Live 24! Gubbio-Padova, la vigilia: rifinitura prima della partenza per l’Umbria

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Ore 21.40 – (Il Centro) Per il Teramo è la vigilia del terzo impegno stagionale al Bonolis. Domani (ore 20,30) i biancorossi ricevono la visita del Fano degli ex Borrelli, Ferrani e Cusatis. È caccia al primo successo in campionato. Il trequartista Federico Carraro, alle prese con guai muscolari, salterà la sfida con i marchigiani. Il tecnico Nofri, in compenso, recupera i febbricitanti Petermann e Petrella e dovrebbe ritrovare tra i convocati il centrocampista Di Paolantonio, che è tornato ad allenarsi con il gruppo. Sul fronte formazione, si va verso la riproposizione del 4-4-2 visto dall’inizio sei giorni fa a Santarcangelo. C’è il dubbio su chi andrà a coprire l’out sinistro. In ballo, al momento, ci sono Forte (e sarebbe una conferma rispetto alla trasferta della scorsa settimana) e Bulevardi. Nel caso in cui la scelta dovesse ricadere su Bulevardi il ruolo di mediano, al fianco di Ilari, verrebbe occupato dal jolly Steffè o (ipotesi più difficile) dal recuperato Petermann. La rifinitura del Teramo è in programma stasera alle 20,30. Nel Fano, oltre a Schiavini, sarà assente Gabbianelli.

Ore 21.30 – (Il Centro) Accordo raggiunto: lo svincolato Simone Sales è del Teramo. Il terzino, di origine leccese, classe 1988, ha firmato ieri un contratto biennale con il club di via Oberdan. «La trattativa è stata estremamente rapida», dichiara Sales sul sito ufficiale del Teramo, «e devo ringraziare il presidente Campitelli per la fiducia. Sono un terzino abbastanza duttile, prevalentemente di fascia destra, ma nella mia carriera sono stato impiegato anche a sinistra. La rosa mi sembra importante ed è in grado di togliersi belle soddisfazioni». Simone Sales, oltre a rappresentare una valida alternativa sulle corsie esterne, va momentaneamente a sostituire l’infortunato Karkalis a livello numerico. A proposito del terzino di proprietà del Pescara, il guaio al ginocchio destro emerso al termine della gara di Santarcangelo sembra meno grave del previsto: esclusa la rottura del legamento crociato. Nei prossimi giorni si capirà se Karkalis ha una lesione al menisco. Il Teramo, nel frattempo, ha completato anche lo staff del nuovo allenatore Federico Nofri. Il ruolo di collaboratore tecnico sarà ricoperto da Vittorio Calabrese, ex San Nicolò, mentre il 24enne Riccardo Cantarini, già al lavoro nel settore giovanile, svolgerà il compito di assistente del preparatore atletico Roberto Stefanelli. Mister Nofri, intanto, si appresta al debutto casalingo nel match di domani contro il Fano. Il Teramo deve invertire la rotta: è il peggiore avvio di campionato (come dimostra la tabella in alto) del Diavolo gestione-Campitelli. «È stata una settimana di lavoro molto impegnativa», dice l’ex tecnico della Viterbese, «sia per il sottoscritto che per i ragazzi. Quando c’è poco tempo per conoscersi non è mai facile. I segnali emersi a Santarcangelo dobbiamo farli diventare delle certezze, perché con i segnali si va poco lontano e danno solo la percezione di quello che può essere un nuovo percorso. Quando andiamo in campo dobbiamo raccogliere i frutti di quello che produciamo durante gli allenamenti». Nofri si sofferma poi sulla condizione fisica della squadra: «Non è corretto parlare del passato e di chi mi ha preceduto. La base c’è e ho trovato un gruppo allenato bene. Bisogna migliorare sul piano della brillantezza e della velocità». L’ultimo arrivato Sales dovrebbe già essere inserito nell’elenco dei convocati per la gara di domani.

Ore 21.00 – (Alto Adige) Incontriamoci al Fantasy per parlare di calcio, per parlare di Alto Adige. Il noto ritrovo di Corso Libertà ospita le cosiddette “Pausa Caffè”, eventi organizzati dal sodalizio di via Cadorna nei quali il mondo dell’Alto Adige si confrontano con vari interlocutori, compresi tifosi e simpatizzanti. Un momento di confronto dialettico snello e simpatico, che vuol essere anche un momento di analisi e valutazione. Come quella esternata da capitan Fink, chiamato a rileggere la prestazione di sabato scorso con il Forlì. «Al di la di tuto – ha detto il centrocampista altoatesino – sono i risultati che ci mancano. Stiamo analizzando bene questo periodo, rivedendo soprattutto quello che a nostra avviso stiamo sbagliando. Perché è vero che ci sono delle cose che stiamo sbagliando, le quali alla fine non ci permettono di centrare il risultato». Quali sono gli errori principali? «È evidente che non è sufficiente fare la prestazioni se poi alla fine manca il risultato. Con il mister abbiamo rivisto delle situazioni espresse in campo che ci hanno fatto capire dove, in questo momento non interpretando bene i suoi consigli. Secondo me sono cose che sicuramente riusciremo a migliorare, lavorare tutti i giorni intensamente così come stiamo facendo». Qual è l’interpretazione del capitano a queste prime cinque sfide che, a parte il debutto al Druso, non hanno saputo regalare le giuste emozioni. «Mancanza di cattiveria? Non credo – continua Fink – anche perché quando manca la cattiveria di solito la partita si sbaglia completamente. Secondo me è mancata piuttosto la lucidità necessaria di leggere il pericolo quando, in quegli episodi, si è presentato. Si tratta proprio di questo: cioè capire quali sono i momenti importanti di una gara, leggere bene quegli episodi dove è necessario metterci più concentrazione». Cinque partite uguale cinque punti. E’ evidente che il bottino non è esaltante…anche perché ci si aspettava qualcosa di più. «Sicuramente si, almeno visto quanto è stato espresso in campo. Ci mancano dei punti è evidente…ma non serve a niente piangersi addosso, dobbiamo guardare avanti. Il mister ci ha fatto vedere quali sono stati i nostri errori, per cui l’aver assunto questa consapevolezza è la cosa più importante che ci aiuterà a non commetterli più». A cominciare dalla sfida di lunedì sera con il Ravenna. «È una squadra tosta e di ottimo livello, ma dobbiamo pensare a noi stessi cercando di sbagliare di meno. La classifica? Leggerla adesso ha poco senso perché è molto corta e ancora tutta da definire».

Ore 20.30 – (Gazzetta di Mantova) L’assemblea dei soci del Mantova, che dovrà approvare formalmente il documento redatto in questi giorni che “sigla” la pace fra l’ala romana e quella bresciana del club, assegnando a tutti i dirigenti i nuovi incarichi, slitta alla prossima settimana. Dietro questo rinvio, però, non ci sono nuove frizioni ma soltanto «un’oggettiva difficoltà nel conciliare gli impegni di tutti i soci, compresi quella mantovani», spiega il direttore generale Matteo Togni. In ogni caso, un primo faccia a faccia fra i soci (almeno quelli che saranno presenti) ci sarà domani allo stadio, prima della partita contro la FeralpiSalò. E in questa sede sarà vagliato il documento, che andrà poi ratificato dall’assemblea la prossima settimana. Forse già lunedì. A quanto è dato sapere, i nuovi soci romani Folgori, De Sanctis e Barberis (che detengono il 75% del club) dovrebbero curare d’ora in poi soprattutto l’area sportiva della società, ma anche il marketing e la comunicazione. Il presidente Musso e Di Loreto, invece, dovrebbero occuparsi principalmente della gestione finanziaria. Ma tutte le decisioni dovrebbero comunque essere condivise, al punto che pare ci sarà l’obbligo della doppia firma su tutti gli atti del Mantova. Ieri, intanto, in Viale Te sono stati effettuati i controlli Covisoc: «Tutto ok» assicura il dg Togni.

Ore 20.20 – (Gazzetta di Mantova) Dopo le due sconfitte consecutive che hanno raffreddato un po’ gli entusiasmi seguiti al successo di San Benedetto del Tronto, domani il Mantova è deciso a tornare a far punti nel match interno in programma (ore 20.30) al Martelli contro la quotata FeralpiSalò, che lo precede di due punti in classifica. Mister Luca Prina per l’occasione ha già scelto l’undici di partenza, anche se le ultime riserve saranno sciolte soltanto stamani, al termine della seduta di rifinitura. Viste le assenze degli infortunati Siniscalchi e Caridi, nonché dello squalificato Marchi (out è anche il difensore argentino Gargiulo), l’allenatore biancorosso ha deciso di accantonare per un attimo il modulo tattico 3-4-3 utilizzato finora e di rispolverare il 3-5-2 adottato nel finale della scorsa stagione. In realtà gli interpreti saranno più o meno gli stessi della sfida di Bergamo contro l’Albinoleffe (unica variazione Tripoli al posto di Boniperti), con Zammarini però impiegato nel suo ruolo naturale di mezzala e non come attaccante esterno. La mossa non appare dunque connotata da pure e semplici intenzioni difensive. L’idea, a grandi linee, dovrebbe essere quella di pareggiare i conti a metà campo con la FeralpiSalò (che applica un 4-3-3, dunque 4-5-1 in fase di non possesso), sfruttare al meglio le caratteristiche dei giocatori a disposizione (anche Skolnik in regia potrebbe trarne beneficio) e magari lasciare un po’ meno solo al centro dell’attacco Ruopolo, che sta recuperando dall’intervento al ginocchio ma non è ancora al 100% sotto il profilo della condizione atletica. Di certo, comunque, più che sulle (pur importanti) alchimie tattiche mister Prina conta sulla reazione della squadra e sulla voglia dei suoi giocatori di tornare a far risultato, soprattutto davanti ai propri tifosi. Dai quali sicuramente arriverà la consueta spinta. Per la sfida di domani il tecnico non potrà ancora contare sul “neoacquisto” Fran Alvarez, che si sta comunque già allenando con la squadra. Il contratto del 20enne esterno spagnolo, infatti, sarà depositato soltanto quando in Viale Te arriveranno le liberatorie dei club in cui ha già militato. A spanne, dunque, Alvarez dovrebbe essere disponibile fra un paio di gare, verosimilmente per la trasferta dell’8 ottobre a Macerata. Intanto, mentre la squadra si allena al Centrale Te “Dante Micheli”, al Martelli vengono effettuati lavori di rizollatura delle aree di rigore, che dovrebbero riportare il manto erboso in condizioni ottimali in vista della gara interna successiva a quella di domani. Tornando alle questioni tecniche, è bene riepilogare lo schieramento con cui il Mantova dovrebbe affrontare la FeralpiSalò: in porta Bonato; in difesa Cristini, Carini e Romeo; sulle fasce Bandini a destra e Regoli a sinistra; Skolnik in regia, con al fianco Zammarini e Raggio Garibaldi; in attacco Ruopolo e Tripoli.

Ore 19.50 – (Gazzetta di Modena) La missione del Modena alla vigilia della trasferta di Ancona è ritrovare la vittoria, se non altro perché di fronte a sé i canarini troveranno il fanalino di coda del girone B di Lega Pro; una squadra ancora a secco di successi che, oltre a vivere un momento molto difficile dal punto di vista societario, domani sarà orfana quasi integralmente del reparto offensivo. Fabio Brini, tecnico dei marchigiani, non avrà a disposizione gli infortunati Cognigni e Voltan oltre allo squalificato Momentè, potendo contare solo sul classe 1997 Ndiaye Samb come punta di peso. Proprio sull’attacco sono concentrate le attenzioni anche in casa Modena, questa volta non per gli infortuni ma perché ancora si aspettano le reti delle punte acquistate in estate per gonfiare la rete, o quantomeno provarci. E per vincere, vien da sé, urge sbloccarsi in fretta. Con Ravasi adattato nelle ultime due gare ad attaccante centrale del 4-3-3, ruolo poche volte ricoperto in carriera che sta provando ad interpretare con grande abnegazione, è lecito attendersi che presto cerchino di diventare protagonisti Adama Diakite e Balint Bajner, le scommesse sulle quali ha puntato il ds Gigi Pavarese. I due attaccanti che, per ragioni diverse, in questo inizio di stagione non hanno ancora trovato grande spazio. L’ivoriano, dopo il gol al debutto in Tim Cup con il Francavilla in Sinni, non è più riuscito a pungere: costretto a fermarsi per un problema muscolare nella settimana che ha anticipato la prima giornata di campionato, nelle due gare giocate da titolare contro FeralpiSalò e Maceratese è riuscito ad impensierire il portiere avversario soltanto in una occasione – contro i marchigiani, con grande risposta del portiere Forte – e si è così riaccomodato in panchina per tornare a lasciare spazio a Ravasi, già titolare nel derby con il Parma. L’ungherese, invece, nelle prime cinque giornate ha messo assieme appena 31 minuti, frutto dei subentri nelle gare con FeralpiSalò, Maceratese e Reggiana. Il problema qui sta tutto nella condizione atletica di un giocatore che nelle ultime due stagioni non aveva giocato più di 10 gare da titolare, che si è presentato all’ombra della Ghirlandina senza una preparazione estiva alle spalle e che per via del suo fisico da corazziere ha bisogno di tempo per trovare la migliore condizione, evitando di essere quel giocatore “macchinoso” e spesso falloso visto nei pochi scampoli di gara giocati. Sarà Ancona la tappa giusta per vedere uno dei due titolare? Risposta negativa per Bajner, che nell’allenamento di ieri ha lamentato qualche acciacco, ma forse positiva per Diakite, voglioso di riscattare un subentro anonimo nel derby.

Ore 19.40 – (Gazzetta di Modena) Laner non sarà disponibile per Ancona, non essendosi allenato anche ieri per le noie muscolari che lo avevano tenuto ai box già la scorsa settimana. Visto che, da quanto si è intuito, mister Pavan proseguirà sulla strada del 4-3-3, in mezzo al campo sarà Salifu a concedere molto probabilmente un turno di riposo a Besea, con Giorico ed Olivera a completare il reparto. Difesa confermata, perché Accardi ha risolto un piccolo acciacco e sarà dunque disponibile. Molti dubbi, come sempre, in attacco. Schiavi ieri ha sostanzialmente assistito da bordo campo a gran parte dell’allenamento, forse per un riacutizzarsi del problema agli adduttori, mentre Basso si è allenato regolarmente e dovrebbe tornare titolare sull’esterno sinistro del tridente. Piccolo problema a fine seduta per Bajner, che ha lasciato il campo toccandosi un adduttore. Ravasi si è alternato con Diakite tra prima punta ed esterno destro, ma in quest’ultimo ruolo la scelta dovrebbe ricadere ancora su Tulissi. POSTICIPO. La partita Modena-Pordenone è stata posticipata alle 20,45 di lunedì 21 novembre.

Ore 19.10 – (Gazzetta di Reggio) William Viali, dopo aver guidato nella scorsa stagione il Pro Piacenza alla salvezza nel campionato di Lega Pro, è approdato da quest’anno sulla panchina del SudTirol; una formazione tra le candidate a ricoprire il ruolo di sorpresa del Girone B. L’inizio di campionato per la compagine bolzanina è stato al di sotto delle attese di molti addetti ai lavori, ma il tecnico è fiducioso del fatto che la propria squadra possa dare una sterzata importante al proprio campionato, magari conquistando un risultato positivo proprio nel posticopo esterno contro la Reggiana. Portare a casa dei punti contro una delle candidate alla vittoria finale sarebbe certamente un’iniezione di fiducia importante. Mister Viali il calendario vi mette di fronte la Reggiana… «Probabilmente non è il momento migliore per affrontarla, perché arriva dalla vittoria nel derby col Modena ed anche i suoi tifosi saranno molto entusiasti. In ogni caso ritengo che quella granata sia una rosa talmente competitiva che sarà difficile da affrontare per tutti ed in ogni momento dell’anno. Noi da parte nostra dobbiamo riuscire a non farci impressionare dall’ambiente che troveremo, provando a giocare la nostra partita». Che tipo di squadra è il Sud Tirol? «Siamo una formazione giovane, con elementi di qualità che possiamo giocare senza la pressione di dover fare il risultato ad ogni costo e, credo che questo possa essere un grande vantaggio dal punto di vista mentale». Ci si aspettava forse un inizio di stagione diverso da parte vostra? «Non è arrivata qualche vittoria forse attesa, ma nel complesso sono felice di quello che hanno fatto i miei ragazzi fino ad oggi, anche perché le squadre sono ancora tutte molto vicine in classifica e quindi al momento basta poco per cambiare di molto la tua posizione». Da tutti siete indicati come una delle possibili sorprese della stagione, lo sapete? «Non vogliamo pensare a queste cose. Noi giochiamo cercando sempre di fare il massimo per mettere in difficoltà i nostri avversari. La nostra è una società ambiziosa, che vuole costruire qualcosa di importante e lo vuole fare attraverso un percorso di crescita costante durante l’arco della stagione». Che cosa teme di più della Reggiana? «La Reggiana è una formazione forte, non c’è un aspetto in particolare su cui dover prestare attenzione perché ha tutti i giocatori che mette in campo in grado di farti male. Sappiamo di affrontare una delle squadre più attrezzate per la vittoria finale del campionato, ma noi giocheremo la nostra partita cercando di mettere in difficoltà i granata come abbiamo fatto con tutte quelle con cui abbiamo giocato fino ad oggi». Ai granata mancherà però un punto di riferimento come Ettore Marchi… «Questo è vero, ma ha moltissimi altri giocatori che possono far male in ogni momento della partita, sia partendo da lontano che negli ultimi trenta metri. In più la Reggiana ha elementi molto bravi nel gestire il pallone e nel capire quelli che sono i momenti della gara per comportarsi di conseguenza». Sarà un SudTirol che penserà solo a difendersi? «No, noi vogliamo cercare di imporre il nostro gioco, giocando a viso aperto come facciamo contro chiunque. Abbiamo assoluto rispetto per la Reggiana, ma vogliamo fare la nostra partita perché sappiamo di avere delle armi che possono mettere in difficoltà i granata». La tradizione fino ad oggi è a vostro favore. «Speriamo di proseguire su questa strada. Anche se quello che è successo nelle scorse stagioni adesso non conta più. Tornare a casa da Reggio Emilia con dei punti per noi sarebbe una gran bella iniezione di fiducia».

Ore 19.00 – (Gazzetta di Reggio) La truppa guidata da Leonardo Colucci continua la marcia di avvicinamento al posticipo serale di lunedì al Città del Tricolore, Reggiana-Sudtirol delle ore 20.45 e con diretta su Rai Sport, con un allenamento in programma questo pomeriggio in via Agosti a partire dalle 15.30. Intanto, nella doppia seduta di ieri, non sono arrivate per il tecnico pugliese novità dall’infermeria granata nella quale trovano ancora spazio Pedrelli e Marchi, fermi precauzionalmente, oltre a Cesarini, Sbaffo e Falcone che stanno lavorando in modo differenziato. Per il centravanti ex Pro Vercelli il problema è quello alla caviglia palesato nel derby di Modena per colpa di un terreno infame: la Reggiana spera di riaverlo a disposizione nel giro di poche settimane mentre il terzino di Fivizzano si è sottoposto in giornata ad alcuni accertamenti alla solita coscia sinistra poiché, quasi pronto per tornare in gruppo, ha avuto un riacutizzarsi del fastidio nell’allenamento di mercoledì. Detto delle due situazioni più gravi, tra i “differenziati” l’unico che potrebbe farcela per la gara con gli altoatesini è l’altro nuovo acquisto Falcone che sta cercando di sistemare il lieve dolore alla caviglia comparso lunedì mattina prima del giorno di pausa mentre per Alessandro Cesarini ci vorrà ancora tempo perché si sta allenando soltanto da una settimana dopo un lungo stop. Sbaffo invece potrebbe già tornare in gruppo ma lo si preserva per evitare che una nuova botta sul gomito – il centrocampista si è infortunato due settimane faproprio in allenamento – in un contrasto o in una caduta accidentale, possa peggiorare una situazione in via di guarigione.

Ore 18.50 – (Gazzetta di Reggio) Lunedì sera lo stadio Città del Tricolore tornerà ad indossare il vestito buono. Scenderà nuovamente sul campo casa la Reggiana per la sfida contro il Sud Tirol; nella seconda gara casalinga in questa stagione dopo il rinvio di quella contro il Santarcangelo e le tre giocate in trasferta e. Il ritorno nell’arena amica avverrà dopo la vittoria nel derby del Secchia, con 7 punti in classifica (ed una gara in meno che sarà recuperata il 4 ottobre) e con l’entusiasmo trascinante dei propri tifosi che sta aumentando a dismisura. La vittoria a Modena, una gioia che mancava ai tifosi granata da 15 anni, ha dimostrato tutto il valore della Reggiana, che ha dato l’impressione di essere in grado di lottare fino al triplice fischio senza mai arrendersi e che, come le grandi squadre, può soffrire, andare sotto ma lasciare sul terreno di gioco ogni goccia di sudore per ribaltare il risultato. Proprio tutte queste caratteristiche insieme stanno facendo un tutt’uno della formazione allenata da mister Colucci e dei propri sostenitori e, lunedì sera si tornerà a giocare nel proprio stadio. L’entusiasmo dei supporters sui social network è dilagante, nessuno vuole perdersi la gara, anche se si giocherà di lunedì sera e il caldo estivo sembra ormai già lontano. Contro il SudTirol gli spalti del “Città del Tricolore” saranno un’unica macchia di colore granata, perché i tifosi si rispecchiano in pieno nel valori che la squadra sta esprimendo sul terreno di gioco e, anche chi non veniva più allo stadio da diversi anni, si è fatto contagiare dall’entusiasmo che si è creato in città e che, grazie alle prestazioni sul terreno di gioco sta aumentando sempre di più. Domenica la Reggiana festeggerà 97 anni, sarebbe stato certamente di grande fascino per tutti i tifosi giocare la sfida il giorno del compleanno della società, ma il calendario ha detto che la gara contro il SudTirol sarà lunedì e quindi si festeggerà il compleanno per due giorni consecutivi. L’attesa è già altissimi, in città c’è voglia di Reggiana, dopo ogni sfida c’è subito l’attesa per quella successiva e questo non potrà che aumentare con il passare del campionato. LA PREVENDITA. Prosegue la prevendita in vista della sfida tra Reggiana e SudTirol: i biglietti saranno acquistabili fino alla giornata di lunedì compresa presso i punti TicketOne o on line stampando il tagliando di ingresso allo stadio direttamente a casa.

Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La sfida di domani Maceratese-Pordenone (16.30) rischia di essere giocata a porte chiuse. A spiegare la motivazione è il ministero dell’Interno con una nota apparsa nella sezione dedicata all’osservatorio sportivo. “Considerando l’attuale indisponibilità del servizio di steward – si legge -, qualora tale carenza sussistesse ancora, il prefetto di Macerata, sentito il questore, è pregato di valutare la possibilità di disporre che la gara venga disputata in assenza di pubblico”. La Maceratese avrebbe deciso di non collaborare più con la società che gestiva la sicurezza, affidandosi a un’altra azienda. Ma a oggi il Gruppo operativo sicurezza (Gos) non ha dato il previsto parere positivo per il nuovo gruppo di lavoro, mancando le prove sul campo. È ovvio che giocare in uno stadio senza il pubblico di casa per la squadra ospite diventi un vantaggio, ma nel contempo si snatura il senso del calcio come spettacolo sportivo. Oggi si dovrebbe fare chiarezza, anche per evitare ai supperter neroverdi una lunga trasferta con l’obbligo di tifare soltanto “da fuori”. FORTE & CONVINTI – Nel frattempo il ko subito dai ramarri con il Parma ringalluzzisce non solo la «predestinata» emiliana, ma anche i prossimi avversari. Sulla carta, la Maceratese (3 punti, ma una gara in meno) non appare in grado di creare grossi problemi ai ramarri. La «Rata» però ha dimostrato sabato a Padova (1-1) quanto la carta conti poco. All’Euganeo, Francesco Forte è stato fra i protagonisti assoluti, parando un rigore ad Altinier. Dopo tre pareggi, ora Forte e compagni vogliono la prima vittoria. «Sarebbe ora – afferma -; la cercheremo con il Pordenone. Siamo reduci da una serie di prestazioni convincenti, in crescendo. Con un briciolo di fortuna potremo battere i ramarri». NO PANIC – E al De Marchi cosa dicono? Mauro Lovisa, in visita ai ragazzi in neroverde, li ha incitati. «Niente paura – ha detto loro re Mauro -. Io non ne ho, perché ho visto un gruppo vivo, che ha lottato alla pari e sino al 58′ vinceva con il Parma, la squadra più forte del girone. Rimbocchiamoci le maniche – ha esortato – e ripartiamo da Macerata». NESSUN CONTRACCOLPO -Anche Tedino è convinto che non ci saranno contraccolpi. «Stiamo concludendo – sostiene il tecnico – una buona settimana di allenamento. Non ho visto pause nei ragazzi. Trenta minuti non possono cancellare ciò che di buono stiamo facendo. E poi – sorride – non credo che sulla nostra strada troveremo altri tre attaccanti (Calaiò, Evacuo e Nocciolini) così alti, fisicamente forti e tecnicamente dotati». Oggi quindi, dopo la seduta di rifinitura delle 10 a porte chiuse, i ramarri partiranno per Macerata. Obiettivo tre punti, per tornare a correre e smentire i catastrofisti del post-Parma. Tutti a disposizione di Tedino, a eccezione di Suciu e Ingegneri.

Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Da un lato la società in cui è cresciuto ed è diventato giocatore. Dall’altro il suo ultimo club «con cui ho fatto il calciatore per lavoro». Maceratese-Pordenone è la gara di Carlo Troscè, ex centrocampista classe ’70, nativo e residente a Recanati. Con i biancorossi ha debuttato in prima squadra a 17 anni e da lì è partito il suo percorso, col picco raggiunto a Bologna in serie A e B negli anni ’90. Coi ramarri ha invece militato nella stagione 1999-2000 in serie D proprio con allenatore Bruno Tedino, a cui è comunque legato nonostante le loro strade si sia divise. «Gli auguro il meglio – sostiene – perché è un bravo tecnico e una persona per bene». Adesso Troscè fa il subagente per le Generali ed è ancora nel mondo del calcio: allena i giovanissimi della Junior Macerata, sua squadra da tre anni. «Con la carriera da giocatore ho smesso 7 anni fa, dopo aver militato nei dilettanti nelle Marche – afferma il doppio ex della sfida di domani –. Pordenone è stata la mia ultima, vera, piazza. Da lì rientrai nella mia regione e cominciai a lavorare. Di quell’annata in riva al Noncello ho dei bei ricordi: la città era molto vivibile, stavo bene, e con la società avevo avuto un bel rapporto. Più di tutto conservo però una bella immagine di mister Tedino. Era una persona molto umana, che ci teneva ai legami con le persone. Non è poco in un mondo come quello del calcio, fatto di squali». Questo è uno dei motivi per cui Troscè è voluto uscire dal pallone che conta. «Il mondo professionistico non fa per me – spiega – anche se seguo la Maceratese, pur non avendo un’ottima opinione della società di adesso. Col nostro settore giovanile non ha voluto collaborare e si è fatto terra bruciata attorno. Tuttavia è il club con cui sono cresciuto e spero che faccia bene, in quanto un buon risultato aiuta il movimento. Di certo – continua – non è più la “mia” società, quella con cui debuttai tra i grandi negli anni 80». La partita non la seguirà dal vivo, anche perché deve pensare alla sua squadra che gioca l’indomani. Tuttavia Troscè sarà collegato per seguire il risultato e, pur non tifando per alcuna delle due squadre («scelgo un pareggio» afferma sorridendo) ammette che sosterrà una persona in particolare, vale a dire il tecnico del Pordenone. «Sono contento che stia andando forte – afferma infatti a proposito –, è un tecnico molto preparato che merita molto. Con me si è sempre comportato correttamente, da signore in ogni situazione. Speriamo che Pordenone sia un gran trampolino di lancio per lui, per salire ancora più in alto della Lega Pro».

Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) È una settimana piena di dubbi per Bruno Tedino, visto che, preparando la gara con la Maceratese, alla vigilia della seduta di rifinitura non ha ancora sciolto diversi ballottaggi. Il primo riguarda il modulo: 4-4-2 o 4-3-3? Al momento sembra più probabile la prima opzione, ma tutto può cambiare. Ci sono poi otto giocatori in ballo per quattro maglie: Parodi e Pellegrini quella di difensore centrale al fianco di capitan Stefani, Buratto e Cattaneo quella di mezzala sinistra o di esterno nel 4-4-2; Martignago e Azzi per quella di ala destra del tridente oppure di esterno di centrocampo, Berrettoni e Pietribiasi di partner di Arma nel 4-4-2 oppure di esterno sinistro del reparto offensivo a 3. Al momento i favoriti sembrano i primi, quindi Parodi, Buratto, Martignago e Berrettoni. Oggi l’ultimo “test”, cioè la rifinitura a porte chiuse alle 10 al De Marchi; quindi alle 13 la partenza per Macerata.

Ore 17.40 – (Messaggero Veneto) Maceratese-Pordenone potrebbe giocarsi a porte chiuse. Con buona pace dei tifosi neroverdi che in queste ore si stanno organizzando per seguire i ramarri nelle Marche. A spiegare la motivazione è il ministero dell’Interno, con una nota apparsa nell’apposita sezione dedicata all’osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive: «Per l’incontro di calcio Maceratese-Pordenone, in considerazione dell’attuale indisponibilità del servizio di stewarding, qualora tale carenza sussistesse, il Prefetto di Macerata, sentito il Questore, è pregato di valutare la possibilità di disporre che la gara venga disputata in assenza di pubblico». Il problema riguarda il fatto che la società marchigiana sembrerebbe aver interrotto il rapporto con l’azienda che gestiva la sicurezza nello stadio Helvia Recina, affidandosi a un’altra società, ma sino a ieri il Gos (Gruppo operativo sicurezza) non avrebbe dato l’ok in assenza delle necessarie prove sul campo previste dal regolamento. Oggi, comunque, dovrebbe essere presa la decisione finale sulla questione.

Ore 17.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Un pensiero fisso, il 3-5-2. Prima o dopo, da capire quando ma pare sia solo questione di tempo, Luca D’Angelo ha intenzione di riproporre il modulo a lui più caro, quello con cui ha fatto benissimo prima ad Alessandria e poi ad Andria. Probabilmente il cambio non avverrà subito, ma l’allenatore giallorosso ha in mente qualche mossa per rivitalizzare una squadra partita fortissimo, ma che pare adesso essersi inceppata. I dubbi maggiori sembrano esserci a centrocampo, dove Falzerano da imprescindibile con Stefano Sottili è diventato importante. Non che D’Angelo non lo consideri, anzi, ma la magia che aveva consegnato Falzerano ai migliori club di Lega Pro e a ricevere anche richieste dalla B sembra essere terminata. L’idea di D’Angelo sarebbe quella di aggiungere un terzo centrale difensivo (magari con Pasini, Bizzotto e Barison), avanzando sulle fasce i due esterni bassi. Per ora solo un’ipotesi, magari si andrà avanti ancora con il 4-4-2, ma prima o dopo un cambio di rotta è da considerarsi probabile. Intanto domani c’è il Santarcangelo, un avversario tutt’altro che agevole: l’occasione giusta per tentare il riscatto.

Ore 17.00 – (Giornale di Vicenza) Un gol, 3 assist, 1 palo interno direttamente da calcio d’angolo e 3 occasionissime sfumate di un alito. Il rendiconto parziale di Mattia Minesso certifica una vivida presenza da parte dell’ex esterno del Cittadella che dopo l’annata da attore non protagonista respirava voglia di calcio nuovamente dall’ingresso principale e non più dalla porta di servizio. Minesso, a titolo personale non si può certo lamentare di questo spicchio di stagione…Infatti sono contento. Ma sono soddisfatto anche del cammino che stiamo compiendo di squadra, anche se un paio di punti in più tra Alto Adige e Lumezzane ci stavano tutti. Anzi, la rabbia per il ko col Lume non mi è mica passata. Questi hanno vinto con due tiri in porta, fatico ad accettarlo. Magari se entrava quel mio diagonale allo scadere del primo tempo cambiava tutto, chissà…. Dai, per mole di gioco e opportunità era un match che avremmo meritato di vincere almeno 2-0…Dovrà imparare anche il Bassano a essere esteticamente meno bello ma più efficaceNoi abbiamo sempre bisogno di creare 8 o 10 palle gol prima di segnare, non so se riusciremo a diventare mai cinici. Ma di sicuro occorre maggiore cattiveria sia sottoporta che in retrovia riducendo al minimo le sbavature. Da parte di tutti. Ma mi conforta il fatto che lavoriamo duro ogni giorno per crescere e migliorare sotto ogni punto di vista.Domani pomeriggio il Santarcangelo al Mercante è un osso duro e uno scontro diretto per l’alta classificaUn avversario di gran livello, le cifre parlano chiaro. Noi però abbiamo una gran voglia di tornare a vincere un duello importante e anzi chiedo sin d’ora aiuto alla nostra gente e che ci stia vicino come è sempre accaduto fino adesso. Poi da parte mia ci tengo a ricominciare presto a segnare reti pesanti. Ne ho proprio bisogno.Lo scorso anno ha vissuto la cavalcata del Cittadella verso la B: come vede ora il Bassano e come se lo immaginava da fuori?Un anno fa il Cittadella è stato costruito per salire dritto in serie B dopo la retrocessione e di fatto disponeva di due formazioni di gran qualità. E dopo una partenza un po’ in sordina poi ha centrato il traguardo alla grande. Quanto al Bassano lo immaginavo esattamente come l’ho effettivamente trovato. Cioè un ambiente con tante analogie col Cittadella a cominciare da una società serissima con presidente e digì sempre al nostro fianco e una buonissima squadra. Naturalmente meno considerata di certe big come Parma e Venezia e con meno pressioni addosso, ma anche come gruppo questa è una famiglia in grado di rendere dura la vita a tutti quanti. Eppoi sia chiaro che io non ho scelto Bassano perchè ero vicino a casa. Ci credo di brutto e voglio lasciare il segno.

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Riflettori e telecamere accese per il gran ritorno di Venezia-Padova. Lo ha annunciato ieri la Lega Pro, posticipando il derby della 15. giornata di andata dal pomeriggio di sabato 26 alle 20.45 di lunedì 28 novembre con diretta su RaiSport. In casa arancioneroverde però la stretta attualità si chiama Lumezzane, atteso domani al “Penzo” (ore 16.30) per 90′ che Domizzi e compagni vogliono aggiudicarsi così da continuare a guardare tutti dall’alto in basso. «Cinque giornate sono poche per parlare della classifica, il nostro unico pensiero dev’essere quello di migliorare» – taglia corto il tecnico Filippo Inzaghi, prima di sorridere per essersela cavata con un’ammonizione dopo esser stato allontanato dalla panchina ad Ancona: «Sarebbe stato il colmo, visto che non avevo fatto proprio niente. Purtroppo la trasferta al Del Conero ci ha lasciato in eredità tre cartellini rossi, siamo stati ingenui, ma sono sicuro che non capiterà più». Oltre ai tre squalificati Garofalo, Baldanzeddu e Moreo, l’unico assente sarà il fantasista Fabiano. Tra i centrocampisti invece si è ormai ristabilito Stulac, sempre in attesa dell’esordio in arancioneroverde, ma nuovamente convocato dall’Under 21 slovena per le due gare di qualificazione a Euro 2017 del 7 e 11 ottobre con la Lituania a Kaunas e a Milanovac contro la Serbia. «Ho comunque ampia possibilità di scelta contro un Lumezzane ostico e che ha battuto il Bassano – ragiona Pippo – Spero di rivedere il Venezia anti-Reggiana e ancora più tifosi al ’Penzo’». KORABLIN – Ieri a Mosca si sono svolti i funerali di Yury Korablin, l’ex patron arancioneroverde, scomparso lunedì notte dopo una lunga malattia. Alle esequie in rito ortodosso ha partecipato l’ex dg Oreste Cinquini, intervenuto con un ricordo personale. «Ho toccato con mano l’affetto della gente per Korablin che fatto molto per la sua città di Khimki. Persone a lui vicine mi hanno confidato la sua sofferenza per quanto è successo a Venezia, lui teneva molto alla sua dignità, ma purtroppo chi gestiva con lui il progetto lo ha lasciato solo, spingendolo a chiudersi sempre più in se stesso».

Ore 16.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Nell’emergenza, sabato scorso con l’Ancona, era arretrato sulla linea difensiva coprendo il vuoto lasciato dall’espulsione di Garofalo. E non è escluso che domani, contro il Lumezzane (ore 16,30), Vittorio Fabris non possa di nuovo sacrificarsi per la causa. «Non so ancora dove giocherò», ammette il centrocampista dalla spiccata flessibilità. Non a caso mister Inzaghi dice di lui che è in grado di «ricoprire tre ruoli», considerando anche le sue fruttuose incursioni in avanti. «Per me non è un problema — dice l’ex Feralpisalò — il mister mi ha testato anche da terzino, mi trovo bene anche lì, ho già trovato un certo equilibrio con Modolo. Sono pronto, in caso di necessità». Più facile, però, che i vuoti lasciati dai due squalificati Baldanzeddu e Garofalo vengano coperti dai naturali sostituti, Luciani o Malomo a destra, Pellicanò o Galli a sinistra e che Fabris riprenda a galoppare dal centrocampo in su. «Di sicuro ci aspetta una partita difficile — avverte — conosco bene molti giocatori del Lumezzane, sono pericolosi. Specie gli attaccanti». Il Venezia arriva dalle due vittorie di Ancona e Parma, che hanno fruttato il primato in classifica in solitaria. «Non dobbiamo guardare alla classifica, è troppo presto. Però le ultime partite ci hanno dato tanto morale. Penso al pareggio importantissimo con la Reggiana, alla vittoria in rimonta con il Parma e poi all’ultimo successo con l’Ancona nonostante le espulsioni. Non mi era mai capitato — sottolinea Fabris — di terminare una partita in otto, ma la reazione della squadra è stata davvero importante. Abbiamo dimostrato di avere carattere». Il rocambolesco match di sabato scorso è anche servito agli arancioneroverdi a imparare che non si deve cadere nelle provocazioni altrui. «Abbiamo imparato la lezione. Dobbiamo sapere che alcune squadre giocano sulla provocazione, sull’aggressività, sulla cattiveria. E noi non dobbiamo cadere in queste trappole. Dobbiamo continuare a giocare la nostra partita, con tranquillità e serenità». Dopo due trasferte consecutive, domani si ritorna al Penzo, confidando nella risposta dei tifosi dopo gli ottimi risultati fuori casa e il primato. «Sarebbe bello ritrovare gli spalti pieni, con i tifosi che ti incitano. Per noi — chiude Fabris — sarebbe molto importante». La prevendita procede e rimarrà attiva fino all’inizio della partita, mentre al botteghino saranno venduti solo un centinaio di biglietti, per evitare il formarsi di lunghe code, con il rischio per i tifosi di entrare allo stadio a partita già iniziata. Oltre a Baldanzeddu e Garofalo (fuori per due giornate), mister Inzaghi dovrà fare a meno di Moreo (squalificato per una giornata) e ancora di Fabiano che è infortunato anche se sulla via del recupero. Di nuovo presente all’appello dopo l’infortunio patito in nazionale, Leo Stulac ha già le valigie in mano, dopo la nuova convocazione con l’Under 21 slovena: stavolta starà via dal 3 all’11 ottobre, in occasione di due match di qualificazione ad Euro2017. Ieri intanto la Lega Pro ha comunicato che il derby Venezia-Padova si giocherà lunedì 28 novembre (ore 20,45) in virtù del posticipo televisivo: l’attesissima sfida, che ha già innescato polemiche a distanza tra le due compagini, sarà dunque trasmessa in diretta tv da Raisport.

Ore 15.50 – (La Nuova Venezia) La notizia del giorno arriva con due mesi d’anticipo: derby in notturna e posticipato. La sfida Venezia-Padova si giocherà lunedì 28 novembre (ore 20.45), anziché sabato 26 novembre (ore 16.30), per consentire la diretta televisiva su Rai Sport. Un anno fa, sempre in novembre, toccò al derby con il Mestre, ma in quel caso l’orario serale venne deciso di comune accordo dalle due società per garantire una maggiore affluenza al Penzo. Rimane, anche in questo caso, il rischio nebbia. Il Venezia non ha altre variazioni di calendario, questi gli altri anticipi televisivi dalla quinta giornata in poi: Alessandria-Cremonese, Parma-Feralpisalò, Padova-Reggiana, Livorno-Arezzo, Lecce-Foggia, Piacenza-Como, Taranto-Virtus Francavilla e Modena-Pordenone. Ricorso. Il Venezia sta pensando di presentare ricorso sulle due giornate di squalifica inflitte a Ivano Baldanzeddu. «Vista la dinamica dell’azione, un contatto di gioco in mezzo all’area in attesa di un calcio di punizione, credo che possano esserci gli estremi per almeno discutere la sanzione» ha spiegato ieri Giorgio Perinetti, responsabile dell’area tecnica «abbiamo tempo sette giorni dal momento del ricevimento dei documenti. Vediamo». Verso il Lumezzane. Si avvicina il match con il Lumezzane (domani, ore 16.30) e Inzaghi deve fare i conti con le defezioni di Fabiano (infortunato, ma in fase di recupero), Garofalo, Baldanzeddu e Moreo (squalificati). «Le alternative non mi mancano, soprattutto come terzino a destra, mentre a sinistra Pellicanò o Galli sono pronti» ha sottolineato il tecnico «ho la massima fiducia in tutti i miei giocatori, ho sempre detto che la forza del Venezia sta nella rosa ampia e qualitativa. Chi giocherà, sarà all’altezza». Il Lumezzane dell’ex Calamai ha tenuto sotto scacco il Parma al Tardini per 82′ (0-1), prima della prodezza di Calaiò, ha fermato la Feralpi a Salò (2-2) e una settimana fa ha battuto il Bassano (2-1) con la doppietta di Bacio Terracino. «Davanti hanno tre giocatori abili a ripartire» ha rimarcato Inzaghi, «è una squadra combattiva, a immagina e somiglianza del suo allenatore». Ovvero Antonio Filippini, ex pilastro del centrocampo del Brescia. «Torniamo a Sant’Elena dopo due vittorie esterne» ha concluso Inzaghi, «speriamo ci sia tanta gente, che ci trascini ancora una volta, noi dobbiamo continuare a dare il pretesto per seguirci, sempre più numerosa». Stulac. Il Venezia perderà Leo Stulac per la gara interna (8 ottobre) contro la Sambenedettese: il centrocampista è stato infatti convocato per le ultime due partite del girone di qualificazione a Euro17 under 21 che la Slovenia disputerà a Kaunas (7 ottobre) contro la Lituania e a Gornij Milanovac (11 ottobre) contro la Serbia.

Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La brutta sconfitta subita ad Ascoli martedì sera brucia ancora, con i biancorossi guidati da mister Lerda che sono chiamati ad un pronto riscatto nel match in programma domani al Menti contro l’Avellino. Nel Vicenza mancheranno lo squalificato Adejo e gli infortunati D’Elia, Rizzo e Giacomelli, ma con la formazione irpina gli undici che andranno in campo dovranno prima di tutto giocare con un altro atteggiamento e ben altra convinzione rispetto alla brutta prestazione mostrata ad Ascoli. «Abbiamo giocato male — ammette con onestà Cristian Galano — nel primo tempo abbiamo costruito poco, per non dire nulla e abbiamo costantemente subito la formazione avversaria. Noi tutti eravamo convinti di ripetere la prestazione che abbiamo fatto a Salerno, ma non ci siamo riusciti e i primi a chiederci cosa sia successo siamo noi. Dopo la vittoria di Salerno eravamo molto carichi e con il morale alto, le condizioni ideali per giocare una buona partita c’erano. Invece abbiamo sbagliato tutto, la colpa è solo nostra e non ci resta che chiedere scusa ai tifosi ». Parlare di quello che sarebbe potuto essere e non è stato non serve a nulla, e Galano è il primo a ritenere che bisogna pensare alla prossima partita. «Giriamo pagina e andiamo avanti perché il campionato è lungo e ci aspettano tante battaglie — sottolinea il fantasista pugliese — di Ascoli casomai ricordiamo ci bene gli errori commessi per non ripeterli in futuro. A mente fredda contro Cacia e compagni forse siamo stati un po’ presuntuosi, questo è un errore che non dobbiamo più commettere. Quello che dobbiamo fare è riscattarci sul campo, dando il massimo per ottenere la prima vittoria davanti ai nostri tifosi che saranno sicuramente molto delusi dopo la sconfitta di Ascoli». In fondo basterebbe ripetere la gara disputata contro la Salernitana una settimana fa, ritrovare quella determinazione e quella voglia che hanno consentito al Vicenza di espugnare l’Arechi. «A Salerno abbiamo fatto vedere sappiamo giocare a calcio e quindi spetta a noi ripeterci — precisa Galano — finora un nostro difetto è che siamo stati troppo discontinui alternando sconfitte meritate a buone prestazioni. In serie B la continuità è importante e quindi dobbiamo riuscire ad infilare una serie di risultati positivi per cercare di allontanarci un po’ dalla zona caldissima della classifica». Vincere contro l’ Avellino quindi sarebbe importantissimo, anche perché gli irpini si trovano in una situazione di classifica ancora più difficile dei biancorossi e vengono dalla sconfitta interna con il Cittadella. Come Franco Lerda, anche Domenico Toscano, tecnico dell’Avellino, dovrà rinunciare a uomini importanti come l’ex Gavazzi e il bomber Castaldo, ma il tecnico degli irpini è fiducioso in un pronto riscatto della sua squadra. «Contro il Cittadella abbiamo giocato la miglior partita del nostro campionato — precisa Toscano — pagando senza dubbio alcuni errori ma anche molta sfortuna. Vedendo però lavorare i miei ragazzi in settimana sono convinto che a Vicenza faranno bene e che per i nostri avversari non sarà semplice batterci».

Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza completerà domani pomeriggio al Menti contro l’Avellino il suo trittico settimanale di fuoco. Il bilancio finora non è da buttare dal punto di vista dei punti (3 in due trasferte consecutive a Salerno ed Ascoli) ma preoccupa molto il modo in cui la squadra si è involuta martedì sera in terra marchigiana, facendo ricomparire i fantasmi già visti a Ferrara contro la Spal. Ecco perché la prossima partita contro i biancoverdi campani, ultimi in classifica con appena 2 punti raggranellati, diventa importantissima anche dal punto di vista mentale: occorre un Vicenza convinto e convincente, che riporti fiducia e certezze nello spogliatoio prima ancora che nell’ambiente dopo gli inevitabili dubbi emersi in questo stentato avvio di stagione.Defezioni certe. Franco Lerda ancora una volta non potrà affrontare questo incontro con la rosa nelle migliori condizioni: Salvatore D’Elia non ha recuperato dal problema al polpaccio e non sarà a disposizione, così come Giuseppe Rizzo per l’infortunio al bicipite femorale sinistro rimediato ad Ascoli (leggera distrazione confermata dagli esami diagnostici di ieri) e il lungodegente Stefano Giacomelli. A loro si aggiunge Daniel Adejo, appiedato per un turno dal giudice sportivo dopo il (dubbio) rigore con espulsione di martedì sera al Del Duca. Bisogna poi capire quante energie psicofisiche saranno rimaste in corpo ai giocatori che hanno disputato entrambe le precedenti partite, peraltro evidenziando in alcuni casi limiti di tenuta.Vecchio modulo? Per tutti questi motivi è plausibile che il tecnico biancorosso apporti più di un avvicendamento nella formazione iniziale di domani. Un cambio che, in base a quanto si è potuto vedere dall’allenamento di ieri mattina al Morosini di Isola, dovrebbe cominciare dal modulo: senza Rizzo a fare da diga in mezzo insieme a Signori, con Urso da poco ristabilito dal punto di vista fisico, pare probabile l’innesto di Bellomo come regista centrale e il conseguente ritorno al 4-3-3 di inizio campionato.Nuove pedine. Il centrocampista pugliese, peraltro, ieri negli ultimi minuti dell’allenamento ad Isola è stato costretto ad uscire per una forte pallonata ricevuta alla nuca, sostituito da H’Maidat. Un piccolo incidente di gioco che comunque non dovrebbe pregiudicarne la presenza domani, probabilmente affiancato da Signori e Siega come mezzali. In effetti, per quanto riguarda gli interpreti dell’undici anti-Avellino, al momento ci si può basare prevalentemente su ipotesi, visto che i giocatori che hanno accumulato molti minuti tra Salerno ed Ascoli ieri si sono allenati a parte in una seduta di recupero personalizzata, senza prendere parte alle esercitazioni tattiche. Erano invece sotto lo sguardo attento di Lerda i due possibili sostituti di Adejo, ovvero Andrea Esposito e Fabricio Fontanini: ieri l’allenatore li ha alternati, facendo quindi immaginare che solo uno dei due domani giocherà titolare (più l’ex Latina che l’argentino), con la probabile conferma di Bogdan come secondo centrale difensivo davanti a Benussi. Davanti. Attenzione anche al tridente d’attacco, formato nelle prove di ieri da Fabinho, Cernigoi e Di Piazza: lì davanti il Vicenza continua a faticare molto, come ha confermato l’inconcludente prestazione del Del Duca. È allora possibile che per scardinare la difesa dell’Avellino il tecnico piemontese decida di tentare nuove carte, lasciando inizialmente in panchina anche più di uno tra Vita, Raicevic e Galano.

Ore 14.50 – (Giornale di Vicenza) Il segreto della felicità per Paolo Rossi sta nelle cose semplici. È pescare la saggezza da quel che ti offre il giorno. A partire dall’affetto della famiglia che lo accompagna nella sua vita in Chianti: la moglie Federica e le due bimbe, Maria Vittoria di 7 anni e Sofia Elena di 5. Il segreto sta nella complicità dei ricordi di un ragazzo semplice, che oggi festeggia 60 anni. Che ha giocato ad altissimi livelli in serie A, ma s’è ritirato a trent’anni poco più, l’età in cui oggigiorno sfondano i campioni alla Higuain. Un matrimonio alle spalle con Simonetta Rizzato, il primo figlio Alessandro che ora ha 33 anni. Una squalifica di due anni per calcioscommesse, la sofferenza di tre interventi al menisco. Un palmares da urlo: un Mondiale, due scudetti e quattro Coppe con la Juventus più il Pallone d’Oro. Emozioni, cadute, riscosse. Pablito ha mille vite. Tante curiosità. La voglia di ribadire che ancora oggi il calcio milionario è semplicemente un gioco. Il più bello del mondo. E conserva un amore. Per Vicenza.Rossi, il suo legame con questa città è sempre stato forte. Concorda?Eccome. Il primo rapporto, forte, l’ho avuto con la società. La guidava Farina. E con GB Fabbri. Quello fu il mio trampolino di lancio. Poi è stato un tutt’uno. Io credo che la squadra di una città di provincia sia un bene comune e che appartenga un po’ a tutti. Chi non si sente un po’ addosso i colori della maglia dei giocatori che vede in campo? A Vicenza ho vissuto tre stagioni irripetibili, cariche di entusiasmo. Ho vissuto la vera avventura calcistica.Quella della Nobile Provinciale…È così. Perchè quello che abbiamo fatto è stato incredibile. E mi ha regalato non solo emozioni ma anche stimoli irripetibili. Faccio un esempio: quando vinci con la Juve, ti ritrovi a pensare che tutto sommato è normale portare all’incasso quello per cui una grande società ha costruito una squadra attrezzata. Quando giochi in una realtà di provincia la prospettiva cambia. Vincere diventa una soddisfazione intima.Tifa ancora Vicenza?Eccome. Vorrei rivederlo presto in serie A.Una dichiarazione d’amore per la provincia. A tutto tondo.È così. In effetti io vivo in campagna, lontano dalle grandi città. Certo, poi il lavoro mi chiama. Faccio 50 mila chilometri l’anno in auto. Oltre all’agriturismo seguo la mia Scuola calcio internazionale a Perugia e le mie mostre. E poi da dieci anni vado in tv a Milano per commentare la partite della Champions.Un passo indietro. Lei ha lasciato il calcio giocato a trent’anni. Nostalgie?No. Le mie ginocchia reclamavano pace. Ora forse me la sarei cavata meglio. Avrei potuto realizzare un percorso diverso. Ma quello era il tempo in cui ho giocato. Poi una volta lasciato il calcio ho fatto la scelta di staccare un po’, impegnandomi con altre attività imprenditoriali. È stata una mia scelta non fare nè l’allenatore nè il dirigente, due ruoli che non mi sono sentito di portare avanti. Eppoi non è che puoi fare il presidente con il primo che ti capita.Un rammarico?Nessuno. Ho vinto tutto quello che potevo vincere. A guardarlo ora, non è poco. Ho dato tanto e ricevuto tanto.In realtà anche due anni di squalifica a causa dell’inchiesta del totoscommesse.(pausa) Questa non l’ho mai digerita. È stata una condanna amara e ingiusta. Io non avevo parlato con nessuno, non mi ero messo d’accordo su nulla e non ho visto soldi. Le prove della mia presunta colpevolezza? Nemmeno. Però la giustizia sportiva segue il suo percorso. Un disegno un po’ così…E poi?Niente. Due anni fermo. Mi allenavo da solo con la Juve e Bearzot mi diceva di tenermi pronto per la Spagna. Risposi all’appello, vinsi il Mondiale e la Federcalcio amnistiò chi ancora stava scontando la squalifica. Buffo no?Due gli allenatori che hanno creato il suo mito. Concorda?(sorride) Ci mancherebbe. Il primo è stato Giovambattista Fabbri che nel Lanerossi, quando avevo 20 anni, mi ha cambiato il ruolo esaltando le mie qualità. Per me ha rappresentato un papà in tutti in sensi, lo devo sempre ringraziare. L’altro è stato Enzo Bearzot che in Nazionale ha sempre creduto nelle mie qualità e alla fine io l’ho ripagato nel mondiale del 1982.Ora gira il mondo con una sua mostra: Pablito Great Italian Emotions. Un’altra scommessa?Più che altro è un’idea nata quasi per scherzo con i miei amici in Gaiole in Chianti. Poi il progetto è decollato. E piace. Chiarisco che non vivo solo di ricordi, ma trovo che questa mostra è un modo per far conoscere ai più giovani quel periodo e cosa hanno significato gli anni Ottanta per la nostra Italia. Ancora oggi provo commozione e gioia nel vedere le persone che mi fermano per ringraziarmi di quella galoppata che ci portò a diventare campioni del mondo.Una sua interpretazione?Secondo me fu una vittoria non solo calcistica ma di un intero paese che cercava e trovò riscatto in quell’evento.Come trova il mondo del calcio oggi?Profondamente diverso. Un tempo ci si affezionava alla maglia, qualcuno di noi pur di restare in una società o in una città dove si trovata bene rinunciava anche a qualche lira in più. Ora, che volete… Ci sono ingaggi stratosferici. Si gira il mondo. Il ricambio è impressionante.Lei avrà un’idea personale?Più che altro cerco di insegnare ai ragazzi a giocare a calcio. Ho fondato una mia Accademia a Perugia. Ogni anno accogliamo una sessantina di ragazzi, il 90 per cento stranieri. Vengono qui per studiare e per applicarsi in questo sport. I corsi durano nove mesi. Ho dei progetti per esportare questo modulo in altre parti del mondo.Magari in Cina…(ride) Chissà, in Cina ci sono stato a luglio e ho visto molte cose interessanti. Loro sanno come muoversi, hanno idee. E pensano in grande.Quanto a progetti, invece, l’Italia latita. Gran parte degli stati sono vecchi e fatiscenti. Un modello che va rivoluzionato.Io ho una mia idea. Bisogna rifare i nostri impianti. Altrimenti il calcio non avrà un’immagine migliore. Il problema è che le società non hanno voglia di spendere tanti soldi e il Governo mica ce la fa a supplire. La verità è che siamo rimasti indietro. Salvo Juventus e Udinese.Che dire del vecchio Menti?Un’Amministrazione mi avevo chiesto dei consigli. Io me ne ero interessato, mi piaceva la sfida. Ero andato a Reggio Emilia per studiare il loro nuovo impianto. S’erano raccolte idee, fatto un progetto. Era stata indicata un’area. Poi non se n’è fatto più nulla.A proposito di progetti. C’è l’idea di produrre un film sulla sua vita. Lusingato?Ci stiamo lavorando. C’è una sceneggiatura ancora da scrivere.Il calcio è…Prima un gioco, poi una passione. Solo poi può diventare una professione.Buon compleanno campione.

Ore 14.30 – (Gazzettino) Carlo Pelagatti finora ha giocato due volte nell’undici iniziale del Cittadella: a Vercelli e ad Avellino, entrambe su campi sintetici; ma non è questa una priorità per le scelte del tecnico Roberto Venturato, come precisa il difensore centrale granata: «Per me cambia poco giocare sul sintetico o sul fondo naturale. Mi è indifferente, per cui si tratta di due convocazioni non dettate dal terreno di gioco». Entrambe le prestazioni del ventisettenne di Arezzo sono state positive, ma l’ultima in Irpinia è apparsa più brillante. «Giocando si entra in condizione -conferma-. A Vercelli era dall’anno scorso che non disputavo una partita intera, per cui ho fatto più fatica, anche se la più difficile è stata quella di Avellino contro una squadra che aveva assoluto bisogno di punti. Sono comunque contento per entrambe queste mie prestazioni, soprattutto perchè la squadra ha vinto». Il gol subito dal Cittadella a Vercelli, a seguito di calcio di rigore con respinta del portiere Alfonso, è stato messo dentro da La Mantia che ha preceduto proprio l’ex difensore del Catania. «Era piazzato in posizione più favorevole rispetto a me, ho cercato di recuperare, ma lui è arrivato prima». Ad Avellino invece i rischi per la difesa granata sono stati pochi con nessuna parata di Alfonso. Riprende Pelagatti: «Pur non mantenendo il possesso del gioco come avevamo fatto nelle precedenti partite, contro gli irpini abbiamo avuto una buona solidità difensiva non subendo tiri nello specchio della porta». Eppure c’erano prima Castaldo e poi Ardemagni, attaccanti di capacità ed esperienza ben note. «Sappiamo quello che queste punte hanno dimostrato, sono giocatori molto forti per la categoria, ma li abbiamo contenuti bene. Merito della squadra che sa chiudere gli spazi con efficacia». Sorprende soprattutto il duello vinto in fase aerea. «Non mi fanno paura i giocatori più alti di me -sottolinea con una punta di orgoglio il difensore- perchè non conta solo la statura ma la reattività, lo stacco da terra e la scelta dei tempi». Il Cittadella ha il migliore attacco della serie B con 13 gol all’attivo, anche la difesa con soli tre gol presi se la cava. «Due da rigore, ci tengo a precisarlo, è tutta la squadra compresi gli attaccanti che si muove bene anche nella fase difensiva». Domani ci sarà il Brescia al Tombolato (arbitra Rosario Abisso da Palermo) con Caracciolo brutto cliente. «Nonostante l’età è un valore aggiunto per il Brescia, ma noi dobbiamo fare attenzione a tutti, la squadra ha una buona rosa, messa insieme a fine mercato, ma che sta trovando una sua identità». Sul tempo libero, dice Pelagatti: «Abito dentro le mura e mi piace fare colazione fuori. Esco spesso con i miei compagni, siamo uniti anche fuori dal campo. Vado di frequente a Bassano, dove ho giocato quattro anni fa e ho diversi amici. Non ho hobby particolari, in tivù preferisco guardare altri sport come il basket americano e il tennis». La campagna abbonamenti, che sfiora le 1700 tessere, si chiude domani alle 12. Oggi alle 15 la Primavera di Giulio Giacomin affronterà la Juventus sul campo sintetico. Ingresso a 5 euro.

Ore 14.10 – (Mattino di Padova) Nel gioco dei sosia di casa granata, se Valzania assomiglia a Bale, Filippo Scaglia è il ritrat‐to tutto nostrano di Gerard Piqué, colonna del Bar‐cellona. «Me lo dicono in tanti», ammette il 24enne difensore centrale, costantemente fra i migliori in campo nel Cittadella capolista. «Diciamo che pote‐va andarmi peggio, anche come tipo di giocatore, no?». Già che è in vena di sorrisi, lo sa che se doma‐ni riuscirete a piegare il Brescia stabilirete un altro record? Sarete la prima squadra a inanellare un fi‐lotto iniziale di sei successi consecutivi nella storia della B. «Ah sì? Le seguo poco queste statistiche. È un po’ come per la striscia record di 11 successi consecutivi l’anno scorso in Lega Pro. Bello, sì, ma è un qualcosa in più. Quello che conta sul serio è rag‐giungere il nostro obiettivo in campionato». Ecco, adesso ripeterà che puntate alla salvezza… «Certo, perché la nostra filosofia non cambia. Ragioniamo partita per partita: adesso pensiamo al Brescia e a come fermare Caracciolo, attaccante che mi ha sempre impressionato. Poi toccherà al Trapani e poi al Frosinone. Sempre un avversario per volta». Quando sarà possibile ascoltare qualche dichiara‐zione meno prudente? «Facile: quando saremo salvi matematicamente. Tutto quello che arriverà in se‐guito sarà ben accetto, ma sino ad allora la parola d’ordine è: pedalare». I segnali, lo ammetterà, sono positivi. Pensiamo ad Avellino: Ardemagni che sba‐glia il rigore, Soumaré che regala ad Arrighini la palla che decide il match… «Ma io non parlerei di segnali, semplicemente di un momento in cui ci sta girando bene. E ne abbiamo avuti diversi in cui le cose giravano male». Intanto, nel Cittadella del Par‐tenio rivoltato come un calzino da Venturato, lei è rimasto uno dei pochi inamovibili. Quando ha sa‐puto che sarebbero cambiati 7 giocatori rispetto alla gara con il Novara? «Soltanto nel corso della riunio‐ne tecnica delle 18.30, quindi due ore prima della partita. Ma lì per lì non ci siamo stupiti, perché ab‐biamo grande fiducia nei nostri mezzi. E poi, è vero che sono rimasti in panca Pascali, Salvi, Iori e Chia‐retti, ma volete per caso mettere in discussione gio‐catori dalla carriera e dalla qualità, per esempio, di Paolucci?». Cambiamo prospettiva: come si sente da inamovibile? Tutti ruotano, ma lei resta impre‐scindibile. «Questo mi responsabilizza, ma le re‐sponsabilità non mi spaventano. Credo che la scor‐sa stagione in Lega Pro mi sia servita molto per cre‐scere. Ora ho più esperienza, e nel mio ruolo conta in modo particolare».

Ore 14.00 – (Mattino di Padova) Quanti Cittadella ci vogliono per fare un Carpi? Quattro, in via molto teorica. E per fare un Verona? Sempre quattro. Ne servono invece tre per fare un Bari o un Novara. Da lassù in cima c’è più gusto a spulciare tra le quota‐zioni economiche delle varie rose della Serie B. Già, perché se i risultati in campo fossero determinati soltanto dai soldi spesi, per il Cittadella non ci sa‐rebbe storia. Ultimo, staccato da tutti. La quotazio‐ne complessiva del gruppo a disposizione di Ventu‐rato si ferma a 6,23 milioni di euro, al 22° posto nella categoria, con il Pisa appena più su (6,68) e l’Ascoli (8,55) a completare questo podio al contra‐rio. Va da sé che da qui alla prossima sessione di mercato i prezzi sono destinati a cambiare, ma re‐stando alle stime attuali del portale “transfermarkt. it”, ottimo punto di riferimento per gli operatori di mercato, le cifre sono queste e il Citta è in coda, forte di due soli elementi, Scaglia e Litteri, valutati sopra i 500mila euro. E con il Carpi (24,18 milioni di euro) e il Verona (23,95) a guardare tutti dall’alto in basso. Peccato poi che avere in rosa Romulo (cen trocampista dell’Hellas), Bardi o Dionisi (portiere e attaccante del Frosinone), tutti valutati 3,5 milioni (sono loro i giocatori più costosi della B), risultati alla mano per il momento conti relativamente. E il Brescia, avversario domani pomeriggio al Tombola‐to (a dirigerla è stato designato il signor Rosario Abisso di Palermo) è ottavo nella classifica del de‐naro, valutato 14,95 milioni. Più del doppio del Citta. Però anche le rose di Bari e Novara, già battu‐te sul campo, valgono di più, quasi 18 milioni ca‐dauna, eppure non si sarebbe detto. Dopodiché, è ovvio, la strada è lunga e la classifica può mutare in un amen. Ma intanto la politica del dg Marchetti, sempre attento a scovare e valorizzare promesse a cifre ragionevoli, sta pagando. Eccome. Anche i bookmaker cominciano a credere al Cittadella. Ad agosto avete investito 10 euro sulla vittoria del cam‐pionato del Cittadella affidandovi a Eurobet? Se vi andrà bene ve ne ritroverete in tasca 1.010, perché, appunto, allora l’eventuale successo granata pagava 101 volte il valore della scommessa. Se invece avete voglia di investire oggi la stessa cifra, sappiate che la quota su capitan Iori e soci è scesa drasticamente: adesso è pagata 21 volte la somma versata, con l’Hellas che resta davanti nei pronostici, come a ini‐zio stagione, a 3.50, e il Frosinone a 8. In altre paro‐le, il sogno promozione per i bookmaker è diventato concreto. E in particolare lo è per la casa di scom‐messe 888sport: da loro la quota sul Cittadella fra le prime due, quindi in Serie A senza passare dai playoff, è crollata da 35 ad appena 4,50 (ne investi 10 per vincerne appena 45). Ma c’è di più, sempre secondo gli stessi quotisti, dopo l’impresa di Avelli‐no di martedì sera sono aumentate a dismisura le chance di vedere i granata ancora in vetta alla clas‐sifica alla fine del torneo: il primato, dato a 30 fino a due giorni fa, adesso è crollato a 10. E infine ci cre‐dono i tifosi granata. Il record di 1.718 abbonati della stagione 2009-2010 non è più così lontano. Con davanti ancora un giorno e mezzo prima della chiusura della campagna, fissata per sabato matti‐na, le tessere sottoscritte sono 1.705, secondo mi‐glior risultato di sempre per la società.

Ore 13.50 – (Mattino di Padova) Un campione del mondo, un predestinato e una società che non vuol smettere di stupire. Anticipo di lusso per il Cittadella Primavera, che questo pomeriggio alle 15 sul sintetico del Tombolato, affronterà la Juventus per la terza giornata di campionato. Un inedito per questa categoria, favorito dal cambio regolamentare che ha portato alla divisione dei gironi non più secondo criteri geografici, ma sulla base del ranking. E così la Juve, finalista dello scorso campionato, è la big del girone B, nonostante una partenza non brillantissima, con 4 punti e solo un gol segnato nelle prime due partite. Ceduti i giocatori più promettenti della scorsa stagione (Lirola, Favilli e Romagna), la stella della formazione, allenata ancora dall’eroe di Berlino 2006 Fabio Grosso, è Moise Kean, attaccante classe 2000 di cui si è già discusso molto. Ne parlano come di un predestinato, il suo procuratore è addirittura Mino Raiola e anche per questo ha già attirato l’attenzione delle grandi squadre mondiali. Al Citta non resta che provare l’impresa: «Una missione quasi impossibile», sorride il tecnico Giacomin. La gara (ingresso a 5 euro) sarà anche in diretta su Sportitalia.

Ore 13.30 – (Corriere del Veneto) Partenza sparata, punti fermi imprescindibili già individuati. E Filippo Scaglia, come previsto, è diventato subito una delle colonne del Cittadella, al punto che Roberto Venturato non ci rinuncia praticamente mai. Anche ad Avellino, dov’è andato in scena un massiccio ricorso al turnover, sono rimasti fuori Iori e Chiaretti, oltre a Strizzolo e Pascali. Ma Scaglia era sempre lì, al suo posto: «Con l’Avellino abbiamo saputo la formazione solo nel corso della riunione tecnica delle 18.30 — ammette il centrale granata — due ore prima della partita. Se devo essere sincero, non ho colto grossi segnali di sorpresa, perché abbiamo grande fiducia nei nostri mezzi e sappiamo come ragiona il mister. Io ancora titolare? Le responsabilità non mi spaventano». Scaglia è pronto a tuffarsi nel clima di un’altra battaglia, visto che domani al Tombolato arriverà il Brescia di Christian Brocchi: «La nostra filosofia non cambia — evidenzia — pensiamo gara per gara senza fare troppi pensieri e senza montarci la testa. Adesso la testa dev’essere soltanto sul Brescia, una squadra che sarà tutt’altro che semplice battere. Me la dovrò vedere con Caracciolo, che mi ha sempre impressionato. È un grandissimo attaccante, che sa fare reparto da solo e che ha un eccellente senso della posizione. E, attenzione, non c’è solo lui: la rosa del Brescia è attrezzata in tutti i reparti». Quanto alla formazione, sono certi i rientri di Iori e Chiaretti, da valutare quello di Martin che tuttavia pare in ripresa. In difesa il ballottaggio è fra Pascali (favorito) e Pelagatti, che ha fatto molto bene sia a Vercelli che ad Avellino, mentre davanti il testa a testa Arrighini-Strizzolo continua. Stavolta è stata Arrighini a timbrare, come già accaduto a Vercelli, ma Strizzolo ha segnato al Piola con il doppio bis concesso contro il Novara. Insomma, se Litteri è intoccabile, per il resto Venturato ha solo l’imbarazzo della scelta per schierare l’undici migliore.

Ore 13.10 – Queste le dichiarazioni rilasciate da mister Oscar Brevi alla vigilia della sfida tra Gubbio e Padova: “Germinale può darci una mano ma è utopistico che abbia i novanta minuti. Noi cerchiamo di tenere sereni i ragazzi. Loro non sono robot, sentono il pessimismo ma noi siamo convinti dei nostri mezzi. Dobbiamo interpretare la partita col Gubbio in maniera intelligente. Non ci appelliamo alla sfortuna. Il pessimismo? Non mi sorprende, ma sono sereno, cerco di lavorare tranquillamente con la squadra, non c’è nessun problema. Il modulo? Di diverso dobbiamo fare qualcosa per forza, ma non vi dico come gioco domani. Non c’è problema, non è un problema di numeri, ne di tante cose che ho letto. Variare un giocatore nella posizione non sposta un risultato, ma non do altre indicazioni anche per non avvantaggiare gli avversari. Il 4-4-2 provato? Forse è una cosa non interpretata bene. Questa squadra può giocare con diversi sistemi di gioco, ma ci sono momenti e situazione che dipendono dalla partita. Per me domani è importante la prestazione perché se la fai di solito hai anche il risultato e non si può buttare a monte due mesi di lavoro. Il risultato è una conseguenza della prestazione”.

Ore 12.50 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 12.20 – Qui Guizza: ultime prove per Altinier e compagni.

Ore 12.00 – Qui Guizza: schemi in corso, Brevi mischia le carte.

Ore 11.40 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per la rifinitura.

Ore 11.20 – Qui Guizza: sessione video per i Biancoscudati.

Ore 11.00 – (Gazzettino) Dobbiamo dare tutto quello che abbiamo, è il momento di stringerci tutti e fare punti. A Gubbio ci aspetta una battaglia, lo so perché su quel campo ho giocato molte volte. Loro hanno entusiasmo e anche buoni giocatori, ma noi siamo una squadra che sa giocare e anche battagliare se necessario, e ci adegueremo alla situazione che troveremo. Non dobbiamo però avere fretta e ansia di vincere a tutti i costi, dobbiamo andare lì con la serenità e la cattiveria della grande squadra». Lei è anche un fedelissimo di Brevi, dato che l’ha già avuto come allenatore alla Spal, a Catanzaro e a Como. «È una persona onesta, qualità che nel calcio è difficile da trovare. Dice sempre le cose come stanno ed è un grande lavoratore. È normale che sia un po’ amareggiato come tutti noi perché avrebbe voluto avere più punti in classifica, però ha fatto capire alla squadra che questi momenti servono per crescere e quando se ne esce è ancora tutto più bello. Per mentalità e uno che non molla mai, e la squadra la sta assimilando anche nelle difficoltà del momento».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Tra l’altro con la Maceratese ha riassaggiato il campo in campionato dopo un lungo periodo ai box per l’infortunio al ginocchio patito quando era al Bassano nella sfida con il Cittadella. «Era il 22 novembre 2015, sono rientrato a trecento giorni esatti dall’infortunio. Li ho contati da quanto attendevo il mio rientro, è stato bellissimo tornare a giocare dopo aver sofferto molto. E domani sono contento di poter esserci, che sia per tutta la partita o solo per pochi minuti. Deciderà l’allenatore». Con Altinier, tra l’altro, ha già fatto coppia ai tempi del Benevento. «Vero, ma in attacco siamo tutti giocatori validi e abbiamo caratteristiche diverse, per cui ci integriamo al meglio. Mi dispiace molto per Neto Pereira perché stava andando alla grande». Con il Gubbio vi aspetta un appuntamento delicato anche alla luce del momento poco felice che la squadra sta attraversando. «Abbiamo raccolto meno di quello che abbiamo dimostrato sul campo, e anche alcune defezioni hanno creato difficoltà.

Ore 10.40 – (Gazzettino) «Sto bene, sono pronto a mettercela tutta per aiutare i compagni». Dopo un primo assaggio nel finale della partita con la Maceratese, per Domenico Germinale può essere arrivata l’ora del debutto come titolare domani nella trasferta con il Gubbio. Del resto l’infortunio di Neto Pereira e la squalifica di Alfageme riducono le possibilità di scelta di Oscar Brevi con riguardo al partner da affiancare ad Altinier, e Germinale è appunto una di queste. Anche se non l’unica, dato che nel reparto avanzato c’è anche il giovane Fantacci, senza tralasciare che il tecnico potrebbe optare per lo spostamento di Dettori nel ruolo di seconda punta. Germinale, comunque, ha buone chances di spuntarla, anche se non è ancora al top della forma. «Purtroppo a metà agosto mi sono procurato uno stiramento all’adduttore e ho perso un mese. Da un paio di settimane sono tornato in gruppo, e ora va bene. Di sicuro non ho i novanta minuti nelle gambe, ma che parta dall’inizio o subentri a gara in corso l’importante è poter dare una mano».

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) IL PRECEDENTE. Brevi, ora, può fare tutti gli scongiuri del caso. Ma la memoria non può che rimandare alla passata stagione: nelle prime tre gare di campionato il neopromosso Padova di Parlato aveva raccolto ben 7 punti. Neto si infortunò alla fine di settembre, e saltò 4 partite nelle quali la squadra fece due soli punti, precipitando dal terzo al dodicesimo posto della classifica. Ad un anno di distanza, la storia si ripete: starà a Brevi, e inizialmente al giovane Fantacci che, con la squalifica di Alfageme e le condizioni non perfette di Germinale, ne prenderà il posto domani a Gubbio, far sì che stavolta la storia giri diversamente. SFIDE SERALI. La Lega Pro, intanto, ha deciso che ben due delle grandi sfide che attendono il Padova nel girone d’andata si giocheranno sotto i riflettori in notturna e con le telecamere di Rai Sport accese. Padova-Reggiana si giocherà lunedì 17 ottobre alle 20.45 all’Euganeo, e anche l’attesissimo derby Venezia-Padova al “Penzo” andrà in scena di lunedì, il 28 novembre, sempre alle 20.45.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Questo infortunio non ci voleva. Spiace non poter essere d’aiuto alla squadra, ma non è un infortunio com plicato e spero di tornare presto. Ringrazio tutti i tifosi che mi hanno fatto l’in bocca al lupo in queste ore». Neto dovrebbe essere pronto per la sfida col Modena, a fine ottobre, appena in tempo per novembre quando la squadra affronterà tutte le “big” del girone. Fino ad allora, però, dovrà cavarsela senza di lui. IL PESO DEL CAPITANO. Quella di Neto Pereira non sarà un’assenza di poco conto. A livello di spogliatoio, inevitabilmente, ma soprattutto in campo. In questa stagione Neto non è ancora andato a segno in campionato, ma la sua presenza è stata comunque sempre determinante. Contro il Forlì ha guadagnato il calcio d’angolo da cui è nato il vantaggio di Altinier, per poi apparecchiare la tavola per il raddoppio di Madonna; quindi contro la Maceratese ha aperto la difesa portando via l’uomo e favorendo l’inserimento di Dettori. In tre dei cinque gol biancoscudati di questo inizio di campionato, c’è lo zampino del brasiliano. E quando non è sceso in campo, nella prima ora del match di Fano, la squadra è arrivata in porta con molta meno frequenza.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Almeno un mese di stop per Neto Pereira, se tutto andrà per il meglio. Alla vigilia della delicatissima sfida di Gubbio, il Padova si interroga: Oscar Brevi sta ragionando prima di tutto sulla formazione da mandare in campo domani in Umbria, con un attacco in piena emergenza, ma soprattutto su quanto tempo sarà costretto a fare a meno del capitano. OGGI SOTTO I FERRI. Dopo l’infortunio rimediato nel corso dell’allenamento di mercoledì pomeriggio, ieri mattina Neto Pereira è stato visitato dal dottor Moro, specialista nella chirurgia del ginocchio, che ha confermato la lesione del menisco mediale del ginocchio sinistro. Oggi pomeriggio, perciò, l’attaccante biancoscudato sarà sottoposto ad intervento in artroscopia all’ospedale Sant’Antonio di Padova per rimuovere il frammento di menisco lesionato dal contrasto in allenamento di due giorni fa. «Ho messo male la gamba e si è pizzicato il menisco», le parole di Neto affidate al sito ufficiale della società.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) L’augurio di tutti è che la svolta arrivi proprio a Gubbio, domani. «Siamo un organico forte, con delle potenzialità, e se troviamo un equilibrio venderemo cara la pelle con chiunque. Il Gubbio è partito bene in questo inizio di campionato, a differenza nostra, ed è per questo che il match per noi sarà fondamentale: dobbiamo assolutamente fare punti, portare a casa il bottino pieno cercando, se possibile, di mostrare anche una prestazione migliore rispetto alle ultime uscite». La squadra si allenerà questa mattina alle 11 alla Guizza: l’ultima rifinitura servirà al tecnico per sciogliere i dubbi di formazione, soprattutto a centrocampo e in attacco. Nel primo pomeriggio il Padova partirà alla volta dell’Umbria in vista del match.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Ed effettivamente anche il Pordenone dei miracoli era partito senza ingranare subito le marce più alte. Nelle prime quattro gare, la squadra di Tedino aveva ottenuto una sola vittoria e tre pareggi a differenza dei due (conditi dalla brutta sconfitta di Fano) del Padova di Brevi. Ed è stato solo a dicembre, con la vittoria sul Cuneo, quando i neroverdi erano al decimo posto della classifica, che la stagione ha svoltato, dando il via al filotto di otto vittorie consecutive. «Qui ci sono molte più pressioni, ma abbiamo tutte le carte in regola per fare anche meglio di quel Pordenone. La nostra magica stagione era nata dal lavoro, dalla consapevolezza di essere una squadra valida, e dalla vittoria di Cuneo che, immeritata e arrivata in un momento di difficoltà, ci ha fatto scattare qualcosa dentro. Credo che anche al Padova debba scattare quella “molla” che ci dia lo slancio e la spensieratezza che ci servono, per andare ad affrontare le gare in maniera diversa».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Domani a Gubbio, alle 14.30 (arbitrerà l’albanese Eduart Pashuku, fischietto della sezione di Albano Laziale), il Padova ha l’obbligo di reagire. Più per se stesso, a ben guardare: dopo la sconfitta di Fano e il deludente pareggio casalingo con la Maceratese, la squadra e l’allenatore hanno bisogno di riguadagnare coraggio. È sotto il profilo mentale che il Padova, in questo momento, sembra aver bisogno maggiormente di una svolta. «Abbiamo perso punti per strada, se fossimo riusciti a battere i marchigiani adesso ci sarebbe un clima ben diverso», l’ammissione del centrocampista biancoscudato Matteo Mandorlini. «Ci dà fastidio esser in quella posizione di classifica, perchè abbiamo tutte le potenzialità per essere ben più in alto. Non è facile trovare subito l’amalgama in un gruppo così rinnovato, ma anche a Pordenone, l’anno scorso, eravamo partiti in maniera simile».

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Alfageme è stato squalificato dopo il cartellino rosso rimediato a Fano, Germinale non ha più di trenta minuti sulle gambe e l’unica soluzione plausibile come partner di Altinier sembra il ricorso a Fantacci. Ieri, poi, sono arrivati segnali opposti rispetto a quanto emerso martedì, quando Brevi aveva provato il 4-4-2. Pare che l’allenatore possa andare avanti con il 3-5-2, puntare ancora una volta su Mandorlini nel ruolo di regista e inserire Mazzocco al posto dell’infortunato De Risio, considerato che Filipe è ancora ai box. In difesa verrà rilanciato Sbraga accanto ad Emerson e Russo, con Cappelletti che quasi certamente finirà in panchina. Non convince ancora Gaiola, che non viene considerato pronto ad essere gettato nella mischia. Nel frattempo la Lega Pro ha comunicato lo spostamento del derby Venezia-Padova a lunedì 28 novembre alle 20.45, con diretta tv su Raisport. Una decisione, considerato l’alto rischio nebbia e i possibili problemi di ordine pubblico, accolta negativamente da entrambe le tifoserie. In ogni caso, la stretta attualità porta con sé ben altri problemi per il Padova, che ora deve vincere a Gubbio per cancellare polemiche e frizioni.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Dietro le quinte nervi tesi per una situazione che non si sblocca, per gli infortuni e per l’ennesima tegola in infermeria (il ko di Neto Pereira). Ma anche tanta voglia di recuperare il tempo perduto e quella vittoria scaccia-crisi a Gubbio che avrebbe l’effetto di capovolgere il mondo biancoscudato. Ieri è arrivata la notizia che il capitano biancoscudato verrà operato in artroscopia per la ricostruzione del menisco lesionato. «Ho messo male la gamba e si è pizzicato il menisco — ha spiegato Neto — e questo infortunio sicuramente non ci voleva. Spiace non poter essere d’aiuto alla squadra, ma non è un infortunio complicato e spero di tornare presto. Ringrazio tutti i tifosi che mi hanno fatto l’un bocca al lupo in queste ore». Neto Pereira verrà operato oggi al Sant’Antonio e i tempi di recupero previsti dovrebbero aggirarsi fra i 30 e i 40 giorni. Giorgio Zamuner ha chiarito che la società non tornerà sul mercato: «Sicuramente questo infortunio non ci voleva — ammette il dg biancoscudato — ma allo stesso tempo non si tratta di un guaio serio e di solito per il menisco ci vuole un mese per recuperare pienamente. Non credo proprio che torneremo sul mercato, anche se è vero che abbiamo un posto libero fra gli over nella rosa». Il problema più imminente riguarda la trasferta di domani a Gubbio.




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