nell’ambiente – assicura l’indimenticato portierone Massimo Taibi, in uscita dal ruolo di ds del Modena retrocesso in Lega Pro -. L’arrivo di Inzaghi è la classica ciliegina: dopo un percorso interessante nelle giovanili del Milan, poi siccome Berlusconi è innamorato dei suoi campioni ha avuto una chance importante in serie A e a mio avviso non ha fatto male. Ora si è rimesso in discussione con grande umiltà, Tacopina e Perinetti hanno visto giusto perché Pippo è uno che da sempre, come suo fratello Simone, conosce anche le virgole della Lega Pro». Max Taibi, peraltro, con l’allora emergente Inza-gol portò il Piacenza in serie A. «Io non gli ho mai sentito dire «sono stanco» oppure «oggi non ho voglia». A 20 anni non aveva i piedi del grande giocatore, ma la testa assolutamente sì. Ha sempre preferito un divertimento in meno e un riposo in più, ora sarà altrettanto esigente con il suo Venezia che sicuramente sarà una squadra forte e che farà parlare di sè». Grande entusiasmo anche da parte di Simone Pavan, in attesa di una panchina dopo il buon lavoro nel vivaio modenese. «Da tifoso arancioneroverde mi fa piacere tanto rumore attorno al Venezia, ma soprattutto che alla base ci siano un’organizzazione perfetta, tanta competenza e voglia di fare da parte di gente che ama il progetto. In passato c’era una «finta concretezza» che ha fatto gravi danni, l’entusiasmo di Inzaghi darà una spinta fondamentale per continuare a rinascere. Nel Milan l’annata in A è andata storta certo non per colpe sue, ora il binomio Venezia-Inzaghi mi sembra a dir poco perfetto». Positivo anche il giudizio dell’ex tecnico arancioneroverde Gianfranco Bellotto. «Inzaghi è un professionista molto misurato e altrettanto meticoloso, mi piacciono il suo stile e l’umiltà che sta dimostrando scendendo di due categorie. Un allenatore giovane che non lascia nulla al caso, sono fiducioso che la serietà, sua e della dirigenza, riusciranno ad alimentare la passione di una piazza che so benissimo quanto possa dare. Certo, ci vorranno i buoni risultati, ma con nomi come Domizzi, Cacia e quelli che si leggono in giro la squadra sarà sicuramente molto forte». Da parte sua Alessandro Calori, ex capitano proprio con Bellotto alla guida, nonché al debutto in panchina come vice dell’uruguaiano Julio Ribas, sposta l’attenzione dall’effetto-Inzaghi. «A livello mediatico una grande mossa perché Inzaghi è un personaggio pulito e che piace alla gente. La premessa da fare tuttavia è un’altra: Giorgio Perinetti è uno dei più grandi dirigenti del nostro calcio, se ha sposato la rinascita del Venezia allora significa che quanto pianificato da un presidente ambizioso come Joe Tacopina è assolutamente serio. Con questo incipit la scelta dell’allenatore sarebbe comunque relativa, però partendo con basi tanto solide Inzaghi sarà agevolato nel suo lavoro. Fermo restando, ma lui è il primo a saperlo, che la Lega Pro è una categoria difficilissima». Da un Pippo-gol all’altro ecco la voce di Filippo Maniero, per anni avversario del neo tecnico arancioneroverde nonché tifoso milanista. «Un punto di forza di Inzaghi sarà la capacità di saper gestire le pressioni, essendo stato un grande attaccante e come tale alle prese con l’obbligo di segnare ogni domenica. Il Venezia partirà con i favori del pronostico, anche quello di Domizzi dalla serie A è un altro innesto notevole, e quando sei la favorita è sempre più dura rispetto al ruolo di outsider». Nel febbraio 2000 Maniero faceva coppia con Ganz mentre Inzaghi trascinava la Juventus al 4-0 del Penzo. «Abbiamo giocato contro tante volte, raramente ho visto in giro una tenacia come la sua. Scommetto che non l’ha persa da allenatore, lui sarà il primo esempio per la squadra e non perderà mai l’equilibrio. Da tifoso del Milan ho sempre ammirato la sua umiltà, è sempre stato snobbato eppure i numeri lo collocano giustamente nel gotha dei più grandi. A Venezia parlerà con i fatti e non con le parole».

Ore 15.10 – (La Nuova Venezia) Era stato uno dei cavalli di battaglia del neopresidente Gabriele Gravina, insieme al ritorno al format di 60 squadre e all’abbassamento del fondo per chi richiede il ripescaggio, portato a 250 mila euro. Adesso anche il Consiglio Federale della Federcalcio ha messo nero su bianco sul regolamento dei playoff allargati per la prossima stagione. «C’è un solo modo per evitarli» commenta sorridendo il direttore sportivo Giorgio Perinetti, «arrivare primi e andare direttamente in serie B, ma credo che sia un’idea che avranno molte squadre». Il campionato di Lega Pro (qualche dubbio ancora legato al nome, si potrebbe tornare alla tradizionale Serie C di una volta) sta nascendo in questi giorni e l’attenzione di tutti è centrata sui playoff. Dunque playoff maxi a 28 club per l’ultima promozione in serie B, al momento in via sperimentale per la stagione 2016-2017, e la conferma che ci saranno tre gironi da venti squadre ciascuno. Ai playoff accederanno le squadre dal secondo al decimo posto e la vincente della Coppa Italia (per quest’ultima sarà da verificare se non la squadra promossa in B o retrocessa, in questo caso scatteranno opzioni alternative). I playoff saranno articolati in due fasi preliminari e nella Final Eight. Alla prima fase accederanno le formazioni dal terzo al decimo posto (24 squadre) che si affronteranno in gara secca all’interno dello stesso girone (terza contro decima; quarta contro nona; quinta contro sesta e settima contro ottava), in caso di parità al 90’ passa la squadra meglio classificata nella regular season. Le 12 squadre vincenti si aggiungono alle tre seconde e alla vincente dalla Coppa Italia (o la sostituta per merito) per dar vita alla seconda fase con otto accoppiamenti già predefiniti in origine, gare di andata e ritorno con supplementari e rigori in caso di parità nel punteggio. Gli accoppiamenti per i quarti di finale, anche in questo caso gare di andata e ritorno, saranno stabiliti tramite sorteggio, mentre semifinali e finale si giocheranno in gara unica e in campo neutro.

Ore 14.50 – (La Nuova Venezia) Filippo Inzaghi ha firmato un contratto biennale con la possibilità di ulteriore prolungamento. Massimo riserbo su modalità e cifre, bocche cucite in sede ma la cifra dovrebbe aggirarsi attorno ai 160mila euro all’anno, con la possibilità di aggiungere una serie di bonus in caso di promozione. Se questo è confermato, si può dire che il tecnico piacentino si troverebbe a percepire decisamente meno della metà di quanto ha avuto nell’esperienza con la prima squadra del Milan. Non solo, ma come ha confermato lo stesso Inzaghi il giorno della presentazione, ci sarebbero state un paio di proposte dalla Cina che sul piano economico sarebbero state ai limiti dell’irrinunciabile. In ogni caso, rispettando il vincolo che fino al 30 giugno lo tiene legato al Milan, il tecnico non rilascerà interviste o precisazioni in merito al suo rapporto con il Venezia. Un argomento che riguarda anche lo staff dei collaboratori, alcuni dei quali tuttora e fino alla conclusione della stagione sono legati ad altri club professionistici. Inzaghi per il momento è a Formentera ma si tiene in costante contatto con il diesse Perinetti. Tra le indicazioni che ha lasciato alla società per quanto riguarda il mercato, ci sono anche buone referenze su due o tre ragazzi della Primavera del Milan, in primis Felicioli e Modic. Inzaghi comunque ha ribadito a più riprese di fidarsi ciecamente di quanto il diesse Perinetti farà in sede di mercato e dunque non ha posto paletti o richieste da assolvere assolutamente. Infine la questione casa. Di certo l’allenatore non abiterà a Venezia centro storico, ammirata nei giorni scorsi ma considerata non proprio agevole dovendo fare la spola con i campi d’allenamento. L’abitazione non è ancora stata scelta, ma potrebbe essere a Favaro. Vicino a lui abiteranno anche gli altri componenti dello staff. Il tecnico avrebbe chiesto una casa “normale”, ma con una stanza che consenta in caso di necessità di ospitare anche i genitori.

Ore 14.30 – (La Nuova Venezia) Un cognome che dice tutto, anche se non sono parenti. E Francesco Virdis poteva solo fare l’attaccante. Sardo come Ivano Baldanzeddu, il bomber è nato a Ozieri (Sassari). «Un attaccante che segna un gol ogni tre partite», così l’ha presentato il direttore sportivo Perinetti. Passa da un mare all’altro il trentunenne centravanti che nelle ultime cinque stagioni ha messo le radici a Savona, fatta eccezione per le parentesi a Monza e l’Aquila durante il torneo 2014-2015, contribuendo tre anni fa alla promozione dei liguri in serie C/1 con 24 reti in 31 presenze e il titolo di capocannonienre. «Per fortuna riuscimmo a evitare i playoff, ricordo che il Venezia di Sottili effettuò una clamorosa rimonta nel girone di ritorno, tanto che poi ci accompagnò nel salto di categoria vincendo la post season contro il Monza. È stato semplicissimo trovare l’accordo con Perinetti: abbiamo fatto due chiacchiere e via. Sarà poi il top per un attaccante come me avere come allenatore Pippo Inzaghi». Rispetto a Domizzi e Baldanzeddu, Francesco Virdis conosce bene lo stadio Penzo. «Sì, è vero, ho anche segnato. Spero che mi porti bene come mi capitava con il Savona». Virdis realizzò la doppietta ligure nel 2-3 dell’ultima giornata di campionato nella stagione 2012-2013 (per il Venezia doppietta di Godeas e centro di Bocalon per il 3-0 parziale), oltre a realizzare il gol del 2-0 nel match d’andata, ma andò a segno anche nel torneo successivo, in Prima Divisione, per il momentaneo 1-0 del Savona poi impattato da Sosa, mentre all’andata mise a segno due calci di rigore (2-1 il finale) alle spalle di Vigorito. Una stagione travagliata per la formazione ligure che alla fine non è riuscita a evitare la retrocessione in serie D. «La squadra in campo ha fatto il suo dovere fino alla fine» ricorda l’attaccante di Ozieri, «i punti per disputare quanto meno i playout li abbiamo conquistati. Non è semplice giocare in condizioni del genere». Il Savona ha chiuso con 22 punti, all’ultimo posto nel girone B, ma sul campo ne ha conquistato 36, “limati” da 14 punti di penalizzazione (6 per l’inchiesta Dirty Soccer e 8 per inadempienza finanziarie). Virdis sta trascorrendo le vacanze a Savona ma già scalpita. «Il progetto del Venezia mi affascina, sapere di poter lottare per salire in serie B ti dà stimoli e motivazioni supplementari. I playoff allargati? Ci sono i pro e i contro, dipende come ci arrivi. L’ideale sarebbe evitarli andando direttamente in serie B».

Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Nicolò Brighenti ha già pianificato la sua estate. E il calendario l’ha costruito… sul bellissimo pancione che la moglie Silvia porta in giro con orgoglio. “E’ la prima estate in cui non andremo a fare viaggi lontani – racconta il capitano -. Filippo nascerà a fine luglio e allora, con un amico di sempre, sono passato dalla semplice chiacchierata ai fatti: un campus estivo per i bambini, organizzato nel centro sportivo di Bussolengo”.PAPA’ BRIGHE Non inganni il pancione di Silvia, perché Nicolò la passione per i bambini l’ha sempre avuta. Come quando giocava nel Chievo e d’estate allenava i bambini nel campus organizzato dalla società. E’ lì che ha conosciuto Manuele Bellinazzi – che ai tempi di Brighenti al Chievo faceva l’accompagnatore degli Esordienti – con il quale sono diventati amici veri. “E’ soprattutto grazie alle sue conoscenze – spiega il difensore – che abbiamo potuto dare vita a questo progetto. Finora la risposta è stata molto positiva e se le cose dovessero andare bene come ci auguriamo siamo già pronti per crescere ancora”. Magari spostando il campus in montagna, come succede nei ritiri estivi dei grandi.DUE SETTIMANE Intanto, oggi le porte si apriranno ai bambini dai 6 ai 14 anni. “Iniziamo oggi – spiega Nicolò – e andremo avanti per due settimane dal lunedì al venerdì. La cosa bella è che faranno parte dello staff alcuni ragazzi con cui ho giocato nei Giovanissimi e negli Allievi del Chievo e con i quali sono sempre rimasto in contatto”. Gli impegni? “Ci sarà un allenamento al mattino e uno al pomeriggio e pranzo nel ristorante della struttura con attività organizzate, tutto con massima serietà e professionalità”. E infatti, per i bambini è già pronto il kit-campus: maglietta, pantaloncini, calzettoni, cappellini e palloni griffati Macron. Un caso che sia anche lo sponsor tecnico del Vicenza. Anche se le battute degli amici già si sono sprecate. “Qui siamo in terra veronese, e in tanti scherzavano dicendomi che non avrebbero mandato il proprio figlio dal capitano del Vicenza…”.SUL CAMPO C’è un’altra cosa che Brighenti tiene a sottolineare: “Se per me sarà soprattutto una soddisfazione personale mossa dalla passione, questo progetto darà modo anche ad alcuni ragazzi di fare invece un lavoro per guadagnare qualcosa”. Lui, invece, penserà a scendere in campo: “Starò lì dalla mattina alla sera e cercherò di organizzarmi per poter girare tutti i gruppi di lavoro durante la giornata. Ci tengo a trasmettere i miei valori ai bambini, che guardano al calcio con entusiasmo e pieni di sogni. Perchè è questo che sta alla base del nostro lavoro, che prima di tutto, ricordiamolo, è un divertimento”.

Ore 13.30 – (Gazzettino) Vincenzo Italiano è a un passo dal diventare l’allenatore della Vigontina San Paolo, il nuovo sodalizio che militerà in serie D. Questa sera è previsto un ulteriore incontro che potrebbe portare alla fumata bianca. «La trattativa è bene avviata e siamo ai dettagli – spiega Cristian Bozzato – La nuova proprietà sta facendo il massimo per arrivare a un accordo con Italiano che quest’anno ha svolto un ottimo lavoro nel settore giovanile». L’ex centrocampista biancoscudato, infatti, ha guidato con profitto la formazione sanpaolina degli allievi sperimentali nel campionato di categoria, e anche di recente ha portato in finale la squadra in due tornei estivi. Insomma, a lui si vogliono affidare le chiavi del progetto tecnico, il che farebbe cadere l’altra opzione che porta il nome di Tiziano Mazzucato, che ha lasciato il Saonara Villatora dopo avere ottenuto la salvezza nel campionato di Eccellenza. Come noto Bozzato, ex socio di Stefano Zarattini nonché vice presidente alla Luparense San Paolo, è stato insieme a Ennio Marini, presidente della Vigontina Academy, l’artefice della nascita della nuova realtà sportiva che avrà un occhio di riguardo per il settore giovanile, tanto che tutte le formazioni saranno presenti a livello regionale elite, e anche a livello dei campionati provinciali. Quanto alla prima squadra, altra questione cruciale è quella relativa al campo da gioco e la scorsa settimana la proprietà ha avuto modo in parlare con l’assessore Rampazzo. «Al momento la linea che stiamo portando avanti è quella di giocare allo stadio di Busa – prosegue Bozzato – perché dall’incontro è emerso che non c’è a Padova una struttura omologata per la serie D (Euganeo a parte, ndr). Al Plebiscito partiranno i lavori, per cui sarà un cantiere; all’Appiani ci sono aspetti strutturali da gestire dato che non è omologato per il campionato nazionale dilettanti, senza dimenticare che è in convenzione al Padova; il Franceschini è omologato per l’Eccellenza. A questo punto riteniamo di puntare a una soluzione interna per un discorso di legame con il territorio. Se dobbiamo sostenere dei lavori, lo facciamo in un impianto che è già nella gestione della società». Vale a dire appunto la struttura di Busa, che tra l’altro già nella stagione 2004-2005 era stato adeguato con un secondo ingresso e con l’aggiunta di una piccola tribuna riservata agli ospiti, separata da quella riservata ai tifosi di casa, e aveva ospitato le partite casalinghe della Vigontina in serie D. Un’esperienza all’epoca sfortunata sul piano dei risultati, perché la permanenza nella massima serie dilettantistica durò appena una stagione. Intanto, anche sul fronte societario deve essere ancora formalizzato il passaggio di consegne tra l’ormai ex Luparense San Paolo e la Vigontina San Paolo, il che avverrà a breve. «Siamo in attesa che i commercialisti definiscano l’impianto burocratico e nei prossimi giorni andremo alle firme. Dopodiché ufficializzeremo il nuovo nome della società nonché il nuovo organigramma».

Ore 13.10 – (Gazzettino) Dopo Michael Pagan e Davide Boscolo Berto l’Abano si assicura altri due rinforzi: Riccardo Serena e Mattia Baldrocco. Il primo, classe 1996, è un centrocampista che nella passata stagione ha indossato la maglia del Mestre (31 partite), dove ha avuto come allenatore Luca Tiozzo. In serie D ha giocato anche con l’Union Pro (31 partite e un gol), mentre in precedenza aveva militato con il Favaro Marcon in Eccellenza. Senza dimenticare che è figlio d’arte dato che il padre è Michele Serena, ex tecnico del Padova. «L’anno scorso è stato impiegato diverse volte come terzino – afferma il direttore sportivo Andrea Maniero – ma l’ho preso per fare il centrocampista, che è il suo vero ruolo. Può giocare in mezzo a tre o a due, ed è stato uno dei fuoriquota più bravi nella passata stagione. Contro di noi mi era piaciuto molto». Approda in neroverde anche l’attaccante Baldrocco, classe 1991. Anche lui ha già avuto modo di conoscere Tiozzo al Delta Porto Tolle Rovigo, club con il quale nell’ultimo anno e mezzo ha collezionato 51 partite con nove sigilli, e sempre con i rodigini aveva giocato nella vecchia Seconda divisione di Lega Pro (30 partite e sette gol). Nel suo curriculum anche Savoia in Lega Pro (una partita), Sandonà Jesolo in serie D (31 gare e 14 sigilli) ed Edo Mestre in Eccellenza, senza dimenticare l’esperienza nel settore giovanile biancoscudato. «L’anno scorso ha pagato un po’ il fatto di essere stato utilizzato come attaccante esterno, in realtà è una prima punta che possiede tecnica e rapidità, e sarà un giocatore importante per il modo di giocare che abbiamo in mente. Anche lui ha voglia di riscatto, una peculiarità che stiamo ricercando nei ragazzi che vogliamo in organico». Tra l’altro i quattro giocatori al momento acquistati sono tutti profili in linea con quello che è stato l’input del presidente Gildo Rizzato di ringiovanire la rosa. Sul fronte della partenze, vanno registrati i divorzi con Creati, Fusciello e Caridi. E un altro giocatore sul piede di partenza è De Cesare, che merita un discorso a parte: non si tratta di una questione tecnica, quanto piuttosto di una volontà del giocatore che se arrivasse un’occasione in Lega Pro la prenderebbe in considerazione, altrimenti preferirebbe un impegno calcistico meno gravoso essendo impegnato negli studi universitari. Va chiarita poi anche la posizione di Thomassen: nei prossimi giorni il direttore avrà un faccia a faccia con il difensore, che stando ai rumors potrebbe approdare alla nuova Vigontina San Paolo.

Ore 12.50 – (Gazzettino) L’Este scalda i motori e saluta i protagonisti della passata stagione. La società giallorossa sta chiudendo proprio in queste ore tre accordi con altrettanti giocatori che vengono definiti dalla dirigenza “di alta fascia”, ma per il momento le uniche notizie ufficiali riguardano gli addii: nei giorni scorsi è stato formalizzato il divorzio consensuale con Arvia, anche se non si sa dove si accaserà il forte difensore toscano. Confermata pure la partenza di Caporali. Il giocatore, in lista per gli “oscar” del calcio dilettantistico con una nomination fra i migliori centrocampisti del campionato, seguirà Pagan all’Alto Vicentino. Resta invece una grande incognita il futuro di Mastroianni, dato che il capocannoniere del girone non ha ancora trovato una squadra. Il bomber sta trattando con alcune società di Lega Pro, ma non c’è un accordo definitivo. Se tutte le trattative – questa ipotesi sembra comunque molto lontana – dovessero concludersi con un niente di fatto l’attaccante rimarrebbe in giallorosso. Qualche giorno fa è stato annunciato il ritorno all’ombra della porta vecchia di Tessari. «Stiamo chiudendo tre colpi di mercato – assicura infine il vice presidente Stefano Marchetti – contiamo di poterli presentare in via ufficiale entro la metà della settimana. Abbiamo quasi concluso con un difensore e due centrocampisti».

Ore 12.30 – (Gazzettino) Enrico Cunico è il nuovo allenatore del Campodarsego. Reduce dalla fresca esperienza con l’ormai ex Luparense San Paolo (subentrato a Pasa ha terminato il campionato al sesto posto), tocca a lui raccogliere l’eredità di Antonio Andreucci in vista della prossima stagione, con il club che lascia ancora aperta una porta per l’accesso in Lega Pro. Eventualità però che quasi certamente si materializzerà solo nel caso di una riammissione senza dover versare il contributo a fondo perduto di 250 mila euro, che è richiesto alle società che hanno vinto i play off. Ragione per cui allo stato attuale sono molto più alte le percentuali di una partecipazione al campionato di serie D 2016-2017. «Non conoscevo Cunico – spiega il presidente Daniele Pagin – ma da subito ci siamo capiti e si è creata un’intesa. È l’allenatore giusto per noi, caratterialmente mi piace ed è senz’altro un tecnico di prima fascia, quello che ci serve in questo momento di trasformazione della società. La Lega Pro? Restiamo alla finestra ed eventualmente siamo pronti. Ma anche se restassimo in serie D, il Campodarsego va avanti perché il mio obiettivo è arrivare nei professionisti». La trattativa con Cunico non è un fulmine a ciel sereno, nel senso che il direttore generale Attilio Gementi lo aveva già incontrato qualche settimana fa. «Mi ha fatto un’ottima impressione sul piano umano dato che ha valori che si sposano con la nostra filosofia. Quanto alle sue capacità sul campo, parlano per lui i risultati che ha ottenuto negli ultimi anni. È il profilo che può portare avanti l’ottimo lavoro svolto da Andreucci negli ultimi due anni». Ecco allora anche le prime parole da tecnico biancorosso di Cunico: «Sono molto contento. So di raccogliere un’eredità pesante: sarà difficile ripetersi, anche perché dopo il secondo posto di quest’anno migliorarsi vuole dire vincere e non è facile. Ma ci metterò massimo impegno, voglia e determinazione per arrivare a obiettivi importanti. Con la società ci siamo accordati subito, vogliamo fare bene e questo mi dà un grande stimolo. Il presidente Pagin? Una persona che trasmette tranquillità, fiducia e la giusta carica. Parlando con lui percepisci la sua voglia di fare crescere il club. Ci sono tutti i presupposti per fare bene». Sul bivio Lega Pro o serie D. «La porta è aperta a qualsiasi situazione, ma io in questo momento faccio finta che siamo in serie D e sarà allestita una squadra per questa categoria». Passando ai giocatori, dopo i rinnovi dei giorni scorsi di Bedin, Aliù e Piaggio, oggi Gementi attende la risposta di Radrezza e Kabine ai quali è stato prospettato di continuare in biancorosso. In attacco potrebbe anche essere presa in considerazione la pista che porta a Beccaro, venti sigilli con la Luparense San Paolo nell’ultimo campionato e fedelissimo di Cunico, senza dimenticare che è di Reschigliano. Rimarranno anche nella prossima stagione il portiere Merlano e i difensori Gal, Buson e Favero, mentre sempre con riguardo al pacchetto arretrato ha fatto le valigie Ruopolo e potrebbe seguirlo anche Poletti che sembra intenzionato ad avvicinarsi a casa (Vicenza). Il che implica che Gementi è alla ricerca di almeno un elemento di esperienza da inserire al centro della difesa. Per quanto riguarda il centrocampo nei prossimi giorni saranno chiarite le posizioni di Pelizzer e di Tanasa. «Vogliamo mettere a disposizione di Cunico una rosa camaleontica – spiega il direttore generale – che sia in grado di attuare più moduli al fine di ottenere i migliori risultati».

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Allenatori nuovi di zecca e tante trattative. Inizia a riscaldarsi l’estate delle quattro padovane di Serie D. Quattro perché il Campodarsego, salvo colpi di scena, non insisterà con l’iter burocratico per il ripescaggio in Lega Pro e perché la “nuova” Vigontina-San Paolo sta gettando le basi per ben figurare nella massima categoria dilettantistica. Le certezze sono, invece, Abano ed Este, entrambe lanciatissime sul mercato. CAMPODARSEGO. In attesa di altre ufficializzazioni sul fronte Lega Pro, la dirigenza del Campodarsego ha annunciato il nuovo tecnico. Sarà l’esperto Enrico Cunico a guidare i biancorossi nella prossima stagione. Originario di Vicenza, 47 anni, nell’ultimo campionato ha trascinato la Luparense San Paolo dai bassifondi della classifica al sesto posto finale, dopo essere subentrato a Daniele Pasa. Ma nel suo curriculum ci sono anche le esperienze positive alla guida di Eurocalcio, Montebelluna, Venezia e Marano-Altovicentino. «Raccolgo un’eredità pesantissima, quella di Antonio Andreucci, che, oltre ad essere un grande allenatore e un ex compagno di squadra, è un amico», commenta il nuovo mister. «Sono felice e consapevole di essere stato chiamato per fare un campionato da protagonista». «Il Campodarsego non sarà più una sorpresa, ma una realtà consolidata», aggiunge Cunico. «Il presidente Pagin mi ha fatto un’ottima impressione per la chiarezza e la passione, così come il direttore generale Gementi». La società è già al lavoro per costruire una squadra vincente. «Ci sono già quattro riconferme e sono quelle di Merlano, Piaggio, Bedin e Aliù», conferma il tecnico. «La volontà è quella di ripartire dallo “zoccolo duro” dell’ultima stagione e portare i giocatori che possano farci fare un ulteriore salto di qualità». VIGONTINA-SAN PAOLO. Anche in via Canestrini è stata data la precedenza alla guida tecnica. Manca solo l’annuncio, di fatto, per Vincenzo Italiano come nuovo allenatore della Vigontina-San Paolo. Una scelta molto intrigante, quella del nuovo sodalizio nato poco più di 10 giorni fa sull’asse Cristian Bozzato (responsabile del “vecchio” San Paolo)-Ennio Marini (presidente della Academy Vigontina): «Siamo ai dettagli e nei prossimi giorni dovremmo dare l’ufficialità», conferma Bozzato. «Italiano ha ottenuto ottimi risultati con gli Allievi della Luparense San Paolo e nei tornei estivi ha raggiunto ben due finali. Ha dimostrato di avere grandi capacità». «Martedì, o al massimo mercoledì», aggiunge il dirigente, «comunicheremo l’organigramma della nuova società, lo staff e gli obiettivi prefissati». ABANO. Domani è pure il giorno scelto dal direttore tecnico dell’Abano Andrea Maniero per la presentazione dei nuovi acquisti. L’ex giocatore del Padova si sta muovendo con grande anticipo sul mercato e dopo Maicol Pagan, Davide Boscolo “Berto”, Mattia Baldrocco e Riccardo Serena, quest’ultimo in arrivo dal Mestre, dovrebbe portare a casa altri due pezzi da novanta. In uscita, invece, ci sono Massimo De Cesare (che vorrebbe salire nei professionisti o ripartire dall’Eccellenza per dedicarsi agli studi) e l’esperto Alessandro Ballarin. Per il capitano si parla già di un ruolo nella dirigenza aponense. ESTE. In casa atestina si lavora sotto traccia. Il nuovo mister Michele Florindo sta cercando di fare il punto della situazione prima di imbastire l’ennesima rivoluzione. Le riconferme del portiere Alessandro Lorello e dello stopper Nicolò Montin sono già arrivate e nei prossimi giorni l’ex trainer della Piovese dovrebbe strappare il «sì» all’attaccante Vincenzo Ferrara, già protagonista con Andrea Pagan. Hanno fatto le valigie, invece, Francesco Tiozzo, Stefano Coraini (che ha richiesto ufficialmente la cessione) e Giuseppe Arvia. Le novità in entrata riguardano soprattutto il centrocampo, con Andrea Tessari (per lui è il secondo ritorno in giallorosso) e Matteo Cavallini presi per sostituire Carlo Caporali e Luis Maldonado. Decisa, infine, la data del raduno: il 20 luglio partiranno i test fisici al Nuovo Stadio di Este. Da definire la durata e la sede del ritiro, che potrebbe essere ancora a Tambre d’Alpago.

Ore 11.40 – (Gazzettino) I protagonisti del week end sono loro, i giocatori della Berretti che sabato a Roma si sono laureati campioni d’Italia di categoria. Un successo storico per il Cittadella, che incorona una stagione straordinaria per i colori granata: vittoria in campionato e promozione per la prima squadra, scudetto per la Berretti di Giulio Giacomin. Il diggì Stefano Marchetti tesse le lodi al grande lavoro portato avanti nel settore giovanile: «I ragazzi di Giacomin hanno fatto qualcosa di straordinario, per me e per la società è motivo di grande orgoglio. Si chiude così un’annata irripetibile per i nostri colori, i complimenti vanno a Lucio Fasolato, il responsabile del settore giovanile, ad Alberto Toso, il segretario sportivo, quindi a Giulio Giacomin, ai suoi tecnici e a tutti i collaboratori che gravitano attorno alla realtà giovanile. E un grosso applauso va ai ragazzi: in campo hanno interpretato lo spirito combattivo che contraddistingue il Cittadella». Qualcuno sarà “premiato” andando in ritiro con la prima squadra. «Questi ragazzi vanno monitorati, seguiti e testati. Al pari dei giocatori di Venturato sono cresciuti strada facendo, acquisendo consapevolezza nei propri mezzi, e il lavoro di Giacomin in questo senso è stato determinante. Qualcuno è stato provato in Coppa Italia, vedremo chi portare a Lavarone». Arriviamo alla prima squadra: in settimana ha firmato un attaccante, Luca Strizzolo, e un difensore, Ivan Pedrelli. «Strizzolo è cresciuto molto in stagione, è ancora giovane e in avanti può interpretare più ruoli, ha caratteristiche da prima e seconda punta, ha gamba. Pedrelli è un difensore esperto, conosce la serie B, è un jolly che può giocare a destra, sinistra e anche da mezzala. Aveva parecchie richieste, ho dovuto accelerare per chiudere la trattativa. Ha scelto il Cittadella e mi fa piacere, significa che abbiamo un certo appeal». Due giocatori che possono ben figurare nello scacchiere di Roberto Venturato. «Credo, spero proprio di sì. Io devo lavorare in questo modo, dare opportunità a giovani di prospettiva, e puntare su qualche elemento esperto». E Gianvito Misuraca è giocatore da Cittadella? «È forte, mi piace, ma in questo momento devo pensare a costruire una lista di 18 giocatori over 21 anni. Se chiudo tutti gli spazi, rischio poi di non potermi più muovere sul mercato». Tante le posizioni ancora incerte. «Jallow e Bobb inizialmente saranno testati da Maran, anche il Chievo deve tenere conto delle regole nella composizione della rosa, magari torneranno più avanti. Sul fronte Litteri è ancora tutto fermo, non ci sono interlocutori con i quali trattare». Zaccagni? «Penso sia un discorso chiuso. Lo riscatteremo, ma credo che il Verona eserciterà il controriscatto». Serviranno giovani, qualche ex Primavera. «Ho visto tutte le finali, qualcuno di bravo c’è, ma sono elementi che escono dalle giovanili, la serie B è un’altra cosa. Ho altre priorità adesso». Nella sua agenda settimanale, cosa c’è scritto? «Mille cose da fare. In settimana mi ritroverò per qualche rinnovo. Avrò colloqui con Alfonso, Salvi, Schenetti: hanno dimostrato qualità e spirito giusto». Le necessità della rosa del Cittadella? «Da valutare a seconda di chi resterà. Ho fatto l’esempio di Litteri, ci piace, lo vorremmo tenere e siamo d’accordo con il giocatore, ma non dipende solo da noi».

Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Il “triplete” di Giulio Giacomin è tanto strano quanto completo e ricco di orgoglio. Dopo aver conquistato la prima promozione del Cittadella in Serie B, nel 2000, da centrocampista dell’undici di Ezio Glerean, si è ripetuto otto anni dopo come vice-allenatore di Claudio Foscarini. Nell’anno della terza promozione granata, invece, si è preso il lusso di portare la squadra Berretti sul tetto d’Italia, per la prima volta nella storia del club. Una cavalcata trionfale quella dei baby padovani, arrivata a coronamento di una stagione memorabile per la società, che ha vinto il proprio girone di Lega Pro, arrivando anche in finale di Coppa. La ciliegina non poteva metterla che un cuore granata come Giacomin, travolto dall’affetto dei suoi ragazzi dopo la vittoria nella finale-scudetto contro l’Arezzo. Che nottata è stata quella del trionfo? «Meravigliosa (e Giacomin sorride, ndr). L’abbiamo trascorsa in pullman per tornare a casa, tra scherzi e cori di gioia. I giocatori hanno fatto uno show, si sono lasciati andare e hanno preso in giro me e lo staff. Mi hanno imitato quando parlo e devo fare la formazione. È stato molto divertente perché si è creato un rapporto speciale con tutti». Se Giacomin adesso si gode le ferie, lo stesso non si può dire per quasi metà della squadra, che dalla settimana prossima è attesa agli esami di maturità. «Adesso arrivano le prove più importanti per loro, e anche in un contesto come il nostro abbiamo sempre cercato di privilegiare la scuola. Se un giocatore non riesce a reggere il doppio impegno, gli consigliamo sempre di staccare con il calcio e concentrarsi sugli studi». Si aspettava ad inizio stagione di arrivare a tanto? «In avvio non sapevo cosa aspettarmi, visto che almeno metà squadra la conoscevo poco. Vedendo i progressi che hanno fatto i giocatori, ho preso fiducia e da gennaio in poi ci siamo guardati in faccia. Avevamo affrontato tutte le squadre e conoscevamo il livello dei nostri avversari. Ho detto ai giocatori che se non fossimo arrivati alla fase finale sarebbe stato un fallimento per tutti. Ce l’abbiamo fatta e poi c’è stato questo meraviglioso trionfo». Quanti messaggi di complimenti ha ricevuto? «Parecchi. Quelli che mi hanno fatto più piacere sono giunti da altri allenatori che ho affrontato in stagione. Significa che il lavoro è stato apprezzato». Prima delle gare romane ha detto: dobbiamo giocare con lo spirito da Cittadella. Cosa significa? «È uno spirito che permette a chi lavora per questa società di sentirsi a proprio agio in ciò che fa. Non ci sono ansie né tensioni, il che facilita il compito non solo a livello giovanile, ma anche di prima squadra, come testimonia l’immediato ritorno in B». Lei che ha giocato anche in biancoscudato, quanto avverte la rivalità con il Padova? «Sono due mondi diversi, Padova si porta dietro una storia e un blasone molto importanti e pesanti. Nel passato recente hanno accusato dei problemi di mancata programmazione, che hanno portato la società a ripartire dai dilettanti. Siamo stati bravi anche noi ad approfittarne, accogliendo alcuni ragazzi rimasti liberi e che ci hanno dato una grossa mano». A proposito di Padova, lei che vive a San Donà conosce il suo concittadino Giorgio Zamuner? «Lo conosco e credo che sia la scelta migliore che potesse fare il Padova. È un uomo di calcio competente e preparato e soprattutto una brava persona. Un aspetto da non sottovalutare in tempi come questi». Lei si sente più Glerean o Foscarini? «Una via di mezzo. Entrambi mi hanno dato molto, con Glerean ero ancora giocatore ma già cercavo di apprendere dei concetti da mettere in pratica in panchina, mentre l’esperienza al fianco di Foscarini mi è stata utilissima». L’anno prossimo la vedremo sulla panchina della Primavera granata, vero? «Adesso mi voglio godere questo successo, poi parleremo dal futuro. Con la riforma del campionato Primavera si arriverà alla creazione di due categorie, con promozioni e retrocessioni. Mi piace il progetto, più stimolante anche per i ragazzi». Vuole restare sempre con i giovani o punta ad una prima squadra? «L’obiettivo è arrivare ad una prima squadra e credo che questa gavetta nel settore giovanile mi sia utile e mi possa servire da trampolino».

Ore 11.00 – (Mattino di Padova) «Non bisogna avere fretta». Stefano Marchetti lo ripete spesso, ben consapevole di come ogni trattativa di mercato in vista della prossima stagione «sarà complicata dai paletti imposti a livello federale nella costruzione delle rose». Non solo per l’ormai nota questione del tetto massimo di 18 giocatori sopra i 21 anni in Serie B, ma anche per via delle nuove norme imposte alle squadre di A, che dovranno avere in rosa 4 elementi formati nel proprio vivaio e 4 nel vivaio di un club italiano, mentre gli under 21 possono essere tesserati in libertà. Per chiarire, per quanto riguarda il Chievo Benedetti è uno dei pochi elementi a rientrare potenzialmente nella prima categoria, Bobb nella terza. «E prima di definire le loro posizioni con noi, la società veronese dovrà avere nel complesso il quadro più chiaro sulle proprie mosse». Pedrelli e Nava. E allora, come mai gli affari Strizzolo e Pedrelli sono stati chiusi così celermente? Semplice, perché c’era da bruciare la concorrenza. «Strizzolo è un attaccante di grande fisicità e con importanti margini di crescita, era in scadenza di contratto e lo inseguivano in tanti. Pedrelli è un terzino già strutturato, che tenevo d’occhio da tempo, ha “gamba”, gioca a destra ma può stare anche a sinistra. E se non mi fossi mosso velocemente, si sarebbe accordato con il Parma», spiega Marchetti. Il suo arrivo sembra allontanare la permanenza di Nava. «Era in prestito dall’Atalanta, dobbiamo ancora parlare della sua situazione, ma ha molte richieste». Pellizzer e Busellato. Intanto sembra ormai prossimo l’addio definitivo a Pellizzer, fra i migliori nelle file dell’Entella nella scorsa stagione. Il presidente dei liguri Gozzi ha chiarito che l’ex capitano granata è uno dei pilastri su cui sarà costruita la squadra del prossimo anno ed è quindi pronto a esercitare il diritto di riscatto, fissato a 300 mila euro. Diverso il caso di Busellato, altro “ex” Citta che si è comportato molto bene lontano dalle mura, alla Ternana. Il club umbro può riscattarlo a 350 mila euro entro il 30 giugno, ma in attesa di ufficializzare il nuovo ds, che dovrebbe essere Larini, ancora non si è mosso.

Ore 10.30 – (Gazzettino) Da un mese appena trascorso a quello che porterà al ritiro di Mezzano. «Un periodo per creare i presupposti per fare bene e ci sono tutti i requisiti. È importante partire con il piede giusto. Lasceremo lavorare Zamuner, persona che, pur da una posizione prima diversa, frequenta il calcio da tanto tempo, conosce i giocatori e ha relazioni importanti. Partiamo da una base solida della rosa, mi aspetto da lui una gestione economica equilibrata e auspico che con sagacia e intuizione sappia scegliere sia gli elementi maturi che i giovani adatti al Padova. Gente con lo spirito giusto perché, aldilà dei nomi, i risultati arrivano con il gruppo». Tra le critiche arrivate in questi giorni, quelle legate a uno staff tecnico-dirigenziale, tra nuovi e vecchi sotto contratto, un po’ troppo affollato. «Abbiamo cambiato molto – replica Bergamin – ma lo sapevamo in partenza, lo avevamo messo in preventivo e la cosa rientra nel budget previsionale». Capitolo entrate: arriveranno nuovi soci? «Ci sono buone possibilità che nelle prossime settimane la cosa si concretizzi e questo ci darebbe maggiore tranquillità. Il discorso è impostato ed è giusto che anche qualcun’altro si esponga insieme a noi». C’è poi il discorso tifosi. Se la società alza l’asticella, lo stesso si auspica succeda dall’esterno. «I risultati portano il pubblico e anche il bel gioco aumenta l’affluenza. Quanti abbonamenti ci aspettiamo? Questa settimana affronteremo l’argomento, coinvolgendo la tifoseria per confrontarci su iniziative e suggerimenti per un maggiore seguito».

Ore 10.20 – (Gazzettino) In effetti, dopo due anni al timone del Padova in cui gli obiettivi prefissati sono sempre stati raggiunti, questi sono stati i giorni in cui dall’esterno è emerso il maggiore scetticismo. «Bisogna capire i momenti, la successione delle cose e valutare a 360 gradi. Io cerco pure i risvolti più nascosti e in questi ho trovato elementi positivi». C’è qualcosa che le ha dato maggiore fastidio? «Esistono diverse opinioni e punti di vista, è giusto che ognuno le esprima. Dentro la società non credo ci saranno problemi, siamo in un equilibrio che va bene e anche i risultati potranno aiutare da ogni punto di vista. Non mi preoccupo, lavoriamo in positivo, non certo per fare male; forse da fuori si vede diversamente. Penso che un atto di fiducia debba esserci rivolto». In realtà puntando a migliorare il quinto posto di quest’anno c’è anche il rischio che aumentino le pressioni della piazza. «Ho sentito parlare di progetto interrotto, ma quello triennale a cui ci riferiamo è societario e ci sta che alcuni attori possano cambiare. Sappiamo che le nostre aspettative di arrivare più in alto possibile, le stesse dei tifosi, non sono di facile realizzazione, ma le vedo più come un auspicio, per cui metteremo comunque tutti i nostri mezzi, che non come un impegno che può poi ritorcersi contro».

Ore 10.10 – (Gazzettino) Lo scorso 13 maggio Beppe Pillon guidava quello che poi si sarebbe rivelato il suo ultimo allenamento del Padova e veniva annunciato il divorzio con il direttore sportivo Fabrizio De Poli, il tutto cinque giorni dopo l’ultimo atto del campionato chiuso da Diniz e colleghi al quinto posto. Oggi in casa biancoscudata si festeggia Sant’Antonio, con una pelle quasi completamente cambiata nello staff tecnico-dirigenziale e con il futuro nelle mani del nuovo direttore generale Giorgio Zamuner che ha chiamato per la panchina Oscar Brevi. È passato un mese esatto, ma per quanto successo, il lasso di tempo trascorso sembra ben più ampio. «Sicuramente sono stati trenta giorni molto intensi – conferma il presidente Giuseppe Bergamin – perché c’era tanto da fare. Eravamo attesi da scelte importanti, c’erano da sistemare alcuni equilibri oltre alla ricerca di sponsor e possibili nuovi soci. Spero che il prossimo mese lavorino bene gli altri (il riferimento è a Zamuner e Brevi, ndr) e noi si possa godere di maggiore libertà e riposo dopo un periodo un po’ teso».

Ore 10.00 – (Gazzettino) A completare i ranghi alcune delle cinque emiliane (Modena, Parma, le due piacentine e Reggiana), le eventuali ripescate e, qualora ci fosse da integrare il numero, non è escluso che si peschi sulla fascia adriatica, con le romagnole Santarcangiolese e Rimini, fino alle marchigiane Ancona, Maceratese e forse Sambenedettese e magari il Gubbio. Il tutto naturalmente al netto di eventuali mancate iscrizioni dato che non mancano società in grande difficoltà. Noti da tempo i problemi di Carrarese e Rimini, non navigano in acque tranquille il Modena, ma soprattutto il Pavia, che ha 6.5 milioni di debito, dopo l’addio dell’imprenditore cinese Zhu che in un videomessaggio ha dichiarato di essere stato sfruttato dagli italiani. Possibile una nuova cordata. Certo il cambio di proprietà a Reggio Emilia, con l’arrivo dell’ex campione di baseball italoamericano Mike Piazza (Colucci il nuovo tecnico), probabile quello a Mantova, con in sella l’imprenditore vicentino Roberto Masiero. Sul piano tecnico ancora in stand by Alessandria e Como, programmi ambiziosi, oltre che per il Venezia, per la Cremonese di Tesser.

Ore 09.50 – (Gazzettino) Il prossimo campionato di Lega Pro prenderà il via il 28 agosto. Il Consiglio direttivo di Lega ha inoltre precisato le modalità di svolgimento dei play off promozione che prevedono complessivamente sette partite per conquistare un unico posto in serie B. Contrariamente alle iniziali previsioni, infatti, il primo turno, quello che vede impegnate le squadre classificate tra il terzo e il decimo posto di ciascun girone, si svolgerà anche in presenza di distacchi superiori ai dieci punti e il secondo turno sarà, come i quarti di finale, con gare di andata e ritorno. I raggruppamenti saranno a venti squadre, ma resta un’incognita chi, tra le compagini retrocesse e quelle aventi diritto di serie D, riusciranno a rispettare i tanti requisiti richiesti per il ripescaggio. Non vi è dunque un quadro ancora preciso sulle future avversarie del Padova, ferma restando la suddivisione dei gironi con i criteri della passata stagione. Nel raggruppamento del nord, quindi non mancheranno le portacolori del Triveneto – oltre ai biancoscudati – Sudtirol, Bassano, Venezia e Pordenone, l’Alessandria e le nove lombarde, con le novità Como e Bellinzago oltre alle precedenti compagne di avventura.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Se in attacco, con Neto e Altinier la coppia è fatta e finita, mentre su Petrilli e Ilari aleggia un punto interrogativo e capitan Marco Cunico è ormai orientato ad appendere gli scarpini al chiodo, il centrocampo è il reparto su cui servirà intervenire maggiormente. Corti e Bucolo non rinnoveranno, Baldassin finirà al Chievo, Bearzotti e Finocchio rientreranno alle rispettive basi. Rimangono perciò il solo De Risio, fresco di rinnovo, e il giovane Mazzocco, su cui Zamuner fa affidamento ma che probabilmente non partirà titolare. Sono quindi tre, gli elementi da reperire sul mercato: un regista, un incursore e un trequartista. Quest’ultimo è il ruolo più delicato, e ci vorrà del tempo, ma per i primi due i segnali da viale Rocco sono già partiti. Nella zona nevralgica del terreno di gioco il sogno si chiama Francesco Dettori, 33enne regista della Carrarese, cui il Padova negli ultimi giorni ha presentato un’offerta. Altro nome da tenere in considerazione è quello di Matteo Mandorlini, figlio d’arte dell’ex tecnico biancoscudato Andrea, che tanto bene ha fatto a Pordenone. Sempre dalla Carrarese, inoltre, potrebbe arrivare Matteo Gerbaudo, 21 anni, in grado di giocare indistintamente nei tre ruoli in linea mediana, di proprietà della Juventus e molto apprezzato da Zamuner.

Ore 09.20 – (Mattino di Padova) Il 4-3-3, a cui spesso l’ex tecnico di Spal e Rimini è ricorso, potrà eventualmente essere una variante del caso, ma non sarà di certo il modulo di partenza: snaturerebbe le caratteristiche di Neto Pereira, togliendo alla squadra un’arma fondamentale. La terza soluzione potrebbe invece essere il 4-2-3-1, con gli innesti di Ilari e Petrilli (gli unici due esterni attualmente in rosa), che però non partono, all’alba della nuova stagione, con i galloni dei potenziali titolari. Sarà sul 4-3-1-2, quindi, che Zamuner si muoverà in sede di mercato. Dietro è quasi fatta. In porta non servono ritocchi, solo se partirà Petkovic s’interverrà in entrata. Davanti a lui, invece, per tre/quarti la retroguardia è già formata: non verrà toccata la coppia centrale, composta da Sbraga e Diniz, così come sulla sinistra Favalli (lanciato ai tempi di Cremona proprio da Brevi) è certo del posto. Dell’Andrea è un’incognita, potrebbe essere lasciato andar via in prestito, mentre quasi certamente non rimarranno Fabiano, al passo d’addio, Dionisi, che può cambiare aria, e Anastasio. Manca, quindi, un terzino destro, e l’interesse si sta concentrando su Daniel Semenzato, in uscita da Bassano, anche se ci sarebbero almeno due alternative al vaglio del direttore generale per questo ruolo. Andrea Ingegneri, centrale di proprietà del Cesena, interessa eccome, ma di certo partirebbe indietro nelle gerarchie iniziali.

Ore 09.10 – (Mattino di Padova) Il nuovo corso del Padova è entrato nel vivo. Il responsabile dell’area tecnica, Giorgio Zamuner, e il nuovo allenatore, Oscar Brevi, sono al lavoro per cominciare a costruire la squadra che verrà. Una squadra che dovrà dichiaratamente puntare almeno al quarto posto, e che in sede di calciomercato sta per cominciare a delinearsi con obiettivi precisi. Si ricomincia da tre: tre, come i centrocampisti su cui poggerà l’ossatura portante dell’undici titolare. Lo schema. Rispetto al 4-4-2 che aveva contraddistinto, negli ultimi mesi della passata stagione, l’atteggiamento in campo dei biancoscudati sotto la gestione di Bepi Pillon con ottimi risultati, il Padova 2016/17 verrà modificato nella zona nevralgica del campo. Sarà un 4-3-1-2, che, pur confermando i reparti difensivo e offensivo, si scosterà dal centrocampo “in linea”. E il motivo è presto spiegato: la squadra non potrà prescindere dalla coppia di terminali offensivi composta da Altinier e Neto Pereira, 26 reti in due nell’ultima stagione, e per far rendere al meglio il tandem, l’ha dichiarato apertamente lo stesso Brevi alla sua presentazione, non è possibile disporlo a tre.

Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Le maglie del Padova cambiano volto. E non solo perché, per la prima volta, dalla prossima stagione anche in Lega Pro ogni giocatore porterà sulle spalle una casacca personalizzata con il proprio cognome, cosa che sinora accadeva soltanto in Serie A e B. Sulle divise biancoscudate, infatti, comparirà anche il nome di un nuovo sponsor: insieme ad Arte di Abitare, che ha accompagnato i primi due anni della gestione Bonetto-Bergamin, ci sarà il logo della Zanutta srl. L’accordo di partnership con la società di viale Nereo Rocco, ancora alla ricerca di nuove risorse, è stato suggellato venerdì scorso: la Zanutta, azienda udinese fondata nel 1952 che si occupa della fornitura di articoli per i costruttori edili e per la clientela privata (finiture, arredo bagno, ceramiche, ferramenta e serramenti), presto aprirà una sede anche in città e per questo ha deciso di impegnarsi con la squadra biancoscudata. E per la famiglia non sarà la prima volta nel mondo del calcio: i fratelli Zanutta, Vincenzo e Gianluca, sono infatti proprietari del Cjarlins Muzane, formazione friulana di Carlino che milita nel campionato regionale di Eccellenza. Per quanto riguarda gli altri sponsor di maglia, Tiemme costruzioni e Dermomed hanno confermato il loro impegno.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica finale: Cittadella 76, Pordenone 65, Bassano 62, Alessandria 57, Padova 54, Cremonese 53, Reggiana 52, FeralpiSalò 50, Pavia 49, SudTirol 44, Renate 43, Giana Erminio e Lumezzane 42, Pro Piacenza 39, Cuneo e Mantova 34, AlbinoLeffe 20, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentaquattresima giornata: Cremonese-Cuneo 2-1 (Sansovini (Cr) al 15′ st, Brighenti (Cr) al 22′ st, Cavalli (Cn) al 38′ st), FeralpiSalò-Pavia 1-3 (Manconi (Pv) al 9′ st, Ferretti (Pv) al 13′ st, Romero (Fs) al 35′ st, Ferretti (Pv) al 44′ st), Lumezzane-Pro Piacenza 0-0, Mantova-AlbinoLeffe 1-1 (Gonzi (Mn) al 25′ pt, Magli (Al) al 33′ pt), Padova-Alessandria 4-0 (Fabiano (Pd) al 4′ pt, Petrilli (Pd) al 23′ pt, Altinier (Pd) al 25′ pt e al 1′ st), Pordenone-Giana Erminio 3-1 (Bruno (Ge) al 12′ pt, Beltrame (Pn) al 16′ pt e al 2′ st, Valente (Pn) al 36′ st), Reggiana-Bassano 2-2 (Mignanelli (Re) al 47′ pt, Momenté (Ba) al 27′ st, Alessi (Re) su rigore al 37′ st, Cenetti (Ba) al 46′ st), Renate-Pro Patria 3-1 (Napoli (Re) al 3′ pt, Teso (Re) al 10′ pt, Santana (Pp) al 35′ pt, Ekuban (Re) al 20′ st), SudTirol-Cittadella 2-3 (Fink (St) al 5′ pt, Tait (St) al 11′ pt, Litteri (Ci) al 12′ pt, Paolucci (Ci) al 43′ pt, Coralli (Ci) al 25′ st).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.




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