Vecchio Padova, Penocchio e GSport prosciolti: nessun intreccio azionario tra i Biancoscudati ed il Parma

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Il Tribunale federale ha prosciolto Diego Penocchio, Italo Giacomini e il figlio Alessandro da ogni addebito disciplinare per i presunti intrecci azionari tra Padova e Parma. Il procedimento ha tratto origine proprio dal rapporto della magistratura padovana. I fatti contestati dalla Procura federale nel deferimento riguardavano il periodo tra l’8 luglio e il 23 dicembre 2013. All’epoca Penocchio, presidente del Padova con il 48 per cento delle quote, era anche azionista in via indiretta del Parma tramite Ormis spa, società titolare del 15 per cento del capitale sociale di Eventi Sportivi spa, che controllava l’intero pacchetto azionario del club emiliano. Oltretutto la gestione della società biancoscudata, formalmente riconducibile a Diego Penocchio, in realtà sarebbe stata riferibile a GsSport srl di Alessandro e Italo Giacomini, soci occulti e a loro volta azionisti in via indiretta, tramite la Tg Finim srl, della società Eventi Sportivi. Ma non solo. Nella ricostruzione della Procura, proprio per dimostrare che il Padova era di proprietà di GsSport, si faceva riferimento al famoso “patto” sottoscritto tra Unicomm e Penocchio in base al quale Cestaro si impegnava a riconoscere, a titolo di sponsorizzazione, in favore di Gsport e di Penocchio la somma di 10 milioni di euro nell’arco di tre stagioni. Alla luce di ciò la Procura federale aveva chiesto l’inibizione per un anno e sei mesi di Penocchio e per un anno di Giacomini papà e figlio. Di tutt’altro avviso il Tribunale: i fatti e le circostanze posti a fondamento del procedimento disciplinare – si legge nelle motivazioni – non sembrano essere adeguatamente corrobati da risultanze istruttorie in grado di offrire un ampio e comprovato riscontro sugli addebiti contestati. In particolare si fa riferimento al fatto che Penocchio, titolare del 10 per cento di Eventi Sportivi spa fino alla data del 5 dicembre 2013 e del residuo 5 per cento fino al 23 dicembre di quello stesso anno, «non ha potuto ragionevolmente e contestualmente esercitare quella “posizione di controllo” dei due club preclusa dallo statuto della Figc».

(Fonte: Gazzettino)




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