Live 24! Padova-Forlì, la vigilia: cambiamenti in vista dopo le “porte chiuse”?

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Ore 19.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 18.40 – Qui Guizza: provati schemi da palla inattiva.

Ore 18.20 – Qui Guizza: ultimi schemi provati.

Ore 18.00 – Qui Guizza: lavoro tattico, mister Brevi mischia le carte.

Ore 17.40 – Qui Guizza: non partecipano alla seduta Filipe, Marcandella, Monteleone, Ilari e Dionisi

Ore 17.20 – Qui Guizza: lavoro atletico.

Ore 17.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 16.30 – Qui Guizza: sessione video per i Biancoscudati.

Ore 16.00 – Queste le dichiarazioni rilasciate da Oscar Brevi alla vigilia di Padova-Forlì: “Vogliamo i tre punti, quelli che meritavamo anche con l’AlbinoLeffe… Serve più concretezza, perché creando tanto devi anche raccogliere, ma sono fiducioso. Che Forlì mi aspetto? Avrà voglia di rivalsa al pari nostro, ed alla mia squadra chiederò lo stesso spirito dimostrato sabato scorso ma con meno errori! Filipe? Oggi valuteremo le sue condizioni, difficilmente sarà disponibile. Altri indisponibili? Marcandella ha un problema al ginocchio. Novità di formazione? Qualcosa di diverso ci sarà… Le porte chiuse? Per non dare vantaggi anche agli avversari, perché voi siete bravissimi a fare il vostro lavoro. Trequartista dall’inizio? Si può fare anche a partita in corso, il modulo non è un problema… Malcontento per il pareggio? Io sono sereno, e anche la squadra lo è! Tre partite in otto giorni? Abbiamo bisogno della rosa al completo, ma sia domani che martedì andrà in campo la formazione che reputo migliore!”.

Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Meglio l’uovo oggi, o è giusto pensare alla possibilità di mangiarsi domani l’intera gallina? Si è posto il vecchio quesito anche Bruno Tedino. Il calendario riserva 3 gare in 8 giorni: bisogna concentrasi esclusivamente su quella di domani (18.30) al Bottecchia con il Teramo, oppure programmare un turnover (termine che a Bruno non piace) per avere la squadra fresca anche nel match di martedì 13 a Mantova e nella supersfida di sabato 17, ancora al Bottecchia con il Parma? CONDIZIONE E TATTICA – «Decideranno – ha già trovato la strada Tedino – la condizione dei giocatori e il tipo di gara da disputare. Mi spiego: Azzi ha fatto benissimo a Forlì, ma è più giocatore da campo aperto e larghi spazi. Ingegneri e Pellegrini sono in fase di recupero, ma non stanno benissimo». Proviamo a interpretare. Se Ingegneri e Pellegrini ce la faranno, nessuno li smuoverà dalla difesa bunker completata da Stefani e Semenzato davanti a Tomei. Altrimenti sono pronti Parodi e De Agostini. Passiamo al centrocampo. «Difficile in questo momento – confessa Bruno – rinunciare a Suciu, Burrai e Misuraca». Davanti chiedono spazio Pietribiasi e Martignago, ma anche in questo caso come si fa a “spezzare” il trio Cattaneo, Arma e Berrettoni? L’impressione è che, rientro di Burrai (che ha scontato la squalifica) a parte, fatti salvi i recuperi di Ingegneri e Pellegrini, 10 undicesimi del Pordenone schierato inizialmente a Forlì rimarranno invariati domani. CASO ZAULI – In settimana ha tenuto banco il caso Zauli, silurato dopo soli 3 mesi di panchina neroverde nel 2014. «Avevo troppi nemici – ha detto il tecnico, oggi sulla panca del Teramo – e il presidente Lovisa non mi ha difeso». Tedino non entra nella bagarre. «Non c’ero – sorride – e non so cosa sia successo. So che Zauli è stato un giocatore di classe sopraffina e che il Teramo rispecchia la sua filosofia di gioco propositivo. Fra le squadre visionate sino a oggi è quella che mi ha più impressionato. Pratica un buon calcio e ha ottimi giocatori come Jefferson, Croce, Sansovini, Petrella, Speranza e Carraro. Sabato scorso ha pareggiato (1-1), ma messo sotto il Bassano per almeno 70′. Per me – garantisce – resta una delle 5-6 squadre che si giocheranno la promozione. Sarà una partita tutt’altro che facile e avremo bisogno di tutto il supporto del popolo neroverde». Intanto il fantasista Luca Cattaneo ha rinnovato fino al giugno 2018. Arbitrerà Nicolò Cipriani di Empoli.

Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) Mentre oggi D’Angelo deciderà se convocare l’ottimo Jack Cenetti da aggregare almeno in panchina domani pomeriggio ad Ancona (nella peggiore delle ipotesi, il giocatore che da più di 10 giorni si allena regolarmente in gruppo andrà in panca martedì nel turno infrasettimanale con l’Alto Adige al Mercante alle 20.30), c’è un’altra buona notizia in arrivo: Roby Candido da questa settimana è stato reintegrato nelle sedute quotidiane sul campo di Sacro Cuore di Romano, il virus che l’ha tolto di mezzo ad agosto è ormai alle spalle anche se ora ha assoluta necessità di rintracciare una condizione atletica prima che di smalto accettabile. Questo significa che né nelle Marche né con gli altoatesini martedì lo rivedremo in lista, ma da sabato prossimo a Lumezzane anche il fantasista potrà essere nuovamente nel mazzo. Se proprio non ce la facesse per quella data, di sicuro sarà pronto per il duello successivo in casa col Santarcangelo il 24 settembre. Nel frattempo acque agitate ad Ancona dove i tifosi sono delusi dal mercato compiuto dal club e sta salendo il malumore dinanzi alla nuova proprietà. La quale peraltro ha già saldato gli stipendi di luglio e ha promesso di versare quelli di agosto e i relativi contributi entro il 16 settembre.

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Lo stopperone tutto muscoli e stazza, fuori dal campo è una persona squisitissima e a modo che distilla i concetti mai a casaccio e con il quale è un piacere conversare. Ecco a voi Nicola Pasini, 25 anni, dalla Val Chiavenna, felice ingresso virtussino a 360 gradi e in presa diretta.PASINI E L’ANCONA. «È uno stadio di serie A, ci ho giocato lo scorso anno con la Pistoiese, un prato che ricordo curato. Diverso dal sintetico di vecchia generazione che abbiamo trovato a Teramo con rimbalzi imprevedibili e dannoso per tendini e schiena. Poi ad Ancona il fattore campo si avverte, lo scorso anno in casa vincevano sempre, il loro campionato l’hanno costruito tra le mura amiche. Quanto alla squadra non mancano di sicuro pedine di qualità e in più avranno la pressione addosso della gente che si aspetta l’immediato riscatto dopo il rovinoso stop con la Reggiana. No, ve lo dico sin d’ora, me li aspetto avvelenati, secondo me partiranno a mille. Guai se li attendessimo, ci faremmo soltanto del male. Dovremo invece recitare da Bassano, subito aggressivi e propositivi».PASINI E L’EX MOMENTÈ. «Non so se toccherà a me marcare Momentè o a qualche altro. Di sicuro è un signor centravanti, a prescindere dai 6 mesi magari poco brillanti che può avere vissuto qui. Io lo ricordo bene all’Albinoleffe che segnava in continuazione. Mi sembra una prima punta di fisico e struttura, un lottatore dell’area di rigore che ti fa la guerra e che se non segna poi apre spazi per i compagni. Ci sarà da battagliare con lui come con gli altri. Dell’altro ex Voltan, ad esempio, ho sentito parlare bene».UN PASSO ALLA VOLTA. «So che può apparire una frase banale e scontata, di quelle che si ripetono all’infinito, però la realtà è proprio così. Ovvero bisogna procedere una partita per volta, gara per gara, senza azzardare programmi. Cosa potremo fare lo scopriremo solo giornata dopo giornata. Adesso concentriamoci sul match di domani e vediamo quello che riusciremo a raccogliere. Pensando in questa maniera abbiamo realizzato una gran bella Tim Cup e siamo partiti lanciati in campionato».MENTALITÀ. «Due mesi di Bassano hanno confermato che ho davvero compiuto la scelta migliore venendo qui. C’è una mentalità vincente. Non so se sia dovuto ai tre anni precedenti di successi ma sta di fatto che pur entrando diversi giocatori nuovi in organico, sul campo c’è una solidità e una compattezza che sono innate».«Probabilmente è una questione anche di ambiente – continua – di espressione societaria con un club che ti protegge e ti tutela alle spalle, eppure la positività che si respira a Bassano, giuro, non l’ho riscontrata da nessun’altra parte. E queste premesse sono la base per ottenere risultati. Ho militato anche in altri sodalizi e c’è sempre una componente un po’ disgregante. Qua invece il gruppo è davvero una cosa sola».CITTÀ IDEALE. «Sto divinamente, la città mi piace tantissimo, bella, a misura d’uomo e vivibile al massimo. Anche la mia ragazza quando è venuta a trovarmi e ha avuto modo di fermarsi è rimasta gradevolmente colpita. E in merito alla tifoseria devo dire che c’è un’atmosfera speciale. Per capirci, io ho giocato in B allo Spezia oppure a Carrara e a Pistoia e in certi posti quando perdi è meglio se per un giorno non ti fai vedere in giro. Se alla domenica sera vai a berti una birra dopo una sconfitta sei additato da certi come uno a cui non frega niente della squadra. Invece ci stai male per il ko e ci tieni più di altri ma non per questo devi rimanere chiuso in casa. A Bassano, al contrario, la gente se ti incontra per la strada ti dà una pacca sulla spalla ed è lei che ti offre da bere… Ma Piscitella e Falzerano mi avevano raccontato che sarei stato benone».MARGINI DI CRESCITA. «A mio avviso ne abbiamo parecchi, sia io individualmente che tutti noi inteso come spogliatoio. Possiamo lievitare su tanti dettagli e difatti lavoriamo ogni giorno per migliorare. I riflettori sono sulle big del torneo ma noi siamo i guastatori e vorremmo continuare ad esserlo sino in fondo. Puntiamo a diventare una spina nel fianco per tutte. Le tre partite in una settimana? Niente calcoli, affrontiamone una per volta e miriamo sempre al massimo, altre ricette non ne conosco».

Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Vigilia di big match per il Venezia, che domani affronterà al Penzo (ore 18,30) la Reggiana. «Non vediamo l’ora di giocare. Siamo una squadra con esperienza, sappiamo come si gestiscono certe pressioni», afferma Agostino Garofalo, guardando non solo alla sfida di domani con la Reggiana ma anche a quella con il Parma di martedì: «Mettiamoci pure la trasferta di sabato prossimo ad Ancona e fanno tre partite importantissime in otto giorni. Ma dobbiamo avere lo stesso atteggiamento contro tutte, è questa la mentalità che ci insegna mister Inzaghi», spiega il difensore al quale è stata affidata la fascia sinistra. «Dobbiamo affrontare tutte le squadre alla stessa maniera», aggiunge l’ex terzino del Novara che conosce bene Jacopo Manconi: «Abbiamo giocato insieme al Novara, è un attaccante molto pericoloso. Nel complesso la Reggiana è una squadra con buonissime individualità, penso a un giocatore come Marchi: di sicuro davanti hanno grande qualità. Nel complesso, dovremo stare attenti alla loro velocità, ma sempre pensando di fare la nostra partita». La Reggiana è reduce dal 4-0 rifilato all’Ancona, mentre all’esordio aveva perso con il Bassano (2-1). Il Venezia ha archiviato con qualche rammarico il pari di Mantova e per il momento non ha ancora subito gol. «Non mi piace guardare al mio orticello, ma in effetti – osserva Garofalo – la difesa sta lavorando bene. Però è merito di tutti i reparti che fanno da filtro. Così come per la difesa c’è il contributo di tutta la squadra, così vale anche per l’attacco: per segnare più gol dobbiamo dare una mano anche noi, salendo di più». Già staccati 583 biglietti, di cui 297 acquistati dai reggiani.

Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Dopo l’1-0 al Forlì e lo 0-0 di Mantova i tifosi si aspettano dal Venezia, domani al Penzo contro la Reggiana (ore 18.30) la prima vera prova di forza del campionato. Dopo i primi 180′ la porta di Facchin è ancora inviolata, mentre l’attacco finora ha prodotto un solo gol. «Siamo ancora in fase di rodaggio ma non c’è da preoccuparsi, perché per vincere le partite può bastare anche un’unica palla buona – evidenzia Evans Soligo -. Questo Venezia ha grandi potenzialità e nelle prossime sfide, soprattutto Reggiana e Parma, le condizioni potrebbero essere quelle ideali per esprimerle, visto che contro avversarie più propositive e con il nostro stesso obiettivo avremo spazi più ampi per giocare». A Mantova Soligo ha esordito da titolare e con la fascia di capitano al braccio: rispetto alla scorso anno ha però ceduto il ruolo di perno centrale a Pederzoli. «Diciamo che sono tornato al mio vero ruolo, perché in carriera ho sempre fatto più la mezzala – ricorda il 37enne di Marghera -. Il 4-3-3 è dispendioso e già si è visto che diamo tutto, tuttavia contro la Reggiana sarà necessario alzare i giri, velocizzare il possesso palla per stanarli e infilarli. Ci sarà da soffrire ma siamo predisposti alla lotta: l’obiettivo è vincere anche per continuare a risvegliare la passione dei tifosi». Ieri allenamento diretto da D’Angelo a causa di un virus influenzale che ha colpito mister Inzaghi, mentre Fabiano ha proseguito con le terapie. Oggi ultimo giorno della campagna abbonamenti che ha raggiunto quota 1.041. Per Venezia-Reggiana prosegue la prevendita (finora 600 biglietti venduti, la metà a Reggio Emilia) che sarà attiva ai punti Vela fino al fischio d’inizio, mentre al Penzo saranno in vendita solo 100 biglietti (domani tre battelli per i tifosi da San Giuliano, ore 16.45, 17 e 17.15). In vista della trasferta di martedì a Parma (ore 20.30) ultimi posti disponibili nel pullman organizzato da VeneziaUnited (info@veneziaunited.com). BERRETTI – Domani al Penzo nel pre-gara presentazione delle squadre del settore giovanile. La Berretti del Venezia nel girone B se la vedrà con Ancona, Bassano, Fano, Forlì, Maceratese, Mantova, Modena, Padova, Pordenone, Reggiana, Sambenedettese, Santarcangelo e Sassuolo.

Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) L’obiettivo in casa biancorossa è cancellare lo zero in classifica che oggi vale l’ultimo posto in classifica. Del brutto avvio del Vicenza e delle sue cause in questi giorni si è parlato a lungo, ma ha ragione da vendere Franco Lerda quando sostiene che guardare a quello che è stato non serve davvero a nulla. Il tecnico biancorosso sa che la sfida di domani contro il Bari ha un valore molto importante per il futuro del Vicenza, perché un altro stop andrebbe ad avere pesanti ripercussioni su un gruppo che si sta faticosamente compattando. Serve quindi una prestazione tutta grinta e determinazione, contro un Bari che dopo il passo falso casalingo alla prima contro il Cittadella, si è subito riscattato andando a vincere a Perugia. Lerda contro i pugliesi ritroverà Raicevic, oggetto del desiderio del Bari negli ultimi giorni di mercato, e probabilmente tornerà a schierare il Vicenza con il 4-2-3-1, il modulo della riscossa nel finale della scorsa stagione. Lerda in settimana ha potuto verificare i concreti miglioramenti di Adejo e D’Elia ma le condizioni dei due difensori del Vicenza non sono ancora ottimali, per cui è probabile che il loro rientro sia rimandato di una settimana. In porta giocherà Vigorito vista la squalifica di Benussi, e potrebbe essere confermata la linea difensiva di Ferrara nonostante la prestazione del reparto arretrato sia stata piuttosto negativa. In mediana a Signori e Rizzo spetterà il compito di coprire la linea difensiva e di iniziare la manovra d’attacco, con Lerda che sulle corsie esterne dovrà sceglierne due tra Vita, Siega e Fabinho. In attacco Galano agirà in posizione centrale dietro a Raicevic, da cui tutti si aspettano la zampata vincente. Prendere i tre punti non sarà facile perché il Bari è squadra che può contare su giocatori di primo piano per la categoria come Maniero, Monachello, Brienza, Sabelli, l’ex Di Cesare, Basha e Valiani. «Il Bari visto a Perugia è una squadra forte — mette in guardia Cristian Bucchi, ex biancorosso ed attuale allenatore del Perugia — magari non bella da vedere ma concreta. Nei momenti di difficoltà sa stringere i denti e lottare di squadra, appena capita l’occasione ti punisce». Un po’ come è accaduto a Perugia e quella partita deve servire da lezione al Vicenza. «Abbiamo fatto bene per oltre un’ora senza trovare il gol — spiega Bucchi — e quando siamo calati un po’ siamo stati puniti. Non ce lo meritavamo, ma il Bari si è dimostrato squadra forte e convinta dei suoi mezzi». Il Vicenza è avvisato.

Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) Che estate per Vicenza e Bari, accomunate dal cambio di proprietà. Se per quanto riguarda i biancorossi di casa nostra si conoscono per filo e per segno i dettagli dell’epocale passaggio di consegne tra Alfredo Pastorelli e Sergio Cassingena, il nuovo e il vecchio proprietario, è utile recuperare quanto è successo in Puglia. In sintesi, da giugno l’amministratore unico del club è l’imprenditore molfettese Cosmo Giancaspro, dopochè l’ex arbitro Gianluca Paparesta, nel 2014, si era aggiudicato la società all’asta, con un colpo di teatro, dopo aver trovato le risorse economiche all’ultimo minuto. Tra Paparesta e Giancaspro si è inserito ad un certo punto anche il malese Datò Noordin Ahmad, uomo d’affari che in poco tempo ha fatto sognare e disperare Bari: sbarcò in città promettendo di acquistare i “galletti” e farne una potenza del calcio internazionale. Salvo ripensarci dopo un mese, secondo le sue ricostruzioni, a causa di conflitti interni alla società.A fronte di tutto questo, il Bari c’è. La vittoria col Perugia grazie al gol di Maniero su rigore siglato al 95′, pare aver ricaricato l’ambiente dopo l’esordio stentato contro il Cittadella. Il direttore sportivo Sean Sogliano l’ha detto pubblicamente a piena voce qualche giorno fa: «Siamo dietro a Verona, Carpi e Frosinone, ma possiamo contare sull’esperienza di Brienza, 37 anni, e del giovane talento Castrovilli, 19. Diremo la nostra in questo campionato». Anche senza De Luca, squalificato (salterà la sfida del Menti), Moras, che si è infortunato contro gli umbri, ma con gli ex biancorossi del Vicenza Di Cesare e Tonucci, più l’ex virtussino Furlan che nella passata stagione ha giocato nella Ternana. Sul fronte opposto, oltre a Galano, foggiano ed ex di lusso, sentirà la partita anche Bellomo, che però, dopo l’intervento ai legamenti, ancora non è pronto ad affrontare i 90′.

Ore 12.00 – (Giornale di Vicenza) Dubbi dietro e cambio di modulo. In difesa la coperta si è allungata e Franco Lerda è chiamato a scelte importanti in vista della gara col Bari, in programma domani alle 15, al Menti. L’allenatore pare orientato a schierare la squadra col 4-4-2, anzichè col 4-3-3. Intanto, al termine dell’allenamento di ieri (differenziato per Giacomelli e Di Piazza), il presidente Pastorelli ha tenuto a colloquio la squadra.I RIENTRI. All’inizio della settimana si sono riaggregati al gruppo quattro giocatori: Adejo, D’Elia, Zivkov, Urso. Di questi, due sono difensori e titolarissimi. Parliamo di Adejo e D’Elia naturalmente, che hanno dato buone indicazioni al rientro dai rispettivi infortuni. Il centrale nigeriano si era fermato per un fastidio al ginocchio ancora durante il ritiro di Andalo, contro l’Iberos. Ha perso, di fatto, la seconda parte del ritiro e tutte le amichevoli che i biancorossi hanno disputato nel precampionato. Ora gli manca il ritmo partita. Per D’Elia il discorso è simile ma al tempo stesso diverso. Il laterale mancino ha svolto per intero la preparazione, si è procurato una lesione al retto femorale sinistro alle porte del match di Coppa con la Casertana e ha saltato le prime due di campionato. Anche per il napoletano l’interrogativo è sulla tenuta.DECIDE LERDA. La premessa era d’obbligo. Per il tecnico del Vicenza, che mercoledì al “Morosini” ha effettuato molte prove nel reparto arretrato (Zaccardo è stato impiegato al centro ma anche sulla corsia di destra, Pucino e Bianchi si sono alternati a sinistra e a destra, Zivkov ha giocato come esterno basso), mentre ieri la seduta si è basata su esercitazioni atletiche e tattiche, questa mattina sarà tempo di valutazioni decisive dopo la rifinitura.Oltre ai recuperati Adejo e D’Elia, Lerda ha a disposizione per la retroguardia Zaccardo, Esposito, Bianchi, Pucino, Fontanini, Bogdan. Chi giocherà davanti a Vigorito, titolare per la squalifica di Benussi? Tutto dipende dalla condizione fisica di Adejo e D’Elia. Se lo staff medico e Lerda non li riterranno pronti, il reparto arretrato potrebbe ricalcare esattamente quello che ha subìto tre gol a Ferrara, magari però con Zaccardo terzino destro (e Pucino a sinistra, nel suo ruolo) e uno tra Fontanini e Bogdan rilanciato al centro. Questa ipotesi, però, è un tantino azzardata visto che a sacrificarsi dovrebbe essere baby Bianchi, il migliore a Ferrara. Con Adejo in campo da subito, resterebbe in panchina uno tra Esposito e Zaccardo. Con D’Elia dal primo minuto a sinistra, Lerda lascerebbe fuori Pucino. Sono tutte ipotesi.4-4-2. Ci sono buone possibilità perchè si passi al 4-4-2, con l’obiettivo di garantire maggiore equilibrio alla squadra. Vita a destra, Siega a sinistra, Rizzo e Signori centrocampisti centrali, comporranno la linea mediana. In avanti rientra Raicevic, appoggiato da Galano, che giocando meno largo potrebbe liberare meglio le sue caratteristiche: inserimenti in area, dribbling, tiro. Serve non prendere gol, ma si vince segnando.

Ore 11.30 – (Gazzettino) A dodici anni di distanza lo stadio di Busa torna a respirare domenica alle 15 l’aria di serie D, con il primo derby stagionale tra Vigontina San Paolo e Abano. Una sfida nel segno degli ex biancoscudati, dato che ce ne sono in entrambe le squadre. Nelle fila della Vigontina San Paolo, oltre a Dan Thomassen che è anche ex Abano come Rossi Chauvenet, c’è Vincenzo Italiano attuale tecnico dei bianconeri che si appresta a fare il debutto a domicilio in panchina. «È la nostra prima partita in casa e ci teniamo a fare bella figura. Dobbiamo cercare di iniziare a fare punti e crescere sotto tutti i punti di vista. Nella sconfitta con l’Altovicentino posso dire di essere comunque contento per il gioco della squadra dato che abbiamo dato filo da torcere a una formazione che punta a vincere il campionato, anche se dobbiamo correggere alcuni errori individuali, ed è in questa direzione che dobbiamo lavorare». Che derby si attende? «L’Abano è una squadra strutturata fisicamente e lotta su ogni pallone, per cui sarà una sfida difficile. Hanno un allenatore bravo e giocatori di un certo livello, vanno affrontati con la giusta concentrazione». In casa Abano ex biancoscudato, oltre al preparatore dei portieri Massimo Mattiazzo, è il direttore sportivo Andrea Maniero che nella passata stagione prima di prendere Karel Zeman per sostituire Massimiliano De Mozzi, aveva cercato proprio Italiano che allenava però nel settore giovanile del San Paolo. «È vero, ma era legato e non ho potuto prenderlo. È un ragazzo che stimo e lavora forte». Sul derby. «Finora i ragazzi hanno dato sempre tutto in allenamento e in partita, e se lo faranno anche domenica usciremo senz’altro a testa alta. Poi se vinciamo o meno, è difficile dirlo, anche perché in un derby è tutto molto più incerto. Di sicuro si affrontano due ottime squadre, ed è normale che se la spuntiamo noi, sono più contento». Un flash sui due ex neroverdi. «Rossì è stato con noi tre anni ed è il portiere più forte della serie D, Thomassen nella passata stagione è stato tra i più positivi». ESTE. Restando in tema di ex biancoscudati, ieri il club giallorosso ha ufficializzato l’ingaggio del terzino sinistro classe 1993 Andrea Boron che per cinque anni ha militato nel settore giovanile del Padova. In realtà il suo è un ritorno all’Este, avendoci già giocato nella stagione 2011-2012 (36 gare e un gol). Negli ultimi anni è stato in forza ad Alessandria (22), Forlì (23 gare e due gol), Grosseto (23) e Siena (16).

Ore 11.00 – (Gazzettino) Il Cittadella ha ottenuto due vittorie nelle prime due partite di campionato a Bari e al Tombolato con la Ternana puntando innanzitutto sulla solidità della sua difesa; i gol di Pascali, Litteri e Salvi hanno poi garantito i sei punti in classifica con la squadra granata che è l’unica a punteggio pieno. Il portiere Enrico Alfonso finora ha incassato un solo gol su rigore a Bari, ma il dato che emerge è che ha dovuto compiere un numero molto limitato di parate, indicatore questo di una fase difensiva eccellente contro due squadre (Bari e Ternana) che hanno vinto la seconda partita rispettivamente contro Perugia e Pisa. «Sono dati oggettivi a nostro favore – sostiene Alfonso – Sei punti sono tanta roba che rafforza il morale dandoci coscienza sulle nostre capacità. Siamo però solo all’inizio, per cui è presto per affermazioni e giudizi». Oltre ai risultati il Cittadella ha espresso un buon gioco. «Sono segnali incoraggianti per il futuro, ma noi dobbiamo rimanere sul pezzo concentrandoci con umiltà su una partita alla volta e continuando a fare quello che abbiamo fatto finora. Altri discorsi sono pericolosi, noi dobbiamo guardare a noi stessi in un campionato che sappiamo essere lungo e difficile». Per una matricola come il Cittadella essere in testa alla classifica può essere ritenuta una sorpresa. «Non so se come matricola siamo stati inizialmente sottovalutati, ma dopo queste due vittorie tutti gli avversari ci affronteranno con la massima determinazione, per cui abbiamo un motivo in più per stare in guardia e non abbassare gli stimoli». I pochi ritocchi hanno favorito un avvio più brillante da parte del Cittadella rispetto a chi ha modificato molto. «Indubbiamente – conferma – conoscerci dalla passata stagione ha facilitato i meccanismi del nostro gioco e l’inserimento dei nuovi giocatori. Conta comunque lo spirito di gruppo e in questo c’è molto affiatamento fra di noi». C’è tanta musica e allegria nello spogliatoio, mentre durante gli allenamenti si lavora seriamente. «Riusciamo a coniugare il lavoro sul campo con tanta intensità e voglia di fare ai momenti fuori dal campo, dove ci piace divertirci. Ciò ci rilassa e ci carica, non è un problema». Il preparatore dei portieri Andrea Pierobon è notoriamente di carattere poco incline ai bagordi, come è la convivenza? «Ritengo che siano tanti gli aspetti che ci accomunano. Lui si rivede in me e io in lui. Siamo un gruppo con Paleari e Corasaniti di grandi lavoratori e il lavoro paga». E sabato è in programma l’insidiosa trasferta di Vercelli. «Rispettiamo tutti gli avversari ma non temiamo nessuno. In casa della Pro non sarà facile ma per noi la trasferta rappresenta un vero esame di maturità». Cittadella come il Crotone dell’ex Alex Cordaz? «Pensiamo a salvarci, anche se i sogni sono belli e danno stimoli».

Ore 10.30 – (Gazzettino) Il Cittadella «baby» riparte la Primavera, con lo scudetto virtualmente cucito sulle maglie. La squadra di Giulio Giacomin, tecnico confermatissimo sulla panchina granata, è reduce infatti dalla vittoria nel campionato Dante Berretti e, stante la promozione della prima squadra in serie B, quest’anno parteciperà al campionato Primavera. Un’altra competizione rispetto a quella conclusa in giugno, un livello ben più impegnativo, come sottolinea Giacomin: «Lo scudetto è un ricordo oramai lontano. Adesso si riparte per una nuova avventura, c’è un altro campionato, ben più difficile, vivremo una realtà molto diversa. La stagione scorsa rimarrà nella storia del Cittadella, adesso bisogna guardare avanti». Quanto è cambiata la rosa della sua squadra rispetto alla Berretti? «Ho perso tutti i 1997 ad eccezione di Caccin che gravita nell’orbita della prima squadra. Ho ritrovato qualche 1998 che avevo anche l’anno scorso, quando inizialmente erano seconde scelte prima di diventare a tutti gli effetti titolari al pari degli altri. Sono sei, sette, elementi, infine ci sono i 1999 che arrivano dal campionato Allievi di Lega Pro, e saranno tutti da valutare, perché il salto in Primavera è davvero grosso, qui affronteremo giocatori praticamente già costruiti». Quanto tempo sarà necessario per plasmare la squadra, per darle un’identità ben precisa? «Dipenderà molto dalla qualità dei giocatori. Un allenatore è importante, ma in campo ci vanno i calciatori, sono loro che decidono le partite. Di certo servirà più tempo rispetto all’ultimo campionato». Dove colloca il Cittadella in campionato? «In prima fascia ci sono le squadre di serie A, loro partono ben più avanti di noi, anche se il campionato dovrò valutarlo dopo le prime giornate. Noi vedremo di far crescere dei ragazzi che possano affacciarsi alla prima squadra». Portieri: Giuseppe Bugin, Alberto Corasaniti, Alberto Lovato. Difensori: Edoardo Gatto, Andrea Girardi, Kevin Guerra, Hicham Lebrini, Pietro Maronilli, Andrea Nocerino, Manuel Pravato, Marco Varnier, Marco Volpato, Pietro Zonta. Centrocampisti: Bismark Ansah, Giacomo Caccin, Mattia Manente, Luca Maniero, Michele Placido, Matteo Selmin, Ognjen Vasic. Attaccanti: Riccaro Ballarin, Nicolò Dri, Giulio Fasolo, Andrea Rozzi, Nicola Sartori, Mattia Stefani, Marco Tumiatti.

Ore 10.00 – (Gazzettino) Intanto, la partita con la Sambenedettese rinviata alla prima giornata, sarà recuperata quasi certamente martedì 11 ottobre. «Sia noi e sia il club marchigiano abbiamo mandato la richiesta in tal senso. La Lega ci aveva chiesto di recuperare la gara nei primi giorni di ottobre, credo che sia la data giusta. Attendiamo solo il benestare della Lega». Data che va bene ai biancoscudati per un duplice motivo: sabato 8 ottobre giocheranno in trasferta a Teramo, per cui resteranno ad allenarsi in zona fino alla sfida con la Sambenedettese evitando così un secondo lungo viaggio, e inoltre giocare al martedì consentirà di avere un giorno di recupero in più in vista della sfida con la Reggiana in calendario sabato 15.

Ore 09.50 – (Gazzettino) Il diggì si sofferma sulla prestazione dei biancoscudati con i bergamaschi. «Si nota che siamo una squadra che deve ancora migliorare certi automatismi, però non è una bestemmia dire che il risultato è bugiardo. Abbiamo creato tantissime occasioni, e pagato a caro prezzo l’unico errore commesso nel primo tempo. È vero che nel finale abbiamo corso un rischio clamoroso, ma nella ripresa abbiamo avuto una reazione importante cercando il successo in tutti i modi, e purtroppo non ci siamo riusciti. Se creiamo tutte quelle occasioni nelle prossime partite, qualcuna riusciamo a vincerla». Tre punti che sono d’obbligo domani con il Forlì nel secondo appuntamento consecutivo all’Euganeo. «Ci siamo allenati bene durante la settimana, e tutti ci aspettiamo il risultato pieno. Abbiamo visto il Forlì nei match con Venezia e Pordenone, è senz’altro una squadra che gioca bene a calcio. Si difende e riparte con velocità avendo davanti tre giocatori rapidi. Anche loro sono stati ripescati, e quindi sono stati costruiti un pò alla volta: hanno meno giocatori di nome rispetto all’Albinoleffe, ma sono organizzati. Per fare risultato ci vorrà una prestazione con la testa, mettendoci al tempo stesso voglia e determinazione viste nella ripresa sabato».

Ore 09.40 – (Gazzettino) «Questa squadra ha sempre lavorato bene, ma è chiaro che ha bisogno di una vittoria per acquisire un pò più di autostima e per mettere a tacere certe polemiche e rumors che ci sono sin dall’inizio». Più diretto di così non potrebbe essere Giorgio Zamuner, che senza tanti giri di parole va dritto al succo. «A cosa mi riferisco in particolare? Allo scetticismo che c’è attorno a questo gruppo di lavoro e che non è giustificato. L’unico modo per metterlo a tacere sono i risultati. La squadra è più che competitiva, formata da giocatori validi sul piano tecnico e sul piano umano, ed è giusto dare un pò di tempo a questi ragazzi e allo staff. Se sabato avessimo pareggiato 1-1 creando tutte quelle occasioni con Venezia, Parma, Reggiana o Modena sarebbe stato sottolineato in maniera diversa, siccome l’abbiamo fatto con l’Albinoleffe ripescato in agosto è passato come un passo falso, anche se in realtà abbiamo affrontato una compagine discreta. I tifosi meritano un plauso perché nel secondo tempo con il loro sostegno sono riusciti a far tirare fuori qualcosa in più alla squadra, attorno alla quale però – ripeto – aleggia un pò di scetticismo, e lo si percepisce».

Ore 09.30 – (Gazzettino) Chi è sensibile agli aspetti legati alla scaramanzia avrà un motivo in più per sperare sabato in un successo contro il Forlì. L’ultima sfida con i romagnoli risale infatti al campionato di C1 1982-83, venne disputata il 26 settembre 1982, sempre alla seconda giornata, il Padova vinse per 2-0 e a fine stagione fu promosso in serie B. Conforto e Pezzato i marcatori nel secondo tempo di quella sfida in cui tra i biancoscudati, guidati dal compianto Bruno Giorgi, militavano, tra gli altri, Da Re, Cerilli e De Poli, diesse nelle due ultime stagioni, in campo anche l’anno prima quando all’Appiani finì 2-2. E un altro protagonista dello scorso torneo, il tecnico Pillon, giocava all’ombra del Santo (insieme a lui anche Perrone, Manzo e Musella) nel torneo 1978-79 (serie C unificata) in cui il Forlì ottenne l’unica vittoria (2-1) in terra a padovana su cinque tentativi. A fine campionato il Padova, allenato da Pivatelli, retrocesse in C2. Gli altri scontri diretti si sono invece svolti nel secondo dopoguerra in serie B, con vittorie dei biancoscudati per 4-1 il 16 dicembre 1945 e per 3-1 il 22 settembre 1946.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Il presidente Nevio Scala ha messo a disposizione di Gigi Apolloni due pezzi da novanta come Evacuo e Calaiò, a cui vanno aggiunti Nocciolini, Coly, Scavone, Coric, Messina, Garufo, Nunzella, Mastaj e Canini. Anche qui, dunque, la parola d’ordine è stata «rivoluzione». Niente male neppure a Reggio Emilia, dove la nuova gestione di Mike Piazza ha portato in dote addirittura venti nuovi acquisti, fra cui spiccano Marchi, Cesarini, Bovo, Trevisan, Sbaffo, Ghiringhelli, senza dimenticare neppure Pedrelli, Rozzio, Falcone, Angiulli. Nuovo pure l’allenatore, dopo lo sbarco in panchina di Leonardo Colucci. Copione pressoché identico a Bassano e Pordenone. Nell’undici base guidato da Luca D’Angelo c’è un nuovo portiere (Bastianoni), due nuovi esterni (Formiconi e Crialese), un nuovo centrale (Pasini), a centrocampo c’è Minesso e c’è Bianchi in arrivo dal Novara. In attacco coppia gol nuova di zecca con Grandolfo (in queste settimane scalzato da Maistrello) e Rantier. Resta il Pordenone con Semenzato, Pellegrini, Misuraca, Burrai, Broh, Suciu, Arma, Pietribiasi e Azzi, in tema di papabili titolari. Dalla cintola in su, i friulani sono tutti nuovi. Restano la Feralpisalò e il Modena e anche qui si è cambiato moltissimo. E, forse, non a caso nessuna delle «big» del girione B si trova a punteggio pieno dopo le prime due giornate di campionato.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) La critica: si è cambiato troppo rispetto alla passata stagione. Vero, probabilmente, ma il Padova che ieri si è allenato a porte chiuse — e che potrebbe anche valutare un cambio di modulo — è in buona compagnia. Per rendersene conto, basta prendere come riferimento gli undici-tipo delle principali concorrenti per la promozione. Il Padova visto all’opera contro l’Albinoleffe nel primo tempo schierava una formazione con nove giocatori nuovi rispetto al campionato scorso, con i soli «veterani» Favalli e Neto Pereira inseriti da Oscar Brevi nell’undici di partenza all’Euganeo. Nel corso della partita sono entrati anche Altinier e De Risio, due interpreti che viaggiano sotto il segno della continuità. Il Venezia ha stravolto tutto l’impianto dello scorso campionato, com’era prevedibile dopo l’immediato ritorno in Lega Pro. Nella squadra-base l’unico «veterano» con una ragionevole certezza di essere titolare è Gianni Fabiano, per il resto la formazione è diversa rispetto a quella della passata stagione. Stravolto anche il Parma, con ben undici nuovi acquisti e un possibile ulteriore rinforzo in arrivo a centrocampo.




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