Live 24! Fano-Padova, -2: si pensa già al turno infrasettimanale

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Ore 22.20 – (Gazzetta di Mantova) Una scoppola dura da digerire, soprattutto perché c’era tanta attesa intorno a questa partita. L’1-3 subito per mano del Mantova riporta la Sambenedettese sulla terra e il tecnico Palladini non nasconde la sua delusione. «Abbiamo iniziato bene, poi però dopo 25′ abbiamo avuto un grosso calo, facendo giocare troppo i nostri avversari, sin dalla difesa. Abbiamo lasciato a loro l’iniziativa e abbiamo commesso altri errori che potevamo evitare. Nella ripresa c’è stato un accenno di reazione, avremmo potuto anche fare il 2-2, poi però abbiamo subito il terzo gol alla prima occasione». Per fortuna della Samb, però, si ritorna in campo subito, martedì contro il Gubbio. In sala stampa il presidente Franco Fedeli ha dichiarato: «Avevamo molti giocatori forti in panchina, non capisco bene il perché. Spero che Palladini sappia cosa sta facendo».

Ore 22.00 – (Gazzetta di Mantova) Grande soddisfazione nell’ambiente biancorosso dopo il successo contro la Samb. Paolo Regoli è contento per i 3 punti ottenuti nelle Marche. «Finalmente vediamo i frutti del duro lavoro di queste settimane. Abbiamo disputato un ottimo primo tempo creando diverse azioni pericolose. La rete di Caridi ci ha dato una grande forza. Nella ripresa, invece, siamo entrati in campo già sicuri del risultato e questo è stato il primo errore». L’ex giocatore dell’Avellino ammette che forse il Mantova ha rischiato un po’ troppo e pensava di averla già chiusa. «Ci siamo abbassati troppo con la Samb che è venuta fuori. Sorrentino ha dato maggior peso in avanti alla formazione rossoblù ma siamo stati bravi a reggere l’urto dei padroni di casa e a ripartire con efficacia. Poi è arrivato il terzo gol su calcio piazzato che ha praticamente chiuso la partita». La rete che ha spento le velleità della Samb l’ha firmata Samuele Romeo. A fine gara, l’autore del tris del Mantova non fa nulla per nascondere l’emozione. «Sul corner sono saltato da solo – dice Romeo, subentrato a Cristini intorno al quarto d’ora della ripresa – ritrovandomi praticamente la palla in testa. In settimana abbiamo lavorato per arrivare a San Benedetto con l’idea di fare la partita di fronte ad un grande stadio e ad un grande pubblico. Siamo felici di avere vinto anche perché il risultato è stato suffragato da una buona prestazione». A fine partita ha parlato anche Andrea Cristini: «Siamo stati più bravi della Samb a finalizzare le occasioni che ci sono capitate. Da parte mia ho rischiato anche l’espulsione. Sul primo intervento era giusto ammonirmi, ma sul presunto fallo di mano ho avuto paura che l’arbitro mi desse il secondo giallo. Debbo dire, però, che il pallone l’ho colpito con la spalla».

Ore 21.40 – (Gazzetta di Mantova) Soddisfazione piena. I dirigenti del Mantova esprimono tutta la loro felicità al termine della gara vinta 3-1 in casa della Sambenedettese. E non potrebbe essere altrimenti dopo una prova maiuscola della squadra allenata da Luca Prina, che ha raccolto 5 punti in tre partite. Il patron Serafino Di Loreto non è tipo da giri di parole e la sua gioia si traduce in una previsione che trasuda ottimismo: «Saremo la sorpresa del girone – spiega l’avvocato – La Samb ha giocato in 12 perché il pubblico era caldissimo e non ha mai smesso di incitare la squadra di casa. In mattinata io e il presidente Musso abbiamo avuto qualche problema con alcuni sostenitori rossoblù che ci hanno insultato nei pressi dell’hotel. Per quanto riguarda la partita – continua Di Loreto – abbiamo fatto molto bene nel primo tempo mentre nella ripresa abbiamo sofferto un po’, ma ci può stare. La squadra ha fornito una grandissima prestazione». Parole al miele anche da parte del vice presidente Marco Claudio De Sanctis: «Questo è un grande gruppo, nel primo tempo abbiamo dominato. Vincere a San Benedetto sarà difficile per tutti, il clima è infuocato. Anche ad Ancona avremmo meritato i tre punti». In tribuna al Riviera delle Palme con De Sanctis, l’ad Enrico Folgori («Grazie ai dirigenti della Samb che ci hanno accolto benissimo») e il socio Andrea Barberis erano presenti alcuni rappresentanti di aziende romane che potrebbero dare un contributo all’Acm attraverso delle sponsorizzazioni. Accanto a loro anche il giornalista Maurizio Biscardi, figlio di Aldo. Allo stadio anche il presidente biancorosso Sandro Musso. Questa la sua analisi del match: «Sono partite che possono lasciare il segno in positivo. Ho visto un grande primo tempo, nel secondo abbiamo sofferto un po’ troppo. I ragazzi sono stati tutti fantastici, non hanno mollato un centimetro».

Ore 21.20 – (Gazzetta di Mantova) Prima della gara l’aveva detto: «L’ambiente deve essere uno stimolo in più per noi». È così è stato. Il Mantova espugna lo stadio di San Benedetto, tirando un brutto scherzo ai padroni di casa e fa felice il suo tecnico Luca Prina: «Vincere in un posto bellissimo come questo in un grande stadio e con questo pubblico, ci riempie di soddisfazione. Ma non voliamo troppo e pensiamo al Pordenone. Abbiamo disputato un ottimo primo tempo contro una Samb che era reduce dalla vittoria di Macerata. Nella ripresa bisognava gestire meglio la gara – aggiunge Prina – ma l’ingresso di Sorrentino ci ha reso la vita difficile. Il giovane attaccante marchigiano mi è piaciuto molto. Senza dimenticare, poi, che avevamo più di un giocatore con qualche problemino fisico. Poi però abbiamo trovato il terzo gol, che ci ha permesso di chiudere l’incontro». Un Mantova terribilmente concreto, che ha messo in mostra tanta corsa e una forte determinazione. Componenti di una bella prestazione, che ha fruttato – e questa è la cosa più importante – tre punti. «Questa – aggiunge il tecnico virgiliano – non è una squadra presuntuosa. Già nelle precedenti gare di campionato aveva fatto vedere un buon gioco ed oggi forse, abbiamo raccolto quello che stiamo seminando dall’ inizio della preparazione. Il nostro obiettivo è la salvezza, soprattutto dopo la sofferenza patita lo scorso anno. Sono arrivato a Mantova ad otto giornate dal termine in una situazione che sembrava compromessa. Poi però siamo riusciti a salvarci e da lì siamo ripartiti. Ora dobbiamo continuare sulla strada intrapresa». Al termine dell’incontro gran corsa finale nel settore ospiti del Riviera dove c’erano una cinquantina di irriducibili tifosi del Mantova. «Era giusto gioire con loro. Lo scorso anno ci hanno dato tanta forza ricevendo da parte nostra tanta dignità. Lo ripeto – conclude Prina – il nostro primo obiettivo è la salvezza, poi una volta raggiunta vedremo dove si potrà arrivare».

Ore 21.00 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova piazza il colpaccio ed espugna per la prima volta nella sua storia il campo della Sambenedettese (dove finora aveva collezionato un pareggio e 4 sconfitte), ottenendo nel contempo la prima vittoria in campionato. I biancorossi dominano il primo tempo, chiuso sul 2-0 grazie alle reti di Caridi e Zammarini. Poi rischiano di compromettere tutto, lasciandosi assediare dai marchigiani che accorciano le distanze e vanno anche vicini al pari. Ma nel finale l’Acm torna fuori e chiude i conti con il neoentrato Romeo, per poi andare a festeggiare sotto la curva ospiti, trascinata da un mister Prina scatenato. Entrando nei dettagli del match, si comincia nella bolgia del “Riviera delle Palme” (4mila spettatori e una curva da B) con le squadre schierate secondo moduli e formazioni annunciate. Prina propone il 3-4-3 e conferma in blocco l’undici che aveva fermato sul pari il Venezia al Martelli. Mister Palladini vara invece un 4-3-3 e sostituisce lo squalificato Lulli con Candellori. I padroni di casa, trascinati dal pubblico, partono a razzo e già al 4’ Bonato è decisivo, deviando in corner una conclusione al volo di Tortolano. Ma è soltanto un fuoco di paglia, perché il Mantova comincia a macinare il suo gioco e per la Sambenedettese è buio pesto. I biancorossi dominano nel possesso palla, anche se non trovano mai (a parte un tiro di Tripoli al 6’ bloccato dal portiere Pegorin) la giocata giusta negli ultimi sedici metri. I marchigiani invece ci provano da fuori area con Berardocco (19’), Mancuso (21’) e Tortolano (24’), ma Bonato nel primo caso si salva in corner e negli altri due blocca con sicurezza. Il pallino del gioco è però sempre in mano al Mantova, che al 27’ trova finalmente il meritato vantaggio: Caridi va in percussione per vie centrali e dai 25 metri scocca un destro che si va a infilare nel sette, complice anche un non impeccabile Pegorin. La Sambenedettese è in grave affanno e mister Palladini prova a cambiare modulo per arginare i biancorossi, passando al 4-2-3-1. Mossa inutile, perché il Mantova resta padrone del campo e al 38’ raddoppia. Caridi stavolta innesca Regoli, che entra in area e semina il panico: il suo cross basso è ribattutto dalla difesa, ma al limite dell’area arriva in corsa Zammarini che fa secco Pegorin con un destro rasoterra. I marchigiani reclamano invano il fuorigioco di Marchi, Raggio Garibaldi e Tripoli ma accusano il colpo e appaiono frastornati. L’intervallo arriva a evitare il peggio. La ripresa, però, è tutt’altra musica. Palladini butta subito dentro Di Massimo e lo scatenato Sorrentino per Candellori e Fioretti. La Samb ora pressa alto, aggredisce e costringe nel guscio un Mantova forse già convinto di avere il match in tasca. Così, Di Filippo (11’) colpisce la traversa con un tiro-cross, poi (13’) Bonato è miracoloso nel deviare sul palo un tiro di Sorrentino presentatosi solo davanti a lui. Prina corre ai ripari e inserisce prima (15’) Salifu per Bandini e poi (18’) Romeo per Cristini, che aveva appena rischiato l’espulsione. Ma il gol è nell’aria e arriva al 24’, quando Mancuso sfrutta una sponda di Sorrentino e da due passi trafigge Bonato. C’è da soffrire e sembra che la Samb possa pareggiare da un momento all’altro. Ma poi Prina inserisce (31’) Ruopolo per Tripoli e il Mantova riprende coraggio. I biancorossi ribattono colpo su colpo e al 42’ chiudono il match con Romeo, che stacca di testa su corner di Regoli e segna il 3-1 proprio sotto il settore ospiti, dove una quarantina di tifosi mantovani danno il via alla grande festa.

Ore 20.30 – (Alto Adige) La fresca brezza dell’abbrivio di serata bolzanina, non è sufficiente a spazzare via lo scotto della delusione per la seconda sconfitta consecutiva. In sala stampa mister Viali si presenta dopo un discreto tempo di attesa, segno che, molto probabilmente, oltre alla doccia il tecnico milanese si è concesso anche un esame di coscienza ulteriore e collettivo. “E’ una sconfitta che pesa molto – dichiara Viali – perché si somma a quella precedente. Questa di oggi rispetto a quella di Gubbio è stata ancor più clamorosa perchè oggi abbiamo tenuto il campo per oltre settanta minuti. Detto questo, però, se vogliamo crescere non ci devono essere alibi. A mio parere ritengo che questa squadra abbia una identità ben precisa, e ben definita. Ma non abbiamo ancora un’anima, e questo è l’elemento che al momento fa la differenza. Dal mio punto di vista sicuramente dobbiamo migliorare tanto. Le pecche di oggi? La maggiore è quella di aver avuto una partita in pugno per quasi tutta la gara, tranne che per pochi minuti, quelli in cui abbiamo preso i due gol. Detto questo ho poco da rimproverare alla squadra: ha fatto quello che avevo chiesto di fare, comandato il gioco, costruito e subito pochissimo. Poca fluidità in avanti? Gliozzi ha fatto il suo, ad un certo punto volevo cambiare perchè ci avevano preso le misure ed inserire Sparacello per dargli anche minutaggi. Il cambio di Sarzi è stato forzato, così come a Gubbio. Prendiamo gol in quella zona? E’ solo un caso fortuito…eppoi se dobbiamo cambiare li non abbiamo molte soluzioni anche perché Lomolino è ancora infortunato. Per cui dobbiamo adattarci”. Dopo il mister è la volta di soldatino Tait, la cui lettura della gara non è scevra della giusta criticità. “Abbiamo perso malamente – inizia il difensore – diciamo sempre che facciamo bene, facciamo bene…la partita la facciamo noi…tutto bene ma bisogna portare a casa i punti. Essere belli va bene ma fino ad un certo punto. Bisogna essere cazzuti, avere quella voglia e quella cattiveria di non prendere gol. Bisogna lavorare e giocarsi tutte le partite. Abbiamo preso due gol per nostra disattenzione, perdendo la marcatura in entrambe le occasioni. Dobbiamo capire che bisogna difendere in undici ed attaccare in undici. In Legapro non sempre vince la squadra che gioca bene” La prestazione di Ciurria è sufficientemente alta, così come alla stessa altezza viaggia la disapprovazione per il risultato finale. “E’ una sconfitta immeritata, secondo me abbiamo fatto una grande partita, gestendo il pallino del gioco…solo che loro sono stati bravi su due cross a rigirare la frittata. Poca fluidità in attacco? E’ vero, perché la Feralpi è una squadra brava a difendersi. Per noi è stato difficile trovare spazi. Ci siamo mossi ma rimanevano ben chiusi. Dopo due sconfitte consecutive dobbiamo rialzare la testa e pensare alla gara di martedì dove dobbiamo fare risultato”. Obodo ascolta le parole del compagno e aggiunge: “queste partite sono così. Peccato non avremmo meritato di perdere. Ho fatto anche il centrale difensivo perché sono disponibile a quello che mi chiede il mister, così siamo riusciti a giocare maggiormente la palla. Siamo comunque carichi…abbiamo perso due gare che non meritavamo di perdere”. L’analisi arriva anche da Di Nunzio che affresca con un particolare: “dopo aver fatto il gol abbiamo smesso di giocare al pallone. In serie c le partite finiscono al centesimo e non al novantesimo…abbiamo mollato un po’ ed abbiamo preso due gol”.

Ore 20.10 – (Alto Adige) Se la partita con il Fano era una sorta di visita al pronto soccorso e quella con il Gubbio un primo consulto con uno specialista, il test con il Feralpi era un risonanza magnetica, ovvero un esame approfondito sulle reali condizioni di salute dell’Alto Adige, un check-up in grado di misurare pressione, battuto cardiaco, capacità respiratoria, mobilità articolare, consistenza ossea e se vogliamo anche un consulto psicologico perchè anche la testa conta nel calcio. Il referto medico non è dei più incoraggianti, la squadra non gode di ottima salute ma nemmeno è malata. Certo è che quello con il Feralpi era il primo confronto diretto con una squadra di prima fascia, non una corazzata del calibro di Parma e Venezia ma sicuramente una squadra attrezzata per partecipare al party esclusivo sulla terrazza della Legapro. Una cifra tecnica importante per la squadra bresciana di proprietà di un magnate dell’industria siderurgica ma con la mentalità dell’uomo d’affari del miracolo economico che spende ma non dilapida. La stessa filosofia in scala di Squinzi al Sassuolo e non ci meraviglieremmo se nel giro di qualche stagione anche il Salò riuscisse ad approdare in serie A. C’è tanta qualità e anche se il possesso palla è biancorosso sono i bresciani a costruire le occasioni da gol più importanti. Quel gol che arriva invece per primo in casa Alto Adige grazie ad una splendida rovesciata di Gliozzi che fino a quel momento sembrava un turista milanese in fila in via Cassa di Risparmio in attesa di visitare il museo di Ötzi. Ma la rete invece di rafforzare l’autostima biancorossa scuote l’animo del Salò che alza l’asticella tecnica del suo gioco, mette cattiveria, grinta e determinazione nel suo prodotto interno lordo e con un rapido “uno-due” zittisce uno stadio Druso che come tradizione poi non parla mai ad alta voce tanto che i bambini che giocano al Lido sono più rumorosi. Entrambi i gol arrivano da cross dal fondo e in entrambe le occasioni gli attaccanti bresciani saltano indisturbati come i cowboys ai tempi della conquista del West nelle praterie dell’Oregon. Gentili concessioni di una retroguardia che dovrebbe essere il braccio armato della squadra e che invece ha balbettato in troppe occasioni. Dice bene mister Viali quando nella disamina del post-partita attribuisce alla sua squadra una carenza di anima, già perchè sul piano della letteratura calcistica la squadra si esprime con un linguaggio forbito e anche sotto il profilo estetico certe giocate sono da accademia, ma il calcio non è un semplice esercizio di stile, è anche lavoro sporco, mani imbevute nel grasso, colpi bassi, cuore oltre l’ostacolo, più lotta che governo. Ecco, l’Alto Adige deve uscire dall’aula e scendere in strada e i bravi ragazzi devono anche trasformarsi in “bad-boys” perchè come ha detto di recente Valentino Rossi ci sono anche gare “ingnoranti “ da vincere, a partire da mercoledì sera a Bassano. Già, si gioca in contemporanea con la Champions contro un’altra grande del girone e una terza sconfitta di fila a questo punto sarebbe già una diagnosi.

Ore 19.40 – (Gazzetta di Modena) Armando Perna ha trascorso nove stagioni all’ombra della Ghirlandina, difendendo i colori gialloblù in mille battaglie. Il difensore siciliano da questa stagione gioca nella Maceratese, ma ieri non ha potuto giocare la classica gara dell’ex per un piccolo infortunio. «Ho rosicato tanto per non aver potuto giocare contro il Modena – racconta Perna – l’ho detto al mister che volevo scendere in campo a tutti i costi. Comunque il legame con questa città è speciale ed è rimasto uguale in questi anni. Quando tornavo verso gli spogliatoi con la squadra dopo il riscaldamento tanta gente mi ha applaudito. È stato emozionante». Modena e Maceratese hanno offerto un pessimo spettacolo al Braglia, come riconosce il tecnico ospite Federico Giunti: «È stato un match condizionato dalla situazione mentale delle due squadre, visto che entrambe hanno faticato molto in questo inizio di stagione. Sia noi che il Modena eravamo reduci da una sconfitta, la partita è stata bloccata anche dalla paura. Potevamo fare di più però, specialmente nel secondo tempo dove abbiamo concesso al Modena qualche spazio di troppo. Nel primo tempo, invece, abbiamo offerto una buona prestazione, imbrigliando gli avversari e non permettendogli di giocare liberamente. Il risultato finale di 0-0 credo che sia giusto, personalmente sono soddisfatto di questo punto che portiamo a casa per muovere la classifica». Giunti conclude con un pizzico di autocritica. «Il Modena ha cercato di non concederci spazi, non è stato facile sviluppare una manovra sciolta e libera. È stata una partita diversa rispetto a quella contro la Sambenedettese, la quale era stata aperta e spettacolare. Per come immagino io il calcio vorrei che tutta la squadra facesse, dobbiamo offrire un calcio migliore e più convincente».

Ore 19.20 – (Gazzetta di Modena) Marino ha visto un Modena di carattere. «E’ un peccato non essere riusciti a vincere. Nel secondo tempo abbiamo affrontato la Maceratese con maggior coraggio e infatti siamo stati molto più pericolosi. Penso però che questa partita abbia confermato che la nostra è una difesa solida, capace di rappresentare una base solida sulla quale costruire il nostro futuro. Non abbiamo rischiato praticamente nulla e questo mi spinge a dire che dietro abbiamo già una nostra identità importante. Davanti i gol arriveranno. Basta insistere con questa volontà sapendo poi bene che tanti giocatori del nostro organico sono indietro di condizione e sono quindi destinati a crescere con passare delle partite. La classifica non è entusiasmante, questo è vero – ha concluso il difensore gialloblù – ma è anche vero che tra Parma e Maceratese mancano dei punti che sul campo avremmo meritato di conquistare. Comunque è presto per fare questi conti, pensiamo solo a lavorare sodo e trascinare i tifosi il cui entusiasmo possiamo risvegliare solo grazie ai risultati».

Ore 19.00 – (Gazzetta di Modena) Un po’ di pazienza e le cose prenderanno la giusta piega. Simon Laner, al debutto in gialloblù, ha guardato avanti. «E’ stata una partita molto difficile per noi. Specie nel primo tempo, la Maceratese ci ha lasciato giocare molto coi nostri centrali ma in mezzo al campo raddoppiava sistematicamente. Nella ripresa si è vista una squadra differente. Che ha provato a muovere la palla più velocemente e che alla fine ha saputo creare due o tre grandi occasioni che però non siamo riusciti a sfruttare. La nostra volontà era quella di vincere a tutti i costi, ma adesso credo non sia il momento di rammaricarsi. La realtà è che dobbiamo pensare a pedalare e fare meglio possibile cercando di crescere sia di rendimento che di risultati. Per quanto mi riguarda, ho fatto la scelta di Modena con grande convinzione. Sappiamo bene, Basso ed io, di essere qui per dare un contributo di esperienza ad un gruppo giovane. Dobbiamo trovare la forma ma stiamo lavorando bene».

Ore 18.40 – (Gazzetta di Modena) Il Modena continua a non fare gol, così anche contro la Maceratese, come già con il Parma, si deve accontentare di un punto. La squadra gialloblù non ha corso pericoli, è vero, ma ne ha portati anche pochi alla porta dei marchigiani. Simone Pavan è consapevole delle difficoltà mostrate ancora una volta dalla sua formazione ed esordisce così: “Abbiamo fatto il possibile, ma il pallone non voleva entrare nella loro porta”. Un ammissione di impotenza o il semplice riconoscimento della realtà, di un dato di fatto? Il mister gialloblù riconosce che il Modena ha il problema del gol, né potrebbe essere diversamente, ma di fronte a precisa domanda esprime una valutazione positiva della prova della sua squadra: “Mi chiedete cosa salvo della prestazione del Modena? Ovviamente salvo il risultato, il punto in più in classifica, ma salvo anche la prestazione dei miei giocatori”. A dire il vero non c’è grande concordanza tra il parere di Pavan e quello della maggioranza dei giornalisti, ma l’allenatore gialloblù precisa meglio la sua valutazione della partita: “Io giudico positivamente la gara dei miei, che mentalmente sono stati bravi nell’affrontare l’impegno. Ad essere sincero, il primo tempo siamo stati troppo lineari, ma nella ripresa le cose sono cambiate e abbiamo schiacciato la Maceratese impedendole di giocare. Lo conferma anche il fatto che non abbiamo corso nessun rischio. Mentre in avanti siamo stati pericolosi, creando almeno quattro occasioni nitide per segnare. Purtroppo anche questa volta il gol non è arrivato, e in questo devo darvi ragione, alla casella delle reti segnate c’è ancora lo zero”. Insomma, la mancanza del gol è il problema o il sintomo di altri problemi? Pavan non ha dubbi: “Non mi sembra che la squadra abbia dei problemi, se non quello del gol, anche se in questa gara le occasioni le ha create giocando una bellissima partita”. A risolvere il problema del gol quanto potrebbe contribuire Bajner, anche questa volta in campo solo per gli ultimi dieci minuti, ma capace di sfruttare il suo fisico: “Non è ancora in condizione, lo si vede, ma si sta impegnando molto e ci contiamo molto. Quando è entrato infatti la sua presenza in area avversaria si è sentita”. Hanno debuttato dall’inizio Laner e Basso. Che debutto è stato? “Hanno portato la loro grande esperienza e si è visto”.

Ore 18.20 – (Gazzetta di Modena) Altro che riscatto. Dopo lo strazio di Salò, il Modena regala un’altra proposta indecente e non va oltre un misero pareggio a reti inviolate nel match interno con la Maceratese. Partita inguardabile con la squadra di Pavan incapace di proporre qualcosa di credibile sotto l’aspetto del gioco e dell’aggressività. Una squadra piccola, piccola, talmente brutta e sgangherata da cancellare anche quel poco di buono che potrebbe esibire. E che ancora una volta non riesce a gonfiare la rete, una sterilità imbarazzante sottolineata dalla protesta e dallo scoramento di una tifoseria che, se il piatto sarà questo, abbandonerà progressivamente la mensa del Braglia preferendo rimanere a digiuno di Modena. Siamo alla terza giornata, all’inizio, ma le luci accese dal derby col Parma sono state oscurate da un buio pesto. Pavan insiste sul 4-3-3 ma cambia due interpreti in attacco inserendo Tulissi e Basso a sostegno di Diakite schierato come punta centrale, ruolo che non sembra proprio essergli congeniale. Un innesto anche a centrocampo con Laner che debutta come interno destro. Olivera è l’altra mezzala, Giorico giostra basso davanti alla difesa che registra il rientro di Marino accanto ad Aldrovandi. Calapai e Popescu i due terzini, Manfredini è tra i pali. Giunti, tecnico della Macaratese è a specchio sui gialli, ma tra le file dei marchigiani non c’è Perna, il grande ex, che non siede nemmeno in panchina. Ospiti con Forte in porta, Marchetti e Gattari tra Ventola e Broli nella linea arretrata protetta da Quadri. Franchini e Malaccari i due interni biancorossi, in attacco Colombi è il riferimento per Petrilli e De Grazia, un ragazzino decisamente sveglio. Salò ha lasciato il segno: curva dimezzata rispetto al Parma, gradinata idem. Ma la Montagnani invoca a voce alta il riscatto chiamando i gialli alla battaglia. Probabilmente anche all’interno della Famiglia Pavan c’è voglia di far bene, ma fin dai primi minuti si intuisce che il Modena fa una fatica maledetta a trasformare in realtà le buone intenzioni. I gialli cercano di fare il match, ma la palla gira lenta e quando arriva sulla trequarti avversaria la manovra canarina si spegne inesorabilmente. Basso prova a fare qualcosa, Tulissi pure, ma Diakite è un pesce fuor d’acqua e Olivera non esiste. Non funziona per vie centrali e anche sulle fasce soprattutto dalla parte di Calapai. Fino al 28′ è una schermaglia in mezzo al campo interrotta solo da una bella percussione di Petrilli che spara alto e da un’intuizione di Tulissi che lancia Basso dietro le spalle di Marchetti e Gattari: Forte è attento, esce e sventa la minaccia. Più efficace De Grazia che al 40′ si infila da sinistra e spara un bel mancino che non crea problemi a Manfredini. E’ il primo tiro nella specchio della porta in una partita oscena. Modena senza idee, gioco e sprint rimandato alla ripresa tra i fischi. Pavan riparte con gli stessi uomini, Giunti fa uguale. Il Modena ha subito una bellissima occasione: Tulissi difende caparbiamente il pallone innescando la ripartenza di Diakite. Basso schizza via a sinistra, due contro uno e possibilità di far centro, ma l’ivoriano sbaglia il passaggio a Basso che deve decentrarsi e ripiegare con un cross al maldestro assist del compagno. Passano altri quindici minuti utili solo a capire che con il 4-3-3 il Modena non può far strada e che il 4-3-1-2 aveva qualche freccia in più nel proprio arco. Loi per Basso e la situazione non cambia. Bisogna sperare in Tulissi. Al 67′, udite, udite, il Modena ha la chance. Tulissi semina mezza Maceratese servendo un gran pallone a Diakite che si allunga con l’esterno sinistro e tocca in modo vincente: Forte fa il miracolo. Besea per Laner, la musica non cambia ed è solo un concerto di archi scordati che finisce per irritare tutto lo stadio nonostante un bel tiro di Loi neutralizzato da Forte coi piedi e un’altra bella conclusione di Tulissi che mette in difficoltà, ma non trapassa il portiere dei marchigiani. 270 minuti senza segnare, tiri in porta col contagocce e anche ieri solo qualche inutile minuto per Bajner. Come a Salò, tutto da dimenticare. E togliamoci dalla testa che questo Modena, così com’è ora, possa fare qualcosa in più che provare a salvarsi.

Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) Felici tutti, tranne uno: Mauro Lovisa. Il presidente del Pordenone si gode solo in parte la vittoria e la vetta della classifica della sua squadra. Il motivo? Lo scarso numero di presenti al Bottecchia. «Sono deluso – afferma il massimo dirigente –: i nostri sacrifici, questa squadra, per come gioca e per i risultati, merita più spettatori. Ora faccio le mie riflessioni, perché ho rinunciato a piazze importanti per rimanere qui e pensavo di vedere più tifosi in questa occasioni». Amaro sfogo. Il numero uno neroverde ha convinto l’amministrazione comunale a installare delle nuove tribune – che faranno il loro debutto col Parma, sabato prossimo –, ha fatto ulteriori investimenti per rinforzare la squadra: per questo si aspettava un altro tipo di risposta da parte delle città. «Al sud, con uno spettacolo del genere, avremmo avuto ben altra presenza sugli spalti – attacca Lovisa –. Voglio dare una scossa all’ambiente, a Pordenone soprattutto: oggi (ieri, ndr) ho visto al Bottecchia più gente di Spilimbergo e di Maniago, che della città». Tuttavia la campagna abbonamenti – chiusa – ha registrato oltre 400 abbonamenti: più del doppio dell’anno scorso (200 tessere sottoscritte). «E’ vero – riconosce Lovisa –: però dopo un finale di stagione come quello dell’anno scorso puntavo subito ad avere la gradinata piena. Invece non è così. Ci sono stati tanti tifosi, straordinari per come ci hanno sostenuto, ma si poteva e si può fare di più. Vediamo sabato col Parma – chiude –: spero che già giovedì i biglietti siano esauriti». Felice. Decisamente soddisfatto il tecnico del Pordenone, Bruno Tedino. «Abbiamo disputato una partita eccezionale per 70’ – dichiara –. La vittoria mi rende felice, come la testa della classifica, ma più di tutto mi fa piacere notare come la squadra sia cresciuta». E’ un Pordenone che può andare lontano, dunque: «Mancano 35 giornate, ma penso che possiamo essere protagonisti – continua il tecnico –: l’ha detto in particolare questa gara, giocata contro una squadra forte e che disputerà una grande stagione». Chiusura con l’ex Lamberto Zauli, il primo allenatore neroverde della parentesi in Lega Pro. «Com’è finita coi ramarri ormai è un capitolo chiuso – afferma il tecnico del Teramo –. Noi dobbiamo crescere. Il Pordenone? Penso si riconfermerà».

Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Il ramarro cresce a vista d’occhio e pian piano sta tornando la belva famelica della scorsa stagione. Non è ancora al top, e sarebbe strano il contrario, ma il Pordenone già ruggisce e alla terza giornata balza in vetta alla classifica, sia pure in condominio con Santarcangelo, Bassano e Gubbio, davanti a tutte le grandi favorite per il salto in B. I neroverdi fanno un sol boccone del Teramo di Zauli, che sperava di centrare la vendetta dell’ex, e che invece se ne torna in Abruzzo con le pive nel sacco: ha scelto di affrontare il Pordenone a viso aperto, Tedino non chiedeva di meglio. Impietoso sul piano tecnico-tattico il confronto tra i due speculari 4-3-3, con quello di casa capace di tramutarsi all’occorrenza in 4-4-2. Tocchi di prima, azioni ficcanti, manovra avvolgente. Vittoria netta, perentoria, e punteggio reso meno severo soltanto da un ininfluente gol trovato in mischia dagli ospiti in pieno recupero. Accademia. Chapeau, insomma, per questa squadra ancora in rodaggio, ma già capace di esaltare il proprio pubblico anche con tocchi d’accademia, colpi di tacco e giocate d’alta scuola, vedi il fantastico centro – il quinto in cinque gare ufficiali, Coppa compresa – di quel grande centravanti che è Rachid Arma, capace di recuperare una palla persa dagli avversari a centrocampo, bersi come acqua fresca la difesa abruzzese e trafiggere il portiere con un rasoterra chirurgico dal limite dell’area per firmare il 3-0: tutto il Bottecchia in piedi ad applaudire, e i sogni che si rifanno concreti dopo l’incredibile secondo posto, con annessa semifinale playoff, della scorsa, magica stagione. Avvio sprint. Pordenone anche più forte anche degli imprevisti: Cattaneo, inserito tra i titolari, s’infortuna nel riscaldamento e al suo posto gioca Martignago. Padroni di casa subito col piede premuto sull’acceleratore e doppia occasione per Arma in avvio di gara. Prima Rossi si supera sulla stoccata all’angolino e manda in angolo. Sugli sviluppi dello stesso, deviazione dal secondo palo ancora di Arma e altra parata in corner di Rossi. Piede vellutato. Il vantaggio neroverde arriva al 21′: percussione di Suciu, steso fuori area, punizione di cui s’incarica Burrai, che dai 20 metri insacca all’angolino come il miglior Pederzoli firmando il suo primo centro in neroverde. Il Teramo prova a replicare al 23’: colpo di testa di Sansovini, riflesso di Tomei e palla oltre la traversa. Al 25’ altra occasione neroverde: sponda di Arma, staffilata di Suciu, pregevole deviazione in angolo dell’estremo difensore. Ci prova Martignago al 28’ su splendida imbeccata di Berrettoni, il bravo Rossi respinge ancora. Spettacolo. I ramarri rientrano dagli spogliatoi con la stessa grinta dell’avvio di gara, decisi a chiudere subito il conto. Cosa che avviene infatti già al 3’: sugli sviluppi di una punizione battuta da Burrai, Semenzato ci prova da posizione defilata. Nel tentativo di anticipare De Agostini, Ilari devia nella propria porta. Il Teramo prova a ricomporsi e a fare leva sui propri brevilinei d’attacco che nel primo tempo hanno messo in apprensione la difesa locale, ma Stefani e Ingegneri non lasciano varchi. Così il Pordenone riprende in mano le redini del gioco e nella fase centrale dà vita a un vero show. Comincia Misuraca con una gran palla per l’inserimento di Semenzato, il cui destro potente colpisce il palo esterno. Al 32’ occasionissima neroverde. Gran colpo di tacco di Berrettoni per Martignago, chiuso da Rossi in uscita. Al 34’ filtrante di Misuraca per l’inserimento di Buratto, stoppato in angolo. Quindi arriva il tris di Arma e, quando i neroverdi tirano i remi in barca, al 47’ Croce firma in mischia su azione d’angolo il gol della bandiera degli abruzzesi.

Ore 17.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Prima vittoria in trasferta e ascesa ai piani alti della classifica per il Bassano, che ieri pomeriggio ha strappato i tre punti ad Ancona. Una vittoria nata nel secondo tempo (1-2), dopo che nella prima frazione le due squadre avevano addormentato la gara e che solo l’autogol di capitan Bizzotto aveva movimentato. Applausi alla Virtus che ha saputo riacciuffare la gara con un’inzuccata di Grandolfo e poi ha portato a casa il match con un’azione corale dei tre neoentrati finalizzata da Laurenti. Gran merito nel successo va a mister Luca D’Angelo, che azzecca tutti i cambi e che durante l’intervallo riesce a stimolare i suoi ragazzi, capaci di giocare una seconda parte di gara col cuore e con la testa. Al Bassano serve qualche minuto per entrare in partita e a contrastare l’inizio a razzo dell’Ancona che frutta quattro corner nei primi in cinque minuti. Senza provocare troppi affanni, i biancorossi provano a mettere la zampata in fretta, arando le fasce e tenendo un ritmo indiavolato. La squadra di D’Angelo soffre e lascia spazio e quando si affaccia nell’area avversaria subisce alcuni contropiedi che rischiano di fare male. Poi qualcosa cambia. Il primo tiro in porta di marca ospite arriva al 15’, con Proietti che scaglia un rasoterra e Rossini blocca in due tempi. Al 27’ tocca a Minesso impattare di testa un traversone da destra e mancare la rete del vantaggio con la sfera che passa a fil di palo. La frazione sembra archiviata, quando succede il patatrac. Punizione per l’Ancona, palla scodellata in mezzo, Formiconi non intercetta, Momentè prova il sinistro a incrociare, Bastianoni respinge sul petto di Bizzotto che sigla l’autogol. Una debacle che rischia di condizionare tutto il resto del match e che invece viene rattoppata subito. Al cambio di campo il Bassano centra il pareggio: Falzerano al 4’ pennella un cross dalla sinistra per la testa di Grandolfo, che incrocia trovando la prima rete stagionale. Dopo il gol l’Ancona va in tilt e la squadra di D’Angelo ne approfitta per cercare di ribaltare la gara ancora con Grandolfo prima con un rasoterra e poi con una rovesciata. Sul finale il tecnico giallorosso getta nella mischia Laurenti, Maistrello e Rantier. E i tre costruiscono in breve il gol vittoria al 40’, con il francese che entra in area, dribbla il proprio marcatore, serve Maistrello, sponda per Laurenti che con un gran piattone trafigge Rossini. Oltre il recupero per i giallorossi di D’Angelo basta stringere i denti per respingere gli assalti marchigiani e per portarsi a casa una bella vittoria di carattere.

Ore 16.40 – (Giornale di Vicenza) Ci voleva Luca D’Angelo per stracciare il fantasma di Fabio Brini che col Bassano aveva vinto due volte su due (entrambe alla guida del Pergocrema nel 2011-12), e persino una terza in Tribunale nel reclamo per una partita persa a tavolino e poi riconquistata a furia di carte bollate. Ora l’incantesimo è spezzato, il Bassano può finalmente sorridere. E anche se i toni sono bassi – lui non è mai tipo da enfasi fuori luogo – anche l’Orso può distendersi, pur preferendo restare entro le righe, secondo indole e carattere. Ma si intuisce lontano un chilometro che Luca D’Angelo è felice. Ma siccome non è tipo da fare quattro passi sulle nuvole e poiché incombe subito il match con l’Alto Adige martedì al Mercante, il timoniere abruzzese procede cauto e scansa qualunque trionfalismo.«La reazione dei miei è stata straordinaria, ci tengo a sottolinearlo – ammette il nocchiero giallorosso – andare sotto in esterna allo scadere del primo tempo avrebbe potuto tagliare le gambe a chiunque e invece la risposta di tutti è stata formidabile con un secondo tempo veemente».EQUILIBRIO. Anche se meno esaltante, nemmeno il primo tempo D’Angelo si sente di buttare via: «I primi 45′ sono stati equilibrati noi abbiamo avuto l’occasione più pericolosa con l’inzuccata di Minesso, poi il loro vantaggio, evitabile, avrebbe potuto innervosirci. Tra l’altro il terreno di gioco, a dispetto delle apparenze, era pessimo, pieno di buche, è stato complicato adattarsi alla situazione. Ma siamo stati eccezionali a riemergere da quell’1-0 da grande squadra».LETTURA. La rete del sacco marchigiano è stata una superba combinazione sull’asse Rantier-Maistrello-Laurenti, i tre subentranti. D’Angelo se la gode: «Per un tecnico ma anche per ogni componente dello staff una soluzione del genere ti accende di gioia non solo per le scelte azzeccate ma proprio perché rimarca un concetto che vado ribadendo dal primo giorno: per me non ci sono titolari e riserve, per me sono tutti sullo stesso piano. E quello che è accaduto al “Conero” ne è la riprova. Se mando qualcuno in panchina non è mai una bocciatura ma una valutazione che faccio in settimana. Poi però bisogna essere pronti in ogni momento e i ragazzi che sono entrati in corso d’opera hanno dimostrato di essere stati sveglissimi». Domanda inevitabile su Grandolfo, a bersaglio alla prima da titolare: «Ciccio non solo ha segnato ma ha compiuto u gran lavoro di sponda, aiutando i compagni e tenendo alta la squadra. Vi avevo detto che ormai c’eravamo con lui. E oggi subito ad allenarsi che martedì c’è l’Alto Adige».

Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) Se il Bassano, a fine campionato, si ritroverà punti in più certamente dovrà fare un pensiero al match del “Del Conero”. Il blitz di Ancona dei giallorossi chiude una doppia trasferta che frutta quattro punti al Bassano. Dopo un primo tempo sfortunato, i ragazzi di Luca D’Angelo riescono a raddrizzarla nel finale e merito ce l’ha anche l’ex tecnico dell’Andria. La rete che decide il match, quella di Laurenti, nasce infatti dalla panchina perché generata, costruita e finalizzata dai tre subentrati. Segno, questo, che il Bassano può godere di una rosa decisamente attrezzata, molto competitiva e indubbiamente fra le migliori dell’intera categoria. Non è stata una gran partenza per i bassanesi che, nel tentativo costante di fare gioco (tipico dell’atteggiamento tattico di D’Angelo), porge il fianco spesso e volentieri ai contropiedi dell’Ancona, pericoloso soprattutto sugli esterni vista la grande rapidità di De Silvestro e Frediani. Ma anche per la sorpresa che Brini fa al Bassano, lasciando in soffitta il 4-3-3 e mettendosi più o meno a specchio rispetto ai giallorossi. Nonostante un avvio non felicissimo, sono proprio gli ospiti a costruire di più, mettendoci maggiore precisione in avanti rispetto all’Ancona. Funzionano meglio soprattutto le fasce del Bassano: una spinta a testa di Crialese e Formiconi producono infatti le migliori occasioni del primo tempo della formazione veneta. Al quarto d’ora, dopo una bella azione sulla fascia sinistra, va al tiro Proietti con un mancino che risulta essere però troppo debole. Decisamente più pericoloso invece il colpo di testa di Minesso dopo un preciso traversone di Formiconi, ma la girata aerea del folletto ospite non inquadra lo specchio della porta perdendosi sul fondo. L’Ancona, che punta su una difesa solida e su ripartenze veloci, si affaccia con pericolosità dalle parti di Bastianoni solo nel finale di tempo. Pasini prima salva su Momentè, poi però è complice del vantaggio dei biancorossi. Una rete che arriva in maniera piuttosto casuale e rocambolesca, dopo una serie di disattenzioni del Bassano: Pasini sbaglia il tempo di intervento sulla punizione da centrocampo di Moi, Formiconi lascia troppo spazio a Momentè che conclude. Il resto lo fa Bastianoni, che respinge sul corpo dello sfortunato Bizzotto: rete e bassanesi sotto. Solitamente quando si va negli spogliatoi subendo un gol poco prima dell’intervallo, l’aspetto psicologico rischia di risentirne parecchio. Ma non in questo caso, perché il Bassano riscrive tutte le teorie e subito, appena tornato in campo, rimette la partita in sesto, senza colpo ferire. Il gol del pari porta la firma di Grandolfo, ed è uno splendido colpo di testa a incrociare degno di un grande attaccante. Il confezionamento della rete è però merito della premiata ditta Fabbro-Falzerano che fa qualcosa di strepitoso e manda in bambola la difesa dell’Ancona. Il Bassano qui commette un errore, perché avrebbe la forza per chiuderla, invece non riesce ad imprimere il ritmo che vorrebbe. L’Ancona, infatti, risente tantissimo della rete subita dopo appena 4 minuti della ripresa e non riesce a rialzare la testa. I giocatori offensivi dei marchigiani non giocano come dovrebbero e il Bassano ha vita facile, soprattutto in difesa. Brini prova a cambiare, ma alla fine è l’altra panchina a sorridere. E lo fa quando mancano solo cinque giri di lancette al termine dell’incontro. È Rantier, appena entrato, che manda a spasso due avversari e serve Maistrello il quale, pur controllando male, riesce comunque ad appoggiare per Laurenti, in gol con un colpo di biliardo. Palla in fondo al sacco e tre punti di platino per il Bassano.

Ore 16.00 – (Gazzetta di Reggio) Alessandro Spano e Simone Perilli sono soddisfatti del buon pari che la Reggiana ha rimediato al Penzo. Spanò, peccato solo di essersi fatti raggiungere nel secondo tempo? «La volontà di vincere c’è sempre ma abbiamo giocato contro una signora squadra. I ritmi elevati, che dal campo si notano bene, hanno reso la gara difficile e ci hanno costretti a stare concentrati per 90’. Cercavano di sfruttare i loro centimetri in area e per questo abbiamo disputato un’ottima gara concedendo il meno possibile». Rischiando però di trovarvi uno contro uno dietro. «Spesso li abbiamo lasciati in fuorigioco quindi quell’uno contro uno è relativo: se giochiamo bene di reparto, come si prova in allenamento, si rischia di meno. Poi può sempre capitare qualche giocata a tu per tu con gli attaccanti». Attaccanti forti fisicamente ma non solo. «Infatti non erano statici e attaccavano la profondità con la punta centrale, mentre gli esterni arrivavano sul fondo ma, se si riesce a non portarli in area, si riducono al minimo le loro occasioni». Si è riformata la coppia Spanò-Sabotic. È una rosa da puntare in alto? «Sapevamo della mancanza di Rozzio ma l’importanza di avere una rosa così è una nostra forza. Abbiamo grandi potenzialità ma bisogna restare coi piedi per terra, provando a vincerle tutte, ma senza proclami». Anche il portiere granata è soddisfatto per il punto importante raccolto in Laguna. Simone Perilli, quale è stata la sua parata più difficile? «L’ultima uscita a fine partita, quasi a metà campo, perché era un’occasione da gol. Anche perché a parare, in linea di massima, ci riesco come fatto sul loro colpo di testa ma quell’uscita, in quel momento della gara, è stata una decisione importante». Al di là di quegli episodi per lei si è vista anche tanta sicurezza tra i pali. «Nel primo tempo ci sono state alcune palle sporche in disimpegno ma, se avessi preso gol, forse avrei smesso di giocare a calcio». È una Reggiana che punta a vincere il campionato? «Sicuramente non giochiamo per perderlo… Ci proveremo: siamo un grande gruppo con ottimi ragazzi».

Ore  – (Gazzetta di Reggio) «Sono contentissimo del risultato, perché il Venezia è la più forte del campionato per fisicità tecnica e gioco e ha innesti che hanno fatto la serie A». Il ds Andrea Grammatica è soddisfatto del pari dei granata. «Anche loro hanno vissuto questa gara con la dovuta tensione, perché si giocavano tanto e se si vedono volti delusi da noi è solo perché essendo in rodaggio non conosciamo le nostre potenzialità. Non ci saremmo spaventati uscendo sconfitti: non abbiamo mai giocato con la stessa formazione. Partita di serie B per ritmo e tecnica. La mentalità è giusta, potevamo perdere ma cercavamo ripartenze per metterli in difficoltà».

Ore 15.50 – (Gazzetta di Reggio) «Abbiamo un po’ sofferto nel secondo tempo, quando il Venezia ha messo qualche pallone alto in area di rigore. Ma che non fosse facile lo sapevamo già e poi i ragazzi mi hanno rivelato che avevano paura di fare la fine di Bassano. Sono contento, in definitiva, perché passa anche da queste partite la crescita della squadra, in particolare per lo spirito di sacrificio e la voglia di lottare. La prestazione che ho chiesto c’è stata e nel momento di difficoltà abbiamo saputo soffrire». Questa la disamina di Leonardo Colucci sul match pareggiato con il Venezia. Il mister della Reggiana continua a spiegare: «Con l’ingresso di Moreo si sono messi a quattro in attacco e ho chiesto a Dario Maltese di indietreggiare e dare una mano in difesa – spiega ancora il mister – È stato bravo a prendere qualche pallone di testa e ci siamo difesi attaccando. Il Venezia ci ha messo un po’ in difficoltà con i palloni alti, ma la prestazione è stata buona». Ghiringhelli ha sofferto un ispiratissimo Marsura. «È difficile marcare questi giocatori destri che giocano a sinistra – prosegue ancora Colucci – Bovo l’ha fatto bene ed è riuscito anche ad attaccare alto. Sono situazioni che col lavoro andremo a migliorare». È enigmatico il tecnico della Reggiana. Alla fine riusciamo a strappare un sorriso di soddisfazione per il pareggio che, tutto sommato, costituisce un buon risultato, nonostante il gol del vantaggio firmato da Nolè lasciasse sperare anche in un colpaccio: «In campo si sono viste due squadre che sanno giocare a calcio e l’hanno fatto alla grande. Ho visto anche qualche mio ex compagno di squadra, che mi fa sentire davvero vecchio. Battute a parte, è stata una partita da categoria superiore. Soddisfatto? Sì, va bene così, mi soddisfa il pareggio – sostiene a denti stretti Colucci – e sono contento per la nostra prestazione. Ho fatto i complimenti ai ragazzi e abbiamo dato seguito ai risultati. Alziamo l’asticella partita dopo partita e questa era una gara importante. Ho chiesto ai miei ragazzi di giocare con il cuore e loro l’hanno fatto. Sono felice». Due parole anche sulle sostituzioni. Ad esempio quella di Marchi, che è stato costretto ad uscire dopo una partita sottotono. «È vero sono giovane come allenatore, ma so di avere 24 uomini prima ancora che giocatori. Hanno la doppia responsabilità di giocare bene per loro stessi e per il compagno. Sono giocatori scelti per l’occasione – spiega il tecnico granata – e loro lo sanno. A noi interessa la Reggiana prima di tutto e se esce il capitano entra un altro giocatore che darà tutto. I primi giorni eravamo un gruppo, ora siamo una squadra, lo possiamo dire». Come giudica la prestazione di Nolè, autore del gol del vantaggio che aveva illuso la Reggiana? «Non spendo parole sui singoli, anche se quando sono arrivato leggevo che Nolè andava molto male – conclude – Ho trovato grande spirito di sacrificio in lui, grande disponibilità, corre e rincorre, così come Marchi e gli altri. Se non sono i primi difensori gli attaccanti, la coperta risulta corta. Quando fai questa professione, non puoi non correre».

Ore 15.40 – (Gazzetta di Reggio) Un punto d’oro in casa di una delle formazioni più attrezzate per la vittoria del campionato. I granata tornano dallo stadio Penzo di Venezia con un ottimo pareggio sotto gli occhi di 500 tifosi reggiani e del presidente Mike Piazza, il quale lascia l’Italia soddisfatto – destinazione Miami – per quello che ha potuto vedere nelle due gare alle quali ha assistito dal vivo. Nel primo tempo la Reggiana passa al 5’ con un Nolè sempre più protagonista e poi controlla senza troppi affanni la partita. Marchi e compagni si dimostrano sicuri dei propri mezzi e il Venezia decisamente poco concreto per poterli impensierire più di tanto. Sembra il preludio per una giornata trionfale, ma nel secondo tempo è tutto un altro film Nella ripresa infatti la musica cambia e la pressione della squadra di Pippo Inzaghi diventa con il passare del tempo un vero e proprio assedio, senza che la Reggiana riesca in alcun modo a cambiare l’inerzia della partita. Al triplice fischio finale la truppa di mister Leonardo Colucci non può che esultare, soprattutto se si pensa al finale di Bassano del Grappa. Nella trasferta di ieri hanno brillato, oltre a Nolè, Bovo, protagonista di una grande gara nel ruolo di mezzala destra, il portiere Perilli e il centrale Sabotic, cui toccava il difficile compito di sostituire Rozzio e lo ha fatto benissimo. In avanti Marchi è apparso più spento rispetto alle altre due gare ma si è comunque distinto come al solito per il grande spirito di sacrificio e la voglia di lottare su ogni pallone: capitano vero. Nel primo tempo la Reggiana impiega pochissimo per portarsi avanti. Nolè ricomincia da dove aveva finito con l’Ancona. Al 5’ dopo un tiro di Marchi il numero 10 è bravo ad avventarsi sul pallone in mezzo all’area, sul filo del fuorigioco, e a trafiggere Facchin. Dopo la rete i padroni di casa provano a reagire ma la squadra di Colucci è messa bene in campo e non concede molti spazi. Con il passare dei minuti la pressione del Venezia cresce e complice la mira imprecisa degli attaccanti e un Perilli sempre attento, addirittura superlativo nelle uscite alte, il risultato non cambia. La Reggiana avrebbe spazio per qualche contropiede ma spreca un paio di occasioni, anche perché Manconi, comunque molto mobile, non riesce ad innescare l’azione. Nella ripresa la squadra di Inzaghi scende in campo decisa a ribaltare il risultato del match e lo spettacolo ne guadagna. Al 7’ occasione clamorosa per i lagunari: Bentivoglio da fuori prende il palo alla destra di Perilli, battuto, e poi Geijo a porta spalancata da pochi passi la mette incredibilmente fuori, ma l’arbitro a questo punto aveva già fischiato il fuorigioco. Al 14’ ancora Geijo di testa la mette di poco alta da distanza ravvicinata. Al 15’ Ghiringhelli in contropiede non serve Nolè libero a sinistra, che si dispera, e così sfuma quella che poteva essere una grande occasione per assestare il colpo del ko. Al 20’ la spinta dei padroni di casa porta a un meritato pareggio. Fabris crossa dalla destra e Modolo la mette dentro di testa dal lato sinistro, facendo esplodere il Penzo. Al 24’ Guidone, appena entrato, la devia di testa in modo pericoloso ma la palla va alta sulla traversa. Al 28’ Perilli salva la sua porta con una grande parata su colpo di testa ravvicinato di Moreo. L’assedio continua: lo certificano gli undici calci d’angolo per il Venezia, contro uno solo della squadra di Leonardo Colucci, ma il risultato dopo quattro minuti di recupero non cambia. Ora due giorni di riposo e poi si lavora per il derby di domenica a Modena, mentre le altre squadre saranno impegnate martedì e mercoledì nel turno infrasettimanale (la Reggiana recupererà la sfida con il Santarcangelo il 4 ottobre).

Ore 15.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Ho contato 19 cross, 14 tiri e nove occasioni. Ma abbiamo segnato un solo gol: è questa l’unica pecca della partita». Guarda ai numeri Pippo Inzaghi e si dice soddisfatto. Ma il rammarico c’è: «Ho fatto i complimenti ai miei ragazzi. Cosa posso chiedere di più? Certo, bisogna essere più cinici, perché dopo tutto questo gioco prodotto, non possiamo uscire con solo un gol. Da questa partita vado via con il rammarico di non aver vinto», aggiunge il tecnico arancioneroverde, che poi si sofferma sull’azione del gol subito nei minuti iniziali: «L’altro difetto di questa partita sono stati i primi cinque minuti. Nell’azione del gol c’è stata una disattenzione ma anche un rimpallo che non ci ha favoriti. Poi la Reggiana è sempre rimasta nella sua metà campo. E per noi sono arrivate tante occasioni che non abbiamo sfruttato. L’attacco ha tante opzioni, ho fatto esordire anche Moreo che ci potrà dare una mano. Ora si tratta di mettere tutti nelle condizioni migliori per segnare». Nel conto Inzaghi mette anche l’atteggiamento: «Ho visto cuore e voglia, questa squadra andrà lontano. Ora conta l’atteggiamento e vedo che questa squadra ha lo spirito più giusto».

Ore 15.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il primo big match finisce in parità. Ma contro la Reggiana il Venezia soffre, va subito sotto e spreca male troppe occasioni prima di trovare il gol dell’1-1 con Modolo. Si recrimina per un possibile rigore negato, per il palo di Bentivoglio, ma l’evidenza è che davanti alla porta avversaria molte volte l’attacco arancioneroverde sciupa. C’è Geijo dal primo minuto e si capisce che lo spagnolo ha i numeri per fare la differenza ma forse non ancora la condizione. L’attacco si completa con Marsura e, per l’infortunato Fabiano, con Tortori che però non brilla. Rientrano Fabris in mediana e Baldanzeddu in difesa. E’ proprio il terzino destro a dare il primo dispiacere della stagione al Venezia, arrivando in ritardo su Nolè che si ritrova libero davanti alla porta e può infilare a rete dopo 5 minuti. La reazione è confusa, prevalgono i lanci lunghi intercettati dai difensori avversari. La Reggiana si chiude ma quando si porta avanti sa pungere. Al 15’ la punizione di Giron supera la barriera, senza però sorprendere Facchin. Mentre al 21’ il tiro di Bovo, sugli sviluppi di un’altra punizione, viene bloccato in due tempi dal portiere arancioneroverde. Il Venezia organizza l’assedio e si fa più pericoloso. Al 32’ Geijo viene servito in area da Tortori e il contrasto con il difensore granata è molto dubbio: l’arbitro, però, lascia correre. Un minuto dopo è Marsura a rendersi pericoloso con un gran destro dal limite, sventato dalla manata di un attento Perilli. Gli arancioneroverdi insistono, con Geijo pescato in area dal cross di Marsura, ma il suo colpo di testa non centra lo specchio della porta. Lo spagnolo si propone molto, anche se viene spesso pizzicato in offside. Ed è proprio Geijo a chiudere con due occasionissime: al 37’ Facchin lo lancia in contropiede, l’aggancio riesce ma il tentativo di pallonetto no. E al 43’ si presenta di nuovo davanti al portiere, ma stavolta la difesa riesce a rientrare e a chiudere. Si va negli spogliatoi a capo chino, con Inzaghi che entra nel tunnel protestando con l’arbitro per alcune fischiate dubbie. Si riprende con il Venezia subito pericoloso: Domizzi viene pescato in area da Pederzoli, ma il colpo di testa è troppo angolato. Altra occasionissima al 6’, il palo di Bentivoglio: scaturisce da un rimpallo, dopo che Marsura aveva tentato un’incursione in area. Il tiro dal limite si stampa però sul legno. Inzaghi rimescola le carte togliendo un difensore per un attaccante: esce Baldanzeddu ed entra Moreo. Il baricentro del Venezia è spostato in avanti e la scelta viene premiata perché un minuto dopo arriva il gol del pareggio. Nasce dal cross di Fabris che al 20’ serve Modolo sul secondo palo, pronto a insaccare di testa. Il Venezia adesso vuole vincere, anche perché la Reggiana cambia atteggiamento e lascia spazi più ampi. Alla mezz’ora Modolo è di nuovo pericoloso, ma il suo tiro viene sventato dal portiere. I granata rispondono con lo scambio Manconi-Nolè, ma quest’ultimo è in fuori gioco. Al 43’ Tortori crossa per Marsura, anticipato da Mogos. E nel recupero ci prova ancora Marsura, ultimo ad arrendersi. Altro pari da archiviare e martedì si va a Parma.

Ore 14.50 – (La Nuova Venezia) «Oggi sono l’uomo più felice del mondo perché finalmente ho visto la squadra che volevo. Questa è stata finora la miglior partita del Venezia». Filippo Inzaghi chiude così il discorso Reggiana dopo il pareggio, non prima di aver elencato il lavoro della sua squadra in cerca della vittoria. «Abbiamo fatto 17 cross, 14 tiri in porta e avuto 9 occasioni da gol» aggiunge «l’unica pecca sono stati i primi 5′. Così possiamo rendere la vita difficile a tutti. Più di così non posso chiedere ai ragazzi, dobbiamo essere solo più cinici sottorete. Non penso poi che sia una questione di moduli, perché abbiamo visto anche Moreo, un grande acquisto, che può darci una mano inserendosi in qualsiasi momento». E ora si va a Parma. «Lì ho esordito in Serie A e tornerò dopo tanto tempo. Sarà una bella sfida che loro cercheranno di vincere. Stavolta esco dallo stadio con il rammarico di non aver vinto, ma felice di aver visto lo spirito giusto. Lotteremo fino alla fine». Davide Marsura aggiunge: «Questo è il calcio. Attacchi sempre ma strappi solo un pareggio. La mentalità è quella giusta anche se purtroppo le partite possono anche finire così. Sono riuscito ad avvicinarmi al gol ma non sono stato fortunato. La Reggiana in tante occasioni si è chiusa bene e ha tratto alla fine vantaggio da questo atteggiamento». «In campo ci siamo stati solo noi, il problema è che ci è mancato a lungo il gol» sottolinea ancora Alexandre Geijo «ho avuto quattro occasioni abbastanza nitide, ma il pallone davvero non voleva saperne di entrare. Per il resto sono contento della partita giocata dalla squadra, una delle più belle disputate quest’anno. Un aspetto importante che dimostra il nostro carattere. Il gol di Modolo? Se segna sempre un difensore e si vince, ci metto la firma. Per quel che mi riguarda la condizione è buona. Fino al 60′ ho giocato bene, poi è normale che sia un po’ calato. Non giocavo una partita simile da più di tre mesi. Ci attende un campionato molto lungo e tutte le sfide saranno toste. Alcune magari potranno sembrare meno complesse, ma potranno riservare grandi insidie. A Parma andremo con lo stesso spirito per prendere i tre punti che si è visto contro la Reggiana». Marco Modolo, autore della rete del pareggio osserva: «Non abbiamo avuto un buon approccio nei primi 10′. Sul gol non ho capito esattamente cosa sia successo, forse non ho accorciato bene su Marchi e abbiamo regalato il gol. La reazione c’è però stata, anche se queste sono partite in cui non puoi attaccare per 80′ e non segnare. Ci alleniamo tutti i giorni, corriamo tantissimo in partita e lo abbiamo fin qui sempre dimostrato. Restiamo quindi fiduciosi». A concludere ci pensa Vittorio Fabris. «Mi sentivo bene, vedevo che le gambe giravano alla grande con il passare dei minuti e ho dato tutto. Dispiace però per il pareggio, perché nella ripresa non ho ricordi di tiri della Reggiana. Siamo stati superiori e questa partita ci deve servire di lezione».

Ore 14.40 – (La Nuova Venezia) Sfida spettacolo al Penzo tra Venezia e Reggiana, con la squadra di Inzaghi che però non va oltre il pareggio (1-1) nel primo scontro diretto stagionale in ottica promozione. Tanto agonismo in campo e occasioni da rete, anche se il ritmo si è alzato solo nel secondo tempo. La differenza l’ha fatta il carattere degli arancioneroverdi, andando a porre rimedio alla colossale dormita difensiva che in avvio ha regalato il vantaggio alla Reggiana. Inzaghi schiera Geijo dal primo minuto, con Tortori a fare il vice Fabiano e al centro della difesa la coppia Modolo-Domizzi. La Reggiana deve fare i conti con numerose assenze, ma i rincalzi si fanno valere eccome, basti pensare a Sabotic autore di tre salvataggi da circoletto rosso su Geijo. La partita inizia tra le schermaglie vocali di due tifoserie tutt’altro che amiche, ma che restano ancorate alle tribune. Neppure il tempo di registrare i meccanismi in campo che la Reggiana è già in vantaggio. Complice il buco clamoroso della difesa veneziana che permette a Nolè di infilarsi all’altezza del dischetto, stoppare, prendere la mira e segnare indisturbato a due passi da Facchin. Il Venezia è stordito ma cerca di riordinare le idee. Per un quarto d’ora non arriva un fischio a favore da parte del direttore di gara, e si fa sentire anche Inzaghi dalla panchina. Intanto Domizzi e Garofalo finiscono sul taccuino di Ranaldi, ma il Venezia cresce, trova qualche spazio in più sulle fasce e Fabris è una freccia nel proporsi con i cross dalla destra. Facchin rischia la papera al 22’ su tiro non irresistibile di Bovo, ma il vero problema è davanti perché manca la mira ai giocatori di casa, con Geijo che non trova un pallone, sempre anticipato da Spanò e da un Sabotic in versione top player. Al 29’ i due si scontrano nell’area reggiana ma l’arbitro sorvola, e solo al 32’ arriva la prima occasione da rete per il Venezia con Perilli che smanaccia in corner un tiro di Marsura, mentre al 38’ Geijo aggancia e conclude male su un rilancio di Facchin. Il Venezia dà l’idea di avere qualcosa in più, solo che la squadra di Colucci si chiude benissimo in difesa e, soprattutto, in mezzo all’area dove non arrivano le mani di Perilli ci sono sempre le teste dei giocatori reggiani. Inzaghi durante l’intervallo deve però aver toccato le note giuste ai suoi, e la ripresa vede un Venezia caparbio fin dalle prime battute. Gli arancioneroverdi prendono campo, dominano le fasce e costruiscono gioco come si deve e anche di più. La Reggiana arranca, soffre ed è tenuta in piedi anche da una buona dose di fortuna. Prima Domizzi sfiora il gol deviando di testa da corner (3’), poi Bentivoglio centra il palo a Perilli battuto (5’). Il Venezia è in cattedra, Inzaghi spinge la squadra dalla panchina, e sono ondate arancioneroverdi quelle che percuotono l’area avversaria. Al 20’ arriva il giusto pareggio con Modolo che di testa insacca l’ennesimo cross di Fabris dalla destra. Il Venezia non è sazio e si gioca a una porta per mezzora. Entrano Acquadro, Moreo e Ferrari che dà fiato a Geijo, al quale è mancato solo il gol. Ci provano Marsura, Moreo e ancora Modolo ma la Reggiana non crolla. Finisce 1-1 ma al Venezia va stretto, troppo. Poteva finire 5-1, però con i se e con i ma non si va in porta. Si deve segnare.

Ore  – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Al termine della partita Franco Lerda è moderatamente soddisfatto. «Abbiamo disputato una buona partita e direi che ci è mancata solo la zampata finale – spiega il tecnico del Vicenza – abbiamo creato cinque o sei occasioni da gol, ma non siamo stati fortunati sul palo colpito da Raicevic. La nota positiva è che non abbiamo subito gol, ci siamo difesi con ordine grazie anche agli ingressi di D’Elia e Adejo che per noi sono giocatori importanti». Per Lerda un Vicenza in crescita, che ha saputo dare un segnale chiaro di reazione. «Non voglio guardare i numeri ma bado al fatto che abbiamo intrapreso la strada giusta. Non dobbiamo dimenticarci che il Bari è tra le squadre che lotteranno per andare in serie A, questo dà valore alla nostra prestazione». Un Vicenza che ha dovuto rinunciare ad Esposito nei minuti finali del primo tempo e che ha visto Vigorito terminare il match limitato da un problema muscolare. «Per Esposito si tratta di cosa da poco – spiega Lerda – e Bogdan ha fatto bene. Il problema di Vigorito ci ha condizionato nella gestione dei cambi perché non sapevo se ce l’avrebbe fatta a terminare la gara, e per questo ho inserito tardi sia Fabinho che Cernigoi».

Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Alla vigilia l’imperativo in casa biancorossa era cancellare lo zero in classifica e dare un segno di reazione, dopo la brutta sconfitta subita a Ferrara domenica scorsa. La squadra di Franco Lerda, contro un Bari che si è confermato squadra tosta, ha provato a lungo anche a centrare la prima vittoria stagionale, ma non c’è riuscita anche per un pizzico di sfortuna che si è materializzata nel palo colpito da Raicevic a inizio partita. In una giornata molto calda le due formazioni non sono riuscite a superarsi, combattendo a lungo a centrocampo, reparto dove i due allenatori hanno schierato a specchio. E le due squadre hanno finito per annullarsi, giocando molto corte e compatte in un match in cui l’aspetto agonistico ha prevalso su quello tecnico. Di occasioni per sbloccare la gara ce ne sono state, ma sia il Vicenza che il Bari non le hanno concretizzate e alla fine la divisione della posta è parso il risultato più giusto. Per i biancorossi è un «brodino» dopo l’avvio del campionato tutto in salita, con una prestazione che ha mostrato, finalmente, più luci che ombre. Il tecnico del Vicenza ritrova Adejo e D’Elia in campo dal primo minuto, rivoluzionando la difesa che vede, davanti a Vigorito, Zaccardo a destra, Adejo ed Esposito centrali e D’Elia a sinistra. In mediana Rizzo e Signori a proteggere la difesa e iniziare l’azione d’attacco con Vita e Siega sugli esterni e Galano e Raicevic di punta. L’inizio vede il Bari subito pericoloso: su azione d’angolo si accende una mischia in area del Vicenza, Rizzo salva sulla linea il tiro di Ivan partito da posizione angolata. Passano due minuti e il Vicenza replica con Raicevic che, sfruttando un cross di Galano, colpisce in acrobazia il palo alla destra di Micai che nell’occasione nulla avrebbe potuto fare. Le due squadre, nonostante il gran caldo, giocano a ritmi alti, con un elevato agonismo che però limita l’aspetto tecnico delle giocate. Al 27’ è Maniero che ci prova da fuori ma il suo tiro esce di un paio di metri, con il Vicenza che nell’ultimo quarto d’ora tiene in mano il pallino della gara. Al 41’ su un tiro-cross di Rizzo, Raicevic da un passo non riesce a ribadire in rete un pallone che sembrava destinato in gol e tre minuti dopo Galano calcia dal limite un sinistro forte ma impreciso. La ripresa inizia con il Vicenza che continua ad attaccare e prima con Bogdan, subentrato all’infortunato Esposito, poi con un colpo di testa di Zaccardo va vicino ancora al gol. La squadra di Lerda chiude il Bari nella sua metà campo, ma Stellone ha una panchina importante e riesce ad equilibrare il match con gli innesti di Brienza, Fedato che portano brillantezza e qualità ai Galletti pugliesi. Proprio l’ex fantasista del Cesena e del Bologna al 73’ ha sul destro la palla del vantaggio ma Vigorito compie una super parata respingendo il tiro a botta sicura. E Brienza si ripete all’80’ trovando ancora pronto l’estremo difensore del Vicenza ad una parata a terra. Nei minuti finali accade poco, con le due squadre in campo che badano più a non subire che a trovare la via del gol. Dopo cinque minuti di recupero il direttore di gara fischia la fine del match, che si chiude su un giusto 0-0.

Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Valerio Di Cesare da queste parti è volto noto. Sono 46 le presenze in biancorosso e due reti. Subito il difensore poteva colpire nel cuore dell’area vicentina ma Rizzo ha salvato sulla linea.«Mi fa sempre piacere tornare a Vicenza – esordisce a dispetto di qualche fischio arrivato dalla curva – ho passato due bellissimi anni qui e sono stato bene» poi analizza la partita: «Penso il risultato sia giusto – spiega – potevamo segnare subito ma c’è anche il palo di Raicevic che poteva punirci. È stato un match combattuto anche se nel finale potevamo sfruttare meglio quelle due occasioni con Brienza ma il portiere è stato molto bravo a respingere». Il Vicenza non è dispiaciuto al difensore del Bari: «È una buona squadra, soprattutto davanti e poi ha un allenatore molto bravo – assicura – ve lo dico perchè l’ho avuto».In sala stampa il tecnico dei pugliesi, Roberto Stellone, sembra sereno ma le sue parole sono velatamente polemiche: «La gara è stata molto equilibrata anche se noi abbiamo tenuto di più il pallino del gioco. Devo dire che l’arbitro non mi è piaciuto perché il Vicenza ha fatto 22 falli e si ritrova con due ammoniti, il mio Bari ne ha fatti 11 e si trova con quattro cartellini gialli. Vorrei poi vedere l’occasione iniziale di Di Cesare perché secondo me poteva starci il calcio di rigore per noi»Gli si fa notare che il Bari, candidato alla promozione diretta, finora ha segnato due reti e tutte e due su calcio di rigore: «Non ci nascondiamo, la squadra è stata costruita per puntare in alto, abbiamo segnato solo su rigore però è anche vero che le occasioni le abbiamo create, forse in questo momento non siamo abbastanza cinici. Ci è pure mancata un po’ di fortuna nelle due occasioni create da Brienza. Da questo punto di vista però è vero che dobbiamo crescere».

Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) La difesa ha temuto – soprattutto su quell’occasione capitata a Brienza – ma anche tenuto. Sarà un caso forse, eppure con i rientri di Adejo e D’Elia il Vicenza non ha subìto gol. E pure Zaccardo, giocando terzino destro, è stato più convincente rispetto a Ferrara.D’Elia, bentornato. «Sono contento di essere rientrato in campo e anche di come mi sono mosso. Ho spinto oltre le mie aspettative, perché ero fermo da un po’ e sapevo che ci sarebbe voluto del tempo per riprendermi completamente. Alla fine, comunque, quel che mi interessa di più è la prestazione della squadra». Lei non ha disputato le prime due giornate, che sono state piuttosto infelici per il Vicenza. «Sì, siamo rimasti a quota zero dopo i primi due match e dispiace partire così, ma era fondamentale, contro il Bari, dare un segnale diverso, la reazione è stata positiva». La fascia di capitano? «L’ho già portata ed è sempre un onore indossarla, ma alla fine è un dettaglio». Bene non aver preso gol, ma in questo inizio il problema del Vicenza pare essere anche la confidenza con la porta avversaria. «Guardiamo al bicchiere mezzo pieno: il Bari non è riuscito a segnare. Per quanto riguarda l’altra questione, ci dovremo lavorare». Ora i biancorossi sono attesi da due trasferte di fila, con Salernitana e Ascoli, squadre con cui si sono guadagnati la salvezza nella passata stagione. «Ora viene il difficile, saranno due gare durissime ma noi andiamo là convinti dei nostri mezzi e forti di questa buona reazione. Intanto, teniamoci stretto questo passetto in avanti».Zaccardo era alla sua seconda apparizione in maglia biancorossa e ieri ha esordito al Menti. Il debutto davanti ai propri tifosi è stato senz’altro positivo. «Sono soddisfatto nel complesso, sia della prova del Vicenza che della mia – le parole dell’esperto difensore che il club di via Schio ha prelevato dal Carpi – è stata una gara equilibrata che sia noi che il Bari avremmo potuto vincere. In qualche modo l’aspetto più positivo è stato non prendere gol, visto che a Ferrara ne abbiamo subìti tre e anche col Carpi non era andata molto bene. Avendo cambiato ancora l’assetto difensivo, è normale che ci voglia del tempo per trovare la quadratura giusta ma sono sicuro che, appunto, sarà solo questione di tempo; là dietro dobbiamo capirci tutti un po’ meglio». A Ferrara la sua prova, così come quella della squadra, non sono state memorabili… «Posso parlare soprattutto a livello personale. Sinceramente, ero convinto di stare meglio fisicamente e invece ho sofferto. E questa sofferenza è stata amplificata nel momento in cui siamo rimasti in inferiorità numerica». Ieri ha giocato terzino destro, un ruolo che in carriera ha ricoperto molto spesso. E la si è vista spesso, soprattutto nella ripresa, dalle parti di Micai. «Ho cercato di spingere e qualcosa di buono abbiamo prodotto in fase offensiva». All’inizio della ripresa ha avuto pure una ghiotta palla-gol. «Ho vinto il duello aereo con il mio marcatore, ho colpito bene la palla ad incrociare, ma ahimè ho incrociato troppo e la palla è uscita sul fondo. Peccato, perché era una buona occasione per passare in vantaggio».

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Cave Vigorito. Attenzione a Vigorito. È questo il cartello che andrebbe posto davanti alla porta biancorossa. Il portiere del Vicenza è stato decisivo con il suo intervento su Brienza, e anche se sostituiva lo squalificato Benussi, che rientrerà contro la Salernitana, ha dimostrato di esserci. Proprio come a Ferrara, nonostante le tre reti subìte.Vigorito, ha salvato il risultato su quel tiro di Brienza.L’attaccante del Bari è stato bravo a stoppare velocemente la palla e a rientrare. Ho cercato di chiudergli più spazio possibile ed è andata bene.Sa che ci piace fare gli avvocati del diavolo: magari qualcuno sosterrà che Brienza gliel’ha tirata addosso.Magari mi tirassero addosso più spesso…Ad un certo punto è stato incaricato Bogdan di rimettere dal fondo, non lei. Perchè?Appena è iniziata la partita, mi si è indurito un adduttore e per non fare danni ulteriori si è deciso, con Lerda, di fare così. Ecco perchè calciava il mio compagno.Adesso come sta?Insomma, vediamo oggi come va. Nel caso mi sottoporrò ad accertamenti. Vengo da sei mesi di inattività praticamente, è un infortunio che ci può stare.Intanto avete mosso la classifica.È importante che la squadra abbia disputato una buona gara sfoderando una bella reazione. Abbiamo invertito il trend dopo la partita di Ferrara, che è stata parecchio negativa. Col Carpi tutto sommato non era andata tanto male.Come ha trovato il Bari?Secondo me è al pari delle neoretrocesse, ma voglio sottolineare la nostra prova. Abbiamo compiuto un passo in avanti.Prova e risultato incoraggianti dopo una doppia sconfitta che brucia…Il campionato di B è lungo ed è come se dovesse ancora cominciare. Bisogna cercare di fare più punti possibili, e il prima possibile.Il risultato è positivo anche tenendo conto che stavolta non si è preso gol.Esatto. È vero che non abbiamo segnato, ma è anche vero ed importante che non abbiamo subìto. In generale, ci siamo mossi da squadra.Merito dei cambi in difesa?La retroguardia è stata cambiata per la terza volta di fila. Io credo sia fondamentale cercare di agire sempre da reparto, al di là degli uomini chiamati a giocare. E comunque agire da squadra, non è solo la difesa responsabile di come vanno le partite.Dopo la sconfitta con la Spal aveva raccontato di aver vissuto una stagione difficile e avrebbe voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa…Diciamo che vorrei chiudere qui la questione e non parlarne più. Ripeto: è stato un anno difficile per me e le persone che mi sono vicine sanno di che parlo. Quel che conta però, adesso, è che io sia felicemente qui a Vicenza. Sono rimasto perchè volevo rimanere e darò il massimo ogni volta che sarò chiamato in causa, come credo di aver fatto in queste due partite.Tolga una curiosità: le piace indossare questa divisa giallo fluo?Sì, è meglio del pigiama dello scorso anno…

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Era importante cancellare quello zero in classifica. Ancora di più riuscirci contro una formazione forte come il Bari, perchè l’autostima cresce solo se dal campo arrivano risposte positive. Comprensibile dunque la soddisfazione del tecnico Franco Lerda.«Comincio a rivedere la squadra- commenta – per cui abbiamo lavorato, mi è piaciuto come abbiamo tenuto le distanze e come ci siamo mossi, credetemi non era facile, perché di fronte avevamo una delle 3-4 squadre che mira a vincere il campionato».Oltretutto al 37′ del primo tempo si è infortunato Esposito.Non va mai bene giocarsi un cambio subito, ma non abbiamo voluto rischiare visto che Esposito risentiva di un fastidio all’adduttore. Ma pure Vigorito ad un certo punto non riusciva più a rinviare dal fondo.Un Vicenza che in alcune occasioni ha spinto dando l’impressione di poter sfondare.Avessimo avuto più freddezza e cinismo avremmo potuto sbloccare il risultato, perché abbiamo creato delle belle occasioni e questo è molto importante.L’ingresso di Brienza qualche serio problema ve l’ha creato.Senza dubbio ha spaccato un po’ certi schemi e grazie a lui il Bari ha creato un paio di buone occasioni, ma ci sta vista la forza degli avversari.Alla fine ha optato per il modulo col 4-4-2.Sì, esatto, ed è stato applicato bene.L’inserimento di Adejo, D’Elia e Raicevic sono stati preziosi…A me sono piaciuti tutti, lo stesso Siega e Vita hanno lavorato molto bene, Galano pure, anche a centrocampo bravi Rizzo e Signori, così come dietro bene i due terzini e i due centrali. Stavolta si deve ammettere che tutti sono stati bravi.L’entrata di Adejo le ha consentito di schierare Zaccardo terzino dove è sembrato più a suo agio.Il reparto difensivo è stato quello che ha patito di più perché ha perso alcuni elementi della passata stagione ed altri per infortunio, oggi per la prima volta, e siamo alla terza di campionato, abbiamo visto in campo Adejo e D’Elia e non è un caso se le cose sono andate meglio, perché loro conoscono certi meccanismi. Zaccardo? Non si può giudicare la sua prestazione a Ferrara con l’uomo in meno.Quindi Lerda sottolinea scandendo bene le parole.È meglio che tutti teniamo a mente il campionato che dobbiamo fare, perché se non si capisce rischiamo di andare a sbattere il naso.Soddisfatto del risultato?Abbiamo fatto meglio del Bari ed ai punti avremmo meritato di vincere, guardate il mio solo rammarico è che non siamo riusciti a buttare la palla dentro, per il resto la strada è quella giusta e si potrà solo migliorare visto che non abbiamo ancora alcuni giocatori al meglio come Fabinho che ci darà qualità, lo stesso Bellomo, per non parlare di Giacomelli.

Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Punto. E a capo, speriamo. Il Vicenza pareggia in casa con il Bari e dopo tre giornate muove la classifica. Ma, soprattutto, dimostra finalmente di poter reggere l’impatto con questo campionato. Niente illusioni, la strada rimane in salita. Ma ieri intanto, a dispetto del gran caldo, s’è tornato a respirare.Novità/1. Per la prima volta in questa stagione la squadra di Lerda non ha subito gol. Un piccolo successo che è figlio di diversi padri. Intanto il recupero di elementi importanti quali Adejo (tornato al centro della difesa con conseguente spostamento a destra di Zaccardo) e D’Elia (subito piazzato a sinistra con fascia di capitano). Poi, però, le sfighe non finiscono mai: Esposito è stato costretto a chiedere il cambio per infortunio dopo 37 minuti mentre l’eroico Vigorito è rimasto in campo a dispetto di un infortunio che addirittura gli impediva di effettuare i rinvii dal fondo. Bianchi è stato spedito un tribuna: una decisione a sorpresa dopo che il baby era stato tra i pochi a salvarsi in questo complicatissimo avvio di campionato.Novità/2. Lerda ha puntato sul 4-4-2. Che vuol dire tutto ciò? Centrocampo più raccolto con Vita e Siega in linea con Rizzo e Signori, l’ex Galano più vicino a Raicevic che così ha sofferto meno di solitudine. La squadra, nel suo insieme, è parsa più equilibrata rispetto alle precedenti uscite.Il nodo irrisolto. Resta un problema. Non si segna. Tre gare di campionato, zero gol. Per carità, ieri si sono visti dei miglioramenti. Galano in avanti incide di più mentre Raicevic (possibile ex mancato), maledice il palo. A proposito di… potenziali biancorossi, Basha, obiettivo di mercato del Vicenza, non si è mosso dalla panchina. La coppia centrale della difesa del Bari era invece formata da ex (Tonucci e Di Cesare).Si mette male? L’inizio è da brividi: gran mischia in area al 2′, Furlan (ex Bassano) tocca da sinistra e Rizzo salva in prossimità della linea di porta.O si mette bene? La risposta arriva 4′ dopo. Galano batte una punizione dalla trequarti e il pallone giunge sul lato destro dell’area. Lì è pronto Raicevic che alza e allunga la gamba, colpisce la sfera e la manda a colpire il palo lontano. Questione di centimetri…Campo & tribuna. All’11’ un’incertezza di Adejo dà il via libera a Castrovilli che però mette a lato. 7′ dopo in tribuna appare la famiglia Tesoro (di questo riferiamo a pag. 38). Al 21′ Raicevic spizza in area: Siega sarebbe pronto sulla destra, ma Sabelli lo precede. 8′ dopo Maniero tira da fuori e spedisce a lato, mentre al 40′ si registra un altro mischione. La palla schizza come in un flipper e poi finisce a Vita che calcia da destra; sulla traiettoria interviene Raicevic che però più che correggere respinge. Il tempo si chiude con un tiro dalla distanza di Galano che non inquadra lo specchio (44′).Déjà vu. Ripresa. Solita punizione di Galano dalla trequarti (2′): prima Bogdan corregge di testa, poi ci prova Raicevic ma senza esito. Al 4′ Zaccardo ha un buon pallone in area, ma la conclusione di testa è imprecisa. Dieci minuti più tardi, dopo una bella azione del Vicenza, Signori arriva a concludere dal limite in scivolata ma spedisce alto. I cambi e la paura. Al 20′ c’è un contatto in area tra Zaccardo e Maniero: i baresi reclamano, per l’arbitro si può proseguire. Nel frattempo Stellone inserisce Fedato e Brienza, che danno grande verve alla reparto offensivo. E così Vigorito diventa protagonista. Al 28′ Fedato crossa da destra, Brienza nel cuore dell’area si libera di Adejo ma il portiere è strepitoso a dirgli di no. Sei minuti dopo Galletti pericolosi in contropiede: Brienza tira dal lato destro dell’area ma Vigorito è di nuovo pronto.In coda. Al 44′ Signori tira da fuori, nessun problema per Micai. 47′: Cernigoi calcia dalla distanza, alto di poco. Brivido al 50′: Raicevic cade in area dopo un contatto con Tonucci. Rigore? Mah…

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Seconda giornata di campionato (ore 15) per le squadre padovane di Serie D con tanti incroci intriganti. Promette bene il derby fra Vigontina San Paolo e Abano così come i big match Campodarsego-Belluno e Este-Altovicentino. CAMPODARSEGO. Il “Campo” è stata l’unica delle quattro padovane a centrare il successo all’esordio contro il Vigasio, che però non vale il Belluno, avversaria che ha tutta l’intenzione di espugnare lo stadio “Gabbiano” (arbitro Milos Tomasello Andulajevic di Messina). Le due compagini si sono incontrate l’ultima volta nella finale dei playoff dello scorso campionato, vinta di misura dai biancorossi. Rispetto alla passata stagione il Campodarsego ha rivoluzionato l’organico (tenendo però i giocatori più rappresentativi), mentre il Belluno ha mantenuto l’ossatura che ha dato tante certezze a mister Roberto Vecchiato. Non saranno della partita, sponda Campodarsego, Mattia Sanavia (squalificato) e Fabio Lebran, difensore 29enne prelevato dal Savona, anch’esso appiedato dal Giudice sportivo al termine dello scorso campionato. Formazione Campodarsego (4-3-1-2): Brino; Barison, Beccaro, Severgnini, Buson; Tanasa, Bedin, Callegaro; Lauria; Aliù, Meloni. All. Cunico. ESTE. Dovrà sudare e non poco pure l’Este che, al Nuovo Stadio, ospiterà un’altra big del girone C, l’Altovicentino (arbitro Federico Pragliola di Terni). E tornerà in via Monte Cero dopo poco più di due mesi proprio Andrea Pagan, allenatore dei bianconeri che, proprio a Este, ha vissuto la stagione della consacrazione. Oltre a lui, ci saranno gli altri ex Caporali, Guagnetti e (forse) Rubbo. Michele Florindo, tecnico dell’Este, per arginare la corazzata vicentina inserirà il nuovo esterno sinistro Andrea Boron. Formazione Este (3-5-2): Lorello; Dei Poli, Montin, Busatto; Gilli, Longato, Cavallini, E. Faggin, Boron; Dovico, Munarini. All. Florindo. VIGONTINA SAN PAOLO E ABANO. È già tempo di derby per Abano e Vigontina San Paolo (arbitro Emanuele Bracaccini di Macerata). I bianconeri di Vincenzo Italiano se la vedranno allo stadio di Busa di Vigonza con una squadra votata all’attacco, quella allenata dal chioggiotto Luca Tiozzo. Entrambe le cugine scenderanno in campo con grandi motivazioni: la “Vigo” per rimettersi subito in carreggiata, l’Abano per ritrovare la vena realizzativa del pre-campionato e della Coppa Italia, venuta però a mancare domenica scorsa col Montebelluna. Da una parte Italiano dovrà rinunciare a Edoardo Favero, squalificato, dall’altra Tiozzo potrà contare su tutti gli effettivi. Formazione Vigontina (4-3-3): Rossi; Rigon, Thomassen, Rumleanschi, Scandilori; Pelizzer, Antonello, Episcopo; Michelotto, Busatta, Cacurio. All. Italiano. Formazione Abano (4-2-3-1): Cottignoli; Tescaro, Cuccato, Frison, Zattarin; Busetto, Pagan; Fracaro, Rampin, Nobile; Ferrante. All. Tiozzo.

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) E tre. Tre vittorie in tre partite, primato solitario e la Serie B che si chiede: ma il Cittadella vuole davvero stupire tutti? Per ora sì, e con che autorità legittima la leadership! Il suo calcio è essenziale, ma terribilmente spietato. E anche quando, come ieri, soffre un po’, c’è un super Alfonso a metterci una pezza. Compatto in tutti i reparti, organizzato come si deve, assolutamente consapevole della propria forza: così si spiega perché lassù, in vetta, ci sia la neo-promossa, a conferma anche della bontà delle scelte di mercato compiute dal d.g. Marchetti. Dunque, secondo successo in due trasferte, ma quinto consecutivo lontano dal Tombolato (considerando la coda del torneo in Lega Pro), e con una vendemmiata di reti che portano il conto a 9 realizzate in 270’ contro 2 subìte (peraltro su un rigore e… mezzo). La squadra di Venturato non perde in campionato dal 4 aprile scorso, uno 0-2 contro il Bassano che pure non pregiudicò la splendida cavalcata verso la promozione. “Ci divertiamo” confessano i giocatori. Ben venga, il divertirsi se questi sono i risultati. Dall’equilibrio al cinismo. Sul sintetico del “Piola” e per la prima volta di pomeriggio, con oltre 30 gradi nell’aria, i granata costruiscono la loro terza impresa, passando dai brividi del primo quarto d’ora al cinismo esibito in area piemontese. L’arrembante inizio della squadra di Longo crea loro più di qualche difficoltà, eppure i padovani hanno la possibilità di colpire in contropiede, prima con Chiaretti (fermato da Legati all’ultimo momento, 3’)e poi con Arrighini (errato retropassaggio di Bani, l’ex Cosenza supera il portiere, che lo tocca e invece di cadere entro i 16 metri calcia lo stesso, ma Bani devia con il braccio aderente al corpo in corner, 12’). La dimensione da capolista del Citta si coglie anche nella capacità di reggere la pressione dei bianchi di casa, che in avvio esibiscono una manovra ficcante, aggressiva, coprendo l’intera larghezza del campo. La Pro cerca soprattutto le mischie sotto porta con ripetuti cross. Passata la buriana, che dura poco più di un quarto d’ora, il Citta, micidiale dalla metà campo in su, passa, non una ma due volte. Combinazione Iori-Schenetti e perfetto lancio per Arrighini, che brucia Bani sullo scatto e tocca chirurgicamente, stavolta bene, sull’uscita di Provedel, segnando il suo secondo gol (il primo lo aveva realizzato con l’Avellino contro il Lanciano) tra i cadetti (33’); poi lungo spiovente di Bartolomei per Litteri, che, appena dentro l’area, viene messo giù senza tanti complimenti da Legati. Dal dischetto capitan Iori trasforma sicuro (42’). Risultato difeso stupendamente da Alfonso, che respinge un gran tiro al volo di Castiglia, e poi neutralizza una conclusione di Vajushi (44’). Ripresa devastante. Il secondo tempo consacra a tutti gli effetti la prima della classe al ruolo che le compete. In sette minuti, fra il 9’ e il 16’, i granata chiudono definitivamente la sfida, approfittando dei clamorosi errori difensivi della Pro: prima di Germano, che imbecca involontariamente Litteri, il quale fionda il brasiliano verso la porta; poi con lo stesso centravanti (tre sigilli in altrettante gare), che in tuffo di testa su cross di Schenetti mette dentro con i difensori piemontesi lì, imbambolati, a guardarsi fra di loro. Alfonso non sbaglia un intervento (strepitoso nel deviare oltre la traversa un colpo di testa di Morra, 28’), e riesce persino a neutralizzare il penalty calciato dal nuovo entrato e concesso per un intervento falloso di Iori sullo stesso attaccante. Solo che sulla respinta del portiere La Mantia è il più lesto a catapultarsi sulla sfera e ad infilare (36’). Non è finita. C’è gloria anche per Strizzolo, al primo centro in B, che ruba palla a Palazzi e fila via in progressione battendo con un tiro angolato Provedel (38’). E adesso guai a farsi prendere dall’euforia. Giusto esultare, ma con i piedi ben saldi a terra. Le vertigini potrebbero essere… deleterie.

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Diceva Agatha Christie: «Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova». E le tre vittorie consecutive sono la prova che questo Cittadella può cominciare a pensare in grande, vero mister Venturato? «Rimaniamo con i piedi per terra», mette subito le mani avanti il tecnico del Cittadella nella sala-stampa del “Piola”, sfoggiando la consueta prudenza. «Sappiamo bene come il campionato di Serie B sia una lunga maratona. Rimaniamo concentrati verso il conseguimento del nostro grande obiettivo: restare in questa categoria. Certo, questo risultato e questa classifica sono un premio per le capacità, la serietà e l’organizzazione della società». Partiamo da cosa non ha funzionato: quel primo quarto d’ora di sbandamento… «Abbiamo sofferto perché la Pro Vercelli è una squadra che, al di là del risultato, è costruita con logica e ha preparato bene la gara, allargando il gioco e prendendoci sempre in mezzo con i movimenti degli esterni, mentre i nostri attaccanti non facevano i giusti movimenti in fase di copertura. Poi abbiamo ricominciato a lavorare di squadra come sappiamo, con il sacrificio di tutti. E comunque mi spiace anche per il gol subìto, perché ci stiamo allenando proprio per evitare quel tipo di situazioni». Nel leggere la formazione iniziale ha stupito trovare due novità, gli innesti di Pelagatti e Schenetti a rilevare Pascali e Valzania. Quali ragioni hanno dettato il cambio? «L’ho ripetuto spesso: il calcio è un gioco di squadra, in cui conta l’apporto di tutti i giocatori della rosa, che sanno di doversi far trovare pronti quando è il loro momento. In questo caso la scelta è stata dettata dal campo sintetico e dagli avversari: ho pensato che elementi dalle leve lunghe si sarebbero potuti trovare più in difficoltà in chiusura su due elementi rapidi come Vajushi e Mustacchio». Certo che fa specie trovare in testa alla classifica due neopromosse come il Cittadella e il Benevento, che vi segue a due lunghezze di distanza… «Quello che succederà in questo campionato lo definiranno il tempo e le prossime partite. Io dico solo che l’asticella si alza sempre, gara dopo gara, e che l’unica cosa da fare è tenere alta la tensione». Il sorriso del tecnico è condiviso dalla sua truppa. In particolare da Luca Strizzolo, che ha assistito da spettatore alla prima ora di gioco e, una volta in campo, ha potuto festeggiare il suo primo gol in B: «Abbiamo faticato ad adattarci al fondo e al rimbalzo della palla, ma una volta prese le misure abbiamo ricominciato a giocare come ci ha insegnato il mister. Il gol? Ho esordito in questa categoria la scorsa settimana e ci sono andato vicino, oggi l’ho trovato e lo dedico alla mia famiglia, che mi è sempre vicina».

Ore 11.40 – (Corriere del Veneto) Magari sarà solo un fuoco di paglia, o magari invece accadrà come al Crotone lo scorso anno. Snobbato da tutti per mesi e poi in grado di fare il doppio salto, fino a dominare la scena conquistando la promozione in serie A con largo anticipo. In attesa di conferme o smentite, la realtà, incredibile ma vera, dice che il piccolo Cittadella vola lassù, primo in classifica, a punteggio pieno dopo le prime tre giornate. I numeri sono spaventosi: nove gol fatti, due subiti, 5-1 a Vercelli tanto per gradire. Se il campionato chiedeva una risposta ai granata, eccola arrivare puntuale: «Penso che meglio di così sia difficile fare — sorride a fine partita Roberto Venturato — direi impossibile. Sinora abbiamo fatto un grandissimo campionato, una partenza eccellente, adesso viene il difficile perché ci aspetteranno al varco. Arrighini e Litteri hanno una grande gamba e una capacità di attaccare gli spazi che ci fa molto comodo, serve la capacità di sfruttarli nel modo migliore. Non ho mai allenato in serie B, non avevo mai avuto l’occasione: per me e per noi tutti è una grande opportunità. Faccio il promotore finanziario come secondo lavoro, diciamo che il tempo dedicato al calcio è molto, rifletterò in questo periodo se non sia il caso di dedicarmi solo al calcio». Da quando è a Cittadella Venturato non ha sbagliato un colpo. Ha vinto il campionato di Lega Pro dominando la concorrenza con largo anticipo, adesso è partito a razzo pure in B. In attesa di capire dove potrà arrivare, va registrata la stretta attualità. La manita a Vercelli è tanta roba. Sul taccuino tutto di un fiato. Al 33’ Schenetti che innesca Arrighini, bravo a girare a rete e a battere Provedel. Raddoppio che si materializza nel finale di frazione, con rigore trasformato da Iori e assegnato per fallo di Legati sui Litteri. Nella ripresa il Cittadella non si ferma e continua a premere sull’acceleratore. Litteri si muove fra le linee, tenta il passaggio per Arrighini e subentra Chiaretti che fulmina ancora Provedel. Siamo sul 3-0 al 10’ e la partita è definitivamente chiusa. C’è tempo pure per vedere il meritato sigillo personale di Litteri, che al 16’ raccoglie un invito a nozze di Schenetti e deposita in gol per il 4-0. La Pro Vercelli finalmente si scuote e ottiene un rigore al 35’: Morra si fa parare il tiro da Alfonso ma La Mantia ribatte a rete e segna la rete della bandiera. E non è finita, perché alla festa partecipa pure Strizzolo, che buca per la quinta volta Provedel al 38’. Meglio di così davvero non si può.

Ore 11.20 – Biancoscudati in campo all’Euganeo per l’allenamento mattutino, previsto lavoro di scarico per chi ha giocato ieri.

Ore 11.10 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Volpe): Bindi 6; Sbraga 6.5, Emerson 6, Russo 6; Madonna 7, De Risio 6.5 (Mazzocco sv), Mandorlini 6.5, Dettori 6.5, Favalli 7 (Tentardini 6); Neto Pereira 7, Altinier 7 (Alfageme 5.5).

Ore 11.00 – (Mattino di Padova) Ripresa di controllo. Con il doppio vantaggio in tasca, il Padova decide di gestire la situazione giocando con esperienza e puntando, con qualche fiammata improvvisa, a chiudere definitivamente la gara. E se all’inizio è Favalli a prendersi la scena con le sue scorribande sulla sinistra – assist perfetto all’11’ per Neto, murato da Turrin, e sinistro personale a lato di poco al 15’ – con l’uscita del terzino sinistro cala la pressione dell’intera squadra. Tanto che nell’ultima mezz’ora, a parte un tiraccio alle stelle al 25’ del neoentrato Alfageme, i biancoscudati giocano in scioltezza, senza rischiare niente dalle parti di Bindi, che vede arrivare in tutta la frazione solo il sinistro di Spinosa al 4’ di recupero, smorzato da Emerson. Il Padova martedì sera a Fano, in casa di un’altra ripescata, ha la possibilità di sfruttare il primo infrasettimanale della stagione per regalarsi un’altra serata magica.

Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Già al 3’ Altinier, ricevuta la sponda di Neto Pereira, è murato da Cammaroto in scivolata, e quattro minuti più tardi, sul cross di Favalli, è anticipato di un soffio da Conson. È il preludio al vantaggio. Sul corner susseguente la palla arriva oltre il secondo palo. Rimessa al centro da De Risio arriva proprio al bomber mantovano, che con una girata di testa buca il balbettante Turrin. Due gol in due gare per il “Duca”, che neanche l’anno scorso era partito così bene. Uno-due. La manovra del Padova piace e diverte. La velocità biancoscudata nel ribaltare l’azione mette sistematicamente in crisi l’avversario. E la costante pressione sulle corsie esterne, compresa quella di destra che la settimana scorsa era clamorosamente mancata, fa il resto. Al 21’, proprio su un repentino ribaltamento di fronte, arriva il bis. Il merito è tutto di Neto Pereira, che si beve Franchetti e, arrivato sul fondo, vede l’arrivo a rimorchio di Madonna, il cui destro di prima intenzione supera Turrin tra le gambe. Il Forlì, colpito a freddo nei primi 20’, è tutto in una girata di testa a lato di Capellini (16’) e in un sinistro di Capellupo respinto in tuffo da Bindi (36’), mentre il Padova, con l’ennesima ripartenza orchestrata da De Risio e rifinita da Dettori, al 26’ sfiora anche il tris con Altinier, sul cui destro Turrin riesce parzialmente a riscattarsi deviando in corner.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova) C’è voluto più di un mese, 41 giorni di buoni propositi andatisi a stampare sulla dura realtà: era dal 31 luglio, da quel Padova-Seregno di Tim Cup, che l’Euganeo attendeva la prima vittoria. E il primo squillo targato Oscar Brevi, dopo l’1-1 con l’AlbinoLeffe, alla seconda chance è arrivato. Un 2-0 netto ben più di quanto non dica il punteggio finale, rifilato con un uno-due micidiale nei primi venti minuti al ripescato Forlì, unica formazione del girone ancora a secco di punti e di gol. La vetta della classifica, distante tre punti, virtualmente è sempre lì, considerata la gara da recuperare con la Samb. Ma l’aspetto più importante è che nella seconda gara stagionale i biancoscudati abbiano trovato se stessi. E pure i gol, il gioco, e gli applausi dell’Euganeo. Altinier, sempre lui. Le occasioni arrivano sin dall’inizio, e sono tante. Proprio come contro l’AlbinoLeffe. La sostanziale differenza è che di fronte alla barcollante difesa forlivese delle sei occasioni create nei primi 45’, due si tramutano in gol.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Quanto è importante, soprattutto a livello mentale, aver rotto il ghiaccio? «Vincere fa sempre bene e fa accrescere l’autostima, ma noi siamo sempre stati sereni. Nelle due gare ufficiali giocate finora avevamo creato molto, per questo siamo sempre rimasti tranquilli e concentrati. Ora si volta subito pagina, visto che giocheremo già martedì contro il Fano. Non voglio mettere le mani avanti, ma loro hanno avuto due giorni in più di recupero e questa non mi sembra una cosa molto corretta». Ancora una volta, tra i protagonisti del match c’è stato bomber Cristian Altinier: «Il gol lo dedico ai miei compagni, perché come sempre è il frutto del lavoro settimanale. La partita della settimana scorsa ci aveva lasciato l’amaro in bocca e avevamo grande voglia di riscatto. Credo sia normale che, avendo cambiato allenatore e tanti giocatori, i meccanismi debbano ancora migliorare. Ci sono margini di crescita e possiamo far bene. Io sto crescendo, l’infortunio a preparazione in corso mi ha dato molto fastidio, ma sto meglio».

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Il Padova centra la prima vittoria, e quanto fosse agognata lo si capisce dall’atteggiamento di Oscar Brevi, che anche ben oltre metà ripresa, con la sua squadra in pieno controllo del match, non ha smesso di sbracciarsi e urlare verso i suoi giocatori. La tensione era alta e l’allenatore inizia a scioglierla solo dopo il fischio finale. «Questo perché dovevamo chiudere prima la gara», il parere di Brevi, «Abbiamo fatto tutto noi per novanta minuti ma quando non chiudi la partita rischi sempre che ci scappi un episodio, anche sporco, che la riapra e rimetta tutto in bilico. Per questo ho cercato fino alla fine di farmi sentire con i miei». Ma alla fine, nonostante non sia arrivato il terzo gol, il Padova ha vinto ed è piaciuto, soprattutto nel primo tempo. «Ma anche contro l’Albinoleffe a me era piaciuto. Rispetto a sette giorni fa siamo stati più concreti e io ero sicuro che, continuando a creare tanto, i gol sarebbero arrivati». Di diverso, rispetto all’esordio, c’è stato il centrocampo, con Mandorlini spostato nel ruolo di regista. Una soluzione solo d’emergenza o un’idea per il futuro? “Abbiamo tanti giocatori che possono esprimersi lì, compreso De Risio. Mandorlini mi è piaciuto perché è stato bravo a recuper palla e offre buone soluzioni di gioco».

Ore 10.00 – (Corriere del Veneto) Poi, altri 257.961 euro sono andati all’udinese Tagliapietra Srl di Basiliano che, insieme con la vicentina Bericoplast Spa di Brendola (subappalto da 45mila euro), si sta occupando del rinnovamento delle Tribune Est e Ovest. Quindi, per lo studio di fattibilità e il progetto definitivo, l’architetto padovano Massimiliano Pagnin ha ricevuto un compenso di 50.222 euro. E, infine, altri 152.215 euro sono stati adoperati per altri incarichi esterni.Discorso a parte, invece, per i quasi due milioni di euro (nello specifico, 1.945.909) già prenotati per realizzare i nuovi parcheggi attorno all’impianto. I quali, finanziati da Aps Holding (controllata al 100% da Palazzo Moroni), dovrebbero essere capaci di garantire circa 1.500 posti auto. Ma le polemiche contro il restyling del Plebiscito, supportate da tutte le opposizioni (Pd, Padova 2020 e M5S) nonché da una parte di Forza Italia, non si arrestano. Tanto che, alle 17 di sabato prossimo 17 settembre di fronte allo stadio, è in programma un nuovo sit-in di protesta alla spagnola, il «cacerolazo», con pentole, coperchi, mestoli e altri utensili da cucina. Il tema, dunque, rimane caldissimo.

Ore 09.50 – (Corriere del Veneto) Insomma, al termine dei lavori (si spera per l’inizio della stagione calcistica 2017-2018), il nuovo Plebiscito dovrebbe diventare una piccola bomboniera, con gli spalti a pochi metri dal terreno di gioco, in grado di ospitare non più di 12.215 persone. Il secondo stralcio dell’opera invece, che al momento non possiede alcuna copertura finanziaria (a tal punto che il primo cittadino si è di recente augurato che intervenga qualche sponsor privato in sostegno del Comune e del progetto), prevede la copertura dell’intero stadio tramite una struttura metallica a traliccio disposta in modo radiale all’esterno dell’impianto e rivestita da uno speciale materiale plastico (il politetrafluoroetilene) che può essere illuminato artificialmente, proiettando eventuali loghi pubblicitari. Il modello, ovviamente in dimensione molto più ridotta, è quello dell’Allianz Arena di Monaco di Baviera, cioè lo stadio con una capienza di circa 70mila spettatori, sponsorizzato dalla prima compagnia al mondo nel settore delle assicurazioni e in cui, dal campionato 2005-2006, giocano i pluricampioni di Germania del Bayern Monaco e la seconda squadra della città bavarese, il Monaco 1860. Finora, sogni a parte, la messa a norma del Plebiscito (determine e delibere alla mano) è già costata alle casse del municipio più di 800mila euro. Per la precisione, 811.268. Il grosso della cifra, ovvero 350.870 euro, è servito per espropriare sei aree private per una superficie complessiva di 10.485 metri quadri.

Ore 09.40 – (Corriere del Veneto) Espropri, permute, studi di fattibilità, progetti e primi veri lavori. Il cosiddetto adeguamento normativo dello stadio Plebiscito, volto come noto a trasformare l’impianto nato per il rugby tra Mortise e Pontevigodarzere nella nuova casa del Calcio Padova, sta entrando nel vivo. Tanto che una parte della Tribuna Est, quella che confina con la palazzina che ospita gli uffici della struttura comunale da tempo gestita da Lino Barbiero e dalla sua famiglia, è stata già ristrutturata con la sistemazione delle scalinate e dei parapetti e, soprattutto, con la posa dei nuovi seggiolini. Quest’ultimi, tutti bianchi, sono stati montati in modo da lasciare spazio a quelli in arrivo, stavolta tutti rossi, che andranno a comporre la scritta Padova e due croci, alle due estremità degli spalti, simbolo della città e pure del club biancoscudato. Il primo stralcio dell’opera, fortemente voluta dal sindaco Massimo Bitonci e dalla sua giunta e per la quale Palazzo Moroni ha acceso un mutuo ad hoc di tre milioni di euro, prevede appunto il rinnovamento della Tribuna Est e di quella Ovest (a fianco del Pala Ghiaccio), che insieme dovrebbero assicurare una capienza di 7.715 spettatori, e la costruzione delle due nuove Curve. La Sud, dove oggi si trova un prato d’allenamento, destinata ai tifosi locali e con 3.500 posti. E la Nord, a ridosso del campo da baseball, riservata ai sostenitori ospiti e con mille poltroncine.

Ore 09.20 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto, Dimitri Canello): Bindi sv; Sbraga 6.5, Emerson 6.5, Russo 6.5; Madonna 7, De Risio 6.5 (Mazzocco sv), Mandorlini 6, Dettori 7, Favalli 6 (Tentardini 6.5), Altinier 7 (Alfageme 5.5), Neto Pereira 7.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Il Padova non si ferma e insiste, trovando il raddoppio al 21’. Neto Pereira sfonda ancora dallo stesso lato, stavolta anziché servire Altinier, appoggia a Madonna che non sbaglia e firma il suo primo centro in maglia biancoscudata. Il Forlì tenta di rispondere, ma la differenza tecnica con la squadra guidata da Oscar Brevi è davvero notevole e sul campo si nota eccome. Al 26’ Altinier sfiora il bis personale, scatta sul filo del fuorigioco, rientra sul destro e trova sulla sua strada un super Turrin che gli impedisce la doppietta personale. Si vede pure il Forlì nel finale di tempo, quando Capellupo al 38’ si vede Bindi respingere un bel tiro a giro. Al riposo con il doppio vantaggio, nella ripresa il Padova si limita a controllare, sfiora per tre volte il tris, soprattutto con Neto Pereira che trova un Turrin molto attento a sbarrargli la strada. Si viaggia al piccolo trotto, senza disperdere inutili energie. L’unico brivido arriva quando Neto si infortuna e lo stadio trattiene il fiato. La sua qualità e la sua capacitàà di controllare palloni ai limiti dell’impossibile servono come il pane, ma il capitano si rialza e conclude la partita. Difficilmente giocherà fra 72 ore, la cosa più importante però è che sia integro. Da evitare il giallo nel finale che macchia un po’ l’ottima prova di Russo, per il resto la pagella è piena di ottimi voti e la strada sembra ben diversa da quella imboccata in precampionato. Finisce 2-0, martedì turno infrasettimanale con trasferta a Fano dove l’obiettivo sarà ancora una volta fare il pieno. La concorrenza corre e non aspetta nessuno, nemmeno il Padova che non può permettersi errori con un calendario favorevole come quello riservato in sorte dal cervellone.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Niente scherzi, stavolta fila via tutto liscio e il Padova timbra il cartellino dei tre punti senza affanni. Quello che, un po’ per colpe proprie, un po’ per errori di mira e un po’ per un pizzico di sfortuna, non era riuscito sette giorni prima contro l’Albinoleffe. Con il Forlì esce il 2-0, un risultato che non fa una grinza e che avrebbe potuto anche essere più rotondo, con un po’ più di cattiveria sottoporta. Segnano Altinier e Madonna, altri ancora potrebbero arrivarne, ma la bravura di Turrin e qualche difetto di mira impediscono il tris servito. Le scelte di Oscar Brevi convincono, anche se Mandorlini in regia alterna buone giocate a qualche pallone perso che sarebbe potuto costare caro. Forse mettere in quella posizione De Risio, lasciando l’ex Pordenone nel ruolo di mezzala, sarebbe stato più adatto alle caratteristiche dei due centrocampisti della rosa. Il Padova preme subito sull’acceleratore, gioca 60 minuti di altissimo livello, segna due volte e non rischia praticamente mai. Quello che si sperava alla vigilia, contro un Forlì ancora a secco di punti e di gol dopo le prime tre giornate. Strada in discesa dopo appena sette minuti e il vantaggio arriva immediato. De Risio riceve sulla destra, pennella per Altinier che anticipa tutti sul primo palo e mette dentro. Due gol per lui in due partite e quota 18 raggiunta da quando è diventato il centravanti del Padova nell’estate del 2015.

Ore 08.30 – Lega Pro girone B, la classifica aggiornata: Bassano, Gubbio, Pordenone e Santarcangelo 7; FeralpiSalò 6; Mantova, Parma e Venezia 5; Padova e Reggiana 4; Lumezzane, Sambenedettese e SudTirol 3; AlbinoLeffe e Modena 2; Ancona, Fano, Maceratese e Teramo 1; Forlì 0.

Ore 08.20 – Lega Pro girone B, i risultati della terza giornata: Ancona-Bassano 1-2 (aut. Bizzotto (An) al 45′ pt, Grandolfo (Ba) al 4′ st, Laurenti (Ba) al 40′ st), Lumezzane-Gubbio 0-1 (Musto (Gu) al 38′ st), Sambenedettese-Mantova 1-3 (Caridi (Mn) al 27′ pt, Zammarini (Mn) al 38′ pt, Mancuso (Sb) al 24′ st, Romeo (Mn) al 42′ st), Santarcangelo-Parma 0-0, SudTirol-FeralpiSalò 1-2 (Gliozzi (St) al 14′ st, Ranellucci (Fs) al 29′ st, Gerardi (Fs) al 36′ st), Pordenone-Teramo 3-1 (Burrai (Pn) al 20′ pt, De Agostini (Pn) al 3′ st, Arma (Pn) al 39′ st, Croce (Te) al 47′ st), Venezia-Reggiana 1-1 (Nolé (Re) al 5′ pt, Modolo (Ve) al 20′ st), Modena-Maceratese 0-0, Padova-Forlì 2-0 (Altinier (Pd) al 7′ pt, Madonna (Pd) al 21′ pt).




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