Bassano-Padova, l’analisi del “Mattino di Padova”

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Il campionato non è la Coppa, e il Bassano vero non è quello visto all’Euganeo martedì scorso. Morale: il Padova manca l’aggancio ai giallorossi, che restano primi e, per di più, da soli, approfittando del pareggio del Venezia a Santarcangelo. Sfuma così, per ora, l’idea di un possibile inserimento dei biancoscudati nelle posizioni di vertice della classifica e, a conti fatti, il verdetto del “Mercante” ci sta. Dice in sostanza che la capolista ha qualcosa in più della squadra di Brevi, incappata nella terza sconfitta stagionale (dopo quelle di Fano e San Benedetto del Tronto), e la cui serie positiva – tre vittorie nelle ultime tre giornate – s’interrompe con giustificato rammarico. La conseguenza è il ritorno ad un distacco di sei punti dalla vetta, ma soprattutto la retrocessione dal sesto all’ottavo posto, alla pari con Albinoleffe e Gubbio. Dunque, la miglior difesa sino a ieri (con Venezia e Modena) incassa due gol simili, per modalità e conclusione, e li subisce in apertura dei due tempi. Errori individuali, un fallo non rilevato dall’arbitro, purtroppo, sull’avvio dell’azione da cui scaturisce l’1-0, ma soprattutto una costante difficoltà nei primi 45’ ad arginare le folate di un avversario fortissimo dalla metà campo in su, e in grado davvero di far paura. Il Padova ha giocato a sprazzi, e in alcuni momenti ha dato la sensazione di poter anche approfittare di alcune indecisioni della retroguardia di casa, ma gli è mancato quel “quid” in più per potersi mettere allo stesso livello dei rivali. Un derby che è piaciuto al pubblico – splendido e costante il sostegno dei quasi 600 tifosi al seguito – per le emozioni che ha regalato, con le due squadre proiettate sempre alla ricerca del gol.

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(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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