Live 24! Padova, la “nuova” società Biancoscudata è al lavoro per preparare la nuova stagione

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Ore 20.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Gianluca Atzori ha incontrato qualche giorno fa la dirigenza del Bassano. È questa la novità più importante emersa nelle ultime ore legata al futuro della panchina, che non vedrà la conferma di Valerio Bertotto, lasciato libero prima della scadenza del suo contratto previsto per il prossimo 30 giugno. Non è detto che sia Atzori il prescelto, ma da ieri si sa con certezza che l’ex allenatore della Reggina ha visto il direttore generale Werner Seeber e lo stato maggiore del club. Dopo Wiliam Viali e Mario Petrone, dunque, ecco un altro autorevole candidato far compagnia a colleghi che, come lui, attendono la decisione finale di Renzo e Stefano Rosso, che come da tradizione si prendono tutto il tempo necessario per decidere. A proposito del presidente: il suo ritorno in Italia è annunciato per lunedì 12 giugno, quando dovrebbero essere sciolte le riserve sulla futura guida tecnica del Bassano. Fra conferme e smentite fra i candidati potrebbe esserci pure Giuseppe Magi, che ha rescisso il contratto con il Gubbio e che è stato sondato con decisione pure al Padova, fra i potenziali profili nell’orbita giallorossa. […]

Ore 19.30 – (Giornale di Vicenza) Senza l’appoggio dell’imprenditoria locale il Bassano adesso non esisterebbe più. Almeno a livello professionistico. Mica perchè i Rosso non avessero i mezzi per tirare avanti, figurarsi. Ma proprio perchè quattro anni fa, alla vigilia dell’annata boom di Petrone, Renzo e Stefano non ne volevano sapere di andare avanti da soli, chiedevano l’adesione e il coinvolgimento della città che affiancasse loro e il vicepresidente Roberto Masiero in questa avventura. E la risposta è stata sorprendente: già il giugno successivo erano 12 i soci di riferimento. Adesso sono diventati 21 partner forti, espressione significativa delle forze produttive del Bassanese. Ma alle loro spalle pulsano altri 50 supporter commerciali e pubblicitari che irrobustiscono il contesto societario. Su queste rinnovate basi il Soccer Team ha rivisitato i piani, scegliendo questa estate di uscire dal limbo della perenne outsider che gioca a strabiliare e provare invece a prendere di petto il torneo di Lega Pro elevando la qualità degli obiettivi. Indicativamente un piazzamento tra le prime cinque confidando poi di fare strada nei playoff. E all’orizzonte si staglia il progetto del Bassano Stadium, la pietra angolare di ogni velleità futura della Virtus che entro fine mese dovrebbe conoscere il primo verdetto.

Ore 19.00 – (Giornale di Vicenza) La svolta tre anni fa. Quando sull’onda lunga della double campionato/supercoppa nella magica stagione 2014, Bassano ha smesso di essere soltanto il club di Renzo e Stefano Rosso ma è diventato il sodalizio dell’intero territorio, convogliando un mucchio di imprenditori di punta del circondario a fianco della causa giallorossa. Alzando adesso l’asticella delle ambizioni. Cominciamo oggi un viaggio per conoscere tutti i soci della galassia virtussina, propositi e obiettivi.«L’idea vincente della famiglia Rosso è stata quella di allargare la compagine sociale – spiega Francesco Bernardi di Chrysos -; stiamo lavorando con un entusiasmo crescente e questo ci fa ben sperare per il futuro della nostra società. Con grande attenzione al settore giovanile, poiché riteniamo fondamentale investire sul vivaio». Sulla stessa lunghezza d’onda si sintonizza Paolo Moresco. «Mi è sempre piaciuta l’idea di poter dare un contributo alla mia città con l’intenzione di fare squadra – ammette – al Bassano, seppur siamo imprenditori con interessi diversi ci accomuna il medesimo spirito. La famiglia Rosso ha avuto il merito di riunirci creando una formazione in grado di fare squadra ovunque, non solo nel mondo del calcio ma anche con iniziative speciali come quella degli aiuti per l’ospedale “San Bassiano”». […]

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Inizia il conto alla rovescia verso la fumata bianca che, entro pochi giorni, dovrebbe registrare la conferma ufficiale da parte del presidente Joe Tacopina della mente (il ds Giorgio Perinetti) e del braccio (l’allenatore Pippo Inzaghi). Il numero uno del Venezia sarà operativo da martedì al 14 giugno, poco più di una settimana per fugare tutti i dubbi e far partire il progetto-serie B, programmazione finora abbozzata con il ritiro fissato a Sappada (8-16 luglio e 23 luglio-4 agosto). Inoltre Perinetti e Inzaghi hanno cominciato a confrontarsi, ma solo sui giocatori che non vestiranno più la maglia arancioneroverde. Dai diretti interessati nessuna indiscrezione ma le posizioni in bilico sembrano quelle dei portieri Vicario e Sambo, i difensori Malomo, Galli e Pellicanò (oltre a Baldanzeddu e Luciani al rientro dai prestiti), a centrocampo Soligo, Acquadro e Pederzoli, in attacco Ferrari e Tortori, tutti quanti comunque sotto contratto e quindi da sistemare. Ad oggi le regole per l’allestimento delle rose non sono ancora note, ma non dovrebbero discostarsi molto da 18 over (anzichè 16), under 21 illimitati e due giocatori bandiera con 4 anni consecutivi di tesseramento per la stessa società (quindi Cernuto è bandiera, Soligo no). […]

Ore 17.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Martedì è il giorno di Joe Tacopina, che fa rientro in Italia e vedrà tutto lo stato maggiore del Venezia, dal dg Dante Scibilia al ds Giorgio Perinetti e mister Filippo Inzaghi. Il nodo più spinoso riguarda non tanto il budget, già definito con un assestamento dei costi dopo le ultime due stagioni, quanto piuttosto la posizione dell’allenatore. Il quale, nonostante le dichiarazioni ufficiali non si siano mai spinte a prospettare l’addio, non è ancora del tutto convinto di rimanere al suo posto. Per questo saranno decisive le rassicurazioni presidenziali, anche se in serie A al momento Superpippo non pare avere pretendenti. Il Sassuolo, per bocca del suo patron Giorgio Squinzi, ha escluso un ritorno di fiamma con una frase inequivocabile e per certi versi piccata («Certi treni passano una volta sola») e a Verona rimarrà Pecchia. Rimarrebbero Carpi o Benevento, che potrebbero cambiare allenatore anche in caso di promozione nella massima serie. Insomma, la situazione attuale non concede apparentemente alternative di spessore a Inzaghi, che in serie B difficilmente abbandonerebbe il Venezia. Sul mercato per adesso si guarda soprattutto alle uscite: l’Avellino e il Pescara hanno espresso interesse per Marsura , che tuttavia dovrebbe rimanere, mentre su Caccavallo ci sono Avellino e Padova. […]

Ore 17.00 – (La Nuova Venezia) Giorgio Perinetti sarà oggi e domani in Emilia per seguire i quarti di finale del campionato Primavera, magari per adocchiare qualche giovane che per età andrà fuori dalla lista dei 18 senior, da proporre a Inzaghi. «Sono appuntamenti ai quali non si può mancare» spiega il responsabile dell’area tecnica del Venezia, «si vedono le partite dal vivo, si approfondiscono le conoscenze dei giocatori, soprattutto è l’occasione per incrociare tutti gli addetti ai lavori. Per fortuna le partite sono in orari differenti tra Sassuolo e Parma, quindi in teoria si possono vedere tutte». […] Si aspetta il ritorno di Tacopina per definire nei dettagli i programmi. «I giocatori sono tutti sotto contratto, Cernuto era l’unico in scadenza con cui potevamo chiudere in settimana essendo anche extra lista come giocatore bandiera. Soligo deve avere pazienza, ha manifestato l’intenzione di continuare a giocare e ne siamo felici, però anche in Serie B c’è un numero definito di senior» . […] Rimane aperta la questione Moreo. «Noi vogliano tenerlo e faremo scattare il riscatto come concordato lo scorso anno, poi l’ultima parola spetterà alla Virtus Entella». Il Pisa, che ha già manifestato la volontà di risalire subito dalla Lega Pro, ha adocchiato Alex Pederzoli, andato fuori lista a gennaio e legato al Venezia anche per la prossima stagione, mentre l’Avellino ha messo nel mirino Caccavallo e Marsura. Rientrano Baldanzeddu (dal Catania) e Luciani (dall’Arezzo), entrambi saranno poi destinati ad altre squadre.

Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Per il Pordenone qui sarà un inferno». Se non dovessero bastare le notizie, i post e le voci che arrivano da Cosenza, ci ha pensato Angelo Corsi a scaldare ulteriormente la Bruzia. Il difensore calabrese ha chiamato all’appuntamento il popolo rossoblù attraverso il sito ufficiale della società. «Noi dobbiamo giocare questa partita come se fosse una gara secca è la sua promessa -. I 100 minuti di Pordenone non esistono più. Avevamo preparato la sfida benissimo continua Corsi -, sia individualmente che a livello di collettivo. Purtroppo è andata come è andata. Non tutto ci è riuscito al 100%. Capita. Al Bottecchia allarga le braccia il giocatore, centrocampista trasformato in cursore basso non siamo stati abbastanza aggressivi. Dobbiamo anche fare i complimenti ai ramarri ammette per la partita disputata. In casa nostra, però, sarà tutta un’altra storia. Non credo che il Pordenone venga a Cosenza a fare catenaccio. Noi di certo faremo una gara diversa. Soprattutto sarà diverso il nostro atteggiamento. E quello dei nostri tifosi. Vogliamo un San Vito-Marulla esplosivo». Secondo le ultime stime dovrebbero essere almeno 10 mila i supporter cosentini che andranno a sostenere i Lupi della Sila, per spingerli verso le finali a quattro in calendario a Firenze. […]

Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) I tifosi dei ramarri se lo tolgano subito dalla testa: il Cosenza del San Vito-Marulla non sarà quello visto mercoledì sera al Bottecchia. Stefani e compagni, ma anche tutti i supporter che seguiranno la gara dalla provincia, dovranno dimenticarsi quella squadra compassata, a tratti rinunciataria e scaltramente guardinga. Perché mister Stefano De Angelis, pur senza cambiare molto dal punto di vista degli effettivi, ha in mente un undici decisamente più offensivo. L’obiettivo è quello di mettere paura al Pordenone: sia sugli spalti, dove i 10 mila calabresi proveranno a diventare davvero il dodicesimo uomo in campo, sia sul terreno di gioco, con un atteggiamento in grado d’incutere timore, soprattutto nei primi minuti. Una partenza elettrica, a questo sta pensando il tecnico dei rossoblù: il Pordenone nelle intenzioni di De Angelis non dovrà riuscire a respirare dopo il fischio iniziale, cercando subito il primo gol. Per il Cosenza, infatti, sarà fondamentale non cadere nella trappola di Bruno Tedino, che sa bene come alternare fasi di ritmo più lento (in gergo si dice addormentare la partita) a rapide ripartenze. E per stringere d’assedio il Pordenone servono rischi e spavalderia. Così, indipendentemente dal modulo che si presenterà in campo al cospetto dei ramarri, i rossoblù finiranno per attaccare con 4 effettivi in ogni azione. Un ruolo particolare, soprattutto rispetto all’andata, lo avranno gli esterni Statella e D’Anna. Al Bottecchia non sono sembrati due fulmini, costretti a garantire pure la fase di copertura profonda. Stasera avranno invece più libertà d’azione e giocheranno praticamente da attaccanti esterni a supporto di Mendicino, che di conseguenza si troverà meno solo rispetto a mercoledì. […]

Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Partiti. Ieri da Treviso su un Bombardier (nome profetico?) con scalo a Lamezia Terme, ma destinazione finale Firenze (14-17 giugno) per il concentramento a 4 che designerà la promossa in B. Ad attendere i ramarri stasera (20.30, diretta su Udinese.tv trasmessa dal maxischermo di piazzetta Calderari o su Sportube.tv da casa) sarà un San Vito-Marulla bollente. Basterà al Pordenone il miniparacadute confezionato da Daniel Semenzato al 98′ di gara uno (1-0), mercoledì al Bottecchia, per uscirne indenne? Ne è certa la decina di supporter che ha percorso 1200 chilometri in pulmino per poter dire: C’ero anch’io. Convinta pure la cinquantina che ha salutato e applaudito la squadra all’uscita dal De Marchi, punto di ritrovo per la partenza. Vi confidano tutti coloro che seguiranno la diretta da lontano. È apparso moderatamente ottimista alla partenza anche Bruno Tedino, che ha fatto di tutto per riportare l’atmosfera alla normalità. «Abbiamo preparato questa partita come tutte le altre con grande energia, orgoglio, dignità e senso del dovere. Veniamo da una buona prova all’andata. Cercheremo di ripeterci a Cosenza, sia pure in condizioni decisamente diverse. I Lupi partiranno forte per cercare di fare gol subito. Noi dovremo rispondere con calma e razionalità, senza rinunciare ad attaccare». Sarà una gara diversa soprattutto per l’eccitazione dei supporter rossoblù che, stando ai siti, hanno preparato un clima da battaglia. «Mio padre – sorride Tedino – viene dal Sud e so come vivono lì queste partite. So anche però che i meridionali sono sempre leali. Ci troveremo in mezzo a un tifo caldissimo, ma sono certo altrettanto corretto. In fin dei conti si tratta sempre e solo di una partita di calcio». […]

Ore 14.30 – (Messaggero Veneto) Si giocano tutti oggi le gare di ritorno dei quarti di finale playoff di Lega Pro. La prima gara è Alessandria-Lecce (1-1 all’andata): il via alle 18, diretta su Raisport. Nella stessa parte del tabellone in scena alle 20.30 Reggiana-Livorno (2-1). Le due vincenti si sfideranno a Firenze il 14 giugno nella seconda semifinale. La prima, il 13 giugno, vedrà in campo le vincenti di Cosenza-Pordenone e Lucchese-Parma (20.30, 2-1 all’andata). Supplementari ed eventuali rigori in caso di parità di gol segnati nel doppio confronto.

Ore 14.00 – (Messaggero Veneto) «A Cosenza troveranno l’inferno», ha detto il difensore rossoblù Corsi prima del match. Sportivamente parlando, è vero: la previsione dice che saranno quasi 10 mila i tifosi oggi per il match tra rossoblù e Pordenone. Molti, moltissimi per la categoria: i ramarri ne hanno incontrati così tanti solo a maggio 2016 a Pisa, nella gara d’andata della semifinale playoff. Il clima sarà caldissimo, reso incandescente anche dalle frasi di padre Fedele, che ha definito il comportamento dei giocatori neroverdi nella gara d’andata come «sinonimo di bestialità, indifferenza e concorrenza all’omicidio». Il riferimento è al presunto mancato fair-play mentre Baclet era a terra. A proposito: l’attaccante non sarà della gara. Non è stato neppure convocato. «I medici hanno vietato il suo utilizzo – ha detto il tecnico Stefano De Angelis -: un’altra botta a distanza ravvicinata dalla prima potrebbe avere conseguenze molto gravi». Ieri anche il trainer rossoblù ha parlato alla stampa. E ha promesso un Cosenza diverso rispetto a quello visto al Bottecchia. «Sarà una formazione più agguerrita e che disputerà una partita di ben altro spessore – ha affermato -. Non sarà facile, perché il Pordenone è una squadra forte, con un centrocampo di categoria superiore: tuttavia dobbiamo fare la partita senza avere fretta. Cercare subito il gol potrebbe essere deleterio». Sul pubblico l’allenatore non ha dubbi: «Sarà il nostro dodicesimo uomo – ha detto -. E noi non vediamo l’ora di scendere in campo. Daremo tutti qualcosa in più e per me, una gara del genere, sotto il profilo motivazionale è stato facile prepararla: tutti sono molto carichi». […]

Ore 13.30 – (Messaggero Veneto) Nove eroi saranno laggiù, al San Vito-Marulla, per supportare la squadra dal vivo. Più di 2 mila saranno qui, in città, disseminati tra piazzetta Calderari – dov’è previsto il maxi-schermo – e le proprie abitazioni, tutti con gli occhi incollati su Sportube e Udinese Tv. Perché Pordenone ha un appuntamento con la storia: alle 20.30 è in programma la sfida di ritorno dei quarti di finale dei playoff di Lega Pro col Cosenza, gara che i neroverdi affrontano partendo dalla vittoria per 1-0 dell’andata (gol di Semenzato). Si decide tutto stasera, con i ramarri avvantaggiati dal fatto di avere due risultati su tre a disposizione. Basta un pareggio per passare: in caso di parità di gol nei 180′, invece, si procederà con supplementari ed eventualmente rigori. In caso di approdo alle semifinali, il Pordenone affronterà la vincente di Lucchese-Parma il 13 giugno al Franchi di Firenze. Eventuale finale sabato 17 giugno sempre nello stadio dei viola. […] Serviranno cuore, coraggio e ordine tattico: per quest’ultimo aspetto il Pordenone non snaturerà il suo credo, nonostante debba resistere alla pressione del Cosenza. L’atteggiamento sarà il solito, mentre il modulo dipende dalle condizioni di Ingegneri: se il centrale recupera si giocherà con la difesa a 3 e con la conferma della formazione del turno d’andata, con l’inserimento di Zappa sulla fascia sinistra al posto di De Agostini, squalificato. Se invece il romagnolo dà forfait Tedino dovrebbe tornare con il reparto arretrato a 4, con la conseguente riproposizione del “rombo”, con Cattaneo dietro le due punte Arma-Padovan. Supposizioni, comunque. Stamattina, dopo il risveglio muscolare, saranno sciolte le riserve. Misuraca non è al top, invece, ma ce la farà.Positivo. Prima di partire dal De Marchi ha parlato il tecnico neroverde in relazione alla sfida odierne. «Dovremo giocare tranquillamente e consapevoli delle nostre qualità – ha detto Tedino -. È una partita diversa da quella di mercoledì, visto che l’avversario deve provare per forza a vincere e ad attaccare: tuttavia viviamo la gara con grande energia e siamo sicuri di fare bella figura». Quindi un messaggio sull’ambiente, in cui ha smorzato i toni: «Mio papà è del sud (di Benevento, ndr): so come svivono i match ma so anche che i meridionali sono leali e corretta. Sarà una bella gara». E tutta la città confida nel lieto fine.

Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) […] Al Vicenza di oggi manca un po’ tutto, con la tifoseria biancorossa che attende con ansia di sapere quale sarà il futuro. «È una situazione generale molto delicata e il tempo che passa non è certo un alleato per la proprietà attuale — spiega Fabio Viviani, ex mediano e tecnico della compagine biancorossa — purtroppo la retrocessione rappresenta un duro colpo e il futuro è tutto in salita, visto anche la difficile situazione finanziaria». Viviani, che con la maglia del Vicenza ha vinto un campionato di serie C, due tornei cadetti e alzato al cielo la Coppa Italia, conosce bene l’ambiente biancorosso e prova a dettare le linee per il futuro. «Mantenere la categoria è importante perché se si ricominciasse dalla serie D vincere subito non sarebbe scontato; ritengo che chiunque guiderà il Vicenza dovrà avere il coraggio di presentare ai tifosi un piano di almeno tre anni per costruire una base solida su cui risalire. Il nostro Vicenza è partito vincendo uno spareggio per restare in serie C, ma da lì ha costruito anno dopo anno riuscendo a migliorare in ogni stagione». E Viviani ricorda molto il lavoro di squadra fatto. «Si è lavorato su un progetto, scegliendo le persone giuste nei ruoli chiave e si è creato un blocco unico tra società, squadra e tifosi. L’effetto sta nei risultati che abbiamo centrato e che, a distanza di vent’anni, porta ancora cinquemila persone allo stadio».

Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) Che stagione per il tifo. E che stagione per chi ha le chiavi del tifo, Maurizio Salomoni, il presidente del centro di coordinamento dei club biancorossi. Sono giorni di meritato relax per lui, ma in mezzo al mare greco ondeggia sempre un po’ di inquietudine e preoccupazione per le sorti del Vicenza.Salomoni, che cosa sta accadendo in società?Abbiamo richiesto chiarezza in tutti i modi. Oltre al dolore della retrocessione c’è il dolore per quello a cui stiamo assistendo: una società che non c’è. Ci sono solo delle persone messe lì, insieme, una vicina all’altra. Ma non è società questa. Nulla di definito, pianificato, programmato.Che succederà?Tutto può accadere. In questi giorni abbiamo l’ulteriore dimostrazione che non c’è un minimo di organizzazione. Ma è così da mesi.Lei che cosa spera accada?Visto il caos che c’è, auspico un rinnovamento totale, con una proprietà forte. Ma è un pantano e ci sono mille sfaccettature.Se ripensa al campionato?Peggio di così non si poteva fare. La stagione è stata disastrosa sotto molti punti di vista.Che sarà della nuova rosa?Di questi giocatori, visti durante la stagione, non ce n’è uno da salvare. Nessuno merita di vestire la maglia biancorossa. Non hanno sposato la nostra causa come dovevano, a differenza dei “ragazzi” della vittoria in Coppa Italia che ho rivisto lunedì sera. Provano ancora gioia quando indossano la maglia biancorossa.L’allenatore per la prossima stagione?Vedo un giovane, magari anche nostrano, che si affidi a sua volta a giocatori giovani. E spero che qualche squadra di spessore ci mandi qualcuno da far crescere. […]

Ore 12.00 – (Gazzettino) Saluti e baci. Luca Valzania conclude la sua avventura a Cittadella dopo un solo anno di permanenza in granata: in prestito dall’Atalanta, rientrerà alla base per restarvi, almeno secondo le intenzioni del diretto interessato. L’esperienza di Cittadella resterà comunque bene impressa nei ricordi del giovane romagnolo. Qui è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante tra i cadetti, siglando pure il suo primo gol tra i professionisti: «Devo ancora parlare con il mio agente e con l’Atalanta, ma da quanto ne so dovrei andare in ritiro con i nerazzurri, poi vedremo cosa succederà». Valzania, chiusa l’esperienza con il Cittadella, coltiva un sogno particolare: «L’idea che mi frulla per la testa è quella di andare in ritiro con l’Atalanta e giocarmi le mie carte. La squadra infatti si è qualificata per l’Europa League, quindi da una parte o dall’altra penso ci sia turnover, e di conseguenza qualche speranza di giocare potrei avercela anch’io». Cittadella lo ha fatto crescere. «È stato un anno molto positivo. L’estate scorsa non potevo fare scelta migliore: con il gruppo, la società e i tecnici mi sono trovato davvero bene, ho fatto importanti passi in avanti nel mio processo di maturazione. Devo veramente tanto al Cittadella, non tutti danno l’opportunità a un giovane di giocare così spesso, qui c’è questa mentalità, frutto di una programmazione attenta». Cosa resterà del Cittadella? «Un po’ tutto, un campionato straordinario. Poi due cose in particolare non si cancelleranno mai: il primo gol che ho realizzato da professionista (con il Carpi ad aprile, ndr), l’ho fatto indossando la maglia granata, resterà indimenticabile. Quindi il gruppo: per la prima volta mi sono sentito un giocatore importante». […]

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) L’anno scorso era stato al centro di un vero e proprio “caso”, con il Cosenza che aveva riscattato il suo cartellino dall’Avellino, ma depositando in Lega un modulo sbagliato. Una svista clamorosa, di cui aveva approfittato con fiuto da… bomber il d.g. Marchetti, accaparrandoselo. Stavolta tutti questi problemi non dovrebbero esserci, per rivedere Andrea Arrighini sotto le Mura. «E spero proprio che sia così», afferma l’attaccante pisano, 7 gol nella stagione appena conclusa. «Il Cittadella ha tempo sino al 24 giugno per esercitare la sua opzione e riscattarmi a titolo definitivo. Al momento non ci sono novità, ma è naturale che sia così, perché lo stesso direttore ha firmato il suo contratto soltanto da pochi giorni». Par di capire che la sua volontà di rimanere sia forte. «Sì, sarei molto contento di restare. Sarò sempre grato al d.g.: mi ha dato una grossa chance, offrendomi l’opportunità di giocare la Serie B da protagonista, quando già ero convinto che sarei rimasto in Lega Pro al Cosenza». Che voto dà alla sua stagione? «No, voti non me ne chiedete. Però il giudizio è lo stesso che assegno alla squadra, ed è ampiamente positivo. Abbiamo iniziato l’anno con quelle 5 vittorie di fila che hanno fatto sognare i tifosi, ci siamo guadagnati il rispetto di tutti e abbiamo espresso il miglior gioco della categoria, uscendo a testa alta dai playoff». Il 6 giugno compirà 27 anni: ritiene di poter ancora migliorare in qualcosa?«Non si smette mai di imparare, anche se quest’annata mi dà la certezza di poterci “stare” in Serie B, lasciandomi in dote una bella dose di fiducia in me stesso. Detto questo, un po’ più di lucidità e di cattiveria sotto porta non guasterebbero, ma, come ha avuto modo di rimarcare anche il mister, quel tipo di qualità dipende proprio dalla fiducia di cui parlavamo poc’anzi». […]

Ore 11.00 – (Corriere del Veneto) A Cittadella ci sono diverse situazioni in ballo che verranno esaminate all’inizio della prossima settimana. Andrea Arrighini potrebbe tornare all’Avellino, determinato ad esercitare il contrariscatto del cartellino per cui il Cittadella, a sua volta, eserciterà l’opzione di riscatto. Non è certa neppure la conferma per Carlo Pelagatti , ancora sotto contratto, ma che ha ricevuto diverse proposte nelle ultime settimane. […]

Ore 10.30 – (Gazzettino) Incontri che sono serviti a conoscere anche il lato umano, al di là degli aspetti di campo. Un’altra pista porta a Colucci, esonerato quest’anno alla Reggiana con la squadra al secondo posto. Un candidato che il diggì del Padova conosce bene, visto che agli albori della sua avventura dirigenziale al Pordenone ne aveva sondato la disponibilità (e Colucci non poteva liberarsi perché sotto contratto con il Bologna), fermo restando che Tedino era già in cima alla sua lista dei desideri. Un po’ come era accaduto un anno fa al momento del suo approdo all’ombra del Santo, salvo poi virare su altri candidati (D’Aversa, Petrone e Brevi) per l’opposizione del presidente friulano Lovisa. […]

Ore 10.20 – (Gazzettino) È sempre più nel vivo il casting per la panchina biancoscudata, con Giorgio Zamuner che sta scandagliando il mercato allenatori in varie direzioni. Senza però esagerare nel prendere in esame un eccessivo numero di profili, dato che sentire troppe campane potrebbe generare solo confusione. Tanto più che il direttore generale ha già le idee chiare riguardo all’identikit ideale, e sarà un taglio netto rispetto a quanto visto quest’anno: deve avere nel suo dna calcistico un gioco votato all’attacco, e non quello di una squadra parsimoniosa che magari porta a casa anche il risultato, ma tirato per i capelli. Ecco allora che negli ultimi giorni Zamuner ha avuto qualche faccia a faccia come quelli con Grassadonia, il quale però ha riferito al dirigente di avere anche altre quattro-cinque situazioni in piedi, e con Magi fresco di rescissione con il Gubbio.

Ore 10.10 – (Gazzettino) Un coro unanime di ringraziamenti quello dei tifosi per il presidente Giuseppe Bergamin. L’Aicb in un comunicato esprime i migliori ringraziamenti al presidente Bergamin e alla moglie Giovanna per la loro passionalità, eleganza, entusiasmo e impegno per il nostro amato Padova. Per noi, biancoscudati nel cuore, avranno sempre un posto indelebile ricordando la rinascita di tre anni fa dopo la caduta nel baratro della serie D che hanno saputo trasformare in una piacevole cavalcata verso il calcio che conta. […] Grazie Pres è la lettera degli ultras nella loro pagina facebook, eccone alcuni passaggi. Le tue lacrime di gioia e di commozione nei momenti clou di questi tre anni vanno di pari passo con il sorriso o la semplice parola che hai rivolto a noi tifosi, senza grossi proclami e capitali milionari hai ottenuto il nostro rispetto. Noi tifosi abbiamo apprezzato e riscoperto quanto genuino e passionale possa essere un tifoso biancoscudato come presidente. Tu hai saputo vincere lo scudetto più difficile, tu hai vinto la storia, tu hai salvato la nostra maglia e questo lo tramanderemo di padre in figlio. Non possiamo chiedere alla società di ritirare la maglia del presidente, ma di certo e per sempre mai alcun tifoso chiamerà un altro presidente Pres.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Nessuno, dal dopoguerra in poi, ha fatto meglio. Nessuno, oltretutto, tra i presidenti in grado di restare in sella per più di 100 partite è riuscito a tenere una media-punti così elevata. […] E così Bergamin è riuscito a fare meglio, come media-punti complessiva, di Pollazzi (1,39 punti a partita), Pilotto (1,58) e anche Puggina (1,45). Quindi, dando uno sguardo completo ai suoi 33 predecessori, se ne trova soltanto uno che ha tenuto un ritmo più alto. Tale Guelfo Ferrari fu in sella per una sola stagione, nel 1936/37, riuscendo a vincere il campionato di C e a riportare il Padova in B. […]

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Nelle tre stagioni in cui è stato presidente del Padova (il 34° in 107 anni), Bergamin ha vissuto in tale ruolo 106 partite in campionato, tagliando il traguardo della doppia cifra a Salò, nella trasferta destinata poi a cambiare i destini dell’annata e forse anche del futuro della società. Proprio in quell’occasione si compiacque del record, ma soprattutto di un altro dato: «Di queste partite non ne ho persa nemmeno una, ho seguito la squadra in ogni occasione, su tutti i campi». Così è stato anche per le sei gare successive, che hanno un po’ sporcato il record, ma gli hanno pur sempre permesso di chiudere con una media di 1,93 punti a partita.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Giuseppe Bergamin è stato il presidente più vincente, dal dopoguerra ad oggi, in casa biancoscudata. Un record probabilmente effimero, ma destinato a rimanere negli annali e ad arricchire la marea di attestati di stima e riconoscenza che stanno piovendo da ogni parte nei confronti dell’imprenditore di Villafranca. Da quando ha ufficializzato le sue dimissioni, l’intero mondo del calcio padovano, e non solo, ha fatto a gara per tributare applausi e ringraziamenti a Bergamin, capace assieme al socio Roberto Bonetto di far rinascere il Padova dalle ceneri tre estati fa. Ringraziamenti a cui si uniscono gli attestati degli almanacchi, al termine di un triennio vissuto sempre, nonostante qualche alto e basso, nei piani nobili della classifica.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Ci vorranno ancora alcuni giorni per decidere chi sarà l’allenatore del «nuovo» Padova. In corsa per la successione di Oscar Brevi ci sono Leonardo Colucci (cercato anche dalla Casertana), Giuseppe Magi, emergente che ha fatto molto bene a Macerata e a Gubbio, con due promozioni dalla D alla Lega Pro e con un sesto posto in terza serie, Gianluca Grassadonia, incontrato a Brescia dal direttore generale Giorgio Zamuner e Cristian Brocchi, in corsa per la panchina del Novara. Bruno Tedino, che da sempre piace dal club di viale Rocco, è un profilo molto stimato ma che ha un problema non da poco: è sotto contratto con il Pordenone, impegnato oggi nel ritorno dei quarti di finale playoff a Cosenza e ben difficilmente si libererà dal club neroverde. Nel recente passato il patron Mauro Lovisa ha avuto più di qualche screzio con la dirigenza e la società biancoscudata. Claudio Foscarini, infine, potrebbe essere un outsider, ma pare lontano dal tipo di allenatore che il dg ha messo nel mirino. […]




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