Vecchio Padova, rischio deferimento per Cestaro, Penocchio e Sottovia: ecco perché

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Il Padova ceduto da Marcello Cestaro a Diego Penocchio a fine giugno del 2013 non sarebbe stato in possesso dei requisiti di bilancio per essere iscritto al campionato di serie B, operazione avvenuta pochi giorni prima del cambio di proprietà. È questa la clamorosa notizia che emerge dai documenti ufficiali della Procura federale e che pone nuovi tasselli sul controverso passaggio di consegne societario, ridisegnando gli scenari e mettendo in condizione di rileggere, questa volta con il supporto di verifiche federali, gli ultimi mesi di vita del vecchio Padova e le reali motivazioni del suo venire meno nel 2014.
Non stiamo ancora parlando di sentenze, va precisato, dato che il documento di riferimento è la comunicazione di conclusione delle indagini, una sorta di avviso di garanzia previsto dal nuovo codice di giustizia sportiva, a firma del procuratore federale Stefano Palazzi e del procuratore aggiunto Alfredo Mensitieri che dichiarano a fine atto di non dovere, allo stato, disporre all’archiviazione e di avere l’intenzione di procedere al deferimento, dando termini agli indagati per presentare scritti difensivi o chiedere audizione.

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Il documento è stato notificato a metà giugno a Cestaro, allo stesso Penocchio e a Gianluca Sottovia, amministratore delegato del Padova al momento dei fatti contestati, oltre che a vari altri dirigenti di serie A e B per analoghe situazioni e in esso vengono descritte le risultanze dell’indagine svolta. Nel mirino, tra le altre, l’operazione tra Parma e biancoscudati del 22 giugno 2012 che aveva per oggetto lo scambio tra Portin e Galli (comproprietà), il tutto in un procedimento legato al fallimento della società emiliana, fulcro di una serie di operazioni identiche tra loro definite «cessioni incrociate» che, come si legge nell’atto, «comportano la contabilizzazione di ingenti plusvalenze da parte delle due controparti, ma senza alcun movimento finanziario in quanto i valori di cessione sono speculari, così da creare debiti e crediti reciproci fra le società che, compensandosi, non richiedono alcun esborso finanziario, con immediato effetto economico nel bilancio delle società interessate». La comunicazione federale dichiara che il diritto della prestazione dei giocatori veniva volutamente «gonfiato» dalle due società, con vantaggio per entrambe. «Quella cedente – si legge – realizza un provente fittizio (plusvalenza) che incrementa il risultato dell’esercizio e il patrimonio netto dell’esercizio, mentre la società che acquista diluisce le perdite, iscrivendo nell’attivo dello stato patrimoniale un valore immateriale inesistente che ha l’obbligo di svalutare e invece ammortizza per tutto il periodo di durata del contratto». In pratica, per effetto di queste operazioni, nel bilancio risultano utili maggiori o perdite inferiori rispetto alla realtà. Il procuratore federale spiega poi che il trasferimento di Niccolò Galli dal Parma al Padova è avvenuto per quattro milioni di euro, a fronte di valore reale determinato in 400 mila euro. Identici numeri messi in bilancio (quattro milioni) e attribuiti dalla procura (400 mila) per la contemporanea cessione di Portin agli emiliani.

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Con che conseguenze? Senza entrare nei complessi tecnicismi contabili – per sommi capi si dice che l’ulteriore perdita di 3 milioni e 600 mila euro (pari alla differenza tra valori attribuiti e valori effettivi) non ha trovato copertura negli interventi fatti dai soci nell’esercizio 2013 – il dato più clamoroso si legge nel finale: «Grazie alla contabilizzazione fittizia relativa al diritto Portin e alla mancata svalutazione del diritto Galli, il Padova ha illegittimamente ottenuto l’iscrizione al campionato di serie B 2013-14». In pratica, secondo tale ricostruzione, Diego Penocchio nell’estate 2013 avrebbe acquistato una società che, senza i presunti artifici contabili denunciati dalla Procura, non avrebbe avuto i conti a posto per partecipare al torneo cadetto. I deferimenti non sono ancora scattati, ma a Sottovia viene contestato di avere sottoscritto e depositato in Lega le variazioni di tesseramento di Galli e Portin indicando con «un corrispettivo abnorme e strumentale allo scopo di occultare le reali perdite dell’esercizio 2012 e 2013 del Padova», a Cestaro di avere «contabilizzato nel bilancio al 31 dicembre 2012 una plusvalenza fittizia, condotta finalizzata a fare apparire perdite inferiori a quelle realmente esistenti e a ottenere l’iscrizione al campionato di competenza della stagione 2013-14 in assenza dei requisiti previsti dalla normativa federale». Infine la Procura federale contesta a Diego Penocchio la mancata svalutazione nel bilancio al 31 dicembre 2013 del valore di Galli per fare apparire perdite inferiori e ritardare la ricapitalizzazione dei soci.

(Fonte: Gazzettino, Andrea Miola)




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