Padova-Gubbio, l’analisi de “Il Mattino di Padova”

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L’urlo dell’amministratore delegato Roberto Bonetto, seduto nella tribuna delle autorità, è l’imprecazione di rabbia di uno stadio intero: «Nooo, non si possono prendere gol così!». E il senso di prostrazione che scandisce i minuti successivi vissuti dai dirigenti biancoscudati si allarga a macchia d’olio, lasciando sconcertati un po’ tutti: perché il Padova ha gettato alle ortiche un’altra occasione d’oro per parare i colpi di un Venezia capolista scatenato, passato anche a Lumezzane, e del Parma, seconda forza, che ha sbancato su rigore il campo dell’Albinoleffe. Ora il ritardo dagli arancioneroverdi è di nuovo di 6 lunghezze, e di 3 dai ducali. Il Gubbio esce quasi incredulo dall’Euganeo per aver imposto il pareggio al 92’, che poi sarebbe esattamente il 46’15” della ripresa, dopo aver sprecato due clamorose occasioni per portarsi in vantaggio nella prima parte di gara ed essere andato all’intervallo sotto di un gol. Il Padova si morde le mani per il disappunto, dopo i forti rischi già ricordati, disappunto giustificato dal fatto di non essere stato capace di chiudere, come avrebbe potuto e dovuto, la sfida, quando nel secondo tempo ha avuto le occasioni per farlo e non le ha concretizzate.

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È il primo pareggio del girone di ritorno, dopo 4 vittorie e 1 sconfitta, il settimo complessivo della stagione, e vale il tredicesimo punto colto dopo la boa di metà campionato, confermando Neto Pereira & C. al terzo posto, anche se il Pordenone deve ancora recuperare l’incontro di Teramo. Che l’abbia imposto il Gubbio, avversario di qualità, vittorioso 13 volte sin qui proprio come il Padova, anche se ha perso 9 gare e ha diviso la posta in palio in appena 3 occasioni, mitiga solo in parte la delusione, perché se è vero che i rossoblù hanno fatto correre i brividi a Bindi, colpendo pure una clamorosa traversa, è altrettanto assodato che hanno offerto il fianco, in difesa, all’avversario, il cui torto è stato quello di non capitalizzare a dovere le azioni pericolose create dopo l’intervallo.

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Il Gubbio ci ha creduto ed è maturata la beffa. Terribile quanto si vuole, ma così hanno sancito gli dei del pallone. Peccato davvero.

(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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