Padova-Venezia, l’analisi de “Il Corriere del Veneto”

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La corsa di Filippo Inzaghi a braccetto con Joe Tacopina sotto la curva, la gioia incontenibile dopo tante, troppe umiliazioni fuori dal campo, con tre crolli e altrettante resurrezioni. Scene di un lunedì memorabile, che consegna il Venezia a una promozione a cui manca solo la matematica per essere sancita ufficialmente. Se ancora potevano esserci dubbi, eccoli fugati tutti contemporaneamente all’Euganeo contro la rivale storica più fiera. La capolista espugna con pieno merito Padova, vola a +11 sul Parma e vede il traguardo della serie B. Di fronte a quasi 9000 spettatori e mille tifosi accorsi dalla laguna, Inzaghi mette anche il punto esclamativo a una stagione straordinaria. Restituisce lo sgarbo dell’andata a Brevi e adesso avrà bisogno di un solo punto sabato pomeriggio col Fano, in virtù del vantaggio negli scontri diretti con il Parma, per festeggiare matematicamente il ritorno in serie B.

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Il successo dell’Euganeo è limpido e ha due protagonisti: Simone Bentivoglio, autore di una regia maestosa e Stefano Moreo, centravanti a sorpresa per le assenze contemporanee di Geijo e Ferrari e match winner dell’aprile padovano. Il primo è la mente di un centrocampo che ragiona, che viaggia sempre un metro avanti ai dirimpettai e che si gestisce egregiamente, il secondo colpisce quando serve. Le sorprese subito alla lettura delle formazioni ufficiali: Inzaghi perde contemporaneamente Geijo, che si infortuna nel riscaldamento, Ferrari e Fabris. Centravanti gioca Moreo, Falzerano avanza in attacco con Marsura e a centrocampo c’è Acquadro con Bentivoglio regista e Soligo mezzala sinistra.

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E il Padova? Quasi nulla, se non un paio di punizioni alte di Emerson e un controllo sbagliato sottoporta di Altinier. E il resto è un muro, quello erto di fronte a Facchin. Il pubblico è straordinario fino alla fine, ma sul campo c’è solo un vincitore: il Venezia di Filippo Inzaghi, mai così vicino a staccare il pass promozione. Con pieno merito, ma questo è quasi superfluo ribadirlo.

(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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