Cittadella, Litteri: “Mi sento un leone in gabbia! Sto migliorando, ma ci vorrà ancora…”

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Quanto manca Gianluca Litteri al Cittadella? La domanda risulta retorica, perché la risposta è scontata: molto. Non solo per i suoi gol, 10 in 20 presenze nel campionato in corso, ma anche per l’apporto che uno come lui sa da dare alla squadra, in grado com’è di “fare reparto” da solo. Già, ma come sta il bomber catanese, che non gioca dalla gara con la Virtus Entella dello scorso 30 gennaio e che da allora non si è più allenato assieme ai compagni? «Sto pian piano migliorando, ma ci vorrà ancora un po’ di tempo per tornare a disposizione», risponde il diretto interessato, che ieri pomeriggio si è fatto visitare dal medico sociale Ilario Candido al Tombolato, prima di spostarsi al centro Fisio&Sport per proseguire con le sue terapie. Ci spiega qual è il problema che la sta tormentando? «Un’infiammazione della zona cervicale. Interessa il collo e la spalla, sul lato destro, arrivando alla radice del nervo». Perdoni la franchezza, ma è bene essere chiari: gli esami escludono ernie? «Ernie che sporgono non ce ne sono, il problema è l’infiammazione. Non ho mai avuto problemi analoghi, prima d’ora. Pensavo anch’io di cavarmela prima, ma credo che in una settimana o al massimo due potrò tornare in gruppo». Ha capito come può essersela procurata? «Probabilmente è dovuta ad un movimento sbagliato, effettuato senza essermi riscaldato abbastanza. Ricordo quando ho cominciato a sentire dolore: era nel corso di un allenamento nella settimana che ha preceduto la sfida con l’Entella». Nei primi giorni dopo quella gara è rimasto a riposo. Adesso cosa fa? «Da due settimane ho ricominciato a muovermi, al centro fisioterapico faccio piscina di mattina e palestra e terapie al pomeriggio: in particolare sedute di laser e Tens (una stimolazione elettrica nervosa per ridurre il dolore, ndr). Da qualche giorno ho ricominciato anche a correre blandamente». Starà soffrendo molto nel non poter giocare… «Tantissimo. Mi sento un leone in gabbia, perché non posso aiutare i compagni e non riesco a sfogare la rabbia accumulata».

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(Fonte: Mattino di Padova. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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