Live 24! Padova, ora la palla passa alla società: la prossima settimana sarà cruciale…

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Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) Solitamente la scelta del nuovo tecnico da parte del Bassano ha sempre avuto tempi simili allo svuotamento dell’Adriatico col cucchiaino da caffè. Stavolta no, tutto avverrà molto più rapidamente. Quanto rapidamente? Indicativamente entro la prima settimana di giugno, forse addirittura prima. Questo significa che già per il primo ponte della Repubblica è attesa la fumata bianca. Werner Seeber sta lavorando sottotraccia alla ricerca del novello timoniere da scritturare confidando di proseguire la pesca felice e vincente dell’ultimo lustro: Petrone, Asta, Sottili, D’Angelo, di fatto non ne ha cannato nessuno, perché anche D’Angelo alla riprova dei fatti sino a metà novembre stava letteralmente incantando. E adesso? E adesso si fa paradossalmente più dura poiché, a fronte di un budget ritoccato verso l’alto per provare a rincorrere un piazzamento tra le prime cinque nella prossima serie C, la decisione su a chi affidare la panchina diventa delicatissima. Per questo è lecito slittare a giugno prima delle firme. Sul candidato Antonio Filippini il Bassano ha soltanto preso informazioni e non ha aperto una trattativa vera e propria: si tratta di un emergente, peraltro in orbita Brescia in B e in via Piave si stanno valutando altre opzioni. Quanto a Mario Petrone, il suo nome raccoglie il consenso totale e incondizionato della tifoseria, l’uomo avrebbe esperienza, conoscenza dei giocatori e motivazioni illimitate per rimettersi in gioco da queste parti, ma per ora la sua è una soluzione caldeggiata dalla piazza anche se i rapporti col digì Seeber, con Renzo Rosso e col resto dei soci sono molto più distesi e rilassati rispetto al momento dell’addio 3 anni fa. Ma questo non significa automaticamente un suo ritorno, anzi. […]

Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Marco Criaco è l’ex pordenonese attualmente in forza al Cosenza. Il passaggio dal Friuli Occidentale alla Sila, comunque, è stato intenso soprattutto una ventina di anni fa. […] Più stabilmente, al Sud scese Marco Colle, di Maniago dove abita ancora la sua famiglia, per una prima esperienza in B, tornato anche in una seconda occasione a Cosenza in D. […] – Come inquadra la doppia sfida con il Pordenone? «I silani li seguo sempre, hanno fatto di sicuro un bel campionato nel loro girone – osserva l’ex difensore -. Stanno provando a risalire in B, facendo un salto di qualità rispetto agli anni precedenti. La piazza conosce bene la cadetteria, avendola affrontata per tanti anni. Là vogliono tornare». […] – I punti forti dei rossoblù? «Prima di tutto una società solida, che sta investendo bene nel settore giovanile e propone giovani anche in prima squadra. Tutta la rosa è qualitativamente omogenea, non ha individualità particolari: la forza sta nel gruppo. Mister Stefano De Angelis era subentrato a fine dicembre a Giorgio Roselli, esonerato come il direttore sportivo. Il finale di stagione è stato buono. De Angelis è un ex giocatore molto navigato. Conosce bene la Lega Pro, sia dal campo che in panchina. Da sottolineare: c’è un pubblico importante, che è sempre l’uomo in più. Nelle occasioni che contano arrivano fino a 10 mila persone e almeno 6 mila sono la media in campionato». […]

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Sarà sfida tra freddo e caldo». Così il presidente calabrese Eugenio Guarascio ha sintetizzato la presentazione del doppio confronto fra Pordenone e il suo Cosenza, valida per entrare nel concentramento a quattro di Firenze, che fra il 12 e il 17 giugno determinerà la squadra (una sola) che accompagnerà Cremonese, Venezia e Foggia (già promosse) in serie B. Guarascio ha rilasciato ieri un’intervista a Tmw. «Ci è capitata una sfida – ha detto il presidente dei Lupi della Sila con una squadra dell’estremo Nord. Una partita fra caldo e freddo. Speriamo che il caldo abbia la meglio. Non ho visto molte gare del Pordenone, ma so che è una buona squadra, ben attrezzata, che ha una società seria alle spalle. Il mio primo pensiero va al match di mercoledì alle 20.30 a Pordenone. Poi giocheremo in casa e penso che i nostri tifosi, come hanno già dimostrato contro il Matera, sapranno essere vicini ai ragazzi. Mi aspetto ha concluso una bella cornice di pubblico». Il San Vito-Gigi Marulla può ospitare sino a 24 mila persone. Ovviamente si augura il pienone (con numeri però decisamente diversi) anche Mauro Lovisa, per gara uno di mercoledì notte al Bottecchia. Le premesse ci sono tutte. Intanto sono tornati al lavoro Stefani e compagni. Morale alle stelle per il passaggio del turno e il ritrovato calore del popolo neroverde, che ha spinto i ramarri con grande calore alla remuntada con la Giana Erminio. […]

Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) Sono più di quello che si possa pensare i doppi ex legati alla sfida tra Pordenone e Cosenza. Il più noto, anche perché il più fresco, è Alberto Filippini, attaccante classe 1987, ancora legato per motivi sentimentali alla città del Noncello. “Pippo” ha vestito il neroverde la scorsa stagione (23 presenze e 8 reti) e il rossoblù sino a gennaio di quest’anno (14 gettoni e 1 gol) prima di passare al Fano, squadra con cui domenica gioca il ritorno dei playout del girone B di Lega Pro. Altro doppio ex è Davide Bertolucci, terzino classe 1988, toscano: per il mancino metà stagione a Cosenza e l’altra metà a Pordenone nel 2014-2015. Durante questo torneo ha giocato a Ghivazzano Borgo a Mazzano (Lucca) nel girone E di serie D. Non è finita: in Calabria e in Friuli è passato il difensore-centrocampista di Sistiana Alen Carli (’79), perfetto bilingue (italiano e sloveno). Per lui metà annata nel 2008-2009 a Cosenza (in C2, dall’Itala San Marco) e l’intero campionato 2011-2012 in serie D col Pordenone (32 presenze e 3 gol). Non ha giocato nei neroverdi ma è l’attuale allenatore neroverde della Berretti il pordenonese doc Filippo Cristante, la cui carriera professionista è iniziata proprio in rossoblù. Per lui due stagioni nell’Atene della Calabria, il 1994-1995 (nessuna presenza) e il 1995-1996 (24 gettoni e 1 gol) in serie B. […]

Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Il Pordenone ritrova un grande protagonista di questa stagione: Salvatore Burrai. Il regista è pronto per rientrare in campo dopo aver scontato le tre giornate di squalifica, rimediate in seguito all’espulsione con la Sambenedettese l’ultima giornata di campionato. Ieri il sardo – che festeggiava il suo 30esimo compleanno – è stato uno dei giocatori che ha tirato il gruppo alla ripresa degli allenamenti, dopo il giorno di riposo concesso dal tecnico Bruno Tedino in seguito al successo con la Giana Erminio. Nessun indisponibile per il trainer, eccetto il lungodegente Emanuele Berrettoni. I ramarri sosteranno oggi alle 15 l’ultima seduta a porte aperte al De Marchi. Da domani via tutti gli occhi indiscreti: domenica (ore 10) e lunedì e martedì (ore 15) la squadra si allenerà in solitudine. Probabile che, per il match col Cosenza, Tedino torni all’amato “rombo” (4-3-1-2) considerato il rientro di Burrai dalla squalifica. L’ex Cagliari si approprierebbe nuovamente della mediana e Suciu tornerebbe a fare la mezzala sinistra, con Misuraca a completare il trio dalla parte opposta. […]

Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) È febbre neroverde. I tifosi e la città stanno facendo il conto alla rovescia per Pordenone-Cosenza, gara-1 dei quarti di finale playoff di Lega Pro in programma mercoledì (20. 30). Oggi, alle 14, una volta esaurito il diritto di prelazione riservato agli abbonati, scatta la vendita libera dei biglietti. Appuntamento al bar Libertà o al caffè Nogaredo: sono previste lunghe code nelle due rivendite, esattamente come l’anno scorso per i match di post-season con la Casertana e con il Pisa. Da stamane comincia la prevendita anche del settore ospiti. I non residenti in Calabria, ma di fede cosentina, possono acquistare il biglietto nel settore anche se privi della Supporter Card. […] Non è da escludere che i biglietti riservati ai tifosi locali vengano esauriti già oggi. Da ieri, sulle pagine Facebook e sui profili privati dei supporter, non si parla d’altro: il Pordenone è pronto a scrivere un nuovo capitolo della sua storia e l’entusiasmo ha toccato picchi vertiginosi, provati solo l’anno scorso prima della doppia sfida col Pisa in semifinale. Il gruppo di Tedino se supera il turno incontrerà la vincente di Parma-Lucchese. […]

Ore 17.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Bilancio approvato nel cda del Vicenza calcio che si è tenuto ieri pomeriggio e poco altro, con la riunione dei soci di Vi. Fin. in programma martedì e che dovrebbe portare, invece, a qualche decisione importante. Il presidente Alfredo Pastorelli sta valutando alcune figure, tra cui l’ex bomber Stefan Schwoch e il collaboratore di Giorgio Perinetti al Venezia, Leandro Rinaudo, per il ruolo di ds che sarà lasciato libero da Antonio Tesoro. E nelle ultime ore sta prendendo consistenza una trattativa portata avanti da due imprenditori vicentini e uno genovese che stanno valutando l’acquisto del club berico. La richiesta del’attuale proprietà è di 4 milioni per acquisire le quote di Vi. Fin., con cui si andrebbero a pagare gli stipendi e relativi contributi entro il prossimo giugno, la scadenza dell’Iva rateizzata e quella corrente. Nell’ipotesi, che al momento sembra tutta in salita, che l’operazione si concretizzi, il ruolo di direttore sportivo del Vicenza sarebbe affidato all’ex ds del Padova Fabrizio De Poli. […]

Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) L’affollato diario dell’infermeria biancorossa 2016/17 presenta alcuni casi che potremmo definire esemplari per fotografare quest’annata storta da qualunque angolazione la si provi a guardare: sono giocatori individuati a tavolino come “colonne portanti” della squadra, la cui valutazione e gestione medica a posteriori non possono che destare parecchie perplessità. Prendiamo il portiere Francesco Benussi, tra i principali artefici della salvezza nella primavera 2016. Proprio al termine di quel campionato, il dottor Ragazzi aveva evidenziato e segnalato allo staff tecnico i seri problemi al ginocchio sinistro del giocatore che si sono puntualmente riproposti in questa stagione, costringendolo a continue infiltrazioni prima e a due interventi chirurgici poi.Passiamo a Salvatore D’Elia, che nella stagione precedente nonostante la fragilità muscolare grazie ad una gestione mirata aveva macinato 3.287 minuti (37 presenze), mentre in quest’ultima si è fermato a 1.635 (19 presenze): il dottor Ligabue in un primo momento si era fatto l’idea che i problemi del mancino fossero anche di natura psicologica e dovesse giocare superando le sue paure, ma sette lesioni muscolari accertate nel corso del campionato non sono certo frutto della suggestione…Non serve nemmeno ritornare, infine, sull’acquisto principale del mercato di gennaio, Giulio Ebagua, giunto a Vicenza con la spada di Damocle della pubalgia. […]

Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Tocca a Vicario difendere i pali del Venezia contro il Foggia. Ieri, infatti, al termine della rifinitura un problema alla schiena ha bloccato il titolare Facchin, indisponibile assieme al difensore Malomo (caviglia). Per il resto formazione tipo, con regia affidata a Simone Bentivoglio, match winner due settimane fa a Cremona. «Oggi abbiamo possiamo solo vincere ed è molto meglio così assicura il centrocampista lagunare , non potrebbe esserci situazione migliore per approcciare al meglio una finale tra le due migliori squadre della Lega Pro, quelle che hanno vinto prima e con più margine i rispettivi gironi». Bentivoglio non teme contraccolpi per la pausa di due settimane dopo il blitz allo Zini (2-1). «Per ritmo e intensità gli allenamenti di questa settimana sembravano quelli di inizio stagione. Nessuna sorpresa in tal senso, il nostro è un grande gruppo, fatto di ossi che non arretrano di un passo». […]

Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Venezia a caccia di un ultimo successo per alzare al cielo anche la Supercoppa, ma quella col Foggia sarà l’ultima di Inzaghi in panchina? Alla vigilia dell’odierna finale del Penzo ore 16.30 si sono fatte più insistenti le voci sul possibile, imminente addio di Pippo Inzaghi al Venezia, cui finora ha regalato la promozione in serie B e la Coppa Italia di Lega Pro. A parlare del futuro non ci sarà il presidente Joe Tacopina, in città dal prossimo 5 giugno, quindi nel post partita toccherà al tecnico piacentino fare chiarezza sulla reale distanza tra le sue ambizioni a vincere subito e i piani di semplice consolidamento della proprietà. Divergenze oggettivamente molto evidenti quelle emerse dalle varie analisi e interviste ai protagonisti compreso il ds Giorgio Perinetti pubblicate nelle ultime settimane dal Gazzettino. Il primo dato lampante è che, nonostante la serie B sia matematica da un mese e mezzo, la programmazione è ancora ferma al palo. Perinetti e Inzaghi sono entrambi già sotto contratto per la stagione 2017/18, ma il nero su bianco conterà ben poco in mancanza di una nuova quadratura e rilancio degli obiettivi con Tacopina. Il quale dopo la promozione aveva dichiarato: «È strano anche per me dire che in B non avremo la stessa pressione di dover vincere a tutti i costi. In ogni caso punteremo in alto e saremo in prima fascia quanto a budget». Dal canto suo Inzaghi, il 30 aprile dopo l’1-1 con l’AlbinoLeffe aveva spiegato: «Ho il contratto e non vedo grossi problemi a proseguire. Io però sono ambizioso di natura, tutti sanno che voglio sempre vincere, se le nostre intenzioni coincideranno si andrà avanti». […]

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) L’unico assente sarà Malomo, per il resto pioggia di conferme in arrivo per Filippo Inzaghi nell’ultima partita della stagione. Si gioca al Penzo alle 16.30 con il Foggia, per il terzo e ultimo match della Supercoppa di Lega Pro ci sarà la miglior formazione possibile, con l’incognita di dieci giorni di inattività che forse non hanno fatto bene al gruppo. Serve un unico risultato, il successo pieno, per sollevare il terzo trofeo della stagione dopo la vittoria in campionato e in Coppa Italia. «E’ bellissimo potersi giocare il terzo trofeo della stagione in casa — spiega Inzaghi — vincere la Supercoppa sarebbe qualcosa di eccezionale, ci permetterebbe di fare il triplete prima della Juve, unica squadra in Europa per ora… L’unico indisponibile sarà Malomo, gli altri stanno bene. E’ incredibile la mentalità che hanno acquisito i ragazzi, mi sorprendono giorno dopo giorno. È incredibile quello che abbiamo fatto, non mi aspettavo di dominare così. Non avrei mai pensato che vincessimo anche la Coppa Italia, invece siamo rimasti concentrati sul pezzo e poi abbiamo fatto una grande partita a Cremona. Mi auguro che dopo dieci giorni che non abbiamo giocato, la squadra riesca ad attaccare la spina per l’ultimo grande sforzo, anche se il regolamento è strano e ci penalizza». Dall’altra parte Giovanni Stroppa punta al successo e strizza l’occhio a Inzaghi. «Quando allenavo la Primavera del Milan — spiega l’allenatore del Foggia — lui giocava ancora: adesso ci incontreremo e devo dire che la stagione è stata molto positiva per entrambi. Abbiamo l’opportunità di portare a casa un altro obiettivo e ce la metteremo tutta, come sempre». […]

Ore 14.30 – (La Nuova Venezia) Venezia e Foggia si ritrovano avversari in campo a distanza di 9 anni. Stagione 2007-2008, gironi della Serie C/1 a macchie di leopardo, Venezia a scendere a Cava dei Tirreni, Pagani, Manfredonia e, appunto, Foggia. Il 7 ottobre 2007, pareggio (1-1) al Penzo con reti nel primo tempo di Veronese (27’) e nella ripresa di Del Core (36’). Al ritorno (17 febbraio 2008) fu sufficiente la zampata di Di Roberto dopo 2’ di gioco. In precedenza c’era stati tre anni di confronti. Stagione 1997-1998, in Serie B, annata trionfale per gli arancioneroverdi di Walter Novellino, annata nera per i rossoneri, che retrocedono in C/1. Appuntamento fissato dal calendario alla seconda giornata: a Foggia il Venezia passa di misura (2-1) con Schwoch (25’) e Cossato (35’) che negli ultimi venti minuti rovesciano lo svantaggio creato dall’autorete di Fabiano Ballarin (21’). Al Penzo, i pugliesi vanno sotto dopo solo 7’ con il guizzo di Ciccio Pedone, ma quel gol rimarrà isolato. L’anno prima, sempre in Serie B, Di Michele (12’ del primo tempo ) e Zanchetta (28’ del secondo tempo) avevano steso il Venezia di Walter De Vecchi e Franco Fontana in casa. Nel match di ritorno, a Sant’Elena, Venezia ancora in svantaggio per il gol di Di Michele (12’), prima dell’intervallo arrivò il pareggio di Bellucci (43’), che firmò la doppietta personale poco dopo la mezzora (32’) della ripresa. Un rigore di Bresciani (6’ del secondo tempo) regalò la vittoria al Foggia nel secondo turno d’andata della stagione 1995-1996, Venezia guidato in panchina da Pippo Marchioro. Venezia che mancò la vittoria anche nel match di ritorno (1-1).

Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) A caccia del triplete. Il Venezia ci prova, Foggia permettendo. Venezia che dovrà vincere, come era accaduto con il Matera nella finale di ritorno di Coppa Italia. Il pareggio non basterà alla truppa di Pippo Inzaghi, visto che in caso di arrivo a pari punti il Foggia sarà privilegiato dalla miglior differenza reti (+2 contro +1), frutto dei risultati ottenuti dalle due squadre contro la Cremonese. È l’ultimo atto della stagione per il Venezia, un’annata trionfale, che potrebbe diventare indimenticabile. Solo lo Spezia di Michele Serena nel 2012 ha centrato il triplete in Lega Pro. Buona la risposta del pubblico con 2.500 biglietti venduti in prevendita fino a ieri, e una massiccia presenza di tifosi del Foggia (530). […] Difesa arroccata attorno a Domizzi e Modolo con Zampano a destra e Garofalo a sinistra, Bentivoglio in cabina di regia con Falzerano e capitan Soligo pronti a sganciarsi verso l’area pugliese. Moreo e Geijo, i due bomber del Venezia, non dovrebbero mancare all’atto finale, ampio ballottaggio per la terza maglia tra il recuperato Marsura, il guizzante Fabiano, ma anche Caccavallo, che sta chiudendo in crescita la stagione. Foggia. Agnelli squalificato, Empereur, Faber e Martino infortunati nel Foggia. «La formula della Supercoppa trasforma la gara di Venezia come una vera e propria finale. Il Foggia ha due risultati su tre a disposizione? Questa situazione non cambierà il nostro modo di affrontare la partita», ha osservato Giovanni Stroppa, tecnico dei rossoneri pugliesi, «è l’ultima gara della stagione, ma la squadra non molla niente».

Ore 13.30 – (Gazzettino) Svolta clamorosa all’Abano. Dopo venticinque anni il presidente Gildo Rizzato è pronto a fare un passo indietro e a lasciare la gestione di prima squadra e juniores in mano a Stefano Zarattini. Si profila un’operazione analoga a quella di un paio d’anni fa, quando il patron della Luparense prese il titolo di serie D dal San Paolo, che mantenne invece il settore giovanile in via Canestrini. La cessione del titolo non comporterebbe comunque un disimpegno totale di Rizzato, che magari con la qualifica di vice presidente del nuovo sodalizio (forse Luparense Abano il nome) porterebbe avanti in territorio aponense il vivaio neroverde nell’ottica di creare un settore d’elite per le nuove leve. Prima squadra e juniores invece traslocherebbero appunto a San Martino di Lupari. E tutto lascia pensare che la gestione tecnica possa essere affidata ad Andrea Maniero, che appena pochi giorni fa aveva dichiarato a Rizzato di non proseguire il rapporto con l’Abano perché non c’erano più le condizioni (budget a disposizione) per andare avanti insieme. Insomma, Maniero sarebbe coinvolto nell’operazione, tanto più che Zarattini nutre nei suoi confronti una grande stima. E il direttore sportivo, come già affermato in tempi non sospetti, avrebbe l’intenzione di portarsi al seguito in questa nuova esperienza il tecnico Luca Tiozzo, con il quale il feeling è totale. C’è un però: Tiozzo si sarebbe già promesso all’Adriese, e adesso invece farebbe carte false per seguire Maniero, che sul Gazzettino pochi giorni fa lo aveva etichettato come il direttore più bravo in circolazione. Una cosa è certa: anche se si fosse promesso ai rodigini, di sicuro non può avere ancora firmato un contratto dato che fino al 30 giugno (data di chiusura della stagione) resta un tesserato dall’Abano. Per cui non ci dovrebbero essere particolari ostacoli. […]

Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Luparense e Abano unite insieme, per riportare la Serie D a San Martino di Lupari e soddisfare le infinite ambizioni del “vulcanico” presidente sammartinaro Stefano Zarattini. È questa la clamorosa trattativa di cui si è avuta notizia nelle ultime ore: una pazza idea, la cui realizzazione è da giorni al vaglio delle parti e che comunque richiederà diverse settimane di attesa, ma che potrebbe decollare e cambiare radicalmente la geografia del calcio padovano. […] Il proprietario della Luparense ha provato diverse strade per compiere almeno un altro salto in avanti: dapprima proprio con la Vigontina, nel frattempo però retrocessa in Eccellenza, quindi con l’Altovicentino, pista poi abbandonata vista l’impossibilità di una fusione tra squadre di province diverse. A quel punto si è rivolto direttamente a Gildo Rizzato, patron dell’Abano, mettendo sul piatto una cifra considerevole (si parla di alcune centinaia di migliaia di euro) per rilevare il titolo sportivo dei neroverdi e riportare quindi la Luparense subito in quarta serie. Da entrambe le parti si sta lavorando da giorni, sottotraccia, proprio per verificare la praticabilità di questa ipotesi. Se ogni tassello andrà al proprio posto, l’idea è che la Serie D si trasferisca a San Martino di Lupari (non è ancora chiaro se tramite fusione o semplice passaggio del titolo sportivo) e che l’ampio vivaio neroverde rimanga all’ombra dei Colli. I retroscena più clamorosi, però, riguardano quella che potrebbe essere l’impostazione tecnica della nuova realtà: Zarattini acquisirebbe dall’Abano il “pacchetto completo”, portandosi a casa il titolo sportivo e il direttore generale Andrea Maniero. Il quale, a sua volta, potrebbe dare il benservito ad Enrico Cunico, che con Zarattini aveva in mano l’intesa già da tempo per l’Eccellenza, in caso di affare concluso con la Vigontina. Maniero, avvistato mercoledì sera proprio a San Martino ad assistere a gara-2 della semifinale playoff di futsal dei Lupi, a quel punto farebbe carte false per portare con sé il tecnico che quest’anno ha fatto le fortune degli aponensi, Luca Tiozzo, il quale due giorni fa ha però firmato con l’Adriese. […]

Ore 12.30 – (Gazzettino) Alla fine ha prevalso il senso di appartenenza: Stefano Marchetti sarà il direttore generale del Cittadella anche nella prossima stagione. Le chances della sua permanenza a Cittadella erano cresciute in questi ultimi giorni, dopo che Andrea Gabrielli aveva detto che avrebbe fatto tutto il possibile per trattenere Marchetti, e di fronte a questa precisa e ferrea volontà, il dirigente è rimasto. Ma mai come questa volta Marchetti è stato vicinissimo a lasciare la società granata, come egli stesso ammette: «Mi era giunta una proposta irrinunciabile per mille motivi, se avessi avuto l’ok da Gabrielli avrei firmato per il Chievo. Si parlava di serie A, di una società che stimo molto e apprezzo, con un grande presidente come Campedelli che conosco e che ringrazio della fiducia che aveva riposto nella mia persona. Poi c’era Maran, con il qualche sono molto amico e legato, l’ho avuto anche a Cittadella». Sono quindi stati accantonati i richiami delle sirene del Chievo, della serie A, che avevano sì ammaliato e convinto Marchetti – rimasto in bilico sino all’ultimo – ma non tanto da spingerlo ad andare contro la volontà di Andrea Gabrielli, nonostante da Verona dessero per fatto l’accordo. Niente a che vedere con l’interesse del Carpi di due stagioni fa. «Questa era tutta un’altra storia», sottolinea Marchetti, che rivela cosa ha fatto pendere la bilancia ancora una volta a favore del Cittadella: «Ho deciso giovedì sera, quando mi sono trovato a cena con il presidente. Solo noi due. Ci siamo guardati negli occhi, abbiamo parlato e mi ha fatto capire chiaramente che non mi avrebbe mollato. Ed io l’ho sempre detto: non sarei mai andato via da Cittadella se non avessi avuto il benestare del mio presidente. Mai avrei fatto un torto a questa piazza, a questi colori, a Gabrielli e a tutte le persone che mi vogliono bene e mi sono vicine oramai da vent’anni». Così è stato. «Il Cittadella per me viene prima di tutto. Ci sono valori, affetti e cuore che mi legano ad Andrea Gabrielli e alla sua famiglia». […] Fatto il direttore generale, sotto adesso con il tecnico. Anche in questo caso sarà una conferma. «Sicuramente riparto da Venturato – dice senza esitazioni Marchetti – Parlerò con lui ad inizio della prossima settimana, anch’egli ha staccato la spina per qualche giorno. Ci rivedremo in occasione della cena sociale di fine anno e ci metteremo d’accordo, ma la mia intenzione è chiara. Venturato è l’allenatore al quale credo, ha lavorato bene».

Ore 12.00 – (Gazzettino) Ieri è stato un giorno doppiamente significativo per i colori granata. Accanto alla conferma del diggì Stefano Marchetti sono arrivate le convocazioni di Luca Valzania e Marco Varnier con l’Italia under 21 di Luigi di Biagio in vista del campionato europeo che si svolgerà in Polonia. Sono ventisette i calciatori chiamati da lunedì a mercoledì a Roma nel raduno della squadra azzurrina, prima tappa di un percorso che proseguirà il 3 giugno a Trigoria con un nuovo ritrovo prima delle convocazioni ufficiali per il torneo continentale. Per il difensore Varnier si tratta della terza esperienza in maglia azzurra, dopo l’Under 19 e l’Under 20, mentre Valzania approda nell’Under 21 dopo avere indossato la maglia della B Italia.

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) «L’A.S. Cittadella e Stefano Marchetti lavoreranno ancora assieme. Dopo un campionato fantastico che ha portato i granata a lottare per la Serie A fino all’ultimo, la stagione 2017/18 ripartirà ancora una volta con al timone Stefano Marchetti nelle vesti di Direttore Generale». Tutto come previsto, l’ufficialità era attesa per ieri, e nel tardo pomeriggio sul sito del club è apparsa la nota che avete appena letto. Il sodalizio tra il 53enne dirigente nativo di Fontaniva e la famiglia Gabrielli prosegue, con soddisfazione totale da ambo le parti. Il Chievo dovrà puntare altrove le attenzioni per coprire il “buco” aperto mesi fa con l’uscita di scena dell’ex d.s. Luca Nember. Il patron scaligero Luca Campedelli, che aveva individuato in Marchetti il manager in grado di occupare quella casella e di aprire un ciclo nel club della Diga, oltretutto in Serie A, è stato «un signore», per dirla con le parole del d.g.. «Ci tengo a ribadirlo», ha rivelato Marchetti subito dopo l’annuncio della sua permanenza nella città murata, «mai come stavolta sono stato tentato da un’offerta così allettante. L’amicizia con Maran (allenatore dei gialloblù ed ex granata, ndr) ed il rapporto con lo stesso Campedelli sono valori importanti per il sottoscritto, in precedenza non ero stato così vicino a cambiare. Ma voi sapete quanto io ami il Citta, il legame quasi viscerale che ho con questi colori, e quando Andrea mi ha detto: “Guarda, Stefano, non è il momento”, mi sono sentito l’inferno dentro lo stomaco. Come potevo fare una cosa contro il volere di persone a cui sono legato da 20 anni?». […] «Se sono rimasto, è perché voglio far bene», le uniche parole spese in proposito dal dirigente. I primi “nodi” da sciogliere legati al futuro del gruppo di Venturato (la cui riconferma in panchina è scontata) riguardano le posizioni dei giocatori in scadenza di contratto e di quelli in prestito, in attesa di individuare i 4 o 5 innesti necessari per un ulteriore salto di qualità. […]

Ore 11.00 – (Corriere del Veneto) Al calar della sera, quando l’orologio segna quasi le 19, arriva l’annuncio ufficiale di una decisione presa con grande sofferenza e dopo un paio di notti trascorse a riflettere: Stefano Marchetti resta al Cittadella, andrà avanti con Andrea Gabrielli e dice no al Chievo e al suo presidente Luca Campedelli. Non è una scelta clamorosa, per chi conosce la realtà granata e il legame quasi di sangue esistente trail dg e la famiglia Gabrielli. In queste settimane i dubbi e i tentennamenti di Marchetti piano piano erano stati spazzati via e il dg si era convinto al grande passo. La cena andata in scena giovedì sera, però, ha prodotto il nuovo ribaltone: Marchetti si è presentato da Gabrielli comunicando che la sua scelta era quella di tentare l’avventura a Verona, sponda Chievo. Dopo tanti anni riteneva il club di via Galvani una grande opportunità professionale, gli avrebbe dato la possibilità di fare la serie A, in panchina ci sarebbe stato un suo pupillo come Rolando Maran. Insomma, tutto pareva incastrarsi alla perfezione, eccetto che per una cosa: l’opposizione netta di Andrea Gabrielli, che di fatto ha chiuso la strada alla sua partenza, preoccupato da una successione che, evidentemente, non lo convinceva in nessuna delle varie soluzioni prospettate (l’ultima delle quali portava addirittura a Stefan Schwoch, avvistato nelle ultime quattro partite casalinghe dei granata, mentre Marchetti, sempre che il presidente glielo avesse chiesto, avrebbe indicato uno fra Giorgio Zamuner, Ivone De Franceschi e Alberto Briaschi). […]

Ore 10.20 – (Gazzettino) Chi sa di avere invece il futuro già segnato è Brevi, dal momento che la sua esperienza biancoscudata può essere considerata al capolinea. Anche con Zamuner sempre in sella. Troppo marcata la frizione che si è venuta a creare tra i tifosi e il tecnico milanese, ragione per la quale sarebbe improponibile presentarlo sulla panchina anche nel prossimo campionato. Ecco allora che la scelta del nuovo allenatore dipenderà, ancora una volta, dai programmi che saranno partoriti nella stanza dei bottoni: se il Padova punterà ancora in alto si vaglierà tra alcuni profili di una certa caratura, se le ambizioni saranno ridimensionate si punterà su un tecnico abile magari a valorizzare anche qualche giovane. […]

Ore 10.10 – (Gazzettino) Tanto che negli ultimi giorni non è mancata la visita di qualche agente, passato a trovare il direttore generale Giorgio Zamuner proprio con l’obiettivo di sondare l’aria che tira. Dicevamo che i giocatori in questi giorni restano alla finestra, ma lo stesso vale proprio anche per Zamuner, che ha visto rinnovarsi automaticamente il suo contratto per la prossima stagione in virtù del migliore posizionamento finale (quarto posto) rispetto a un anno fa (quinto). Nonostante qualche rumors di mercato più o meno timido che lo riguarda, la volontà del direttore generale è poter continuare a lavorare all’ombra del Santo per portare avanti un lavoro impostato quest’anno nell’ottica di una proiezione almeno biennale. […]

Ore 10.00 – (Gazzettino) Siamo ormai alla stretta finale per capire il futuro del Padova. Tra lunedì e martedì è atteso infatti il nuovo e decisivo confronto tra i soci, al termine del quale saranno svelati i piani in vista della prossima stagione. A fronte dell’attuale situazione di stallo, restano alla finestra in attesa di conoscere gli scenari futuri anche i protagonisti del campionato appena concluso, vale a dire i giocatori. La maggiore parte dei quali ha già in tasca il contratto per la prossima annata, ma intende capire se sarà sempre un Padova con traguardi ambiziosi, oppure si propenderà per un ridimensionamento del progetto tecnico. Ipotesi quest’ultima che potrebbe magari indurre più di qualcuno a guardarsi attorno, finendo per accettare le sirene provenienti da altre piazze.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) A partire da oggi tutti i giocatori sono liberi, ma di sicuro la gran parte di loro, almeno fino alla prossima settimana, starà con l’orecchio teso per capire cosa succederà all’interno della società. Difficilmente, infatti, durante la conviviale di ieri i soci si sono sbilanciati di fronte al gruppo: bisognerà perciò attendere ancora qualche giorno per capire se Bergamin e Bonetto andranno avanti insieme o se si giungerà, molto più probabilmente, ad un riassetto degli equilibri della compagine azionaria. Da questa decisione, e da quelle conseguenti riguardanti il direttore generale Zamuner e l’allenatore, dipenderà il futuro di coloro che rimarranno ancora sotto contratto: una quindicina di biancoscudati che, nelle prossime settimane, attenderà di conoscere il proprio futuro, prima di partire per le vacanze. […]

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Cala il sipario sulla Guizza. Si chiudono le porte su una stagione che, come sempre, porta con sé mesi e mesi di lavoro, sorrisi e delusioni. Ieri pomeriggio, con l’ultimo allenamento, il Padova ha salutato definitivamente quello che è stato sin dallo scorso luglio il suo quartier generale, dandosi appuntamento tra un mese e mezzo per l’inizio della nuova annata. […] Ieri è andata in scena una vera e propria sgambata, alle 17.30, con alcuni giocatori che, prima dell’allenamento, hanno ingannato l’attesa dividendosi tra una partita a basket e una a calcio-tennis, sui due campetti vicini agli spogliatoi. Sul campo, poi, niente altro che una partitella a ranghi misti, prima del fatidico “rompete le righe”. In serata, poi, tutta la squadra si è ritrovata per la cena finale organizzata dalla società. Giocatori, staff tecnico, dirigenti e dipendenti del club di viale Rocco si sono riuniti al “Kofler” di via Sarpi, per chiudere comunque con un brindisi la stagione sportiva.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Aspetta il dg Giorgio Zamuner, appeso alle loro decisioni sia sul suo conto, sia per quanto riguarda il budget della stagione per la prima squadra. Che verrà ridotto, questo pare lapalissiano, in assenza dell’ingresso di nuovi soci. Uno ce l’avrebbe in canna Bonetto, nel caso in cui decida di assumere la presidenza e di acquisire la maggioranza di viale Rocco. Attivo nel ramo delle costruzioni e interessato a spalleggiare il titolare di Thema Italia. E Bergamin? Ufficialmente ha già messo le carte sul tavolo, chiarendo quanti soldi potrà impiegare nel prossimo esercizio e facendo capire le proprie intenzioni. Ma sarà davvero così? Più di qualcuno pensa che il presidente abbia un asso nella manica, qualcosa in grado di sparigliare gli attuali equilibri. Poi ci sono gli allenatori, un discorso per ora lontano come un sussurro quasi impercettibile. Non c’è Antonino Asta, esonerato a Lecce e pure a Salò, fra i papabili. Ci potrebbe essere Leonardo Colucci, c’è ancora Bruno Tedino, che non andrà quasi certamente all’Entella, dove il colpo di scena è rappresentato dalla conferma di Giampaolo Castorina. E poi c’è Mauro Zironelli. Lasciando perdere le dichiarazioni e le smentite ufficiali, qualcuno da Padova lo ha sicuramente chiamato. Chi? Mistero…

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) «Il Padova? In questo momento no, non sono interessato». Poche, semplici, parole. Sembra una porta chiusa, quella di Alessandro Banzato, ad di Acciaierie Venete, alla possibilità di un suo ingresso pesante sulla scena salendo sul ponte di comando del club di viale Rocco. Definitivamente o meno, sarà il tempo a chiarirlo. Banzato, dopo una ridda di voci che si sono accavallate nelle ultime settimane, indica delicatamente ma con altrettanta fermezza la via. La chiude, forse la socchiude, volendo dar retta a quel «in questo momento», come se adesso (chissà se più avanti le cose cambieranno o no) non ci fossero le condizioni giuste perché entri nel mondo del calcio. Banzato, attuale vicepresidente del Petrarca rugby, come racconta chi lo conosce bene, ha pensato a lungo alla possibilità di compiere il grande passo. Ma la sensazione, anche se di spiegazioni ufficiali non ne esistono, è che abbia rinunciato non certo per ragioni economiche, ma per qualche altro aspetto non ben chiarito. Nel 2015 i ricavi del suo gruppo hanno superato i 600 milioni di euro, negli ultimi esercizi gli utili di Acciaierie Venete hanno anche sfondato la quota dei 40 milioni. Eccola, la forza economica dell’imprenditore padovano. Attentissimo alla sua gestione del suo gruppo, amante del calcio e più volte tentato da entrarci. Magari lo farà in futuro. […]




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