Live 24! Padova, giorno di riposo dopo le fatiche della prima settimana

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Ore 22.00 – (Il Piccolo) Mentre oggi inizia a Grado la seconda parte del Triestina Camp per ragazzi e ragazze dai 6 ai 14 anni, sono ore cruciali per la definizione della rosa della prima squadra. Mercoledì infatti è prevista la partenza per il ritiro di Pieve del Cadore e in questi due giorni, oltre alle visite mediche per chi ha già firmato, si vuole chiudere più di qualche operazione per dare ad Andreucci una rosa il più completa possibile. Poi ovviamente qualcosa arriverà in seguito e ci si riserva anche qualche operazione importante ad agosto, se se ne presenterà l’occasione, ma poter iniziare a lavorare con un’ossatura precisa è naturalmente importante. In queste ore ci sarà sicuramente qualche novità in attacco, dove ad oggi hanno firmato solamente França e Bradaschia. Il nome più caldo di tutti resta quello di Serafini e a ruota quello di Carbonaro, entrambi reduci dalla promozione con il Venezia. Ma non sono le uniche piste seguite dalla Triestina. Anche se dal Veneto continuano a rimbalzare voci che vogliono l’Unione interessata ad altri reduci dalla trionfale stagione dei lagunari, su tutti il difensore centrale Marco Modolo. Probabile che sia un’alternativa nel caso il difficile assalto all’altro centrale Omar Leonarduzzi del Feralpi Salò non andasse in porto. L’intenzione comunque è di affiancare ad Aquaro un altro difensore di spessore. Per il centrocampo, assodati gli arrivi di Cecchi e Frulla e la conferma di Miani, dovrebbe essere in dirittura d’arrivo l’under classe 1997 che dovrà fare il titolare, ma intanto si seguono anche le piste dei più esperti Corteggiano, l’italo-argentino ex Cuneo, Bra e Lecco, e Luciano Gualdi, altro reduce da una stagione con il Venezia.

Ore 21.40 – (Il Piccolo) In primis era Calzi il designato a fare il regista della prossima Triestina, ma dopo infiniti e spiacevoli tira e molla l’ex Venezia è approdato a Varese. Milanese però non ha perso tempo, ha sempre detto che c’era pronta un’alternativa altrettanto valida e infatti ha immediatamente consegnato le chiavi del centrocampo alabardato a Lorenzo Cecchi, 28 anni, toscano: dopo un passaggio nelle giovanili del Chievo e 68 presenze in C2 con il Prato, il centrocampista vanta 172 presenze in D da protagonista e prima dell’ultima stagione divisa tra Poggibonsi e Jolly Montemurlo, ha vinto due campionati con Pistoiese e Cuneo. Cosa l’ha convinta ad approdare alla Triestina? Dopo un anno così così, cercavo di avere gli stimoli giusti e la Triestina ha grandi ambizioni dopo tutti gli anni difficili che ha passato. Poi è vero che ho vissuto stagioni importanti, ma Trieste credo sia la piazza più blasonata tra quelle in cui ho giocato. Ha un passato con tanti anni in B e prima ancora in A, uno stadio che è tanta roba: per me è un orgoglio e un onore farne parte. L’obiettivo a livello personale? A me piace parlare poco, preferisco i fatti. Ma l’obiettivo è quello della società, riportare in alto la Triestina. Un obiettivo che si raggiunge insieme a tutti gli altri. Perché negli anni in cui ho vinto la D, sono stati sempre fondamentali ragazzi che partivano dalla panchina e poi risolvevano le partite. Un gruppo che va dalla stessa parte, compreso chi sta fuori. Ha dimostrato di saper vincere la D: qual è la ricetta? Serve unità di intenti fra tutte le componenti: società, giocatori e allenatore. E con i tifosi sempre vicini anche nei momenti difficili. Remare insomma sempre tutti dalla stessa parte, qualsiasi cosa accada. Dopo aver giocato assieme a Cuneo, in alabardato ritroverà Carlos França. E spero che Carlos continui anche qui a fare tanti gol. Oltre a essere un giocatore che non c’entra niente con la categoria, è anche una persona eccezionale. E un po’ di assist al Cuneo glieli ho fatti anch’io, speriamo di ripeterci. Dopo tante stagioni positive, cos’è successo lo scorso anno? È stata una stagione particolare: ho avuto un infortunio in seguito al quale ho avuto problemi con il Poggibonsi. Nella seconda parte di stagione, passato al Jolly Montemurlo, è andata meglio: non è stata un’esperienza eccezionale ma le ho giocate tutte. Il suo ruolo preciso? Ho giocato al centro davanti alla difesa in un centrocampo a tre, oppure mediano in un centrocampo a due. Si può definirla un regista? Sì, ma il regista lo si può fare in tanti modi in base alle caratteristiche: si può essere alla Pirlo o farlo come Carvalho del Portogallo. Il mio modo è sicuramente più umile, cerco di abbinare anche dinamica e quantità.

Ore 21.20 – (Alto Adige) In attesa dei prossimi colpi di mercato, l’Alto Adige ha iniziato a sudare nel suggestivo scenario della Val Ridanna. Gruppo biancorosso che, con ogni probabilità, nei prossimi giorni aumenterà di numero, visto che nella borsa della spesa di Piazzi c’è ancora spazio per un centrocampista, due difensori centrali, un terzino destro ed una punta esterna. Per il centrocampo il possibile rinforzo potrebbe essere quello del trentunenne nigeriano Kenneth Obodo. Un lungagnone centrale che ha iniziato l’avventura italiana militando nelle file di Pro Vasto e Astrea, entrambe in serie D. Nelle ultime sei stagioni il centrocampista ha viaggiato tra la terza serie e la cadetteria. Obodo, difatti, è stato uno dei protagonisti del ritorno tra i professionisti del Pisa (stagione 2009-2010), giocando sotto la Torre Pendente tre campionati, inanellando settantadue presenze e realizzando quattro reti. Da Pisa il centrocampista è sbarcato in cadetteria con la maglia del Grosseto giocando l’intero campionato, concluso con la retrocessione dei toscani in terza serie. Nelle ultime due stagioni Obodo si è cucito sul petto dapprima lo scudetto dell’Alessandria (2014-2015, 35 presenze) e successivamente quello della Juve Stabia (2015-2016, 31 presenze e due gol). Nel paniere del ds Piazzi potrebbe ancora starci la figura di un portiere, visto che, nelle ultime ore, si è concretizzato un interesse del Como per l’esperto Coser. “Finestra” che consentirebbe a Piazzi di portare a casa un portiere giovane da affiancare a Marcone. Tempo di ritiri ma è anche tempo (e che tempo!) di iscrizioni, ripescaggi, fidejussioni, gironi e magliette. Il tempo stringe e ancora non sono state definite le griglie contenenti i nomi dei sodalizi che parteciperanno al prossimo campionato di Lega Pro. Per completare il format delle 60 mancano all’appello 10 compagini. Delle 54 aventi diritto, Martina Franca e Bellinzago non hanno presentato domanda di iscrizione, mentre il posto dei piemontesi sarà occupato dalla Caronnese. Nel frattempo Pavia, Rimini e Lanciano non hanno presentato il ricorso e quindi sono fuori. Questo vuol dire che al momento i vuoti da colmare (salvo ulteriori sorprese) sono 10. Il 27 luglio ci sarà un consiglio di Lega nel quale verrà esaminata la documentazione pervenuta e che sarà girata alla Covisoc per tutti i controlli. Il 4 agosto si terrà il Consiglio federale che deciderà sui ripescaggi. Tra tante incertezze c’è però qualche punto fermo. Il primo è che sicuramente il quadro generale sarà definito una volta per tutte e non ci saranno incognite (x o y) da completare cammin facendo. Infine le maglie da gioco. La norma prevede che da quest’anno ogni club di Lega Pro giochi con i nomi dei giocatori sul retro delle divise da gioco.

Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) La terza settimana di luglio inizierà oggi con i primi passi ufficiali per dare un futuro sportivo al Pavia calcio. Con quale nuova denominazione sociale lo conosceremo quando gli aspiranti nuovi dirigenti azzurri presenteranno un’affiliazione alla Lnd. Oggi la Covisoc esaminerà i ricorsi presentati dalle squadre in bilico tra l’iscrizione o meno alla Lega Pro, ma purtroppo non è più un tema che interessa al Pavia per il quale il presidente Alessandro Nuccilli non ha fornito alcuna documentazione utile entro venerdì scorso, per poter sperare nel difficile salvataggio del club. E come società il futuro dell’A.C. Pavia sembra segnato, cioè andare verso il fallimento. Delle prospettive sportive, invece, si parla ormai da giorni e la speranza è quella per molti di ripartire almeno della serie D. Un auspicio che il sindaco Massimo Depaoli ha espresso in queste ore: un primo incontro esplorativo sarebbe già previsto nelle prossime ore. Una rappresentanza di una cordata di imprenditori locali guidata dall’ex direttore generale azzurro Massimo Londrosi, in società nella prima stagione dell’avventura della proprietà cinese, si farebbe avanti per ricostituire un nuovo club e per presentare domanda di ammissione alla serie D. I parametri economici per un’operazione del generale sono stati dimezzati dal consiglio federale dello scorso 7 giugno. In quell’occasione è stato fissato a 250mila euro il versamento a fondo perduto per il ripescaggio in Lega Pro (rispetto ai 500mila precedenti). Stesso discorso per le società che richiedono di essere ammesse al campionato di serie D, che devono versare un contributo di 150mila euro (300mila era fino all’estate scorsa), mentre 50mila servono per i club interessati all’ammissione all’Eccellenza. Per sperare di essere ammesso alla serie D l’eventuale nuovo Pavia dovrà, oltre ai 150mila euro a fondo perduto, presentare una domanda di iscrizione corredata dal versamento della tassa associativa di 300 euro, dal pagamento dei diritti d’iscrizione al campionato di Serie D per 11 mila euro e al campionato nazionale riservato alle formazioni juniores (2mila) e dall’acconto spese di 3.200 euro. Complessivamente si tratta di meno di 170mila euro, cui andrà aggiunta l’assicurazione per i tesserati che verrà calcolata dal sistema automaticamente e varierà da squadra a squadra, e una fideiussione bancaria di importo pari a 31mila euro. Da qui si ripartirebbe, poi, con gli altri fondi necessari per disputare un campionato di serie D dopo l’ammissione che dovrà arrivare da Roma, dalla Federcalcio. In alternativa si dovrebbe ripartire da due categorie sotto, l’Eccellenza. Ci sarebbe un progetto per questa categoria, che alcuni dirigenti e imprenditori locali vorrebbero presentare al sindaco Depaoli. Cosa accadrà concretamente lo capiremo nei prossimi giorni.

Ore 20.40 – (Gazzetta di Reggio) Ieri a seguire le fatiche in quota della Reggiana di Colucci c’erano, tra tanti spettatori, l’ad Guido Tamelli ed il vicepresidente Stefano Compagni. Dopo solo cinque giorni dal ritrovo e con il mercato sempre aperto, è prematuro stilare una possibile formazione. Il diesse Grammatica resta alla ricerca di un attaccante e di un paio di centrocampisti per rendere l’organico ancora più competitivo. In ogni caso iniziano ad emergere fisionomia ed input che il tecnico di Cerignola sta dando ai suoi uomini: appare evidente che il modulo di partenza sarà un 4-3-3 molto simile a quello visto nel primo anno di Colombo; magari scelto perché già conosciuto dai vari Spanò, Sabotic, Maltese, bartolomei, Mogos. Una delle differenze che saltaall’occhio è il possesso palla: Colucci non pare amare il giropalla, infatti predilige difensori molto rapidi nell’impostare, anche con lanci lunghi, per spostare subito il pallino del gioco nella metà campo avversaria andando ad aggredire. De Biasi a parte, destinato a cambiare casacca per poter giocare, tutti i confermati sono candidati al posto da titolare: nella linea difensiva dialogano spesso Mogos, Spanò e Sabotic affiancati dal neo acquisto Pedrelli. A centrocampo la regia è affidata a Maltese mentre per i ruoli di mezzala sono in gran spolvero Bartolomei e Bonetto. Davanti la situazione è un po’ più complicata perchésono tutti volti nuovi a parte Nolè, il quale fa spesso reparto con Manconi e Guidone per un attacco di tutto rispetto. Naturalmente tutti i giocatori vengono spronati ed avvicendati per provare anche soluzioni alternative pertanto l’unico che può dormire sonni tranquilli, per ora, è il solo portiere Perilli.

Ore 20.30 – (Gazzetta di Reggio) La notizia era nell’aria. Manca poco all’ufficializzazione di Ettore Marchi. Il bomber di razza, da due stagioni in serie B, è pronto a vestire la maglia granata. Secondo indiscrezioni verrà presentato oggi. Marchi, classe 1985, è alto 185 centimetri ed è la prima punta con le caratteristiche cercate dal ds Andrea Grammatica: forte fisicamente, capace di far salire e giocare la squadra. Alla Pro Vercelli ha segnato 38 reti in 105 presenze. Nella stagione 2014/2015 ha segnato ben 16 gol nel campionato Cadetto. In passato Marchi ha giocato anche al Sassuolo. Il suo esordio calcistico è stato nella squadra della città natale, il Gubbio, dove ha militato per quattro stagioni a partire dal 2003. In 349 presenze sui campi della Lega Pro e della serie B ha totalizzato 349 presenze e messo a segno 82 reti. Il reparto d’attacco granata sembra con questa mossa ormai quasi concluso: oltre a Marchi la Reggiana può contare sull’esperto attacante Marco Guidone dal Santarcangelo. In prestito dall’Entella è arrivato Héctor Otìn Lafuente, mentre dal Novara Jacopo Manconi. Agli ordini di mister Leonardo Colucci resta Raffaele Nolè, fantasista dai piedi buoni, che vuole riscattare la stagione scorsa. Il reparto avanzato ha perso Antonio Letizia, andato al Foggia, e Rachid Arma, passato al Pordenone. Le mosse di mercato di questi giorni delineando una Reggiana che punta molto sull’aspetto fisico. Mancano comunque ancora dei colpi da piazzare, a partire dalla difesa, dove si cerca un forte centrale: uno dei nomi che circolano è quello di Andrea Espostio, classe 1986, in forza al Latina. Ma anche il reparto di centrocampo difficilmente resterà così. Le manovre di mercato non sono dunque finite, ma intanto i tifosi hanno già qualche elemento per valutare la Reggiana che sta nascendo.

Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) Il marchio “Reggiana” sta per conoscere un’insolita popolarità oltre Oceano grazie a un testimonial d’eccezione. Ovviamente stiamo parlando del nuovo presidente Mike Piazza. Oggi il proprietario granata parteciperà a un talk show televisivo, il “Jimmy Kimmel live!” sul canale statunitense Abc. Durante la puntata il patron non mancherà di parlare del suo recente acquisto e, si dice, mostrerà agli spettatori, qualche milione, una maglia della Reggiana. Ma il boom di popolarità per i colori granata si avrà domenica 24 luglio, durante le celebrazioni per l’ingresso di Piazza nella “Hall of fame” del baseball. Il presidente granata diventerà il 312° giocatore a ricevere questo prestigioso riconoscimento. La cerimonia inizierà dalle 13.30 a Cooperstown, nello stato di New York. Durante l’evento Piazza mostrerà una maglia della Reggiana. I festeggiamenti dureranno l’intero fine settimane e il campione godrà di una grande visibilità mediatica. Tanta notorietà non si tradurrà immediatamente in un beneficio per la Reggiana: una squadra di Lega Pro non è un prodotto vendibile fuori dal confine nazionale. Ma questo antipasto di popolarità mostra cosa potrebbe accadere in futuro, in caso di promozione della squadre nelle serie superiori. Tra l’altro si dice che Piazza stia preparando delle maglie speciali da regalare agli amici golfisti con il logo della Reggiana ed altri gadget a tema: il presidente ha preso la sua nuova avventura molto sul serio e da buon uomo d’affari si dà da fare per promuovere la sua creatura. Nei giorni scorsi Mike aveva già postato su Instagram una foto dove si allena in vista della cerimonia per l’ingresso nella Hall of fame con addosso la nuova maglia da trasferta della Sportika. Marketing territoriale. Le vicende della Reggiana iniziano dunque a travalicare gli aspetti meramente sportivi. Reggio in questo momento ha un’occasione d’oro per farsi conoscere fuori dall’Italia a un pubblico vasto. Gli investitori stranieri che hanno comprato le squadre di calcio di Bologna o Venezia potevano contare sul fatto che il nome della città fosse già un marchio conosciuto. Nel caso di Reggio invece potrebbe essere il contrario, con la Reggiana a fare da traino alla città, che è nota per alcuni aspetti, basti pensare gli asili, la gastronomia o il Tricolore, ma non gode di una visibilità internazionale di rilievo, almeno non a livello di massa. L’italoamericano potrebbe inoltre essere un testimonial per le aziende emiliane che esportano negli Stati Uniti. Insomma, le potenzialità di marketing intorno alla Reggiana ci sono e sono ancora tutte da esplorare.

Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) Al Mantova piacerebbe riportare in biancorosso Angelo Siniscalchi e Matteo Paro, ma ovviamente entro i rigidi parametri economici stabiliti per questa stagione. Dagli ex Acm arrivano comunque segnali incoraggianti. «Domani il Consiglio federale dovrebbe sancire lo svincolo di noi giocatori del Pavia – spiega Angelo Siniscalchi – e poi si potrà discutere. Di certo, pur avendo qualche alternativa, personalmente ho messo al primo posto della mia lista il ritorno a Mantova. E credo che, se ci sarà la volontà da entrambe le parti, sedendosi a un tavolo per discutere una soluzione si troverà». L’ex capitano Matteo Paro si sbilancia un po’ meno, ma dice a chiare lettere che «se mi arriverà un’offerta concreta dal Mantova la prenderò sicuramente in considerazione. Per ora c’è stato soltanto qualche pour parler. Personalmente sono rimasto legato agli ex compagni e non è un caso che sia venuto a vedere in curva la finale playout. Però, dopo il campionato a Crotone, sto vagliando diverse cose, alcune in Lega Pro ma anche in B. C’era poi la proposta di Juric di andare con lui al Genoa per un anno di “apprendistato”, ma in quel caso dovrei ovviamente smettere di giocare e invece io vorrei continuare. Non so – aggiunge Paro -, in questo momento davvero sto pensando soltanto a trovare e a scegliere qualcosa che mi faccia stare bene. Non è una questione di soldi, so che in Lega Pro non ce ne sono e dunque non vado in cerca di contratti faraonici. Ripeto, cerco soltanto una soluzione che mi faccia stare bene». E Mantova potrebbe esserla.

Ore 19.50 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova comincia oggi al Martelli la nuova stagione con una sgambata agli ordini di mister Luca Prina fissata alle ore 17.30. Il programma della prima settimana di lavoro per Caridi e compagni verrà ufficializzato soltanto in giornata, ma non dovrebbe discostarsi dal seguente: domani e mercoledì allenamenti mattutini (ore 9.30), giovedì e venerdì doppie sedute con inizio alle 9.30 e alle 17.30. Sabato, poi, al mattino i biancorossi si alleneranno e nel pomeriggio (ore 17) debutteranno al Martelli nell’amichevole contro una selezione di giocatori mantovani di Prima categoria e Promozione. Domenica la squadra godrà del primo giorno di riposo, per poi riprendere la preparazione da lunedì sempre al Martelli, visto che non sarà effettuato (a meno di sorprese dell’ultima ora) il ritiro in montagna. A pranzo i biancorossi saranno sempre al ristorante pizzeria Marechiaro, storico sponsor dell’Acm. Tornando alle amichevoli, c’è da dire che il secondo impegno dell’Acm è fissato per mercoledì 27, sempre al Martelli ma alle ore 18, contro una selezione di calciatori bresciani di Prima categoria e Promozione. Sabato 30, poi, il Mantova giocherà la terza amichevole, ma l’avversario non è stato ancora ufficializzato: potrebbe trattarsi del Rezzato di Eccellenza o del Vigasio di serie D. Va ricordato che il primo impegno ufficiale per il Mantova sarà rappresentato dalla Coppa Italia di Lega Pro, che prenderà il via il 7 agosto. Il campionato di Lega Pro, invece, comincerà domenica 28 agosto.

Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova comincia la sua nuova stagione alle 17.30 al Martelli con il primo allenamento agli ordini di mister Luca Prina. E la buona nuova di giornata potrebbe essere il vedere già in campo Filippo Boniperti. L’ex biancorosso deve soltanto firmare il contratto, cosa che potrebbe però slittare a domani a causa di impegni del suo procuratore: «Siamo comunque in dirittura d’arrivo – conferma il 24enne attaccante -, domani (oggi per chi legge, ndr) o al massimo martedì mattina sarò lì. Ho fatto tutto ciò che potevo, soprattutto dal punto di vista economico, per tornare a Mantova. Ho rinunciato a tanta parte del mio stipendio (aveva un contratto con l’Alessandria, ndr) ma era ciò che volevo e dunque sono contento. Per scaramanzia, comunque, di tutto il resto preferisco parlare dopo la firma del contratto. Ci vediamo presto». Nella lista dei convocati per il raduno odierno Boniperti ovviamente non c’è, ma va detto che i 26 nomi diramati dall’Acm cambieranno parecchio da qui alle prossime settimane. Anastasi (diretto pare al Catania) e Pane, ad esempio, figurano fra i convocati ma potrebbero firmare la rescissione in giornata e dunque non allenarsi affatto al Martelli. In lista di partenza rimangono poi Perpetuini (lo vogliono Lucchese e Pistoiese, che offre in cambio il centrocampista Loris Damonte), Tripoli (interessa al Pro Piacenza) e Momentè, al quale si è interessata la Lucchese. Lo stesso Momentè, così come De Respinis, si aggregherà domani al gruppo per agevolare i test atletici dei primi due giorni. Fra i possibili partenti c’è pure Samuele Sereni, che però potrebbe finire per restare, soprattutto se accettasse di spalmare un po’ l’ingaggio. E le operazioni in entrata? Per ora l’unico volto nuovo è Luca Maccabiti, attaccante ex Castiglione in arrivo dal Rezzato. Ma il 20enne centrocampista dell’Entella Ibrahima Pape Sene dovrebbe aggregarsi domani o mercoledì. E in questi giorni dovrebbero poi esserci altre novità. Oltre ai tentativi per riportare a Mantova gli ex Siniscalchi e Paro (vedi articolo nella pagina precedente), l’attenzione è concentrata sugli esterni che avranno un ruolo importante nel nuovo 3-4-3 di Prina. Il Mantova è vicino all’ingaggio del 22enne Giuseppe Nicolao (ex Melfi) dal Napoli e del coetaneo Andrea Bandini dell’Inter, che nell’ultima stagione ha collezionato 26 presenze nel Sudtirol e che sarebbe preferito a Stefano Lanini dell’Entella. I dirigenti biancorossi puntano inoltre al 20enne Luca Zanon della Fiorentina, reduce da un’esperienza (5 gare) in B con l’Entella e non escludono la permanenza di Juri Gonzi, svincolatosi il 30 giugno. Per la difesa piace il 21enne Giacomo Lucarini del Genoa, ma in giornata ci sarà un incontro soprattutto con il procuratore di Andrea Trainotti, che sta recuperando dall’intervento al ginocchio ma che il Mantova vorrebbe trattenere.

Ore 19.30 – (Gazzetta di Mantova) Per il Mantova è stata l’ennesima estate soffertissima, caratterizzata dalla mancata cessione societaria e dall’ormai “solita” iscrizione in extremis. Da oggi, però, con la squadra che riprende ad allenarsi al Martelli, si dovrebbe tornare a parlare soltanto di calcio giocato. E della seconda stagione targata Sdl, Serafino Di Loreto, Sandro Musso. Proprio al presidente biancorosso tocca “aprire le danze” e spiegare al popolo biancorosso cosa deve attendersi da questa nuova annata di Lega Pro. «Ripartiamo con un basso profilo – dice il numero uno di Viale Te – cercando di evitare sparate e di non ripetere tutti gli errori della passata stagione. Lavoreremo con umiltà nella speranza di ottenere una salvezza meno sofferta rispetto a quella dello scorso maggio ai playout». Dopo le tante trattative per cedere il club, alla fine il timone è rimasto nelle mani della proprietà bresciana: «La cosa che mi dispiace – afferma Musso – è di non essere riusciti a incuriosire qualche imprenditore serio di Mantova, affinché partecipasse al progetto. Probabilmente è stata anche colpa nostra, lo scorso anno c’è stata troppa confusione… Rimaniamo dei dilettanti del calcio, ma gli errori commessi ci hanno insegnato qualcosa, perché abbiamo voglia di imparare. Dunque ci rimbocchiamo le maniche e andiamo avanti mettendoci tutta la nostra buona volontà. E lo facciamo insieme ai soci mantovani Bompieri, Tirelli e Giovanardi, che voglio ringraziare per il loro impegno e che spero anche recuperino entusiasmo per vivere con ancora maggiore partecipazione questa nuova avventura». Le porte del Mantova restano comunque aperte per eventuali partner interessati a collaborare: «Questo lo abbiamo detto fin dal giorno del nostro arrivo e lo ribadiamo. Siamo qui e andiamo avanti, ma ci auguriamo che sia l’imprenditoria locale e sia le istituzioni possano dare una mano alla causa. E ovviamente che i tifosi ci stiano vicini come hanno sempre fatto, sostenendo in modo splendido la squadra». In mancanza di nuove risorse, la politica dell’austerità sarà obbligatoria: «La priorità è non accumulare debiti e fare del Mantova una società più sana possibile, che anche in futuro possa essere appetibile a chi volesse investire nel calcio. Almeno sotto questo profilo – aggiunge Musso -, il fatto di essere fra i 49 o meno club “sopravvissuti” in Lega Pro e una delle società meno indebitate della categoria, è un piccolo risultato positivo». Ciò che conta adesso è però il campo: «E lì mister Prina, che ha accettato con grande entusiasmo il ruolo, potrà dare sicuramente un contributo importante. La squadra sarà composta prevalentemente di giovani, che dovranno essere guidati da alcuni elementi più esperti che abbiano davvero a cuore le sorti del Mantova. Ecco, l’esempio fornito in tal senso da Boniperti, che ha accettato di firmare quasi al minimo contrattuale pur di tornare qui, è importantissimo. Perché sappiamo che quest’anno avremo qualche arma in meno di altri club sotto il profilo tecnico, ma dovremo sopperire mettendo in campo tanta grinta e tanta voglia di spuntarla. Perché è ovvio che sappiamo che ci aspetta un campionato difficile, ma vincere piace a tutti e noi non andremo certo in campo per perdere». Per quanto riguarda il mercato, che per il Mantova è di fatto appena iniziato, Musso resta molto cauto: «Stiamo puntando innanzitutto sulle cessioni, perché il monte ingaggi va assolutamente ridotto. Due sono andate già in porto, quelle di Anastasi e Pane spero si chiudano in giornata. Poi affronteremo rapidamente anche gli altri casi spinosi». Per completare la rosa, però, serviranno necessariamente anche degli acquisti… «E anche su quel fronte, forse proprio perché i margini economici sono risicati, mi sembra che ci sia molta più attenzione nel valutare in ogni dettaglio i papabili a vestire la maglia biancorossa. Punteremo molto sui giovani – ribadisce il presidente -, poi potremmo anche prendere un paio di giocatori più esperti. Ma sempre a patto che siano delle occasioni anche sul versante economico».

Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Che Sergiu Suciu sia vicinissimo al Pordenone viene confermato anche da Bruno Tedino («Ci siamo sentiti con lui, il Torino e il suo procuratore: entro un paio di giorni tireremo i fili della trattativa») e dal fatto che lo stesso giocatore romeno nei giorni scorsi avrebbe contattato Fabio Rossitto, suo ex tecnico la scorsa stagione alla Cremonese, per chiedergli informazioni sulla società neroverde, sulla logistica al De Marchi e in genere sulla città Pordenone.

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Colpo a centrocampo per il Pordenone, che si assicura il giovane Jérémie Broh, mezzala di nazionalità italiana classe 1997, che nel 2015 esordì in serie A nel Parma di Roberto Donadoni. Il colpo in ingresso sarà ufficializzato la prossima settimana, ma l’affare sembra praticamente concluso. Broh arriverà in prestito annuale e andrà a rinforzare proprio il reparto lasciato scoperto dopo la partenza di Matteo Mandorlini, direzione Padova. Il centrocampista in arrivo a Pordenone è nato a Parma da madre camerunense e padre ivoriano. A dieci anni entra a far parte del settore giovanile del Parma, ma alla fine della stagione 2014-2015 patisce anche lui il dissesto societario del club. Lo prende il Sassuolo, club con cui l’anno scorso ha giocato un’ottima stagione in Primavera, attirando su di sè le attenzioni di club importanti e blasonati come la Roma. Ma a vincere la battaglia è stato il Pordenone, che ha fatto valere i buoni rapporti con il Sassuolo. Broh è un centrocampista moderno, duttile, in grado di ricoprire tutti i ruoli del centrocampo, in particolare come mezzala in un centrocampo a tre. Ma ha giocato pure da mediano basso e da centrale in un centrocampo a quattro. Abile sia nella fase attiva che inattiva, sa abbinare quantità e qualità. Dotato di una buona struttura fisica, buona corsa e discreta tecnica, fa del recupero della palla e dell’inserimento le sue qualità migliori. Altro un metro e ottanta, fisicamente è longilineo e ha ancora bisogno di potenziarsi per reggere in grandi palcoscenici. Per questo ha preferito un passaggio a Pordenone e per questo lo vuole Bruno Tedino. Così i ramarri, una volta conclusa l’operazione, avranno trovato un giovane tra i più promettenti di tutto il panorama italiano. Il colpo Broh si abbina a quello messo a segno con Matteo Gerbaudo, altro centrocampista arrivato però dalla Juventus (a titolo definitivo). ESPERTI – Presi (o praticamente presi, pensando a Broh) due giovani centrocampisti, il Pordenone può stare alla finestra e valutare la possibilità di inserire nel reparto in questione anche un elemento esperto. I nomi che circolati sono quelli di Pietro Baccolo, Tommaso Bellazzini e Paolo Grbac. Il primo è l’obiettivo su cui lo staff neroverde lavora da più tempo, mentre gli altri due (provenienti dal Pavia, mentre Baccolo ha giocato al Messina) sono occasioni da valutare al microscopio. In ogni caso la società temporeggia, e nel frattempo preferisce concentrarsi sul mercato giovane. DIFENSORE – E proprio dal grande bacino dei giovani conosciuti da Tedino arriverà in settimana anche Giulio Parodi, difensore classe 1997 che lascerà la Juventus per il Pordenone. Un altro colpo in prospettiva: un giocatore che qualche anno fa prometteva grandi cose e che veniva paragonato ad Alessandro Nesta. Sul Noncello avrà l’occasione di misurarsi con il calcio professionistico (viene dalle giovanili) e di lanciarsi definitivamente verso una carriera di tutto rispetto. Infine le uscite: Francesco Finocchio e Nicola Valente aspettano offerte concrete. Al primo sono interessate Pistoiese e Padova, al secondo il Lumezzane.

Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) È un Ramarro esagerato: sono 19 gol messi a segno nel primo test stagionale contro la rappresentativa Arta Cedarchis con 4 centri di Arma, 4 di Azzi, 4 di Raffini (ciascuno schierato per soli 40′), 3 di Pietribiasi e di Martignago e uno di Zavan. Buon preludio per il Sabato Neroverde ad Arta, sede del ritiro neroverde, al quale hanno partecipato duecento supporters naoniani arrivati sino in val But per non perdersi partita e successiva festa con presentazione della squadra. RE MAURO SODDISFATTO – Gongola Mauro Lovisa. Per la presenza di tanti tifosi alla vernice neroverde e ancora più che per la prestazione dei suoi nuovi gioielli. «La gente – afferma infatti – ha capito gli sforzi che abbiamo fatto e la nostra volontà di continuare a crescere. I ragazzi in campo hanno fatto il resto, contribuendo a far crescere l’entusiasmo intorno alla società e alla squadra». ATTACCO ESPLOSIVO – Rispetto alla scorsa stagione il nuovo Pordenone sembra avere una batteria di attaccanti dai piedi caldissimi. Ben 18 delle 19 reti messe sabato nel sacco dell’Arta Cedarchis sono state realizzate dalle punte. «Sì – annuisce il presidente – certi scambi fra attaccanti sono stati semplicemente deliziosi. Di quelli che piacciono a me (ex bomber dai piedi buoni, ndr). Sono convinto che, sotto la guida del nostro prezioso staff tecnico e la suoervisione della nostra dirigenza, la squadra farà un buon campionato». OBIETTIVO SUCIU – Se in attacco c’è sovrabbondanza (in uscita Valente e Finocchio che sabato non sono stati schierati) bisogna ancora lavorare per rinforzare il centrocampo che rispetto alla scorsa stagione ha perso giocatori del calibro di Pederzoli, Pasa e ultimo Mandorlini. «Certo – concorda Lovisa – ma abbiamo preso una sicurezza come Burrai e un giovane (classe ’95) come Matteo Gerbaudo (ex capitano della Primavera della Juve, ndr) che era appetito di mezza serie B. In settimana poi – aggiunge Lovisa confermando la soffiata da Cremona – dovremmo chiudere con Sergiu Suciu, centrocampista che ha conosciuto la serie A con il Torino (la scorsa stagione ha giocato nella Cremonese, ndr), giocatore completo secondo me – strizza l’occhio re Mauro – più forte di tutti quelli che ci hanno lasciato». CAMPAGNA ABBONAMENTI – Lovisa dichiara l’obiettivo della nuosa stagione. «Ci sono indubbiamente squadre com Parma, Venezia, Padova, Cremonese ed Alessandria che sulla carta sembrano un gradino almeno sopra tutte le altre formazioni del Nord Italia. Sul gradino subito sottostante ci siamo anche noi. Al popolo neroverde – promette Lovisa, lanciando la campagna abbonamenti “posto stadio e tessera streaming” – dico che ci divertiremo e che con l’entusiasmo dei nostri tifosi potremo fare qualsiasi impresa». Dopo l’amichevole di sabato i ramarri hanno ripreso ad allenarsi con il consueto ritmo bigiornaliero. Venerdì, sempre ad Arta, nuovo test con la rappresentativa locale.

Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) Tra una raffica di gol e altri colpi di mercato. Mentre la squadra continua a sudare nel ritiro di Arta Terme e venerdì prossimo sosterrà un nuovo test amichevole con una selezione carnica, dopo il 19-0 rifilato alla mista Arta-Cedarchis, Bruno Tedino continua pure a lavorare per puntellare una rosa già di qualità, che attende soltanto di essere rifinita. Addio. E’ stato a sorpresa, quello di Matteo Mandorlini (classe ’88), in procinto di passare al Padova, una volta che sarà trovato l’accordo per la risoluzione del contratto e che i biancoscudati libereranno qualche casella nell’organico. La sua partenza ha destato stupore in casa neroverde. La sorpresa. Altrettanto sorprendente è il nome di chi è stato scelto per rinforzare il reparto mediano orfano dell’ex Pisa: il talentuoso Jeremie Delphin Broh-Tonye (’97), centrocampista naturalizzato (il papà è della Costa d’Avorio, la madre camerunense) di proprietà del Sassuolo, e già in forza al Parma, con cui ha debuttato in serie A nel maggio del 2015 nella sfida tra i ducali e la Fiorentina all’Artemio Franchi. Broh arriverà in prestito: si attende solo l’ufficialità. Si tratta di un giocatore completo, duttile, e già nel giro delle nazionali giovanili azzurre (chiamato dal ct dell’under 18, Paolo Vanoli). Su di lui avevano messo gli occhi anche alcuni club di serie B. Abile Tedino a bruciare la concorrenza. Bianconeri. Altro nome caldo in entrata, ma tutt’altro che a sorpresa, è quello del difensore Giulio Parodi (’97), già dato in arrivo in prestito dalla Juventus. Centrale longilineo e tecnico: potrebbe rappresentare più che un’alternativa alla coppia titolare composta da Stefani e Ingegneri. Sempre dalla Juve è approdato in neroverde il centrocampista Matteo Gerbaudo (’95), che si è legato al Pordenone con un contratto triennale. Di lui spicca il gol realizzato nella finale della Supercoppa Primavera, vinta dai bianconeri sulla Lazio. Stand by. Anche alla luce degli ultimi arrivi, sono divenute meno calde le altre piste per il centrocampo. Ma ancora da non scartare sono i nomi di Pietro Baccolo (classe ’90), ex Messina, Tommaso Bellazzini (’87) e Paolo Grbac (’90), entrambi la scorsa stagione al Pavia. Piace in particolare il primo.

Ore 18.20 – (Messaggero Veneto) «E’ un acquisto azzeccato: ha qualità che si sposano perfettamente col modo di giocare voluto da Tedino». A benedire l’ingaggio di Salvatore Burrai da parte del Pordenone c’è anche un fresco ex neroverde, Alberto Filippini, jolly che col regista sardo ha giocato assieme a Manfredonia in C1 da gennaio a maggio 2008. «E ci siamo affrontati in molte occasioni quando eravamo nel settore giovanile: io all’Atalanta, lui al Cagliari – afferma il giocatore bresciano –. Abbiamo infatti la stessa età (classe ’87). Salvatore è un bravo ragazzo e un ottimo giocatore, tanto che ha militato anche in serie B. E’ molto bravo nelle palle inattive, un grande lancio: saprà innescare molto bene Pietribiasi, bravo ad attaccare la profondità, e gli esterni. Ha bisogno – continua Filippini – di un sistema di gioco che lo protegga. Ma credo che su questo il mister sappia cosa deve fare». I due ex compagni si sono incontrati domenica scorsa a Pordenone: «Gli ho mostrato la città, che gli è subito piaciuta – dice Filippini –. Salvatore farà bene in neroverde, sono sicuro». In questa squadra avrebbe potuto esserci anche Pippo, a proposito, rimasto un po’ deluso dal comportamento del club. «Nessuno mi ha chiamato per comunicarmi la scelta che non avrei più fatto parte del progetto – afferma il jolly –. Peccato, sarei rimasto volentieri, ma il calcio è anche questo. Di certo tiferò per i miei ex compagni».

Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) Fisico “normale” (1,77 per 72 kg), sguardo serio, di poche parole come molti sardi. Guardatelo bene: perché è da lui, dai suoi piedi, che passerà il gioco del Pordenone. «Piacere» dice: lui è Salvatore Burrai, il nuovo regista dei “ramarri”. Eccolo, il playmaker sardo (provincia di Nuoro); chiamato a dirigere le operazioni in neroverde e a raccogliere l’eredità in assoluto più pesante: quella di Alex Pederzoli, passato al Venezia. Intimorito dalla “missione”? Macché. Orgoglioso di questi galloni, motivato e smanioso nel prendere in mano la squadra: «Qui c’è tutto per fare un gran campionato». Viaggio nel mondo del play, tra la sua voglia di rilanciarsi, il suo esordio in A con Giampaolo e la sua grande passione: la pesca. Burrai, partiamo dal principio. Dove nasce come calciatore? «Nel Fanum Orosei, società di Nuoro, dagli 8 ai 13 anni. Quindi il Cagliari, dove sono rimasto sino ai 20 anni. Con i rossoblù ho fatto tutta la trafila e ho debuttato anche in serie A. Un sogno, anche perché sono sardo e del Casteddu sono tifoso». Si ricorda il giorno dell’esordio in A? «Il 27 maggio 2007 con l’Ascoli ad Ascoli: sono entrato al posto di Biondini a 10’ dalla fine. Il mister era Giampaolo: allenatore perfetto, bravissimo, un fuoriclasse che mi ha insegnato tantissime cose. Poi ho fatto un’altra presenza nel 2008, col Chievo, con Allegri in panchina. Bravo, ottimo lavoratore e molto simpatico». Dalla massima serie al girovagare tra serie B e Lega Pro in giro per l’Italia: come mai? «Per noi isolani è normale uscire e andare a spasso per il paese. In Sardegna non ci sono molte opportunità. Io a 20 anni non rientrato più nei piani del Cagliari, quindi al posto di rimanere in rosa senza avere una possibilità ho preferito mettermi in discussione. Da lì Ternana, Cremonese, Foggia, Manfredonia, Latina: in quest’ultima, dal 2012 al 2014, gli anni migliori, col gol valso la promozione in B e la rete che ha dato la salvezza l’anno successivo». Da quel momento le annate sfortunate: Modena in B, quindi Monza, Juve Stabia e Siena. «I veri problemi sono cominciati a Monza: ero sceso di categoria, avevo firmato un triennale. Alla prima scadenza, di fatto, il club fallì. A Castellamare giocai e mi trovai bene, a Siena altri problemi di club. Per fortuna è finita. Avevo bisogno di tranquillità, da questa stagione in poi». Ed è anche per questo che ha scelto Pordenone? «Sì. Per me è la piazza giusta per ripartire. Vedo che c’è serenità, una proprietà sana, una grande organizzazione e un centro sportivo notevole: ho girato tanto e posso dire che solo il Cagliari può vantare una struttura simile. Poi mi hanno convinto le parole del miste e il suo gioco. Cosa porto? Esperienza, entusiasmo, mentalità». Il suo è il ruolo più delicato: è il regista. E deve sostituire Pederzoli, il migliore dei neroverdi la scorsa stagione. «Chi gioca in mezzo al campo si deve prendere le responsabilità più degli altri. Nessun problema, per me: l’eredità di Alex non mi spaventa, anzi. Anche perché c’è un sistema di gioco ben definito che mi fa stare tranquillo. Dal mio canto sono uno a cui piace impostare l’azione e il gioco semplice». Chi l’ha impressionata in questi primi giorni di ritiro dei suoi compagni? «Stefani. Carisma e personalità. Gran giocatore. Arma, poi, che sarà un punto di riferimento. Ci sono tanti ottimi professionisti per poter far bene». Passiamo all’extra-campo: che tipo è Burrai? «Sono una persona riservata. Adoro stare con i miei cani (ha due beagle, ndr) e mi piace moltissimo andare a pesca. Una passione ereditata da mio papà: abbiamo due negozi di articoli per la pesca in Sardegna. Pratico sia quella a sub, col fucile, tanto che ho pure il brevetto per le bombole, e quella con la barca: vado però solo in mare. E ho fatto anche dei bei colpi: ricciole, spigole». Ora deve “pescare” Arma in campo… «Ci provo, sono qui per questo».

Ore 17.50 – (Giornale di Vicenza) Concluso il casting dei fantasisti con l’ingresso del prospetto under Alberto Tronco (figlio dell’ex terzino giallorosso Luca), una gran presa di mercato di Seeber e Nicolin che tornano a scommettere su un diciannovenne cresciuto nell’ovile di casa e rientrato alla base dopo le esperienze nelle Primavere di Fiorentina e Verona, sono ancora quattro le caselle vuote per definire il roster del nuovo Bassano. Si tratta dei due difensori esterni, del medianone con cui rilevare in mezzo Davì e soprattutto del centravanti chiamato a surrogare e possibilmente migliorare il partente Pietribiasi. Per i laterali di retrovia, a destra il favorito è Simone Perico, 27 anni da compiere, bergamasco di Seriate; l’ultimo torneo addirittura 6 reti con la Giana Erminio. La trattativa è molto avanzata, Bassano è in vantaggio ma nelle ultime ore si è inserito qualche altro club e un’operazione che pareva ai titoli di coda si è improvvisamente complicata. A sinistra, invece, per un attimo Seeber aveva puntato Michele Russo, navigato mancino trentenne della Cremonese promesso sposo al Padova che infatti l’ha scritturato. Nel week-end è spuntato persino il nome di Matteo Rubin, 29 anni appena compiuti, bassanese di San Pietro di Rosà, un metro e 83 per 75 kg, la A con Toro e Bologna e l’ultimo biennio al Modena in B con cui è legato da un contratto a scadenza 2018. Con gli emiliani del contestatissimo patròn Caliendo il futuro non è detto sia radioso e allora il ragazzo assieme al procuratore si guardano attorno. Su di lui ci sono un paio di club di B (tra cui il Vicenza) e alcuni di terza serie fra i quali più defilato il Bassano che segue l’evoluzione dei fatti. Riguardo al centrocampista, la strada che conduce a Caponi si è un po’ raffreddata poichè nella zona nevralgica D’Angelo necessità di alzare il tonnellaggio di chili e centimetri e rincorre un altro cingolato come Davì, non un peso leggero e dinamico come il pur ottimo toscano. E altrettanto strutturato dovrà essere il centrattacco, in grado di andare a raccogliere i cross e le assistenze degli esterni. Il chiodo fisso rimane l’italo brasiliano Caio De Cenco ma anche il più complicato da agguantare. Seguitissimo c’è anche Matteo Chinellato mentre sullo sfondo restano Coralli e Grandolfo. FORMAT LEGA PRO. In un’intervista rilasciata al sito specializzato TLP, il presidente di Lega, Gabriele Gravina ha tenuto a rimarcare alcuni concetti. Eccoli. «Il format sarà portato da 54 a 60 squadre non per un mio vezzo, bensì perchè lo prevede lo statuto federale e i ripescaggi saranno almeno 10. Quanto alla scaletta degli interventi, martedì 26 luglio sarà il termine ultimo per inoltrare la domanda di ripescaggio, nel pomeriggio di giovedì 4 agosto, una volta conosciute le formazioni riammesse o recuperate in Lega Pro attraverso il parere positivo della Covisoc, provvederemo a stilare i tre gironi, quindi lunedì 8 agosto saranno resi noti i calendari per il campionato che scatterà a fine mese». Continua Gravina: «Sicchè ogni ipotesi anticipata di raggruppamenti è fuori luogo finchè non si sapranno con esattezza le squadre che vi aderiranno. Venezia e Parma separate? E chi lo dice? Se si deciderà in sede di composizione di gironi di dividere, che so, l’Emilia Romagna dal Veneto, allora saranno divise, altrimenti militeranno nello stesso torneo».

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Una cosa balza subito agli occhi: Pippo Inzaghi avrà l’imbarazzo della scelta e dovrà “solo” azzeccare le mosse giuste per portare il Venezia al traguardo dichiarato della serie B. Grande abbondanza, a dir poco, per l’ex tecnico del Milan che a Piancavallo sta monitorando e spremendo i suoi 26 arancioneroverdi, messi a disposizione a tempo di record (il calciomercato è iniziato il 1 luglio e chiuderà il 31 agosto) dal ds Giorgio Perinetti, pescando in A, B e Lega Pro grazie alla disponibilità economica garantita dal patron Joe Tacopina. Una rosa profondissima in tutti i reparti – 3 portieri, 9 difensori, 6 centrocampisti e 8 attaccanti – al momento però troppo lunga per il “caso-Cernuto”. La Lega Pro, infatti, ha imposto il limite di 16 “vecchi” (nati dal 1993) in rosa, ma il Venezia con l’innesto della punta Nicola Ferrari dalla B di Lanciano è salito a 17. Uno di troppo quindi, e ad oggi la sensazione è che a rischiare il “taglio” potrebbe essere il difensore Marco Modolo data la folta pattuglia di centrali con Domizzi, Malomo, Cernuto e al limite Pellicanò. L’auspicata fumata bianca ruota attorno alla posizione di Francesco Cernuto, per il quarto anno in arancioneroverde: se il 24enne siciliano dovesse esser classificato “giocatore bandiera” (uscendo così dalla lista dei 16 over) allora Modolo (o chi per lui) rimarrebbe al suo posto, mentre in caso contrario Inzaghi dovrà rinunciare ad un senior e pare inverosimile il taglio di un attaccante. «Il Venezia ha fatto da apripista per altre società presentando un’istanza di chiarimento alla Lega Pro – spiega l’avvocato Gianmaria Daminato che sta seguendo la procedura con il segretario Davide Brendolin – Dobbiamo sapere ufficialmente come debba essere considerato Cernuto: a rigor di logica, dal momento che ha già giocato tre stagioni intere in arancioneroverde, riteniamo sia a tutti gli effetti un “giocatore bandiera”. Lo scoglio è il diverso numero di matricola tra l’Fbc Unione Venezia e l’attuale Venezia Fc che ne è l’esatta continuazione. La continuità di Cernuto c’è tutta e anzi la Lega Pro dovrebbe premiare un giocatore che ha vestito la stessa maglia, anche accettando di rimanere e ripartire in una categoria più bassa come lo scorso anno in serie D. Restiamo dunque in attesa della decisione della Lega Pro».

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Noi ci siamo già conosciuti, vero?». Sorride Davide Facchin nel confidare il saluto rivoltogli da mister Inzaghi, ripensando al 2006/07, quando il neo tecnico arancioneroverde aveva appena contribuito alla vittoria italiana al Mondiale di Germania. «Quell’anno giocavo nella Primavera del Milan ma ero aggregato alla prima squadra e Inzaghi era uno dei punti di forza di quel team «spaziale» – ricorda il nuovo numero uno lagunare -. Per me era fantastico allenarmi con Dida e Kalac, qui a Venezia ho ritrovato anche Castellazzi (collaboratore tecnico, ndr), un altro pezzo di quel Milan visto che in Primavera era nello staff dell’allenatore Filippo Galli». Nato a San Donà di Piave 29 anni fa, Davide Facchin gioca per la prima volta vicino a casa. a mamma che temeva un pò le «distrazioni» – ricorda divertito -. Tuttora vivo a Milano, siamo tutti contenti del mio arrivo al Venezia soprattutto per le prospettive legate alle ambizioni del club. È tutto molto stimolante, sono curioso di abituarmi al Penzo dove sono venuto un paio di volte da avversario». Nel suo curriculum tante squadre, dall’Olbia uscito dal vivaio rossonero fino alle due presenze in B con la Reggina. Ma escludendo mezza stagione al Sudtirol è a Pavia che Facchin aveva messo radici. «Sei campionati molto intensi (151 presenze, ndr), con grandi ambizioni in primis nell’ultimo biennio. Quel Pavia in Lega Pro era una corazzata, con tanti giocatori forti, forse anche troppi. La verità è che per vincere è necessario poter contare su una società solida, un allenatore forte, bisogna trovare la giusta alchimia che solo con il lavoro e la voglia di sacrificarsi si può raggiungere». Tutti consigli utili anche al Venezia. «Pur essendo nato a San Donà non posso dire di conoscere molto l’ambiente, tuttavia rappresenteremo una città unica al mondo e quindi è un nostro obiettivo far sì che la squadra di calcio faccia parlare di sè. Il Penzo dovrà essere il nostro fortino, fare tanti punti in casa sarà fondamentale considerato che contro il Venezia tutte le avversarie moltiplicheranno le forze». Quanto peseranno i favori del pronostico? «Ciò significa che il campionato per noi sarà ancora più insidioso, ma questo sarà un motivo in più per provare a vincere sempre, anche le gare in cui non sarà possibile giocare bene. Starà a noi vincerla sugli stimoli».

Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il presidente Tacopina è rientrato in America sabato e tornerà in laguna per l’esordio ufficiale. Seduto in panchina dopo il termine dell’incontro, concede le dichiarazioni il direttore Giorgio Perinetti. Il suo è un commento che non calca la mano, lasciando comunque qualche appunto per i protagonisti in campo. «È stata una classica prima uscita stagionale – spiega Perinetti – Alla fine si è dimostrata positiva sia per l’impegno che per l’attenzione posta dai giocatori nel cercare di interpretare quello che vuole il mister da loro. È altrettanto chiaro come sia da aumentare l’intensità per applicare il modulo che chiede di fare l’allenatore», aggiunge Perinetti. È un Venezia che può puntare ai primi posti? «Abbiamo le ambizioni, il presidente ci mette tanto entusiasmo, penso ci sia anche un buon organico per creare una squadra e formare un gruppo pronto per raggiungere traguardi importanti. Non facciamo pronostici, non sappiamo ancora quali e quanti siano gli avversari che possono contendere i primi posti. Tanto meno siamo qui a sbandierare ora i traguardi, pensiamo invece a crescere lavorando». Il tanto acclamato Filippo Inzaghi onora il rito delle interviste dopo partite cominciando con un semplice «sono contento». Fosse per lui probabilmente sarebbe già finita lì la considerazione, Insistendo, qualche altro commento lo esterna. «Siamo venuti giù al caldo di questo pomeriggio, dopo che abbiamo fatto una settimana di gran lavoro al fresco. Devo dire che la squadra ha mostrato buone trame di gioco. Stiamo lavorando da poco sul 4-3-3, comunque siamo riusciti a fare dei bei gol. Sono sereno perché il gruppo ha voglia di lavorare in questo modo e si sta creando l’amalgama anche fuori dal campo». Dopo una settimana a Piancavallo, a che punto siete? «Il ritiro sta andando bene, ogni amichevole che facciamo e che faremo sarà utile per crescere assieme nell’amalgama. Come prima cosa stiamo anche costruendo un gruppo forte e vedo che i ragazzi stanno volentieri assieme. Durante il giorno si fatica, ma non si lamenta nessuno». Con una stoccata finale di quelle che vanno a segno come un avvertimento: «Anche perché, chi non è così, con me non gioca».

Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Otto gol alla prima uscita, senza forzare molto i ritmi. Buona la prima dunque per il Venezia. Alla fine sia mister Inzaghi che il direttore Perinetti si professano soddisfatti. Il Venezia resta ovviamente e naturalmente un cantiere aperto, che deve assemblare i propri elementi e trovare una propria identità. Il 4-3-3 impostato in campo in tutti e due i tempi, con un paio di formazioni diverse schierate, è al momento il marchio di fabbrica ricercato. Lo stravolgimento estivo, seguente la promozione in Lega Pro, è chiaro che mostri ancora un gruppo da amalgamare. Alla prova esterna, il Venezia di Inzaghi – dopo una settimana di ritiro in Piancavallo – riesce a trovare la via del gol, contro i dilettanti locali, ma deve ancora scovare i meccanismi di gruppo. La sgambata domenicale termina con tre gol nel primo tempo e cinque nel secondo. In tutte e due le frazioni di gioco, i lagunari cercano di interpretare lo stesso canovaccio, su cui l’allenatore tanto punta anche con le dichiarazioni conclusive. L’applicazione del 4-3-3, considerato che di fronte, a cercare di mettere in difficoltà Domizzi e compagnia c’era una compagine di Seconda categoria ancora in ferie, si basa ancora parecchio su soluzioni individuali. Ci sono nelle gambe i carichi di lavoro dei primi giorni di ritiro e anche ieri mattina la squadra ha lavorato sodo. Il Venezia del primo tempo e quello del secondo mostrano peculiarità differenti. Nel primo tempo c’è più gioco, merito dell’ex neroverde Pederzoli. Lui sa tracciare con precisione le aperture. Unitamente ai cross di Garofalo, molto attivo sulla corsia mancina. Sbloccato il risultato con Fabiano al 3′, ribadendo a rete il tiro di Marusa, respinto corto da Andrea Zanier (il migliore dei suoi), l’arrotondamento arriva da un colpo di testa di Virdis dopo cross di Marsura. Quindi il raddoppio personale di Fabiano incrociando da destra, sempre con lo zampino di Marsura, per un rasoterra sul secondo palo. Il Venezia dopo l’intervallo non forza subito l’andatura. I nuovi entrati giochicchiano, ma non concludono pericolosamente. Scaldati ben bene, è Tortori a porsi in evidenza, con una tripletta personale. Il suo primo centro lo insacca di testa, ricevuto palla da Modolo. Anche per gli applausi del pubblico, il gol più pregevole è quello che arriva dalla media distanza. Chiudendo uno scambio fuori area riesce a firmare il tris. È un tocco dalla corta distanza, invece, quello che Acquadro fa raccogliere nel sacco al portiere avianese. Solo dagli sviluppi dell’ultimo calcio d’angolo, della dozzina battuta, è capace Ferrari di trovare la via della rete per il risultato definitivo.

Ore 16.40 – (La Nuova Venezia) Ritorno a casa, o quasi, per Davide Facchin, partito da San Donà di Piave a caccia di fortuna nelle giovanili del Milan. Portiere di grande esperienza, ventinove anni, ma soprattutto 153 presenze in Lega Pro, dove ha lottato spesso per la promozione. Una carriera che è gravitata, da professionista, soprattutto a Pavia, con parentesi a Olbia, Padova, Reggina e Sudtirol. Adesso il Venezia, che lo aveva cercato anche qualche anno fa. «Non c’è mai stato niente di concreto», ricorda Davide Facchin, «solo quei contatti che avvengono solitamente a fine stagione. Niente a che vedere con quest’anno, il Venezia ha puntato con decisione sul sottoscritto e io sono felice di essere arrivato al Venezia. È una società con una grande tradizione, con grandi ambizioni e un obiettivo ben preciso. Con l’aggiunta che sono tornato vicino a casa». Sei anni nelle formazioni giovanili del Milan, tra il 2001 e il 2007, giocando con Astori, Ardemagni e Legati e avendo tra gli allenatori anche Franco Baresi, tanto da meritarsi alla vigilia di Natale del 2006 una convocazione in prima squadra da parte di Carlo Ancelotti. «Ora sono qua al Venezia», spiega Davide Facchin, «ci siamo incrociati qualche volta in Lega Pro, adesso spero di portare il mio contributo per giocarci la promozione in serie B». Al Venezia ha ritrovato qualche vecchio amico. «Beh, con Malomo abbiamo giocato insieme fino a poche settimane fa, poi c’è anche Pederzoli, con cui sono stato compagno anche al Sudtirol oltre che nel Pavia». Ultime stagioni giocate in squadre che puntavano al vertice. «Sì, è vero, ma la serie B è sempre stata a un tiro, e mai raggiunta, sia a Bolzano che a Pavia. Questo può essere l’anno giusto. La squadra è forte, dobbiamo costruire un gruppo solido perché la Lega Pro è un campionato difficile, dove non basta solo la tecnica, servono anche sacrificio e determinazione».

Ore 16.30 – (La Nuova Venezia) «Sono contento», esordisce Pippo Inzaghi nelle interviste dopo partita. Non vorrebbe fare tanti discorsi, ma un commento sintetico lo lascia. «Siamo venuti al caldo, dopo una settimana di gran lavoro al fresco e – dichiara l’allenatore del Venezia – la squadra ha mostrato buone trame di gioco. Stiamo lavorando da poco sul 4-3-3, comunque siamo riusciti a fare dei bei gol. Sono sereno perché il gruppo ha voglia di lavorare in questo modo e si sta creando l’amalgama». Dopo una settimana a Piancavallo, a che punto siete? «Il ritiro sta andando bene, ogni amichevole che facciamo e che faremo sarà utile per crescere assieme nell’amalgama. Come prima cosa stiamo anche costruendo un gruppo forte e vedo che i ragazzi stanno volentieri assieme. Durante il giorno si fatica, ma non si lamenta nessuno. Anche perché – chiosa con un mezzo sorriso Inzaghi – chi non è così, con me non gioca». E si allontana per firmare gli ultimi autografi e concedere le ultime fotografie assieme a gran parte del pubblico che, in maniera numerosa e rumorosa, lo ha acclamato. Il presidente Tacopina è rientrato in America sabato e tornerà in laguna per l’esordio ufficiale. È il direttore Giorgio Perinetti a commentare, dando voce alla dirigenza, la prestazione mostrata dalla squadra nella sgambata di apertura stagionale. «Una classica prima uscita positiva per l’impegno e l’attenzione dei giocatori ad interpretare quello che vuole il mister. Chiaro – analizza Perinetti – che dobbiamo aumentare l’intensità per il modulo che chiede l’allenatore». Punto della situazione? «Si è conclusa solo la prima settimana. Che è stata di lavoro duro e su questo posso anche dar una tiratina d’orecchi ai ragazzi perché hanno sudato poco prima. Bisogna avere la cultura del lavoro». Da primato? «Abbiamo le ambizioni, il presidente ci mette tanto entusiasmo, penso anche un buon organico per creare una squadra e formare un gruppo pronto per raggiungere traguardi importanti. Non facciamo pronostici, non sappiamo ancora quali siano gli avversari e quanti lo saranno effettivamente per i primi posti. Tanto meno siamo qui a sbandierare ora i traguardi, pensiamo invece a crescere lavorando».

Ore 16.20 – (La Nuova Venezia) Il 4-3-3 come marchio di fabbrica per un gruppo da amalgamare. La prima uscita del Venezia di mister Inzaghi, dopo una settimana di ritiro in Piancavallo, termina con tre gol nel primo tempo e cinque nel secondo. In tutte e due le frazioni di gioco, gli arancioneroverdi, stavolta in maglia bianca hanno cercato di interpretare lo stesso canovaccio, su cui l’allenatore punta con convinzione. Fatta la tara agli sparring partner, compagine di Seconda categoria ancora in ferie, dopo i carichi imposti dal lavoro nei primi giorni di ritiro (compresa la mattina pre partita), i due volti del Venezia mostrano qualche caratteristica diversa. Nel primo tempo c’è più gioco, pilotato in maggior parte dall’ex pordenonese Pederzoli, a cui i compagni si affidano con frequenza. Con lui che calibra con precisione le aperture, cercando la profondità. Unitamente ai cross di Garofalo, dopo le sgroppate in fascia sinistra. Sbloccato il risultato con Fabiano al 3’, ribadendo a rete il tiro di Marsura, respinto corto da Andrea Zanier (il migliore dei suoi), l’arrotondamento arriva da un colpo di testa di Virdis dopo cross di Marsura. Quindi il raddoppio personale di Fabiano incrociando da destra, sempre con lo zampino di Marsura, per un rasoterra sul secondo palo. Spalmati nei minuti iniziali, ci sono anche altri tentativi di Virdis e Cernuto, che il portiere di casa neutralizza con bravura. Lo stesso Pederzoli, su palla inattiva, impegna l’estremo difensore avianese. Virdis, prima di trovare la via del gol, riesce a far sedere un paio di avversari, ma il suo diagonale è troppo angolato. Dopo l’intervallo arriva la maggioranza dei gol, registrati tutti nell’ultimo quarto di gara, quando oltre a pesare il livello tecnico cala anche il fiato dei giovani dell’Avianese. Ci aveva provato per primo Ferrari, mentre i veneziani andavano in surplace, senza successo. In evidenza resta la tripletta personale di Tortori. Il quale prima sigla di testa, ricevuto da Modolo. Quindi confeziona il gol più bello, con una conclusione potente e precisa dai 25 metri. Poi il suo tris a chiudere uno scambio fuori area. E’ un tocco ravvicinato, invece, quello che Acquadro mette alle spalle di Ragozzino. Prima che sia Ferrari a concretizzare gli sviluppi di un calcio d’angolo, per il definitivo 8-0. Il pubblico lo acclama e sarà ricambiato. Inzaghi non sbraita con i suoi: per le necessarie azioni di miglioramento si affiderà ai prossimi giorni. Intanto va in archivio un utile allenamento che serve anche per valutare la condizione dei singoli.

Ore 16.00 – (Giornale di Vicenza) Questione di giorni, forse di ore, e il tecnico Franco Lerda potrà avere a disposizione sia il centrocampista che il terzino in grado, si spera, di sostituire Mario Sampirisi. Per il centrocampo due sono i nomi in ballottaggio: Giuseppe Rizzo e Francesco Della Rocca, entrambi del Perugia. In realtà però se Giuseppe Rizzo accetterà l’ultima proposta fatta dal presidente Alfredo Pastorelli la scelta cadrà su di lui. Come si sa ormai da giorni il nodo da sciogliere è legato all’ingaggio del giocatore, perchè col Perugia è tutto a posto. Dunque se Rizzo ridimensionerà le pretese potrebbe raggiungere la squadra in ritiro già domani o mercoledì.Per quanto riguarda invece il ruolo di terzino destro, lasciato libero da Mario Sampirisi, anche qui il cerchio pare stringersi attorno a due nomi: Raffaele Pucino del Chievo e Alberto Almici dell’Atalanta. Stando però alle voci uscite dall’ambiente veronese in realtà l’accordo per Pucino tra le due società sarebbe già stato trovato e il giocatore verrebbe a Vicenza in prestito. Da sistemare ora solo alcuni dettagli col difensore che lo scorso anno ha militato nella seconda parte del campionato tra le fila dell’Avellino. Raffale Pucino, classe ’91, è alto 1.82 per 74 kg., ed è un terzino destro che può giocare anche a sinistra.

Ore 15.50 – (Giornale di Vicenza) Di solito le persone al comando cercano di accattivarsi la simpatia della gente, non è così per Alfredo Pastorelli, presidente del Vicenza dal 31 maggio scorso. Un’intervista quella che abbiamo realizzato attraverso la quale i tifosi biancorossi potranno conoscere e capire meglio chi è oggi alla guida della loro squadra del cuore, perchè una cosa è certa: Pastorelli risponde senza giri di parole e a volte con disarmante logica freddezza. Allora come vive l’essere presidente di una squadra tanto amata e radicata nel territorio?”Ma io non la sento più di tanto questa carica, non sono agitato, per me il Vicenza è un’azienda come un’altra che dunque va gestita bene, certo c’è la componente relativa al campo, ma lì mi affido ai tecnici”.Non teme con questa risposta di risultare freddo, insomma lontano dalla figura del presidente-tifoso?”No, anche perchè è vero, non sono passionale”.Le sue priorità oggi quali sono?”Tre. La prima è che il bilancio della società deve tornare in ordine, la seconda sistemare la struttura stessa della società dove ognuno deve avere il proprio ruolo e rendere al cento per cento, infine mettere assieme una rosa per poter disputare un campionato tranquillo”.Ecco la rosa, par di capire che per lei non ci siano giocatori simbolo, tutti alla fine hanno un prezzo.”Una cosa è certa: io non mi innamoro dei giocatori, nessuno è incedibile, ma nessuno sarà svenduto. Non c’è posto per i sentimentalismi, mi creda nel calcio di oggi non te lo puoi proprio permettere”. Quindi Pastorelli concede:” Questo non vuol dire che io sia un blocco di ghiaccio, mi entusiasmo anch’io tanto che l’ultima gara al Menti, a salvezza raggiunta, mi sono commosso”.Ma scusi non sente la pressione dei tifosi con tutta la loro passione per questi colori?”No, ascolto tutti, perchè c’è sempre da imparare, ma alla fine decido con la mia testa”.Prima abbiamo parlato di obiettivi in generale, ma lei dal campo cosa si aspetta? “Intanto il mantenimento della categoria, ma io sono un ambizioso per natura, non aggiungo altro, le conclusioni le lascio a voi”. L’ha dichiarato lei: non mi fido di nessuno.”Mettiamola così: mi fido soprattutto di me stesso, ovvio posso avere torto o ragione, ma sono convinto che sbagliare perchè gli altri ti hanno consigliato male è da stupidi, almeno se sbaglio con la mia testa non ho rimpianti”.Ha anche detto: le trattative di mercato le chiudo io.”Intanto perchè sono l’unico che ha la firma e poi perchè l’ultima parola è la mia”.Insomma fa pure il direttore sportivo!” No, Antonio Tesoro è bravo dunque lui valuta i profili dei giocatori che ci possono interessare e dopo me li propone, a quel punto li incontro e decido se chiudere o no la trattativa”.Comunque per fare una squadra discreta ci vogliono soldi.” Ma credete che Adejo sia costato quattro soldi? Al capitano Brighenti abbiamo adeguato il contratto su precisa richiesta del suo procuratore. Detto questo io ho stabilito un budget globale lordo di circa 4 milioni di euro che non deve essere sforato, punto e stop”.Il suo rapporto col tecnico Lerda?” Ottimo, è l’allenatore giusto per il Vicenza”.Dove si allenerà la squadra al ritorno dal ritiro?” Ad Isola, ma stiamo dialogando col comune di Vicenza per trovare un’altra sede”.Il sindaco Achille Variati ha detto che si farà la ristrutturazione dello stadio Menti.”Ne sono contento, perchè ha recepito lo spirito innovativo che oggi c’è in società”. Qual è lo scoglio più difficile da superare ormai?” Non ci sono scogli, Vi.Fin. è in grado di sostenere la società, però devo fare un ringraziamento all’imprenditoria di tutta la provincia, perchè da quando abbiamo acquistato il Vicenza si è resa disponibile in modo importante con contratti di sponsorizzazione “.Senta ma Savino Tesoro, papà del diesse Antonio, alla fine entrerà in Vi.Fin.?” Non lo so, questa domanda non va fatta a me”. Ha temuto il peggio quando Tiziano Cunico ha depositato l’opposizione all’omologa?” No, anche se Cunico e Cassingena non avessero trovato l’accordo c’erano i presupposti giuridici per far sì che l’omologa venisse accettata”.Ma perchè ha deciso di entrare in questa avventura?” A volte me lo domando anch’io. La molla è stata la gratitudine verso questa città che mi ha dato tanto, dunque salvare il Vicenza, che era destinato al fallimento, mi è sembrata una buona cosa. Adesso voglio che la società biancorossa nel giro di un anno diventi un modello di riferimento non solo in serie B, ma anche in serie A, il problema è che per riuscirci devo dedicarci molto tempo e io ho anche tante altre mie attività importanti da seguire”.Avrà messo in preventivo che se la squadra non dovesse andare bene i tifosi potrebbero contestare pure lei. ” Sì però vorrei che i tifosi capissero che ci vorrà del tempo per ultimare il risanamento della società, solo dei matti come noi di Vi.Fin. potevano investire in un simile progetto. Detto questo vorrei anche ricordare ai tifosi che sono molto permaloso”.Venerdì raggiungerà la squadra in ritiro. Ricorda la vicenda surreale dei tre presidenti capitata lo scorso anno?” Eccome, è stata la più brutta figura della mia vita, di sicuro quest’anno il problema non si pone, perchè è chiaro a tutti che c’è un presidente”.

Ore 15.40 – (Giornale di Vicenza) Tipo socievole, disponibile Francesco Benussi. Ma quando è in campo – l’ha dimostrato – non va per il sottile. E, soprattutto, non fa complimenti. Lui è uno abituato a chiudere la porta. Sempre. Il suo ritiro (col Vicenza è il primo) comincia oggi e di ritiro, quello dal calcio giocato, è presto per parlare. La sua voglia, infatti, è contagiosa.Benussi, 35 primavere e il desiderio di mettersi ancora al servizio della squadra…Questo sarà il mio diciottesimo ritiro da professionista. Non è poco. Ma ho ancora tanta voglia. Ogni ritiro è come fosse il primo. Sono molto motivato.Dopo essere stato protagonista col Vicenza nella seconda parte di stagione, ha staccato un po’ la spina?Sì, a Jesolo, ci sono andato con la mia famiglia.Una vacanza tranquilla?Direi di sì. Ho due bambine e ho fatto soprattutto il baby-sitter.Le è mancato il calcio?Non più di tanto. Ho guardato le partite dell’Italia e comunque mi sono tenuto un po’ in allenamento per arrivare abbastanza pronto alla ripresa.I primi giorni al Menti come sono andati?Bene. Servono a carburare e conoscere meglio i nuovi arrivati, che sono parecchi e hanno bisogno di ambientarsi. Il compito di noi “vecchi” è proprio quello di dare una mano ai giovani.Ora che si riparte qual è il suo pensiero?Siamo in pista. Vogliamo ricominciare da dove abbiamo finito.Quale potrà essere il valore aggiunto quest’anno?Dobbiamo fare il nostro, senza alcuna presunzione. Umiltà e fame devono essere i nostri tratti distintivi dall’inizio alla fine. Non abbiamo altre scelte. Siamo un bel gruppo ma complessivamente giovane.Il campionato vi farà ritrovare alcuni derby, su tutti quello col Verona.La serie B regala sempre sorprese. Le neopromosse partono sempre di slancio e hanno ambizioni, e pure le formazioni retrocesse dalla A sono protagoniste sin da subito. Sarà difficile e in estate riesce sempre difficile stabilire le favorite.Il suo consiglio al Vicenza da giocatore esperto?I punti delle prime giornate sono gli stessi delle ultime. Avanti tutta senza paura, possiamo fare bene.Il cambio di proprietà ha portato serenità?Credo abbia già influito positivamente, e poi Vi.Fin è composta da gente del territorio che ci mette la faccia; questo è importante.Se ripensa alla stagione che si è conclusa con la salvezza?Il risultato finale è stato un miracolo nostro, di squadra, e della proprietà che è subentrata. Ora però mettiamoci una pietra sopra. È inutile, e poco produttivo, continuare a parlare di Cassingena etc., quel che è stato è stato. Adesso la parola passa al campo.L’obiettivo personale di Benussi?Confermarmi continuando a divertirmi.Difficile chiederle cosa si può migliorare a 35 anni, ma se potesse lavorare di più e meglio su un aspetto?Ho sempre curato un po’ tutto. Vorrei dare continuità di prestazioni, come nella passata stagione, in quel periodo in cui sono subentrato e sono riuscito a portare il mio contributo.Benussi, il Buffon di Vicenza?Il mio modello è sempre stato Peruzzi. Quando era adolescente c’era lui, poi è arrivato Buffon…

Ore 15.30 – (Giornale di Vicenza) Primo giorno di scuola. Tradotto: primo giorno di ritiro per il Vicenza di Franco Lerda che stavolta guiderà i biancorossi dall’inizio, con il potere quindi di plasmare il gruppo senza dover indovinare le mosse – come ha fatto, tra l’altro benissimo – arrivato agli sgoccioli dello scorso campionato.Ieri mattina alle 9 la squadra è partita dal piazzale del Menti alla volta del Trentino e nel pomeriggio era già in campo per la prima seduta di allenamento negli impianti sportivi di Andalo. I biancorossi si sono allenati nel pomeriggio (tutti presenti) svolgendo prima una parte atletica, con l’immancabile “compagno” gps e poi esercitazioni tattiche suddivisi per reparti. Sugli spalti si sono visti alcuni tifosi, di cui bambini con le maglie biancorosse. L’ingresso ad Andalo è libero e dunque è lecito attendersi un buon giro di supporters considerando che poi la località trentina dista poco più di due ORE. Eddai, una bella gita fuori porta con temperature più simpatiche.Oggi si comincerà a fare sul serio, perchè se ieri il Vicenza ha dedicato del tempo anche al viaggio e al trasferimento a Fai della Paganella, dove alloggia, la giornata odierna sarà di solo allenamento: giocatori impegnati al mattino e anche al pomeriggio, con l’intenzione di intensificare un attimo i carichi.Nettamente più interessante il programma di mercoledì, dal momento che il Vicenza (fischio d’inizio alle 17 ad Andalo) affronterà nella prima gara amichevole l’Arco, formazione trentina che milita nel campionato di Promozione. Non sarà un test probante, visto poi che è il primo e la preparazione ha appena preso il via. Di certo però sarà un’occasione per vedere all’opera alcuni giovanotti da poco arrivati su cui mister Lerda e il diesse Tesoro puntano.

Ore 15.10 – (Mattino di Padova) Vacanze finite per la Serie D. Con i primi raduni, quelli di Campodarsego ed Este, inizierà tra oggi e mercoledì la stagione delle quattro padovane, in attesa di conoscere la composizione dei gironi e i calendari (per questi ultimi si parla di agosto inoltrato, mentre il campionato inizierà il 4 settembre). In campo acquisti del mercato estivo, giovani in prova e riconfermati eccellenti ricominceranno a sgobbare sotto l’occhio vigile dei rispettivi tecnici, mentre direttori sportivi e addetti ai lavori cercheranno di completare le rose con qualche innesto last minute. CAMPODARSEGO. Oggi, alle 15.30, scatta la stagione del “Campo”. La squadra si ritroverà a Reschigliano per la consegna del materiale tecnico, prima delle foto di rito e del primo allenamento (fissato alle 16.30) agli ordini di Enrico Cunico. Il tecnico avrà a disposizione un organico già competitivo per l’alta classifica della D, ma la società dovrebbe presto ufficializzare ulteriori rinforzi di lusso: «Entro la serata di presentazione ufficiale (in programma domani alle 21, ndr) dovremmo annunciare un altro attaccante. La trattativa è avanzata e mancano pochi dettagli», svela il direttore generale Attilio Gementi. «In più, dovremmo sistemare la questione portieri con un giovane da affiancare a Gabriele Brino». Brino, appunto. Per l’estremo difensore 19enne, prelevato dal Belluno, manca solo l’ufficialità, attesa per oggi. Lo stesso vale per Federico Moreschi, centrocampista classe 1997, affermatosi nella Berretti del Padova, che nel pomeriggio si aggregherà al gruppo. ESTE. In casa giallorossa c’è altrettanta voglia di iniziare la nuova stagione. La squadra è quasi pronta, anche grazie agli acquisti di Alberto Dei Poli (20 anni, difensore) e Giacomo Maistrello (20 anni, centrocampisti), presi da Piovese e Bassano. «Manca ancora qualcosina, ma sono molto contento del mercato», afferma mister Michele Florindo. «Non vedo l’ora di iniziare, anche perché preferisco il campo, gli allenamenti e le partite alle telefonate continue per trattare giocatori». «Abbiamo costruito una rosa giovane», aggiunge il tecnico, «cercando di portare ragazzi volonterosi ma anche già affiatati tra loro. Non vedo l’ora di vederli all’opera». Dalle prime sgambate dipenderà anche il mercato: Florindo, infatti, valuterà alcuni giocatori durante le prime settimane di lavoro tecnico e atletico. A proposito: mercoledì prossimo, alle 16, il “nuovo” Este si ritroverà al Nuovo Stadio per i test fisici, che daranno il via alla nuova stagione. ABANO. I neroverdi torneranno a calcare l’erba di Selvazzano, quartier generale aponense, lunedì 25. Oggi inizia l’ultima settimana dedicata al mercato, che dovrebbe permettere al tecnico Luca Tiozzo di avere l’intero gruppo a disposizione entro lo start. «Entro giovedì o venerdì vorrei sistemare gli ultimi dettagli», spiega il direttore tecnico Andrea Maniero. «Ogni giorno mi vengono proposti giocatori, alcuni con profili interessanti, ma prima di intavolare trattative vorrei fare il punto con Tiozzo e il presidente Rizzato. La rosa, tuttavia, è quasi completata». Anche l’Abano porterà alcuni giocatori in prova. Tra questi Patricio Spada (23 anni), attaccante argentino cresciuto nelle giovanili del San Lorenzo, oltre a due terzini sinistri giovani, in arrivo sempre dal Sudamerica. VIGONTINA SAN PAOLO. Qualche giorno senza mercato lo ha fatto pure il diesse della Vigontina San Paolo Alessandro Bragagnolo, che avrà dunque il suo bel daffare per “regalare” al suo tecnico Vincenzo Italiano giocatori pronti per la D. Il dirigente ha dimostrato che il lavoro sotto traccia funziona alla grande, permettendogli di chiudere con Andrea Michelotto (soffiato di fatto all’Este), Alessio Rigon e Stefano Amato, oltre al giovane portiere Marco Vanzato, prestato dal Campodarsego. «Questa settimana sarà decisiva per l’ufficializzazione di altri giocatori», sottolinea l’ex difensore di Padova, Maceratese e Adriese. «Non abbiamo fretta di chiudere le trattative entro il raduno di lunedì prossimo, ma vogliamo portarci avanti. Altri acquisti potrebbero arrivare ad agosto». La Vigontina sta cercando un centrocampista esperto e un centravanti da “doppia cifra”

Ore 14.50 – (Gazzettino) Dopo il portiere Rossi Chauvenet e il difensore Thomassen, ufficiali da tempo, ecco Raffaele Cacurio. L’operazione con l’esperto attaccante classe ’88 ex Campodarsego e Thermal, già nota ma perfezionata dal diesse Bragagnolo solo nell’ultima settimana, consegna alla Vigontina San Paolo il terzo “perno”. In pratica, un punto di riferimento in ogni zona del campo per l’esordiente Vincenzo Italiano. «Si tratta di giocatori importanti, di qualità ed esperienza – ammette il tecnico, che dei primi due era stato compagno di squadra, nel Verona e nel Padova – Al tempo stesso, non siamo ancora al completo: il direttore sportivo, da questo punto di vista, si sta muovendo bene e visto che il mercato non chiude, restiamo vigili. La priorità resta un difensore centrale (nel mirino il 21enne ex Padova Gianmarco Vio nell’ultima stagione al Giorgione, ndr): in rosa ne contiamo solo due più un terzino destro che può essere adattato. Tutti i giocatori scelti finora, peraltro, sono funzionali al nostro progetto e a quanto vogliamo esprimere». Quali ritiene le squadre più attrezzate? «Sicuramente alcune formazioni, visto come hanno operato, vanno considerate favorite: penso al Mestre, ma anche a Campodarsego e Abano. Certo, in estate tutti sono convinti di aver fatto bene, la vera risposta invece è solo quella del campo. Affronto questa nuova esperienza con grande entusiasmo: consapevole della responsabilità, ma convinto di portare le mie idee e la mia personalità. In più, vista la sinergia con il settore giovanile, conto di seguire direttamente anche gli juniores, “monitorando”, oltre a quelli che fanno parte della prima squadra, un po’ tutti i giocatori per dare a ciascuno le opportunità che si meritano». La squadra, che si radunerà lunedì prossimo a Busa di Vigonza, ha già fissato le prime due amichevoli: il 2 agosto con il Calvi Noale e il 6 con la Godigese. «Per testare subito, con avversarie di rilievo, le nostre qualità» spiega Italiano.

Ore 14.40 – (Gazzettino) Il “progetto giovani” dell’Abano non è un’utopia. «Il nostro mercato è completato – spiega l’allenatore Luca Tiozzo -, anche se il direttore sportivo resta alla finestra, e devo dire che siamo molto soddisfatti. Siamo riusciti nell’intento di avere tutti giocatori nati dal ’91 al ’99: alcuni – Serena, Busetto, Nobile e Baldrocco – li avevo già allenati, altri li conosceva il direttore Maniero con il quale c’è perfetta sintonia. Da questo punto di vista, lui e il presidente mi hanno accontentato in tutti i modi. Sono stato accolto in questa società con grande fiducia, come un figlio, e farò di tutto per ripagarli: morirò in campo per questa maglia, e la squadra lo farà insieme a me». La giovane età può essere il valore aggiunto? «Sinceramente, bisogna intendersi sul concetto di giovane età: anche se in Italia si fa ancora fatica, in altri campionati europei come l’Inghilterra a 18 anni si è titolari in serie A. I giocatori scelti da noi, specie i classe ’91 e ’92, vantano comunque oltre cento presenze in serie D. Certo, quando è stato il momento di valutare se prendere qualche trentenne che tenesse “a bada” il resto dei compagni, ci siamo risposti no. I giocatori presi, sono riferimenti prima di tutto morali oltre che tecnici. A questi, in ritiro saranno aggregati due argentini: uno giovane, l’altro un attaccante di valore assoluto, del quale abbiamo avuto ottime referenze e visionato diversi filmati, che se non avrà problemi di ambientamento rappresenta un grandissimo colpo». Si tratta di Patricio Spada, classe ’93, 188 centimetri di altezza per 81 chilogrammi, nell’ultima stagione al Deportivo Espanol. «Le grandi favorite – continua Tiozzo – restano però altre: il Mestre, la mia ex squadra che punta a vincere il campionato con 40 lunghezze di scarto, il Campodarsego, l’Alto Vicentino, la Triestina con un allenatore di serie B, lo stesso Delta. Noi intendiamo recitare comunque un ruolo importante». La squadra, che si raduna lunedì 25 agli impianti del Ceron, sosterrà nella prima parte doppie sedute di allenamenti («Alloggiando all’hotel Petrarca, una location da serie A» ammette Tiozzo). La prima amichevole, dopo quella in famiglia del 30, sarà il 3 agosto con la Berretti del Venezia.

Ore 14.30 – (Gazzettino) Parte fra due giorni la stagione dell’Este: la squadra di Michele Florindo inizierà la preparazione mercoledì pomeriggio. Giocatori e staff si ritroveranno alle 16 nel campo del Nuovo comunale atestino per i primi test e qualche sgambata, poi gli atleti inizieranno a sudare sul serio a Galzignano. Novità dell’anno è che non si farà l’ormai tradizionale ritiro in Alpago. La società giallorossa era solita organizzare ogni anno una decina di giorni di lavoro in quota per il gruppo, ma questa volta il progetto è finito nel cassetto. La rosa è quasi completa, dato che mancano almeno tre giovani da inserire fra difesa e centrocampo. E c’è in ballo un big per l’attacco, anche se le riserve verranno sciolte solo fra una settimana. A conti fatti restano solo tre giocatori – Lorello, Montin e Ferrara – della squadra che l’anno scorso ha fatto il bello e il cattivo tempo nel girone. In porta giocherà capitan Lorello, che è stato fra i primi a rinnovare con la società. Davanti a lui Busatto e Montin al centro, con Gilli e un altro esterno ancora da scegliere. Sulla mediana giocheranno Tessari, Cavallini e Longato, che hanno già giocato assieme nella Primavera del Padova qualche anno fa. Con loro i fratelli Faggin. Davanti Munarini e Ferrara, che di recente ha deciso di non ascoltare le molte sirene che gli facevano la corte. Resta da verificare la situazione degli attaccanti Marcandella e Pittarello, per i quali si saprà qualcosa solamente nei prossimi giorni.

Ore 14.10 – (Gazzettino) Scatta oggi alle 16.30 a Reschigliano la stagione del Campodarsego che si candida come una delle protagoniste della serie D 2016-2017. Sarà il primo giorno di allenamento per vecchi e nuovi arrivati agli ordini di Enrico Cunico, all’esordio con i biancorossi. Domani alle 21 allo stadio Gabbiano invece l’appuntamento è con la presentazione ufficiale della rosa, evento che sarà condotto dal giornalista Giorgio Borile di Tv7 Triveneta. E nell’occasione saranno svelate anche le nuove maglie con il neo sponsor India, azienda chimica di Arre, oltre allo storico sponsor Pagin prefabbricati e a Yellow Yellow Il tutto alla presenza anche delle istituzioni locali, vale a dire il sindaco Mirko Patron e all’assessore allo sport Walter Gallo. Già oggi, più probabilmente domani proprio in vista della presentazione della squadra, il direttore generale Attilio Gementi ufficializzerà anche il nuovo attaccante che andrà a completare il reparto insieme ai confermati Aliù e Radrezza, e ai nuovi Lauria e D’Appollonia. Top secret l’identità del prescelto, ma tutto lascia pensare che si tratti di un top player per la categoria, a confermare una volta di più le buone intenzioni del club. All’appello, poi, manca anche un portiere classe 1997 che andrà ad affiancare il pari età Brino, che ha firmato negli ultimi giorni. E anche il centrocampista classe 1994 Pignat si è legato ufficialmente giovedì al Campodarsego, ritrovando così Cunico con il quale nell’ultima stagione ha condiviso l’esperienza alla Luparense San Paolo. Insomma, questione di poche ore e la stagione avrà inizio con la consapevolezza che dopo l’exploit da matricola(secondo posto alle spalle del Venezia e vittoria dei play off) i biancorossi avranno gli occhi puntati addosso. «Puntiamo a dare il massimo – sottolinea il presidente Daniele Pagin – consapevoli che non siamo più una squadra che parte come neopromossa, e quindi sarà ancora più difficile. Vogliamo comunque fare meglio dell’anno scorso, il che significa arrivare davanti a tutti, pur sapendo che ogni stagione ha la sua storia. Abbiamo allestito una compagine all’altezza per puntare in alto e sono molto fiducioso, anche perché con Cunico si è creata subito la giusta sintonia». Un po’ più prudenti le dichiarazioni di Gementi, sempre però all’insegna dell’ottimismo. «È una squadra totalmente nuova e lo stesso discorso vale per lo staff tecnico, e ci vorrà tempo per trovare l’amalgama migliore. Però anche quest’anno siamo fiduciosi di disputare un campionato tra le prime quattro-cinque in classifica. Abbiamo allestito una buona squadra, e dopo le prime amichevoli vedremo se sarà il caso di inserire qualche altro tassello. Dobbiamo però dimenticare velocemente ciò che abbiamo fatto la passata stagione. Oltretutto la concorrenza non mancherà: la Triestina potrebbe essere il Venezia della passata stagione per gli acquisti che sta facendo, senza dimenticare altre formazioni forti come Mestre, Delta, Altovicentino e Arzignano». Intanto, già questa prima settimana sarà molto intensa sul campo dato che c’è da preparare subito il primo impegno ufficiale, ossia la sfida di Tim Cup in programma domenica 31 luglio. Ecco allora che Bedin e compagni svolgeranno doppie sedute domani e mercoledì, mentre è fissata una seduta singola giovedì e venerdì. Sabato invece allenamento al mattino, pranzo e nel pomeriggio amichevole con il Padova a Mezzano di Primiero. Infine una novità in ambito societario: Mirko Maggiolo, fino ad oggi coordinatore del settore giovanile, assume la carica di vice presidente, affiancando Adriano Maschio.

Ore 13.50 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “I sogni dei tifosi non sono esagerati. Granata sorpresa?”) C’era un bel clima, sabato sera, in piazza Pierobon, alla presentazione ufficiale del Cittadella, pronto ad una nuova avventura in Serie B, categoria in cui aveva piantato solide radici per sette campionati di fila prina di conoscere l’onta della retrocessione in Lega Pro, nel maggio 2015. Un clima semplice, ma ruspante e gioioso allo stesso tempo, in perfetta sintonia con quell’immagine da goliardia dei “cugini di campagna” sulla quale giocatori, tecnici e dirigenti hanno costruito il leit motiv della loro festosa passerella di fine stagione, dopo la promozione tra i cadetti. Una risposta con il sorriso, intrisa di ironia e qualche sfottò, al nobile calcio di città, che vede il Padova un gradino più sotto, costretto dunque, ancora una volta ad inseguire quella che è diventata una splendida realtà di provincia, grazie alla saggia politica della famiglia Gabrielli e al fiuto di quell’eccellente direttore generale che è Stefano Marchetti. Ora che sono partiti per il ritiro, ci si può sbilanciare anche sul conto degli uomini di Venturato. Contano su un organico di tutto rispetto, assemblato per la sua (quasi) totalità in poco più di un mese con una serie di acquisti che a prima vista appaiono indovinati, e con la conferma di giocatori fondamentali, a partire da bomber Litteri. I sogni dei tifosi non sono campati in aria, se l’alchimia fra vecchi e nuovi sarà trovata in fretta, questo gruppo può stupire. E ribadire che chi lavora bene va lontano.

Ore 13.40 – (Mattino di Padova) Alcune certezze, diverse novità, e 10 gol per ricominciare lì dove si era conclusa la scorsa annata. Il Cittadella da ieri mattina è di nuovo a Lavarone, dove per il dodicesimo anno consecutivo svolgerà la preparazione estiva. Il primo test stagionale, contro la selezione del Lovadina, composta da amatori e giocatori dilettanti, si è concluso con 10 reti (a 1, quella a sorpresa iniziale della formazione trevigiana) e diverse note positive. Dopo la prima settimana di lavoro al Tombolato le gambe di qualcuno sono apparse ancora pesanti, ma con 5 gol per tempo e la certezza del “4-3-1-2” come schieramento di base anche per la prossima annata le note liete non sono comunque mancate. A cominciare da Luca Strizzolo, presentatosi con una doppietta e un assist, per proseguire con Filippo Lora, anch’egli autore di due reti e di buoni spunti, per giungere alle conferme di Litteri e Chiaretti, gente che non perde certo il vizietto del gol qualunque sia il palcoscenico, e chiudere con le interessanti giocate dei “nuovi” Valzania, Arrighini e Pelagatti. «Ho visto l’atteggiamento giusto, disponibilità e voglia di fare, e questa è una cosa molto importante», le prime parole di Roberto Venturato alla fine del test. «Finora la settimana di allenamenti in pianura è stata concentrata su un lavoro molto introduttivo, mirato a verificare la condizione generale dei singoli e a lavorare con la palla osservando un po’ la tecnica generale dei nuovi arrivati, oltre che qualche situazione tattica. Da oggi in poi, con il ritiro iniziato, la preparazione cambierà: contro il Lovadina volevo vedere sul campo le caratteristiche generali dei “nuovi”, in questi primi giorni opereremo prima sulla fase difensiva, spostandoci poi sui princìpi con i quali andremo ad attaccare. Il “4-3-1-2” rimane la soluzione che ci consente di far esprimere al massimo i giocatori a disposizione, ma l’aspetto sul quale insisterò di più sarà quello di difendere tutti insieme e di saper aggredire gli spazi in fase d’attacco». Per il direttore generale Stefano Marchetti, invece, sono giorni di relativa tranquillità. La rosa è ormai quasi al completo in tutti i reparti, ed è a centrocampo, eventualmente, che da qui a fine luglio potrebbe arrivare qualche volto nuovo. Che poi, a dirla tutta, volto nuovo proprio non lo è: con i 18 “over” già a disposizione, l’interesse si rivolge verso un giovane e il profilo individuato è quello di Lamine Jallow (come riportiamo anche sotto). «Credo che la rosa finora sia stata costruita con attenzione», il commento di Venturato spaziando sul gruppo messogli a disposizione dalla società. «Ci aspetta un campionato lungo e difficile, e per questo la squadra deve avere in ogni ruolo valide alternative. Abbiamo portato in ritiro anche cinque ragazzi del settore giovanile, hanno qualità e vanno necessariamente valutati perché potrebbero tornare utili alla causa. Il mercato, poi, è ancora aperto: in questo momento preferisco concentrare i miei pensieri e l’attenzione della squadra solamente su coloro che sono qui adesso».

Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Ma allora Jallow tornerà a breve a vestire la maglia granata? «Magari!», sorride scendendo dal palco Stefano Marchetti, provando a recuperare la sua consueta prudenza quando si parla di mercato. Intanto, però, l’ammissione c’è stata, e davanti agli oltre mille tifosi radunatisi per la presentazione ufficiale del Cittadella, sabato sera in piazza Pierobon. A formulare il nome dell’attaccante gambiano era stato Gianluca Di Marzio, chiamato a condurre la serata assieme a Federica Masolin, e lì il d.g., che poco prima aveva chiarito che l’obiettivo è «la salvezza, ma sono convinto che questo gruppo possa davvero togliersi qualche soddisfazione in più», aveva spiegato: «La telefonata avuta con il Chievo un’ora fa è stata molto più positiva di quella avuta ieri (venerdì, ndr)». Come a dire: sì, Lamin Jallow è destinato a tornare qui in prestito e a giocare con noi anche nella prossima stagione. Concetto rafforzato da una constatazione: per l’amichevole disputata nelle stesse ore dai veronesi in casa dello Standard Liegi (3-0 per i belgi, prossimi all’esordio in campionato) Bobb, che difficilmente tornerà sotto le Mura, è rimasto in panchina ma era presente, Jallow invece non era stato convocato. Per il resto, la serata è stata quello che doveva essere: una festa e un bagno di popolo per ricaricarsi di entusiasmo prima di salire a Lavarone, con un unico momento triste, legato al ricordo del triatleta Enrico Busatto, mancato pochi giorni fa, commemorato dal sindaco Luca Pierobon come «uno sportivo e un imprenditore umile, che avrebbe voluto l’incontro di stasera». Non sono mancati i siparietti simpatici: Pascali che inscena la danza stralunata di quando fa gol; Litteri “costretto” dai compagni a raccontare del suo nuovo tatuaggio al basso ventre, con il nome di sua moglie Deborah («Lo chiedete perché volete mettermi in imbarazzo, ma non ci riuscite mica!», ha sorriso il centravanti); Lora che, alla richiesta di descrivere il gol – simile a quello di Van Basten nella finale degli Europei dell’88 – che ha regalato la promozione al Citta, contro il Pordenone, lo commenta così: «È stata una botta di c..o!»; Venturato accolto dai cori goliardici dei tifosi («Venturato superdotato!»), e la bandiera Pierobon, dalla scorsa stagione preparatore dei portieri, e sul palco assieme a Gorini, Musso e Redigolo, che viene salutato da Iori e compagni sulle note di: «Che ce frega di Buffon, noi c’abbiamo Pierobon». Insomma, la voglia di ridere c’era. Il giusto modo per darsi la carica. Perché adesso, in ritiro a Lavarone, si fa sul serio.

Ore 13.10 – (Gazzettino) Finisce In doppia cifra l’amichevole con i dilettanti del Lovadina nel primo giorno di ritiro a Lavarone (Trento). Voluta da Roberto Venturato come ripasso generale di schemi e meccanismi per i giocatori rimasti in rosa dalla passata stagione, e come primo approccio di ciò che pretenderà in campo dai nuovi arrivati, nel 10-1 finale del Cittadella spiccano le doppiette di Strizzolo nel primo tempo e di Lora nella ripresa. È del Lovadina il primo gol dell’incontro, poi ci pensa l’ultimo arrivato in casa granata, Valzania, a rimettere le cose a posto e dare il «là» alla goleada della squadra granata. C’è gloria in pò per tutti, anche per il giovane Maniero promosso dalla Berretti. Non ha preso parte all’incontro Bizzotto che sta recuperando dall’infortunio di fine stagione scorsa: per lui ancora qualche giorno di lavoro a secco, senza il pallone. VENTURATO. L’allenatore del Cittadella ha voluto subito l’amichevole, appena arrivati nel ritiro di Lavarone: «Abbiamo impostato un lavoro generale in questi giorni, gran parte del gruppo è quello dell’ultimo anno, e volevo vedere se i giocatori si ricordavano i movimenti che si facevano con una certa facilità. Nel calcio è utile riprendere il lavoro portato avanti, specie dopo un periodo di inattività, senza mai stancarsi. Da qui la base di partenza per impostare gli allenamenti e le esercitazioni durante il ritiro in montagna». Ovviamente poche le indicazioni nella prima uscita stagionale: «La cosa più bella che ho riscontrato sia nei primi giorni in pianura sia nel test con il Lovadina è la disponibilità di tutti dimostrata nei confronti dell’allenatore. I giocatori cercano di fare quanto è richiesto loro, hanno cominciato con il giusto atteggiamento. Credo ci siano tutte le premesse per un buon ritiro, dove si andrà più in profondità sia a livello tattico che fisico-atletico». Bene anche i nuovi: «Ci sono molte cose positive anche da loro, mi sembra si siano integrati bene nel gruppo e abbiano capito il modo di lavorare del Cittadella. Siamo all’inizio, non posso dare ulteriori valutazioni, ma avere l’atteggiamento che piace a me è già una buona premessa». Venturato, almeno inizialmente, lavorerà sul centrocampo a rombo: «La cosa che più mi interessa è sviluppare un gioco collettivo, con la squadra che deve restare unita nelle due fasi, difensiva e offensiva, indipendentemente dal modulo, che andrà adattato alle caratteristiche dei giocatori. La mia idea è di proporre il giocatore tra le linee, poi vedremo». MERCATO. Il Cittadella in ritiro a Lavarone può contare su 27 giocatori. Manca qualcosa in attacco, e Stefano Marchetti sabato sera durante la presentazione della squadra ha ammesso che il ritorno di Jallow è più vicino. Probabilmente l’accordo sarà sancito la prossima settimana, in occasione dell’amichevole con il Chievo. Durante il ritiro sarà poi valutata la posizione di Busellato, rientrato dal prestito di Terni. AMICHEVOLI. Il prossimo impegno granata mercoledì, alle 17 a Lavarone, con l’Altovicentino, poi domenica l’amichevole con il Levico. ABBONAMENTI. Terminato il periodo di prelazione, da oggi vendita libera per tutti, in ogni settore.

Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Sta piacendo anche Bottalico, giocatore tecnico, provato da seconda punta. Brevi ha seguito la sfida prevalentemente seduto, limitandosi a qualche indicazione: «Ho visto impegno e spirito giusto», il suo commento. «Abbiamo cercato di sviluppare le situazioni sulle quali stiamo lavorando e la risposta ai carichi di lavoro è stata buona. Mercoledì contro la Lazo sarà un’altra gara e mi concentrerò sugli aspetti difensivi». La squadra è quasi fatta nei titolari? «Non credo sia ancora il momento di parlare di titolari e riserve. Ho la fortuna di avere un gruppo completo all’80% e tutti se la possono giocare. Sto già vedendo la giusta competizione tra i giocatori». A fine gara ha sorriso anche Altinier, raggiunto da moglie e figlia: «Si riparte sempre da zero e segnare non è mai scontato. Bisogna avere sempre fame per far gol ed è quella che voglio mettere anche nel prossimo campionato. La preparazione? Abbiamo lavorato duramente, siamo stanchi ed è giusto così».

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Nel primo tempo contro il Primiero è stato adattato Tentardini come centrale di sinistra, il nuovo arrivato Russo ha giostrato da libero nella ripresa, ma (forse già questa settimana) arriverà un rinforzo. Per il resto, la squadra è fatta e va solo rifinita. Si è ripartiti dalle certezze e da qualche novità, sia tattica che di interpreti. La certezza maggiore è la coppia Neto Pereira-Altinier, con quest’ultimo che ha continuato sulla strada interrotta all’ultima giornata dello scorso campionato, timbrando una tripletta. Le novità più interessanti riguardano il centrocampo a 5, al momento il reparto sulla carta più completo. Favalli e Madonna hanno spinto parecchio, Filipe si è limitato a mettere ordine, mentre Dettori e De Risio hanno dato gamba e qualità. Soprattutto quest’ultimo è stato l’autore del gol più bello di giornata, con una sventola dal limite, insaccatasi dopo aver colpito la traversa. La ripresa ha visto in campo una squadra zeppa di giovani e giocatori in uscita, desiderosi di restare in rosa. Paradossalmente hanno più chance i baby, visto che la lista degli “over” dovrà contare solo 16 elementi. Turea ha ben impressionato da esterno destro, ruolo ancora scoperto come riserve.

Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Quindici gol davanti a 600 tifosi in festa e l’impressione che la squadra sia praticamente fatta e vada solo puntellata. Si è concluso con l’ovvia vittoria contro il Primiero il week end biancoscudato, che ha visto Mezzano sommersa dall’arrivo dei sostenitori padovani. Agli ultras si sono aggiunti ieri anche i tifosi dell’Aicb, per una giornata di festa, mangiate e bevute, pur senza particolari cori od ovazioni. Ma al Padova, che sta riconquistando i propri tifosi, va bene così, in attesa dell’avvio di un campionato di Lega Pro dalle grandi aspettative. Come sempre, le prime amichevoli stagionali sono indicative sino ad un certo punto. Ma qualche spunto degno di nota è riuscito a darlo anche la sgambata contro i dilettanti locali. Prima di tutto sulle scelte di Brevi e Zamuner. Al netto di qualche infortunio o di clamorose cessioni, siamo pronti a scommettere che nove/undicesimi della squadra scesa in campo nel primo tempo di ieri formerà l’undici titolare anche nella prima sfida di campionato, tra poco più di un mese. Gli unici cambi dovrebbero riguardare la porta, visto che stavolta è partito Favaro ma nelle gerarchie di Brevi il numero uno sarà Bindi, e la difesa, reparto in cui si aspetta ancora un grande colpo in entrata, dopo l’addio di Diniz.

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Il lavoro in Trentino procede spedito: la squadra corre e suda, mentre la società punta a regalare a mister Brevi gli ultimi innesti. «Stiamo impostando un buon gruppo, e nella prima settimana di ritiro si è lavorato bene. Tra questa e la prossima settimana speriamo di poter completare l’organico con quel paio di pedine che mancano, in modo da avere già in partenza un gruppo che si possa affiatare velocemente in vista dell’inizio della stagione. Ho avvertito una bella fiducia nell’aria: la società finora ha lavorato bene ed è giusto che sia sostenuta dalla gente». Quanto agli obiettivi, ormai le idee sono chiare. «Quarto posto? Io vorrei qualcosa di più. È obbligatorio fare un campionato di alto livello, pur sapendo che saremo in un girone altamente competitivo con molte squadre attrezzate: sarà sulla continuità che dovremo costruire i nostri risultati».

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Se anche ci riuscissero, le squadre effettivamente iscritte diventerebbero 49, il che significa che per arrivare a 60 – oltre alla riammissione della Caronnese al posto del Bellinzago – sarebbero necessari ben 10 ripescaggi. «Temo che arrivare a 54 sarebbe già un successo», chiosa il patron biancoscudato Giuseppe Bergamin, che nel week end ha raggiunto la squadra in ritiro a Mezzano. «Sinceramente non so come si orienterà la Lega sui ripescaggi: siamo stati convocati per mercoledì ad una riunione informale a Firenze, alla quale parteciperanno 5-6 club per girone. Si parlerà della situazione e probabilmente si affronterà anche questo argomento. Aggiungere 10 squadre credo che non sarà semplice». Tutte le procedure di ripescaggio, in ogni caso, si esauriranno entro il 4 agosto, data in cui la Lega comunicherà ufficialmente l’organico della terza serie. In settimana, invece, i biancoscudati conosceranno il nome dell’avversario della prima uscita ufficiale: «Giovedì 21 c’è il sorteggio del tabellone di Tim Cup, che ci vedrà esordire il 31 luglio: il Padova dovrebbe giocare la prima gara all’Euganeo, probabilmente contro una squadra di Serie D (Campodarsego o Altovicentino le più probabili, ndr)».

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Inizia oggi la settimana ad alta tensione che scriverà definitivamente la parola “fine” sulla questione delle iscrizioni al prossimo campionato di Lega Pro e aprirà quindi il capitolo dedicato ai ripescaggi. E la situazione, stante il progetto del presidente Gabriele Gravina di ripristinare il campionato a 60 squadre, non è certo rosea: venerdì sera si sono chiusi i termini per il ricorso contro le bocciature della Covisoc (la Commissione di vigilanza dei club professionistici), e Rimini, Pavia e Lanciano, che non hanno presentato reclamo, sono già escluse dal torneo. Il Consiglio Federale della Figc domani ne sancirà la definitiva radiazione dal calcio professionistico, così come Martina e Sporting Bellinzago, che non avevano nemmeno presentato domanda d’iscrizione il 30 giugno scorso. Ma la Figc dovrà anche decidere il futuro di Paganese, Casertana, Lucchese e Maceratese: i quattro club, bocciati in prima istanza a causa di inadempienze finanziarie o amministrative di varia natura, dovrebbero essere riusciti a rimettere a posto i parametri, ma la risposta definitiva arriverà solo dalla riunione di Roma.

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) «Vedrete che la squadra ricambierà il vostro amore con un grande attaccamento alla maglia». L’ultimo a prendere il microfono è stato l’amministratore delegato Roberto Bonetto, che non si è nascosto: «Dopo tante parole, è il momento di passare ai fatti e voltare pagina. La società è presente e forte, abbiamo un unico obiettivo: vincere». Tra i giocatori, molto applauditi i vari Neto, Altinier, Petrilli e Ilari. La squadra si è goduta la festa e qualche giocatore è stato anche raggiunto per il week end dai familiari, che hanno partecipato alla due giorni del tifo biancoscudato. C’è stato anche un risvolto amarcord, visto che ieri mattina, prima del pranzo collettivo sotto il tendone, è andato in scena un torneo di calcio a 5. Oltre alle selezioni di tifosi Aicb e Tribuna Fattori, è sceso in campo pure lo staff tecnico biancoscudato, che ha visto gli “ex” Cunico, Bergamo e Zancopè rimettersi gli scarpini.

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Come successo nel corso della presentazione ufficiale a Mezzano, quando almeno 400 persone hanno applaudito squadra e staff, sfilati sul palco di piazza Orler. E uno spazio consistente, come detto, è stato riservato anche agli ultras, che hanno voluto preparare una sorta di “siparietto”, facendo avanzare sul palco i “reduci” dall’estate 2014, quella in cui il Biancoscudo è ripartito da zero: «Questo», hanno spiegato i tifosi, «non dobbiamo mai dimenticarlo. Bergamin e Bonetto hanno fatto ripartire il calcio a Padova e hanno dimostrato con i fatti che sono capaci. Con questa società noi vinciamo sempre, e chissenefrega se il Venezia ha preso Inzaghi». Pretesto buono per far partire qualche coro contro gli odiati “cugini” lagunari, preludio di un derby che si annuncia ad alta quota. Dal palco ha parlato anche il direttore generale Giorgio Zamuner, che non si è nascosto: «Padova è una piazza che mi è sempre piaciuta. So che è molto esigente e cercheremo di accontentarla». Come sempre, il più acclamato è stato Giuseppe Bergamin: «Siamo innamorati della maglia, come lo siete voi tifosi», le parole del presidente.

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Il clima attorno al Padova sta cambiando e la società non può che rispondere con un sorriso e magari tirare anche un sospiro di sollievo. La due giorni di Mezzano, in attesa delle prove vere sul campo, ha restituito attorno ai biancoscudati quell’atmosfera di fiducia che era venuta a mancare al termine di una primavera piuttosto burrascosa. Prima un finale di campionato sotto tono, poi l’addio burrascoso con De Poli e Pillon avevano fatto serpeggiare non pochi malumori e perplessità all’interno della tifoseria. Malumori che sono arrivati sino alle orecchie della società, come ha sottolineato da Mezzano anche il presidente Bergamin: «Ho notato che rispetto a qualche mese fa, in cui c’è stato un periodo un po’ di depressione, i tifosi hanno capito che la società sta lavorando bene. Per questo credo sia giusto darci fiducia e dimostrare attaccamento». E a voler ricompattare una volta per tutte il tifo dalla parte della società ci ha pensato sabato sera anche la “Tribuna Fattori”, che dalla nascita del club ha sempre remato dalla parte della dirigenza, venendo spesso coinvolta nelle iniziative pubbliche.

Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Si apre una settimana ricca di appuntamenti, e probabilmente anche di novità, per il Padova. Oggi Brevi concederà ai suoi il primo giorno di riposo da quando è cominciata la preparazione. Da domani si tornerà in campo anche in vista dell’amichevole di lusso di mercoledì ad Auronzo di Cadore, quando il Padova affronterà la Lazio alle ore 17. I tifosi si stanno già organizzando per raggiungere la squadra anche nel Bellunese (12 euro il prezzo del biglietto) e sono previsti più di un centinaio di supporter biancoscudati al seguito. Sabato 23, alle 17, ultima amichevole a Mezzano, contro il Campodarsego, prima del ritorno in città. Probabilmente, almeno per quest’ultima sfida, il Padova si presenterà ulteriormente rinforzato. Zamuner conta di chiudere in settimana per un nuovo difensore e il nome di Daniel Cappelletti continua a circolare. Il d.g. ha ammesso che il giocatore gli piace, anche se l’impressione è che, sfumata la pista Sosa dell’Alessandria, abbia un asso nascosto. Giovedì 21, infine, sarà sorteggiato il tabellone di Coppa Italia, con il Padova che entrerà in gioco dal primo turno, domenica 31 luglio.

Ore 11.00 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Da Mezzano arrivano segnali incoraggianti”) I primi segnali che arrivano da Mezzano sono incoraggianti. La squadra si sta applicando al meglio per assorbire i dettami tattici di Brevi: troppo modesti i dilettanti del Primiero per esprimere giudizi tecnici, ma tra i biancoscudati si respira la volontà di imporsi sul piano della personalità e del gioco. Il tutto con il cuore caldo e la faccia laboriosa di chi sa che nulla verrà accordato se non al prezzo di una quotidiana fatica. La società dimostra di avere ritrovare la compattezza dei tempi migliori e non perde occasione per trasmettere fiducia e serenità all’ambiente, predicando unità d’intenti a tutti i livelli. I tifosi stanno rispondendo con entusiasmo al nuovo corso del Padova: gli oltre cinquecento appassionati sugli spalti per l’amichevole con il Primiero rappresentano un segnale di condivisione che va sottolineato e valorizzato. Peccato solo per qualche caduta di stile degli ultras nella festa in piazza di sabato sera. Speriamo che sia stata solo colpa della birra e che certi limiti al buon gusto e al rispetto non vengano più superati.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Giandonato apre le danze con una conclusione dai 22 metri. La squadra, pur con nuovi interpreti, conferma a sprazzi le buone premesse del primo tempo, con Turea subito in evidenza: da due sue incursioni a destra scaturiscono i gol di Mazzocco e Bottalico. A metà ripresa va a segno Ilari, tra i più pimpanti, su rigore. Quanto a Petrilli, ieri si è visto più come uomo assist, come in occasione del secondo gol di Bottalico. A chiudere i conti sono infine il giovane Cisco (entrato da poco), con una doppietta, prima su azione d’angolo e poi con un’incursione in velocità, e l’ex estense Marcandella di testa. Mai impegnato Bindi, come del resto Favaro nel primo tempo. Tra i numerosi spettatori il terzino Michael Salvadori, in biancoscudato due stagioni fa, che abita nella vicina Fiera di Primiero. E mercoledì alle 17 si replica ad Auronzo nell’attesa amichevole con la Lazio.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Atterrato in area da un avversario, non fallisce il conseguente rigore per poi ripetersi al 6′ di testa su punizione dalla sinistra di Dettori. Nel complesso la squadra si muove bene, nonostante i pesanti carichi di lavoro sulle gambe, esibendo buoni fraseggi palla a terra, con Filipe e Dettori in cabina di regia, Favalli e soprattutto Madonna abili nelle sovrapposizioni e con De Risio pronto a inserirsi, regalandosi non a caso una doppietta, nel primo caso dopo una brillante azione di Madonna e poi con una conclusione dalla linea d’area. Lo stesso Madonna supera Zanona, a chiudere una triangolazione con Neto Pereira che lo serve di tacco. Prima dell’intervallo c’è ancora spazio per il terzo gol di Altinier che ribadisce all’angolino la palla dopo un tiro parato di De Risio. Non è infine da meno Neto Pereira che, dentro in area, supera un uomo e insacca di potenza. Nella ripresa Brevi cambia completamente le carte, con Dionisi, Russo e Scevola centrali difensivi, Giandonato in regia affiancato da Ilari e Mazzocco, gli esterni Turea e Marcanella e in avanti Petrilli e Bottalico.

Ore 10.30 – (Gazzettino) Buona la prima, con il Padova che segna, diverte e mostra buone trame di gioco. Pur con il beneficio d’inventario con cui vanno giudicati questi test, le premesse sono sicuramente buone. Oltre 500 i tifosi che hanno riempito la tribuna dello stadio di Mezzano per seguire la prima amichevole stagionale con la locale formazione di Seconda categoria del Primiero e la squadra ha risposto con 15 reti. Nel primo tempo Brevi ha schierato, con il modulo 3-5-2 una formazione piuttosto vicina a quella al momento più accreditata, dando però spazio nella ripresa agli ultimi arrivati Bindi e Russo. E così al fianco di Sbraga ed Emerson nel terzetto difensivo ha trovato spazio Tentardini. A centrocampo il terzetto De Risio, Filipe, Dettori, con Madonna e Favalli, rispettivamente a destra e sinistra a fare la spola sulle fasce. Altinier e Neto Pereira i due interpreti per l’attacco. Tra i pali Favaro. Pronti via e Altinier attende solo tre minuti per mettere il proprio sigillo.

Ore 10.20 – (Gazzettino) Non manca una parola sulla risposta massiccia da parte del popolo biancoscudato. «Vedere tanta gente in tribuna come questo pomeriggio – conclude – regala tanta soddisfazione e morale». Cristian Altinier, a distanza di oltre due mesi dalla sua doppietta nell’ultima gara di campionato con l’Alessandria, ha subito ripreso a parlare con il linguaggio a lui più congeniale: il gol. «Io voglio segnare anche in tutte le partitelle di allenamento – replica – perché è nel mio dna. Quello del resto è il mio compito, ma in ogni ruolo c’è un proprio obiettivo da raggiungere». E fare gol non è proprio come andare in bicicletta, quando, una volta imparato, è tutto a posto. «Bisogna sempre impegnarsi, applicarsi, avere fame e voglia di arrivarci. Oggi (ieri, ndr) ne ho anche sbagliato qualcuno per cui bisogna c’è da riprendere il feeling». Poi Altinier allarga il tiro: «Ora è tutto nuovo, compagni, allenatore, campionato. C’è da ricominciare, trovare un’idea comune di squadra e questo era solo il primo passetto». Oggi giornata di riposo, tranne che per gli ultimi arrivati Bindi e Russo.

Ore 10.10 – (Gazzettino) Pur consapevole della scarsa attendibilità che poteva offrire il test con il Primiero, a fine gara il tecnico Oscar Brevi coglie con soddisfazione le prime indicazioni fornite dalla squadra. «Ho visto l’impegno e lo spirito giusto – le sue prime parole – al di là del risultato che contava poco o niente. Un test positivo in cui abbiamo cercato di sviluppare un po’ tutte le varie situazioni su cui stiamo lavorando». Poi specifica: «In mattinata avevamo svolto una seduta atletica con carichi abbastanza importanti, ma i ragazzi hanno comunque risposto bene anche nella fatica e mi è piaciuto il modo con cui hanno interpretato la gara. C’è da lavorare su tutto perché siamo solo all’inizio». Mercoledì ad Auronzo (calcio d’inizio alle 17) un banco di prova ben più difficile con la Lazio. «In questa occasione abbiamo sviluppato più la fase offensiva e del movimento con i centrocampisti. Contro i biancazzurri, per il tipo di gara che ci si aspetta bisognerà lavorare meglio in fase di non possesso e difensiva. Anche dal prossimo test con una squadra di serie A possiamo trarre delle indicazioni». Di buon umore il presidente Giuseppe Bergamin. «Era facile divertirsi questa volta – commenta – e penso che siamo sulla strada buona; si è visto qualcosa di positivo Con la Lazio non credo ci sarà la voglia di strafare. Cercheremo di fare il nostro e di crescere nella condizione e sul piano tattico. Sarà un piacere affrontarla».

Ore 10.00 – (Gazzettino) Tra i giocatori l’applausometro ha visto prevalere gli attaccanti, con picchi per Altinier, Neto Pereira e Petrilli. Su simili livelli i padovani dello staff Bergamo e Zancopè, ma alla fine il vincitore è stato Marco Cunico, da quest’anno passato dal campo alla scrivania e definito da Remigio Ruzzante, maestro di cerimonia sul palco, capitano ad honorem. A dividere con lui la vetta il presidente Giuseppe Bergamin. «Ringrazio Mezzano che ci ha accolto – le sue parole – e tutti voi per il grande affetto che accompagna la nostra avventura. Siamo innamorati di questa maglia e di questa città e una persona innamorata può fare di tutto e può raggiungere qualsiasi risultato». Così il tecnico Brevi: «Vediamo tanto entusiasmo e metteremo quello che abbiamo per ripagarlo». «Una piazza importate che già conoscevo – ha aggiunto il direttore generale Giorgio Zamuner – con un pubblico numeroso ed esigente. Cercheremo di accontentarlo». E la festa è poi proseguita per tutta ieri, con l’invasione pacifica di Mezzano del popolo biancoscudato.

Ore 09.50 – (Gazzettino) «Tra due anni ci ritroveremo qui per festeggiare la serie A». Troppa grazia? A pronunciare queste parole è stato il sindaco di Mezzano Ferdinando Orler che sabato sera ha fatto gli onori di casa nella presentazione della squadra in piazza. Ma anche i rappresentanti della società biancoscudata non si sono tirati indietro in termini di ambizioni. In primis l’amministratore delegato Roberto Bonetto. «Ora è il momento dei fatti – ha dichiarato – perché di parole se ne sono già sentite in abbondanza. La società c’è, è forte e presente; si sta costruendo una squadra importante come la piazza che rappresenta e abbiamo un unico obiettivo, quello di vincere». In piazza c’erano quasi quattrocento persone, compresi gli abitanti della zona e qualche vacanziero, come un signore avanti negli anni che coraggiosamente, o probabilmente ignaro dei possibili effetti, girava con una felpa con scritto Vicenza a caratteri cubitali vicino agli ultras. Proprio i ragazzi della Fattori, come sempre, l’hanno fatta da padrona, questa volta con qualche protagonismo di troppo, offuscando in parte sul palco squadra e società.

Ore 09.40 – (Gazzettino) In casa del Bassano il cambio al timone (D’Angelo per Sottili) comporterà il passaggio al 4-4-2. Dietro sono arrivati Perico (Giana), Pasini (Pistoiese) e il portiere Bastianoni (Catania), in mediana Cavagna, ex Trapani, davanti si punta sulla verve di Minesso, arrivato dal Cittadella, e Rantier (Pro Piacenza) ma ancora manca l’ariete. Poche novità, tra queste la punta Sparacello, a Padova da gennaio a giugno, per il Sudtirol, che sarà guidato da Viali (ex Pro Piacenza), e per il Lumezzane che si affida ancora a Filippini. Il Feralpi di Asta perde Fabris e Tortori, andati a Venezia, ma si rinforza in mediana con Davì (Bassano) e il boliviano Gamarra del Milan. A Mantova quadro tecnico ancora in evoluzione, ma la certezza è l’allenatore Prina, mentre la Cremonese sarà una delle favorite. Tesser potrà contare dietro su Salviato, Gemiti (suoi fedelissimi) e Lucchini, in mediana su Belingheri e Porcari, mentre in attacco Brighenti e Scappini assicurano una dote di 41 gol segnati l’anno scorso. A Modena l’allenatore sarà Pavan, ma l’organico resta un’incognita, mentre la Reggiana di Colucci ambisce a un ruolo da protagonista come potrebbe avvenire per Maceratese e Ancora, rispettivamente terza e quarta l’anno scorso nel girone B, e le matricole Gubbio e Sambendettese.

Ore 09.30 – (Gazzettino) Tra oggi e domani, con i verdetti di Covisoc e Consiglio Federale, sapremo le squadre ammesse al prossimo campionato di Lega Pro, ma solo il 4 agosto, con l’ufficializzazione dei ripescaggi, si potrà chiudere il cerchio su partecipanti e composizione dei gironi. Resterà inalterato quello meridionale, con divisione delle squadre di nord e centro in via longitudinale. Le formazioni del Triveneto, parte delle lombarde e delle emiliane verranno così associate a quelle della fascia adriatica di Romagna, Marche, Umbria e forse Abruzzo. Nell’altro girone spazio a piemontesi, toscane, le rimanenti emiliane e lombarde e forse la Viterbese. Di certo il Padova ritroverà molte compagne di avventura della scorsa stagione, a partire dai club del Triveneto a cui si è aggiunto l’ambizioso Venezia affidato a Filippo Inzaghi. La punta Ferrari è l’ultimo colpo, con giocatori quali gli ex Pederzoli e Bentivoglio a centrocampo, Domizzi, Baldanzeddu e Garofalo dietro che fanno pensare in grande. Secondo un anno fa e pur con varie defezioni, sta lavorando bene il Pordenone di Tedino che ha pescato a Bassano (il laterale Semenzato e la punta Pietribiasi) per ovviare alle partenze di Martin e Strizzolo; in avanti punterà anche su Arma (Reggiana) e Azzi (Pavia) e sogna Bellazzini con l’esperto Burrai in cabina di regia e il giovane Gerbaudo al suo fianco.

Ore 09.00 – Qui Mezzano: lo staff tecnico Biancoscudato ha concesso l’intera giornata di riposo a Neto Pereira e compagni dopo le fatiche della prima settimana.




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