Live 24! Padova-Vicenza, il giorno dopo: si volta subito pagina, domenica c’è un’altra dura sfida…

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Ore 20.30 – (Il Piccolo) È il perno del centrocampo alabardato, ha cercato di dare ordine e velocità alla manovra anche contro il compatto Sudtirol, e se alla fine non si è andati oltre il pareggio Filippo Porcari non ne fa un grosso problema. Anzi assicura che la Triestina c’è e sta crescendo: «Nel primo tempo loro stavano giochicchiando, poi hanno trovato il gol e si sono chiusi bene – afferma il centrocampista – ma noi ci siamo comportati da vera squadra reagendo bene. A mio parere stiamo via via crescendo, c’è armonia e spirito di gruppo e così siamo riusciti a recuperarla giocando la ripresa tutta nella loro metà campo. È stato bravissimo Acquadro sul rigore, che credo fosse netto. Abbiamo avuto altre occasioni nella ripresa, siamo stati nella loro metà campo concedendo solo una pericolosa ripartenza, sulla quale è stato davvero bravo Perisan». Anche Porcari ammette che però il Sudtirol è davvero una squadra ostica da affrontare: «Sicuramente loro sono un’ottima squadra – dice l’alabardato – non facile da affrontare, e i campionati che hanno fatto negli ultimi anni lo dimostrano. Quanto a noi, ci dispiace perché in casa non abbiamo ancora vinto, ma c’è tempo per rifarsi. Sicuramente dobbiamo abituarci che al Rocco, soprattutto dopo la nostra vittoria di Ravenna, arriveranno squadre che ci affronteranno con un po’ di paura e quindi tenderanno a chiudersi, ma noi dobbiamo restare umili e concentrati. Dobbiamo lavorare soprattutto su noi stessi, dare più velocità al gioco e fare quello che vuole l’allenatore. Noi ce la stiamo mettendo tutta e i risultati credo si vedano». […]

Ore 20.00 – (Il Piccolo) Da navigato uomo di calcio qual è, subito dopo la squillante vittoria di Ravenna mister Sannino aveva avvertito tutti: partite così facili non si ripetono. […] Quali allora le soluzioni a disposizione di Sannino per venire a capo di questi possibili ostacoli? Il tecnico alabardato, a un certo punto ha scelto di fronteggiare la difesa altoatesina a livello fisico, inserendo Pozzebon a fianco di Arma e spostando Mensah sulla fascia. Una soluzione che aumenta ulteriormente la fisicità davanti e permette di conservare la velocità dell’ex Virtus Vecomp, che però nel finale aveva la spia della riserva accesa. Tra l’altro è tutto da dimostrare che possa assicurare una copertura difensiva per tutta la partita. In ogni caso, visto che Sannino si è detto anche contento dell’impatto di Pozzebon sulla partita, questa può essere una soluzione. L’altra è quella di dare maggior impulso, velocità e brio in attacco, inserendo Petrella oppure lo stesso Hidalgo, che infatti nel finale è stato impiegato per creare pericoli con i suoi guizzi. Tra l’altro affiancare ad Arma un brevilineo veloce, permetterebbe di impiegare comunque Mensah sulla fascia, alternandolo a Bariti. […]

Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] «Non siamo fortunati – spiega il presidente Serena – paghiamo quella che io definisco, magari sbagliando, ingenuità e inesperienza. Una cosa salta però all’occhio, in quattro partite abbiamo preso quattro gol, tutti a pochi minuti dalla fine del primo o secondo tempo. Dobbiamo stare più attenti, perché avremmo dovuto avere molti più punti in classifica». Sebbene il campionato sia solo all’inizio, la situazione non è delle più rosee. «Ad oggi abbiamo una media punti da retrocessione – sottolinea Serena – per assurdo abbiamo vinto la partita sulla carta più difficile, contro l’Albinoleffe, conquistando solo due punti nelle altre tre. È un dato negativo che deve far riflettere, velocemente». Anche domenica il Mestre ha avuto parecchie occasioni, non riuscendo però a trovare la via del gol. «Sotto porta dobbiamo essere più cattivi ed efficaci, perché al minimo errore vieni punito. Se c’è una possibilità deve essere concretizzata, perché non ci sono gli stessi margini di recupero che c’erano lo scorso anno. Oggi se sbagliamo a buttarla dentro veniamo puniti comunque, dobbiamo crescere come mentalità, sono certo che il mister saprà dove intervenire». […]

Ore 19.00 – (La Nuova Venezia) […] Così la pensa Marco Beccaro. «Sono amareggiato perché dal primo minuto abbiamo tenuto il pallino del gioco e poi, alla fine, abbiamo portato a casa meno di quello che avremmo meritato. Paghiamo un’ingenuità con la difesa già in marcatura». […] La testa va subito a domenica per la gara interna contro la Triestina. «Sarà una partita durissima» riprende Beccaro, «non abbiamo dimenticato l’eliminazione in Coppa e quindi abbiamo voglia di rifarci anche perché vincere in casa ci darebbe una grande iniezione di fiducia. Una sconfitta a Fermo ci poteva stare ma non dimentichiamo che intanto l’obiettivo è salvarsi, se poi viene qualcosa in più, tanto meglio, ma è un gioco completamente diverso in questa categoria. Ci sono squadre che hanno anche un solo elemento di categoria ma, se di qualità, può anche non farsi vedere per 90′ e colpirti sull’unico errore che fai. Siamo una squadra tranquilla e giochiamo bene perché tutti, anche gli avversari, lo dicono ma dobbiamo imparare a concretizzare la gran mole di gioco che produciamo». […]

Ore 18.30 – (Giornale di Vicenza) Al 2-2 di Diop, sul successo con leggendaria rimonta del Bassano ci saremmo giocati la casa. L’avremmo persa. Salvata meritatamente la buccia e scampate le forche caudine furlane, il giorno dopo almeno a parole c’è voglia di stravincere, è naturale. Il pari non divide solo i punti ma anche le correnti di pensiero. Per taluni aficionados l’ha vista lunga Magi che ha compreso il momento di difficoltà fisico dei suoi ed ha evitato la capitolazione irrobustendo la mediana con l’ingresso di Bianchi rinunciando a un centravanti di ruolo per quasi mezza ripresa. In effetti la mossa ha permesso al Bassano di rioccupare campo senza più abbassarsi col rischio concreto di farsi pericolosamente imbottigliare dai ramarri. Per altri supporter, invece, il tecnico avrebbe mancato di coraggio, accontentandosi di preservare l’esistente, senza cavalcare l’onda della rimontona sfruttando l’evidente disagio dei rivali. […] Quattro gol incassati sinora, tre di testa e due di questi sugli sviluppi di calci piazzati. E’ vero che il gruppo Magi non è fatto di giocatori grandi e grossi ma sulle cosiddette palle inattive è essenzialmente questione di posizionamento e tempismo. Poi ci sta di beccare il pero da fermo ma deve essere un’eccezione non diventare la regola. […] Il secondo problema è legato alle partenze in retromarcia. Col Ravenna i soldatini di Magi sono stati bucati al primo assalto, col Pordenone sono stati impallinati due volte in altrettanti attacchi. In tutto 3 reti nei primi 10′ di match (sulle 4 totali al passivo). Approccio esageratamente soft e inappropriatoo, forse, come garantisce Magi, la tensione del voler regalare una gioia ai propri fedelissimi, condiziona l’avvicinamento al duello da parte dei suoi fanti. […]

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Leonardo Colucci li cerca, è la sua filosofia di gioco ormai da tempo. In campo li si nota più di prima, perché la trama si sviluppa praticamente sempre sui due lati, ricercando spasmodicamente l’ampiezza del campo che all’occorrenza si allarga sino a toccare i limiti estremi delle due fasce. Di tutta questa fatica beneficia la punta centrale, che oltre a fare un enorme lavoro per la squadra ora ha iniziato anche a buttarla dentro. In poche parole: il reparto avanzato, com’è stato impostato dal tecnico pugliese, funziona a meraviglia. Nonostante qualche ingenerosa critica arrivata da alcuni tifosi che evidentemente sono abituati a ben altri spettacoli. I protagonisti sono tre, di base: Martignago, Ciurria e Gerardi, con l’ultimo a rappresentare la punta estrema del triangolo. Due, più due, più due. Sono sei in totale i gol degli attaccanti titolari scelti da Colucci in questo avvio di stagione. Nel conto è ovviamente inclusa la cavalcata iniziale in Tim Cup, con il Pordenone vincente nei primi tre incontri dell’estate. […]

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Punto guadagnato o due punti persi? Il dibattito ha animato i bar sport della provincia il giorno dopo il pirotecnico 2-2 al Mercante fra Virtus Bassano e Pordenone. […] Entra nel dibattito anche Leo Colucci. «Sul 2-0 abbiamo mancato il terzo gol, che avrebbe chiuso definitivamente l’incontro. Abbiamo costruito le occasioni per farlo, ma non siamo stati precisi nell’ultimo passaggio. È stata brava la Virtus, che non ha mollato dopo lo 0-2. Poi è stata anche fortunata a riaprire la partita grazie a un autogol. Alla fine ne è venuta fuori una bella sfida e il pubblico si è divertito. Questo in definitiva è quello che conta». […] Colucci non accetta le accuse di non belligeranza nella ripresa. «Non mi sono accontentato del pareggio. Ho mandato in campo anche Sainz Maza. Se avessi avuto in panca Berrettoni e Raffini, avrei gettato nella mischia pure loro. Siamo ancora in un percorso di crescita. I risultati sin qui ottenuti non devono far scordare che questo Pordenone è cambiato molto, durante l’estate. Qualche momento di difficoltà è più che comprensibile». Leo guarda già avanti. «Adesso dobbiamo metterci alle spalle afferma infatti anche il match al Mercante e concentraci già sulla prossima sfida. Dobbiamo riprendere a lavorare sodo, come abbiamo fatto sino a oggi. Nella testa quindi conclude Colucci dobbiamo avere solo il Teramo». […]

Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Il Pordenone, reduce dal primo pareggio stagionale, sta per riabbracciare il suo numero dieci. Entra nella fase finale il recupero Emanuele Berrettoni. L’attaccante, infortunatosi lo scorso aprile nel match con la FeralpiSalò, si dovrebbe aggregare alla squadra negli ultimi allenamenti della settimana, per andare a pieno regime coi compagni dal martedì successivo ed essere convocabile proprio per la gara con la Feralpi, in programma il 1º ottobre. Tutto secondo previsione, dunque, e Leonardo Colucci non vede l’ora di disporre anche di lui per alzare l’indice di pericolosità nel reparto offensivo e consolidare così la propria posizione in classifica. A Bassano la formazione cittadina ha disputato una buona partita, pur gettando al vento due gol di vantaggio dopo appena 10′. Da un lato viene da mordersi le dita, tuttavia riuscire a mantenere la porta inviolata per più di un’ora sarebbe stato difficile contro una squadra come quella giallorossa, costruita per disputare un campionato di vertice e molto forte nel reparto offensivo, con giocatori come Venitucci, Diop e Minesso. Ciò che ha fatto arrabbiare Colucci, oltre al fatto che la squadra si sia disunita dopo il vantaggio, è la mancanza di precisione negli ultimi 16 metri nella ripresa, quando il punteggio era sul 2-2 e con un guizzo si sarebbe potuto portare a casa l’intera posta in palio. Per essere chirurgici in fase di finalizzazione servono attaccanti dall’alto tasso tecnico, elementi proprio come il rientrante Berrettoni. […]

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Rallenta pure l’Avellino il Venezia che coglie il primo punto in Irpinia (fino ad ieri aveva sempre perso) e mantiene un buon trend in campionato. È il solito schieramento per Inzaghi. Avanti col 3-5-2, pochi rischi e tanta sostanza con linee corte e squadra mai sbilanciata. L’Avellino non è lo stesso della gara contro il Foggia. Prova a fare gioco, ma sbatte sistematicamente sul muro veneto comandato magistralmente dal veterano Domizzi. Neanche l’uscita dopo otto minuti dal campo di Marco Modolo (scontro fortuito al campo con Castaldo ed accertamenti necessarie per evitare sorprese), scombussola i piani dell’ex attaccante del Milan che conferma in avanti l’ex di turno Zigoni (autore dello storico gol che consentì ai campani il 5 maggio 2013 il ritorno in cadetteria dopo il fallimento e l’inferno dei dilettanti) coadiuvato da Moreo. Novellino punta sul ritmo ma fa ampio turnover con gli esordi del portiere Radu, gli esterni bassi Pecorini e Ngawa e l’esordio dall’inizio di Kresic dopo uno scampolo di gara a Cesena. Non c’è Ardemagni in avanti, col solo Castaldo supportato dal trio Molina-Morosini-Bidaoui. […] Nel periodo di maggiore pressione avellinese arriva l’imperioso stacco di testa di Moreo al 35′ che sfrutta un angolo di Stulac (prima di lasciare il campo a Signori). L’Avellino trema, prova a reagire ed evita la beffa nel finale con D’Angelo. Il capitano, ieri 32 anni compiuti, gira di testa imparabilmente un angolo di Laverone. Primo gol incassato dal Venezia che si consola col quinto risultato utile consecutivo e un rendimento in campionato promettente, nonostante una fase offensiva rivedibile e poco pericolosa.

Ore 16.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) La notizia della serata è che il Venezia prende un gol. Il primo del proprio campionato, nell’1-1 di Avellino. La rete di D’Angelo, quando poco mancava alla campana, fa saltare una vittoria che stava per arrivare grazie alla consueta prova tetragona, fatta in primis di equilibrio. Sfuma il secondo blitz esterno consecutivo, dopo il successo di Bari, ma rimangono molte cose buone per Pippo Inzaghi. Mantiene l’ordine consolidato, il Venezia. Se una squadra impara a difendere così, significa che c’è organizzazione di gioco, corredata da automatismi collaudati. La trasferta di Avellino è la cartina di tornasole per capire quanto e come possano incidere, gli “inzaghiani”, in una Serie B che, al solito, sa sorprendere. Niente fantasie da piccolo chimico, per il Venezia, niente alchimie. Piuttosto, parecchio pragmatismo, filosofia che è stella polare da sempre per quel Walter Novellino che disegnò uno dei Venezia più avvincenti di sempre. Il mitico “Monzon” mette sotto pressione Inzaghi con la tecnica di Morosini, trequartista che impone il doppio lavoro per Stulac, chiamato a rimpiazzare Bentivoglio, e che stravince il duello. […] E se l’Avellino non sa come sfondare, è il Venezia che piazza il guizzo che spacca la partita: l’incornata da calcio d’angolo di Moreo è un colpo da “scassaquindici”. Ma la bocca buona, quella che vale la vittoria, si guasta nel finale di fuoco con il colpo di testa di D’Angelo che fissa l’1-1 e un verdetto che è, peraltro, equo.

Ore 15.30 – (La Nuova Venezia) Altro pareggio, stavolta con gol, l’imbattibilità continua ma resta l’amaro in bocca al Venezia che sino a pochi minuti dalla fine aveva la partita in mano dopo la rete di Moreo. Invece una reazione d’orgoglio degli irpini toglie la soddisfazione di fare il bis in trasferta dopo Bari. Ed è giusto così, anche se cose da salvare ce ne sono. Intanto è del Venezia il nuovo record iniziale d’imbattibilità difensiva della Serie B: battuta l’Atalanta di Colantuono versione 2010-2011. Bastavano tredici minuti, si è arrivati a 448 con gli 88 aggiunti al Partenio. Da un punto di vista tattico, Inzaghi abbassa gli esterni Zampano e Del Grosso e imposta un 5-3-2. Per dieci undicesimi gli uomini sono quelli di Bari e Spezia; fa un unico cambio, per altro obbligato dalla squalifica di Bentivoglio, e a dirigere le operazioni in mezzo al campo c’è Stulac. Attorno allo sloveno ruotano sempre gli stessi, a partire dai vicini di reparto Falzerano e Suciu. Si rivede Geijo in panchina, almeno all’inizio, ma avrà la soddisfazione di rimettere piede in campo nell’ultimo quarto d’ora. Neanche il tempo alle squadre di prendersi le misure, che il tecnico piacentino deve rivedere i suoi piani causa l’infortunio a Modolo. Il centrale è vittima di un testa contro testa con Castaldo e Cernuto deve accelerare il riscaldamento per entrare in campo. Per fortuna la Tac è negativa. […] Il calcio è bello perché regala sorprese; il protagonista meno atteso, Moreo, stacca meglio di tutti su un corner di Stulac e fa secco Radu che neppure la vede entrare. L’Avellino si lamenta per un rigore non dato ma D’Angelo si fa il regalo di compleanno trovando l’angolo inarrivabile per Audero. Ma la classifica del Venezia continua a muoversi.

Ore 15.00 – (Gazzettino) Tre sigilli, tutti al Gabbiano. Doppietta con l’Ambrosiana nel successo 2-1 alla prima giornata e gol pesantissimo anche domenica con il Cjarlins Muzane perché ha spianato la strada alla vittoria del Campodarsego. Il protagonista non è un attaccante, ma un difensore purosangue come Daniel Beccaro, ventiquattrenne di Reschigliano. Cannoniere al momento dei biancorossi, con tanto di nuovo record personale dato che l’anno scorso ne aveva segnati due al Campodarsego, e sempre due ne aveva realizzati anche al Santarcangelo in Seconda divisione di Lega Pro. «Fino a quando va bene e porta punti alla squadra segno volentieri. Però bisogna dare merito anche ai compagni di squadra perché domenica abbiamo guadagnato tredici angoli e prima o poi uno va a buon fine. Nel momento in cui l’ha spizzata Pietribiasi ho capito che la palla era buona e mi ci sono fiondato». Un gol molto simile al primo realizzato con l’Ambrosiana. «Non è uno schema vero e proprio. Il tecnico ci dà le posizioni dove attaccare la porta e a me piace arrivare sul secondo palo». […] Punta a tornare nei professionisti dopo le esperienze con Santarcangelo (due stagioni) e Real Vicenza? «Senz’altro, spero di riuscirci già quest’anno con il Campodarsego. Sarebbe il massimo dato che è la squadra del mio paese». Adesso trasferta a Montebelluna. «La partita dell’altro ieri ci ha fatto capire che siamo una squadra unita che lotta fino alla fine, portare a casa i tre punti anche domenica ci darebbe ulteriore fiducia».

Ore 14.40 – (Mattino di Padova) CAMPODARSEGO. Senza dubbio il Campodarsego è la squadra che, fra le tre, deve sopportare più pressioni. C’è un campionato da vincere, certo, ma anche la consapevolezza di avere un collettivo di alto profilo, capace di abbattere, domenica scorsa, l’ottimo Cjarlins Muzane (2-0 il risultato). «Stiamo lavorando per migliorare nello sviluppo del gioco», commenta Matteo Marcolini, leader di centrocampo dei “Gabbiani”. «Siamo tutti nuovi e abbiamo bisogno di conoscerci. Tuttavia, abbiamo dei bei colpi e stiamo già facendo molto bene. A mio parere, nel giro di qualche partita si vedrà il vero Campodarsego». […] ESTE. Si sorride pure in casa dell’Este, alla prima vittoria dopo i passi falsi con Clodiense ed Adriese. A segno, sponda giallorossa, Daniele Fioretti, che ha chiuso dagli undici metri il match con l’Ambrosiana (3-0): «Siamo contenti perché dopo una falsa partenza tre punti ci volevano», ammette l’ex Recanatese. «Vincere non è mai facile, nemmeno contro una formazione come l’Ambrosiana che non ha offerto una prestazione irreprensibile». […] ABANO. Con un punto in tre gare l’Abano porta sul groppone il peso di qualche ingenuità di troppo. Stavolta, però, i neroverdi, colpiti sempre nelle prime battute, hanno incassato il gol decisivo a ridosso del fischio finale: «Sono arrabbiatissimo», sbotta il direttore generale Massimo Albieri. «Contro la Calvi i ragazzi hanno avuto tantissime occasioni da gol, poteva tranquillamente finire 5 a 0. Invece è arrivata un’altra sconfitta». […]

Ore 14.10 – (Gazzettino) Sono 2.349 tifosi che hanno scommesso sulla squadra di Roberto Venturato, convinti che il Cittadella saprà dire la sua anche in questa stagione. Il 28 per cento in più rispetto all’ultimo campionato (stamattina si chiuderà la campagna abbonamenti), un numero incredibile per la realtà granata che ha superato ogni più rosea attesa. Un record che giustamente inorgoglisce il Cittadella, ma nello stesso tempo lo investe di una responsabilità nuova, quella di non deludere così tanti tifosi. […] «Avrei sicuramente preferito che la gara di Novara fosse finita diversamente, non meritavamo di perdere – ha spiegato ieri Venturato – Sabato abbiamo disputato una discreta partita ma siamo mancati negli ultimi 25 metri, siamo stati leziosi e superficiali. Una squadra che punta a fare risultato deve avere sempre l’atteggiamento giusto. Adesso bisogna dimenticare Novara, e restare sereni, contro il Cesena serviranno mente sgombra e concentrazione. Le tensioni devono essere sempre positive, soprattutto per una squadra che cerca ogni volta di proporre il proprio calcio. Occorre guardare il bicchiere sempre mezzo pieno».
Dopo l’ampio turnover di Novara, stasera sono annunciati altrettanti cambi nell’undici iniziale, a cominciare dal portiere, con Alfonso fuori causa per un’infiammazione al ginocchio sinistro. Tornerà Iori in mezzo al campo, davanti Schenetti agirà alle spalle di Litteri e probabilmente Kouame. […]

Ore 13.50 – (Gazzettino) «Dopo la vittoria con l’Avellino il morale è buono e si lavora meglio, pur consapevoli di non aver fatto ancora nulla». Così Andrea Camplone, tecnico del Cesena, alla vigilia della sfida al Tombolato a cui i romagnoli arrivano dopo avere conquistato il primo successo in campionato. «Andremo a Cittadella per giocarci la partita aggiunge contro un aveversario che avrà il dente avvelenato per avere perso allo scadere e la cui ossatura è la stessa dell’anno scorso; una squadra che gioca a memoria, in grado di attaccare molto bene la profondità con Litteri, Arrighini e Chiaretti, dovremo stare molto attenti. Tra i convocati gli ex Jallow e Kupisz, in avanti occhio pure al sempreverde Cacia.

Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Non è un avversario tabù, ma poco ci manca. I precedenti del Cittadella con il Cesena, di fronte stasera al Tombolato nel primo dei cinque turni infrasettimanali previsti dal calendario di Serie B, sono tutt’altro che benevoli: per i colori granata una sola vittoria su 8 scontri diretti, datata 2014 e targata “Ciccio” Coralli, mentre proprio la scorsa stagione ha riservato il bilancio più amaro, con 2 sconfitte, ciascuna con 3 gol al passivo. E la parola d’ordine non può che essere una sola: riscatto. Per invertire la tendenza e cancellare la sconfitta beffarda incassata appena tre giorni fa a Novara. Per provarci Venturato – che anche ieri ha lavorato con i suoi uomini sul campo vicentino di Vigardolo, sotto una pioggia copiosa – dopo l’ampio turnover del “Piola” tornerà con ogni probabilità ad affidarsi ad alcuni pilastri della squadra come Salvi, Iori e Litteri. Mentre Alfonso, alle prese con un’infiammazione al ginocchio, non è stato convocato. Mister, tornare in campo subito può essere la miglior medicina dopo uno stop bruciante come quello in Piemonte. «Avremmo avuto la stessa voglia di giocare e di rifarci anche dopo un risultato diverso da quello di Novara, dove abbiamo perso per un gol subìto al 94′ in fuorigioco. Ma il calcio è anche questo e quella è stata una lezione che ci deve far capire quale debba essere l’atteggiamento da tenere dall’inizio alla fine. Sabato abbiamo disputato una partita discreta, ma negli ultimi 25 metri siamo stati molto leziosi e superficiali, e una squadra che vuole imporsi non può permetterselo. La conseguenza è che il risultato della gara con il Cesena diventa particolarmente importante». […]

Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Se il Vicenza doveva dimostrare di saper soffrire, contro il Padova ha superato l’esame. Il direttore sportivo Moreno Zocchi sottolinea: «Si sapeva che sarebbero stati 90′ di sofferenza, ma vorrei si riflettesse su un dato: in campo tra i nostri primi 11 giocatori e i loro c’erano 46 anni di differenza! Voglio vedere tra 4 anni e 2 mesi dove saranno arrivati i nostri ragazzi». Il dirigente biancorosso è soddisfatto: «Per forza, perchè non dimentico i due pulmini partiti per il ritiro e chiedo: quanti di quelli che hanno giocato c’erano quel giorno?». La giovane età per Zocchi spiega la pressione costante subita nel primo tempo. «Erano impauriti, ma non si sono disuniti nonostante davanti avessero una squadra forte». Questo Vicenza, primo in classifica dopo quattro gare, ha un tecnico capace e il diesse lo sottolinea: «Sono molto contento di quanto ha dato in questi due mesi Colombo, una dote su tutte: la voglia di non farsi mai superare!». […]

Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza ha un numero uno. Alex Valentini lo è per ruolo, visto che difende i pali della porta biancorossa, ma anche nei fatti. Con lui non si passa.Il Padova, che ha attaccato quasi per tutti i novanta minuti, non è riuscito a passare. E sì che ne ha avute di occasioni. «Più di qualcuno mi ha fatto i complimenti – spiega l’estremo difensore alla prima stagione con la maglia del Vicenza -, so di aver fatto il mio compito in questo derby, non abbiamo subìto gol e soprattutto non abbiamo perso. Certo, ci sarebbe piaciuto fare bottino pieno anche per i nostri tifosi che sono venuti a vederci così numerosi, ma il pareggio ce lo teniamo stretto, il punto è d’oro visto quanto abbiamo sofferto». Non dev’essere stato semplice per Valentini rimanere sereno tra i pali, visto che arrivavano minacce continue. «La gara è stata dura e sofferta, ma usciamo a testa alta, con il morale alto, perchè abbiamo iniziato davvero bene questa stagione. Partite come questa devono farci capire che ogni gara andrà presa con le molle. Non ci sono squadre facili da battere e probabilmente soffriremo così altre volte». […]

Ore 12.20 – (Giornale di Vicenza) […] Quanta sofferenza Colombo… “Abbiamo sofferto tantissimo, questo è innegabile. Questa partita deve far capire prima di tutto a noi, ma poi a tutti gli altri, che c’è tanta strada da fare ancora”. Tanta quanta? “Il percorso è tortuoso. Insomma avete visto, abbiamo sì dimostrato di saper soffrire e questo è positivo, è un aspetto che mi tengo stretto. Ma è mancata quella propositività che deve essere per forza di cose nel dna di una squadra che lotta per arrivare in alto”. Dice che il Vicenza, per una partita giocata così così, non può arrivare dove tutti vorrebbero? “Forse è passato troppo il messaggio che il Vicenza è la squadra favorita del girone per la promozione. Ecco, vedo ancora tante lacune e mancanze”. Cosa non è andato? “Nella forza fisica e nel ritmo il Padova ci ha sovrastati e messi in seria difficoltà”. Poi? “Non abbiamo avuto né la forza né il coraggio di alzarci troppo con la difesa, siamo sempre rimasti bassi e abbiamo faticato a costruire gioco e palle-gol”. […]

Ore 12.00 – (Giornale di Vicenza) Con le unghie e con i denti. E con un cuore grande così. il Vicenza, al termine di una partita sofferta come mai in questo campionato, porta a casa un punto d’oro da Padova. Lo 0-0 di un Euganeo vestito a festa (oltre 9mila spettatori, di cui 2.300 vicentini) è prezioso per varie ragioni. Intanto perchè permette al Vicenza di stare in testa, poi perchè alimenta quella continuità che consente di andare lontano nei campionati. E infine (last but not least, tutt’altro) perchè testimonia la solidità di una fase difensiva davvero importante per questa squadra. In quattro partite il Vicenza ha subito un solo gol, frutto peraltro di un colpo di genio di Maritato. Poi basta. E scusate se è poco…PERO’… Detto questo, ci sono delle cose da rivedere. La squadra di Colombo ha giocato una grande partita di contenimento, ma ha rischiato tantissimo. Bisogna essere onesti: se il Padova dell’ex Bisoli avesse vinto non avrebbe rubato nulla, anzi. Il Vicenza, impegnato nel primo vero big match di questo campionato, ha patito a lungo. Nel primo tempo non si è quasi mai fatto vedere dalle parti di Bindi. Nella ripresa è un po’ cresciuto, ma il pallino del gioco è quasi sempre rimasto nelle mani degli avversari. Bisogna crescere. In mezzo al campo la squadra è andata sotto, i terzini non hanno spinto, la fase di non possesso della prima linea è stata generosa ai limiti del commovente ma improduttiva. Più avanti probabilmente si incontreranno squadre attrezzate con una mira migliore del Padova. E bisognerà essere preparati. […]

Ore 11.30 – Le pagelle del Padova (Gazzettino): Bindi 6; Madonna 6, Cappelletti 6.5, Trevisan 6.5, Contessa 6; Mandorlini 6.5 (De Risio sv), Pinzi 6, Pulzetti 6.5; Belingheri 6 (Candido 6); Guidone 6, Capello 6 (Chinellato 6).

Ore 11.20 – (Gazzettino) La ripresa si è aperta con un episodio molto contestato: Belinghieri è caduto in area dopo un contatto con un avversario. I biancoscudati hanno reclamato il rigore, ma l’arbitro ha interpretato l’episodio nella maniera opposta, ammonendo per simulazione il giocatore del Padova. A cavallo della mezz’ora inevitabile la scelta di Bisoli di inserire ulteriori forze fresche (Candido e De Risio) per rilanciare l’azione offensiva. Una scelta che avrebbe potuto dare gli effetti sperati se nel finale Salifu non avesse salvato un gol quasi fatto, anticipando di un soffio Pulzetti, senza contare poi il diagonale di Candido uscito per una questione di centimetri. E ai biancoscudati sono rimasti solo i rimpianti.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Un derby dominato in lungo e in largo dal Padova, che però non è stato capace di concretizzare la sua superiorità. Vale doppio dunque il punto guadagnato dal Vicenza, che aggancia così il Pordenone in vetta alla classifica. Sin dall’avvio l’atteggiamento della truppa di Bisoli è stato molto aggressivo. Efficace soprattutto la spinta sulla corsia di destra, finalizzata da Madonna con un paio di cross che hanno messo in affanno la retroguardia berica. Biancoscudati pericolosi anche con un colpo di testa di Cappelletti su azione d’angolo (bravo il portiere Valentini nella respinta bassa) e con un’azione personale di Guidone il cui assist a centro area per Capello è stato sventato da una chiusura in extremis di Crescenzi. Il ritmo e l’intensità del Padova hanno annichilito il Vicenza che nel primo quarto d’ora non è quasi mai stato capace di uscire dalla sua metacampo in maniera lineare. […]

Ore 11.00 – (Gazzettino) Poi aggiunge: «Adesso ci attende la trasferta con la Sambenedettese, un’altra partita molto importante. Però con il Vicenza abbiamo dimostrato di essere una compagine che può meritarsi le posizioni d’alta classifica». È sulla stessa lunghezza d’onda Pierpaolo Bisoli. «Sembrava che giocassimo una partita nella quale ti danno sempre la palla per cercare di fare gol. Abbiamo fatto una gara splendida, è mancato solo il gol. Con un pizzico di fortuna l’avremmo vinta. Però da questa partita ho ancora di più la convinzione che se continuiamo a esprimerci a questi livelli il 2 maggio saremo in una categoria importante». […]

Ore 10.50 – (Gazzettino) Non è arrivata la vittoria, ma la prestazione dei biancoscudati è accolta con il sorriso nel dopo gara. «Abbiamo disputato un primo tempo veramente importante, ci è mancato solo il gol – sottolinea il presidente Roberto Bonetto – Il risultato ci sta stretto, però se continuiamo su questa strada ci prenderemo le nostre soddisfazioni. I tifosi? Li ringrazio, è stata una bella cornice di pubblico, sarebbe bello vederla più spesso all’Euganeo. Ripeto, ci è mancato solo il risultato, ma dobbiamo avere pazienza perché il campionato non si vince alla quarta giornata, tanto più che noi abbiamo giocato solo tre partite. Dobbiamo avere fiducia».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Fuori imponenti misure di sicurezza, dentro lo stadio si respira aria di grande calcio, con un colpo d’occhio da categorie superiori ad accompagnare l’attesissimo derby, il tutto con numeri 9.168 i paganti complessivi con Fattori e curva ospiti esaurite mai raggiunti in precedenza nel nuovo corso del Padova.
Le schermaglie verbali, con decibel di tale potenza su entrambi i fronti da superare pure la voce della speaker Lady Hellen quando legge le formazioni, iniziano già prima dell’avvio di gara, con unica tregua nel minuto di raccoglimento dedicato a Humberto Rosa, definito esempio biancoscudato in uno striscione esposto dagli ultras. All’ingresso delle squadre la coreografia con il biancoscudato allestita dall’Aicb e poi finalmente si parte, con l’avvio pimpante del Padova che trascina ancor di più il popolo biancoscudato. A metà del primo tempo appare uno striscione contro il vecchio presidente Cestaro, ora sponsor del Vicenza. […]

Ore 10.20 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia): Bindi 6; Madonna 6, Cappelletti 6.5, Trevisan 6, Contessa 7; Mandorlini 6.5 (De Risio sv), Pinzi 6, Pulzetti 6.5; Belingheri 6 (Candido 5.5); Capello 6 (Chinellato 5.5), Guidone 5.5.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Solo per i numeri fatti in prevendita – 5.485 biglietti staccati fra on line e punti indicati dalla società biancoscudata, a cui aggiungere i 3.555 abbonati e i 128 acquistati ai botteghini – è un derby da categoria superiore. E anche sul campo la partita non tradisce le attese: fossimo in Serie B, invece che in C, non ci sarebbe nulla da ridire. Insomma, l’Euganeo tanto bistrattato, con questi numeri, riesce ad essere persino… digeribile, nonostante la sua bruttezza. […] È il primo 0 a 0 della stagione, dopo la sconfitta di Meda con il Renate e il successo sul Fano. Domenica si va a San Benedetto del Tronto, e se la Samb dovesse ribaltare, nel recupero di domani sera, lo 0-1 in casa della Fermana, i biancoscudati si troverebbero di fronte alla nuova capolista del girone. Insomma, come indice di difficoltà saremmo ad un livello ancora più elevato di quello di ieri sera. Speriamo bene.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Padova e Vicenza centrano il 13. No, non stiamo parlando di Totocalcio, ma semplicemente ci riferiamo al tredicesimo pareggio, su 55 partite giocate, nelle sfide dirette fra le due squadre. Ed è un punto – che porta il conto in classifica a 4 per i padroni di casa, mentre gli ospiti salgono a 10, restando in vetta assieme al Pordenone – che sta molto stretto a Pulzetti & C. per le opportunità create, e sprecate purtroppo, nel corso dei 90′. Con due reti realizzate in tre partite quello di Bisoli è il terz’ultimo attacco del campionato, alla pari del Gubbio (che ha disputato un incontro in più, però) e davanti solo al Modena. Niente da dire sull’impegno e la bontà della prestazione, è che quel benedetto pallone non vuole saperne di entrare nelle porte avversarie. Gli attaccanti devono darsi una mossa in fretta, per non correre il rischio di vedere vanificato il gran lavoro della squadra. Peccato, perché i biancorossi hanno pensato più che altro a difendersi, puntando sulle ripartenze, senza allarmare più di tanto Bindi. Saranno anche primi in classifica, ma non ci hanno entusiasmato, anzi.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Le ultime parole d’amore, però, sono riservate a pubblico e città: «Ci siamo posti l’obiettivo di appassionare il pubblico e credo che lo stiamo facendo. La gente in questa serata ci ha trascinato e spero possa tornare l’entusiasmo di qualche anno fa. Ho incontrato qualche tifoso che mi ha detto che erano diversi anni che i biancoscudati non giocavano con questa intensità. A Padova mi trovo veramente bene, la città è splendida e spero di restarci almeno tre o quattro anni. Magari in una categoria superiore».Felice anche il presidente Roberto Bonetto: «E forse non sarei stato così soddisfatto se avessimo vinto giocando male. Ho visto veramente un bel Padova, se continuiamo su questa strada potremo toglierci grandi soddisfazioni. Grazie anche al pubblico, è questo il calcio vero». […]

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Più soddisfazione che rammarico. Più gioia per aver mostrato la propria forza che delusione per essere uscita dal campo con appena un punto. Il derby dell’Euganeo va in archivio con uno 0-0 che lascia parecchio amaro in bocca al Padova per non aver saputo sfruttare la superiorità di gioco mostrata nell’arco di quasi tutti i 90 minuti. Ma è un aspetto che non sembra preoccupare troppo mister Pierpaolo Bisoli, apparso sereno, oltre che molto soddisfatto, al termine della gara: «Rimpianti? No, quelli li hanno i deboli», esordisce il tecnico. «Io sono convinto di aver trovato la mia squadra in questa serata. Se continueremo a giocare con questa convinzione e intensità, a maggio saremo in alto. Su dieci partite del genere, di solito se ne vincono otto. Vorrò dire che ci andremo a riprendere i punti persi a San Benedetto domenica prossima». L’allenatore ha solo applausi per i suoi: «Il Vicenza, francamente, non ha visto palla. Sembrava che giocassimo quelle partite in cui ti riconsegnano sempre la palla per cercare il gol. Abbiamo mostrato ritmo, triangolazioni e intensità, ci è mancata veramente soltanto la rete». […]

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Uno spettacolo per oltre novemila persone, tra cori, fumogeni e tifo. Padova-Vicenza è stato tutto questo: una gara piacevole e giocata su alti ritmi, con una cornice di pubblico degna di una categoria superiore. […] Sul campo non ha vinto nessuno, ma l’atmosfera è stata ugualmente positiva: il minuto di silenzio in memoria di Humberto Rosa, commosso e sentito, è stato accompagnato dallo striscione della Tribuna Fattori che recitava «Humberto Rosa, esempio biancoscudato». In tribuna c’era anche Michel Kreek, un altro che avrebbe potuto essere d’esempio visto che i suoi derby, ai tempi della Serie A e con Giordani presidente, ieri sugli spalti in qualità di sindaco, li aveva vinti. È mancato il gol, per rendere più magica la serata.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Il sorriso tirato di Pierpaolo Bisoli a fine match racconta più di mille commenti, osservazioni, analisi e puntualizzazioni. Padova – Vicenza è spettacolo vero solo sugli spalti, mentre in campo è una miccia che non si accende, un fuoco sempre ad ardere a metà, un qualcosa che manca a chi dovrebbe vincere (il Padova che insegue, appunto). Il Vicenza messo in campo egregiamente da Alberto Colombo ottiene quello che voleva alla vigilia: un punto che vale oro e che mostra già i frutti del lavoro di un allenatore arrivato in punta dei piedi e che ha già saputo lasciare il segno. Dieci punti in quattro partite, il massimo possibile, mentre la sensazione è che Bisoli non abbia ancora trovato la chiave giusta per sfruttare il grande potenziale che la società gli ha messo fra le mani. Manca la mossa vincente dalla panchina, quella freschezza che avrebbero potuto dare Cisco o Marcandella, lasciati a guardare fino alla fine. L’impressione è che manchi qualcosa davanti, Guidone si sbatte, serve assist al bacio (lo spreco di Candido nel finale grida vendetta) e apre spazi, ma la porta sinora la vede molto poco. Il Vicenza scopre un Pietro Beruatto versione extralusso, migliore in campo e capace pure di sfiorare il gol, oltre che di far rimbalzare tutti gli assalti di Nicola Madonna coprendo tutte le falle. Tanta roba, per un ragazzo giovane scuola Juve, ma che all’Euganeo dimostra di avere un grande futuro di fronte a sé. È sugli spalti il vero spettacolo: innanzitutto il dato spettatori, che parla di oltre 9mila presenze, in linea con Padova – Venezia dello scorso aprile. L’Euganeo, pur nel solito contesto lontanissimo da uno stadio di calcio moderno, offre un bel colpo d’occhio e tutto va secondo i piani. […]

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Festa doveva essere e festa è stata all’Euganeo per il derby tra Padova e Vicenza. Ieri sera lo stadio si è agghindato a festa, con circa 10mila spettatori di cui 2.300 provenienti dal capoluogo berico. E se nella guerra degli sfottò i tifosi di casa hanno preso di mira gli storici rivali per tutta la gara, i vicentini (volutamente) hanno scelto di snobbare i colleghi biancoscudati, preferendo rivolgere all’inizio i loro cori ai cugini veronesi. […] All’ingresso delle squadre per il riscaldamento boati e fischi si sono mischiati, ma il vero spettacolo è stato all’inizio del match. Entrambe le curve hanno scelto la tradizione per colorare i rispettivi settori: fitta sciarpata da una parte e dall’altra, con qualche fumogeno e un grosso petardo scoppiato. In tribuna Est i cartoncini alzati hanno la scritta 1910, anno di fondazione dei biancoscudati, mentre tutto lo stadio ha cantato l’inno «ma quando torno a Padova». Prima del match un minuto di silenzio ha ricordato le vittime del nubifragio che ha colpito Livorno e la scomparsa di Humberto Rosa, uno degli ultimi panzer di Nereo Rocco mancato dieci giorni fa. La Tribuna Fattori gli ha tributato uno striscione, impreziosito da un applauso collettivo che ha unito per un momento le due tifoserie: «Humberto Rosa, esempio biancoscudato» . Durante la partita ogni azione biancoscudata è stata seguita dalla spinta dei 10mila, trepidanti come non mai. Al 20esimo la parte calda del tifo biancoscudato ha tentato di provocare i rivali con uno striscione ironico sullo sponsor degli maglie che fa capo alla catena di negozi dell’ex presidente del Padova Marcello Cestaro, odiatissimo dopo il fallimento. Missione riuscita solo in parte, con gli occhi di tutti concentrati sul terreno di gioco. All’intervallo una partita tra bambini delle giovanili ha stemperato la tensione con applausi scroscianti per i piccoli campioni. […]




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