Live 24! Padova-SudTirol, la vigilia: porte chiuse all’Appiani, si prepara a dovere la terza partita settimanale…

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Ore 20.30 – (Il Piccolo) È il primo mattoncino di un lungo percorso, quello che porterà al centenario della Triestina e a un anno ricco di eventi. Si avvicina infatti il 2018 e la Curva Furlan, il Centro Coordinamento Triestina Club e la Triestina Calcio, hanno già iniziato a lavorare per la realizzazione di un percorso celebrativo. Il programma di eventi, che coinvolgerà l’intero tessuto cittadino, sarà presentato prima della fine dell’anno, ma alcune iniziative partiranno già prima. Anzi, è già partita la speciale pagina Facebook “Centenario Triestina” creata per l’occasione, che nell’homepage titola “Un secolo-Storia di cento primavere”. Una pagina che vuol essere viva, perché fungerà come centro di raccolta di materiale storico, testimonianze, racconti, documenti cartacei, immagini e tutto ciò che può essere interessante per il racconto di un episodio, di un evento, ma anche di un semplice vissuto legato alla Triestina.Proprio l’arricchimento della pagina sarà fondamentale per completare una delle iniziative in programma per il centenario, ovvero un libro che ripercorra attraverso racconti e testimonianze il secolo di storia della Triestina Calcio. Un percorso non solo sportivo e non solo per tifosi, ma uno spaccato della vita di Trieste, fra drammi e rinascite legati alla vita di una squadra di calcio. Tutti possono contribuire con notizie e testimonianze soprattutto inedite anche di vecchissima data.Oltre alla pagina Facebook c’è anche una mail ufficiale: triestina100@gmail.com. […] Ore 20.00 – (Il Piccolo) Le analisi sulla grande fatica della manovra offensiva alabardata nelle ultime giornate sono state già fatte. Il problema è che quelle analisi sono suffragate da numeri preoccupanti e deficitari. E si sa che, al di là del gioco espresso, sono proprio i numeri a dar vita poi alle classifiche. In modo davvero sorprendente rispetto alle attese di precampionato, il grande problema della Triestina sta diventando quello della sterilità offensiva. A fronte di una difesa sulla quale c’erano molti timori e che pure fra qualche amnesia in sostanza tiene (solamente cinque squadre finora hanno preso meno gol dell’Unione, che però rispetto a diverse squadre ha giocato una partita in meno), c’è un attacco che dopo la scorpacciata di Ravenna sembra aver iniziato un lungo digiuno. E attenzione perché i dati complessivi degli alabardati sono “drogati” proprio da quella gradinata di reti in Romagna in una serata in cui tutto è andato magicamente per il verso giusto.Fatto sta che se togliamo quella partita (che a ragione Sannino definì «unica») e quelle 5 reti segnate, a parte il derelitto Modena la Triestina diventa subito la squadra che ha segnato meno nell’intero girone. Ma più che il dato generale, è il trend a preoccupare. Dalla partita col Ravenna, la Triestina in quattro partite ha segnato solamente due reti, di cui una solamente su azione. […] Ore 19.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) […] Momento d’oro per il Bassano, primo in classifica dopo il successo di Fermo e atteso da un altro impegno sulla carta abbordabile domenica contro il Teramo al Mercante. E proprio lì, al Mercante, sono stati presentati ieri i nuovi Skybox e il nuovo settore della tribuna denominato Premium, segnale tangibile della volontà del club di continuare il percorso di crescita a 360 gradi avviato negli ultimi anni.
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Era arrivato al De Marchi fuori forma. L’ultimo acquisto del mercato estivo era reduce da un anno difficile vissuto a Taranto e i tifosi avevano reagito freddamente all’annuncio del suo nome come colpo last-minute per l’attacco. Ci si aspettava il livornese Maritato, invece arrivò il lungo Simone Magnaghi. E immediatamente ci si accorse che l’attaccante nato il 12 ottobre del 1993 a Lovere (Alto Sebino) in provincia di Bergamo avrebbe passato la primissima parte della stagione in panchina. Ma il segreto di una stagione lunga e auspicabilmente di vertice è anche quello di farsi trovare pronti se interpellati. Ed è ciò che è capitato all’attaccante del Pordenone, gettato nella mischia da Leonardo Colucci per aumentare il peso del reparto avanzato. […] «Gli faccio i complimenti per il gol – ha detto Colucci – ma il lavoro che voglio da lui è diverso. Doveva rimanere più vicino a Gerardi e trovarsi più spesso al centro dell’area per raccogliere i tanti cross che sarebbero arrivati dalle fasce». La carota quindi, ma anche il bastone. È la sintesi del percorso che Colucci ha impostato su e per Magnaghi: la convivenza con Gerardi dev’essere il paradigma della sua stagione. E nonostante il gol, evidentemente è ancora un obiettivo lontano dall’essere raggiunto. Magnaghi aveva già realizzato un gol al Bottecchia. Era il mese di settembre del 2014 e vestiva la maglia del Venezia. Con una rete sempre al 90′ e sempre nella stessa porta – quella rivolta verso la stazione ferroviaria – aveva gelato il Pordenone di Lamberto Zauli pareggiando anche allora la partita. E ora si candida a diventare anche in Friuli l’uomo degli ultimi minuti: «Devo farmi trovare pronto – ha detto l’attaccante -, perché sono in una super-squadra e in una società solida. Non sta a me decidere se giocare titolare o no».
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Tutto il popolo neroverde ha passato il venerdì a chiedersi se quello incassato con il Gubbio (2-2) sia stato un punto guadagnato o se invece i ramarri ne abbiano persi due insieme al primato. È la seconda volta di fila. Lo stesso dubbio era sorto dopo il pareggio di lunedì a Salò (0-0) con la Feralpi. In realtà si è trattato di situazioni completamente diverse. A Salò un pareggio non è oggettivamente disprezzabile. Il rammarico era nato dal rigore mancato da Burrai, che avrebbe potuto regalare ai ramarri successo e primato.

Con il Gubbio invece era lecito attendersi la vittoria. I neroverdi però hanno offerto la peggior interpretazione stagionale, rimediando il pareggio solo al 90′, grazie a una zampata di Magnaghi. Uscendo dal Bottecchia a fine gara il commento più gettonato è stato: «È andata bene». Non pochi i rilievi all’indirizzo di Colucci. Leo è stato criticato per le scelte operate nel comporre l’undici iniziale. In particolar modo per l’inserimento di Pellegrini come esterno destro al posto di Formiconi e l’utilizzo di Buratto a centrocampo al posto di Lulli. che la maggior parte dei tecnici da tribuna si aspettavano in campo. In realtà è stata tutta la squadra a giocare notevolmente al di sotto di quanto fatto nelle precedenti sei gare. […]

Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Oggi (alle 11) la rifinitura a porte chiuse in vista del secondo impegno consecutivo in casa per il Pordenone, domani di scena al Bottecchia col neopromosso Ravenna (alle 14.30). Colucci ieri ha diretto un allenamento defaticante per chi non è stato impiegato nel turno infrasettimanale. Ancora da valutare le condizioni di Martignago, uscito dolorante dalla gara con il Gubbio, e di Gerardi, che ha subito un colpo al volto che non dovrebbe comunque precludergli il prossimo match. Con il Ravenna, in ogni caso, il tecnico neroverde dovrebbe rimescolare le carte. In difesa si profila il ritorno di Formiconi e De Agostini ai lati della coppia centrale composta da Stefani e dal vincitore del ballottaggio tra Parodi e Bassoli. In mezzo al campo, probabile una nuova chance dal primo minuto per Danza. Mentre Sainz-Maza dovrebbe prendere il posto dell’infortunato Martignago alle spalle di Gerardi. Con Ciurria, in gol nella sfida di giovedì scorso, confermato al suo fianco. Altra novità, stavolta di mercato, che interessa, seppur indirettamente, il club neroverde arriva da Fano. Dove domenica si recherà la virtuale capolista del girone, il Renate, rivale del Pordenone nella corsa alla serie B. I marchigiani hanno messo a segno un colpo da novanta, ingaggiando l’ex centrocampista, tra le altre, di Udinese, Fiorentina e Pisa (nelle cui fila la scorsa stagione ha collezionato 19 presenze in B), Andrea Lazzari (classe’84).
Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Il primato non scappa. Nei fatti è ad appena un punto. Virtualmente, nella peggiore delle ipotesi, lo si può trovare un po’più in là, a 3 lunghezze, visto che il Renate ha una partita in meno. In entrambi i casi, la frenata non ha prodotto conseguenze rilevanti per le ambizioni di Stefani e compagni. Due pareggi consecutivi, 3 nelle ultime 4 partite. Il Pordenone di Colucci aveva abituato a ben altri ritmi (7 vittorie nelle prime 8 gare ufficiali tra Coppa e campionato). Ma proprio la corsa a perdifiato di inizio stagione ha probabilmente richiesto un rallentamento. Senza dimenticare che i neroverdi hanno lasciato punti al Bassano, attuale capolista, alla Feralpisalò, che di certo non può considerarsi cliente comodo, e, per ultimo, a una squadra, il Gubbio, nel pieno dell’effetto sferzante che di solito accompagna un cambio in panchina (Pagliari al posto di Cornacchini). Pertanto, nulla di clamoroso. Il Pordenone, inoltre, rimane, assieme al Vicenza, l’unica squadra imbattuta del girone. Quattro in tutta la serie C, con Livorno e Siena del gruppo A. […]

Ore 16.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il Vicenza di Alberto Colombo affronterà lunedì al Mapei Stadium la Reggiana, match importante per i biancorossi, ma nell’ambiente berico non si parla d’altro che della situazione societaria. Dopo che Boreas Capital aveva emesso un comunicato intimando a Vi.Fin. di non discutere della cessione del Vicenza calcio con altri gruppi fino al termine del 15 ottobre – quando scadrà l’esclusiva della holding lussemburghese – la finanziaria vicentina ha risposto con fermezza sottolineando di aver dato mandato a uno studio legale, lo Studio Associato Borlone Papi Rossi, divisione di Libonati Jaeger, per verificare se esistano responsabilità di Boreas nella gestione della trattativa intercorsa. Insomma un muro contro muro difficile da decifrare, mentre Vi.Fin. nei giorni scorsi ha portato avanti uno dei contatti con due gruppi, di cui uno pare in fase molto avanzata. Voci ed indiscrezioni sempre più pressanti vorrebbero per l’inizio della settimana prossima, forse già lunedì, il giorno dell’appuntamento in cui le parti potrebbero presentarsi davanti al notaio, e l’incontro di mercoledì tra l’avvocato Gian Luigi Polato, a rappresentanza di Vi. Fin., e l’ex presidente del Vicenza calcio Alfredo Pastorelli, dimissionario nel giugno scorso da tutte le cariche del club berico e della finanziaria vicentina, starebbe a confermare il tutto. Il patron di La Colombo Finanziaria infatti detiene il 20.52 per cento delle quote di Vi. Fin. e prima di procedere alla cessione del Vicenza calcio l’ex massimo dirigente deve essere informato. Nel piano della nuova cordata, che sarebbe formata da tre imprenditori la cui identità non è ancora nota, Vi.Fin. andrebbe a cedere il 70 per cento delle quote, lasciando ai soci della finanziaria vicentina il restante 30. Dell’esito dell’incontro e della reazione di Pastorelli nulla è dato a sapere, ma la domanda è se l’operazione proseguirà secondo i programmi, oppure se la diffida di Boreas potrebbe bloccare l’iter programmato. […]

Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Guardare avanti e pensare solo al Carpi» è il suo ovvio imperativo alla squadra, ma com’era altrettanto prevedibile l’addio al Venezia di Giorgio Perinetti non poteva lasciare indifferente Pippo Inzaghi. «Se me l’aspettavo? No ammette il tecnico è una notizia ancora fresca, non conosco bene i particolari, dovete chiederli ai diretti interessati e commenterà la società. Posso solo dire che se io sono qui è grazie a Perinetti, un professionista esemplare che sarà durissima sostituire. Mi dispiace tanto, mancherà a tutti, nessuno avrebbe voluto questo epilogo, il Venezia però continua e per noi dev’essere lo stesso». L’ormai ex ds era un riferimento quotidiano per i giocatori, un prezioso punto di equilibrio nella gestione degli umori legati a risultati e prestazioni. «Non devono esserci ripercussioni di nessun tipo, dobbiamo stare tranquilli raccomanda Inzaghi io lo sono perché questa società non mi farà mancare niente come è sempre stato. Siamo professionisti, il segreto di questo Venezia sono i giocatori, dobbiamo andare avanti ancora più uniti e ancora più forti». […]

Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Perinetti ormai sorpassato, per non farlo rimpiangere il Venezia si affida al Real Madrid, ma dalla prossima stagione. Il club arancioneroverde e l’ex direttore sportivo hanno strappato ieri il contratto che li legava fino al prossimo 30 giugno. La risoluzione ha così sancito un addio nient’affatto indolore, poiché, al netto dei ringraziamenti, la società di Joe Tacopina (oggi al rientro a Venezia dalla missione stadio ad Abu Dhabi) non ha risparmiato stoccate a un Giorgio Perinetti che motivando il suo addio aveva denunciato il «venir meno dei presupposti per lavorare come nelle precedenti due stagioni». «Perinetti, in queste ore, ha espresso la volontà di rimettersi in gioco dopo il contributo fornito al nostro progetto il comunicato da viale Ancona mosso anche da motivazioni personali e familiari, quindi il presidente Tacopina ha deciso di accogliere la sua richiesta». Ad attendere il dirigente romano c’è la Serie A del Genoa. «Come Perinetti ha riconosciuto i tempi per un cambiamento erano maturi, dal momento che aveva intuito il termine usato dal Venezia che il suo contratto non sarebbe stato rinnovato e che il suo ruolo sarebbe venuto meno a fine mercato». […]

Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) No, non è stato un addio indolore. Sono volati gli stracci a Venezia dopo il divorzio con Giorgio Perinetti, che da ieri non è più il direttore sportivo arancioneroverde (andrà al Genoa). Una decisione sofferta arrivata nel tardo pomeriggio dopo la risoluzione contrattuale con il club di Joe Tacopina e annunciata con un comunicato dai toni molto duri. Nel quale si spiega che «Perinetti ha espresso la volontà di rimettersi nuovamente in gioco dopo il contributo fornito al progetto del Venezia FC, che ha visto il nostro club vincere due campionati consecutivi e una Coppa Italia, mosso anche da motivazioni personali e familiari. Il presidente Tacopina che da sempre tiene in grande considerazione le richieste e le esigenze personali dei propri collaboratori, ha deciso quindi di accogliere la sua richiesta. Il Venezia FC augura i migliori successi a Giorgio e lo ringrazia ma, come Perinetti stesso ha riconosciuto pubblicamente, i tempi per un cambiamento erano maturi dal momento che aveva intuito che il suo contratto non sarebbe stato rinnovato al termine della stagione in corso e che il suo ruolo sarebbe venuto meno con la chiusura del mercato». Insomma, un addio duro, come si era intuito dal momento della clamorosa sortita in diretta tv del presidente del Genoa Enrico Preziosi, che aveva annunciato l’ingaggio di Perinetti con contratto triennale. Il diretto interessato non ha voluto commentare il comunicato del Venezia, in cui si fa riferimento « all’impiego di un budget superiore a quello di ogni altra diretta concorrente» e si è limitato a spiegare: «Penso solo al futuro, se sarà al Genoa o meno lo vedremo nei prossimi giorni». […]

Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) C’è il Carpi all’orizzonte, Inzaghi ha fuori gioco gli Under 21 Audero (6-2 in Ungheria con l’Italia) e Mlakar (1-1 in Lussembrugo), ma sono tornati giovedì in gruppo anche Geijo, Fabris e Bruscagin. Ma alla vigilia del match con il Carpi tiene banco l’annuncio delle partenze di Perinetti e di Castellazzi, il tattico del suo staff. «La separazione con Perinetti mi ha sorpreso, è ovvio, ma è compito della società spiegare i motivi», spiega Pippo Inzaghi, «per quanto mi riguarda posso dire che è stato Perinetti a portarmi al Venezia. Con lui ho un rapporto stupendo, un professionista fantastico ed esemplare. Mancherà un po’a tutti, ma noi dobbiamo andare avanti e la società non mi farà mai mancare niente, come è sempre stato. Noi dobbiamo andare avanti, uniti e compatti perché il segreto di questa squadra è il gruppo di giocatori che la compongono».Diverso il discorso sul tattico Castellazzi. «Non è una sorpresa. Sapevo, quando l’ho preso nel mio gruppo di lavoro, che avrebbe lasciato qualora Leonardo avesse trovato una panchina. Con me è stato correttissimo. Posso solo ringraziarlo per il lavoro svolto, è stato un professionista esemplare, ma ha avuto un’offerta irrinunciabile». […]

Ore 13.30 – (La Nuova Venezia) Rescissione consensuale: si separano le strade del Venezia di Joe Tacopina e di Giorgio Perinetti. Libero adesso di accasarsi al Genoa di Enrico Preziosi, che lo presenterà all’inizio della prossima settimana. Le modalità della rescissione sono state definite tra giovedì sera e ieri mattina, tra Tacopina, che stamattina rientra da Abu Dhabi, Rogg e Perinetti in sede, diventando effettiva all’ora di pranzo. Poi in serata il comunicato ufficiale del Venezia, sottoscritto a due mani visto che l’incipt è «Il Venezia Fc e Giorgio Perinetti annunciano che oggi hanno provveduto alla risoluzione consensuale anticipata dall’accordo in scadenza il prossimo 30 giugno 2018». Da una parte l’esigenza di Giorgio Perinetti “di rimettersi nuovamente in gioco”, dinnanzi alla proposta di contratto triennale fatta da Preziosi e all’occasione di ritornare a pilotare una squadra di Serie A, come il Genoa. Di fronte a questa opzione, il presidente Joe Tacopina «che da sempre tiene in grande considerazione le richieste e le esigenze personali dei propri collaboratori, ha deciso quindi di accogliere la sua richiesta». Via libera.L’avventura di Giorgio Perinetti con il Venezia era iniziata il 23 luglio 2015: direttore sportivo del nuovo Venezia Fc con il contratto firmato dopo il 4 agosto, quando il Consiglio Federale accolse l’iscrizione tra i dilettanti. E con lui arrivò anche Giampaolo Marcheggiani, che lo seguirà al Genoa. Se non adesso, comunque, era ormai segnato il futuro, il mancato rinnovo del contratto aveva un disegno che guardava a giugno. «Come Perinetti stesso ha riconosciuto pubblicamente, i tempi per un cambiamento erano maturi dal momento che aveva intuito che il suo contratto non sarebbe stato rinnovato al termine della stagione in corso e che il suo ruolo sarebbe venuto meno con la chiusura del mercato». […]

Ore 12.40 – Queste le dichiarazioni di Pierpaolo Bisoli alla vigilia di Padova- SudTirol: “È chiaro che la terza partita è quella più difficile per noi, ma potrebbe darci ulteriore slancio in classifica. Dovremo essere bravi di andare a fare male, in queste due partite abbiamo vinto sul piano fisico e tecnico, ma il SudTirol avrà rispetto a noi molta determinazione e qualità fisica. Pulzetti forse non sarà della partita, Mandorlini non ci sarà, Guidone non sarà al 100%, Contessa ha un piccolo problemino. Perdiamo alcuni giocatori importanti, Pulzetti sente un dolore particolare e lo teniamo a riposo perché non voglio rischiare. Ha tirato troppo, forse doveva gestirsi meglio. Loro nei centimetri sono superiori a noi, dobbiamo contrapporre alla loro fisicità le nostre qualità tecniche. Non posso pensare di cambiare, il Padova farà il Padova e il SudTirol farà il SudTirol. Questa settimana abbiamo cercato di fare un lavoro di bassa intensità, avendo tirato fuori subito la squadra dopo il ko di Renate, adesso dobbiamo anche gestirci alla terza consecutiva. Mazzocco andrà in panchina, è ancora condizionato alla mano, almeno un po’ ci potrà dare. Dietro siamo tutti a posto, davanti invece siamo un po’ stretti. Chinellato gioca, non deve avere l’assillo del gol. Non vedo giocatori in crisi, deve stare tranquillo ma ha la stima incondizionata mia, della società e dei tifosi. Domani gioca titolare, ha avuto qualche problema fisico e ha saltato parecchia preparazione. Lui si sente sotto esame, non so da chi, ma stia tranquillo. È un giocatore importantissimo per il Padova. De Risio gioca”

Ore 12.00 – (Gazzettino) Accosti Zeman al Cittadella e subito viene in mente il pirotecnico ed emozionante 4-4 del 2 settembre 2001. Si giocava all’Euganeo la seconda giornata del primo, storico campionato di serie B della storia granata, e i fortunati 2.334 spettatori che assistettero a quella partita non la dimenticheranno mai. Il Cittadella in vantaggio si fece raggiungere e superare dalla Salernitana, quindi la doppietta di Ghirardello ribaltò il risultato e lo stesso fece la squadra campana prima del definitivo 4-4 di Sturba. Sulla panchina di quel Cittadella c’era Ezio Glerean, che ricorda il confronto come fosse ieri: «Ancora adesso qualche tifoso e appassionato di calcio si rivede la registrazione, è stata annoverata tra le più belle gare della serie B». Glerean affrontò il più blasonato collega senza timori: «Il Cittadella aveva una sua precisa identità, il 3-3-4, non potevamo adattarci alla Salernitana. Conoscevo il gioco di Zeman, i movimenti in campo delle sue squadre. La Salernitana aveva qualcosa in più di noi sotto il profilo tecnico ma il Cittadella forse era meglio organizzato, e aveva grande entusiasmo». E oggi come si affronta Zeman? «È l’allenatore che pensa di fare un gol più degli altri. Il non la penso così: è importante anche l’organizzazione difensiva. Il boemo va affrontato con tanta attenzione, se gli togli gli spazi puoi giocartela, si affida ai tre attaccanti e fa salire gli esterni difensivi, i centrocampisti cercano sempre gli inserimenti, quindi è facile prevedere che prima o poi un gol le sue squadre lo trovino. Chi le affronta deve essere bravo a ripartire». Che consigli si sentirebbe di dare a Venturato pensando a Pescara-Cittadella? «Non ci sono consigli. Venturato poi sta facendo così bene che non penso abbia bisogno delle mie dritte. Vengo sempre al Tombolato a vedere il Cittadella perché mi piace la sua filosofia di gioco, è una delle squadre più belle da vedere, prova sempre a fare la sua partita. Cerca di verticalizzare e non far correre il pallone per vie orizzontali, come si vede spesso e volentieri in tutte le categorie, anche in serie A». Si punta sul possesso palla. «Tutti cercano di emulare Guardiola, ma lui fa girare il pallone nella metà campo avversaria. Il 5-3-2 in voga adesso non porta al divertimento in campo. Pescara-Cittadella invece sarà una gran bella partita, entrambe le squadre punteranno a vincere». […]

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Se quella di domani a Pescara sarà una partita importante per tutto il Cittadella, per Lucas Chiaretti avrà un sapore diverso. Perché il fantasista carioca è un ex e perché in un certo senso lo è proprio per via di Zeman. La storia l’ha raccontata più volte: era reduce dalla promozione in B conquistata con il Taranto, lo cercavano in tanti (tra cui Sassuolo, Chievo e Samp), ma lui scelse il tecnico boemo, che lo voleva con sé in Abruzzo. «Firmai a giugno, ma poi lui si accordò con la Roma e non l’ho mai avuto come tecnico. Ho fatto una presenza in panchina alla prima gara con l’Inter e poi ho avuto sfortuna, rompendomi il tendine rotuleo del ginocchio. Ogni tanto ci torno con la testa, penso a come la carriera avrebbe potuto prendere una piega diversa. Per fortuna è arrivata l’esperienza al Citta, a scacciare quei ricordi». Di sicuro se Venturato deciderà di puntare su di lui sulla trequarti, troverà un giocatore motivato. A proposito di corsi e ricorsi storici, domenica sarà l’8 ottobre, esattamente la stessa data di un altro precedente allo stadio Adriatico, del 2011, quando la gara fu decisa a favore dei padroni di casa da un gol di Sansovini (che in attacco, accanto a sé, aveva un certo Immobile, mancavano invece Insigne e Verratti, che disputarono la sfida di ritorno). Una sfida che si ricorda per le numerose occasioni fallite dagli uomini di Foscarini, in particolare con Maah, veloce ma tutt’altro che freddo sotto porta. Uno sgarbo da vendicare, magari provando a rovinare la festa a Zeman, che proprio contro i granata collezionerà la sua panchina numero 300 in Serie B. Un altro traguardo di prestigio per il tecnico che ha vinto il campionato cadetto due volte. Una, appunto, col Pescara nel 2012, l’altra nella celebre stagione 1990-91 con il Foggia. […]

Ore 11.00 – Biancoscudati in campo all’Appiani per la rifinitura a porte chiuse.

Ore 10.30 – (Gazzettino) La truppa di Bisoli è lanciata più che mai avendo messo a segno al momento un filotto di tredici punti nelle ultime cinque partite, e punta ad allungare la serie. Che Padova si aspetta? «Ho visto solo alcune azioni delle partite che ha fatto, ma è senza dubbio una compagine molto forte. La considero la migliore insieme al Pordenone, e anche la più completa avendo diverse alternative nell’organico. Ero sicuro che avrebbe recitato un ruolo da protagonista, nonostante la sconfitta all’esordio in campionato con il Renate. Si è trattato di un piccolo passo falso, al quale ha reagito alla grande. Non avevo dubbi perché conosco il valore dei biancoscudati. Sarà senz’altro una partita difficile, ma verremo all’Euganeo per dire la nostra».

Ore 10.20 – (Gazzettino) Nella sua breve parentesi all’ombra del Santo non è riuscito a carburare, scendendo in campo in appena otto partite. «Mi è dispiaciuto anche per questo, perché nei sei mesi al Padova non sono riuscito a fare vedere il meglio di me. Beninteso, non ho alcuna sete di rivalsa nei confronti dei biancoscudati, ma domenica voglio dimostrare quello che so fare. Un pizzico di rammarico ce l’ho, perché sentivo di poterci stare anche in questo Padova. Poi nel calcio si fanno delle scelte, e va bene così. Ripeto, ora sono felice di essere al Sudtirol». […]

Ore 10.10 – (Gazzettino) Sei mesi in biancoscudato nella seconda parte della passata stagione, e domani torna all’Euganeo da ex. Il protagonista in questione è Luca Berardocco, che ora guida il centrocampo nel 3-5-2 proposto dal Sudtirol. Ed è scontato sottolineare come il centrocampista abbia il desiderio di fare bella figura in questa sfida, che inevitabilmente ha per lui un sapore speciale. «A Padova mi sono trovato bene, anche se ci sono rimasto poco. Rivedrò tanti compagni di squadra della passata stagione, ed è sinceramente una partita che sento un po’ di più delle altre. Magari mi sarei aspettato un pizzico di considerazione in più quest’anno nella prima parte durante la preparazione, ma va bene lo stesso perché adesso sono felice di essere al Sudtirol».

Ore 10.00 – (Gazzettino) È rimasto a riposo ieri Guidone per un leggero affaticamento al flessore. Niente di preoccupante comunque, tanto che l’attaccante tornerà ad allenarsi regolarmente insieme ai compagni in occasione della rifinitura a porte chiuse in programma oggi alle 11 all’Appiani. Ha terminato invece anzitempo la seduta Pulzetti dato che era un po’ stanco, ma anche nel suo caso non c’è alcun allarme: il capitano sarà al suo posto questa mattina. A parte Tabanelli e Marcandella, in palestra Mandorlini. Quanto al lavoro sul campo, i biancoscudati hanno effettuato alcune esercitazioni tattiche in chiave anti Sudtirol e sono state provate situazioni su palla inattiva. Considerato che domani sarà la terza partita in sette giorni, resta da capire se i titolari avranno ricaricato a pieno le batterie dopo il doppio sforzo ravvicinato con Santarcangelo e Ravenna. […]

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) […] Nella passata stagione, Bindi rimase imbattuto per 433 minuti tra dicembre e gennaio: il sorpasso e il miglioramento della statistica sembrano imminenti, manca l’ultimo sforzo. Ma non ditelo al portierone biancoscudato, che già due volte, proprio l’anno scorso, avrebbe potuto superarsi ma è caduto sul più bello. «Preferirei non commentare certe statistiche», sorride Bindi, incrociando le dita e ripensando, scaramanticamente, a quel record che non è più riuscito a battere. «Vediamo se riusciamo a sfatare questo mito: l’anno scorso, ogni volta che avevo la possibilità di migliorare la mia striscia di imbattibilità, sui giornali lanciavo tutti i migliori propositi, e immancabilmente subivo gol alla partita successiva. L’aspetto principale, però, non è la striscia positiva in sé, quanto la volontà di non subire anche se si è già sul 3-0: è questo che certifica una mentalità, la forza motrice di una squadra vincente». […]«Delle tre di questa settimana credo questa sia la gara più difficile», l’avvertimento di Bindi. «Hanno una forza fisica più marcata rispetto alle ultime due avversarie, e mi sembra che abbiano anche meccanismi un po’ più studiati. Vanno bene sulle fasce, davanti possono essere incisivi».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Dopo i due allenamenti di giovedì e venerdì alla Guizza, il Padova questa mattina alle 11 si sposterà allo stadio Appiani per la consueta rifinitura del sabato. Poche, ancora, le indicazioni sul possibile schieramento di partenza domani: i dieci undicesimi della formazione scesa in campo tre giorni fa a Ravenna avevano giocato dal 1′ anche contro il Santarcangelo, e i dubbi maggiori per il tecnico Bisoli riguardano la tenuta atletica di alcuni elementi che potrebbero aver bisogno di rifiatare. Assenti sicuri saranno i centrocampisti Mandorlini (out almeno un paio di settimane per uno stiramento al flessore sinistro) e Tabanelli, per il quale la speranza è rivederlo in gruppo da martedì prossimo.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Il suo acquisto, arrivato l’ultimo giorno di mercato, è di quelli che spostano gli equilibri. Luca Belingheri, del resto, è uno che con il gol ha sempre avuto un feeling particolare. Tante stagioni da protagonista e sempre tante reti. Anzi, a volte tantissime, come quelle segnate nel Livorno, quando toccò, raggiungendo quota 14, il suo massimo in carriera. Era il Livorno di Siligardi, Paulinho e Dionisi, era il suo Livorno. A distanza di qualche anno, a Padova Belingheri non ha perso le buone abitudini e con i suoi due gol segnati in queste prime giornate a Fano e Ravenna, è già diventato uno dei punti di riferimento di questa squadra: «Bisoli mi conosce bene – sottolinea il centrocampista biancoscudato – quindi sa che posso giocare sia trequartista che mezzala. Nelle ultime due partite mi ha schierato sulla linea di centrocampo, e direi che è andata bene… Il centrocampo con me, Pinzi e Pulzetti è un po’ “vecchiotto” ma se stiamo facendo bene è merito di tutta la squadra». Belingheri guarda avanti e la sua presenza in campo potrebbe essere decisiva per il raggiungimento dell’obiettivo promozione. Nonostante l’età che avanza, lo spostamento da trequartista a mezzala pare avergli addirittura giovato e non è un caso che le due reti siano arrivate proprio con queste coordinate. Come del resto accaduto anche lo scorso anno alla Cremonese: «L’anno scorso all’inizio ho fatto fatica a calarmi nella categoria – sottolinea Belingheri – perché i ritmi sono diversi e gli avversari sono più aggressivi così da farti giocare meno, però poi dopo qualche partita ci si abitua e direi che dopo sette giornate ci siamo calati a dovere in questa realtà». […]




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