Ancona-Padova, l’analisi del “Corriere del Veneto”

Premessa: anche su Ancona – Padova si addensano nubi nere legate alla direzione arbitrale. Ma, se contro il Pordenone era evidente che i biancoscudati fossero stati penalizzati e il nodo del contendere eventualmente era soltanto in che misura, su quali e su quanti episodi, al Del Conero l’episodio contestato accade al 31′ del primo tempo. Frediani batte una punizione dalla trequarti apparentemente innocua, traiettoria lenta e senza pretese, Bindi sembra sul pallone in comoda uscita alta. E invece Samb lo anticipa, la palla rimbalza a terra e l’attaccante dell’Ancona mette dentro per l’1-0. A velocità normale nessuno si accorge di irregolarità, neppure diversi replay chiariscono che Samb tocchi il braccio di Bindi sbilanciandolo. Fatto sta che lo 0-0 di partenza diventa 1-0 e a fine partita è lo stesso Bindi a presentarsi in sala stampa lanciando il proprio j’accuse con toni estremamente garbati, ma allo stesso tempo decisi (…). Insomma, mentre Brevi glissa lasciando intendere il suo disappunto senza calcare la mano, è evidente che quanto accaduto contro il Pordenone sia ancora una ferita aperta e che forse offuschi un po’ la vista e l’analisi generale di quanto accade. C’è senza dubbio dell’altro. Ancora una volta il Padova dimostra di dare il meglio di sé quando è con le spalle al muro, quasi cinto d’assedio dall’esterno. Non appena arrivano elogi, è come se la squadra si rilassasse, perché non può essere solo colpa degli arbitri se si subiscono sei gol in centottanta minuti. Qualcosa da rivedere, in definitiva, c’è. L’ulteriore frenata per Oscar Brevi, che vede così allontanarsi la vetta, è di quelle importanti

Qualche appunto sulle scelte di Brevi: Germinale non ha convinto, Filipe nemmeno, un po’ meglio Sbraga attorno alla sufficienza.

(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)