Live 24! Padova-Maceratese, la vigilia: rifinitura a porte chiuse all’Appiani

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Ore 22.00 – (Il Piccolo) Mentre la Triestina si avvicina all’impegno casalingo di domenica contro l’Union Feltre (al Rocco calcio d’inizio alle ore 15), queste sono ore molto importanti anche dal punto di vista societario. Come noto domani sbarca a Trieste dall’Australia il presidente Mario Biasin, e come regalo di benvenuto potrebbe trovare anche l’Unione finalmente a braccetto con un main sponsor. Pare infatti che nelle ultime ore le operazioni per un accordo fra la Triestina e uno sponsor importante abbiano avuto una brusca accelerazione, tanto che secondo alcuni rumors insistenti l’annuncio ufficiale potrebbe arrivare già nella giornata odierna. In questo tipo di accordi, però, sempre meglio andarci con i piedi di piombo finchè non c’è nero su bianco, però pare che davvero si sia vicini a una chiusura dell’operazione. Se tutto andrà per il verso giusto, non è escluso che il main sponsor compaia già sulle maglie dei rossoalabardati domenica, nella partita con l’Union Feltre. Inutile dire quanta importanza avrebbe per la Triestina un accordo di un certo rilievo, sia a livello di immagine sia di aiuto economico: non resta che attendere gli eventi e, ovviamente, il nome dello sponsor. Intanto in questi giorni ha ripreso a lievitare la quota degli abbonamenti. Anche se modesto, almeno un piccolo effetto c’è stato dopo la seconda vittoria in campionato e il successo sul Cordenons. In pratica grazie alle ultime sottoscrizioni si è ormai arrivati quasi a quota 1600, che ormai dovrebbe essere superata in questi ultimi due giorni. Già, perché il tempo ormai stringe e ai ritardatari si ricorda che ormai la campagna abbonamenti è in chiusura: c’è tempo infatti solamente fino a domani per sottoscrivere le tessere stagionali. I punti vendita dove acquistare gli abbonamenti sono sempre tre: la sede della Triestina Calcio in piazzale Atleti Azzurri d’Italia, al terzo piano (ore 9-13 a 15-19), dall’altra parte dello stadio c’è il Centro di coordinamento in via dei Macelli (9-12 e 16-19) e infine in città la Libreria Luglio di Galleria Rossoni, negli orari di apertura. In queste ore la società sta lavorando anche per un’iniziativa che porti domenica gli studenti allo stadio: si tratterebbe comunque solo della prima tappa di un rapporto che poi si vorrebbe sviluppare con le scuole cittadine durante la stagione. Per quanto riguarda il contorno alla partita di domenica contro l’Union Feltre, da segnalare che prima del match, in occasione della presenza allo stadio del presidente Biasin, l’intero settore giovanile e la squadra femminile rossoalabardata sfileranno sul terreno di gioco per ricevere il saluto del pubblico. Inoltre fra il primo e il secondo tempo, il gruppo dei Piccoli Amici giocherà una partita con tempi da cinque minuti ciascuno.

Ore 21.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Alla fine eccolo qua. Georges Douglas Petdji è (di nuovo) un giocatore del Belluno. Il difensore camerunense classe ’96 è ufficialmente tornato in gialloblù dopo due anni trascorsi tra la Primavera della Sampdoria e la Pro Patria in Lega Pro. «È un giocatore importante e potrà sicuramente esserci molto utile per questa stagione – dichiara il direttore sportivo Fardin – Pescosta credo lo avremo a disposizione ancora per circa un mese, poi come ci aveva anticipato già quest’estate si dedicherà allo studio e all’università. Era fondamentale quindi trovare un sostituto all’altezza e crediamo che con l’arrivo di Georges la squadra abbia mantenuto la propria fisionomia. Il ragazzo però dovrà ora lavorare duramente in queste settimane per migliorare la condizione fisica». «Sono felice di tornare a vestire la maglia gialloblù – le prime parole del ragazzo -. In questo momento non sono al 100 per cento della condizione ma lavorerò duro per mettermi presto al livello dei miei compagni. Voglio aiutare la squadra a confermare quanto di buono fatto in questi anni. Ho già avuto modo di conoscere l’intero gruppo di ragazzi e il mister e sono sicuro che tutti insieme potremo disputare una grande stagione». «Se i suoi compagni hanno due mesi di lavoro sulle gambe – chiosa mister Vecchiato – Georges invece non ha nulla perché è stato fermo, dunque c’è tanto lavoro da fare. L’obiettivo è portarlo nella forma fisica utile in tempo per quando Giovanni (Pescosta, ndr) partirà per l’università». LA SITUAZIONE – Con il Legnago nel mirino il Belluno punta pure quota 300 abbonamenti. Ferma a 297 tessere vendute la società vuole raggiungere e superare le 301 vendute l’anno scorso in occasione del secondo match casalingo del campionato in programma domenica alle 15 contro il Legnago. L’altra bellunese di serie D, l’Union Feltre – a +1 sui cugini dopo due incontri grazie a una vittoria e a un pareggio – sarà di scena allo stadio Nereo Rocco contro la Triestina.

Ore 21.10 – (Il Centro) Si è chiusa dopo appena due mesi l’avventura teramana del tecnico Lamberto Zauli e del direttore sportivo Fabio Lupo. Inevitabile l’amarezza di entrambi. Prima della presentazione di Nofri sia Zauli (affiancato dallo staff) che Lupo sono passati al Bonolis per un rapido saluto ai giocatori. «Non ho parlato ancora con il presidente, ma contano i fatti. Un allenatore o ha la fiducia o non ha la fiducia», sottolinea uno sconsolato Zauli, «perciò rimanere una partita in più non avrebbe cambiato la situazione. Se questa fiducia ci fosse stata, da parte della società, non si sarebbe arrivati a questo epilogo. Il rammarico è di non aver avuto la possibilità di aiutare i ragazzi a risalire la classifica e di lottare ancora con loro. Il mercato? Io e la dirigenza abbiamo condiviso tutto, lo ribadisco. Le responsabilità tecniche sono invece assolutamente mie». Lo sfogo di Lamberto Zauli continua: «È stata attaccata la preparazione atletica e questo mi dà fastidio. Abbiamo fatto una preparazione pesante e anche l’anno scorso, a Santarcangelo, i risultati si sono visti nel tempo». Per Zauli è il quinto esonero dopo quelli di Bellaria, Fano, Reggio Emilia e Pordenone. È ovviamente di umore nero anche il direttore sportivo Fabio Lupo, che esterna così la sua delusione: «Sono molto sorpreso del mio esonero», dice il 51enne dirigente pescarese, «perché credo che non ci fossero i presupposti per un provvedimento del genere. La trovo francamente una decisione illogica e umorale, anche se devo rispettarla, mio malgrado. Quando il presidente Campitelli dice che non mi sarei ambientato alla mentalità teramana», sostiente l’ex ds biancorosso, «mi viene da sorridere, viste anche le mie origini e il mio passato, ed è una non risposta ai motivi che lo hanno spinto a mandarmi via. Peccato. Credevo molto in questo progetto (un progetto biennale, ndc), ma non mi è stato dato il tempo di portarlo avanti». «Cosa non rifarei ? Qualcosa ho sbagliato. Probabilmente c’è stata una eccessiva condivisione di alcune scelte», conclude l’ex direttore sportivo biancorosso, «mentre in alcuni momenti, e non mi riferisco solo al mercato, avrei dovuto agire con più autonomia».

Ore 21.00 – (Il Centro) Altro che fiducia a tempo! Il Teramo ha esonerato il tecnico Lamberto Zauli e il suo staff (il vice Giorgetti e il preparatore atletico Vincenzi) e ha affidato la panchina al 46enne Federico Nofri, ex Viterbese. La decisione della società è maturata nella mattinata di ieri, proprio quando sembrava che Zauli potesse giocarsi un’altra chance nella trasferta di domani contro il Santarcangelo (ore 16.30). E invece non ci saranno prove d’appello. Il ribaltone si è consumato nel giro di poche ore. Il patron Luciano Campitelli, dopo aver dato il benservito al ds Fabio Lupo, ha licenziato anche Zauli, nel tentativo di dare una sterzata al pessimo inizio di campionato (un punto raccolto in quattro gare e ultimo posto in coabitazione con il Forlì). Sfumate le ipotesi Cari, Colomba, Parlato e Maspero. Ad affiancare Nofri, che ha firmato un contratto biennale, ci sarà il preparatore atletico Roberto Stefanelli. Non è ancora sicura la presenza in panchina dell’allenatore umbro nella gara di Santarcangelo. Se infatti, per motivi burocratici, non dovesse arrivare in tempo l’ok dalla Lega, a guidare domani la squadra sarà Rinaldo Cifaldi, tecnico della Berretti biancorossa. Si volta pagina. Sono da poco passate le 17 quando, nella sala stampa del Bonolis, arrivano Federico Nofri e il patron Luciano Campitelli. Quest’ultimo, nel presentare il nuovo allenatore, fa prima un cenno agli esoneri di Lupo e Zauli. «Sono molto dispiaciuto per la fine del rapporto con mister Zauli e il ds Lupo. È una sconfitta per me», ammette Campitelli, «e a prescindere dai risultati conseguiti finora abbiamo intrapreso la scelta di cambiare perché la strada sembrava troppo buia per arrivare ad una soluzione. Si può anche perdere, ma non vedevo più progettualità. Ho quindi deciso di fare in fretta. Avremo subito sulla nostra strada un avversario duro e in forma, come il Santarcangelo, e dobbiamo andare lì con la giusta rabbia e la voglia di fare bene. Nofri? Quest’estate c’è stato un primo abboccamento con lui. Le referenze sono ottime. Ha un carattere simile al mio, è determinato e vuole vincere. Mi ha dato la giusta motivazione e sono sicuro che ci darà grandi soddisfazioni, anche perché non sono abituato a stare in quella posizione di classifica. Si apre una nuova era». Federico Nofri prende la parola e mette subito in mostra la sua determinazione: «È una grande occasione per me. Mi appresto a vivere la prima esperienza tra i professionisti dopo 7 anni in serie D e ho l’ambizione non solo di restare in Lega Pro, ma anche di migliorare ulteriormente le prospettive future di carriera. Sono una persona focosa. Il presidente Campitelli mi ha trasmesso grande fiducia facendomi firmare un biennale. Cercherò in tutti i modi di ripagare questo attestato di stima». A proposito della squadra e del modulo, Nofri sottolinea: «Arrivo a Teramo in punta di piedi. Non conosco la categoria né la rosa che ho a disposizione. Sul piano tattico non sono vincolato ad un modulo (a Viterbo aveva iniziato con il 4-3-3, ndc), ma dovrò essere bravo ad adattarlo alle caratteristiche dei giocatori. Vedremo di partita in partita. Di certo non sono uno che cambia cinque-sei moduli nel corso di una gara. Mi piace essere coerente anche sotto questo aspetto», conclude il tecnico, «cercherò innanzitutto di trasmettere ai ragazzi la voglia di essere arrembanti e di proporsi bene, conquistando il pubblico, in primis con le prestazioni. C’è bisogno, in questa fase, di ritrovare certezze e serenità. Spero di toccare le corde giuste della squadra». Al termine della conferenza stampa, Nofri ha parlato ai giocatori per circa 30 minuti e ha poi diretto il primo allenamento della sua avventura teramana. Il Diavolo ha fretta di voltare pagina e di rimettersi in carreggiata.

Ore 20.30 – (Gazzetta di Mantova) Uno dei paradossi del Mantova è che mentre si discute, con toni sempre più accesi, su chi pagherà cosa e su che futuro avrà il club, parallelamente si discute di nuovi acquisti. Da due giorni, infatti, è in città in attesa di tesseramento (anche su questo però soci romani e bresciani non sembrano del tutto d’accordo) il 20enne esterno sinistro spagnolo Fran Alvarez, svincolatosi dopo un’esperienza al Granada B. Il ragazzo nasce nella Cantera del Barcellona, per poi approdare al Monaco B e appunto al Granada B. Nei prossimi giorni si capirà se diventerà un calciatore del Mantova oppure no. Nel frattempo è stato bloccato dalla società il trasferimento in prestito di Luca Menini al Delta Rovigo di serie D, che sembrava ormai ai dettagli. Da un lato mister Luca Prina non gradiva infatti di privarsi di uno dei 6 difensori a sua dispozione e dall’altro il Mantova ha valutato inaccettabile (perché troppo bassa) l’offerta economica del Delta Rovigo per il prestito del giocatore. Menini resta dunque al Mantova, anche se aveva chiesto di andar via per poter giocare con costanza.

Ore 20.10 – (Gazzetta di Mantova) La sconfitta subita martedì al Martelli contro il Pordenone ha lasciato pesanti strascichi in casa biancorossa e il Mantova si appresta così ad affrontare la trasferta di Bergamo contro l’Albinoleffe (domani ore 20.30) in piena emergenza. Mister Prina dovrà infatti fare a meno degli infortunati Siniscalchi e Caridi, nonché dello squalificato Marchi, tutti destinati a saltare più di un incontro. Mattia Marchi, com’era ampiamente prevedibile, dopo l’espulsione di martedì è stato squalificato per due turni dal giudice sportivo per «atto di violenza verso un avversario con il pallone non a distanza di gioco». Angelo Siniscalchi, invece, dovrà stare fuori due settimane a causa di un grosso ematoma alla coscia destra, “eredità” di una ginocchiata subita da un avversario durante la gara con il Pordenone. Infine a Gaetano Caridi, che ieri è stato sottoposto a risonanza magnetica, è stato diagnosticato uno stiramento di primo grado ai flessori della coscia destra: il capitano dovrà quindi star fuori per tre settimane. Ieri mattina mister Prina ha così provato al Laterale Te “Massimo Paccini” la formazione che potrebbe scendere in campo domani a Bergamo con il consueto modulo tattico 3-4-3. Davanti al portiere Bonato il tecnico biellese ha schierato una difesa composta da Cristini, Carini e Romeo; Bandini e Regoli come al solito sulle fasce; in mediana Raggio Garibaldi e la novità Skolnik; in attacco un tridente completamente inedito, con Zammarini, Ruopolo e il recuperato Boniperti. Prina, come sempre, farà comunque le scelte definitive soltanto dopo l’ultimo allenamento settimanale, in programma questa mattina (10.30) sempre al “Massimo Paccini”. Intanto a dirigere la gara Albinoleffe-Mantova è stato designato l’arbitro Andrea Tursi della sezione di Valdarno. A coadiuvare il fischietto toscano, che non vanta alcun precedente con il Mantova, saranno i guardalinee Daniele Marchi di Bologna e Claudio Gualtieri di Asti. Vale infine la pena ricordare che nell’Albinoleffe di mister Alvini militano attualmente tre atleti che indossavano la maglia biancorossa lo scorso anno: si tratta dei difensori Fabio Gavazzi ed Edoardo Scrosta e dell’esterno Juri Gonzi. In casa Mantova, invece, il grande ex è Francesco Ruopolo, che fece le fortune dell’Albinoleffe in serie B. Fuori dal campo c’è poi il dg Matteo Togni, che nella società bergamasca ha lavorato per anni con vari ruoli.

Ore  – (Gazzetta di Mantova) «I fondi dei soci romani non sono arrivati ma io e Musso abbiamo trovato la soluzione e stiamo pagando ciò che serve per evitare penalizzazioni alla squadra». Parole e musica del patron Serafino Di Loreto, al quale ribatte a stretto giro di posta il vicepresidente Marco Claudio De Sanctis: «Di Loreto è una risorsa importante ma in questo caso ha detto c….te. Noi abbiamo fatto tutto ciò che andava fatto e dunque l’Irpef di maggio e gli stipendi di giugno saranno pagati anche con i nostri soldi. Ho firmato io stamani (ieri per chi legge, ndr) l’accordo con un nostro partner-sponsor e i soldi domani mattina (questa mattina, ndr) saranno sul conto del Mantova. È vero – ammette De Sanctis – siamo andati un po’ lunghi, ma questo è dovuto a due fatti: pensavamo di chiudere un’altra operazione e non di utilizzare questi fondi che erano già pronti; inoltre i soldi arrivano da una banca de La Valletta (Malta) e per questo impiegano mezza giornata in più. Sia chiaro, comunque, che noi abbiamo versato tutto quanto di nostra competenza, non un euro in più e non un euro in meno». In realtà, fino a pochi giorni fa si era parlato (parole dei soci di Viale Te, non dei giornalisti) di saldare anche gli stipendi di luglio e agosto, come prevede il nuovo codice di autoregolamentazione della Lega Pro (violando il quale si incorre nella sospensione dei contributi), ma su questo tema De Sanctis spiega: «Non siamo la Juventus o il Manchester United, l’importante è rispettare le scadenze della Covisoc. E dunque gli stipendi di luglio e agosto saranno pagati prima di questa scadenza, che è a metà ottobre». Ora, fino a prova contraria va concesso il beneficio del dubbio a tutti i protagonisti, ma è chiaro che in casa Mantova c’è più di qualcosa da chiarire sulla gestione del club. Se alla prima scadenza economica della stagione si arriva infatti in queste condizioni, è palese che le cose non funzionano come dovrebbero. Ed è altrettanto chiaro che fra i vecchi soci (i mantovani ufficialmente tacciono ma la loro preoccupazione è palpabile) e la cordata romana non c’è più il feeling dei primi giorni di agosto, quando tutti si schieravano a testuggine contro i cronisti brutti, sporchi e cattivi che osavano sottolineare i lati opachi di un’operazione gestita in maniera a dir poco arruffata. Di certo Serafino Di Loreto, messo di fronte all’ovvia domanda che si pone la piazza (ma se i soci romani non faranno fronte a tutti gli impegni cosa accadrà?) risponde in modo chiaro: «Queste sono cose che all’interno della famiglia andremo a chiarire. È ovvio che o metti i fondi e le garanzie del caso o mi restituisci le quote». Di Loreto e Musso, del resto, hanno sempre assicurato che avrebbero garantito loro in caso di problemi dovuti alla cessione del 75% del club e non c’è motivo di pensare che dimentichino improvvisamente di essere – come disse Di Loreto tempo addietro – «uomini di parola, per i quali l’onore è tutto». Al loro fianco nell’emergenza restano i soci mantovani, che anche ieri pare abbiano dato un piccolo contributo per fra quadrare i conti. Il futuro, però, resta tutto da scrivere perché, come ha detto Di Loreto mercoledì, «in ogni caso noi cercheremmo nuovi compagni d’avventura».

Ore 19.40 – (Alto Adige) Le luci del Mercante hanno illuminato la vera anima dell’Alto Adige. Un’anima composta dalla giusta dose di aggressività, decisione e determinazione. Tutto quanto richiesto da mister Viali, nel minuto successivo al dopo Ferlapisalò. Messaggio in bottiglia (ma non più di tanto…) giunto a destinazione tant’è che a Bassano i giovanotti in biancorosso hanno saputo offrire un discreto spettacolo calcistico, esibizione che, soprattutto nella sua fase iniziale, è riuscita a condizionare idee e gioco della corazzata vicentina. A Bassano gli altoatesini sono riusciti a scendere in campo con il giusto atteggiamento. Il pareggio finale, come detto, sta un po’ stretto a Marcone e compagni, sia per le occasioni create che anche per com’è maturato nel rocambolesco finale. L’esibizione di Bassano ha sicuramente riempito i cuoribiancorossi di quelle certezze che, francamente, stavano cominciando a vacillare dopo le due sconfitte consecutive. Sia chiaro non è ancora tutto oro quello che luccica, perché nella notturna del Mercante qualcosa (o qualcuno) non ha girato per il verso giusto. «Stiamo lavorando e continueremo a crescere» è il leit motiv di mister Viali. Questo vuol dire che il gruppo c’è ed anche le potenzialità di poter toccare livelli di più alti, riferiti sia al gioco che alle singole individualità. Martedì, ad esempio, ha convinto la scelta di sistemare Baldan accanto a Bassoli. Il ventitrenne padovano ha sbrigato con autorità il ruolo di centrale assegnatogli, più di quanto avesse saputo fare nella corsia di sinistra, con Gubbio e Feralpisalò. Il punto conquistato sul terreno del Mercante per i biancorossi vale un capitale in termini di motivazione e spinta adrenalinica. Tutto questo mentre spunta all’orizzonte la visione cromatica delle maglie del Forlì, prossimo avversario che scenderà in campo al Druso nella notturna di domani. Sarà anche una ripescata ma questo Forlì è sicuramente una compagine da rispettare. I romagnoli, attualmente fanalino di coda, domenica scorsa hanno conquistato il primo punticino, impattando tra le mura amiche con l’Albinoleffe. Pareggio che, nel team gestito da mister Gadda, è servito a risollevare gli animi dopo i tre ko inanellati con le corazzate Venezia, Pordenone e Padova. Pareggio che i forlivesi hanno subito nei minuti finale della gara. Questo per dire che il Forlì, pur vantando una storia centenaria e trascorsi anche in cadetteria, in questa stagione penserà solo ed esclusivamente a mantenere la categoria. Domani quindi, capitan Fink e compagni si ritroveranno un’avversaria che le penserà tutte per provare a portar via dal Druso un vitale punticino. Scenario irrealizzabile a patto che i biancorossi sappiano riproporre l’anima volitiva esibita martedì a Bassano.

Ore 19.10 – (Gazzetta di Modena) Solo lavoro differenziato nella seduta di ieri per Laner ed anche per Basso, che si sono limitati a svolgere assieme ai compagni la parte atletica prima di proseguire l’allenamento a parte. Il centrocampista altoatesino, indisponibile a Teramo a causa di un affaticamento muscolare, dovrebbe tornare a disposizione almeno per la panchina, mentre l’esterno ligure, decisivo sin dal momento del suo ingresso in campo nella sfida giocata martedì in Abruzzo, deve centellinare il lavoro settimanale per non incappare in problemi fisici, dopo un anno di inattività per colpa del serio infortunio al ginocchio rimediato a Trapani. Oltre a prepararsi sul campo, i canarini ieri hanno dedicato un’ora di tempo alla Reggiana, con la consueta seduta video nella sala stampa del Braglia per studiare ogni dettaglio relativo ai rivali. Sotto il punto di vista tattico l’allenamento non ha regalato spunti, resta dunque da capire se mister Pavan vorrà puntare sin dal primo minuto sul 4-2-3-1, modulo grazie al quale è maturato il successo nella ripresa a Teramo, oppure se sceglierà di partire ancora con il 4-3-3. I principali ballottaggi paiono essere Aldrovandi-Cossentino e Ravasi-Diakite.

Ore 18.50 – (Gazzetta di Modena) Tiziano Tulissi domenica affronterà il suo primo derby tra i professionisti, dopo aver vissuto in Primavera quello più sentito da un bergamasco doc come lui con la maglia dell’Atalanta, ovviamente contro il Brescia: «Sicuramente – ha dichiarato – sarà una grande emozione provare quel vero clima da derby già assaggiato nei campionati giovanili. Io e i miei compagni sappiamo bene cosa si aspettino i tifosi e il desiderio più grande è quello di poterli ripagare con una gioia, a maggior ragione perché in casa non abbiamo ancora vinto». Uno stimolo in più lo darà la voglia di ripetersi dopo aver trovato a Teramo tutto quello che in tre gare non era arrivato, cioè gol e vittoria: «Finalmente ci siamo sbloccati, è stato molto importante per darci fiducia ed ulteriore consapevolezza della bontà del lavoro svolto sin dal ritiro con il mister. La gara di Teramo è stata interpretata molto bene, il gol subìto sul loro primo tiro in porta non ci ha demoralizzato ed anzi ci ha dato la rabbia per ribaltare il risultato. A fine primo tempo, negli spogliatoi, ci siamo guardati negli occhi dicendoci che potevamo farcela e così è stato. Ora, però, non dobbiamo più pensare a quella vittoria, perché c’è già un’altra sfida importantissima alle porte, per di più un derby sentitissimo che manca da più di 15 anni. È necessario trovare la continuità, partendo da approccio e prestazione». Sulle sue prime gare con la maglia del Modena e sui moduli sin qui adottati, Tulissi ha le idee chiare: «Sono molto contento della mia esperienza in gialloblù, dopo aver saltato il debutto per squalifica ho trovato la fiducia del mister e cercherò di mantenerla per tutta la stagione. Mi sono ambientato bene e sono circondato da ottimi compagni. Sono un esterno destro che ha quasi sempre giocato nel 4-3-3, ma ben vengano altri moduli, a maggior ragione se ci aiutano ad esprimerci meglio e a vincere».

Ore 18.30 – (Gazzetta di Modena) 6 novembre 2000, una di quelle date da ricordare nella storia del Modena. Il mito Longobarda stava nascendo e due alfieri di quella straordinaria squadra che portò il Modena dalla C alla A in due anni, sotto la guida di Gianni De Biasi, misero il sigillo sull’impresa. Quel giorno, infatti, in un Braglia gremito si gioca Modena-Reggiana. Diluvia, ma sui granata si abbatte l’uragano di una formazione spaziale che colpì col più classico dei punteggi: 2-0 e tutti a casa, firmato Vito Grieco e Rubens Pasino. «Ricordo tutto – attacca Rubinho, il poeta del pallone – la pioggia torrenziale, la vittoria e il mio primo gol con la maglia del Modena. Scartai anche il portiere e la Curva esplose: sì, credo di averne segnato uno molto bello. Fu un momento stupendo, per il successo, ma soprattutto per i nostri tifosi che sentono questo derby come quello con il Bologna. Non si vinceva da tempo con la Regia, e fu una gioia regalare loro una simile soddisfazione. Io credo che le sfide con Bologna e Reggiana siano sentite allo stesso modo». Dopo 16 anni torna il derby, purtroppo per colpa di una retrocessione che ha riportato il Modena in serie C. «Ma sono altri tempi. Allora c’era la Longobarda, oggi, permettetemi di dirlo, il Modena, soprattutto la società, non è all’altezza della piazza, dei propri tifosi e della città. Mi dispiace molto che sia così perchè Modena mi ha adottato, ci vivo, ed significato tanto per me. La retrocessione lascia sempre un segno e so che nella squadra attuale ci sono tanti giovani che andrebbero aiutati e sostenuti. È molto interessante Tulissi che porta anche il mio numero: un bel segno, i “10” a Modena sono sempre stati di grande qualità, speriamo che la storia si ripeta». « A Teramo – prosegue Pasino – è arrivata una bella vittoria firmata da Schiavi, un trequartista, un ruolo ormai sacrificato ai moduli. Ma ce ne fossero anche nel calcio moderno. Ora speriamo che si svegli anche qualche punta. Mi fa piacere che il Modena abbia rialzato la testa conquistando tre punti pesanti. Per la classifica, ma anche per Pavan. Simone è stato un compagno di squadra, è un amico animato da una grandissima passione per il calcio e il suo lavoro. E non è proprio un neofita. Già due stagioni fa fece bene salvando i gialli. Ma non si può chiedergli troppo: servono i giocatori bravi, se non li hai puoi essere bravo finchè vuoi, ma vai poco lontano. Forza Modena per domenica».

Ore 18.10 – (Gazzetta di Reggio) Sarà perché 15 anni di attesa sono tanti, sarà perché il derby è sempre il derby, ma quasi 2.000 reggiani sono già in possesso del biglietto per la gara del Braglia con i Modena. A ieri sera erano più di 1.700 i tifosi che avevano già acquistato il tagliando, ma oggi e domani il numero potrebbe crescere ancora. Per quelli che lo stanno attendendo da quindici anni e per coloro che lo vivranno per la prima volta, il derby sarà un momento indimenticabile: tutti i tifosi della Reggiana, uniti, arriveranno a Modena come una vera e propria marea granata, pronti a sgolarsi fino al triplice fischio finale la Regia alla ricerca di tre punti che potrebbero far volare ancora più alto il tanto entusiasmo che si respira in città. Per la Reggiana sarà quasi come giocare in casa, perché sul versante modenese la retrocessione e le incertezze societarie hanno lasciato il segno tra i tifosi anche se l’occasione con ogni probabilità farà riconciliare tutte le parti per un giorno. Quel che è certo ad oggi è la massiccia presenza dei tifosi della Reggiana che si sono già organizzati con un treno, per arrivare a Modena tutti insieme.

Ore 17.50 – (Gazzetta di Reggio) La notizia di ieri è l’arrivo ai campi d’allenamento del “mago” Alessandro Cesarini. L’ex Pavia, fino a mercoledì impegnato nella riabilitazione dopo l’intervento subìto in estate per un problema di pubalgia, si era già visto in occasione della presentazione della squadra nello stadio del baseball e ne aveva approfittato per seguire la seduta pomeridiana dei compagni. Ma da ieri anche lui ha iniziato a calcare la struttura di via Agosti anche se è ancora difficile ipotizzare una data precisa per il rientro in gruppo. Cesarini è fermo da diverso tempo e molto importanti saranno questi primi giorni per capire la sua risposta alle sollecitazioni del prato e degli esercizi col pallone. Per il resto, non ci sonò variazioni rispetto ai giorni scorsi. Ghiringhelli sta ancora lavorando con gli attrezzi ginnici insieme a Sbaffo mentre Rozzio e Pedrelli sono al differenziato sul terreno ma nessuno di loro pare in grado di recuperare. Colucci prova a mescolare quotidianamente le carte ma è facile intuire che l’undici per Modena sarà figlio di quello visto in Laguna: Mogos (al posto dI Ghiringhelli), Spanò, Sabotic e Giron in difesa; Bovo, Maltese e Angiulli a centrocampo; Manconi, Marchi e Nolè davanti. Oggi ultima seduta settimanale alle ore 16 mentre domani è in programma la rifinitura mattiniera. Giudice sportivo. Dopo il turno infrasettimanale, saltato dai granata che non avevano sanzioni disciplinari, anche il Modena potrà schierare tutto l’organico nella sfida del Braglia. Designazioni arbitrali. Modena-Reggiana sarà diretta da Ivan Robilotta di Sala Consilina assistito da Maurizio Loni di Cagliari e da Filippo Bercigli di Valdarno.

Ore 17.30 – (Gazzetta di Reggio) Jacopo Manconi, due reti con l’Ancona e un assist importante a Salò per Nolè: bel biglietto da visita per il giocatore di proprietà del Novara che avendo già provato la B spera di raggiungerla nuovamente con la maglia granata. Il pari di Venezia che significato, ha essendo arrivato dopo che siete stati in vantaggio per oltre un tempo? «Nella ripresa siamo stati più sulla difensiva mentre loro ci attaccavano con cross che abbiamo sofferto. Lo ritengo un buon punto ma ci deve far rimanere coi piedi per terra perché non si è ancora fatto nulla. Si deve continuare a lavorare a testa bassa». Domenica col Modena rivedremo una Reggiana esplosiva come con l’Ancona? «Cerchiamo di dare sempre il meglio nella speranza che i risultati vengono, sappiamo di essere un gran gruppo». Lo striscione esposto in via Agosti dalle Teste Quadre? «Hanno già detto tutto: il derby è sempre un derby». Che idea ha del Modena? «Di una nostra rivale molto competitiva. Dovremo fare la nostra partita, imponendo il nostro gioco per cercare il risultato. Di loro conosco Schiavi, mi fa piacere che si sia sbloccato a Teramo con una doppietta perché è davvero una brava persona, naturalmente spero che il prossimo gol non lo faccia a noi». Già oltre mille biglietti venduti: cosa si prova ad avere tifosi così calorosi? «Una grande carica. Altrove è difficile trovare così tanto seguito in trasferta, ne sonomolto contento perché sembra sempre di giocare in casa». Si sente il posto sicuro per domenica considerando anche l’arrivo di Falcone? «Siamo tutti in competizione, dovrò guadagnarmi il posto col lavoro settimanale». Si è adattato bene ai dogmi di mister Colucci? «Non sono un presuntuoso perciò non tocca a me dirlo però vorrei continuare con questa determinazione per dare sempre di più».

Ore 17.10 – (Gazzetta di Reggio) I pensieri di tutti sono già proiettati al pomeriggio di domenica quando allo stadio Braglia si affronteranno, dopo quindici anni dall’ultima sfida, Modena e Reggiana. Nella sede della concessionaria Autogepy di Mauro e Fabrizio Bassinghi, partner della società granata si sono ritrovati oltre ai due titolari anche indimenticati ex di entrambe le sponde del Secchia, come il portiere Marco Ballotta e uno dei presidenti più amati della storia della Reggiana: Giovanni Vandelli. Marco Ballotta, come si vive il derby a Reggio e a Modena? «In modo diverso nelle due città, ma l’attesa è grande. Mi sarei aspettato di vederlo in Serie B, questo derby, ma dobbiamo accettare il verdetto del campo. Per il Modena può essere un’occasione di riscatto dopo la retrocessione. I reggiani attendono da tanto tempo questa gara e ci sarà un folto pubblico, però il derby fa storia a sé e non sempre la squadra più in forma vince». Come le pare attualmente il Modena? «Dopo la vittoria a Teramo è aumentato un po’ l’entusiasmo. Avevo visto la partita con il Parma e mi era parsa una gara normale, anche perché la formazione crociata non mi sembra questa squadra ammazza campionato. Siamo ancora all’inizio della stagione e non c’è ancora niente di sicuro, sono però convinto che sarà un gran derby». Presidente Giovani Vandelli che cos’è per lei il derby? «E’ la partita più sentita dell’anno perché anche in una stagione non esaltante, vincere questa può permetterti di riscattarti. Domenica credo che la Reggiana giocherà quasi in casa perché il pubblico di Reggio ha qualcosa in più di quello modenese anche a livello di presenze». Come vede oggi Reggiana e Modena? «Non conosco le due squadre, però credo che ad oggi la Reggiana abbia qualcosa in più perché il Modena viene da una retrocessione e, si sa, l’anno successivo non è facile». Qual è il suo derby? «Quello del famoso 1-1 al Mirabello coi due rigori parati da Facciolo. Se mi sveglio di notte e penso alla Reggiana mi viene subito in mente quella partita». Che consiglio si sente di dare alla nuova proprietà? «Io ho imparato che bisogna partire dal basso, valorizzando al meglio il settore giovanile e che i risultati si possono vedere in 10-15 anni. Questo l’ho imparato a mie spese perché quando sono stato presidente, probabilmente per la giovane età e l’inesperienza, volevo ottenere tutto subito tralasciando quello che avevamo alle spalle». Mauro Bassinghi, qual è il suo sentimento in vista del derby? «E’ un sentimento a metà perché a Modena sono stato presidente e sono legato all’amicizia e alla scoperta di Luca Toni. Nella Reggiana di Vandelli ho fatto 7 anni il consigliere. Quindi: vinca il migliore». Fabrizio Bassinghi, lei invece tiferà granata? «Si fin da piccolo ho sempre seguito con gli amici la Reggiana, prendendo il treno per venire al Mirabello anche perché, abitando a Castellarano sentivamo moltissimo il campanilismo». Ballotta, a suo giudizio Reggiana-Modena è anche una sfida tra due buoni portieri? «Sì, c’è sempre stata una buona tradizione sia a Modena che a Reggio con ragazzi che hanno fatto il salto in categorie importanti. In più Manfredini è un ex giocatore della Reggiana». Lei per chi farà il tifo? «Tifo leggermente di più per il Modena però in questa partita dico veramente che deve vincere il migliore».

Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Solo in giornata avremo la certezza sulla disponibilità delle tribunette da 460 posti totali che porteranno la capienza del Bottecchia a quasi 3 mila posti. Iniziati mercoledì i lavori sono proseguiti con alacrità per tutta la giornata di ieri anche se la pioggia del pomeriggio non ha agevolato le operazioni. Ieri intanto l’ufficio stampa del Pordenone ha reiterato l’invito servirsi della prevendita per garantirsi gli ultimi biglietti in gradinata per il big match fra la capolista Pordenone e il Parma. I posti di tribuna coperta sono già esauriti. Soliti i punti vendita: bar Libertà di viale Libertà a Pordenone, Caffè Nogaredo in via Sclavons a Cordenons. Qualora i tagliandi non andassero esauriti in prevendita lo sportello della biglietteria centrale di via Stadio aprirà sabato alle 16. La biglietteria ospiti di via San Vito resterà chiusa. I cancelli del Bottecchia saranno aperti alle 19. La società neroverde suggerisce di recarsi allo stadio per tempo per agevolare il lavoro degli addetti al filtraggio ed evitare code. La gara inizierà alle 20.30.

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Bello il calcio dei professionisti, anche se di terza serie. Ancora più bello quando sei, come oggi il Pordenone, in testa alla classifica con 2 punti di vantaggio su Venezia e Bassano e ti appresti ad affrontare (al Bottecchia, sabato in notturna, con inizio alle 20.30) il “predestinato” Parma, avendo il doppio dei punti ragranellati dai ducali (5, una vittoria, due pareggi una sconfitta). Bello, ma quanto costa? È una delle domande ricorrenti fra coloro che, al Bottecchia, non si fanno prendere esclusivamente dal mal di tifo. Una domanda spesso accompagnata dalla gratitudine verso Mauro Lovisa e da un secondo questito: chi glielo fa fare? LA PRIMA VOLTA – La risposta alla seconda (chi glielo fa fare?) potrebbe essere trovata proprio nella gioia che re Mauro sta provando in questo momento. Non conosceremo la risposta alla prima (quanto costa?) sino a fine stagione (se sarà reso noto), sperando nel frattempo che i ramarri mantengano la posizione. Possiamo però avere un’idea di quanto costi il passaggio dai dilettanti ai professionisti. Lo ha reso noto, prendendo a esempio proprio il Pordenone, il sito www.calcioefinanza.it secondo il quale la stagione 14-15, primo anno di professionismo, è costata a Lovisa e soci quasi 4 milioni di euro a fronte di ricavi inferiori al milione e mezzo. Spesa inutile, perchè il Pordenone per errori d’inesperienza ammessi dallo stesso Lovisa e sgambetti della sorte fu retrocesso di nuovo fra i dilettanti. I DETTAGLI – Elaborando i dati ricavati da documenti ufficiali, Calcio e finanza rivela che l’ultimo anno di dilettanti (quello della promozione e dello scudetto) il Pordenone ebbe ricavi per circa 1,4 milioni verso un totale costi di circa un 1,7 (di cui un milione duecentocinquantamila per salari e servizi), con una differenza negativa di 300 mila euro. Nel primo anno di Lega Pro, sempre secondo Calcio e finanza, le spese neroverdi sono ovviamente lievitate sino a 3 milioni e 850 mila euro (dei quali quasi 2 milioni e mezzo per salari e servizi), mentre i ricavi si sono fermati a 1 milione e 360 mila. Con una differenza negativa dunque di circa 2,5 milioni. Ai costi per la stagione successiva (15-16 con secondo posto al termine della regular season e semifinale playoff), non disponibili al momento, vanno sicuramente aggiunti i 500 mila euro della super tassa che il Pordenone ha dovuto pagare per essere ripescato in Lega pro. Il sito riporta anche che nella relazione sulla gestione societaria si legge: «le risorse finanziarie dei soci rimangono al momento le più importanti fonti finanziari di copertura delle perdite d’esercizio».

Ore 16.10 – (Messaggero Veneto) Ancora poche ore e si saprà. Il Pordenone consiglia di tenere sott’occhio il sito ufficiale della società, in cui nella tarda mattinata odierna dovrebbe essere data la notizia dell’apertura della nuova tribuna laterale da 460 posti, l’atteso “regalo” del Comune di Pordenone per aumentare la capienza del Bottecchia. Preziosi posti in più che potrebbero essere ben presto occupati, visto che domani sera in città arriva il Parma e gli altri settori dello stadio sono andati pressoché esauriti. Sempre nella mattinata si dovrebbero conoscere le modalità per acquistare i tagliandi nel nuovo settore e i relativi prezzi. Intanto è stata prorogata sino a domani a mezzogiorno la scadenza della prevendita per il settore ospiti. A ora sarebbe occupata circa la metà della capienza (1.000 posti) della parte loro riservata. Designata nel frattempo la terna arbitrale del big match. A dirigere Pordenone-Parma sarà l’arbitro Luca Massimi di Termoli. assistito da Marco Trinchieri di Milano e Antonio Catamo di Saronno.

Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) L’unica, apparente, certezza sono quei 5 là dietro. Tomei in porta, Semenzato a destra, Stefani e Ingegneri centrali, De Agostini sulla sinistra. Nel reparto arretrato davvero pochi dubbi per mister Tedino in vista della supersfida di domani sera al Bottecchia con il Parma. Non così negli altri reparti. E pure il modulo non è così scontato. Il 4-4-2 visto a Mantova ha funzionato a meraviglia. Non solo: ha dato al centrocampo quella solidità che era mancata pur nelle vittoriose gare con Teramo e Forlì. Potrebbe essere la soluzione giusta anche al cospetto di un Parma affamato di punti? La sensazione è che, alla fine, Tedino tornerà all’amato 4-3-3. In mezzo al campo Burrai fulcro del gioco con ai suoi lati Misuraca e Suciu (o Buratto), mentre nel tridente offensivo, dando per scontata una maglia da titolare per Berrettoni e Arma, si giocheranno il terzo posto disponibile il brasiliano Azzi e Martignago, le due firme del recente successo di Mantova. Torna a disposizione Luca Cattaneo, che manca dalla trasferta di Forlì, ma il suo impiego dall’inizio pare improbabile. Oggi (alle 14.30) Tedino parlerà alla stampa, quindi alle 16 dirigerà l’allenamento (a porte chiuse) di rifinutura, che dovrebbe servirgli per fugare anche gli ultimi dubbi di formazione. Sull’altro versante, il Parma sosterrà in mattinata l’ultima seduta prima della partenza per la città del Noncello. Apolloni è alle prese con la pesante defezione del centrocampista Davide Giorgino, infortunatosi a un polpaccio nell’ultimo match interno perso con il Venezia. Per l’ex Triestina si parla di un mese di stop.

Ore 15.50 – (Messaggero Veneto) Ha lasciato sfogare il Mantova nel primo quarto d’ora. Poi, dopo aver sciupato un’occasione, ha trovato meritatamente la rete dell’1-0. Nella ripresa, dopo una leggera sofferenza, ha trovato una rete da palla inattiva. Il Pordenone, al Martelli, ha vinto – come si suol dire – da squadra esperta. E il fatto che sia un team maturo trova riscontro anche nei numeri. I ramarri, infatti, sono la quarta formazione più “vecchia” del girone B di Lega Pro. E’ di 25,9 anni l’età media del gruppo a disposizione di Bruno Tedino, formato da 24 giocatori. Davanti ci sono solo Venezia (26,3), Padova (26,8) e l’avversario di sabato, il Parma, quest’ultima la più vecchia con 27 anni di età media. La supersfida del Bottecchia sarà anche un confronto tra due delle compagini più esperte della Lega Pro. Diverse le considerazioni da fare a riguardo, un dato su tutti da sottolineare: la squadra cittadina è più anziana di 3 anni rispetto alla scorsa stagione, quando aveva chiuso con un’età media di 22,8. Invecchiata. Si parta da quest’ultima statistica. Sono cambiati gli obiettivi, per il Pordenone. Se l’anno scorso era partito per salvarsi, adesso lo stesso club ha altri intenti, vale a dire concorre dichiaratamente per centrare i primi posti del campionato. Cosa vuol dire? Che il precedente campionato, vista la missione, aveva più giovani in rosa: da Pasa (classe ’94), passando per Boniotti (’95), Berardi (’96), Baruzzini (’97) e Savio (’97); oppure in certi settori del campo era meno esperta, visto che davanti giocavano Strizzolo (’92) con De Cenco (’89), mentre ora ci sono Arma (’85) e Berrettoni (’81). C’è anche però da dire che, nella media, sono stati inseriti anche Gregoris (’98), Parpinel (’98) e Castrì (’97), giocatori che si allenavano agli ordini di Tedino ma che non hanno mai esordito in prima squadra. A ogni modo, anche considerando loro, il quadro non cambierebbe molto. Adesso comunque il gruppo è più anziano, con Berrettoni che è il decimo giocatore del girone B più “vecchio” (di quelli che sono scesi in campo sinora). A guidare questa speciale classifica il capitano del Parma Lucarelli, sul rettangolo di gioco a 39 anni. La classifica. Il Pordenone si trova dunque al quarto posto nella speciale classifica, dietro Venezia, Padova e Parma. Sono tutti team che puntano a vincere o perlomeno a entrare nei playoff. Cosa significa? I dirigenti sostengono che, per puntare in alto, ci voglia una squadra esperta, perlomeno nel suo blocco di giocatori più importanti. I ramarri, nel loro asse centrale, hanno Tomei (32 anni), Stefani (32), Burrai (29) e Berrettoni-Arma, questi ultimi rispettivamente di 35 e 31 anni. Il Venezia, per fare altri esempi, ha Facchin (29 anni) in porta, Domizzi in difesa (36), Pederzoli in mezzo (32) con Soligo (37) e Ferrari (33) davanti. Il Parma, tra gli altri, Alessandro Lucarelli (39) e Calaiò (34), il Padova Emerson dietro (36), Neto davanti (37) e Dettori (31) al centro del campo. All’esatto opposto ci sono le squadre che lottano per salvarsi. I team più giovani sono infatti il Forlì (23 anni di età media, non a caso ultimo per ora), seguito da Lumezzane (23,4) Modena e Albinoleffe (23,5) e Maceratese (23,7). E’ dell’Albinoleffe invece il giocatore “baby” per eccellenza tra quelli scesi in campo sinora, ovvero Lorenzo Mandelli, che sabato scorso ha giocato all’età di 17 anni, 11 mesi e 24 giorni. Il Pordenone non ha un elemento neppure nei primi 50: il meno anziano è Gerbaudo, classe ’95, lontano dall’essere considerato nella graduatoria. I singoli. Come detto, il giocatore più esperto del Pordenone è Emanuele Berrettoni. Seguono De Agostini (33) e Stefani (32, nato 4 mesi prima di Tomei). I più giovani sono Marco De Anna (18 anni, nato a marzo ’98), quindi Luca Salamon (18, nato a gennaio ’98) e Giulio Parodi (19 anni da compiere, è nato a fine settembre ’97). Comunque gli emergenti da lanciare non mancano, e sono sicuramente di qualità.

Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) Il Lume è fatalmente rock anche se il luogo incastonato tra le montagne della Valgobbia, francamente lo è un po’ meno. E il campo, ritagliato nel cuore della vallata, non ispira mai orizzonti particolarmente luminosi. Eppure il Lumezzane è comunque rock se c’è Antonio Filippini al timone, ex instancabile mediano del Brescia che appena può schitarra senza ritegno in nome del Boss, Bruce Springsteen, il suo mito da sempre. Bene, lo scorso anno Filippini, uno dei due gemelli (l’altro è Emanuele, allenatore anche lui ma nelle serie minori) rilevò in corsa un Lumezzane agonizzante e lo pilotò a una brillantissima salvezza, schivando persino la trappola dei playout con la forza delle idee e di un gioco rigorosamente offensivo. Ora che in estate gli hanno rivoluzionato la squadra, rinfrescando la difesa e svuotandola di alcuni pezzi da novanta (il portiere Furlan e il centrale Nossa su tutti), lui imperterrito tira dritto per la sua strada: 4-3-3 di ordinanza, retroguardia rifatta e svecchiata e semmai rilancio in grande stile di un puntero ardente e rombante come Bacio Terracino, dimenticato in soffitta lo scorso anno e ripescato proprio da Filippini, ripagato a suon di gol dalla primavera in avanti. Al suo fianco poi, è stato ingaggiato Barbuti, altro tipaccio che in area di rigore la mette giù sempre dura. E a oggi il ruolino dei bresciani di monte recita 4 punti in 4 gare, metà classifica figlia di 1 vittoria, un pari e 2 ko, comunque in linea con le aspettative della vigilia. Successo netto nel match d’esordio col Teramo (2-0), pari strappato martedì a Salò nel derby bresciano con la Feralpi (rossoblù due volte in vantaggio e due volte riacciuffati) e in mezzo i due capitomboli a Parma (di misura 1-0 per via di una spettacolare prodezza di Calaiò in rovesciata) e in casa col Gubbio. Il modulo di riferimento è il 4-3-3 e alla voce gol segnati e subiti siamo in perfetta parità 4 a 4. In ogni caso in mediana tanto Varas che il regista Genevier, il francese per i cui piedi passa la manovra della comitiva valgono già la cadetteria. Ovviamente, nonostante il pareggione infrasettimanale di Salò, a Lumezzane contano di tornare a fare punti a domicilio dopo l’inopinato interno ko col Gubbio, però Bassano non è nella condizione di tornare a mani vuote per non abbandonare l’alta classifica. Intanto a fischiare il duello di sabato alle 14.30 (con tifoseria virtussina al seguito) è stato designato l’arbitro calabrese Giovanni Luciano della sezione di Lamezia Terme assistito da Salvatore Sangiorgio di Catania e Davide Meocci di Siena. Bassano è reduce da due successi da quelle parti (0-1 e 2-3) ma sempre soffrendo. ZAULI ESONERATO: Ieri vi avevamo anticipato che la panchina di Lamberto Zauli a Teramo era vacillante: 1 punto in 4 gare con un’ultima prova di appello per sabato a Santarcangelo contro la sua ex squadra. Invece nulla, il club abruzzese ha rotto gli indugi e ieri ha sollevato dall’incarico sia l’allenatore che il diesse Fabio Lupo ritenuto responsabile della costruzione della formazione. Al posto di Zauli, allontanato al pari del suo vice Giorgetti e del preparatore atletico Vincenzi, è stato chiamato Federico Nofri, artefice la scorsa stagione della promozione della Viterbese in Lega Pro. LEGA PRO IN TV: Torna in televisione la Lega Pro con la Rai che si è assicurata i diritti della prima scelta di almeno 50 partite da qui al termine della stagione tra anticipi, posticipi e ovviamente playoff.

Ore 15.00 – Qui Appiani: allenamento a porte chiuse in corso per i Biancoscudati.

Ore 14.40 – Queste le dichiarazioni rilasciate da Oscar Brevi alla vigilia di Padova-Maceratese: “Arrivando da una sconfitta prima si gioca e meglio è, per mettersi alle spalle il passo falso! Favalli? Potrebbe riattaccarsi al gruppo ed essere disponibile, ma lo verifichiamo prima dell’allenamento. Bindi? Dovrebbe esserci. Non ci saranno invece Filipe ed Alfageme. Petrilli? La sua partenza era stata decisa di comune accordo con la società e comunicato per tempo. Le sue dichiarazioni? Ognuno è libero di dire e fare ciò che vuole, l’importante è che ci sia rispetto… Non replico alle sue dichiarazioni. La sconfitta di Fano? Siamo sempre sotto l’occhio della critica, e come accettiamo i complimenti dobbiamo accettare anche le critiche. È mancato qualcosa martedì, ma col tempo e la pazienza nonché dando fiducia ai giocatori possiamo fare bene già da domani. La Maceratese? Si difende bene e riparte velocemente attaccando la profondità, e credo imposterà così la partita al pari di AlbinoLeffe e Fano. Noi dovremo essere pazienti… Emerson a centrocampo? Non è un’opzione che ho in mente perché ho giocatori con altre caratteristiche in questo ruolo”.

Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «La vittoria di Parma? Emozioni che scaldano i cuori, ma per valorizzarla al meglio servono subito altri tre punti ad Ancona». La serata di gloria del Tardini è già in archivio per Filippo Inzaghi, e non potrebbe essere altrimenti visto che il Venezia domani (ore 18.30) affronterà al Del Conero la seconda trasferta di fila e la terza gara in otto giorni. «Contro Reggiana e Parma ero sicuro che avremmo fatto due grandi partite, ora dobbiamo continuare a migliorarci nei confronti di avversari che si chiudono. L’Ancona ci aspetterà con un 4-4-2 molto stretto, starà a noi stanarlo e sfruttare al meglio gli episodi». Inzaghi, oltre a Fabiano, rischia di dover fare a meno di Fabris (ieri a casa con l’influenza), mentre in panchina potrebbe tornare Stulac. Il tecnico lagunare ad ogni modo ha ventilato alcuni cambiamenti legati ai tre impegni ravvicinati. «Se ripeterò la difesa a tre di Parma? Questi giocatori possono fare tutti i moduli e non ne esiste uno solo vincente. Certo abbiamo già dato per quanto riguarda le partenze ad handicap, servirà la massima attenzione per non ritrovarci di nuovo a inseguire. L’entusiasmo ci darà una grossa mano ma ci vuole sempre la giusta misura, non dobbiamo scordarci da dove partiamo e quindi mi aspetto sempre la stessa voglia e lo stesso cuore degli ultimi 180’». Nel girone del Venezia è saltata la panchina del Teramo, con Lamberto Zauli (un punto in 4 gare, ultimo assieme al Forlì) esonerato a favore di Federico Nofri che lo scorso anno ha portato la Viterbese in Lega Pro vincendo lo scudetto di serie D. GIOVANILI – Ieri a Reggio Emilia il responsabile del settore giovanile Mattia Collauto e il ds Giorgio Perinetti hanno incontrato i dirigenti spagnoli dell’Athletic Bilbao, per l’avvio nei prossimi mesi di una collaborazione a livello giovanile con il prestigioso club basco. Intanto dopo il 2-1 dell’esordio ai colombiani del Deportivo Calì (vantaggio di Morello prima del decisivo eurogol di Strechie) e la gara di ieri sera con il Nova Gorica, oggi (ore 19) gli Allievi nazionali del Venezia affrontano il Milan a Teor nella terza giornata del «Mundialito-Nereo Rocco». Domani i quarti di finale, domenica le semifinali e lunedì 19 finale a Gradisca d’Isonzo (ore 15.30).

Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Nel giro di due settimane è arrivato al Venezia, ha esordito in maglia arancioneroverde e ha segnato il primo dei due gol al Parma, dando la svolta al big match di martedì. Per Stefano Moreo sono giorni di intense emozioni: «Sono contentissimo, prima l’esordio e poi il gol al Parma, non potrei essere più soddisfatto», racconta l’ultimo acquisto del mercato arancioneroverde. Ingaggiato nell’ultimo giorno utile di mercato, voluto fortemente da Pippo Inzaghi, l’attaccante ha subito ripagato la fiducia accordatagli dal tecnico. «E spero di poter ripagare ancora questa fiducia — aggiunge — magari segnando subito un altro gol». Domani il Venezia sarà di scena allo stadio «del Conero» per la sfida con l’Ancona (ore 18.30) e l’obiettivo è dare continuità al percorso compiuto fino a qui. I due big match con Reggiana e Parma sono alle spalle e hanno fruttato quattro importantissimi punti. Ora è fondamentale non abbassare la guardia. «Stiamo lavorando proprio su questo — conferma l’ex Entella — perché dopo aver giocato partite importanti, il rischio è quello di rilassarsi. Ed è proprio quello che vogliamo evitare. Dovremo scendere in campo pensando di non aver ancora fatto niente. Soprattutto — aggiunge l’attaccante arancioneroverde — non dobbiamo sbagliare l’approccio iniziale e non commettere l’errore fatto con la Reggiana. Quel gol l’abbiamo preso per disattenzione», ricorda Moreo che distingue tra l’episodio di sabato scorso, dovuto a una distrazione collettiva, e il rigore subito a Parma dopo meno di un minuto. In quest’ultimo caso si è trattato di un frangente sfortunato. «Purtroppo quel rigore ci ha tagliato le gambe, a livello mentale sono situazioni che ti ammazzano. Poi però, dopo l’intervallo, siamo tornati in campo con una voglia incredibile, grazie alle parole del mister che ha saputo caricarci. E siamo riusciti a ribaltare il risultato». Adesso c’è da pensare alla trasferta di Ancona, terzo impegno per gli arancioneroverdi nel giro di sette giorni. Inzaghi dovrà fare a meno di Fabiano, out dopo il colpo al ginocchio rimediato contro il Mantova. E potrebbe dare forfait anche Fabris che ieri e mercoledì non si è allenato a causa di un attacco influenzale. Obiettivo dichiarato, tornare da Ancona con i tre punti. «Questa è una squadra che ha un organico ben strutturato, con questo gruppo — chiude Moreo — sarà difficile per tutte le squadre batterci».

Ore 14.10 – (La Nuova Venezia) «Per far valere il doppio i tre punti di Parma, dobbiamo cercare di vincere ad Ancona». Filippo Inzaghi ha già analizzato i dorici, archiviando il blitz del Tardini («Le partite vanno messe nel cassetto, nel bene e nel male», ha detto il tecnico del Venezia, «soprattutto questa settimana con tre gare che non ti consentono di respirare»). E non nasconde le insidie, più psicologiche che tecniche, di questa partita. «Non avevo alcun dubbio che contro Reggiana e Parma, al di là del risultato finale, avremmo disputato ottime gare, fornendo anche prestazioni positive, paradossalmente possiamo incontrare più difficoltà contro squadre che si chiudono, ti aspettano e poi ripartono. L’Ancona ha queste caratteristiche, pratica un 4-4-2 molto stretto, cercando di ripartire in grande velocità». Pippo Inzaghi non potrà contare su Gianni Fabiano, ancora fermo ai box dopo l’infortunio patito a Mantova, Leo Stulac è rientrato in gruppo, farà parte dei convocati, ma difficilmente sarà utilizzato ad Ancona, possibile forfait di Vittorio Fabris, rientrato da Parma con la febbre e anche ieri a casa. «Mi dispiace per chi non c’è, perché vorrei avere sempre tutti i giocatori a disposizione, ma fortunatamente posso contare su una rosa ampia e competitiva. Non è un caso se in queste prime giornate ho cercato di impiegare il maggior numero di giocatori possibile. Voglio che tutti si sentano importanti, ho un gruppo eccezionale. Forse come undici non saremo la squadra più forte, ma come organico non farei cambio con nessuno». Oggi la partenza dal Taliercio per le Marche. È saltata la prima panchina nel girone del Venezia: Lamberto Zauli non è più l’allenatore del Teramo (1 punto in 4 gare), al suo posto è stato chiamato Federico Nofri, che ha portato la Viterbese in Lega Pro. L’arbitro di Ancona-Venezia sarà Vincenzo Valiante di Salerno. Vittoria di prestigio degli allievi nazionali di Maurizio Rossi nella gara d’esordio del Mundialito-Trofeo Nereo Rocco: gli arancioneroverdi hanno superato allo scadere (2-1) i colombiani del Deportivo Calì con una magia di Strechie. Ieri, a Reggio Emilia, prima della partita di Europa League, il responsabile dell’area tecnica Giorgio Perinetti e il responsabile del settore giovanile Mattia Collauto hanno incontrato il direttore sportivo dell’Athletic Bilbao per allacciare una collaborazione tra i due club.

Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Dopo aver preso il primo punto del campionato il Vicenza affronta stasera la difficile trasferta di Salerno che precederà di qualche giorno quella di Scoli in programma martedì prossimo. «Pensiamo a una partita alla volta: spiega Franco Lerda — a Salerno sarà difficile perché troveremo un ambiente caldo e affronteremo una squadra che dispone di un buon organico costruito per obiettivi di alta classifica». A Salerno il Vicenza non avrà a disposizione né Giacomelli né D’Elia, rientrato sabato contro il Bari. «Ci dispiace dover rinunciare a D’Elia per un problema al polpaccio. Ma la squadra la vedo bene, sono fiducioso e sereno perché in settimana lavora bene, con attenzione e concentrazione. Noi tutti siamo consci che dovremo affrontare una stagione in salita; contro il Bari non abbiamo preso gol, adesso vedrete che riusciremo a sbloccarci. Davanti disponiamo di buoni giocatori e attendiamo la crescita di condizione di Fabinho e il rientro di Giacomelli».

Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sono passati ormai sette anni da quando Angelo Gregucci ha lasciato la panchina biancorossa ma il tecnico tarantino ha mantenuto un forte legame con l’ambiente vicentino. «Quando un allenatore lavora a Vicenza non può certo dimenticarsi di una piazza che ha un passato glorioso e una storia e importante, una città di provincia che al pallone ha dato due dei quattro palloni d’oro del calcio italiano. È una società di blasone che ha un pubblico straordinario che la segue, e con la quale ho condiviso un percorso importante, a livello umano e professionale». Da tecnico del Vicenza Gregucci è stato l’ultimo allenatore a raggiungere, anche se solo per poco più di 30 minuti, la vetta della classifica di serie B. «Una soddisfazione perché in quel Vicenza c’erano giocatori di livello come Bernardini, Sgrigna e Bjelanovic, ma anche giovani come Volta, che la sua carriera l’ha fatta, e Bottone e Gorobsov, che poi si sono un po’ persi». Gregucci nella sua carriera di allenatore ha guidato anche la Salernitana, prossima avversaria del Vicenza, prima nel 2004 e poi dieci anni dopo nel 2014. «Un’altra piazza dove c’è tutto per fare bene — spiega Gregucci — con la compagine campana ho vinto una coppa Italia di Lega Pro». All’Arechi va in scena Salernitana-Vicenza, una partita che vede affrontarsi due squadre che non sono partite con il piede giusto. «La serie B è lunga e difficile e quello che più conta è restare uniti e compatti nei momenti difficili. Sia Salernitana che Vicenza sono due squadre che hanno cambiato molto e quindi hanno bisogno di tempo per amalgamare il gruppo e crescere nelle prestazioni». «La spinta e l’incitamento del pubblico salernitano si farà sentire — continua Gregucci — e il Vicenza non dovrà fare l’errore di chiudersi dietro perché questo darebbe coraggio a tutto l’ambiente di casa. I biancorossi dovranno giocare a pallone sfruttando magari gli spazi che la Salernitana potrebbe concedere. Poi magari a decidere il match sarà un episodio. Per entrambe sarà una gara delicata». Dopo la breve esperienza all’Inter, Gregucci adesso è pronto a sposare un nuovo progetto. «Parlerò prima con Roberto Mancini — precisa il tecnico tarantino — poi se si presenterà una società che ha in testa un programma serio sono pronto. L’importante è che si lavori sui giovani, si punti a costruire una squadra andando a rinforzarla con due, tre innesti anno dopo anno. Sempre che nel calcio di oggi ci sia chi crede ancora in questo pallone».

Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Tranquilli, è un film già visto. Certo, la pellicola originale è stata girata quasi trent’anni fa… Però vale la pena prendersi un po’ di tempo e riguardarla ancora. Vicenza e il gol perduto: remake della stagione 1988-89. Ambientato nell’allora Serie C1, il grande problema del momento a quel tempo era perfino più grosso: i biancorossi non riuscirono ad andare in gol fino alla sesta giornata. Diciamolo subito: nonostante tutta questa lunga serie di «non», il Vicenza si salvò ugualmente. All’ultima giornata, ma si salvò.BOMBER PIZZI – E allora, come ogni film che si rispetti c’era anche un protagonista. Quello della stagione biancorossa 1988-89 risponde al nome di Fausto Pizzi, centrocampista di formazione e trequartista attaccante per necessità. Chiuderà la stagione da capocannoniere del Vicenza e pure dell’intero girone con 16 gol. La stagione successiva, sarà pure premiato a San Siro con il Guerino d’Oro. A Vicenza ci era arrivato l’anno prima, quando in panchina governava Specchia. «Quell’anno realizzai 9 gol – ricorda Pizzi, che oggi di mestiere fa il responsabile del settore giovanile del Parma -. Ma a livello personale la stagione successiva segnò la mia esplosione, un’annata strepitosa non accompagnata però dai risultati di squadra, visto che ci salvammo praticamente all’ultimo minuto». All’ultimo e proprio grazie a un rigore realizzato da lui, bomber Pizzi. Con la «i». QUELL’AUTOGOL – Era finita in gloria con Pizzi, ma era anche iniziata con un suo «guaio». 11 settembre 1988: Prato-Vicenza 1-0. Marcatore: autorete di Pizzi. «Deviai il tiro con il polpaccio», ricorda ancora Fausto. Che con la memoria preferisce però tornare a quell’ultimo rigore: «Il tributo finale che mi riservarono i tifosi è indimenticabile, a Vicenza ho sempre sentito un affetto incredibile». Ma la domanda è: come mai facevate così fatica a segnare? «Era stata fatta una campagna acquisti importante, con Marco Nicoletti che avrebbe dovuto essere l’attaccante di riferimento. Purtroppo durante la stagione si è strascicato una fastidiosa pubalgia, non riuscendo a darci una mano. Io ero un trequartista che faceva la mezzala e con Falconi e Bortoluzzi formavamo un attacco leggero. Poi la scelta di mettermi attaccante, combinazione che con l’arrivo di Cantarutti a novembre risollevò un po’ le sorti. Lui era uno fondatore, un giocatore fisico: ci abbiamo guadagnato tutti». RESTATE UNITI – Ma quanto è difficile gestire lo stress mentale di non riuscire ad andare in gol? «In spogliatoio avevamo gente come Montani e Mascheroni che rappresentava assieme la storia e anche il presente del Vicenza. Ci siamo aggrappati a loro, abbiamo seguito le loro orme che sono state determinanti in certe situazioni. Sono stati trascinatori, non solo a parole. Ed è ciò che mi sento di dire ai ragazzi del Vicenza di oggi: lavorate con serenità, e rimanete uniti. Al mio tempo abbiamo anche sofferto il triplice cambio di allenatore (Galli, Rota e poi di nuovo Galli) che porta cambi di modulo e gestione che ti fanno perdere del tempo e un’identità organizzativa in campo. Ma in spogliatoio siamo sempre rimasti uniti: è lì che ci siamo salvati». TUTTO SU GIACOMELLI – E il Fausto Pizzi della stagione 2016-17 chi potrebbe essere? «Il mio giocatore preferito è Giacomelli – dice senza pensarci su -. Non ha le mie caratteristiche, ma è bravissimo nell’uno contro uno ed è capace di segnare grandi gol. Spero che sarà lui a tirar fuori le castagne dal fuoco una volta rientrato, mi è sempre piaciuto tanto. Ha grandi qualità e un potenziale di cui forse nemmeno lui si rende conto. Se avesse un po’ più di fiducia nei suoi mezzi, farebbe ancor più la differenza in questa categoria». E a quanto pare, oltre che al responsabile del settore giovanile, sembra che quest’estate Jack piacesse molto anche al Parma dei grandi. Ma questa è tutta un’altra storia…

Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Quando in otto giorni devi giocare tre gare non è mai facile, se poi le prime due sono in trasferta (si inizia stasera alle 21 a Salerno) ancora meno, se infine perdi pure un giocatore importante come D’Elia c’è poco da sorridere. Eppure ieri il tecnico Franco Lerda ha sfoderato positività pur sottolineando che rinunciare in difesa a D’Elia non è cosa di poco conto:«Per noi è elemento molto importante, proprio adesso che ci eravamo un po’ sistemati ci tocca rivedere alcune cose, anche perchè nel suo ruolo c’è solo Zivkov, un ragazzino che viene dall’Interregionale che è meglio non buttare allo sbaraglio, e dunque dovrò mettere un destro a piede invertito». Vi aspetta un tour de force non semplice da gestire perchè pur essendo la rosa folta in realtà i giocatori schierabili sono contati almeno in certi ruoli.Infatti non lo è, ma sono cose che sapevamo, abbiamo avuto un’estate tribolata e non sto qui a ripeterne i motivi, adesso però ci siamo messi un po’ in carreggiata. Certo alcuni giocatori sono ancora indietro di condizione e abbiamo perso D’Elia, però io sono abituato a parlare di chi ho a disposizione. Pensiamo a fare bene questa gara, poi penseremo alle altre.Avete deciso di stare via fino a dopo la partita ad Ascoli, insomma un mini ritiro.Si pensava di giocare di sabato e dunque si sarebbe più viaggiato che altro. Alla fine abbiamo optato lo stesso di rimanere sul posto perchè ci sono i campi in erba per allenarsi, staremo via 6 giorni, ma ci farà bene. Comunque ne avevo parlato con i ragazzi e la società è stata favorevole.Col Bari il 4-4-2 ha funzionato, lo riproporrà? Lo scorso anno, quando sono arrivato, la squadra ha ottenuto buoni risultati con questo schema e abbiamo costruito anche l’attuale pensando allo stesso modulo, ma sapendo pure che se fosse servito avremmo potuto giocare con un centrocampista in più. Gli interpreti ci sono e dunque possiamo adattarci a più soluzioni, ma dobbiamo essere duttili soprattutto di testa.Tolto lo zero in classifica adesso c’è da togliere anche quello riguardante i gol segnati.Dispiace però le occasioni le abbiamo avute sia col Carpi che col Bari ed è questo che conta, poi succede che si passi un periodo così, ma l’importante è continuare a lavorare e a stare sereni come stiamo facendo ed è questo a non farmi preoccupare.Nonostante i problemi lei sfodera ottimismo.Bisogna essere positivi, altre ricette non ne conosco, ovvio che la speranza è di tornare a casa da queste due trasferte con punti, perchè sono quelli che determinano gli esiti di tante cose. Però io oggi mi sento di dire: state tranquilli che la quadra la troviamo e alla fine i conti torneranno.Se si parla di attacco si pensa a Filip Raicevic.È tornato dall’impegno con la sua nazionale motivato e tranquillo, certo come tutti gli attaccanti ha bisogno di segnare, ma l’importante è che col Bari si sia reso pericoloso in più di un’occasione, insomma che sia presente in area, il gol verrà.La Salernitana non sta tanto meglio di voi tanto che il tecnico Sannino pare intenzionato a cambiare modulo.Intanto la società ha investito molto ed ha costruito una squadra con un organico forte, il tecnico è preparato e conosce bene la categoria, comunque sì, l’ho sentito anch’io che potrebbe cambiare modulo passando ad una difesa a quattro. Noi abbiamo preparato la gara sia in un modo che nell’altro, siamo pronti.Vi aspetta un clima molto caldo.La pressione sarà tanta, ma anche per loro visto che hanno fatto 2 punti in tre partite e per le ambizioni che hanno sono pochi, comunque la cornice che ci aspetta è bella, perchè ti fa sentire allenatore e giocatore appieno.

Ore 12.50 – (Giornale di Vicenza) Niente derby. Niente Salerno per il napoletano D’Elia. E così il laterale mancino, che aveva recuperato dall’infortunio muscolare e col Bari aveva contribuito al prezioso pareggio, è fermo di nuovo. Stavolta, però, è un fastidio al polpaccio a costringerlo ai box. Per il tecnico Lerda, che si affiderà nuovamente al 4-4-2, la retroguardia è ancora una volta da ricreare e sistemare.PUCINO E BOGDAN. Intanto tra i pali torna Benussi, che ha scontato il turno di squalifica. Sulla scorta di quanto provato in settimana, l’allenatore biancorosso riproporrà Pucino, altro campano, ma di Caserta, nel match di questa sera all’Arechi. Sarà il giocatore in prestito dal Chievo a sostituire D’Elia sulla corsia mancina, come già accaduto nelle prime due giornate di campionato con Carpi e Spal. L’altra variazione dall’inizio rispetto alla prova del Menti contro il Bari è al centro della retroguardia. Accanto ad Adejo agirà il giovane Bogdan, perchè Esposito, che comunque è partito con la squadra alla volta di Salerno, resterà con ogni probabilità in panchina. Il centrale, che nell’ultimo match ha abbandonato il terreno di gioco dopo appena una quarantina di minuti, si può considerare recuperato (gli esami avevano evidenziato un’elongazione al flessore), ma ancora non pronto a rientrare. Lerda spera di impiegarlo martedì, con l’Ascoli, nella seconda trasferta ravvicinata per il Vicenza.SIGNORI PRESENTE. Non cambierà nulla a centrocampo, dove “trattorino” Signori, che anche all’inizio di questa stagione ha dimostrato di non risparmiarsi in fatto di corsa e generosità, ha recuperato dai postumi di una contrattura e sarà regolarmente in campo. Con lui agirà Rizzo, mentre sulle fasce Vita (a destra) e Siega (a sinistra) avranno il compito di mettere palloni in area per Galano e Raicevic, ancora a caccia del primo gol in campionato.GOL CERCANSI. Il Vicenza ancora non ha trovato la via della rete. Tre partite se ne sono andate senza gol e l’avversario ha fatto meglio: Rosina ha colpito al debutto con lo Spezia, Coda è andato a bersaglio contro l’Hellas. Di buono, per il Vicenza, c’è che Raicevic contro il Bari ha sfiorato il gol (il palo colpito trema ancora…), di cattivo che i biancorossi hanno dimostrato in tre partite di avere grosse difficoltà a capitalizzare. Tra l’altro l’ultimo precedente a Salerno è senza gol. Con lo 0-0 dell’Arechi – e Lerda in panchina – il Vicenza strappò comunque un punto importante per tagliare il traguardo della salvezza.LA PRIMA DI H’MAIDAT. C’è anche il centrocampista marocchino in prestito dalla Roma tra i convocati di Lerda. H’Maidat, che ha raggiunto l’accordo con il Vicenza alla fine di agosto, è di fatto alla prima apparizione con la maglia biancorossa, dal momento che non fece tempo ad aggregarsi ai nuovi compagni per gli impegni con la nazionale marocchina. Non è escluso che stasera Lerda lo getti nella mischia.

Ore 12.20 – (Gazzettino) Gianluca Litteri con tre gol nelle prime tre partite di campionato guida la speciale classifica dei marcatori della serie B. L’attenzione su di lui anche a livello nazionale è alle stelle, per cui interviste e servizi speciali sono all’ordine del giorno. Come sta vivendo questo “magic moment” è spiegato dallo stesso bomber di Catania: «Una situazione del genere non mi era mai successa, sono contento soprattutto perché sto dando una mano alla squadra. È questo il mio primo obiettivo. Le soddisfazioni personali sono gradite, ma guai a farsi influenzare. Vanno dimenticate subito, come i risultati che stiamo ottenendo. Siamo solo all’inizio di un campionato che sappiamo essere lungo e difficile, perciò dobbiamo restare con i piedi per terra e lottare partita su partita, con il coltello fra i denti». Sedici gol a livello personale nello scorso campionato in Lega Pro, quest’anno l’asticella ha un coefficiente di difficoltà superiore, anche se l’ottimo inizio della squadra granata sembra non rilevarlo. Dove punta ad arrivare Litteri? «La doppia cifra – risponde – è quanto un attaccante desidera, ma non mi pongo un numero preciso di gol da realizzare. Quel che viene mi sta bene purché la squadra ottenga gli obiettivi che ci siamo posti. Non è importante chi fa gol, ma farli, e per come stiamo lavorando arrivano sicuramente perché creiamo molto». Il tecnico granata Roberto Venturato ci tiene che la sua squadra esprima un gioco propositivo e faccia divertire il pubblico. Conferma l’attaccante: «Il nostro è un gioco molto offensivo, lo era in Lega Pro e tale è rimasto in serie B. A volte dobbiamo fare attenzione a non sbilanciarci troppo in avanti, ma abbiamo le idee chiare su come stare in campo nella fase offensiva e in quella difensiva. Mettendo in pratica quanto ci dice l’allenatore gli equilibri in campo vengono rispettati». Domani alle 15 al Tombolato il Cittadella affronterà il Novara, una squadra che Litteri ha già incontrato: «Tre anni fa con la Ternana abbiamo vinto a Novara per 2-1 e pareggiato in casa. Adesso però è una situazione nuova, che in settimana abbiamo preparato con la cura di sempre. Il Novara è sulla carta una delle migliori squadre del campionato. Abbiamo analizzato il video e studiato il suo gioco individuando i punti deboli sui quali cercheremo durante la partita di imporre il nostro gioco». Dopo tre vittorie il pubblico si attende il poker. «C’è solo il presente su cui concentrarci, quello che è stato è già dimenticato. Noi dobbiamo scendere in campo con la fame di voler vincere. Sappiamo che non sarà facile, ma lotteremo al massimo per riuscirci». Il buon umore allontana lo stress ed è un indicatore di una squadra in salute. Il Cittadella sa conciliare serietà nel lavoro e momenti di svago. «Siamo un gruppo coeso – riprende – non solo in campo, anzi è proprio fuori che si consolida l’amicizia in allegria e creatività». Sul suo modo di esultare dopo il gol, conclude: «L’idea di calciare la bandierina mi è venuta un paio di anni fa. È diventato un mio modo di gioire».

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Comunque vada, ci sarà da divertirsi. Lo dicono i numeri. La capolista Cittadella, che dopo la penalizzazione di un punto comminata al Benevento dal Tribunale Federale Nazionale si trova tre lunghezze sopra il secondo posto, si prepara ad una sfida che promette spettacolo. La gara con il Novara, in cartellone domani alle 15 (arbitro Minelli di Varese), mette infatti di fronte le squadre che, in questo avvio di campionato, hanno tirato di più nello specchio della porta avversaria. I piemontesi di Boscaglia sono in testa a questa speciale graduatoria, con una media di 6.7 “tiri dentro” a match, seguiti proprio dagli uomini di Venturato, secondi con una media di 6.3, condivisa con l’Hellas Verona. Quanti pericoli… Ma le statistiche elaborate dalla Lega B premiano Iori & C. anche da un altro punto di vista, mettendoli davanti a tutti per quanto riguarda il coefficiente di “pericolosità”, indice complesso da calcolare, che considera assieme, in scala da 0 a 100, la produzione offensiva di ogni squadra valutando diverse variabili: la capacità di mantenere il possesso palla, di verticalizzare, di giungere al tiro e di creare occasioni da rete. Ebbene, sotto a questo aspetto il Citta legittima il suo primato in classifica sovrastando la concorrenza, con un indice pari a 65.3, nettamente in vantaggio su Hellas (54.6) e Spal (50.3), con il Novara comunque molto “offensivo”, quinto con 47.0 punti. Quel 2-6 da cancellare. Ma che ci si possa attendere un buon numero di gol lo attestano pure i precedenti in cadetteria fra le due squadre, che si ritrovano al Tombolato a distanza di un paio di stagioni. Il quadro storico del confronto non dà ragione ai granata, che solo una volta, fra l’altro allo Stadio “Piola”, hanno incamerato l’intera posta. I tifosi di casa non dimenticano in particolare quanto accadde nella stagione 2012/13 quando, sotto ad un diluvio torrenziale, il Citta si trovò a soccombere addirittura per 2-6. Due stagioni fa, annata 2013/14, entrambe le gare terminarono invece 2-2. Tanti gol, dunque, nei confronti diretti. Dal campo. Seduta di allenamento sotto una leggera pioggia pomeridiana che ha rinfrescato l’ambiente, ieri pomeriggio, al centro sportivo di via Gabrielli. Fuori causa solo i giovani Caccin e Fasolo. Stamattina alle 10.30 la rifinitura, subito dopo seguiranno le convocazioni di Venturato. Il Novara ieri si è invece allenato a porte chiuse: a parte continuano a lavorare Bolzoni e Mantovani, che difficilmente parteciperanno alla trasferta in Veneto. Pro-terremotati. Nuova impennatadella campagna abbonamenti, che ieri ha superato quota 1.570. A questo punto il traguardo delle 1.600 tessere sottoscritte entro il 24 settembre non sembra più così lontano. E ci sarà un motivo in più per essere sugli spalti: la solidarietà. I club di tifosi posizioneranno dei banchetti ai lati delle Tribune Est e Ovest, per un’offerta libera in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto scorso.

Ore 11.40 – (Corriere del Veneto) L’entusiasmo che sta dilagando attorno al Cittadella capolista della Serie B si ripercuote anche sulla campagna abbonamenti, che rimarrà aperta fino al 24 settembre. Il dato aggiornato a ieri, in attesa della partita casalinga di domani al Tombolato contro il Novara, parla di ben 1575 tessere sottoscritte. Siamo molto vicini al record della stagione 2009/10, quando si toccarono i 1718 abbonamenti, picco più alto della storia del club granata. Una piccola cittadina di 20mila abitanti continua a vantare, del resto, un eccellente rapporto fra abitanti e numero di tifosi allo stadio. Secondo una recente elaborazione della pagina «La Serie B dei tifosi» è al quinto posto come rapporto tifosi-abitanti davanti anche a Vicenza e Verona. Venturato ha tutto il gruppo a disposizione in vista della partita con il Novara, eccezion fatta per i giovani Caccin e Fasolo. Si va verso una conferma in blocco della squadra che ha espugnato Vercelli. Ballottaggio a centrocampo, Schenetti è in vantaggio su Valzania.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Immaginiamo che sabato in campo vorrà dimostrare che in questo Padova poteva starci tranquillamente. «È dal primo momento che sono andato via che aspetto questa partita. Voglio dimostrare che qualcuno si è sbagliato sul mio conto, e voglio farlo davanti ai tifosi che hanno creduto sempre in me». Dicevamo che è in prestito alla Maceratese, ma è legato da altri due anni di contratto con i biancoscudati. «Quando sono arrivato al Padova due stagioni fa il mio obiettivo era vincere con questa maglia, adesso invece è cambiato dato che mi hanno ceduto in prestito. Ma il mio traguardo è ritornare al Padova e vincere ancora». Per lei finora tre partite da titolare con la Maceratese. «Mi trovo bene, e Giunti è un allenatore fantastico e una persona umile che fa dell’esperienza il suo punto di forza. Non ho mai visto un allenatore mettersi a disposizione come fa lui con una squadra così giovane, rimettendoci anche qualcosa di tasca propria per fare stare bene il gruppo. Un esempio? Pochi giorni fa ha portato la squadra a cena e ha pagato il conto».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Che sfida si attende? «Dopo una sconfitta del genere, i biancoscudati avranno voglia di rivalsa e andranno in campo con il sangue agli occhi. Noi però veniamo da due prestazioni ottime e martedì con l’Ancona meritavamo la vittoria. Siamo una compagine molto giovane che si basa più su aggressività, concentrazione e corsa, che sulla qualità». Insomma, i suoi ex colleghi dovranno fare i conti con una Maceratese tosta, pare di capire. «Senz’altro, molti miei compagni non hanno mai giocato in uno stadio come l’Euganeo e anche questo può essere un motivo in più per trovare la carica giusta. Il Padova troverà una squadra costruita per lottare e che vorrà dare continuità alle ultime due partite». Se le capita di segnare, esulta? «Non lo farò per rispetto delle persone che hanno sempre creduto in me. Se fosse per qualcun altro, farei una corsa sfrenata senza meta». Tra i suoi estimatori ci sono anche il presidente Giuseppe Bergamin e l’amministratore delegato Roberto Bonetto. «L’ho sempre detto che sono persone fantastiche. Non mi hanno fatto mancare mai niente facendomi sempre sentire importante. Però il calcio è fatto di scelte, anche se sono convinto che non è stata una decisione loro mandarmi via alla luce delle parole che mi hanno detto. Non ce l’ho assolutamente con loro».

Ore 10.50 – (Gazzettino) «È una sensazione strana tornare all’Euganeo da avversario, mi sembra di non essere mai andato via». E in effetti sono passate solo poco più di due settimane da quando Nicola Petrilli è stato ceduto in prestito alla Maceratese, prossimo ostacolo dei biancoscudati in campionato. Se poi ci mettiamo che l’esterno torinese è stato tra i protagonisti del Padova nelle ultime due stagioni, ecco spiegato anche l’affetto dei tifosi nei suoi confronti. «Continuano anche adesso a scrivermi nei social network ringraziandomi e incitandomi nell’auspicio di un mio ritorno. Per me è un onore e motivo d’orgoglio, anche perché il Padova non è una squadretta qualsiasi». Non manca un pensiero agli ex compagni. «Mi dispiace che con il Fano siano incappati in una partita negativa, spero per loro che di giornate simili ne capitino poche: per come la squadra è stata costruita, non può perdere certe gare».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Con riguardo agli acciaccati, trapela ottimismo nell’entourage biancoscudato di poter riavere a disposizione tra i pali Bindi, anche se ieri accusava ancora un leggero fastidio e ha proseguito nel lavoro differenziato. Anche le quotazioni di Favalli sono date in rialzo con il giocatore che ieri si è cimentato in una corsa a parte agli ordini del preparatore atletico Fabio Martinelli, e potrebbe farcela a essere a disposizione domani. Niente da fare invece per Filipe: il brasiliano ha corso insieme a Favalli, ma non è ancora arrivato il momento del suo rientro. Il resto della squadra invece si è divisa in due gruppi: i biancoscudati che sono stati impiegati martedì sera hanno effettuato una seduta agli ordini di Bergamo, gli altri compagni si sono cimentati in un’amichevole con la squadra Berretti per mettere ritmo partita nelle gambe. Gli ultimi dettagli prima della sfida con la Maceratese saranno messi a punto oggi alle 14.30 all’Appiani, dove è fissata la seduta di rifinitura che sarà effettuata però lontano da occhi indiscreti dato che è a porte chiuse.

Ore 10.30 – (Gazzettino) Due giornate di squalifica ad Alfageme e ammenda di 500 euro alla società. Oltre al verdetto negativo del campo, la trasferta con il Fano si rivela amara anche sotto il profilo disciplinare. Il giudice infatti ha punito l’attaccante biancoscudato, espulso nel secondo tempo, «per atto di violenza verso un avversario a gioco fermo», il che significa che non sarà a disposizione nelle prossime partite in casa con la Maceratese e in trasferta con il Gubbio. Il Padova invece è stato multato «perché propri sostenitori introducevano, accendevano e lanciavano sul terreno di gioco un fumogeno, senza conseguenze». Si tratta della seconda ammenda in pochi giorni per il club di viale Nereo Rocco, dato che lunedì era stato sanzionato con 1.500 euro per reiterati cori dei tifosi nei confronti delle forze dell’ordine in occasione della partita casalinga con il Forlì. Intanto prosegue la preparazione in vista dell’appuntamento in programma domani alle 18.30 all’Euganeo con la Maceratese, nel quale la squadra è chiamata al pronto riscatto dopo l’inaspettata scoppola rimediata con il Fano.

Ore 10.20 – (Gazzettino) L’indagine sul vecchio Padova relativa alle plusvalenze fittizie legate a Portin e Galli ha portato agli scontati deferimenti al Tribunale Federale Nazionale Sezione Disciplinare. Marcello Cestaro, allora presidente, è accusato di avere contabilizzato nel bilancio al 31 dicembre 2012 una plusvalenza fittizia di 3.400.000 euro relativa alla cessione al Parma di Portin, per fare apparire perdite inferiori a quelle reali e ottenere l’iscrizione al campionato di competenza della stagione 2013/2014 in assenza dei requisiti previsti dalla normativa federale. A Sottovia viene addebitato l’avere sottoscritto e depositato in Lega le variazioni di tesseramento di Galli e Portin il 22 giugno 2012 indicando un corrispettivo abnorme per occultare le reali perdite degli esercizi 2012 e 2013, mentre Penocchio avrebbe contabilizzato nel bilancio al 31 dicembre 2013 un valore abnorme di Galli che andava svalutato di 2.700.000 euro, per fare apparire perdite inferiori a quelle reali e rinviare la ricapitalizzazione dei soci. Scarsi gli eventuali effetti a livello di giustizia sportiva (al massimo ammende e inibizioni irrilevanti perché nessuno dei tre opera più nel calcio), tale inchiesta ha soprattutto un rilievo di tipo storico in quanto fornisce una nuova verità sugli ultimi anni del vecchio Padova. La Procura Federale, infatti, ha di fatto accertato che a Penocchio è stata ceduta a fine giugno 2013 una società iscritta al campionato di B pur priva dei requisiti di bilancio previsti.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) E per quale motivo? «Perché non ho mai visto la squadra convinta di quello che faceva: a partire dal modulo di gioco, in ritiro non ho mai visto i ragazzi convinti di quanto stavamo provando. Tutti dicevano che la prima parte di campionato sarebbe stata agevole, ma io fui uno dei primi a sostenere che non sarebbe stato così: già con il Seregno bisognava vincere e non l’abbiamo fatto, quindi qualcosa che non va sicuramente c’è». Ci tolga una curiosità: come mai ha scelto di ripartire da una “piccola” come la Maceratese? «Mi hanno cercato a lungo, mi hanno chiamato di continuo il direttore e l’allenatore: piccoli gesti che fanno la differenza. Mi serviva una piazza dove mettermi in gioco, in cui mettermi in mostra ogni domenica. Sì, c’erano squadre più grandi interessate a me, ma magari con situazione economiche meno stabili: ho sposato questo progetto perché andavo via solo in prestito, forse, se fosse stato un trasferimento a titolo definitivo, avrei preso altre strade. Per me questo sarà un anno di transizione, in una realtà piccola in cui provare a dimostrare le mie qualità». Anche a costo di dare un dispiacere alla tifoseria padovana? «Mi auguro di fare una buona gara, ma se dovessi segnare non esulterei: Padova è la piazza che mi ha fatto crescere come persona e come giocatore, in cui un giorno o l’altro tornerò».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ci sta dicendo che il feeling è mancato con il nuovo staff? «È andata proprio così. E non c’è stato proprio un inizio, non ho avuto la possibilità di dimostrare qualcosa, penso che le decisioni siano state prese ancor prima di valutare l’uomo e il giocatore». È stato un addio doloroso? «Ci sono rimasto male: dopo i 7 gol dell’anno scorso, credevo che questo potesse essere l’anno più importante per me. Invece il giorno della partenza per il ritiro mi sono sentito dire che potevo cominciare a guardarmi intorno, e non è stato facile». Che effetto le fa vedere Ilari e Dionisi ancora a Padova, ma fuori dalla lista campionato? «Mi dà la sensazione che, se non avessi accettato di andare a Macerata, ci sarei anch’io nella loro situazione. E mi dispiace, perché sono due ragazzi che a Padova hanno dato tanto: un trattamento del genere non lo meritano, eppure il calcio è anche questo». Si aspettava questo avvio un po’ balbettante dei biancoscudati? «Devo essere sincero? Sì».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Alla vigilia di Padova-Maceratese c’è una squadra che vive l’appuntamento con una comprensibile apprensione. Ed è quella biancoscudata, che dopo il pesante rovescio di Fano deve immediatamente riscattarsi. Ma sull’altro fronte, domani all’Euganeo, ci sarà chi di riscatto avrà forse ancora più necessità. È Nicola Petrilli, pronto a scendere in campo da “ex”, con la maglia dei marchigiani, a nemmeno un mese dal suo addio al Biancoscudo, dopo due stagioni tra Serie D e Lega Pro. «Sono carico a mille, non vedo l’ora di tornare», confessa l’attaccante torinese. «E spero anche di fare una buona partita: voglio dimostrare a chi non ha creduto in me che in questo Padova ci sarei potuto stare. La vivo serenamente, anche se non posso dire che sia una gara come le altre, visto che gioco contro la squadra che ha fatto parte di me fino a poco tempo fa: non sarà una rivincita, non ho nulla contro i tifosi padovani e una società che mi ha fatto sentire importante sino all’ultimo giorno». La domanda sorge spontanea: perchè allora è andato via? «Perché c’è stato chi ha deciso così. Bonetto e Bergamin fino all’ultimo giorno erano dispiaciuti che me ne andassi, mi hanno rincuorato dicendo che mi avrebbero aspettato il prossimo anno, quindi non credo che la scelta sia partita da loro…».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Seconda multa in tre gare per il Padova. Il giudice sportivo della Lega Pro, Pasquale Marino, ieri ha comminato un’ammenda di 500 euro dopo la gara di Fano “perché propri sostenitori”, si legge nel dispositivo, “introducevano, accendevano e lanciavano sul terreno di gioco un fumogeno, senza conseguenze”, e ha inoltre squalificato Luis Alfageme per due turni dopo il fallo di reazione che gli era costato il “rosso” diretto martedì sera. Sul campo, intanto, alla vigilia del match con la Maceratese Brevi nasconde le carte. Domani, alle 18.30, i biancoscudati tornano in campo allo stadio Euganeo con l’obiettivo di rialzarsi dopo la scoppola subìta martedì, e l’allenatore, che nelle ultime settimane ha reintrodotto l’uso degli allenamenti a porte chiuse, che a queste latitudini non si vedevano da due stagioni, stavolta ha deciso di nascondere la sua squadra fino all’ultimo: la rifinitura di questo pomeriggio, in programma allo stadio Appiani, avverrà lontano da occhi indiscreti. E sarà l’occasione quindi per provare per la prima (e unica) volta la formazione che domani sera scenderà in campo contro i marchigiani: ieri pomeriggio, infatti, alla Guizza è andata in scena un’amichevole contro la Berretti, alla quale non hanno preso parte tutti i titolari che erano scesi in campo a Fano, al lavoro con il vice-allenatore Andrea Bergamo. Ancora ai box Favalli, Filipe e Bindi: solo quest’ultimo potrebbe recuperare in extremis per la sfida di domani. Nel girone B, intanto, è già “saltata” la prima panchina: dopo aver conquistato un solo punto nelle prime quattro gare, il Teramo ha esonerato il tecnico Lamberto Zauli, affidando la squadra a Federico Nofri, che l’anno scorso aveva guidato la Viterbese alla vittoria nel campionato di Serie D.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Se segno non esulto, ci mancherebbe. Ho troppo rispetto per i tifosi e per la società, ma voglio far bene per dimostrare a chi non ha creduto in me che ha sbagliato…». Insomma, spauracchio Petrilli a parte, Brevi ha programmato per oggi una rifinitura a porte chiuse allo stadio Appiani e dovrà fare a meno di Luis Alfageme, squalificato per due giornate per il fallo di reazione costatogli l’espulsione a Fano. Davanti toccherà nuovamente alla rodata coppia formata da Altinier e da Neto Pereira, che tornerà titolare dopo il turno di riposo martedì. Comminati 500 euro di multa alla società per i fumogeni sparati nel turno infrasettimanale dai tifosi biancoscudati nelle Marche. Proseguono a gran ritmo i lavori di rifacimento dello stadio Plebiscito. Negli ultimi giorni è stata completata la prima tranche di posa dei seggiolini e sulla tribuna del secondo stadio cittadino al momento agibile ma da ristrutturare compare a caratteri cubitali la scritta «Padova» affiancata da due bandiere bianche con bande rosse. E il colpo d’occhio non può lasciare indifferenti, perché il segnale che qualcosa stia per accadere e che il sindaco Massimo Bitonci faccia sul serio è tangibile. I tifosi sono divisi ma c’è una buona maggioranza a favore dello spostamento al Plebiscito, nella migliore delle ipotesi dalla stagione 2017/18. In attesa di capire che ne sarà dell’Euganeo e come e da chi verranno pagati gli alti costi di gestione del primo impianto sportivo cittadino, un altro passo in avanti è stato compiuto.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Il presidente Giuseppe Bergamin ha tentato di sdrammatizzare: «Facciamo che sabato segna Petrilli e vinciamo noi, così siamo tutti contenti». Eppure, scaramanzia a parte, sono in molti a temere un gol dell’ex di turno domani in Padova-Maceratese. Nicola Petrilli, ceduto lo scorso 30 agosto al club marchigiano in prestito dal club di viale Nereo Rocco, è pronto e motivato. Oscar Brevi ha bisogno di una vittoria per scacciare i fantasmi che già circondano la sua panchina. La società non pensa a un cambio in panchina e tutte le voci in tal senso sono state smentite. Allo stesso tempo, si aspetta una netta inversione di tendenza in tempi rapidi. Anche perché il calendario, al momento dell’uscita del verdetto del «cervellone», era stato battezzato come abbordabile e, al contrario, sono già stati persi per strada quattro punti fra Albinoleffe e Fano, vincendo solo contro il Forlì. Domani c’è l’occasione di mettere tutto a tacere, con un successo pieno le ombre nere si allontanerebbero e magari ci sarebbe un po’ più di serenità. Petrilli, dal canto, suo, affila le lame e prepara un sabato particolare: «A Macerata mi trovo bene — sottolinea — ho la stima dell’allenatore che era ciò che mi mancava da un po’ di tempo… La squadra è giovane ma corre e lotta, stiamo migliorando settimana dopo settimana. Dopo Fano ho sentito Altinier, da quando sono andato via non ho avuto più contatti con nessuno a parte lui. ma sono contento di riabbracciare tutti. Sono curioso di vedere come sarò accolto, sono carico e contento di tornare anche se comunque ci tornerò perché per me è un arrivederci tanto che ancora non ci credo che me ne sono andato…

Ore 08.20 – Lega Pro girone B, i risultati della quarta giornata: FeralpiSalò-Lumezzane 2-2 (Sorbo (Lu) al 26′ pt, Guerra (Fs) al 44′ pt, aut. Codromaz (Lu) al 10′ st, Luche (Fs) al 29′ st), Mantova-Pordenone 0-2 (Azzi (Pn) al 21′ pt, Martignago (Pn) al 34′ st), Teramo-Modena 1-2 (Jefferson (Te) al 23′ pt, Schiavi (Mo) al 19′ st e al 41′ st), Bassano-SudTirol 1-1 (Gliozzi (St) al 22′ st, Grandolfo (Ba) al 40′ st), Fano-Padova 3-1 (Gucci (Fa) al 19′ pt, Madonna (Pd) al 43′ pt, Gucci (Fa) al 16′ st e al 38′ st), Forlì-AlbinoLeffe 2-2 (Cortellini (Al) al 8′ pt, Tonelli (Fo) al 30′ pt, Ponsat (Fo) al 5′ st, Anastasio (Al) al 41′ st), Gubbio-Sambenedettese 1-3 (Di Massimo (Sb) su rigore al 15′ pt, Ferretti (Gu) al 6′ st, Sorrentino (Sb) al 19′ st, Sabatino (Sa) al 44′ st), Maceratese-Ancona 0-0, Parma-Venezia 1-2 (Evacuo (Pa) su rigore al 2′ pt, Moreo (Ve) al 44′ st, Domizzi (Ve) al 45′ st). Reggiana-Santarcangelo rinviata al 4 ottobre




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