Live 24! Padova, da oggi si rialza la testa: allenamento pomeridiano alla Guizza

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Ore 21.00 – (Corriere delle Alpi) Esperienza positiva. Il Belluno è rientrato dal viaggio in Olanda e, nonostante la sconfitta subita in amichevole contro l’Amsterdamsche, i quattro giorni all’estero sono stati interessanti, utili a rafforzare il gruppo e inserire ancora più velocemente i nuovi arrivati. «È stato tutto molto bello ed organizzato bene – commenta il tecnico Roberto Vecchiato – una via di mezzo tra una vacanza e un ritiro. Abbiamo lavorato sul campo, ma c’ è stato il tempo anche di visitare Amsterdam. Siamo stati tutti davvero molto bene, non solo i giocatori ma anche i dirigenti e tutto lo staff». Sconfitta indolore. La squadra gialloblù ha perso 3-1 contro l’Amsterdamsche. «Perdere dà sempre fastidio, ma bisogna tenere conto che il nostro avversario sta lavorando dal 1 luglio e ha un mese di vantaggio rispetto a noi. Si sono dimostrati in palla rispetto a noi, che però non potevamo pretendere troppo, avendo sette allenamenti sulle gambe. Per 60’ il risultato è stato in parità, dopo abbiamo subìto due gol particolari, ma a questo punto, avendo appena iniziato, ci possono stare. Dobbiamo ancora lavorare». C’è qualche giocatore da cui ti aspetti di più rispetto alla passata stagione? «Da tutti quanti mi aspetto qualcosa in più e che possano migliorare, questo ovviamente non vuol dire matematicamente arrivare tra i primi tre e migliorare il nostro quarto posto. Tutti devono alzare le proprie prestazioni, per primo l’allenatore. I nuovi? Questi giorni sono stati utili per farli ambientare, sono contento del gruppo, è molto omogeneo». Ogni anno si riparte da zero o contano i risultati raccolti fino ad oggi? «Ogni anno è una situazione diversa, con avversari nuovi, è difficile dire cosa ci può aspettare, bisogna anche capire quali saranno i nostri avversari – conclude l’allenatore del Belluno Vecchiato – una cosa importante è che nessuno si deve sentire appagato. L’importante è dare tutto quello che si ha, dopo di questo può anche capitare di salvarsi all’ultima giornata. Bisogna ricordarsi che fare così bene, come fatto in questi tre anni, non è affatto scontato, se si pensa il contrario si rischia di perdere il valore delle cose fatte fino ad ora». Settimana di allenamenti a Fortogna. Il Belluno si allenerà da oggi fino a venerdì tra singole e doppie sedute, mentre sabato giocherà il Trofeo Europint con San Giorgio Sedico e Plavis. «Abbiamo scelto di allenarci a Fortogna – spiega Vecchiato – per non rovinare il Polisportivo per l’inizio di stagione».

Ore 20.40 – (Gazzetta di Mantova) Dopo l’amichevole vinta sabato contro il Darfo Boario e due giorni di riposo, la squadra tornerà ad allenarsi oggi al Martelli per preparare la sfida di domenica (ore 17.30) al Santarcangelo per il primo turno di Coppa Italia. Lo staff tecnico e quello medico dovranno valutare le condizioni di Bandini e Menini, entrambi acciaccati dopo il match con il Darfo. Ruopolo invece proseguirà con il lavoro studiato per recuperarlo totalmente in campionato. Per il gruppo oggi una doppia seduta, poi domani spazio all’amichevole contro il Rezzato, formazione di Eccellenza che gestita dagli stessi dirigenti biancorossi. Un test utile per capire a che punto è la truppa in vista dei primi impegni ufficiali. Fischio d’inizio fissato per le 18.30, un modo per sfuggire al caldo asfissiante degli ultimi giorni. Ingresso gratuito al Martelli, i tifosi potranno assistere all’amichevole dalla tribuna centrale. Giovedì la squadra sarà sottoposta a una nuova doppia sessione di allenamenti, venerdì invece tutti in campo solo al mattino. Stessa cosa prevista per sabato quando Prina farà la classica rifinitura pre partita.

Ore 20.30 – (Gazzetta di Mantova) Niente da fare. Matteo Paro ha risposto no alla proposta di tornare a Mantova. Ieri l’ultimo tentativo da parte della dirigenza biancorossa che ha contattato il giocatore l’anno scorso in B al Crotone. Purtroppo per l’Acm il regista ha declinato l’invito: non per una questione economica (l’accordo di massima era stato raggiunto senza grossi problemi) ma per una questione di prospettive. L’ex capitano infatti sta valutando seriamente l’ipotesi di collaborare con il Genoa e di entrare nello staff tecnico di mister Ivan Juric. C’è comunque la possibilità che Paro trovi squadra in serie B e che quindi decida di proseguire con il calcio giocato. Ora il Mantova è alla ricerca di un’alternativa. Serve un giocatore in grado di dettare i tempi a tutta la manovra. Il primo della lista è Loris Damonte. Savonese classe 1990, Damonte nella passata stagione ha vestito la maglia della Pistoiese in Lega Pro collezionando 26 presenze e un gol. In precedenza l’esperienza in Sicilia al Messina (sempre in C) e al Varese (serie B). Un giocatore di valore su cui il Mantova punta forte. Un altro nome interessante circolato per coprire il ruolo di centrocampista di impostazione è quello di Massimo Loviso. Il 32enne mediano dell’Alessandria (ma in passato anche in A con Bologna e Livorno) potrebbe fare al caso dei biancorossi, ma per il momento non c’è nessuna trattativa concreta per portarlo in riva al Mincio. Per la difesa continua il pressing per Cesare Ambrosini. Domenica sera il classe 1990 ha giocato con il Como nel match di Coppa Italia vinto contro il Montecatini. La situazione incerta del club lariano potrebbe spingerlo verso un nuovo orizzonte calcistico, magari proprio a Mantova dove troverebbe spazio nella difesa a tre.Domani intanto arriverà il portiere Luca Maniero, in prestito dal Crotone. Oggi invece ci sarà un volto nuovo al Martelli. Si tratta di Alex Mihai Manolache. Un esterno sinistro italo-rumeno nato nel 1996 e cresciuto nell’Inter. L’anno scorso era all’Altovicentino, serie D. Resterà qualche giorno in prova e se convincerà Prina il tesseramento si farà. Capitolo vendite. Trovato l’accordo con il Sassuolo per la cessione (prestito oneroso con opzione di riscatto) di Giulio Gambardella. Definitivo ai neroverdi il talentuoso classe 2004 Alessandro Pilati. La Lucchese ha fatto un sondaggio per Pietro Tripoli ma propone uno scambio per averlo (al Mantova finirebbe l’esterno Nii Ashong) e per ora l’Acm resta alla finestra. Anche il Siracusa potrebbe fare un’offerta. Infine la Carrarese sembra interessata al difensore Andrea Cristini, ma difficilmente Viale Te si priverà di lui.

Ore 20.20 – (Alto Adige) “Giocare bene senza ottenere il risultato può incidere sull’entusiasmo ma sicuramente ci aiuta a crescere”. Mister Viali si era pronunciato così alla vigilia del match di Tim Cup con l’Ancona, sulla scorta delle buone indicazioni emerse durante le amichevoli con Genoa e Verona. Ad Ancora ci si attendeva la consecutio del percorso di gioco ed anche, ammettiamolo, il primo confortante risultato positivo. Nell’”arena” infuocata dell’impianto dorico, invece, la nuova compagine biancorossa ha salutato il palcoscenico della competizione nazionale seppur a conclusione di un match giocato con grande determinazione ed abnegazione. E’ stato espresso un gioco importante ma che non è bastato a traghettare l’Alto Adige nel secondo turno di coppa. Un incidente di percorso che, alla luce di quanto esibito in terra marchigiana, servirà quale esperienza per il prossimo…anzi vicinissimo futuro. “E’ chiaro che bisogna fare un’analisi a trecentosessanta gradi – dice mister Viali – Valutazione che riguarda il gioco e l’atteggiamento dei ragazzi espresso sin dal primo secondo di gioco. Sicuramente posso dire che, rispetto al percorso fatto in questi giorni, forse nel primo tempo siamo apparsi un po’ compassati, non molto efficaci nel pressing. Nel secondo mi è piaciuta la reazione perché, al di la degli episodi, la squadra ha provato a raddrizzare la partita, provando anche a vincerla. Alla fine l’abbiamo persa per un episodio. La nota positiva? Tra tutte mi piace sottolineare il fatto che abbiamo provato a condurre la gara, sempre sia nel primo che nel secondo tempo. Devo dire che per spirito e voglia di vincere la squadra ha risposto”. Dopo appena tre settimane di lavoro sul campo, probabilmente Marcone e compagni hanno risentito delle scorie accumulate e condizionate, oltretutto, dal caldo asfissiante che ha fiaccato anche le residue energie. “Faceva caldo anche per gli altri – risponde immediato il tecnico biancorosso – non voglio cercare alibi. Non sono qui a distribuire colpe e responsabilità. I ragazzi hanno dimostrato di saper fare le cose fatte bene, e quando vengono fatte meno bene ci dev’essere sempre la consapevole serenità di aver dato il massimo. Non bisogna cercare mai nessun alibi”. La sfida contro l’Ancona non ha lesinato emozioni e colpi di scena, come i due rigori consegnati ai dorici che hanno seminato il disappunto tra le fila altoatesine. Mister Viali però non cerca attenuanti e, soprattutto, evita qualsiasi accenno di polemica. “Per come si è iniziato – chiarisce l’allenatore – non posso perdere energie in discussioni che non sono utili a fare crescere e migliorare il gruppo. A me interessa leggere e valutare quello che siamo stati in grado di proporre, il resto non lo considero. L’espulsione di Obodo? Il ragazzo si è beccato il secondo giallo nel contesto di un’azione convulsa e in mezzo a venti persone. Dalla mia visuale mi è impossibile giudicare e tra l’altro non mi interessa neanche farlo”. Della battaglia di Ancona rimane l’intenso profumo di una sfida giocata sempre in prima linea. Il che fa ben sperare per il futuro prossimo che si chiama campionato. “Il percorso è lungo è non sarà il risultato di una partita a far cambiare il nostro programma di lavoro. Continueremo sulla strada intrapresa dal primo giorno di ritiro e su questa completeremo la nostra preparazione in attesa delle sfide del prossimo torneo. Come ho già detto, ribadisco che il risultato positivo farà crescere la squadra in termini di motivazioni ed entusiasmo, così come ci faranno crescere le sfide come quelle giocate ad Ancona, dove la squadra si è fatta interprete di una prestazione lodevole, lottando dall’inizio alla fine. Abbiamo perso è vero, ma siamo a posto con la nostra coscienza per aver fornito il massimo del rendimento. Valuteremo gli errori e le cose da migliorare.”

Ore 20.00 – (Gazzetta di Modena) Si giocherà alle 20,30 di sabato, allo stadio Alberto Picco, la sfida del secondo turno eliminatorio di Tim Cup tra Spezia e Modena. L’accordo tra le due società è stato raggiunto ieri pomeriggio e già in serata, sul sito del club ligure, sono state comunicate le modalità della prevendita. L’anticipo della gara di ventiquattro ore rispetto alla data standard individuata dalla Lega si è reso necessario per evitare la concomitanza con il Palio del Golfo, evento che per ragioni di ordine pubblico si sconsigliava venisse organizzato in concomitanza con la gara di Tim Cup nel vicino stadio Picco. Passare il secondo turno di coppa garantirebbe ai canarini un test ancora più probante come quello contro l’Udinese, allo stadio Friuli, sabato 13 agosto. La prevendita dei biglietti, come detto, è attiva da ieri nei punti vendita del circuito Etes ed anche online su www.etes.it: il prezzo del tagliando per la Curva Piscina, settore destinato alla tifoseria ospite, è di 10 euro e potrà essere acquistato solo dai possessori di tessera del tifoso entro le ore 19 di venerdì.

Ore 19.50 – (Gazzetta di Modena) Più di tre mesi, tanto era passato dall’ultima vittoria in una gara ufficiale del Modena. Era martedì 19 aprile, giorno della sfida casalinga con il Perugia vinta 3-0 grazie alla tripletta di Granoche, ed era soprattutto l’unica vittoria nelle ultime 12 gare di un campionato inglorioso culminato con la retrocessione in Lega Pro. Ritornare ad esultare per un successo dei gialli al Braglia dopo tante disgrazie sportive, seppure in una partita dal valore irrisorio come quella del primo turno di Coppa Italia contro una formazione di serie D, è la prima cosa che almeno volevano i tifosi, i quasi 1600 paganti che avrebbero potuto scegliere di trascorrere una calda domenica estiva in altro modo ma che nonostante tutto, compreso il mal di pancia per la mancata svolta societaria, hanno scelto di essere presenti per la prima gara ufficiale della stagione. Consapevoli di trovare davanti a loro una squadra rinnovata, giovane ed ancora diversa da quella che sarà chiamata a convincere su un banco di prova di tutt’altro spessore, ma che se non altro ha vinto e mostrato buona volontà, anche nel cercare di riavvicinarsi proprio ai tifosi. Missione sottolineata da Pavan, un tecnico che senza proclami sta remando in questa direzione, e rimarcata dalla scelta di spostarsi nella panchina vicina alla Montagnani. La strada è ancora lunga ed in salita, perché a livello di risorse il Modena non può competere con diverse squadre che troverà nel suo stesso girone, ma all’interno della squadra la voglia di fare bene c’è; il miglior segnale per constatare che, grazie anche a tanti volti nuovi, non si viva di depressione post-retrocessione. Ora spetta al ds Pavarese il compito più complicato: trattenere almeno un giocatore dal quale non si può prescindere come Giorico ed aggiungere esperienza alla rosa, oltre alla qualità ancora necessaria. Sarà probabilmente il sacrificio di Rubin a sbloccare qualche situazione in entrata, intanto qualche soldo arriverà dalla cessione di Stanco: l’attaccante pavullese a sorpresa potrebbe non finire alla Cremonese, perché nelle ultime ore si sarebbe inserita prepotentemente un’altra società, ma a spuntarla sarà chi si avvicinerà più alla richiesta del Modena. A livello di rinforzi servono almeno una pedina per reparto, giocatori che conoscano la Lega Pro e possano fungere da guida per i tanti ragazzini in rosa: per il centrocampo un nome è quello di La Camera (’82) del Como, mentre per l’attacco si è dato un occhio al mercato degli svincolati, sondando ad esempio l’ex Brescia Abate (’81), con il mirino puntato sempre anche su giocatori più duttili e giovani come Falcone (’92), in uscita da Catania, o Giannone (’89) della Casertana. Per quest’ultimo, però, c’è a dir poco la fila.

Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) La vittoria a Salò ha soddisfatto pienamente i molti tifosi saliti sulle sponde del Garda per assistere alla prima uscita ufficiale della formazione di mister Colucci. La squadra ha messo già in mostra un’ottima idea di gioco ed è uscita alla distanza nonostante i pesanti carichi di lavoro di queste prime settimane di ritiro estivo. Le giocate importanti degli attaccanti Marchi e Nolè, quest’ultimo probabilmente il migliore in campo, hanno esaltato i tifosi, soprattutto il numero dieci che dopo le critiche ricevute l’anno scorso ha sempre dichiarato di voler rimanere a Reggio per riscattarsi e la sua prestazione di Salò ha fatto stropicciare gli occhi ai molti tifosi presenti che, infatti, gli hanno tributato un applauso convinto al momento della sostituzione. E’ vero, è solo calcio di agosto, è presto per dare giudizi definitivi e bisogna mantenere i piedi per terra, tutto verissimo, ma se questi sono i presupposti allora essere ottimisti non è un reato e gli elogi dei tifosi dimostrano chiaramente tutta la fiducia che aleggia attorno alla squadra. «Importante prestazione contro una squadra decisamente più avanti di condizione. Grande Regia!», «Abbiamo dato prova di solidità, mai pensato neanche per un secondo di uscire, squadra ben messa in campo e concentrata». «Al contrario dell’anno scorso vedo molte più soluzioni di attacco», «Erano 20 anni almeno che non vedevo a luglio/agosto una squadra così esplosiva, c’è da stropicciarsi gli occhi», «Tutto questo fa ben sperare!», «Meraviglia!», «Gran gol di Nolè», «Se questo è il vero Nolè sarà un valore aggiunto importante per la Reggiana». L’entusiasmo che ha contagiato i tifosi granata ha generato, dopo la vittoria, anche un po’ di ironia su una coppia offensiva Nolè-Marchi che cerca sempre di più l’intesa sul campo e, con il passare delle settimane, tutto questo non potrà che migliorare. «Bravino questo Ettore», «E’ bravo il fratello di Nolè, dove giocava l’anno scorso?». Già, sono i loro piedi e le loro giocate che possono alimentare i sogni dei tifosi granata. Così, dopo i 166 abbonamenti sottoscritti durante il week end, ieri sono arrivati altri 139 abbonamenti sottoscritti portando così il totale a 1588 abbonati.

Ore 19.20 – (Gazzetta di Reggio) In seguito alla vittoria ottenuta sul campo della FeralpiSalò la Reggiana accede al secondo turno eliminatorio di Tim Cup, sfida che si disputerà a Vercelli contro la formazione locale domenica 7 agosto alle ore 20.30. Da contraltare alla soddisfazione di aver superato il primo turno di coppa, in casa granata arriva però la tegola Pedrelli, con il terzino sinistro che nell’ultima settimana di ritiro a Villa Minozzo non ha mai lavorato con la squadra in seguito ad un problema alla coscia sinistra rimediato durante uno scontro di gioco nel corso della prima uscita stagionale della formazione allenata da mister Colucci contro la selezione del Montagna. Il terzino sinistro, per provare ad accelerare il recupero è stato sottoposto nella giornata di ieri ad un intervento chirurgico in cui gli sono stati somministrati dei fattori di crescita, che dovrebbero accorciarne di qualche settimana il rientro in squadra. L’operazione è stata svolta dai dottori Rodolfo Rocchi e Ivo Tartaglia, alla presenza del dottor Franco Taglia responsabile sanitario della Reggiana, presso il Salus Hospital e questo dovrebbe consentire a Daniele Pedrelli di rientrare in gruppo in circa cinque settimane.

Ore 19.10 – (Gazzetta di Reggio) «La cosa da evidenziare è lo spirito mostrato dalla squadra. Nonostante le difficoltà e i tanti errori la sensazione è che i giocatori volessero restare in gara e vincerla. Da queste partite devi trarre questo aspetto positivo, che è quello mentale». Il ds della Reggiana, Andrea Grammatica, dopo la bella vittoria per 3-2 sulle rive del Garda contro il Feralpisalò, loda l’atteggiamento dei granata, parla di tanti errori e sbavature dovuti al pesante lavoro di preparazione e conferma che mancano ancora tre colpi di mercato da piazzare. Direttore, buona la prima dunque… «Era la prima gara ufficiale, non avevamo fatto amichevoli molto probanti, con tutto il rispetto per gli avversari, dunque questa prova è importante». La prima sensazione è che si tratti di una squadra molto determinata. «E’ una squadra che ha una buona forza fisica ma ancora non sufficiente perché siamo indietro di condizione. Abbiamo lavorato tanto, puntando molto sui carichi di lavoro, perché siamo convinti che per affrontare questa categoria con delle ambizioni devi avere anche qualità fisiche». Abbiamo anche visto giocate tecniche pregevoli. «Il tasso qualitativo è importante e lo abbiamo visto sui gol, costruiti con qualità tecnica e questo è imprescindibile. Abbiamo fatto un sacco di errori, c’è da lavorare ancora tanto, poi sappiamo che la squadra è completare». Quanti colpi di mercato dobbiamo aspettarci? «Mancano un calciatore per ogni reparto, un difensore, un centrocampista e un attaccante con qualità diverse da quelle che abbiamo adesso». A proposito d’attacco: già così le soluzioni non mancano e Nolè sembra già un altro. «Gli attaccanti sono entrati tutti nelle azioni dei gol. Marchi in quella del rigore, che poi ha realizzato. Manconi l’ha passata a Nolè. Guidone si è procurato la punizione e poi ha deviato il 3-2». Ha colpito la duttilità di Ghiringhelli, schierato a sinistra e poi a centrocampo. «Ghiringhelli è un ragazzo molto disponibile: cerchiamo giocatori con spirito di sacrificio, pronti ad adattarsi ai ruoli proposti dall’allenatore». Soddisfatto del gioco? «Nei meccanismi dobbiamo migliorare. Non dimentichiamoci che siamo alla seconda settimana di lavoro. Questa è una squadra che si sta costruendo e alla fine del mercato avremo fatto 14-15 operazioni. Dobbiamo dare il tempo alla squadra di amalgamarsi, oliare i meccanismi, costruire una base». E comunque le basi ci sono tutte. «Dobbiamo lavorare senza fare proclami» I tifosi però sognano già. «Fanno bene a sognare ma noi dobbiamo alimentare i sogni con i fatti e non con le parole. Sono contento che ci sia entusiasmo perché vuol dire che i tifosi percepisco che stiamo provando a lavorare su un progetto tecnico e societario con una logica». E domenica ci sarà il derby tra ds, la sfida con la Pro Vercelli di Massimo Varini, un suo amico e un amico della Reggiana… «Sarà un altro test probante in vista del campionato. Siamo contenti di esserci meritati questa gara con una squadra di categoria superiore. Speriamo di dare un dispiacere all’amico Massimo…».

Ore 18.50 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 18.30 – Qui Guizza: partitella finale a metà campo.

Ore 18.10 – Qui Guizza: ancora lavoro atletico.

Ore 17.50 – Qui Guizza: lavoro col pallone. Assistono da bordo campo Altinier e Neto Pereira.

Ore 17.30 – Qui Guizza: lavoro atletico intenso.

Ore 17.10 – Qui Guizza: inizia l’allenamento. In gruppo anche Altinier.

Ore 17.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo, colloquio Brevi-squadra.

Ore 16.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Padova già fuori dalla Tim Cup, eliminato dal Seregno che milita in Lega D. Più precisi i brianzoli nei rigori (4-3), dopo che il match si era concluso 0-0. FLOP MANDORLINI – A determinare l’eliminazione è stato Matteo Mandorlini, appena arrivato all’Euganeo dopo aver abbandonato il Pordenone. Il figlio d’arte, fatto esordire nella ripresa, ha fornito una prestazione opaca e sbagliato (come Felipe) la sua conclusione dagli 11 metri. Ovvia la delusione di mister Oscar Brevi. Evidente il disappunto del presidente Giuseppe Bergamin, che non si è nemmeno presentato in sala stampa. Non comincia bene quindi nemmeno Giorgio Zamuner, che alla consulenza di mercato a Pordenone ha preferito la carica di gm a Padova. Tra l’altro nel Seregno milita anche Daniele Corti, «tagliato» proprio da Zamuner. «E dire – ha dichiarato dopo una buona prestazione il centrocampista – che qualcuno aveva detto che avrei dovuto smettere». I brianzoli hanno ingaggiato pure un altro ex ramarro, Francesco Uliano. Arrivato in settimana, domenica non ha giocato. IL SORRISO DI LOVISA – Forse sbagliamo, ma ci è sembrato di leggere un sottile brivido nel commento che Mauro Lovisa ha dedicato all’eliminazione del Padova. «Le sorprese – ha quasi sussurrato re Mauro – in tempi ancora di preparazione sono all’ordine del giorno e ti fanno capire come nulla sia scontato. Per questo sono ancora più felice che il Pordenone sia passato (5-2 al Grosseto, ndr). Anche noi abbiamo avuto un quarto d’ora di difficoltà, ma ci samo ripresi. E poi – sorride – avevamo già sistemato il risultato (4-0) nel primo tempo». SECONDO TURNO – L’eliminazione del Padova è stata la sorpresa più clamorosa del primo turno. Nel secondo il Seregno farà visita al Trapani. Detto della trasferta del Pordenone a Terni, vediamo gli altri accoppiamenti: Latina-Matera, Cesena-Arezzo (chi passerà se la vedrà con la vincente di Ternana-Pordenone), Pro Vercelli-Reggiana, Brescia-Pisa, Salernitana-Benevento, Cittadella-Cremonese, Frosinone-Como, Trapani-Seregno, Verona-Foggia, Ascoli-Lecce, Perugia-Alessandria, Carpi-Maceratese, Vicenza-Casertana, Cesena-Arezzo, Avellino-Bassano e Spal-Messina.

Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Buona la prima. Il Pordenone ha aperto la stagione 2016-17 con il 5-2 al Grosseto (Lega D) che vale l’accesso al secondo turno, da giocare domenica contro la Ternana (militante in B) al Libero Liberati (lo sportivo più famoso della città di Terni, motociclista, campione del mondo della classe 500 nel 1957, morto tragicamente nel ’62 in un incidente stradale). GIANO NEROVERDE – Come Giano, divinità latina dai due volti, così il ramarro domenica sera. Sfavillante nella prima frazione accompagnata dai cori degli ultrà in gradinata e dai frequenti applausi della tribuna. Trame veloci, precise e spettacolari, favorite da una già buona intesa fra i tre attaccanti. Scatenato Berrettoni nella doppia veste di goleador-rifinitore. Intelligente Pietribiasi. Volonteroso e quasi incontenibile nel gioco aereo Arma. A centrocampo attento e diligente Buratto, sicuro e ordinato per sè e per gli altri Burrai. Poi c’è Cattaneo. Sarà difficile per Tedino rinunciare (ammesso che voglia farlo) a classe, inventiva e fantasia di «Veleno», idolo del popolo neroverde. Tanti i tifosi che indossavano la maglietta con il suo nome sulle spalle. Tranquilli la difesa e Tomei fra i pali. Il tutto sintetizzato da 4 gol (doppiette di Berrettoni e Arma) e un palo (sempre Berrettoni). Questo Pordenone è rimasto negli spogliatoi. Al rientro dal riposo il ramarro ha cambiato faccia. RISVEGLIO TOSCANO – Scatenato Falconieri in avvio di ripresa che ha riaperto il match con una doppietta. «Sì – ammette con onestà Tedino, riavvolgendo mentalmente il nastro dei primi 10′ del secondo tempo -, abbiamo subito un brutto gol e questo ci ha fatto entrare in confusione. Ci siamo smarriti per un quarto d’ora, perdendo collegamenti e compattezza. Qualcuno ha voluto giocare a “uno contro tutti” e non di squadra. Poi però abbiamo reagito, tornando padroni del campo». Consentendo a Stefani di fissare dal dischetto il 5-2. LE DUE FASI – Tedino è comunque generalmente soddisfatto di quanto hanno fatto i suoi in attacco. «In fase propositiva – conferma – i ragazzi hanno fatto veramente bene. Già buona l’intesa. È su quella che abbiamo lavorato principalmente finora. Adesso dobbiamo concentrarci sulla fase di contenimento. Non sempre abbiamo fatto le cose giuste quando il possesso de pallone era degli avversari». Nella ripresa sono entrati Zavan, Suciu e Azzi. Per loro, condizionati probabilmente dal calo di concentrazione dei compagni, luci e ombre. BRUNO FILOSOFO – Poi Tedino fa il saggio. «È bello – sentenzia – vincere e lavorare per migliorare ulteriormente le cose». Il tecnico avrà una settimana per farlo e per preparare la trasferta al Liberati. La Ternana, dodicesima in serie B la scorsa stagione con 53 punti, sarà avversario di ben altro livello. Questo ramarro però ha i numeri non solo per confermare i pronostici favorevoli, ma anche per sovvertire quelli sfavorevoli. SALUTO – Intanto Gennaro Gattuso spiega perché ha lasciato il Pisa: «La condizione del club non offre alcuna prospettiva. Vivere alla giornata, tirando a campare in attesa di chissà quale nuovo imprevisto, non mi appartiene».

Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Lo storico e affascinate derby regionale si potrebbe vedere soltanto in finale: il sorteggio ha inserito Pordenone e Udinese in due parti opposte del tabellone della Tim cup. Utopia ma non troppo, la stagione passata insegna. Si pensi al Leicester, o in modo più circostanziato alla semifinale di coppa tra Alessandria e Milan. Del resto di imprese comincia a intendersene anche il Pordenone, risalito dalle macerie di una mesta retrocessione sino al secondo posto in campionato e alla semifinale playoff contro il Pisa. I ramarri hanno già iniziato il loro percorso, schiantando 5-2 il Grosseto (serie D) nel primo turno e guadagnandosi il pass per la seconda gara a Terni, contro la Ternana (serie B), domenica alle 20.30. La società del presidente Lovisa punta in alto e vuole proseguire nel più prestigioso torneo nazionale. I presupposti sono ottimi: la squadra di Tedino si è rinforzata nel reparto offensivo e ha già regalato spettacolo al pubblico del Bottecchia nel debutto di domenica. Il tridente composto da Berettoni, Arma e Pietribiasi ha poco da invidiare alle rivali più insidiose, per di più la Ternana è completamente ferma sul mercato e negli ultimi giorni sono emerse delle tensioni tra mister Panucci e il ds Fabrizio Larini. Ci sono le circostanze per riuscire a fare il colpaccio in Umbria, i neroverdi proveranno così a conquistarsi l’affascinante trasferta al Manuzzi di Cesena (sempre che elimini l’Arezzo) la settimana successiva. Un’ulteriore impresa metterebbe i ramarri di fronte all’Empoli e poi al Sassuolo agli ottavi di finale. Il Pordenone sogna, e se l’ambizione del presidente Lovisa è la serie A entro pochi anni, bisogna cominciare a calarsi in questa realtà. L’avversario dell’Udinese uscirà dalla sfida secca di domenica tra Spezia e Modena: il primo impegno ufficiale della stagione bianconera è fissato, al momento, per sabato 13 agosto.

Ore 16.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) A pochi chilometri di distanza, i rigori sono un piatto indigesto per Padova e Campodarsego, mentre a Bassano i tiri dal dischetto portano soltanto sorrisi. È un passaggio del turno dolce come il miele, quello andato in scena domenica al Mercante e che permetterà domenica prossima al Partenio una passerella importante contro l’Avellino. Luca D’Angelo è soddisfatto, il successo contro la sua ex Fidelis Andria spalanca le porte del secondo turno di Coppa Italia ai giallorossi. «Tenevamo molto al passaggio del turno — ammette il successore di Stefano Sottili — il primo tempo è stato equilibrato e interrotto da un gol casuale. Abbiamo affrontato un avversario tosto, è stato un test importante in vista dell’avvicinamento al campionato. Forse meritavamo qualcosa in più per il numero di occasioni create, per questo sono contento per i ragazzi che abbiano centrato l’accesso al secondo turno. Ora ci attende l’Avellino, una squadra di categoria superiore, per noi è una grande soddisfazione poterli affrontare e ci prepareremo al meglio possibile anche per questa sfida». L’altra bella notizia è il ritorno al gol di Tommy Maistrello dopo un gravissimo infortunio. «Si è mosso molto bene — esulta D’Angelo — stiamo lavorando con lui su alcuni movimenti e sta facendo passi da gigante. E poi sono felice che abbia segnato, perché il gol per un attaccante è sempre importante». Il diretto interessato gioisce come fosse la prima volta che manda il pallone a gonfiare la rete: «Sono molto felice della rete e di aver aiutato la squadra — ammette Maistrello — cercherò di dare il massimo ad ogni gara per recuperare il tempo perduto. Il mister mi sta dando molta fiducia, lavoriamo tanto e spero di poterlo ripagare: ora sta solo a me dimostrarlo. La dedica che ho fatto è tutta per Stevanin. Tutta la squadra e lo staff voleva dedicare la rete a Filippo. Io in prima persona ci sono passato e so cosa vuol dire, ma so anche che questi piccoli gesti possono aiutare moltissimo sul piano morale. Lo aspetteremo di nuovo in campo e sono sicuro che tornerà più forte di prima. È un ragazzo splendido, purtroppo capitano questi momenti e bisogna saperli superare». Insomma, il Bassano può tirare un profondo respiro dopo la prima uscita ufficiale di Tim Cup e riprendere il lavoro con ancora più fiducia. E se domenica riuscisse il colpaccio con i Lupi la stagione avrebbe subito i colori più vivi.

Ore 16.00 – (Giornale di Vicenza) Contro l’Avellino domenica, D’Angelo ritroverà Mattia Proietti in mezzo al campo ma rischia di perdere Giacomo Cenetti: il combattente virtussino l’altra sera è uscito in avvio di ripresa per una brutta botta e tutto è nelle mani dello staff medico giallorosso nel tentativo di riattivarlo in tempo utile. Non è un particolare di poco conto visto che la mediana è il reparto più sguarnito del Soccer Team: Davì non è stato ancora sostituito, il giovane Xamin per il momento non è stato ancora arruolato e ora c’è Cenetti malconcio. Contro gli irpini per adesso sono pronti Proietti e Cavagna nella zona nevralgica ma se Cenetti non guarisce il primo cambio di emergenza sarà Laurenti che peraltro con l’Andria se l’è cavata con profitto. E nel secondo turno starà fuori oltre al lungodegente Stevanin e al portiere Rossi, pure il numero 12 Guadagnin, finchè non si conoscerà con certezza l’esatta entità del suo infortunio. In panchina perciò siederà ancora il giovanissimo Piras. Intanto è ormai praticamente da escludere l’approdo a Caio De Cenco: non occorre neppure attendere il colloquio tra Seeber e Sensibile. Serse Cosmi sta puntando forte sull’italobrasiliano, ancora a segno anche nel test dei siciliani con la Cremonese, chiuso sull’1-1. È vero che tra le punte libere c’è sempre l’ex Cittadella Ciccio Coralli, ma per ora Bassano in area di rigore preferisce battere strade differenti. Anche perchè le priorità per ora sono negli altri reparti.

Ore 15.50 – (Giornale di Vicenza) Ieri sera è arrivata la conferma. La sfida con l’Avellino di domenica si disputerà al Mercante per la ritardata messa in posa del fondo sintetico al Partenio. Intanto, il dischetto per l’estate lo suona Bassano che dagli undici metri è un killer seriale da anni. Ma il più rock di tutti è sempre Tommy Maistrello che investito del ruolo di centravanti titolare squaderna un partitone orgoglioso e rigoglioso da panzer vero. Per poi ritagliarsi quell’esultanza dolcissima dedicata all’amico Filippo Stevanin, confinato in tribuna da un destino spietato che l’ha soffocato proprio nell’ora fissata per prendere il volo. «Io ci sono passato in prima persona da un infortunio del genere e so cosa vuol dire rompersi il crociato – riflette lo sfondatore virtussino – so però che certi gesti come la maglia personalizzata sventolata sotto la gradinata possono aiutare a ritrovare un minimo di morale. E Pippo è un grande che aspettiamo presto a braccia aperte». Intanto la rivincita con la sorte se la prende proprio Tommy, di fatto semplice comparsa la scorsa stagione spesa più nella riabilitazione del ginocchio fuori uso che nei gettoni di presenza. Ma adesso Tommy is back, prima scelta designata nel cuore dell’attacco e subito a referto con un timbro pesantissimo e d’autore. I più superficiali l’hanno già frettolosamente etichettato come sgraziato e macchinoso, senza accorgersi come nella notte della Coppa il finalizzatore svezzato dal vivaio abbia recitato da centroboa vecchio stampo, tenendo stabilmente la squadra alta anche quando era maggiormente in sofferenza nel primo tempo e soprattutto sforzandosi sempre di duettare tanto col compagno di reparto Rantier oltrechè con gli esterni. E siccome i piedi sono più foderati di quanto una sberla d’uomo di quella stazza lasci immaginare, un paio di volte ha regalato anche numeri sullo stretto che hanno lasciato sul posto i difensori andriesi. Abbastanza per incassare i complimenti di D’Angelo. «Tommy si è mosso molto bene – il pensiero del trainer – sta compiendo passi da gigante (in ogni senso, vista la mole, ndr) e stiamo lavorando ogni giorno con lui su alcuni movimenti specifici per rendere la sua azione ancora più efficace. Poi naturalmente sono felice per il gol poiché per una punta il gol è quasi tutto». Il numero 9 di Bassano ringrazia e contraccambia. «Il tecnico mi sta dando grande fiducia e ora tocca a me ripagarlo al meglio. Di sicuro ho voglia di recuperare il tempo perduto». E se nell’ouverture stagionale ha brillato anche la stella di Gianluca Laurenti, subentrante che in corso d’opera ha sterzato la gara da inedito centrocampista («Una posizione ricoperta sinora solo nelle giovanili», dice), il Soccer Team ha subito dimostrato di avere più gamba di tutti correndo a luglio per 120′ filati. In stile Dal Monte, il preparatore dei muscoli della comitiva. Nemmeno una novità.

Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Non abbiamo segnato? Il gol sarà un problema per i nostri avversari quando affronteranno il Venezia». Il bicchiere è mezzo pieno per Giorgio Perinetti dopo il primo assaggio di Lega Pro per un Venezia rimasto al palo sullo 0-0 contro una Sambenedettese che, proprio come il team di Pippo Inzaghi, attende il 28 agosto per accostarsi da matricola al prossimo campionato. «L’attacco semplicemente non è giudicabile, perché Geijo è fuori mentre Ferrari e Virdis avevano appena ripreso ad allenarsi – analizza il ds lagunare -. Abbiamo giocato a una porta sola e la fase difensiva è stata perfetta, tant’è che la nostra porta è ancora inviolata. Le sensazioni sono davvero ottime, credo che siano state effettuate delle buone scelte. Sappiamo che ci sono molte aspettative, siamo pronti a confrontarci con questo campionato molto impegnativo con l’obiettivo di fare di tutto per soddisfarle ovviamente nel lungo periodo». Finora Inzaghi non ha mai potuto schierare lo spagnolo Geijo. «È emerso uno stiramento a un muscolo dell’anca, col senno di poi il primo controllo era stato ottimistico, ma Alex lavorerà ancora un po’ a parte e poi speriamo possa aggregarsi al gruppo. Dispiace anche per Stulac, giovane centrocampista sloveno che ci stava stupendo: il problema riguarda un piccolo muscolo del ginocchio, ma non c’è stata distorsione e lo aspettiamo presto». Per sciogliere il nodo-Cernuto manca invece solo l’ufficialità della Lega Pro. «Sono sempre stato fiducioso perché è evidente che il giocatore ha già disputato tre campionati e giocherà il quarto in arancioneroverde. In via informale sappiamo che la risposta sarà positiva, quindi non mi aspetto sorprese e con Cernuto-bandiera saremmo a posto nel parametro richiesto dei 16 senior». Giovedì la Figc ufficializzerà i ripescaggi e (forse) i gironi, mentre per i calendari se ne riparlerà l’11 agosto. «Non siamo preoccupati, se anche ci ritrovassimo il Parma in girone penso che nemmeno i ducali sarebbero felice di vedersela col Venezia». Ieri a Norcia per gli arancioneroverdi mattinata di scarico e pomeriggio libero e domani (ore 18) quinta amichevole con il Porto d’Ascoli di Eccellenza.

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Una squadra che mostra già compattezza e che sa creare moltissimo. Anche se per ora, causa soprattutto le assenze, finalizza poco: domenica nell’amichevole contro la Sambenedettese è finita 0-0, nonostante la mole di occasioni prodotte. «Quando recupereremo tutte le punte, con il gioco che sviluppiamo, diventeremo molto pericolosi — garantisce mister Filippo Inzaghi, che si dice soddisfatto della prova dei suoi — abbiamo giocato sempre un buon calcio, anche se non si può non vincere dopo tutte le occasioni che abbiamo creato. Ma ci sta, il calcio d’agosto è così, anche perché capita che si arrivi sotto porta con le gambe pesanti. Siamo ancora un po’ in affanno e in più ci mancano gli attaccanti». E anche nell’uscita di domenica il reparto d’attacco era penalizzato dalle assenze. Domenica sono rimasti ancora fuori lo spagnolo Geijo e Virdis (in panchina), sempre alle prese con acciacchi anche se di lieve entità. In campo, invece si è rivisto Nicola Ferrari, che aveva dato forfait mercoledì scorso a Jesi. «Ferrari rientrava dopo lo stop e comunque ha fatto bene. Sono sicuro — prosegue Inzaghi — che quando recupereremo tutte le punte, con il gioco che sviluppiamo, diventeremo anche molto pericolosi». Il Venezia ha sempre tenuto le redini del gioco durante l’ultimo test, concedendo davvero poco alla Sambenedettese. E questo è un altro punto a favore in vista degli impegni ufficiali che arriveranno nei prossimi giorni, iniziando dalla Coppa Italia. «Sono contento della compattezza della squadra — sottolinea ancora mister Inzaghi — mi lascia sereno. I nostri avversari non ci hanno fatto un tiro in porta. Il gruppo è molto unito, lavora bene, dobbiamo andare avanti così, con questa mentalità». Anche il direttore sportivo Giorgio Perinetti coglie importanti segnali positivi dalla prova di domenica: «La definirei ottima per il momento che viviamo. I ragazzi sono ancora imballati — riflette il dirigente — a causa del lavoro fatto e in questo momento non c’è la brillantezza. Nonostante questo, si è vista padronanza, sicurezza, personalità. Il gol arriverà, non appena la squadra avrà trovato un po’ più di brillantezza, ma è un processo di crescita più lento. Questa è una squadra che deve durare, non deve partire a razzo». Ieri il gruppo ha svolto una seduta di «scarico» al mattino, mentre nel pomeriggio Inzaghi ha concesso una mezza giornata di libertà al gruppo. Continua a lavorare sempre a parte Geijo, dopo il guaio all’anca rimediato due settimane fa, anche se lo staff medico arancioneroverde ora è più ottimista e si avvicina il momento del suo rientro in gruppo. A parte lavora anche Stulac, che continuerà da solo per tutta la settimana, fino al prossimo controllo a Monastier. Domani è in programma l’amichevole contro il Porto d’Ascoli: l’appuntamento è alle 18 a Norcia. Il ritiro si concluderà sabato con l’ultima amichevole, contro la Fermana, poi si inizierà a pensare alla prima di Coppa Italia del 13 agosto, contro una delle due avversarie del gironcino, Mantova e Santarcangelo. «Aspettiamo di conoscere quale sarà la nostra prima avversaria, ma entrambe le due partite di Coppa saranno i test che ci avvicineranno al campionato e penso che vedremo un Venezia già più pronto, perché — chiude Perinetti — sta già crescendo e ha una sua identità». Intanto si attende giovedì per conoscere in via definitiva la composizione della Lega Pro, dopo che saranno ufficializzati i 12 ripescaggi. Si conoscerà la suddivisione dei gironi e se davvero il Venezia finirà nello stesso girone del Parma, nel caso in cui venisse confermata la linea del «taglio» verticale. Insomma, ci si avvicina a grandi passi al vivo della stagione, che per il Venezia avrà come obiettivo unico il ritorno immediato in serie B.

Ore 14.40 – (La Nuova Venezia) Il Venezia guarda avanti dopo essere rimasto imbattuto anche nell’amichevole di domenica contro la Sambenedettese. Lo conferma lo stesso allenatore Filippo Inzaghi ai microfoni dello staff societario su Facebook, unico mezzo scelto in questo momento per comunicare, a discapito dei giornali e dei lettori. «Finora abbiamo sempre giocato un buon calcio, e il solo rammarico che ho è il non essere riuscito a vincere una partita come quest’ultima con tutte le occasioni create. È il calcio d’agosto, ma sono certo che le cose cambieranno quando avremo disponibili tutti i nostri attaccanti. Guardo però alla difesa, perché siamo ancora imbattuti e la Sambenedettese non ci ha fatto un tiro in porta. Avanti così». Ieri nel ritiro di Norcia la squadra ha sostenuto solo una seduta defaticante al mattino, con Inzaghi che ha lasciato il pomeriggio libero a staff e giocatori. Oggi è prevista invece una doppia seduta, mentre domani si giocherà alle 18 la quinta amichevole, stavolta a Norcia negli impianti vicini all’hotel Europa dove soggiorna il Venezia. Avversario di turno sarà il Porto d’Ascoli, formazione che si prepara al campionato di Eccellenza. Per ciò che riguarda gli infortunati Alexandre Geijo a breve rientrerà in gruppo, mentre lo sloveno Stulac seguirà un lavoro differenziato per tutta la settimana in attesa di fare nuovi controlli a Monastier dopo il ritiro. Giovedì sono attesi i ripescaggi in Lega Pro, e in giornata potrebbero già essere diramati i tre gironi con il Venezia che conoscerà quindi i suoi avversari. Per il calendario si dovrà attendere l’11 agosto. Verrà composto a Parma dopo le 18. Il club ha tuttavia confermato che per la campagna abbonamenti i tifosi dovranno attendere la composizione dei gironi. Solo in seguito verranno presentate le proposte per il prossimo campionato al via il 28 agosto.

Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Quello che ha affrontato il Cittadella sabato sera al Menti è stato un Vicenza largamente rimaneggiato dalle tante assenze, ma che ha ugualmente consentito al tecnico Franco Lerda di farsi un’idea più netta e chiara della rosa che in questo momento ha a disposizione. «A fine ritiro tireremo le somme e decideremo chi è da Vicenza e chi dovrà invece andare a farsi le ossa in Lega Pro», aveva spiegato il tecnico del Vicenza il giorno della partenza per il ritiro di Andalo e come anticipato dall’allenatore biancorosso puntuale sabato scorso si è verificato un incontro con il direttore sportivo Antonio Tesoro e con il presidente Alfredo Pastorelli. Di cosa si siano detti e cosa abbiano deciso è trapelato poco, ma Lerda al termine del confronto è apparso sereno, segno evidente che le sue idee su cosa manchi al Vicenza attuale collimano perfettamente con i vertici tecnici e dirigenziali di via Schio. Il problema principale da risolvere è quello legato alla posizione di Filip Raicevic , che anche contro il Cittadella ha dimostrato di avere mezzi importanti e soprattutto grandi margini di miglioramento. Un giocatore che in attacco potrebbe anche fare le fortune del Vicenza, se si riuscirà a trovare un’intesa per adeguare e magari allungare il contratto all’attaccante montenegrino. «Stiamo parlando — ha spiegato Gabriele Savino, procuratore di Raicevic — da parte nostra c’è la massima disponibilità a trovare un accordo, Vedremo quello che accadrà, altre cose non ne vorrei aggiungere». In attesa di conoscere l’evolversi della situazione legata al futuro di Filip Raicevic, ieri Tesoro ha avuto il via libera per chiudere un’operazione su cui lavorava da tempo: portare Fábio Ayres, meglio noto come Fabinho a Vicenza. L’esterno d’attacco del Perugia, che è in rotta con la società umbra, nella serata di ieri era a Vicenza nella sede delLa Colombo Finanziaria per incontrare il padrone di casa, e cioè il presidente del Vicenza, Alfredo Pastorelli. La volontà del club biancorosso era quella di acquisire le prestazioni di Fabinho a titolo definitivo: operazione non semplice ma che è andata in porto. Il mancino brasiliano è un attaccante esterno capace di giocare sia a destra che a sinistra, e andrà a rinforzare le fasce del Vicenza che fino ad ottobre non potranno contare su Stefano Giacomelli , alle prese con un infortunio alla caviglia. Per Fabinho 12 reti con gli umbri in 82 partite. Detto dell’attacco dove restano da risolvere le posizioni di Maritato e Pozzi , che non rientrano nei piani tecnici, una riflessione è stata fatta anche per la retroguardia dove sono partiti Sampirisi e Brighenti , sostituiti con Pucino e Fontanini. Le perplessità nascono dalle alternative al centro della difesa con i giovani Bogdan e Madrigali che finora sono parsi ancora acerbi e non pronti per un campionato lungo e difficile come la serie B. Un altro centrale di esperienza e di personalità quindi servirebbe, anche perché tra infortuni e squalifiche avere tre difensori centrali di pari valore è quasi un obbligo in serie B. Sotto osservazione è anche il centrocampo, dove è da valutare la posizione di Urso che è in uscita ma che sta giocando un buon pre-campionato e che ha dimostrato di rappresentare una valida alternativa a Signori e Rizzo . E il giocatore, per altro, resterebbe volentieri a Vicenza. A completare il reparto sarà probabilmente un giovane con il ventenne Demetrio Steffé che resterà in prova per una settimana; resta in piedi anche l’ipotesi legata a Gaby Mudingayi che però verrà valutata in base alle condizioni fisiche del giocatore ex Inter, Bologna e Lazio. Conterà anche la lista degli «over», che la società dovrà presentare alla fine del mercato.

Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Chissà se Stefano Giacomelli, quando ha letto le dichiarazioni del presidente Alfredo Pastorelli che qualche giorno fa lo ha pubblicamente indicato come prossimo capitano del Vicenza, oltre ad un moto d’orgoglio ha anche toccato l’amuleto antisfiga più comodo da raggiungere. Certo, da un lato ci sarà stato l’orgoglio nel sentirsi investito del ruolo di giocatore-simbolo di una squadra con una pluricentenaria storia alle spalle. D’altro canto, però, anche l’attaccante umbro si sarà reso conto che negli ultimi anni indossare quella fascia non ha portato grande fortuna. Anzi.L’ultima bandiera. Per ritrovare un capitano che ha lasciato il Vicenza e quella fascia, così nobilitante ma anche così pesante, circondato dall’affetto e dalla riconoscenza unanime di squadra, società e tifosi bisogna ritornare indietro di otto anni. 25 maggio 2008, penultima partita di campionato contro il Ravenna: il saluto di Stefan Schwoch al Menti e il tributo del Menti al suo campione prediletto dopo 7 campionati, 220 partite e 74 gol, con tutto lo stadio in piedi ad applaudire e la Curva Sud che esponeva lo striscione “Un uomo, un campione, una bandiera. Grazie di cuore Stefan”. Un giocatore che – vale la pena ricordarlo – nel gennaio 2005 era stato ad un passo dal tornare al Napoli, ma all’ultimo momento, anche per il grande amore dimostrato dai tifosi, chiese ed ottenne da Sergio Cassingena di rimanere e chiudere la carriera nel Lane con una spalmatura del contratto. Da quando Schwoch ha lasciato il calcio e la fascia, Vicenza non ha più vissuto un lieto fine per i capitani in biancorosso.Da àncore a zavorre. Nel calcio contemporaneo, del resto, c’è sempre meno spazio per sentimenti come l’attaccamento e la riconoscenza, da qualunque parte li si cerchi: alle società interessano prevalentemente i risultati e i conti, ai calciatori l’ingaggio e la possibilità di giocare con continuità. Il resto viene stritolato e svilito, e nel mezzo del trituratore finiscono anche i ricordi, sia pure recenti. Lo sa bene Antonino Bernardini, il capitano successore di Schwoch e con lui – anzi, più di lui – protagonista della rimonta-salvezza del 2008, quando il Vicenza si risollevò da un ultimo posto che pareva disperato. Nel campionato successivo, a gennaio, Bernardini si procurò un grave infortunio al ginocchio: la società lo attese e lo accompagnò nel recupero, ma quando nella stagione successiva a 35 anni il centrocampista sperava di rientrare fu messo da parte e si giunse alla rescissione del contratto nel gennaio 2010. Nel frattempo il capitano era diventato Marco Zanchi, che tenne la fascia fino al 2012, chiudendo però la carriera con un’amara retrocessione in Lega Pro (poi “condonata” per lo scandalo scommesse del Lecce) e giocando sempre meno. Già in quel campionato, così, il capitano fu spesso Daniele Martinelli, che ha alternato alti e bassi di rendimento nella sua lunghissima militanza in biancorosso (settimo per presenze in tutta la storia del Vicenza con 253 partite tra 2005 e 2013), ma da persona mite e riservata non è mai parso un trascinatore.Cannonieri sbiaditi. Proprio per questo nel gennaio 2013, sperando di dare la scossa alla squadra e salvarla da un’altra retrocessione, il tecnico subentrato Alessandro Dal Canto tolse la fascia a Martinelli e la assegnò al neoarrivato Valeri Bojinov. Il bulgaro, tuttavia, non fu entusiasmante nel rendimento e retrocesse con il Vicenza tra i fischi. L’altro attaccante giunto in quel gennaio, Simone Tiribocchi, rimase anche nel successivo campionato di Lega Pro e si incaricò da capitano di guidare il gruppo allenato da Giovanni Lopez nel tentativo di risalire subito in B: anche questa missione fallì, e Tiribocchi si trovò spesso in panchina, cedendo il posto a Piergiuseppe Maritato e la fascia ad Alessandro Camisa. Nella stagione seguente, nonostante un altro anno di contratto da giocatore, Tiribocchi fu convinto di malavoglia ad appendere le scarpe al chiodo e cominciare ad allenare le giovanili.Non beati gli ultimi. Raccogliere la fascia “in corsa” non ha portato granché bene agli ultimi tre capitani. Alessandro Camisa, che l’aveva ricevuta da Tiribocchi, con l’arrivo di Manfredini si ritrovò a sua volta relegato spesso in panchina, e nel successivo mercato estivo venne spedito a Lecce senza poter valutare un eventuale rinnovo. Antonio Cinelli prima è stato “vicario” di Camisa, poi capitano in carica fino al gennaio 2015, ma anche nel suo caso il mancato accordo sul rinnovo contrattuale ne ha decretato la cessione anticipata al Cagliari. Gli è succeduto Nicolò Brighenti, ed è cronaca recentissima la traumatica fine della sua avventura a Vicenza. Adesso il capitano designato è Giacomelli, che peraltro al momento è infortunato. Nelle amichevoli del ritiro, con le girandole di sostituzioni, contro il Levico Terme la “fascia che scotta” è arrivata sul braccio di Filip Raicevic, solo poche ore prima che deflagrasse il caso sul suo adeguamento di contratto, che per fortuna pare ricomponibile. Contro il Cittadella al Menti è toccato a D’Elia, uscito per un fastidio al polpaccio, che l’ha passata a Benussi, con il caschetto protettivo in testa per il colpo rimediato con il Carpi. Il prossimo è autorizzato a fare gli scongiuri…

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Il mercato del Vicenza si muove sugli esterni d’attacco con un sorpasso deciso: il brasiliano Fabio Ayres “Fabinho”, venticinquenne in uscita dal Perugia, che con la maglia dei grifoni è stato tra i protagonisti della risalita dalla Lega Pro e dei successivi campionati di serie B, ha infatti messo la freccia e superato nettamente Dejan Lazarevic, esterno del Chievo molto apprezzato ma con un ingaggio fuori portata per l’attuale budget biancorosso. La trattativa per Fabinho si è chiusa ieri sera poco dopo le 20,30 con la firma del contratto (che dovrà essere depositato in Lega). Ieri il giocatore era a Vicenza per sottoporsi alle visitie mediche, che ha superato. Il primo a “rivelarsi” era stato il suo procuratore Paolo Paloni, lo stesso che aveva già portato in biancorosso proprio dal Perugia il centrocampista Giuseppe Rizzo: su Facebook l’agente aveva invitato pubblicamente il brasiliano Fabinho a raggiungere al più presto Rizzo (“Sempre insieme amico mio Giuseppe Rizzo… Fabio Ayres riprenditelo!”). Un’uscita allo scoperto che aveva fatto subito capire come le possibilità di successo, per questo secondo movimento di mercato sull’asse Perugia-Vicenza, fossero molto elevate. L’arrivo di Fabinho, comporta la definitiva uscita dai radar del pari ruolo Lazarevic.Rimanendo in ambito di social network, va registrato che ieri su Instagram Filip Raicevic ha postato una foto che lo ritrae al Menti, corredata dagli hashtag #alwayssmile e #lanerossi: si può interpretare come un nuovo segnale di riavvicinamento, dopo le tensioni della settimana scorsa, che potrebbe portare nei prossimi giorni allo sviluppo della trattativa per l’adeguamento del contratto dell’attaccante montenegrino, anche se l’esito positivo non può dirsi ancora scontato.In attesa dei nuovi innesti, la squadra intanto oggi riprenderà la preparazione al centro tecnico Morosini di Isola. Non dovrebbero esserci problemi per D’Elia e Bianchi, sostituiti solo a scopo preventivo contro il Cittadella, e si valuterà la possibilità di altri recuperi (Rizzo e Pucino). Già domani è in programma un nuovo test significativo: alle 20.30 al Menti arriverà infatti il Pescara di Oddo per la prima edizione del trofeo intitolato, come il centro degli allenamenti del Vicenza, alla memoria di Piermario Morosini. Sarà questa l’ultima tappa di avvicinamento al primo appuntamento ufficiale della stagione, domenica ancora al Menti per il secondo turno di Coppa Italia contro la Casertana, che ha eliminato per 3-2 ai tempi supplementari il TuttoCuoio. Ancora da definire l’orario del fischio d’inizio, che potrebbe essere nel tardo pomeriggio o alla sera.

Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Il suo silenzio, finora, ha fatto molto rumore. Da quando è diventato protagonista del caso di mercato più scottante nell’estate biancorossa, Nicolò Brighenti aveva evitato di rilasciare alcun tipo di dichiarazione o commento. Ieri però, proprio nel giorno del suo ventisettesimo compleanno, l’ormai ex capitano biancorosso ha deciso di raccontare la sua verità al nostro Giornale: «Non potevo più tacere, lasciare passare tutto senza spiegare la mia versione dei fatti – spiega -. Ho aspettato perché avevo bisogno di metabolizzare quello che è accaduto, in un momento molto delicato della mia vita personale prima ancora che professionale. E alla fine ho capito che era giusto spiegare alla gente cosa è successo, perché ho letto troppe cattiverie, troppe accuse pesanti nei miei confronti che spero possano essere rivalutate ora che si sentirà anche la mia campana».Come immaginerà, la delusione e la rabbia di molti tifosi nascono dal fatto che si sentono traditi dal giocatore che consideravano un riferimento, una bandiera.Mi rendo conto che mi è stato abilmente cucito addosso questo ruolo. Ma io non ho tradito nessuno, anzi: come si ricorderà, avevo scelto di venire a Vicenza firmando un contratto quadriennale in Lega Pro. Era una scelta di vita, speravo davvero di diventare una bandiera. E per quanto mi riguardava, sarei rimasto più che volentieri. L’unica cosa che avevo chiesto era un adeguamento del contratto, stipulato appunto ancora a quel tempo: il direttore e il presidente si erano detti disponibili alla fine dello scorso campionato, quindi attendevo fiducioso che si potesse definire la questione prima di cominciare il ritiro della nuova stagione.E in effetti l’accordo pareva raggiunto…Era quello che pensavo anch’io, visto che si era trovata un’intesa di massima proprio il giorno prima di partire per il ritiro. Avevo rinunciato a diversi soldi rispetto alla richiesta iniziale, ma non avevo rimpianti: avevo firmato convinto, felice di proseguire la mia avventura in biancorosso, restava solo da depositare il contratto. Ma lì è avvenuta la prima cosa strana.Cioè?Cioè che l’annuncio del prolungamento è stato dato con grande enfasi sul sito della società prima ancora che il contratto stesso venisse depositato. Piuttosto irrituale. Però poi sono passati alcuni giorni, è cominciato il ritiro, e il contratto non risultava ancora depositato. E a quel punto è avvenuta la seconda cosa strana: il direttore Tesoro dopo un paio di giorni mi ha preso da parte e mi ha detto che era arrivata un’offerta importante dal Chievo, chiedendomi se volessi valutarla.Come ha reagito?Ero sorpreso e un po’ disorientato. Ero fermo al rinnovo ormai definito con il Vicenza, invece il contratto aggiornato non era stato depositato e mi si sottoponeva una nuova proposta. Per di più dalla serie A, da un posto vicino a casa: per me un’opportunità importante e inattesa, ma che evidentemente anche la società era interessata a valutare, visto che mi aveva inoltrato la proposta. Considerate poi che proprio in questi giorni sto attendendo la nascita del mio primo figlio, Filippo, e capirete che in tutta sincerità non riuscivo ad essere teso e concentrato unicamente al lavoro sul campo, non mi sentivo pienamente a mio agio.E arriviamo alla famosa amichevole con l’Arco.Appunto. La sera prima mi confido sinceramente con i compagni e l’allenatore: Lerda, con il quale ho sviluppato un rapporto di stima e franchezza reciproche, mi ascolta e capisce la mia situazione. Insieme concordiamo che forse è meglio evitare di giocare la partita, insistendo di più per quel giorno sulla corsa che non richiede la lucidità mentale e la concentrazione massima che invece sono doverose in qualunque incontro, sia pure amichevole, se vuoi che possa rappresentare un allenamento veramente utile.Già durante la partita, però, si è diffusa la notizia di un suo categorico rifiuto.Appunto, che è qualcosa di ben diverso rispetto alla scelta concordata di svolgere un allenamento specifico. Allora avrei dovuto piuttosto regolarmi come fanno molti giocatori in questi casi, cioè stare proprio a riposo facendo finta di avere un dolorino al ginocchio? Non è da me! Non mi sentivo a posto per giocare, ma volevo allenarmi seriamente al massimo delle mie possibilità del momento, e così ho fatto. Tanto è vero che, ad un certo punto della giornata, su un sito web era stata pubblicata la precisazione del direttore Tesoro, che negava il mio rifiuto. Magicamente, però, dopo qualche ora quella precisazione è stata fatta sparire, mentre si è “pompata” al massimo la notizia della mia “indisponibilità” a giocare.Come ha vissuto i successivi giorni del ritiro?Ero frastornato, incredulo, ma per fortuna l’allenatore, i compagni e il direttore sportivo, che sapevano come sono andate le cose realmente, non mi hanno mai fatto mancare la loro comprensione. Quindi ho proseguito ad allenarmi regolarmente con serietà. La società, però, con me non si è mai più fatta sentire in alcun modo: io ero sempre fermo al contratto di rinnovo mai depositato e alla richiesta di valutare la proposta del Chievo. Fino a quando, sbalordito, ho letto le affermazioni di Pastorelli, che di punto in bianco mi accusava di essermi rifiutato due volte di giocare e mi dichiarava fuori rosa e non più degno di indossare la fascia di capitano, anzi speranzoso che qualche squadra si facesse avanti per prendermi, altrimenti sarei finito in tribuna. Evidentemente era questo il mio “rinnovo” di contratto: ho cominciato a capire che ero destinato a ricevere lo stesso trattamento con cui in passato erano stati messi alla porta compagni come Cocco e Cinelli.A quel punto è arrivata l’offerta del Frosinone, giusto?Esatto. E spiegatemi: che cosa avrei potuto fare se non accettarla, a quel punto? Rendiamoci conto: mi è stato riferito che il presidente Pastorelli su facebook, che peraltro io nemmeno utilizzo, ha addirittura scritto che avrebbe valutato un mio eventuale reintegro solo se avessi chiesto scusa pubblicamente. Scusarmi di che cosa e con chi, esattamente? Non sono stato io a non mantenere i patti presi. E in ogni caso, ormai con quale spirito avrei potuto continuare ad essere un suo dipendente, dopo essere stato additato pubblicamente come un traditore? Proprio io che giocando per questa maglia ho dato tutto, rischiando anche la vita, e purtroppo non per modo di dire… Ormai, con grande amarezza, ho preso atto non ero più nelle condizioni di essere ancora un giocatore del Vicenza, perlomeno del Vicenza di Pastorelli. E allora ho accettato la proposta di una società seria, dove peraltro ritrovo un allenatore che mi conosce e che stimo; mi pesa dovermi trasferire così lontano proprio adesso che nasce mio figlio, ma non avevo più scelta ormai.Sui vari siti e social della “galassia mediatica” biancorossa si sono letti commenti molto pesanti nei suoi confronti.Penso che sia soprattutto perché i tifosi non hanno avuto modo di sapere come sono andate davvero le cose; spero, con questa intervista, di avere contribuito a fare un po’ di chiarezza. Questa in assoluto è la cosa che mi ha fatto più male, perché ero convinto di avere dimostrato con i fatti di meritare un po’ di credibilità e rispetto. Per fortuna c’è anche chi ha preferito attendere prima di esprimere un giudizio definitivo. Per quanto mi riguarda, Vicenza resterà sempre la città che mi ha fatto scoprire il grande calcio, diventare uomo, vivere emozioni uniche come la semifinale playoff o la salvezza in rimonta dell’anno scorso. Umanamente e professionalmente ho ricevuto tantissimo, ma so anche di avere sempre dato tutto, quindi qui io tornerò sempre volentieri e a testa alta. Se qualcuno deciderà comunque di fischiarmi lo accetterò, ma io so di non meritarmi un trattamento da traditore perché non lo sono.

Ore 12.40 – (Gazzettino) Volto nuovo in casa Campodarsego che ha ufficializzato l’ingaggio dell’esterno offensivo classe 1998 Mario Tammaro (nella foto), arrivato con la formula del prestito dal Genoa. Nel suo curriculum figurano le esperienze nel settore giovanile proprio del Genoa, nonché di Carpi e Napoli, giocando anche alcune partite come terzino con i liguri. Adesso, appunto, la nuova esperienza con il Campodarsego, tanto da essere partito ieri mattina insieme a Bedin e compagni per il ritiro di Folgaria dove la squadra si allenerà per tutta la settimana. Con il suo arrivo fa le valigie invece il pari età Lanzarini che era stato girato in prestito ai biancorossi dalla Centese. «Abbiamo definito sabato l’operazione con Tammaro – sottolinea il direttore generale Attilio Gementi – È un ragazzo dotato di una gamba importante, anche se deve migliorare nella fase difensiva. Si giocherà il posto con Sanavia», ossia nel ruolo di terzino destro. Intanto, il lavoro in terra trentina sarà scandito anche da un paio di amichevoli, a cominciare da quella in programma domani pomeriggio con la squadra Primavera del Cittadella che sarà disputata a Lavarone, sede del ritiro dei giovani granata. Secondo test domenica con la Belfiorese.

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Mario Tammaro è un nuovo giocatore del Campodarsego. Il terzino destro 18enne è stato ufficializzato ieri dalla società biancorossa, che ha voluto il giovane difensore per rimpolpare la rosa dei fuori quota. Tammaro, originario di Boscoreale (nella città metropolitana di Napoli), è cresciuto nelle giovanili di Sorrento, Genoa, Napoli e Carpi e può fare, all’occorrenza, pure l’esterno d’attacco. Il giocatore si è già aggregato al gruppo, che ieri ha iniziato la settimana di ritiro in montagna, a Folgaria.

Ore 11.50 – (Gazzettino) Il Cittadella è messo davvero bene sulle corsie esterne: Stefano Marchetti ha consegnato al tecnico Venturato due coppie di laterali di tutto rispetto, Salvi e Pedrelli a destra, Benedetti e Martin a sinistra. Ci sarà (sana) competizione tra i compagni di squadra per conquistarsi la maglia da titolare, ma in una stagione lunga e piena di insidie come quella cadetta, lo spazio e l’opportunità di giocare ci sarà per tutti. Intanto Marco Martin sta già dimostrando tutto il suo valore, come evidenziato a Vicenza, con un paio di sgroppate a sinistra concluse con cross perfetti al centro dell’area di rigore. Destinatario Strizzolo, ex compagno di squadra ai tempi di Pordenone. Martin è soddisfatto delle prime settimane di lavoro con la sua nuova squadra: «Abbiamo lavoro bene in ritiro, si è formato subito un gruppo unito, facilitato nel compito dalla collaborazione di quelli che già erano a Cittadella l’anno scorso. Lo spogliatoio granata è davvero fantastico, proprio come tutti me ne avevano parlato. Anche le amichevoli sono state positive, hanno offerto indicazioni utili sul lavoro da portare avanti in pianura. Siamo solo all’inizio, abbiamo appena cominciato, adesso viene il bello». Ovviamente la condizione atletica è ancora approssimativa, ma le idee tattiche di Venturato come le sembrano? «Il gioco dell’allenatore mi piace molto, cerca sempre di imporsi sull’avversario con le giocate a terra. Direi che è anche bello da vedere, ma soprattutto costruttivo». Anche il Pordenone esprimeva un gioco simile… «È vero, c’era il trequartista che agiva tra le linee. I concetti sono simili, c’è qualche differenza a seconda dell’allenatore che trovi, ma sono stato certamente facilitato da due mentalità di gioco molto simili». Intanto l’intesa Martin-Strizzolo è già collaudata. A Vicenza cross del difensore e colpo di testa vincente dell’attaccante: «Speriamo di continuare anche in campionato. A Pordenone abbiamo imparato a conoscerci bene, l’importante però è che sia costruttivo il gioco del Cittadella nel suo insieme, poi chi fa gol non importa». La partita di sabato sera al Menti è stata l’ultima amichevole, domenica si giocherà per i tre punti: «Cominceremo a fare sul serio. Noi abbiamo cercato di vincere anche le gare cosiddette amichevoli, seguendo la filosofia di gioco che ci sta trasmettendo l’allenatore. Direi che il Cittadella in questo precampionato si è disimpegnato egregiamente, ma conta poco: le partite che valgono veramente sono quelle che inizieranno domenica, con la Coppa Italia, e ancor più a fine mese, con il debutto in campionato».

Ore 11.40 – (Gazzettino) Il Cittadella comincia oggi la seconda parte della preparazione estiva. Dopo le due settimane di ritiro in montagna, a Lavarone (Trento), i giocatori granata continueranno il lavoro in pianura. Il programma stilato dal tecnico prevede allenamenti pomeridiani sino a sabato, quando è prevista la rifinitura per la gara di Coppa Italia. È finito, infatti, il periodo della amichevoli, da domenica si comincerà a giocare per i tre punti: alle 20 al Tombolato arriverà la Cremonese nel secondo turno eliminatorio della Tim Cup, la vincente dell’incontro andrà a far visita all’Atalanta nel week-end di Ferragosto. I biglietti per la gara di domenica sono già in vendita alla sede di via Cà dai Pase, online sul sito «TicketOne», alla tabaccheria in Borgo Bassano, in tutti i punti vendita «TicketOne». Questi i prezzi: Tribuna coperta Ovest 10 euro (ridotto under 14 a 1 euro), Tribune scoperte laterali 5 euro (ridotto under 14 a 1 euro). Domenica 7 agosto le biglietterie dello stadio apriranno alle 18.

Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Si ritorna a casa. Terminate le due settimane di ritiro a Lavarone e conquistato ai rigori, a spese del Vicenza, il Memorial Santagiuliana, il Cittadella si appresta a tornare al Tombolato dopo due giorni di riposo. L’appuntamento è alle 17 di questo pomeriggio, orario fissato per tutti gli allenamenti fino a sabato, giorno di vigilia del primo impegno ufficiale della stagione, in Coppa Italia contro la Cremonese, che, nel primo turno eliminatorio, ha superato 4-3 la Fermana. Solo Benedetti out. I giocatori tenuti a riposo a Vicenza dovrebbero rientrare, a eccezione di Benedetti. Scaglia e Salvi, che non sono stati impiegati sabato sera da Venturato, effettueranno oggi un’ulteriore visita di controllo, ma dovrebbero riprendere regolarmente la preparazione. Benedetti, invece, svolgerà ancora un lavoro differenziato, per smaltire il problema ai muscoli adduttori della coscia sinistra. Peraltro non avrebbe alcun senso affrettare il suo recupero, considerato che il terzino sinistro domenica sarà squalificato, dovendo scontare il doppio giallo maturato in Coppa nella scorsa stagione. Stessa sorte per Alfonso, fermato per due giornate dopo la sfida di Coppa Lega Pro con il Foggia, stop che sarà scontato adesso. Al suo posto, fra i pali, ci sarà Paleari. I biglietti. Da domani saranno acquistabili i biglietti per la sfida con la Cremonese, che si giocherà al Tombolato domenica alle ore 20. Per i tifosi granata sarà a disposizione solamente la Tribuna Coperta Ovest, a 10 euro per l’intero e a 1 euro per gli under 14. Le prevendite saranno aperte online su www.ticketone.it (e nei punti vendita affiliati), nella sede della società in via Ca’ Dai Pase e nella tabaccheria di Borgo Bassano, 111, a Cittadella.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Dopo una manciata di minuti proprio lei ha colpito il palo con un’azione corale grazie alla quale siete entrati in area, mentre in altre circostanze vi siete affidati più che altro alla soluzione dalla distanza. «Non era semplice entrare in area perché il Seregno si è chiuso molto, e anche in campionato troveremo squadre che verranno a giocare in questo modo all’Euganeo. È un altro aspetto sul quale dobbiamo lavorare». In spogliatoio il clima non era dei migliori. «C’era delusione, però non dobbiamo fasciarci la testa e bisogna continuare a lavorare con serenità». Forse in attacco lei è stato anche un pò troppo solo, e si è notata la mancanza di una spalla date le assenze di Altinier e Germinale. «Vero. Altinier è un giocatore d’area di rigore e sappiamo quanto è importante. Germinale sarà pronto a breve, e arriverà anche un altro attaccante. La cosa che conta di più è che tutti saranno presto disponibili».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Ecco capitan Neto Pereira sul passo falso dei biancoscudati. «Non è facile commentare questo risultato, soprattutto perché ci tenevamo tanto a fare bene essendo la prima partita in casa davanti ai nostri tifosi. Purtroppo è arrivata la sconfitta, però siamo consapevoli anche delle cose buone che abbiamo fatto. Non dobbiamo abbassare la testa, ma alzarla, anche se dobbiamo lavorare sugli errori commessi già da domani», vale a dire oggi alle 17 quando la squadra riprenderà la preparazione alla Guizza. Errori commessi soprattutto sotto porta perché nel primo tempo avete creato più volte i presupposti per andare in vantaggio colpendo anche un palo e due traverse. «Esatto, magari ci voleva un pizzico di cattiveria in più davanti e la partita poteva andare diversamente». Nella ripresa e nei supplementari la squadra è calata notevolmente incontrando maggiori difficoltà. Solo una questione di condizione fisica? «Senz’altro. Nel primo tempo abbiamo creato molto ed è già un aspetto importante avere iniziato la partita con un piglio positivo. Siamo comunque solo a inizio agosto e stiamo lavorando per il futuro. È normale che oggi le gambe non siano al massimo, ma sappiamo che il nostro obiettivo è più avanti. Poi, ripeto, questa sconfitta brucia perché è arrivata davanti ai nostri tifosi, e servirà sicuramente per il prosieguo di stagione».

Ore 10.30 – (Gazzettino) «Non sono contento di avere perso, però non è un dramma perché abbiamo visto buone cose e meritavamo un risultato diverso». Il presidente Giuseppe Bergamin commenta così l’inattesa sconfitta subita domenica dai biancoscudati con il Seregno, compagine di serie D, che è costata l’eliminazione al primo turno della Tim Cup. Nell’immediato dopo partita il patron biancoscudato non era passato come di consueto in sala stampa. «Avevo un impegno. Mi sono visto comunque nel dopo gara con Zamuner e Brevi. Siamo tutti un pò dispiaciuti, però non c’è alcun tipo di problema e andiamo avanti tranquilli per la nostra strada. Di sicuro dispiace, anche se accettiamo il verdetto del campo. Abbiamo avuto molte occasioni nel primo tempo, e anche un pizzico di sfortuna. Poi la nostra condizione fisica non ottimale e l’avversario che si è caricato hanno determinato questa sconfitta ai rigori».

Ore 10.20 – (Gazzettino) «Io ho fatto i passaggi che dovevo fare – spiega Giorgio Zamuner – Siamo arrivati più o meno a un accordo, ma ogni volta salta fuori qualcosa di nuovo. Più di questo non posso fare e non posso più aspettare. È vero che fino al 28 agosto non giochiamo partite ufficiali, però ho bisogno di giocatori motivati. E se uno viene per i soldi, non faccio il bene della squadra». Quella dell’entourage del giocatore potrebbe essere una strategia finalizzata a prendere tempo, nel senso che sulle tracce di Tavano c’è anche il Pisa. Soluzione gradita al bomber, a prescindere dalle dimissioni di Gattuso, dato che la sua volontà è quella di avvicinarsi a Firenze dove abita. Passando al fronte delle uscite, oggi dovrebbe arrivare l’ufficialità del trasferimento di Turea alla Triestina con la formula del prestito. Il giocatore, classe 1997, desidera andare a giocare dopo avere vissuto l’anno scorso una stagione in panchina e in terra giuliana avrebbe la possibilità di ritagliarsi un buono spazio dato che nel campionato di serie D devono essere schierati in campo per regolamento quattro giovani.

Ore 10.10 – (Gazzettino) Dentro o fuori. Suona come un ultimatum quello rivolto dal Padova a Tavano, con i biancoscudati che si attendono una risposta definitiva a strettissimo giro di posta, anche se i continui slittamenti fanno pensare che l’attaccante non sia ancora del tutto convinto di approdare all’ombra del Santo. Il nodo da superare non è con l’Avellino, pronto a fare partire il giocatore, ma con il bomber e con il suo agente Sommella che hanno posto un ulteriore paletto nella trattativa: in caso di promozione in serie B, rinnovo automatico del contratto per un’altra stagione a una cifra considerata fuori portata dal club di viale Nereo Rocco. Della serie, il Padova è pronto ad assecondare la richiesta di prolungare il contratto se approda in cadetteria, ma la somma richiesta da Tavano è eccessiva. E i biancoscudati sono irremovibili nella loro posizione, pertanto se il giocatore accetterà le condizioni si arriverà alla fumata bianca, al contrario si virerà su altri obiettivi per rinforzare il reparto avanzato.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La società ha costruito – tra Neto, Altinier e Germinale – un attacco comunque di livello, ma che contro il Seregno, complici le assenze degli ultimi due, non ha saputo scardinare la difesa dei dilettanti lombardi. «Le occasioni le abbiamo create: se avessimo avuto un pizzico in più di cattiveria la partita sarebbe potuta andare diversamente», l’ammissione del capitano Neto Pereira, costretto domenica a combattere nelle fitte maglie del Seregno. «Non è facile reagire a questa sconfitta: era la prima stagionale, era davanti ai nostri tifosi, ma sappiamo anche che abbiamo fatto delle buone cose. Dobbiamo rialzare la testa e non abbatterci, ma nel contempo dobbiamo anche lavorare sugli errori commessi». L’effetto-Seregno, se non altro, non ha avuto ripercussioni sulla campagna abbonamenti: nel primo giorno di prelazione sono state staccate già quasi 200 tessere.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Se entro questa sera si arriverà a una soluzione, Tavano potrebbe ancora sbarcare in biancoscudato, ma le chance sono ormai risicatissime ed è probabile che Zamuner viri su altri obiettivi, visto che i tentennamenti del giocatore sono già abbastanza eloquenti. Per ciò che concerne le altre trattative, si è chiuso ieri il passaggio in prestito del giovane Oleg Turea alla Triestina, mentre è sfumata definitivamente la pista che poteva invece portare ad Ancona l’attaccante Nicola Petrilli: il giocatore stesso ha rifiutato l’offerta del club marchigiano – che pure era ancora molto indietro nella discussione della formula del trasferimento col Padova – probabilmente dopo non aver ricevuto buone rassicurazioni sulla situazione societaria del club del Conero. Attacco spuntato. La chiusura negativa dell’affare-Tavano non fa che acuire il nervosismo il viale Rocco, già alzatosi su livelli di guardia dopo la prestazione di domenica sera.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il lunedì dopo la prima stagionale è uno di quei giorni che sembrano non passare mai. Vuoi per un telefono che proprio non vuole saperne di portare buone notizie sul fronte del mercato, vuoi per gli strascichi di una sconfitta, quella col Seregno, che ha estromesso i biancoscudati da una Tim Cup finita ancor prima di iniziare. Il Padova si lecca le ferite dopo l’inaspettata eliminazione della Coppa, e ai problemi in fase realizzativa evidenziati dal primo match della stagione si aggiungono pure i silenzi ben poco incoraggianti che giungono da Avellino. Tavano, quasi addio. Il telefono del direttore generale Giorgio Zamuner, ieri, è rimasto muto. Nessuna novità, nessun cenno dall’entourage di Francesco Tavano, che pure già domenica sera era stato avvertito che la pazienza del Padova, ben presto, si sarebbe esaurita. La pista per arrivare all’ex attaccante dell’Empoli nelle ultime ore si è complicata parecchio, nonostante le buone sensazioni dei primi giorni: l’attaccante casertano non sarebbe convinto dall’offerta del Padova, e non avrebbe ancora trovato l’accordo con l’Avellino per la risoluzione del proprio contratto.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Piano che esiste, nonostante nulla trapeli all’esterno, se non qualche spiffero che al momento non trova sponde concrete. Come per esempio l’interesse per Francesco Stanco, centravanti in uscita dal Modena e non così vicino come si potrebbe pensare alla Cremonese. Il Padova lo aveva cercato, capire se ci sia stato un ritorno di fiamma nelle ultime ore è impresa complicata, anche perché la ferita è ancora troppo fresca. Un attaccante che piace moltissimo a Zamuner è Umberto Eusepi, che però guadagna ben 280mila euro a Pisa. Tuttavia, se davvero andasse in porto la cessione al club toscano di Tavano, il direttore generale nerazzurro Fabrizio Lucchesi potrebbe anche prendere in considerazione l’ipotesi di cedere Eusepi al Padova, contribuendo in modo sostanzioso al pagamento dell’ingaggio. È stato valutato anche Mino Iunco, ma ben difficilmente potrà arrivare, così come ben difficilmente il prescelto sarà Davide Succi. Difficile anche arrivare a Nando Sforzini, così come appare improbabile un ritorno di Pablo Granoche, mentre il talento del Chievo Victor Da Silva potrebbe arrivare indipendentemente dall’accordo con il sostituto di Tavano. L’impressione è che il «piano B» sia già pronto e che stavolta non si voglia rischiare nulla. Anche perché il contraccolpo negativo alla campagna abbonamenti e gli umori della piazza sono due elementi da non sottovalutare in ottica presente e futura.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) E’ stato un uno-due tremendo, quello incassato dal Padova nel weekend nello spazio di poche ore. Prima la bruciante eliminazione ai rigori dalla Coppa Italia per mano dei dilettanti del Seregno, che ha provocato la dura reazione di una tifoseria che stava lentamente riacquisendo fiducia. Poi il veleno dell’ex Daniele Corti (che ha lanciato qualche frecciata in sala stampa), infine la fumata nera per Francesco Tavano. Nelle ultime 72 ore i segnali di una rottura erano sempre più incessanti. Contatti sempre più ridotti fra le parti, disponibilità del giocatore che pareva venire meno, apertura dell’Avellino che cozzava con l’improvviso silenzio dell’agente Marco Sommella. Pisa dietro l’angolo, vero, ma probabilmente non solo. A quanto pare la moglie del giocatore preferirebbe la soluzione toscana e anche questo, ovviamente, ha avuto il suo peso nella rottura andata in scena ieri. Il Padova cambia così obiettivo, è difficile capire se si tratti soltanto di una ritirata strategica, ma di sicuro la dirigenza non ha gradito assolutamente i tentennamenti che andavano avanti da troppi giorni, dopo l’iniziale accettazione della proposta biancoscudata. L’apparente scoglio della buonuscita da Avellino è, appunto, solo apparenza. Per questo il dg Giorgio Zamuner ha cambiato strategia, cominciando a valutare seriamente un piano B.




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