Bassano-Padova, l’editoriale di Stefano Edel: “Cammino ondulatorio, qual è il vero Padova?”

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Se ci facessimo aiutare da un diagramma, il cammino dei biancoscudati in poco più di due mesi di campionato avrebbe un andamento ondulatorio, non una linea in costante ascesa, a certificare progressi continui. Non c’è omogeneità di rendimento e anche quando credi di avere riscontri positivi di stabilità, ti ritrovi poi con cadute che vanificano le sensazioni ottimistiche emerse in precedenza. La domanda, a questo punto, è lecita: qual è il vero Padova? Quello ammirato con la Reggiana e il Modena in casa, e in parte pure a Santarcangelo (ripresa in sofferenza), o quello a strappi di sabato sera al “Mercante” di Bassano? Probabilmente è una via di mezzo fra le due versioni, certo non più quello sfilacciato e senz’anima delle figuracce a San Benedetto del Tronto e, prima ancora, a Fano. Ma proprio perché non è ancora sbocciata come ci si sarebbe aspettato dopo i tre successi di fila, che l’avevano spinta sin quasi sotto al podio, la squadra di Brevi non ha trovato un suo equilibrio, condizionata dai momenti di forma o meno dei singoli, oltreché da assenze per infortunio che hanno pesato troppo, ad esempio, sul centrocampo e sull’attacco. Nel derby con i vicentini, dopo una buona reazione sull’1-0, culminata con il pareggio di Russo, la personalità si è vista positivamente nei primi 45’, assai di meno nella ripresa, pur non rinunciando al gioco. Solo che qui bisogna capirsi: se hai Altinier davanti, uno che è andato in doppia cifra nelle ultime due stagioni di Lega Pro (con Ascoli e Padova, appunto), non puoi farlo giocare 15-20 metri lontano dall’area di rigore avversaria. Così ne limiti le qualità di bomber che sfodera il meglio di sè entro i 16 metri. E quanto ad Alfageme, viaggia troppo a corrente alternata – una partita sì, due no – per pensare che possa sostituirsi al compagno di reparto nelle vesti di cannoniere. Serve più coraggio dalla metà campo in su, più determinazione e cattiveria agonistica, altrimenti si resta lì, fra il sesto e il decimo posto, che significa, sì, playoff ma niente altro. Dodici gol realizzati sono un bilancio miserello. Per questo dall’allenatore ci aspettiamo qualche soluzione innovativa. Il tempo, per fortuna, non manca.

(Fonte: Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Qual è il volto della squadra di Brevi?”. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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