Live 24! Padova, domenica di relax aspettando le scelte societarie…

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Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Poco più di un chilometro e mezzo in pieno centro a Mestre senza scorte e forze dell’ordine attorno, tra clacson, cori, fumogeni, birre a fiumi e un coro finale che aveva tanto il sapore da ultimo appello a restare per mister Pippo Inzaghi. I tifosi del Venezia Fc, in versione mestrina, hanno salutato con un corteo partito dal fast food di via Torino, l’ultima apparizione pubblica, forse, da allenatore del Venezia di SuperPippo. Un corteo composto da quasi 200 persone, tutte reduci dalla partita del Penzo, bardati di sciarpe striscioni e scooter, si sono dati appuntamento alle 20 per l’ultima festa in strada organizzata per festeggiare la promozione ad un mese e mezzo di distanza dall’obiettivo centrato. […]

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Alex Geijo non ha nemmeno protestato quando l’arbitro Ranaldi di Tivoli gli ha sventolato in faccia, su segnalazione del guardalinee, il cartellino rosso che di fatto ha dato il colpo di grazia ai sogni del Venezia. «Il difensore avversario (Figliomeni, ndr) era entrato da poco e mi ha colpito subito tre volte a palla lontana racconta l’episodio l’attaccante spagnolo così mi sono girato scontrandomi con lui e sono stato espulso. Lo so, non avrei dovuto ma l’ho fatto, peccato, forse sono stupido io a non buttarmi a terra ogni volta che mi colpiscono». E pensare che Geijo nel primo tempo aveva messo a segno il suo dodicesimo gol stagionale dimezzando il 2-0 a favore del Foggia. «Il calcio è così, potevamo segnare uno e più gol, loro si sarebbero aperti e avremmo avuto gioco più facile. Invece ci siamo trovati sotto, loro sono stati bravi nel segnare, noi purtroppo no». […]

Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Nel commentare la sconfitta ha spiegato «Non siamo abituati a perdere, ma partite come questa faranno crescere la mia squadra». Poi ha aggiunto «Quello col Foggia è stato un bell’antipasto di serie B che ci serve per alzare l’attenzione per il prossimo anno». Infine uscendo dalla sala stampa salutando con un ci vediamo, alla domanda dei presenti «Quindi non è un addio?» ha risposto con un «No no, macché addio. Ora riposiamoci, poi penseremo al prossimo anno». A suo modo Pippo Inzaghi, con serpentine degne di quelle che gli riuscivano nelle aree avversarie, ha parlato e chiarito il suo futuro. Poche frasi che assomigliano tanto a dei segnali di distensione, dopo le insistenti voci di un addio dietro l’angolo o quasi, nonostante il contratto che già lo lega al Venezia per la prossima stagione in serie B. Nessuna conferma ufficiale, dunque, ma nemmeno un arrivederci e grazie: motivo per cui nei primi giorni di giugno la trattativa con il presidente Joe Tacopina incentrata in primis sulle ambizioni da cullare sembrerebbe poter riprendere con disponibilità tra le parti alla ricerca della nuova intesa. […]

Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) La partita più bella dell’anno è stregata. Supercoppa e triplete restano solamente bellissimi sogni.
E alla fine potrebbe fermarsi in laguna il tecnico Pippo Inzaghi, il cui futuro resta però da decifrare: decisivo sarà l’incontro con il presidente Joe Tacopina tra una decina di giorni, per proseguire nel tandem vincente con il ds Giorgio Perinetti. Il Venezia deve assistere alla festa del Foggia al Penzo (4-2) e consolarsi con la promozione in Serie B e la Coppa Italia. Sconfitta agrodolce quindi per i lagunari che comunque festeggiano i loro beniamini per un’annata spettacolare che li ha visti protagonisti assoluti del loro girone e mattatori appunto anche in Coppa. Ieri al Penzo si è visto un Venezia esaltante specie nella prima parte di gara che ha creato una marea di occasioni da rete senza riuscire a concretizzarne nemmeno una: tutte annullate da un Guarna, portiere in grandissima forma, che ha difeso in maniera quasi perfetta la propria porta. Al solito la beffa del vantaggio avversario al primo tiro dopo una manciata di palle-gol fallite dai ragazzi di Inzaghi e quasi subito il raddoppio che pare tagliare le gambe ai lagunari che trovano l’impennata d’orgoglio e accorciano,per poi andare nuovamente due gol sotto poco prima del riposo. E in avvio ripresa c’è subito il 2-3 al quale non segue il pari, anzi a 10′ dalla fine c’è il poker rossonero. Partita condizionata dall’assenza di Facchin tra pali, sostituito non adeguatamente da un Vicario che ha responsabilità almeno sulla prima rete, fortse anche sulla seconda. Sulla terza è stata tutta la retrovia a dormire con un Mazzeo che, partito da fuori area, si è fatto trovare smarcato a due passi dalla porta. Errori dietro accompagnati da mancate realizzazioni davanti e così un Venezia davvero bello che ha giocato a ritmi altissimi nonostante il grande caldo – è costretto ad alzare bandiera bianca di fronte a un Foggia quadrato e indubbiamente valido, ma qualitativamente inferiore ai lagunari.
Tanto il nervosismo in campo che i ragazzi di Stroppa sono riusciti a far fruttare a loro favore, arrivando ad esasperare Geijo sino al fallo da espulsione (giusto) commesso su un furbissimo Figliomeni. Ancora una volta il Venezia ha mostrato il proprio carattere e la propria inesauribile voglia di vincere che si sono però scontrate con la maggior concretezza del Foggia. […]

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il velo sul futuro non lo toglie neppure stavolta. Si alza prima che termini la conferenza stampa e quando gli chiedono del futuro, Filippo Inzaghi risponde di getto: «Dovevate essere più rapidi, la conferenza è finita». Poi si sposta alla postazione di Telenorba, tv pugliese, e aggiunge: «No, non è un addio». E poco prima: «Ho un contratto, non vedo grossi problemi. Qui sono felice ma dovremo discutere di alcune cose». È la conferenza stampa del post partita ma le domande sono rivolte al futuro. Maurizio Domizzi parla della sua permanenza, facendo capire che dipenderà dagli obiettivi: «Ho un altro anno di contratto, da qui alla prossima settimana si chiariranno tanti aspetti. La cosa che mi ha fatto firmare subito l’anno scorso è la chiarezza dei programmi, mi piacerebbe che si ricreassero le stesse condizioni. Io ho una posizione un po’ particolare, devo pensare anche alla mia età».

Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) No, non sarà triplete. Ma non per questo l’ultima del Venezia in questo straordinaria stagione sarà ricordata come una passerella triste o come qualcosa da riporre nella cantina insieme agli oggetti da buttare via. No, non arriva pure la Supercoppa a nobilitare la straordinaria cavalcata di Filippo Inzaghi, perché a sollevarla c’è il Foggia di Giovanni Stroppa, che scende in laguna spinto da un’onda rossonera e da circa mille e forse più tifosi in delirio, mescolati in tutti i settori del Penzo. Doveva vincere il Venezia ma finisce 4-2 per i pugliesi, un anno dopo il trionfo griffato Roberto De Zerbi a Cittadella, sempre a queste latitudini, sempre con lo stesso marchio di fabbrica: gioco, spettacolo, qualità tecniche sopraffine di tanti primattori (Mazzeo, Sarno, Coletti, Vacca, Sainz Maza, Loiacono, Guarna) e nessun timore. […]

Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) Un finale troppo nervoso per una gara che aveva sì un trofeo in palio ma non il clima campionato. Alexandre Geijo non cerca scuse sul rosso sventolatogli al 33’ del secondo tempo. «Figliomeni mi ha colpito tre volte nonostante fosse entrato da poco» spiega l’attaccante spagnolo «mi sono girato e mi sono “scontrato” con lui. L’assistente ha visto e poi l’arbitro mi ha espulso. Peccato, perché eravamo partiti bene e potevamo andare in vantaggio. A quel punto si sarebbero aperti e avremmo avuto vita più facile. Loro giocano bene, restano corti ma se fossi andati sull’1-0, l’incontro sarebbe cambiato». Sul futuro, Geijo aspetta di capire i piani societari. «Mi trovo bene qui» aggiunge l’attaccante «e vorrei rimanere. A breve incontrerò i vertici societari». Della serie, evviva la sincerità, Guglielmo Vicario non si nasconde dietro a un dito sull’occasione della prima rete di Deli. «Ho commesso un errore evidente» commenta il portiere «e da quel momento la partita è stata in salita. Il 2-0, invece, era imparabile. Ce la siamo giocata alla pari, anche se gli episodi sono stati decisivi. Faccio i complimenti al Foggia ma il risultato finale non rispecchia l’andamento. Nonostante tutto, è stato un anno importante e di crescita per me». […]

Ore 13.30 – (La Nuova Venezia) Saluta tutti Filippo Inzaghi a fine partita. Il “cinque” anche ai giornalisti e poi gli scappa un «Ci vediamo». «Allora non è un addio» gli si chiede in modo spontaneo e il tecnico non ci pensa un attimo e replica: «Macché addio». E via a passo svelto con un sorriso. Solo pochi secondi prima aveva dribblato i cronisti che gli chiedevano del suo futuro ma dopo non aveva potuto esimersi. Se l’ex milanista sarà ancora alla guida del Venezia la prossima stagione, basterà aspettare ancora qualche giorno; il rientro in laguna del presidente Tacopina è in calendario per il 5 giugno ed è facile prevedere che l’incontro con il piacentino sia tra i primi della sua agenda. Va detto che quest’ultimo ha ancora un anno di contratto ma è indubbio che le parti si debbano sedere attorno a un tavolo per capire se ambizioni e programmi coincideranno. Ed è altrettanto vero che con la chiusura del campionato di serie A, inizierà il valzer degli allenatori. I tifosi veneziani lo hanno acclamato durante la partita come accaduto per tutta la stagione, lui ha risposto ringraziando e salutando. Anche nel commentare la gara con il Foggia, Inzaghi parla di una sconfitta che possa servire per il futuro torneo di serie B. «Noi e loro» dice «siamo stati le squadre più forti della Lega Pro. Abbiamo vinto due trofei ciascuno ma quanto avvenuto stavolta, ci servirà per alzare l’attenzione il prossimo anno: è stato un bell’antipasto di serie B. Abbiamo provato a riaprire la partita sino alla fine ma è inevitabile che si dovessero sfruttare meglio le occasioni all’inizio del primo tempo». […]

Ore 13.00 – (La Nuova Venezia) Il triplete del Venezia resta nelle buone intenzioni e quando il capitano rossonero Giuseppe Loiacono alza al cielo la Supercoppa di Lega Pro, quasi tutti i tifosi del Venezia hanno già abbandonato gli spalti. In pochi restano a vedere la scena, forse ricordando che solo poche settimane fa, con il Fano prima e con il Matera dopo, il prosecco era per Soligo e compagni. A esultare, invece, sono i molti appassionati giunti da Foggia, almeno oltre mille, venuti al “Penzo” dove si è trasferito un pezzo dello “Zaccheria”. Rumorosi per tutta la gara, non c’è solo la Curva Nord a essere piena ma altre centinaia di pugliesi in tribuna centrale. Si vedono, eccome, dopo i gol. E dopo il quarto siglato da Deli, si capisce definitivamente da che parte finisce il trofeo, tanto che la festa rossonera parte ancora prima del triplice fischio dell’arbitro Rinaldi. […]

Ore 12.30 – (La Nuova Venezia) Niente triplete. Pazienza. Ma il mondo va avanti e il Venezia anche, perchè comunque chiude la stagione con campionato e Coppa Italia e il prossimo anno giocherà in Serie B. Non ci saranno suicidi di massa per la mancata Supercoppa, che poi, a dirsela tutta, finisce in buone mani perchè il Foggia se la porta a casa con pieno merito. Si chiude sul 2-4 e se finisce così ci sono parecchi motivi e anche qualche colpa. Troppo facile incolpare Vicario, che in effetti incappa in una giornata balorda. E allora spieghiamo il risultato cominciando da un triplete(???) di clamorose occasioni che il Venezia butta in acqua nel primo quarto d’ora. Un avvio quasi travolgente, quello del Venezia, ma prima Falzerano (miracolo di Guarna) e poi due volte Moreo (nel primo caso scivola a un metro dalla porta, nell’altro è bravo il portiere) sprecano tre palle-gol che gridano vendetta. […]

Ore 12.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sono giorni particolari quelli che stanno vivendo i tifosi del Vicenza, divisi tra l’emozionante ricorrenza dei vent’anni della vittoria della Coppa Italia, il triste presente e il preoccupante futuro. Lunedì sera (ore 20,30) al Menti il Vicenza del presidente Pieraldo Dalle Carbonare e di mister Francesco Guidolin, ricorderà la vittoria della Coppa Italia che il capitano Giovanni Lopez ha alzato dopo il 3-0 nella gara di ritorno. E lo farà con una partita con tutti gli interpreti di quel trionfo, in campo per due tempi di 30 minuti l’uno contro una selezione di tifosi «over 40». «All’andata a Napoli avevamo perso 1-0 e non avevamo giocato come potevamo — ricorda Lopez — eravamo tesi, senza dubbio sentivamo l’importanza della gara. Però al ritorno, giocando davanti ai nostri tifosi ero sicuro di farcela tanto che avevo previsto che avremmo vinto 3-0». Lopez di quel Vicenza era il capitano, un leader e uno dei quattro moschettieri con Viviani, Di Carlo e Murgita. «Beh, ancora adesso non so se Murgita sia sia guadagnato la parte — ride Lopez — il nostro era un gruppo forte e compatto, composto da uomini veri e questo ci ha portato a centrare risultati importanti e forse irripetibili. Nella mia carriera ho avuto la fortuna di vincere un’altra Coppa Italia e una Supercoppa, ma la vittoria ottenuta con la maglia del Vicenza è il ricordo più bello, ha un sapore particolare». […]

Ore 11.30 – (Gazzettino) «Si prosegue assieme». Tre parole che significano tanto, tantissimo. Per Andrea Gabrielli e tutto il Cittadella, che avrà ancora Stefano Marchetti come direttore generale, uomo tuttofare della società. Un epilogo tanto veloce quanto felice per i colori granata, che mai come questa volta sono stati vicinissimi a perdere Marchetti. «L’attrazione esterna era davvero forte, si capiva che c’erano in ballo argomenti più importanti rispetto al passato, però Stefano ha sempre lasciato a me la decisione finale», spiega Gabrielli. Che prosegue: «Una volta girata pagina, resta da noi felice di continuare». […] Con Marchetti è stato posto il primo tassello. Tenere l’attuale diggì significa che il Cittadella punterà ancora più in alto rispetto al recente passato? «Significa avere una certa garanzia nel modo di lavorare, di portare avanti la gestione societaria. In tutti questi anni che è da noi ha sempre dimostrato grande professionalità, ci sa fare. E i risultati ottenuti nel campionato appena concluso ci restituiscono grande voglia di fare bene anche nella prossima stagione». Alziamo l’asticella, presidente? «Quest’anno ci siamo salvati senza gli affanni sempre sostenuti nelle precedenti esperienze in serie B. Non possiamo dire che giocheremo per puntare alla serie A, ma non vogliamo nemmeno vivere con il mal di testa…». […] Immaginiamo sia ancora presto, ma ha cominciato a spulciare la rosa del Cittadella e a fare qualche nome per rinforzarla? «No, è ancora prematuro. I campionati nemmeno sono conclusi, c’è tempo. Marchetti di sicuro avrà i suoi nomi, ma il foglietto con la formazione comincerà a girare più avanti…». […]

Ore 11.00 – (Mattino di Padova) «Stavolta abbiamo sofferto di più rispetto alle scorse stagioni, ma ero convinto che alla fine Stefano sarebbe rimasto qui». Giancarlo Pavin, vice-presidente del Cittadella, ci ha sempre creduto, ma non nasconde di avere temuto di perdere il “suo” direttore generale. Marchetti è stato davvero vicino a lasciare i colori granata per approdare al Chievo. «La decisione spettava solo e soltanto a lui e, comunque, l’avremmo capita e rispettata, anche se se ne fosse andato. La prospettiva di lavorare in Serie A era allettante e l’ambizione a farlo condivisibile. Ma è rimasto e ora siamo felici». Gli ha parlato nelle ore che hanno precedeuto la decisione? «No, ho preferito non sovrappormi al presidente. Lo farò lunedì sera, alla festa di fine stagione. Ma Stefano sa quanto gli voglia bene, senza bisogna che gli dica altro. È un ragazzo (Pavin usa proprio questa parola, a dispetto dei 53 anni e mezzo del dirigente fontanivese, ndr) che ho visto crescere. Me lo ricordo quando muoveva i primi passi all’interno della società, desideroso di imparare. E Angelo Gabrielli è stata la persona che più di tutte gli ha insegnato cosa fare. Il resto l’ha fatto la sua indubbia competenza, la sua grande conoscenza del calcio. Anche se adesso Stefano è un direttore sportivo importante, ha mostrato grande rispetto per questa società, consapevole di essere parte della famiglia». La conferma di Marchetti è il primo “colpo” del mercato granata. E le strategie da adottare nella prossima stagione saranno sicuramente state al centro del colloquio decisivo fra Andrea Gabrielli e il d.g., compreso il budget a disposizione per provare a ritentare la scalata alla A. «Credo che Andrea sia stato esplicito nel confronto. Una base solida di giocatori c’è e l’impegno è quello di costruire un gruppo in grado di comportarsi ancora meglio. Poi i fattori in gioco nel calcio, lo sapete, sono sempre tanti, e basta poco perché le cose non vadano come vuoi, ma gli ingredienti per fare bene ci sono». […]

Ore 10.30 – (Gazzettino) Purtroppo nel momento cruciale è mancato qualcosa, e la gente si ricorda solo il finale. Ma non dobbiamo dimenticare che in un campionato difficile con squadre che hanno speso più del Padova, abbiamo conquistato 66 punti come il Pordenone, alternando magari periodi buoni ad altri meno, ma ottenendo anche alcune vittorie importanti». […] Spostandoci di nuovo alle questioni personali, il messaggio è forte e chiaro. «Ho il contratto anche per la prossima stagione. Nella mia testa c’è solo la volontà di continuare a giocare il più a lungo possibile e di farlo con il Padova. Se potessi, prolungherei subito il mio contratto».

Ore 10.20 – (Gazzettino) Intanto la dirigenza al completo venerdì sera ha chiuso la stagione cenando al Kofler con giocatori e staff tecnico, in attesa di svelare a stretto giro di posta i nuovi rapporti di forza in seno al club e programmi. «L’altra sera ci hanno comunque ringraziato per la stagione, poi hanno le loro cose da valutare. Io mi auguro solo di ritrovare più compagni possibili l’anno prossimo, perché al di là di tutto abbiamo disputato un campionato dignitoso.

Ore 10.10 – (Gazzettino) «Ne abbiamo parlato tra di noi. Siamo in tanti ad avere il contratto per il prossimo anno e anche i compagni che sono in scadenza, se dipendesse da loro, firmerebbero domani perché sappiamo di avere lasciato qualcosa d’incompiuto e vogliamo tutti riscattarci». A distanza di due settimane la ferita per l’eliminazione al primo turno dei play off è ancora aperta, ma le parole di Francesco Dettori fanno chiaramente intuire che tra i biancoscudati serpeggia già il desiderio di rivalsa pensando alla prossima stagione. E il centrocampista fa un anche un paragone. «Mi viene in mente il Foggia. L’anno scorso era strafavorito eppure ha perso la finale play off con il Pisa, quest’anno non ha smantellato la squadra facendo qualche intervento mirato e ha vinto il campionato. Può essere un esempio da seguire, abbiamo le potenzialità per fare ancora meglio».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Sarà sufficiente, invece, un pareggio all’Under 17, che alle 15 se la vedrà con l’Unicusano Fondi. Anche i biancoscudati di Josè La Cagnina possono approfittare del vantaggio del miglior posizionamento in campionato, per far fruttare al massimo il 2-2 ottenuto sette giorni fa in Lazio. Tuttavia il Fondi si è dimostrato un osso duro, all’andata ha rimontato due volte lo svantaggio, ma non è riuscito a vincere nonostante la superiorità numerica maturata per l’espulsione del portiere biancoscudato Castaldo. In caso di passaggio del turno, entrambe le formazioni giocheranno la final four a giugno sulla riviera romagnola, con semifinali e finali in gara unica.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Ecco perché oggi sugli spalti dello stadio Appiani sono attesi sia il numero uno Bergamin che i due Bonetto, padre e figlio, oltre al presidente del settore giovanile Poliero. L’appuntamento è doppio, con le due formazioni giovanili nazionali che proveranno a strappare il pass per la final four che assegnerà lo scudetto di categoria. Si comincia alle 11, quando l’Under 15 sarà chiamata a ribaltare il 2-1 subìto nei quarti di finale d’andata contro il Livorno. Alla formazione di Lorenzo Simeoni basterà vincere con qualsiasi punteggio per approdare alla semifinale in virtù del miglior posizionamento nella graduatoria conclusiva della regular season. […]

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La stagione della prima squadra del Padova si è chiusa definitivamente venerdì, con la cena dei saluti tra dirigenti, giocatori e staff tecnico. Eppure, per la società, non è ancora tempo di calare il sipario su quest’annata. Il sogno, nemmeno troppo velato, del club di viale Rocco è quello di riportare in città uno scudetto giovanile, traguardo che rappresenterebbe il punto più alto del ciclo Bergamin-Bonetto dopo la promozione in Lega Pro del 2015. E sarebbe, oltretutto, un risultato che certificherebbe la bontà del lavoro svolto sul vivaio, considerato soprattutto che la nuova dirigenza ha dovuto ricostruire il settore giovanile quasi da zero dopo la diaspora causata dal fallimento sportivo di Penocchio e Cestaro.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Una partita a scacchi. Mossa e contromossa, con tutto quello che ne consegue. Passano i giorni e si avvicina sempre di più il momento della resa dei conti definitiva fra Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto. La cena di fine stagione andata in scena al ristorante Kofler venerdì sera è stata circondata da un’atmosfera non certo serena, con i due soci mai così lontani e con Oscar Brevi che pareva quasi essere un commensale seduto a forza al tavolo con la squadra. Vista la certezza del benservito al prossimo 30 giugno, l’allenatore è parso davvero dimesso e non ha quasi proferito parola, ma tutte le attenzioni si sono concentrate in realtà sulle mosse dei due soci storici, che dall’estate 2014 tengono il timone sul ponte di comando. Tutti si chiedono se davvero Bergamin sia pronto a lasciare la scena così rapidamente, senza un asso nella manica. Quell’asso che il presidente, a differenza di quanto non appaia, potrebbe effettivamente avere nascosto, pronto a estrarlo nel momento opportuno. Oltre ad Alessandro Banzato, il cui sbarco in società è nella migliore delle ipotesi congelato come da dichiarazioni del diretto interessato, ci sarebbe anche un’altra pista segretissima tutt’ora in ballo e che potrebbe sparigliare tutte le carte sul tavolo. […] Sul fronte Bonetto non si registrano novità significative: il socio attivo nel ramo delle costruzioni con cui l’ad biancoscudato sta trattando da alcuni giorni, ha rinviato all’inizio della prossima settimana una risposta definitiva, tanto che potrebbe essere chiesto un rinvio della riunione prevista per domani sera. Se dovesse prendere il comando il numero uno di Thema Italia, l’unica certezza sarebbe la conferma di Zamuner, direttore generale che ha riguadagnato la fiducia di chi, di fatto, ne ha avallato la candidatura nell’estate del 2016 nonostante l’opposizione all’esonero di Brevi dopo il ko col SudTirol che, di fatto, ne aveva fatto precipitare le quotazioni. […]




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