Live 24! Padova-Seregno, i brianzoli espugnano l’Euganeo ai rigori: clamorosa eliminazione

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Ore 21.40 – Oscar Brevi (allenatore Padova): “È la prima delusione, e speriamo che sia l’ultima. Ci dispiace perché ci serviva giocare gare impegnative per trovare prima la condizione… Dovevamo segnare nel primo tempo, ma nonostante il Seregno non ci abbia mai impensierito la partita poi col passare dei minuti per forza di cose si complicano. Siamo stati bravi a creare occasioni ma anche sfortunati… Squadra lenta? Non sono d’accordo, anche perché al 31 luglio non si può avere la gamba adatta o i 90 minuti. Abbiamo fatto un ottimo primo tempo tra pali ed altre occasioni. Sterilità offensiva? Paghiamo le assenze di Altinier e Germinale. Sono comunque fiducioso perché secondo me la squadra ha fatto bene. I lati negativi? Serve più concretezza se si creano così tante occasioni… Non potevo chiedere dinamicità ed aggressività anche nella ripresa, però loro non hanno mai tirato in porta. Mi dispiace perché i ragazzi non meritavano di uscire così”.

Ore 21.30 – Carlo De Risio (centrocampista Padova): “Il calcio purtroppo è anche questo, ma fortunatamente di partite così se ne vedono poche perché uscire con zero tiri in porta subiti fa male. Fa male uscire così… Nel primo tempo abbiamo giocato bene ma siamo stati molto sfortunati, nella ripresa invece forse siamo calati un po’. Dispiace davvero, la sconfitta brucia ma adesso dobbiamo ripartire con maggior convinzione e cattiveria”.

Ore 21.20 – Matteo Andreoletti (allenatore Seregno): “Vincere all’Euganeo e battere il Padova è un sogno, sono felicissimo e orgoglioso dei miei ragazzi che hanno fatto davvero una partita gagliarda e tenace anche nei momenti difficili. Nel primo tempo siamo andati in difficoltà com’è normale che fosse, loro hanno colpito tre legni. Poi ci siamo assestati, abbiamo avuto qualche occasione addirittura per vincere. Ai rigori siamo stati più freddi, è una grandissima gioia. Andiamo a Trapani di fronte a un grande pubblico contro una squadra che l’hanno scorso ha sfiorato la promozione in Serie A”

Ore 21.10 – Daniele Corti torna a Padova da ex e si toglie la soddisfazione di guidare il suo Seregno (di cui è capitano): “È stata una grande soddisfazione vincere qui, abbiamo messo in difficoltà il Padova. Loro hanno avuto occasioni ma più che altro sui tiri da fuori. È bello poter andare a Trapani a giocarci una partita stimolante contro una squadra di Serie B. Credo che questo 31 luglio sia una data destinata a entrare nella storia di questa società. Per quanto mi riguarda ero molto stanco, non giocavo da febbraio. Qualcuno pensava che avrei dovuto smettere col calcio invece ho giocato fino in fondo fino ai supplementari. Una polemica? No, un dato di fatto. Avrei preferito battere un’altra squadra rispetto al Padova, ma è andata così e ne prendiamo atto. Rammarico? Mi è dispiaciuto essermi fatto male, non c’è nessuna rivalsa, non ci sono vendette o altro. Il Padova? È una grande squadra, è andata in difficoltà nel secondo tempo e ai supplementari”

Ore 20.47 – Fischio finale: Padova-Seregno 3-4 dopo i calci di rigore, Biancoscudati eliminati.

Ore 20.35 – Fine tempi supplementari: Padova-Seregno 0-0, si va ai rigori.

Ore 19.55 – Fine secondo tempo: Padova-Seregno 0-0. Si va ai supplementari.

Ore 18.50 – Fine primo tempo: Padova-Seregno 0-0.

Ore 18.05 – Inizia Padova-Seregno.

Ore 17.50 – (Alto Adige) A caccia dei tre punti. Anzi della qualificazione, perché il primo impegno ufficiale stagionale dell’Alto Adige è quello della Tim Cup, il cui primo turno è scandito dalla logica della eliminazione diretta. Palcoscenico della Tim Cup che ha spalancato le porte alla compagine biancorossa, a seguito del ripescaggio determinato dall’esclusione del Pavia. Il nuovo Alto Adige targato mister Viali affronta, dunque, questo pomeriggio l’Ancona di Brini, sul terreno del “De Conero” dove scenderanno in campo le aspettative di una compagine, quella biancorossa, giovane ed ambiziosa. Uno scacchiere che il Ds Piazzi ha forgiato mettendo assieme caratteristiche ben precise. “Dal match con l’Ancona mi aspetto di rivedere l’atteggiamento e l’aggressività che i ragazzi hanno saputo esibire nelle precedenti uscite . E’ chiaro che domenica, oltre al bel gioco, dovremo puntare anche al risultato. Da domani si fa sul serio e noi puntiamo decisamente al passaggio del turno”. Questa è la sintesi del Viali pensiero, esternata alla vigilia di un match che rappresenta pur sempre un incognita, e non solo per l’appena modellata intelaiatura del team marchigiano affidato alla guida di Fabio Brini, ex portiere dell’Udinese ed anche ex tecnico di quel Carpi che nel 2013 trascinò il Carpi in cadetteria (liquidando nei playoff proprio l’Alto Adige). Per i biancorossi è la prima uscita che conta, per cui l’alto tasso di adrenalina avvilupperà le fasce muscolari e nervose di un gruppo che ha voglia di dimostrare di “aver fame” di bel gioco e di risultati. Le certezze altoatesine riposano nella qualità di uno scacchiere largamente rinnovato e tutto da scoprire. Questo pomeriggio mister Viali dovrà fare a meno soltanto del talento di Lomolino, il quale sta attraversando la fase di recupero dall’infortunio patito nella scorsa stagione. Il neo biancorosso Baldan partirà dalla panchina, mentre a giorni è attesa l’ufficialità dell’arrivo dell’attaccante Patrick Ciurria. Con ogni probabilità mister Viali, sin dall’avvio, cercherà di amalgamare le risorse a disposizione, proponendo il corazziere Di Nunzio al centro della prima linea difensiva, l’esperienza del difensore romano si completerà con quella di Bassoli, mentre la verve di Tait e Sarzi sosterrà il gioco nelle corsie laterali. In mediana la centralità di Obodo sarà affiancata da Furlan e Fink, il tutto per creare suggerimenti e spazi al duo d’attacco composto da Gliozzi e Tulli. Come detto, la sfida in terra marchigiana si giocherà con la formula dell’eliminazione diretta. Nel caso di risultato di parità saranno fischiati i tempi supplementari, ai quali seguiranno, eventualmente, i calci di rigore. La vincente di Ancona-Alto Adige affronterà, nel secondo turno, la Virtus Entella di mister Breda.

Ore 17.30 – (Gazzetta di Modena) Di tutti i dettagli della nuova maglia del Modena, Luigi Pavarese ne ha sottolineato uno, rimarcando l’importanza dei colori gialloblù. “Quello che conta è il simbolo del Modena appuntato sul petto – ha detto il diesse canarino – che tutti i giocatori dovranno onorare, per rispetto verso la squadra, la società e i tifosi. E, a proposito di loro, sono contento che in soli tre giorni siano stati sottoscritti 500 abbonamenti. Fa piacere riscontrare questo amore viscerale della tifoseria verso la squadra”. Una squadra che stasera scenderà in campo al Braglia, dove l’attende la sfida di Coppa Italia contro il Francavilla in Sinni. “L’avversario è tosto – ha sottolineato Pavarese – ma questo debutto casalingo con la nuova maglia ci darà delle ottime motivazioni per fare bene”. Quanto al mercato, il diesse gialloblù si mostra cauto: “Stanco? Non c’è solo la Cremonese interessata a lui e il mercato è ancora lungo. Infatti non è detto vada via….”.

Ore 17.20 – (Gazzetta di Modena) Si è tenuta ieri alle 15,30, presso il Macron Store di viale Virgilio, la presentazione ufficiale della nuova maglia “casalinga” del Modena alla presenza di una cinquantina di tifosi. In rappresentanza della dirigenza sono giunti il presidente Caliendo, accompagnato dalla moglie, Alessandra Canale, e il vicepresidente Forcina. Raggiunti in seguito dal diesse Luigi Pavarese, dal team manager Andrea Russo e dai tre “modelli per un giorno”, Emmanuel Besea, Luca Calapai e Andrei Chiriac. Ed è stato proprio il patron gialloblù, a sottolineare l’importanza del sodalizio quinquennale che legherà – in termini di sponsorizzazione – la squadra canarina all’azienda di abbigliamento tecnico sportivo. “Voglio ringraziare Macron per aver creduto in noi in un momento così difficile – ha detto Caliendo – chi ama il calcio sa bene che il Modena non meritava la C. Ma questa azienda, all’avanguardia nell’abbigliamento sportivo, ha deciso di sostenerci per 5 anni. Questo significa gettare basi solide per il futuro e il Modena sarà attivo al massimo per far conoscere il più possibile al mondo degli sportivi la qualità dei prodotti Macron. I giocatori stessi, mi hanno assicurato infatti su quanto il tessuto delle maglie sia eccezionale sulla pelle”. La neo maglia, prima di sfilare indossata dai tre giocatori presenti, è stata presentata nei dettagli dal padrone di casa, Roberto Casolari, il quale ha voluto anche omaggiare Caliendo con una targa. “Il modello scelto, per le partite casalinghe, è quello di una polo gialla elegante da indossare – ha detto il direttore marketing di Macron – con l’aggiunta dell’immancabile Ghirlandina stilizzata, a cui tiene molto il presidente Caliendo. Su tutte le maglie verranno aggiunti poi nomi e numeri dei giocatori e saranno acquistabili dai tifosi sia qui che allo stadio”.

Ore 17.10 – (Gazzetta di Modena) Simone Pavan oggi toglierà i veli alla sua prima formazione ufficiale. L’undici iniziale potrebbe essere formato da Manfredini tra i pali e dalla linea difensiva composta da Calapai sulla fascia destra e da Aldrovandi in una delle due posizioni centrali. Al suo fianco, essendo Cossentino reduce da qualche acciacco, potrebbe esserci Accardi. Sulla fascia mancina dovrebbe partire Rubin, ma la sua posizione è legata al mercato: ha richieste e se Pavan lo dà per partente potrebbe essere sacrificato per Popescu. In mezzo Giorico e Schiavi i vertici del rombo con Osuji e Olivera interni. Qualche chance per Besea. Davanti Stanco, che la Cremonese continua a chiedere con insistenza, e Diakite. Non sono a disposizione Sakaj e il centravanti Loi. I NUMERI DI MAGLIA 9 Riccardo Ravasi, 10 Tiziano Tulissi, 11 Agustin Olivera, 12 Nicolò Manfredini, 13 Filippo Minarini, 15 Emmanuel Besea, 16 Gianluca Zucchini, 17 Adama Diakite, 18 Alimeyaw Salifu, 19 Antonio Loi, 20 Simone Aldrovandi, 21 Federico Brancolini, 22 Andrei Chiriac, 23 Luca Calapai, 24 Daniele Giorico, 28 Stefan Popescu, 31 Francesco Stanco, 32 Nicolas Adrian Schiavi, 33 Matteo Rubin, 1 Marco Costantino, 4 Andrea Accardi, 5 Alberto Cossentino, 6 Andrea Doninelli, 7 Fabio Sakaj, 8 Wilfred Osuji.

Ore 17.00 – (Gazzetta di Modena) Il Modena torna al “Braglia” due mesi e mezzo dopo l’ultimo impegno ufficiale. Era, infatti, la metà di maggio quando la pesante sconfitta (5-2) contro il Pescara condannò definitivamente o quasi i gialli alla retrocessione. Sembra passato un secolo anche se la ferita della discesa in terza serie dopo una cosa come quindici anni è ancora aperta. L’imperativo, mai come in questo momento, è però quello di lasciarsi il passato alle spalle. Molto è cambiato in questo periodo, non tanto al vertice della società quanto in seno alla squadra, e ora il mirino non può che essere puntato sull’appuntamento del pomeriggio. Alle 18, infatti, i canarini ospitano il Francavilla in Sinni (serie D) nel primo turno di Tim Cup. L’esordio del Modena ancora una volta targato Simone Pavan, un’occasione per testare nuovamente quale effettivamente sia la condizione, fisica e non solo, di una squadra giovane per non dire giovanissima. Basti pensare che i superstiti di quel 5-2 sono pochissimi e qualcuno di questi con ogni probabilità non scenderà nemmeno in campo dal primo minuto. L’impronta dei gialli chiamati a sfidare i lucani del Francavilla, e poi anche ad affrontare il prossimo campionato di Lega Pro, sarà quel 4-3-1-2 diventato marchio di fabbrica nel ritiro di Fanano. Un undici da scoprire e magari anche un’ultima volta per quei giocatori che radiomercato dà prossimi partenti da Modena. Tra questi Francesco Stanco che potrebbe sì iniziare da titolare, in compagnia di Diakite, ma che allo stesso tempo sembra essere destinato a vestire la maglia della Cremonese. Lo stesso discorso che vale un po’ per Matteo Rubin, una cessione del terzino potrebbe infatti portare nelle casse di viale Monte Kosica qualche importante soldino. C’è chi è ai saluti e c’è, invece, chi si troverà per la prima volta al cospetto del “Braglia”. Una sfilza di giovani chiamati a prendere confidenza con quella che nella prossima stagione dovrà essere la loro casa. Senza dimenticare i tifosi, o almeno quelli non partiti per il mare, che avranno la possibilità di toccare con mano la reale situazione dei canarini tornati in città dopo le fatiche in Appennino. Insomma un assaggio di nuovo Modena, come si diceva il primo in in un impegno ufficiale, in attesa che il mercato porti altre inevitabili novità in entrata e in uscita. In caso di passaggio del turno, i gialli avranno poi la possibilità di misurarsi il prossimo fine settimana con un avversario di altra categoria come è Lo Spezia. Modena-Francavilla sarà diretta dall’arbitro Emanuele Mancini della sezione di Fermo.

Ore 16.40 – (Gazzetta di Reggio) Mister Colucci, iniziamo dagli indisponibili… «Non ci sarà Bonetto per squalifica pregressa. mentre per Pedrelli e Bartolomei sono fermi ai box».. Le aspettative al debutto? «Vogliamo vedere come sta la squadra a livello di forma e condizione. E’ un test importante in vista dell’avvio del campionato. Peccato perché, anziché giocarla davanti al nostro pubblico, saremo costretti a giocarla in trasferta». Il FeralpiSalò? «E’ sicuramente una squadra importante e forse leggermente più avanti di noi in questo momento. Ma sarà una sfida alla pari e sono molto curioso di vedere l’approccio dei ragazzi alla prima partita ufficiale». Che indicazioni si aspetta da questa prima uscita ufficiale della sua Reggiana? «Un atteggiamento sempre propositivo. Intendo: una squadra che vuole fare la partita. E vedere anche dei passi in avanti rispetto alle precedenti uscite. E speriamo che nessuno si faccia male visto che in queste partite c’è sempre la voglia di dimostrare». Ha già in mente una bozza di formazione? «Alleno ventiquattro ragazzi ma alla fine bisogna fare delle scelte, restando credibili. Ho detto ai ragazzi che non ci saranno titolari perché è la squadra che vince e non soltanto gli undici che scendono in campo». Ma un’idea su cui lavorare la svilupperò, oggi a Salò… «Certo, un idea di formazione c’è anche perché in determinati ruoli siamo contati. Ma da qui all’inizio del campionato avremo tempo di recuperare anche gli infortunati». A proporito di modulo: partirà con il 4-3-3? «Sì, partiremo così. Ho detto ai ragazzi che bisogna lavorare sui princìpi, il modulo è solo un conseguenza». Da questo punto di vista non è un integralista? «No, essere integralista non ti porta da nessuna parte. Mi piace avere dei giocatori duttili e pronti ad adattarsi a qualsiasi ruolo». Angiulli è con voi da pochi giorni: come giudica la sua condizioni fisica? «Leggermente indietro ma, ovviamente, già integrato con il resto del gruppo. Dovrà essere pronto per il 28 agosto». Continua a parlare in prospettiva campionato: non è che a questa Coppa Italia diamo un’importanza del 10%-20% ? «Nel modo più assoluto. E’ importante tanto quanto tutte le altre partite. Per noi questa contro la Feralpi deve essere già una finale. Perché l’ultima spiaggia inizia dalla prima spiaggia». Meglio così, visto che per molti rappresenta una scocciatura. «Preferisco non entrare nel merito della regole della coppa Italia, visto che se vai avanti vai comunque ad incontrare squadre di categoria superiore con il vantaggio del fattore campo». Nelle varie interviste, i suoi giocatori parlano di lei come di uno di loro. Come è riuscito ad instaurare un rapporto alla pari? «Io ai ragazzi parlo del mio vissuto. Partendo da quell’infortunio al ginocchio subito quando avevo solo 15 anni. Eppure nonostante le viti nel ginocchio mi sono rialzato e sono ripartito per arrivare fino alla serie A. E parlando del mio vissuto divento uno di loro perché se ce l’ho fatta io ce la possono fare anche loro. Non ci sono barriere nè ostacoli tra me e loro. Forse il segreto è trattare i ragazzi come degli amici fermo restando che bisogna essere autoritari. Quando c’è da ridere si ride e quando c’è da lavorare si lavora». E’ questo che ha capito nel corso del ritiro? «Adesso siamo in luna di miele e non è ancora il momento delle scelte. Tra un paio di mesi vedremo se rilasceranno le stesse interviste rilasciate in questo ritiro…».

Ore 16.30 – (Gazzetta di Reggio) Alle 18 di oggi, allo stadio Turina contro il FeralpiSalò, primo impegno ufficiale per la Reggiana di Leonardo Colucci, nel turno inaugurale della Tim Cup. Partita secca: la vincitrice nel prossimo weekend se la vedrà con la Pro Vercelli di Massimo Varini. Trattandosi del debutto stagionale per entrambe le squadre non si possono fare paragoni o pronostici anche se il tecnico granata fa notare che i gardesani «sono un pelo più avanti perché hanno mantenuto l’ossatura dell’anno scorso e affrontato finora, con ottimi riscontri test di livello con Trapani, Atalanta e Sampdoria». Anche la Reggiana scenderà in campo con molti elementi dello scorso anno e con un 4-3-3 che offrirà le sue garanzie. La curiosità sarà nel vedere quanto i giocatori abbiano recepito questo cambio di mentalità che nuova dirigenza e nuovo staff hanno imposto loro. Farà molto caldo e le gambe non gireranno al massimo. Però questa gara è già un bel banco di prova, ad un mese dall’inizio di un campionato che potrebbe vedere nello stesso girone queste due società che vogliono recitare un ruolo importante. E poi, ironia della sorte, il tecnico dei gardesani Antonino Asta è stato affiancato alla Reggiana per parecchio tempo sul finire della passata stagione. Detto dell’arrivo degli ultimi visti d’esecutività che potenzialmente permetterà al trainer Leonardo Colucci di schierare tutti gli uomini testati nel ritiro di Villa Minozzo – terminato ieri mattina – ci saranno alcune assenze importanti: Pedrelli e Bartolomei per infortunio oltre a Bonetto, fermo per una squalifica ricevuta l’anno scorso nella Tim Cup Primavera. Il primo era candidato ad essere l’esterno sinistro titolare della difesa, ruolo che ora vede il ballottaggio tra Giron e Ghiringhelli, le due mezzali invece scompigliano i piani in un reparto ancora in via di formazione. Nessun problema per quanto riguarda l’attacco dove sono arruolabili i giovani e promettenti Manconi e Lafuente ma soprattutto gli esperti goleador Marchi, Nolè e Guidone. Questo è il possibile undici titolare di oggi: Perilli in porta; Mogos, Spanò, Sabotic e Ghiringhelli in difesa; Calvano, Maltese ed Angiulli sul centrocampo; Manconi, Marchi e Nolè davanti. La Tim Cup, spesso snobbata dalle squadre delle serie superiori, non è una manifestazione alla portata di club di Lega Pro però in questa fase della stagione una vittoria, per di più in trasferta, darebbe una grande iniezione di fiducia all’ambiente e permetterebbe altre sfide interessanti nei turni a venire per rodare sempre più la squadra in vista di fine agosto, il tutto senza dimenticare che stiamo parlando di “calcio di luglio” perciò non sarà enfatizzata la vittoria così come non sarà una tragedia uscire.

Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Vamos! È stata l’esclamazione più ricorrente sui rettangoli dell’europeo. Sino alla fine quando CR7 ha alzato la coppa celebrando il successo del suo Portogallo. Usiamola anche noi perchè sia di buon auspicio al Pordenone che oggi inizia la sua nuova stagione. Vamos ramarri! PRIMO IL GROSSETO – Alle 20.30 Stefani e compagni apriranno l’annata 16-17 affrontando al Bottecchia (inizio alle 20.30) il Grosseto per il primo turno di Tim Cup. I toscani militano in Lega D. L’anno scorso si sono classificati al secondo posto nel loro girone alle spalle della Viterbese e non nascondono ambizioni da ritorno in Lega Pro. In settimana alla truppa allenata da Marco Cari anche Pietro Maria Del Duca (difensore) e Michele Lanzillotta, esperto centrocampista. I granata hanno preparato la trasferta a Pordenone incontrando in amichevole il Sassoferrato Genga, battuto 1-0 con gol di Lisai. APPROCCIO – Decisamente più roboante l’approccio del Pordenone che si è “divertito” con l’Arta-Cedarchis (19-0), il Bordano (21-1) e la Primavera dell’Udinese (5-0). Le goleade hanno ulteriormente accresciuto l’entusiasmo del popolo neroverde che prevedibilmente accorrerà numeroso per assistere alla prima sotto i fari del Bottecchia. «Il primo giorno di scuola – sorride Bruno Tedino – porta sempre con sè un mix di emozione e curiosità. Ancora di più se è in casa e in notturna. L’impegno – ci tiene a sottolineare il tecnico – è importante. Inutile dire che vogliamo passare il turno. Sono certo che pur trattandosi di un impegno così prematuro, nell’ultima sera di luglio, in tempo di ferie, i nostri supporters non mancheranno di venire a sostenerci. Il rapporto che si è creato è meraviglioso. Con tifosi e la città intera. Vogliamo accrescerlo ulteriormente». AMICO CARI – Esordio in discesa, contro una formazione di Lega D. «In questo periodo di preparazione – risponde Tedino – la differenza di categoria conta poco. Il Grosseto inoltre è una compagine ben equilibrata, aggressiva e dinamica, allenata benissimo da Marco Cari che conosco benissimo». BURRAI GRAZIATO – Il “regalo” della Federazione che ha sdoganato Burrai e Suciu (sconteranno la squalifica in coppa di lega Pro) ha ovviamente fatto piacere a Tedino. Giocherà probabilmente dall’inizio però solo Burrai in cabina di regia, con Buratto e Cattaneo ai suoi fianchi a centrocampo. Suciu (ancora alla ricerca della condizione) partirà in panca. In porta Tomei alle spalle di Pellegrini, Stefani, Ingegneri e Semenzato. In prima linea Pietribiasi e Arma con Berrettoni libero di scegliersi la posizione. Biglietteria aperta dalle 18, cancelli dalle 19. Tribuna centrale 14 euro (U16 1), Tribuna laterale 12 euro (U16 1), Gradinata locali 8 euro (U16 1).

Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) «Ci teniamo tantissimo a passare il turno, la Tim cup è un impegno di quelli importanti». Bruno Tedino suona la carica alla viglia del debutto stagionale. «C’è sempre un mix di emozione e curiosità nel cominciare ufficialmente un nuovo percorso – afferma l’allenatore neroverde –. A maggior ragione giocando davanti al nostro pubblico, in notturna». Il tecnico è pronto, la squadra è quasi al completo, mancheranno per acciacchi vari De Agostini, Marchi e con ogni probabilità anche Gerbaudo. Abili e arruolabili invece i neoacquisti Burrai e Suciu, le squalifiche rimediate nella coppa di Lega Pro non precludono la loro presenza questa sera. Il primo partirà titolare in cabina di regia con Buratto e Cattaneo interni. Dietro, confermatissimo il triangolo Tomei, Stefani, Ingegneri, con l’esordio di Pellegerini e Semenzato sulle corsie laterali. Davanti è pronto a scatenarsi il trio delle meraviglie, con Berrettoni regista offensivo a svariare dietro Arma e Pietribiasi. «I ragazzi hanno lavorato bene – spiega Tedino –, chiederò massima attenzione, intensità e motivazioni per cominciare l’annata nel modo migliore. Il Grosseto – continua – è una squadra con un buon allenatore. La differenza di categoria in questo periodo conta relativamente, sono partite insidiose, ci metterà in difficoltà». La prevista buona risposta del pubblico neroverde ha colpito positivamente il mister. «Si è instaurato un rapporto meraviglioso con tifosi e città – riconosce –. Per confermare quanto di buono fatto lo scorso anno e continuare a divertirci, dobbiamo remare nella stessa direzione. I nostri sostenitori, pur essendo una gara estiva, non mancheranno e ci faranno subito sentire il loro calore». Per chi non avesse ancora acquistato il tagliando, la biglietteria del Bottecchia sarà aperta dalle 18, i cancelli dalle 19. Prezzi ridotti per il primo impegno in Tim cup: Tribuna centrale prezzo unico 14 euro, laterale 12 euro, gradinata 8 euro. Ingresso a un euro per gli under 16.

Ore 15.50 – (Messaggero Veneto) Si spengono i semafori, si comincia a fare sul serio. Questa sera al Bottecchia (fischio d’inizio fissato alle 20.30) parte ufficialmente la stagione 2016-’17 del Pordenone, con il primo turno di Tim cup, il più prestigioso torneo nazionale. Avversario in gara secca (supplementari e rigori in caso di parità al 90’) il Grosseto, formazione del girone G di serie D. La vincente del match odierno affronterà, sempre in gara unica, la Ternana a Terni il 7 agosto, e in caso di colpaccio in Umbria, una settimana più tardi il tabellone porterebbe i ramarri al cospetto del Cesena. L’obiettivo della società, più volte ribadito nei giorni scorsi, è chiaro: provare ad andare più avanti possibile nella competizione, perché nulla è scontato e la favola dell’Alessandria ha dimostrato fin dove può spingersi una ben organizzata formazione di Lega Pro. Tedino al raduno aveva caricato l’ambiente: «Vogliamo essere una squadra antipatica, essere fastidiosa per chi ci affronta, dalle corazzate a tutte le altre formazioni. Ce la possiamo fare, ma come lo scorso campionato dobbiamo essere tutti uniti: società, squadra, pubblico». La società ha costruito una rosa competitiva e pensa in grande, la squadra è pronta, come ha dimostrato l’ultimo test con la Primavera dell’Udinese, il calore dei tifosi non è mai mancato sin dall’inizio del ritiro di Arta Terme. Il pubblico neroverde, dopo gli ottimi numeri registrati per l’avvio della campagna abbonamenti, è vicino al gruppo e risponderà presente al primo impegno ufficiale: al Bottecchia sono attesi almeno 700 spettatori. Sarebbe un buon risultato considerato il periodo dell’anno. Tanta la voglia di iniziare con il piede giusto battendo il Grosseto, rivale sulla carta nettamente inferiore, anche se le sorprese a questo punto della stagione sono sempre dietro l’angolo. I maremmani hanno iniziato il nuovo percorso in serie D nel caos più totale: la piazza è inferocita con la società dal presidente Pincione per la mancata richiesta di ripescaggio in Lega Pro, la rosa per gran parte deve ancora essere completata e la squadra guidata da mister Cari ha alle spalle solamente sei giorni di lavoro. Addirittura nelle ultime ore era balenata l’ipotesi di una rinuncia all’impegno in coppa del club toscano. Ci sono tutti i presupposti dunque per scattare veloci dai blocchi e guadagnarsi l’affascinante sfida contro la Ternana fra sette giorni.

Ore 15.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Eccola, la prima ufficiale della stagione. E lo scherzetto del cervellone sembra studiato appositamente per tendere la mano a Luca D’Angelo. Con tutte le squadre che il Bassano poteva pescare al primo turno di Tim Cup, la Fidelis Andria era una possibilità assai remota e, invece, ecco subito il più recente passato del neo allenatore giallorosso tornare a galla con prepotenza. Si gioca alle 20 al Mercante, l’impressione è che ci sarà da divertirsi. «La Fidelis Andria — spiega D’Angelo — è una squadra molto organizzata e determinata, con un allenatore molto preparato come mister Favarin. Sicuramente lotteranno su ogni pallone, le squadre di Favarin sono sempre squadre battagliere e che non mollano mai. L’ossatura della squadra è rimasta più o meno la stessa della passata stagione, mi farà piacere salutare tutti: dalla presidenza, alla dirigenza, allo staff e ai giocatori». I buoni sentimenti, però, si fermano qui, come sempre con i tre punti in palio: «Teniamo molto al passaggio del turno — ammette D’Angelo — vogliamo vincere e ovviamente in queste settimane di lavoro ci siamo concentrati maggiormente sulla parte atletica, mentre negli ultimi dieci giorni abbiamo iniziato con la tattica. Per questo mi aspetto di vedere taluni movimenti ma soprattutto l’approccio giusto alla gara, per arrivare poi preparati a inizio campionato. Maistrello? E’ un’attaccante d’area che sa vedere la porta, ma ha anche qualità nelle giocate, sta lavorando molto per migliorare alcuni aspetti». Proprio Maistrello dovrebbe fare coppia in attacco con Rantier, in attesa di capire se Caio De Cenco sarà il rinforzo giusto per il reparto offensivo oppure se il prescelto sarà Francesco Grandolfo, in campo stasera. Ma c’è anche l’ipotesi Fabbro e pare l’unico vero ballottaggio della vigilia, anche se D’Angelo è uno che di solito gioca a carte coperte. Le altre possibili sorprese sono a centrocampo, dove il giovane Cavagna sta sgomitando per trovare spazio e potrebbe anche spuntarla. Assenti lo squalificato Proietti e gli infortunati Rossi, Stevanin e Guadagnin. Questa la probabile formazione, schierata con il 4-4-2: Bastianoni; Formiconi, Pasini, Bizzotto, Crialese; Falzerano, Cenetti, Candido, Minesso; Rantier, Maistrello. A disposizione: Piras, Barison, Bortot, Soprano, Cavagna, Laurenti, Fabbro, Sciancalepore, Tronco. All. D’Angelo.

Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) Il sabato del villaggio giallorosso si incupisce dinanzi alla notizia peggiore. Ufficiosamente la diagnosi recita di sospetta rottura del crociato del ginocchio. In realtà, in attesa del comunicato di conferma, la risposta la offre lo stesso Pippo Stevanin che ieri sui social ha postato una considerazione che è densa di amarezza. «Sono sicuro che le lacrime di oggi saranno carica ed energia per lavorare ancora di più da domani e nei prossimi mesi di stop forzato – scrive Steva sul web – a volte questo sport è davvero crudele: crociato anteriore andato! Ci vorrà pazienza, pazienza e ancora pazienza, insieme a tanta voglia di far fatica».Inutile avventurarsi in una stima precisa sui tempi di recupero. Di sicuro se ne riparla per il 2017, indicativamente per il girone di ritorno. Una spinta di sincero incoraggiamento gliela dà direttamente lo stesso D’Angelo. «È un incidente che non ci voleva – dice – ma Filippo da buon veneto è un lavoratore instancabile, ci darà dentro e tornerà più forte di prima, nessun dubbio».Offuscato da un infortunio la cui entità era nell’aria ormai da qualche giorno, stasera alle 20 ci sarebbe anche un primo turno secco di Tim Cup al Mercante con la Fidelis Andria che è una finestra spalancata su Avellino. Chi passa infatti si becca gli irpini nel loro covo tra una settimana. E per il novello demiurgo virtussino è un tuffo nel suo recentissimo passato.«Sì ma io voglio lo stesso provare a passare il turno – chiarisce il precettore pescarese – ci tengo parecchio. Dopodichè conosco la Fidelis, una formazione che combina organizzazione e qualità alla proverbiale dimensione agonistica. In più. Favarin è collega tra i più preparati in circolazione. Da parte nostra abbiamo lavorato 18 giorni sotto il profilo atletico e solo ultimamente dal punto di vista tattico. Tuttavia conto di apprezzare già la mentalità dei miei ragazzi, anche se la condizione a luglio sarà ancora approssimativa». Lo skipper virtussino ha lavorato su due sistemi di gioco, il tradizionale 4-2-3-1 dell’ultimo triennio di successi e il 4-4-2 annunciato concentrando la rifinitura sulla cura dei calci piazzati.«A dire il vero in queste settimane mi sono soffermato principalmente sull’attenzione nella fase difensiva, limitandomi soltanto a qualche movimento per l’attacco. Ad ogni modo Maistrello è un centravanti che possiede doti indiscusse e deve essere servito in un certo modo dai compagni. È un ragazzo col fiuto della rete e col gol addosso. Poi io e i miei collaboratori ci stiamo dietro perchè è un attaccante con enormi margini di crescita».Quanto al mercato, il timoniere giallorosso si sbilancia il giusto. «Serviranno due elementi come minimo, forse tre». Un terzino mancino al posto di Stevanin e un mediano di stazza in mezzo al campo lo si nota anche a occhio nudo. Il terzo in bilico è un centravanti in grado di fungere da prima e seconda punta anche se in lista è stato arruolato pure l’ex cannoniere della Berretti, Gaetano Sciancalepore. In effetti Scianca può sfoggiare stazza da panzer e piede educato, quindi ottima mossa tenerlo in organico. E sui terzini Formiconi e Crialese (oppure Laurenti) che sanno anche spingere, D’Angelo se la cava con una battuta.«Li ho voluti apposta – sorride – così’ non mi danno più del catenacciaro come sostenevano ad Andria…» e ride.Fermo restando che a Bassano come altrove godono di più dopo 3 punti strappati con un tiro in porta in mezzo a 89 minuti di trincea piuttosto che in un match all’arrembaggio ma senza il sugo del successo. Perchè i ricami funzionano solo a parole.

Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Tocca alla Sambenedettese mettere alla prova un Venezia al primo esame da Lega Pro. Cerca conferme e progressi il tecnico Filippo Inzaghi nella prima amichevole dei suoi arancioneroverdi contro avversari di categoria. Alle ore 18 a Cascia (campo Country House) si affrontano e si studiano due neopromosse della Lega Pro al via tra meno di un mese (28 agosto), un faccia a faccia che, peraltro, potrebbe anche ripresentarsi quando conteranno i tre punti. Per Soligo e compagni quello odierno sarà il quarto test estivo, dopo l’8-0 all’Aviano di Seconda categoria, il 4-0 alla selezione del Real Vicenza e l’1-0 di mercoledì scorso alla Jesina di serie D. La Sambenedettese, invece, finora ha interrotto il ritiro di Cascia con due sgambate, la prima vinta 13-0 con i dilettanti locali militanti in Prima categoria, la seconda terminata 0-0 con il più attrezzato Trastevere (serie D). A Norcia la preparazione del Venezia prosegue al ritmo di due sedute giornaliere e, pur con l’amichevole pomeridiana, Inzaghi ha confermato un allenamento anche questa mattina. Da verificare come sempre all’ultimo eventuali acciacci e risentimenti muscolari: rispetto al match con la Jesina dovrebbe rientrare Ferrari e forse Virdis (botta alla tibia), pronti ad alternarsi al centro del tridente d’attacco, mentre lo spagnolo Geijo lavorerà a parte per altri quattro giorni per smaltire la lesione muscolare di primo grado all’anca. Stessa precauzione per i terzini Garofalo, Luciani e il centrocampista Fabris, mentre Stulac è out per problemi a un ginocchio. Stasera intanto prima gara ufficiale per la Fermana che fa visita alla Cremonese nel primo turno della Coppa Italia-Tim Cup: sabato prossimo il Venezia sarà ospite del team di Fermo (ore 20.30 allo stadio Recchioni) nel 3. Memorial Rossetti. Ieri mattina la Berretti ha concluso il ritiro di Tambre battendo 4-1 una selezione dell’Alpago (a segno Simeoni, Secco e due volte Pimenta, mentre l’altro portoghese Pacheco è ko per un infortunio al piede) e oggi alle 18 affronta al Taliercio il Roadrunners di Chicago.

Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Sale il quoziente di difficoltà per il Venezia, che oggi scende in campo a Cascia (ore 18) per l’amichevole contro la Sambenedettese. Sarà la prima partita contro una squadra di pari categoria, dato che la Samb ha vinto il campionato di serie D e si sta preparando per il ritorno Lega Pro, dopo otto anni di assenza e un paio di fallimenti. La squadra di Filippo Inzaghi dovrà rinunciare ancora ad Alex Geijo, fermato da un problema all’anca che gli ha impedito finora di disputare le amichevoli. L’esito della risonanza cui si è sottoposto ha evidenziato che la lesione di primo grado all’otturatore esterno destro, rimediata un paio di settimane fa, è in via di guarigione. Ma staff medico e staff tecnico hanno optato per il riposo precauzionale: la scelta è quella di non rischiare ricadute e dunque di utilizzare lo spagnolo solo quando sarà al 100% e proseguire, nel frattempo, con il lavoro a parte. Forfait anche per Virdis che in questi giorni si sta allenando a parte (infiammazione tendinea) e per Stulac, che si sta sottoponendo a terapie dopo il colpo subito al ginocchio nell’amichevole di Jesi: per lui tempi di recupero ancora piuttosto lunghi. Dovrebbe invece giocare dal primo minuto Nicola Ferrari che, dopo l’assenza di mercoledì, ha ripreso ad allenarsi. Mentre la squadra si avvicina a piccoli passi verso l’avvio della stagione, che inizierà con la sfida di Coppa Italia del 13 agosto, si attende per giovedì 4 l’ufficializzazione dei 12 ripescaggi necessari a ripristinare il «format» a 60 squadre. I calendari, invece, saranno emanati il prossimo 11 agosto, con l’evento trasmesso in diretta tv da Parma (ore 18 su Sportitalia). Per quanto riguarda i gironi, prende sempre più corpo l’ipotesi che il Venezia finisca nello stesso raggruppamentodel Parma. A darne conferma è Mauro Lovisa, presidente del Pordenone e consigliere federale, che ha parlato della suddivisione territoriale verticale dei gironi del centro-nord, che vedrebbe in particolare nel girone B le squadre di Marche, Emilia Romagna, Veneto, Umbria, più il Teramo. Il Venezia si troverebbe così con Parma, Reggiana, Cremonese, Padova, Bassano, Pordenone, Feralpisalò, Teramo, Ancona, Fano e Santarcangelo. Un’ipotesi che vedrebbe dunque le due «corazzate» Parma e Venezia contendersi il primato per salire direttamente in serie B. Lovisa conferma: «E’ più che possibile, visto che il girone A non è da meno, con squadroni come Cremonese, Alessandria e Livorno». «Gironi difficilissimi — commenta il ds arancioneroverde Giorgio Perinetti — il presidente Lovisa è sicuramente più informato di me, visto che è consigliere federale. Dovessero essere divisi in verticale ci sarebbero Padova, Reggiana, Cremonese, Parma come avversarie più pericolose, dovessero mantenere la tradizionale ripartizione verrebbe inserita l’Alessandria per una emiliana: la sostanza non cambierebbe». Sulla questione Cernuto, invece, è arrivato un primo «sì» ufficioso. Di fatto il difensore arancioneroverde sarà riconosciuto come giocatore bandiera, avendo disputato tre stagioni con il Venezia, riconoscendogli la continuità nonostante la società sia fallita e ripartita con altra denominazione (stessa cosa per Lucarelli al Parma). In questo modo l’organico rispetterebbe i 16 senior, più Cernuto «bandiera», e non sarebbe necessario procedere con un’esclusione. «La comunicazione ufficiale non ci è ancora arrivata, ma ufficiosamente sia a noi che al Parma è arrivato un ok di massima da Lega e Federazione — conferma Perinetti — attendiamo l’ufficialità ma non so dire quando arriverà». Ma il primo ok sulla questione di certo risolve non pochi problemi alla società veneziana.

Ore 14.20 – (La Nuova Venezia) Sarà un Venezia ancora privo di Geijo, e stavolta anche di Stulac, quello che oggi alle 18 sfida a Cascia la Sambenedettese. Entrambi i giocatori sono fermi ai box per infortuni, e lo staff tecnico guidato da Filippo Inzaghi non ha alcuna intenzione di rischiarli per una amichevole estiva. Ieri la squadra ha fatto una doppia seduta di allenamento nel ritiro di Norcia, con Geijo che ha continuato a lavorare a parte. Inzaghi vuole averlo al cento per cento, e dopo la risonanza di giovedì gli verrà dato tutto il tempo possibile per recuperare dall’infortunio alla fascia muscolare tra anca e gluteo. Discorso simile per Stulac che ha continuato anche ieri a sottoporsi a terapie specifiche, per far riassorbire l’infiammazione dovuta alla botta subita dietro al ginocchio sinistro nell’amichevole di mercoledì contro la Jesina. Tutti gli altri dovrebbero essere a disposizione per l’incontro odierno che sarà disputato sul campo di Cascia. Potrebbero così ritrovare minuti in partita Fabris e Ferrari mentre sta recuperando bene anche Garofalo, con Virdis che sarà valutato solo dopo l’allenamento di questa mattina. Alle 18 il Venezia si troverà di fronte la Sambenedettese, altra neopromossa in Lega Pro. Un ostacolo di altra caratura rispetto alle prime tre uscite in cui si è confrontato solo con formazioni dilettantistiche. Inzaghi avrà la possibilità di continuare a sperimentare schemi e a provare i suoi giocatori, ma il clima è sereno e tutti ci stanno mettendo il massimo impegno, come conferma Alex Pederzoli: «Stiamo lavorando davvero tantissimo, ma per gettare le basi su una buona stagione si deve fare così. Il gruppo sta reagendo bene anche se a Norcia abbiamo trovato temperatura diverse rispetto a Piancavallo. Non per questo è calata l’intensità degli allenamenti. Si punta ad amalgamarci come squadra, la cosa del resto più complicata con tanti giocatori nuovi o che si conoscono poco, e Inzaghi ci chiede gioco aggressivo e propositivo. Ora è presto per dire qualcosa, del resto si capirà solo a gennaio o febbraio il livello che avremo raggiunto». Intanto ieri anche la formazione Berretti di Andrea Turato ha fatto il suo esordio stagionale, vincendo 4-1 nel ritiro di Tambre d’Alpago contro una rappresentativa locale. Reti arancioneroverdi realizzate da Simeoni, Secco e doppietta di Pimenta.

Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il Cittadella vince 5-3 ai rigori la XXI edizione del trofeo Alfonso Santagiuliana, anche se durante i 90 minuti era piaciuto di più il Vicenza. La squadra allenata da Franco Lerda si presenta alla sfida con un lungo elenco di assenti: manca la difesa titolare con Pucino e Adejo infortunati, e Fontanini in tribuna vicino al suo procuratore. In mediana non c’è la coppia dei titolari formata da Rizzo e Signori, mentre in attacco sono out Vita, Orlando e Giacomelli infortunati, con Maritato e Pozzi in tribuna in quanto non rientrano nei piani tecnici della società. Nell’undici iniziale quindi trovano posto il giovane Giusti, che nella scorsa stagione ha militato nell’Abano in Eccellenza, e Steffè, ex centrocampista del Savona e aggregato al gruppo biancorosso per un periodo di prova. L’avvio di gara vede subito il Cittadella trovare il gol del vantaggio: cross dalla sinistra di Martin che trova sul secondo palo Germinale che di testa supera Benussi sfruttando l’errata posizione di Madrigali. Il Vicenza, pur incerottato e pieno di giovani, ha però una bella reazione andando vicino al pareggio due minuti dopo con Raicevic che di piatto, da buona posizione, mette fuori di poco l’assist di Di Piazza, che poco dopo scatta in contropiede e viene fermato solo da una uscita di Alfonso lontano dall’area di rigore del Citta. Il Vicenza però insiste, supportato dalla volontà e l’entusiasmo dei giovani, dalle buone geometrie di Urso in mediana e dalla pericolosità di Raicevic e di Di Piazza. Il pareggio arriva meritato al 22’ quando Pelegatti stende Siega in area di rigore: dal dischetto Urso spiazza Alfonso e porta il match sull’1-1. Raggiunto il pareggio il Vicenza non si ferma e mantiene il predominio territoriale creando ancora un paio di pericoli dalle parti di Alfonso. Solo nel finale il Cittadella si fa vivo dalle parti di Benussi sfruttando un altro errore di Madrigali, ma la retroguardia biancorossa, pur in affanno, libera. Il tempo si chiude con l’uscita dal campo dell’ottimo D’Elia alle prese con i soliti problemi ai flessori, sostituito dal pari ruolo Pinato. La ripresa si apre con il Cittadella che cambia cinque giocatori e modifica lo schieramento in campo, ma è il Vicenza che al 52’ ha la clamorosa chance di passare in vantaggio con Siega: ben servito da Raicevic l’ex reggiano calcia incredibilmente alto a pochi passi da Paleari. Lerda toglie Di Piazza e Raicevic ed inserisce Galano e Cernigoi, con il Vicenza che continua a mostrare buone cose da metà campo in su e invece diverse amnesie e difficoltà in retroguardia. Nel Vicenza entra anche Diego Otero, figlio dell’indimenticabile Marcelo, attaccante del Vicenza di Francesco Guidolin, ma in campo le due squadre non riescono più a creare azioni da gol. Il match, complice i tanti cambi da una parte e dall’altra, perde di interesse con le uniche emozioni provocate da una punizione di Galano, respinta dalla barriera, e dall’altra parte un tiro di Busellato che Benussi para senza particolari difficoltà. Si arriva quindi quasi inevitabilmente ai rigori, che alla fine premiano il Cittadella.

Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Due gol, entrambi su rigore, e una mezza promessa ai tifosi, anche se dal calciomercato estivo non si sa mai cosa bisogna attendersi: «Io da qui non voglio andare». Francesco Urso, premiato a fine gara come miglior giocatore del memorial Santagiuliana, ha fatto un po’ di chiarezza sul proprio futuro: «Dispiace aver perso, ma intanto potremo subito rifarci col Pescara in un’occasione altrettanto importante, visto che si giocherà per Piermario Morosini. E poi possiamo dire di aver comunque fatto vedere delle buone cose ieri sera. Le amichevoli, come si è visto, non esistono più. Ogni partita ha il suo valore e in questo periodo, in particolare, visto che dobbiamo arrivare pronti alla prima di campionato».Il centrocampista in particolare, si è ben comportato e ha giocato 90 minuti anche per le molte assenze soprattutto a centrocampo, così è toccato a lui prendere per mano i compagni più giovani. «Sono soddisfatto, anche del premio che mi è stato assegnato. Però dovrò meritarsi la palma del migliore nei momenti in cui conterà».Urso goleador, si può dire, visto anche il secondo centro dal dischetto nella “lotteria” che ha assegnato il trofeo. «Aver segnato due reti e aver giocato tutto il match è un buon motivo per sorridere».Le sirene del mercato intanto stanno suonando anche per lui. Ma Urso che intenzioni ha? «Sono un biancorosso e tale voglio rimanere. Ho letto anch’io molte cose in questi giorni ma col mio procuratore non ho mai parlato. No, qui sto bene. Il mio presente è a Vicenza».Dopo un un ritiro impegnativo tra partenze e infortuni. La speranza è che ora il clima si rassereni. «Dobbiamo solo pensate a lavorare. Il gruppo è buono, giovane, con tanta voglia di fare. Dovremo solo avere la pazienza di mettere in campo i concetti su cui sta insistendo il mister».

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Più che il risultato, di questi tempi, conta non accumulare infortuni. E allora la prima domanda per Franco Lerda riguarda l’uscita dal campo dei due terzini acciaccati, Salvatore D’Elia e Davide Bianchi: «Per fortuna nulla di grave, sono usciti prima di procurarsi un vero infortunio. D’Elia ha solo sentito un leggerissimo fastidio alla coscia, Bianchi aveva i crampi, ma nulla di preoccupante».Non poteva ancora essere un Vicenza attendibile, considerando le molte defezioni, il ritiro appena chiuso e il mercato aperto… Sì, tra infortuni e giocatori non ancora in condizione, di sicuro non si è visto già il Vicenza dei titolari. Però anche questo Vicenza sperimentale mi è piaciuto per l’atteggiamento, ha giocato da squadra, facendo le cose che abbiamo provato in ritiro contro un avversario di pari categoria che però è più avanti di noi, avendo iniziato il ritiro una settimana prima, e ha un gruppo più consolidato.Tempo di esperimenti anche a livello tattico: stavolta si è visto un 4-4-2 più canonico.Sì, perché avevo due punte con caratteristiche simili. Ogni volta mi sembra giusto utilizzare il modulo più adatto ai giocatori che posso schierare per quella specifica partita, così la squadra si abitua anche a cambiare pelle a seconda delle necessità.Per ora sta lavorando con tanti giovani. C’è qualcuno che le ha dato segnali particolarmente positivi?Nomi non ne faccio, ma di sicuro alcuni di loro si sono messi in luce. Adesso che si è chiuso il ritiro, possiamo tirare un primo bilancio ed è positivo anche sotto questo punto di vista: di sicuro qualcuno dei giovani che si sono allenati con noi ha dimostrato che ci potrà far comodo nel corso del campionato e rimarrà stabilmente nel gruppo.La rosa, però, ad oggi ha ancora delle carenze.Questo è chiaro, abbiamo fatto il punto proprio oggi con il direttore Tesoro e il presidente Pastorelli: ho detto loro cosa mi serve e sono sicuro che ci sarà tempo e modo per colmare le nostre lacune, anzi credo che qualcuno potrà arrivare presto. Intanto, però, pensiamo anche a cominciare a recuperare i nostri giocatori indisponibili, che sono molti: già mercoledì con il Pescara conto di riaverne qualcuno, per poi avvicinarci al meglio alla prima partita che conta, ovvero il debutto in Coppa Italia.

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Il “Santagiuliana” si allontana (di poco) da Vicenza, Filip Raicevic si avvicina (di molto) al Vicenza. Buono scambio. Si può fare. Il Cittadella, nell’anticipo di campionato giocato ieri sera al Menti, si porta a casa l’edizione numero 21 del trofeo dedicato al grande ex biancorosso. Bravo Citta. Ma il mercato… Quel che è successo ieri è importante: dopo le tensioni dei giorni scorsi sull’adeguamento del contratto pare che sia (ri)spuntato il sereno. Ci sarebbe stato un incontro tra le parti attorno all’ora di pranzo. E alla fine tutti sembravano soddisfatti. Sì, le possibilità che Raicevic resti a Vicenza sono aumentate. Prima della partita lo stesso presidente Alfredo Pastorelli lasciava trasparire un certo ottimismo («sarebbero matti a rifiutare l’offerta»), anche se poi si cautelava con uno «staremo a vedere» che di questi tempi male non fa. Ecco, staremo a vedere. E l’auspicio è che quello che ieri pareva probabile diventi sicuro. Perchè di buoni giocatori questo Vicenza ha un gran bisogno. Costretto a fare i conti con una lista infinita di assenze e con una rosa che ha un gran bisogno di essere rinforzata, Lerda ha schierato un undici improbabile, che comunque ha tenuto il campo decorosamente. Certo, di problemi ce ne sono. Soprattutto in difesa, dove la coppia di centrali Bogdan-Madrigali non ha assolutamente convinto. La formazione era talmente improvvisata che ha trovato spazio nello schieramento iniziale anche un centrocampista in prova, Demetrio Steffè, giocatore del ’96 dell’Inter che l’anno scorso era in prestito al Savona. E a proposito di elementi ancora non sicuri di restare a Vicenza, nel secondo tempo si è rivisto Anthony Badu, centrocampista ghanese lo scorso anno a Perugia. E poi? Botta e risposta nei minuti iniziali. E si finisce ai rigori. Appuntamento a mercoledì per il memorial Morosini con il Pescara.

Ore 12.50 – (Gazzettino) «Sinceramente speravo di passare il turno, ma la squadra ha fatto bella figura». Il presidente Daniele Pagin promuove il suo Campodarsego, nonostante un pizzico di rammarico sia inevitabile per essere usciti dalla Tim Cup ai rigori. «Siamo andati subito in vantaggio, poi siamo stati bravi a recuperare due volte il risultato. Non mi aspettavo una partita del genere considerato che davanti avevamo una squadra che è arrivata terza l’anno scorso in Lega Pro. e tenuto conto che abbiamo quasi tutti giocatori nuovi, tranne qualche eccezione come Bedin che è eterno tanto da restare in campo fino alla fine. Ripeto, ci credevo anche perché avevo visto che i ragazzi si erano allenati sui rigori e a sbagliarli sono stati proprio quelli che li calciano meglio (Aliù e Radrezza, ndr). È andata così, va bene lo stesso. È stato un test importante e sono orgoglioso della prestazione della squadra». Assaggio di Lega Pro in vista dell’anno prossimo? «Durante la gara riflettevo che se ci andavamo già quest’anno potevamo fare bella figura anche senza fare qualche ritocco. È stata una bella prova». Ecco il tecnico Enrico Cunico: «C’è rammarico perché nel finale della ripresa sul 2-2 abbiamo avuto un paio di situazioni importanti per chiuderla prima con Meloni e poi con Radrezza, però nel complesso la squadra ha giocato alla pari con un avversario di categoria superiore e che aveva una decina di giorni in più di lavoro nelle gambe. Ci hanno messo in difficoltà gli attaccanti con la loro rapidità. Però, ripeto, abbiamo fatto una grande prestazione sul piano dell’intensità, nel tenere bene il campo, nel chiudere le traiettorie di passaggio e ripartendo bene creando diverse opportunità. Non era facile giocare 120 minuti alla prima partita, con un pizzico di fortuna in più si poteva passare il turno». Nelle gambe avete solo due settimane di lavoro, le premesse per il prosieguo sono incoraggianti. «Di più i ragazzi non potevano dare, quindi le premesse ci sono. Naturalmente dobbiamo lavorare ancora molto e ci sono margini di crescita, ma abbiamo dimostrato di essere una squadra importante e questo è solo un punto di partenza». È il turno di Fabio Lauria, autore del gol lampo in apertura: «I rigori sono una lotteria, ciò che conta è che la squadra abbia dato risposte positive sul piano della personalità. Abbiamo affrontato comunque una squadra di categoria superiore che aveva nelle gambe una settimana in più di preparazione e in questo momento si fanno sentire, però il Campodarsego ha dato quel segnale positivo per continuare a lavorare su questa strada. Il mio gol? È un po’ una mia caratteristica cercare il tiro da fuori, e giocando con questo modulo sono anche agevolato. In questa occasione è andata bene, sono contento per il mio sigillo, e soprattutto per la prova della squadra». Ha esultato sotto i tifosi giunti da Parma, la sua ex squadra. «Ormai mi seguono ovunque e non posso fare altro che ringraziarli per il loro affetto». L’intesa con Aliù e Meloni? «È soltanto la seconda uscita, è normale che deve migliorare. Però qualcosa si è visto, oltretutto abbiamo fatto anche tre gol. Con questo entusiasmo e questa voglia – conclude Lauria – ci possiamo togliere delle belle soddisfazioni».

Ore 12.40 – (Gazzettino) Sfuma ai rigori il sogno del Campodarsego di superare il primo turno di Tim Cup e lanciare la sfida al Carpi. Fatali gli errori dal dischetto di Aliù e Radrezza, che hanno reso vana la parata di Andreatta su Kouko. Partita dalle mille emozioni che la Maceratese, terza la stagione scorsa in Lega Pro, ha vinto alla fine con merito in virtù di una maggiore predisposizione al gioco. A trascinare la formazione marchigiana al successo è stato lo scatenato Turchetta, imprendibile per gli avversari e protagonista di due gol. Passando alla sponda biancorossa, da apprezzare soprattutto la voglia di non arrendersi mai della squadra e la freddezza in zona gol di bomber Meloni, che ha firmato una doppietta d’autore. La compagine ospite, sostenuta da una cinquantina di ultras, ha preso subito in mano le redini della partita, sfruttando soprattutto le difficoltà di Sanavia sulla corsia di destra nell’arginare Turchetta. È stata però la truppa di casa a passare in vantaggio grazie a una bordata dai 25 metri di Lauria che si è insaccata sotto l’incrocio. Come se nulla fosse, la Maceratese ha ripreso a produrre le sue trame a palla radente. In un paio di circostanze Andreatta è riuscito a salvarsi con un po’ di fortuna, ma al terzo tentativo la squadra marchigiana ha acciuffato il pareggio. È stato Kouko a creare la superiorità numerica sulla sinistra, cross basso e girata vincente di Colombi da due passi. Il resto del primo tempo è vissuto ancora sul maggiore possesso palla della Maceratese, che ha imbrigliato la manovra del Campodarsego. Poco servite e anche un po’ a disagio nell’intesa le due punte, coinvolto solo a sprazzi Lauria che agiva da trequartista alle loro spalle. Più capovolgimenti di fronte nella ripresa, anche perchè a causa del grande caldo e della stanchezza le due formazioni hanno iniziato ad allungarsi. A rompere l’equilibrio, poco prima della mezz’ora, è stato l’indiavolato Turchetta dopo l’ennesima azione personale. Costretto a rimontare, Cunico ha dato un volto decisamente offensivo al Campodarsego: dentro prima Radrezza e poi D’Apollonia per un 4-2-4 a trazione anteriore. E il suo coraggio è stato premiato quasi in extremis dall’opportunismo di Meloni, abile a trasformare in rete uno scellerato retropassaggio di Franchini. Prima del novantesimo lo stesso Meloni ha avuto la possibilità di sfruttare un’altra clamorosa indecisione della retroguardia avversaria e poi Radrezza ha ritardato il tiro da posizione favorevole, facendo svanire l’opportunità.  I supplementari sono vissuti sul filo dei nervi. Turchetta ha riportato di nuovo avanti la Maceratese con la complicità di un avventato disimpegno aereo di Severgnini. L’implacabile Meloni ha corretto in rete una bella giocata di Pignat per il definitivo 3-3. Poi il verdetto dei rigori, fatale al Campodarsego.

Ore 12.30 – (Mattino di Padova) È sempre colpa dei rigori. Che siano gli Europei, la Champions League o il primo turno di Tim Cup poco cambia, gli undici metri fanno sempre danni. Stavolta la jella risveglia il Campodarsego da un piccolo sogno, quello di eliminare dal torneo una compagine di Lega Pro, la Maceratese. Quattro sono i rigori segnati dai marchigiani, contro i tre del Campo (errori decisivi di Aliù e Radrezza). Quattro, come i minuti che bastano ai padroni di casa per passare in vantaggio: Lauria, autentico furetto sulla tre quarti, recupera palla proprio da quelle parti prima di lasciar partire un sinistro che Forte può solo battezzare. 1-0. Al quarto d’ora la Maceratese trova il pari: Kouko, il migliore degli ospiti, affonda bene sulla sinistra, mette in mezzo un siluro a filo d’erba che la retroguardia del Campodarsego respinge alla meno peggio prima del piattone decisivo di Colombi. Capitan Bedin e compagni, tuttavia, sembrano averne di più ma soffrono quando la Maceratese allarga il gioco o alza il ritmo. A risvegliare le ambizioni del Campo ci pensa Aliù (su appoggio di Meloni), che prova a sorprendere Forte dal limite dell’area, senza riuscirci. Fa meglio Quadri che dai 20 metri impegna Andreatta con un sinistro improvviso. Ma a far male è la punizione tagliata di Lauria deviata in angolo da Forte con un guizzo al limite del senso estetico (36′). Cambia atteggiamento nella ripresa la squadra di Giunti, decisamente meno rinunciataria. Ma dopo tanto macinare da parte della Maceratese, il Campodarsego sfiora la rete con uno scambio fulmineo a centro area fra Tanasa e Meloni che il centravanti sardo non riesce a concretizzare. Al 29′, invece, Turchetta improvvisa due o tre finte di corpo prima di sorprendere portiere e difesa con un destro rasoterra che vale il provvisorio sorpasso. Il 2-2 del Campodarsego arriva all’85’ grazie a un mix di fortuna e caparbietà: è un retropassaggio sgangherato ad innescare l’infilata di Meloni che scarta il portiere e poi insacca col sinistro. Si arriva così ai supplementari che a fine luglio valgono mezzora secca in apnea. Lo sanno bene le due squadre in campo, che iniziano l’extra-time senza benzina e con tanta voglia di consegnare il proprio destino ai giocatori più tecnici. Turchetta, sponda Maceratese, trova il tris al 14′ sgusciando via sulla sinistra prima di beffare l’incerto Andreatta. Da un appoggio di Pignat, invece, arriva il clamoroso pareggio del Campo. Meloni è lì, appostato nell’area piccola, pronto a pareggiare i conti con un tocco dei suoi. A ridosso del 120′ una punizione di Quadri sfiora il palo alla sinistra di Andreatta e un contropiede disperato, concluso da Marchetti, per poco non chiude il discorso prima dei rigori. Dal dischetto la Maceratese sbaglia solo una volta (parata di Andreatta di Kouko), mentre il Campodarsego capitola con il tiro fuori di Aliù e la parata di Forte su Radrezza.

Ore 12.20 – (Corriere del Veneto) Un’autentica beffa, ma il calcio è crudele e i calci di rigore regalano spesso e volentieri delusioni cocenti. Il Campodarsego esce dalla Coppa Italia, dopo un’interminabile partita, con ben sei gol, tanto spettacolo e la sequenza finale di tiri dal dischetto che premia la Maceratese. Enrico Cunico può però essere soddisfatto: i suoi sono già una squadra in grado di mettere alla frusta un avversario di categoria superiore e rimontare per due volte lo svantaggio. L’1-0 arriva con un capolavoro di Lauria, che dalla distanza fulmina Forte con un vero eurogol. Per l’1-1 basta attendere dieci minuti: la Maceratese pareggia con Colombi, che raccoglie il cross basso dalla sinistra di Kouko e da posizione ravvicinata batte in solitudine Andreatta. Ancora emozioni e la Maceratese sfiora per tre volte il 2-1 e lo trova nella maniera più rocambolesca, con un tiro dalla distanza di Turchetta che sorprende Andreatta. Sembra finita, ma il Campodarsego ha sette vite. Al 40’ arriva il 2-2: merito di Meloni, che approfitta dell’errato disimpegno di Franchini per presentarsi a tu per tu con Forte ed insaccare. Ai supplementari, stavolta sì, la stanchezza si fa sentire. La Maceratese passa nuovamente al 10’ del primo extratime con Turchetta, che sfrutta l’errore di Severgnini segna il 3-2. Ma il Campodarsego ha ancora la forza di riacciuffare il pari: arriva al 3’ del secondo supplementare ancora con Meloni, che si avventa come un falco sul tiro strozzato di Pignat. Finisce 3-3, ai rigori l’errore decisivo è di Igor Radrezza.

Ore 11.50 – (Gazzettino) Roberto Venturato è visibilmente soddisfatto del suo Cittadella. Aldilà dei risultati positivi che fanno sempre morale – pareggi con il Chievo e con il Vicenza – i giocatori lo seguono, giorno dopo giorno: l’orizzonte è roseo. L’1-1 di Vicenza è giudicato positivamente dall’allenatore: «Abbiamo lavorato anche al mattino a Lavarone, poi siamo scesi in pianura dove siamo stati accolti dal gran caldo. In queste condizioni climatiche ho deciso di non rischiare qualche giocatore acciaccato come Scaglia e Benedetti, provando qualcuno in ruoli non propriamente suoi». Come Pelagatti terzino destro e Pedrelli a sinistra: «Non è un inedito per Pelagatti giocare basso a destra, è una posizione che può ricoprire, a Vicenza è stata una scelta dettata dalla condizione fisica di qualcuno che ho preferito lasciare a riposo». Il Cittadella in un paio di circostanze ha subìto le incursioni del Vicenza, pericoloso soprattutto con Raicevic. «Mi sembra comunque che nel complesso la squadra si sia disimpegnata bene, ha tenuto il campo con ordine, cercando anche di pressare il portatore di palla avversario. Anche il ritmo lo definirei buono per il momento della stagione, abbiamo sicuramente pagato in termini di brillantezza per il gran caldo incontrato in pianura. Subire qualcosa dagli altri, poi, ci sta: Raicevic a gennaio era stato cercato dal Napoli, significa che ha grandi qualità, numeri per rendersi temibile». Dopo l’amichevole di Vicenza il tecnico granata ha concesso un paio di giorni di riposo alla squadra, che si ritroverà martedì per la ripresa degli allenamenti in vista del debutto in Tim Cup.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Il Cittadella vince ai rigori la ventunesima edizione del trofeo Alfonso Santagiuliana, dopo che i tempi regolamentari si erano chiusi sull’1-1. Decisivi gli errori dal dischetto di Pianato (fuori) e Beduschi (parato da Paleari). Nelle fila granata in evidenza Martin, autore di qualche interessante quanto fruttuosa discesa sulla fascia, e Strizzolo che, gol a parte, è apparso sempre vivo nell’area avversaria. Il Cittadella conclude con l’amichevole di Vicenza le due settimane di ritiro: è una gustosa anteprima del prossimo campionato di serie B. Il tecnico granata mischia le carte, alternando diversi giocatori rispetto alla sfida di mercoledì con il Chievo. Inedita la difesa, con Pelagatti che fa il terzino destro, al centro Pascali e Pasa, Schenetti gioca in appoggio alle due punte, Strizzolo e Arrighini. Fa davvero caldo al Menti, ma il ritmo iniziale è buono. Passano cinque minuti e il Cittadella passa in vantaggio: discesa di Martin sulla sinistra e cross sul secondo palo per Strizzolo che salta più in alto di Bianchi e infila di testa. Non si fa attendere la risposta del Vicenza con la retroguardia granata che si fa trovare scoperta: Di Piazza crossa al centro dove arriva Raicevic che scheggia il palo. Al quarto d’ora Alfonso è costretto ad uscire abbondantemente fuori dalla propria area per fermare Siega lanciato a rete, lo stesso giocatore di casa al 22′ salta Pasa che lo stende in area. Rigore, dal dischetto Urso spiazza Alfonso. Dopo lo sprint iniziale del Cittadella, è il Vicenza a condurre l’incontro. I giocatori di casa danno l’impressione di avere più gamba, mentre i granata appaiono invece affaticati (si sono allenati intensamente anche al mattino, prima di scendere in pianura). La squadra di Venturato si rivede nell’area avversaria alla mezz’ora, Strizzolo appoggia per Arrighini che svirgola il pallone all’altezza del dischetto. Il Cittadella va a sprazzi. Allo scadere Strizzolo si ritrova tra i piedi il pallone del possibile vantaggio – assist di Martin – ma calcia centrale, Benussi compie comunque un mezzo miracolo, respingendo d’istinto. Venturato cambia sette giocatori in avvio di ripresa. Rimane “sperimentale” la difesa con De Leidi a destra, Pelagatti spostato in mezzo con Pasa, e Pedrelli a sinistra. Litteri gioca per Arrighini, Chiaretti agisce di raccordo. Occasione per il Vicenza al 6′ con Siega, che si presenta davanti al portiere, Busellato con un grande recupero in scivolata riesce a chiudere all’ultimo. Tiene meglio il campo il Cittadella nei secondi 45 minuti, anche perché il ritmo è visibilmente calato, vere occasioni però non si registrano. Si potrebbe evitare l’epilogo dei rigori (c’è un trofeo in palio) se l’arbitro Bellutti fischiasse fallo su Litteri, atterrato in area senza tanti complimenti, ma il direttore di gara fa cenno di proseguire. Poi dagli undici metri fanno centro Chiaretti, Fasolo, Busellato e Litteri. E i granata possono alzare il trofeo.

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Il “Santa day”, come lo chiamano da queste parti, non benedice nessuno. Il trofeo intitolato ad Alfonso Santagiuliana, bandiera biancorossa degli anni Cinquanta, finisce al Cittadella che supera ai rigori il Vicenza allo stadio Menti, dopo l’1-1 dei tempi regolamentari. Dal dischetto in gol Chiaretti, Fasolo, Busellato e Litteri; nel Vicenza decisivi gli errori di Pinato (fuori) e Beduschi (parata di Paleari). In vista dell’esordio ufficiale di domenica prossima, in Coppa Italia, contro la vincente della sfida tra Cremonese e Fermana in programma stasera, agli uomini di Venturato servirà comunque un po’ di brillantezza in più. Ma è nell’ordine delle cose che sia così, al termine del giorno che chiude ufficialmente le due settimane di ritiro. GLI ESPERIMENTI. Negli undici di partenza diverse le assenze da ambo le parti, un po’ per non peggiorare i leggeri affaticamenti muscolari frequenti in questa fase della stagione, un po’ per provare qualche esperimento. Al 4-4-2 classico dei padroni di casa, Venturato risponde con il consueto centrocampo a rombo, ma è Schenetti a posizionarsi sulla trequarti al posto di Chiaretti, mentre Litteri parte dalla panchina. In difesa, poi, la coppia scelta è quella inedita composta da Pasa e Pascali, con Pelagatti provato sulla destra. In generale il Citta tiene bene il campo ma soffre le fiammate in velocità sull’asse fra Raicevic – al centro di mille chiacchiere di mercato ma per ora punto di riferimento della manovra di Lerda – Siega e Di Piazza. MARTIN E STRIZZOLO OK. Al primo affondo Iori e compagni passano: al 5′ Martin si inserisce sulla sinistra e pennella un cross perfetto per la capoccia di Strizzolo, che sovrasta Bianchi sullo stacco e sblocca il risultato. La reazione biancorossa arriva però quasi immediata: Raicevic scheggia il palo, in anticipo su Pascali e Pelagatti, mentre, al quarto d’ora, Alfonso è lesto in uscita di piede ad anticipare di un soffio Siega, imbeccato dal solito Raicevic. A metà frazione ecco il pareggio, meritato: Pasa, un po’ in difficoltà in marcatura, sgambetta Siega in area e Urso trasforma il rigore spiazzando l’estremo difensore granata. L’ultimo sussulto dei primi 45′ è degli uomini di Venturato, con Martin, molto vispo, che si propone ancora una volta a sinistra e pesca Strizzolo, che sembra già in palla nonostante il fisico più imponente: Benussi si supera d’istinto. POCHE EMOZIONI. Al cambio di campo è soprattutto Venturato a ricorrere a mani basse alla panchina, cambiando sette giocatori. Tutti i reparti vengono ridisegnati, con Litteri e Chiaretti inseriti nel tridente offensivo, in cui rimane Strizzolo. I tre si cercano, anche se la precisione spesso fa difetto. L’occasione più nitida capita così sui piedi di Siega che, poco prima di lasciare il campo a Galano, perde troppo tempo prima di concludere, venendo impallato da Busellato. Negli ultimi venti minuti i ritmi calano notevolmente, con le squadre che sembrano in attesa dei rigori.

Ore 11.20 – (Corriere del Veneto) Il momento più bello della serata lo regala la lavagnetta luminosa del quarto uomo al 15’ della ripresa. Uno di quei momenti per cui lo sport vive e respira, quando Diego Otero, figlio del grande Marcelo Otero, icona del Vicenza di Francesco Guidolin, assaggia per la prima volta il prato verde del Menti. Un momento toccante, accolto dall’ovazione dei presenti e dalle lacrime di Marcelo, che durante la notte fra ieri e venerdì aveva regalato un cinguettio significativo: «Ragazzi no poso dormire di pensar q mio figlio giochi en el Menti tuto al estadio Forza Vicenza». Italiano incerto, ma ricordi scolpiti nella mente. Ruoli diversi, Marcelo era un esterno offensivo fortissimo che fece innamorare una città intera, uno di quei giocatori capaci di accendere la fantasia, Diego è un centrocampista più muscolare, ma che fa passi da gigante. Sul campo il Cittadella fa la solita bella figura: passa in vantaggio al 4’, con una discesa di locomotiva Martin, che disegna il solito cross perfetto per Strizzolo, regalando un flashback di quanto accadeva spesso e volentieri lo scorso anno a Pordenone. Inzuccata e palla in fondo al sacco, alle spalle del partente (?) Benussi. Il Vicenza è incerottato anche oltre i limiti, i granata ruotano uomini mantenendo lo stesso impianto tattico. Un altro giocatore con la valigia in mano è Urso, ma è proprio il centrocampista biancorosso a bucare dal dischetto Enrico Alfonso. Fa 1-1 e palla al centro, si gioca con un caldo soffocante, con la voglia sì di correre, ma con le idee che si annebbiano strada facendo. Poi ecco la solita girandola di cambi, con il primo a un soffio dal fischio finale del primo tempo. Fuori D’Elia (infortunio da valutare, solito guaio al flessore), dentro Pinato. Per il resto è da inizio ripresa che inizia la lotteria dei cambi, facce nuove che entrano, facce stanche che escono. Man mano che passano i minuti la lucidità viene meno, c’è solo un gol annullato al Vicenza in mischia (ultimo tocco forse di Cernigoi) sul taccuino. Per il resto poco o niente da segnalare, fino al triplice fischio finale di Piccinini e alla sequenza dei rigori. Cittadella glaciale (segnano Chiaretti, Fasolo, Busellato e Litteri), Vicenza impreciso (sbagliano Pinato e Beduschi). Il Trofeo Santagiuliana va al Cittadella, sarà pure calcio d’estate, ma vincere non dispiace a nessuno. E il Cittadella di Roberto Venturato che impone il pari a Chievo e Vicenza in attesa della prima di Coppa Italia, dimostra di essere sulla strada giusta.

Ore 10.50 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Comincia il difficile: tradurre gli sforzi economici in risultati”) Partiamo da un elemento inconfutabile: la proprietà ha fatto in pieno la sua parte sul piano degli investimenti per mettere nelle condizioni il diggì Zamuner di allestire una formazione competitiva. Tanti gli acquisti di spessore a livello tecnico e di personalità, con Tavano che potrebbe essere la ciliegina sulla torta. Ora però sta per arrivare il difficile, ovvero tradurre gli sforzi economici in risultati. E qui la “patata bollente” passa nelle mani dell’allenatore e dei giocatori: il Padova dovrà essere squadra sempre e comunque, nei momenti belli e in quelli difficili, esibendo un calcio fatto di dinamismo, coraggio e razionalità. Ecco che la sfida di oggi può rappresentare una tappa importante per mettere a fuoco il percorso di crescita della truppa biancoscudata. E un Euganeo già fremente nel tifo sarebbe sicuramente lo scenario ideale per evitare fin da subito le trappole dell’emotività.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Passando alla squadra, Altinier ha saltato la rifinitura di ieri mattina all’Appiani. Al suo posto nell’undici titolare Petrilli, per il resto confermati gli interpreti nel 3-5-2 visti all’opera giovedì nel secondo tempo con l’Este. «Valuteremo Altinier anche nelle prossime ore, però credo che non recuperi nemmeno per la panchina. È una botta al collo del piede e stiamo considerando di non rischiarlo. Fosse stata una partita determinante di fine campionato, si poteva pensare di rischiarlo». Petrilli è chiacchierato in uscita sul mercato, ma oggi è il sostituto naturale di Altinier considerato che Germinale non è in condizione e neppure convocato? «Come ho detto ai ragazzi, il mercato è aperto fino al 31 agosto. Fino a quando un giocatore indossa questa maglia, deve rispettarla. E finora tutti i ragazzi me l’hanno dimostrato. Potremo comunque anche scegliere una situazione diversa, in realtà provata poco, aggiungendo un centrocampista e giocando con un trequartista».

Ore 10.30 – (Gazzettino) È l’esordio nello stadio di casa per molti nuovi biancoscudati, incluso lei. «C’è emozione perché è uno stadio importante ed è giusto che sia così. Con massimo impegno, determinazione e abnegazione cercheremo di dare più soddisfazioni possibili ai nostri tifosi. Sentiamo la responsabilità di avere una tifoseria importante e calorosa, sarà sicuramente uno stimolo ulteriore per cercare di fare bene». Immaginiamo che si punti a chiudere la partita nell’arco dei novanta minuti. «Anche se il Seregno è in una categoria inferiore, va rispettato perché in questa fase della preparazione ci sono squadre che stanno meglio di altre. Dobbiamo prendere questa gara con massima attenzione e determinazione visto che, ripeto, ci teniamo a passare il turno. Il Seregno? Abbiamo preso informazioni, ma sinceramente non lo conosco benissimo. Siamo concentrati sul nostro lavoro e sulle situazioni che dobbiamo mettere in pratica al meglio».

Ore 10.20 – (Gazzettino) Appena tre settimane di lavoro alle spalle e per il Padova è già arrivato il momento di fare sul serio. All’Euganeo oggi alle 18 va in scena la sfida con il Seregno, compagine di serie D, valida per il primo turno della Tim Cup. È gara secca, pertanto se il tempo regolamentare dovesse finire in parità sono previsti supplementari ed eventuali rigori per stabilire chi affronterà nel secondo turno in trasferta il Trapani domenica prossima.
In casa biancoscudata c’è voglia di iniziare subito con il piede giusto, anche per bagnare al meglio il nuovo corso targato Oscar Brevi. «È la prima partita ufficiale nella quale conta il risultato, quindi dobbiamo cercare di vincere anche come mentalità – sottolinea il tecnico – Al di là dell’avversario dobbiamo approcciare bene la gara perché teniamo alla Coppa Italia dato che ci dà l’opportunità di giocare anche più avanti e in questo momento ci fa bene passare il turno. La squadra arriva a questo appuntamento con i giusti carichi di lavoro, stiamo andando un po’ sulla reattività e sulla forza esplosiva, anche se è normale che non si può essere al top».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) È Petrilli il suo sostituto? «Può essere, visto che Germinale non è ancora pronto. Penso che possa giocare anche come seconda punta, senza dimenticare che abbiamo Bottalico e Marcandella, oppure che potremmo provare anche una soluzione diversa con un centrocampista in più e un trequartista (Dettori o Fantacci, ndr), dietro a Neto. Anche se Nicola è chiacchierato sul mercato, ogni giocatore che si allena è da considerarsi a disposizione, e mi aspetto che giochi per la maglia dando il massimo». Che avversario si aspetta? «Alla squadra chiedo massima attenzione e concentrazione, perché al di là che l’avversario venga da una categoria diversa, è comunque da rispettare. Sinceramente, non ho avuto modo di vederlo all’opera, e per questo mi è difficile esprimere un giudizio tecnico. Rimaniamo concentrati su di noi e vinciamo questa gara». Probabili formazioni. PADOVA (3-5-2): Bindi; Sbraga, Emerson, Russo; Madonna, De Risio, Filipe, Dettori, Favalli; Neto Pereira, Petrilli. Allenatore: Brevi SEREGNO (4-4-2): Bardaro; Szekely, Cusaro, Moretto, Arca; Innocenti, Vingiano, Corti, Valente; Canalini, Capogna. Allenatore: Andreoletti. ARBITRO: Alessandro Pietropaolo di Modena.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «È la prima gara ufficiale e dobbiamo cercare di vincerla”, le parole di Oscar Brevi, il tecnico che debutterà oggi sulla panchina dell’Euganeo. «Al di là dell’avversario che incontriamo, dovremo scendere in campo con la giusta mentalità e approcciare bene la gara. Teniamo alla competizione e vogliamo andare avanti». Come arrivate alla prima gara ufficiale? “Con i giusti carichi di lavoro nelle gambe: dopo due settimane intense di ritiro, negli ultimi giorni abbiamo lavorato di più sulla reattività e sulla forza esplosiva. Ma è naturale che in questo momento non potremo certamente essere al top». C’è emozione per il vernissage all’Euganeo? «È normale che un pizzico ce ne sia. Esordiamo in uno stadio importante, nella casa di una società gloriosa come il Padova, e sia da parte mia che dei giocatori che ci giocheranno per la prima volta ci sarà giustamente un po’ di emozione. I tifosi in queste prime settimane ci hanno già fatto sentire il loro calore: sentiamo la responsabilità di avere una tifoseria molto attaccata e calorosa, per noi sarà uno stimolo ulteriore». Altinier? «Credo che sia difficile recuperarlo. Ha una botta al piede e pensiamo di non rischiarlo, forse nemmeno portandolo in panchina: fosse stata una gara decisiva di fine stagione magari avremmo ragionato in modo diverso, ma alla prima partita dell’anno credo che non sia necessario».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Non sono passati nemmeno tre mesi dall’ultima gara ufficiale, ed è già tempo di riprendere a giocare. Il Padova oggi alle 18 ritrova l’Euganeo per la prima uscita ufficiale della stagione 2016-2017: per il primo turno di Tim Cup, arriva il Seregno, formazione lombarda di Serie D che tra le proprie file schiererà Daniele Corti, fresco ex biancoscudato, e pure l’ex professionista Jeda, e che in panchina è guidata da Matteo Andreoletti, allenatore, a soli 27 anni, di una squadra che punta a vincere il campionato. Ma la curiosità, viene da sé, sarà tutta sui biancoscudati: tre mesi fa era un altro Padova, l’estate ha portato grandi cambiamenti sia dentro che fuori dal campo, e il primo banco di prova potrà già dire (con le dovute tare, essendo solo la fine di luglio) se il lavoro fatto sin qui è stato buono. Non c’è Altinier, ko per una forte botta al piede, e quindi in campo va Petrilli, uno con la valigia in mano da settimane che stasera avrà l’occasione di salutare i tifosi biancoscudati come si deve dopo due stagioni all’ombra del Santo. O chissà, magari persino di convincere la società a puntare ancora su di lui.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Si gioca alle 18, in un Euganeo che si presenterà torrido dal punto di vista atmosferico, ma caldo anche sugli spalti. Dovrebbero essere almeno 1500 gli spettatori a spingere il Padova alla vittoria alla prima uscita stagionale. La prevendita dei tagliandi, nei punti vendita Ticketone e su Internet, si concluderà alle 15, come di consueto con prezzi leggermente ribassati rispetto al botteghino. Le biglietterie apriranno alle 16, con questi prezzi: Poltrone Oro 25 euro, Tribuna Ovest 15, Tribuna Fattori 10. La Est rimarrà chiusa. Hanno suscitato grande entusiasmo nella tifoseria le nuove divise da gioco biancoscudate, che faranno il loro esordio in campo proprio stasera contro il Seregno. Sul profilo facebook ufficiale della società il boom di like è arrivcato a 100.000 utenti, 72 mila dei quali solo in riferimento alle nuove maglie, con particolari apprezzamenti per la tradizione ripresa dai bordini rossi sulle divise e dal grande biancoscudo in filigrana sul fianco. L’anteprima delle nuove maglie ha fatto superare quota 5 mila followers al profilo instagram della società, e i contatti sul sito ufficiale nell’ultima settimana sono raddoppiati. Domani, infine, scatta la prelazione della campagna abbonamenti.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Non ci sarà Cristian Altinier, che ha preso una botta nell’amichevole contro il Campodarsego e che sarà sostituito dal partente Nicola Petrilli, appeso al ballottaggio ancora aperto fra Ancona e Lucchese. «È tempo di gare ufficiali — evidenzia Oscar Brevi, che assaggerà per la prima volta il clima dell’Euganeo — dobbiamo vincere per andare avanti nella competizione ma anche per iniziare a formare la giusta mentalità. Un po’ di emozione c’è, siamo umani quindi è normale che ci sia, anche perché siamo a Padova… Ci metteremo il massimo impegno e la massima determinazione per onorare al meglio questa maglia e questi tifosi». Brevi, che ha parlato in mattinata dopo la rifinitura, aveva in qualche modo annunciato la rinuncia ad Altinier, ufficializzata poi nel pomeriggio: «Ha questa botta sul collo del piede, non credo che lo impiegherò. Petrilli potrebbe avere una chance, lo vedo in quel ruolo e mi aspetto che dia il massimo con questa maglia addosso, indipendentemente da ogni voce di mercato. Sul Seregno sappiamo poco. Abbiamo preso informazioni perché il rispetto dell’avversario va al di là di ogni categoria, ma più che su di loro dobbiamo concentrarci su di noi». Poi ecco la sorpresa, proprio nel finale di conferenza. Da non escludere l’inserimento di Mandorlini e l’avanzamento di uno dei centrocampisti in appoggio a Neto Pereira, visto che Germinale sta svolgendo un lavoro personalizzato: «Potremmo anche mettere un centrocampista in più cambiando qualcosa». Un 3-5-1-1, in definitiva, quello che potrebbe scendere in campo all’Euganeo. Da capire, però, chi sarebbe il giocatore più avanzato. Forse Dettori, chissà…

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Magari qualcuno ha sognato quella che sarebbe stata la passerella perfetta. Ossia con Ciccio Tavano in panchina, a sfilare davanti al pubblico dell’Euganeo. O addirittura in campo. Eppure ancora non ci siamo, nonostante l’apertura netta arrivata dal presidente dell’Avellino, Walter Taccone. «Siamo molto vicini a un accordo col Padova — ha detto il presidente — credo che mio figlio Massimiliano, direttore generale del club, abbia raggiunto un’intesa di massima col procuratore di Ciccio perché possa andare a Padova. Manca poco, credo che tutto possa andare a buon fine, anche se l’ultima parola spetta a mio figlio, che gestisce le questioni economiche dell’Avellino. Confermo che c’è disponibilità da parte nostra perché si possa arrivare a breve a un’intesa complessiva e che possa andare incontro alla volontà di Ciccio». Di certezze non ne esistono, il Pisa resta in agguato e ieri il giocatore si è allenato regolarmente con l’Avellino. Detto che Giorgio Zamuner aspetterà fino a domani e che, fra le ipotesi alternative, c’è anche Mino Iunco (ma è soltanto una delle tante prese in considerazione), l’attenzione è concentrata sulla Coppa Italia e sul debutto stagionale in una partita ufficiale in programma oggi alle 18 all’Euganeo contro il Seregno. I biglietti staccati in prevendita alla data di ieri erano poco più di 500, ma è chiaro che in molti si muoveranno all’ultimo momento, considerato che non c’è il rischio di un sold-out contro un avversario di categoria inferiore.




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