Lega Pro, De Poli sbarca a Taranto: “Qui per una sfida con me stesso: e ho più amici al sud che al nord…”

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Queste le prime dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da Fabrizio De Poli dopo il suo sbarco a Taranto, dove ha assunto il ruolo di general manager con delega all’area tecnica.

“Sono un direttore sportivo. All’interno società mi occuperò dell’area tecnica, ma se sono qui è per una sfida con me stesso. Non mi interessano i soldi, voglio solo mettere a disposizione di questo glorioso club tutta la mia esperienza. Sono un nordista atipico, ho più amici al sud che al Nord. Ho accettato perché ho trovato gente che mi dà garanzie di serietà e competenza. È una società importante e la città di Taranto deve essere orgogliosa della proprietà… Cercherò di analizzare e valutare quanto prima il valore di questo gruppo e in base a quelle che saranno le valutazioni cercheremo di migliorarci. Crisi di risultati? Se avessi una ricetta per uscirne sarei un mago, anche se da una prima valutazione credo che si debbano aumentare i valori. Sono qui perchè Taranto è una piazza importante del panorama calcistico italiano. Ho accettato spinto dalla situazione di difficoltà: la squadra non ha una classifica importante, ma cercherò in maniera decisa di portare in salvo la nave. Sono convinto che non sia un’utopia cercare di crescere insieme.  Al di là dei calciatori da reperire sul mercato per rinforzare la rosa, abbiamo l’obbligo di fare il bene del Taranto, ma non possiamo prescindere dall’aiuto dei tifosi. Il pubblico ti deve emozionare e deve crescere con la società.  Sono direttore di una Lega Pro e voi giornalisti siete addetti ai lavori di Lega Pro: se si sale diventeremo tutti di Serie b. Quando una famiglia è unita non ci sono ostacoli che tengano, si può arrivare ovunque. Non capisco perché questa sia una piazza sfigata. Rispetto a Empoli e Sassuolo, tanto per fare degli esempi, Taranto non ha nulla da invidiare, eppure non riesce a decollare. Ecco, in questi mesi cercherò di capire anche questo… Sono stato solo cinque mesi in Valle d’Itria, però penso di avere più amici al sud che a nord: sono un “nordico sbagliato”. Il calcio da queste parti è come una religione e credo di conoscerne le dinamiche…”.




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