Padova-AlbinoLeffe, l’analisi de “Il Mattino di Padova”

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I playoff per il Padova? Troppo… brevi, di nome e di fatto, compresa l’allusione (voluta) al cognome dell’allenatore milanese. È già tutto finito, infatti, dopo una sola partita: sogni, speranze, ambizioni. Frantumatisi contro la solidità e la migliore brillantezza – fisica, tattica e mentale – di un Albinoleffe che, al turno preliminare degli spareggi per la promozione in B, si presentava con un solo risultato utile da centrare, per continuare ad andare avanti: la vittoria. Quella vittoria che pure non era indispensabile per Altinier & C., potendo, loro sì, contare anche sul pareggio per proseguire il cammino. Invece, a metà maggio l’avventura della stagione 2016/17 – la seconda in Lega Pro dopo la rifondazione – si è già bell’e che esaurita, con una delusione (e una batosta) difficile da mandar giù. Perché nessuno si sarebbe aspettato un crollo del genere da parte degli uomini di Oscar Brevi (stavolta maiuscolo), arrivati al primo passaggio-chiave del post campionato evidentemente con le batterie più che scariche, diremmo esaurite, prosciugati nelle gambe e nella testa come forse solo a San Benedetto del Tronto (l’11 ottobre scorso) ci era capitato di vedere. Sconfitta senza attenuanti, quella del Padova, surclassato da un avversario che, evidentemente, quando si presenta all’Euganeo e soprattutto lo fa in contesti particolari (playoff come nel maggio 2003, anche allora sancì l’eliminazione della squadra allenata da Frosio), si esalta e diventa micidiale. Una bestia nera che bisognerà evitare il più possibile in futuro.

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Per i soliti “fedelissimi” – poco più di 3.000 paganti, un numero al di sotto delle attese – l’idea di centrare l’obiettivo qualificazione, coltivata subito con fiducia anche grazie ad una discreta partenza dei propri giocatori, si è progressivamente spezzata, sino a svanire del tutto di fronte ai… fantasmi materializzatisi sopra lo stadio. Meno di un quarto d’ora discreto, poi inspiegabilmente Mandorlini e compagni in mezzo hanno cominciato a cedere terreno ai loro dirimpettai, l’Albinoleffe ha preso coraggio (e metri), pressando con continuità, raddoppiando le marcature quando era necessario, ma soprattutto correndo di più. E meno male che, giocando alle 14.30 (orario completamente sbagliato, con 27 gradi al momento in cui si è dato il via alle ostilità), il Padova avrebbe dovuto trarne vantaggio, mentre dopo 20’ i brividi (ahinoi) correvano insistenti lungo la schiena dei tifosi, una volta capita l’antifona.

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Annata chiusa, dunque, nel modo peggiore, dopo essere stati a lungo secondi e aver finito il torneo quarti. Per Brevi e per diversi giocatori l’esperienza padovana, a questo punto, può dirsi esaurita.

(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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