Live 24! Vicenza-Padova, il giorno dopo: vittoria e +8 sulla seconda, c’è di che godere…

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Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Fosse finita in parità nessuno avrebbe avuto qualcosa da recriminare. Ma il calcio è spietato perché quando non segni, quando non riesci a concretizzare la gran mole di gioco prodotta, prima poi ci sta che l’avversario ti punisca. Ed al Mestre è mancato soltanto il gol, non è riuscito a chiudere una partita ancora nel primo tempo, facendosi poi infilare nella ripresa da una Fermana estremamente cinica giocando di rimessa, capace di capitalizzare al massimo le occasioni prodotte. Una sconfitta che brucia decisamente in casa mestrina, che frena il tentativo di dare continuità all’ottimo momento contraddistinto dalle precedenti due vittorie consecutive e quindi di consolidare i playoff. Una partita che si sapeva dover prendere con le dovute cautele, questo in relazione alla voglia dei marchigiani di uscire da un periodo piuttosto complicato (tre sconfitte, un pareggio e una sola vittoria) che aveva minato il morale del gruppo, venendo a conquistare punti importanti in riva al Lemene. Al fischio d’inizio, mister Zironelli conferma lo stesso undici corsaro in quel di Gubbio. Sul fronte marchigiano sono invece diverse le novità di formazione rispetto all’ultima uscita, ad incominciare dall’inedito tandem offensivo composto da Cremona e Da Silva. […]

Ore 20.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il quadro è il solito, a pensarci bene: il Mestre attacca, colleziona occasioni, ma soprattutto al Mecchia fatica a segnare. E finisce per subire gol, per poi essere costretto a rincorrere per cercare di risalire. Al Mecchia la Fermana passa 1-0, il canovaccio di Flavio Destro è quello visto in altre occasioni: 4-4-2 compatto e tanti uomini dietro la linea della palla, niente a che vedere con il 3-4-3 spumeggiante di Zironelli. Che a fine partita si lamenta per l’atteggiamento antisportivo che, a suo dire, la Fermana avrebbe avuto nella ripresa. «Nel secondo tempo non si è mai giocato — tuona l’allenatore — loro hanno fatto la loro parte ma credo che non serva questo atteggiamento. Non lo condivido. Non mi è piaciuto quello che ho visto nell’ultima mezzora. Anche nel recupero ho visto atteggiamenti antisportivi, perdite di tempo che non fanno parte del mio modo di pensare». Sbotta, Zironelli, ma il problema è sempre lo stesso. Manca un finalizzatore, l’uomo capace di irrompere in area piccola trasformando la mole di lavoro dei compagni. […]

Ore 19.30 – (La Nuova Venezia) «Siamo partiti benissimo nel primo tempo quando meritavamo di andare in vantaggio ma non siamo stati precisi» è la valutazione di Zironelli a fine gara, «la Fermana ha sfruttato un angolo, sono stati bravi ma poi hanno giocato con metodi che non condivido. Ma ognuno fa il gioco che vuole. Noi abbiamo anche sfiorato il gol e il loro portiere ha fatto miracoli. Ho dovuto togliere Kirwan per un problema muscolare». Zironelli è veramente arrabbiato. «Mi sono sentito preso in giro e non insegno questo ai miei giocatori. Non attacco l’arbitro perché è caduto nella loro trappola e ne ha risentito lo spettacolo. Fabbri deve iniziare a tirare di più ed è il motivo per cui l’ho tolto. I nuovi arrivati hanno ancora bisogno di tempo. Il recupero? Avrebbe dovuto essere di 20 minuti».

Ore 19.00 – (La Nuova Venezia) La Fermana ferma la serie positiva del Mestre. Le bastano due tiri in porta (uno parato splendidamente da Favero e il colpo di testa vincente di Mane) per portare a casa i tre punti. Per il resto la squadra di Destro gioca (o meglio non gioca) ricorrendo a falli, perdite di tempo, discussioni con gli avversari, complice un arbitro che alla fine perde il controllo della partita. Peccato perché il Mestre almeno nella prima frazione avrebbe meritato il vantaggio. Con i due nuovi arrivi in panchina il Mestre scende in campo rinunciando a Bonaldi in dubbio fino all’ultimo e schierando dal 1′ Kirwan a sorpresa al posto di Lavagnoli. La Fermana dal canto suo, cambia la coppia di attacco e inserisce Da Silva e Cremona al posto di Lupoli e Sansonvini. […] Dopo un primo tempo passato a difendersi la Fermana prova a pungere e al 7′ ci vuole un gran volo di Favero per evitare il gol. La palla finisce in angolo e sugli sviluppi la difesa del Mestre si fa sorprendere da Mane che di testa arriva da dietro e schiaccia in gol, complice Gritti che non si accorge dell’arrivo dell’avversario. Zironelli alza il baricentro e fa entrare Martignago ed esordire Mordini nel tentativo di essere più concreto. Il gioco del Mestre non è fluido e la Fermana non ha difficoltà a fermare le avanzate arancionere tanto che Spagnoli ci prova da fuori senza inquadrare il bersaglio. […] Si ferma qui la serie positiva del Mestre. Ed è bastato un solo tiro in porta.

Ore 18.30 – (Il Piccolo) […] Spiega Lambrughi a fine partita. «In un mezzo contrasto con un attaccante mi si è indurito l’adduttore comunque spero non si tratti di nulla di grave e di essere pronto già martedì o mercoledì a riprendere gli allenamenti».Una Triestina che ricade sempre negli stessi problemi a determinare i risultati negativi. Risponde Lambrughi: «È abbastanza chiara la situazione, come era accaduto la settimana scorsa dove la prestazione c’era stata, e come in passato. Bisogna cambiare atteggiamento negli episodi, trovare quella cattiveria che può far volgere gli episodi a nostro favore e non contro». È tutta lì la chiave dei problemi, la cattiveria? «C’è questo problema perché abbiamo preso quel gol alla fine. Se il rinvio di Bajic fosse finito in tribuna o se la settimana scorsa al 96′ la respinta di Miori fosse andata sui piedi di un nostro difensore anziché del loro attaccante parleremmo di altro. Ma questa è la realtà e dobbiamo capire cosa fare. L’importante è non abbattersi e pensare già al prossimo incontro». […]

Ore 18.00 – (Il Piccolo) Sembra di scorrere una vecchia videocassetta con il rewind al termine della partita del Druso. Le stesse scene del film, gli stessi colpi di scena e soprattutto le stesse delusioni dell’Unione che nelle ultime 5 trasferte ha racimolato la miseria di un punto. Sannino è un fiume in piena in sala stampa, per l’ennesima volta l’ottima interpretazione all’incontro si lascia sorprendere dalla nebbia di episodi, gli stessi, come rimarca il tecnico.«Siamo sempre qui a raccontarci le stesse storie, ma questa volta sono veramente arrabbiato. Quello che è successo a Bolzano rappresenta tutto quello che è capitato durante il nostro percorso fino ad adesso. Cosa devo dire ai ragazzi della prestazione? Bene, però sono troppo arrabbiato. Andiamo a recuperare il risultato e cosa facciamo? Andiamo leggeri come sul primo gol, leggeri anche sul secondo. Troppo leggeri, dei bambini. Non possiamo star qui a parlare sempre degli stessi episodi, e che siamo bravi e belli. Questi siamo, abbiamo questo difetto, ma per vincere partite come queste abbiamo capito che non basta la prestazione». […] «Se mi chiedete perché sono arrabbiato più di altre volte vi rispondo che non ce la faccio più, sarebbe come morire con gli occhi aperti. E a me non va di morire. È normale che il responsabile qui sia io, ma non posso vedere per l’ennesima volta una squadra che gioca e manca di cattiveria, manca nel parlarsi in campo, nell’aggredire. Episodi come il secondo gol: non possiamo permetterci che l’avversario si passi la palla più volte in area di rigore». […]

Ore 17.30 – (Il Piccolo) Al Druso l’Unione cercava di rimettere in sesto il suo bilancio deficitario maturato dal giro di boa (1 punto). Ma soprattutto la Triestina voleva tornare a correre in trasferta dopo le sconfite di Fano e Reggio Emilia inframezzate dal buon pari di San Benedetto del Tronto.E invece niente sorpasso ai bolzanini in classifica ma tre punti in più di distacco al termine di un match giocato dagli alabardati quasi sempre con la palla tra i piedi. Una partita, quella vista ai piedi dei monti innevati, che l’Unione poteva e doveva addomesticare nel primo tempo e che invece ha lasciato agli avversari votati unicamente al contropiede. Se non si concretizzano le occasioni e in più si regala all’avversario un autogol, quello di Bajic da “Mai dire gol”, è difficile fare risultato pieno. Gettata alle ortiche una prima frazione quasi dominata, gettato alle ortiche anche il pareggio su rigore. E poiché questa è una storia che si ripete da qualche mese merita una riflessione. Con Sannino che per primo deve fare e fa il mea culpa. Non per il gioco che c’è, ma per l’incapacità di trasmettere ai ragazzi quell’attenzione e intensità che la squadra in passato ha avuto solo qualche volta ma che da un bel po’ si è volatilizzata. È probable che la società in questi giorni faccia una seria riflessione assieme all’allenatore nonostante il buon lavoro fatto dal tecnico e dallo staff. […]

Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) […] Mauro Lovisa, è fiducioso per il futuro e si dice soddisfatto del pareggio di ieri col Bassano.«Sono contento: abbiamo disputato un buon primo tempo, ho visto una formazione dinamica e propositiva – dice in sala stampa -. Per un’ora di gioco la squadra ha tenuto in mano la partita e a fine gara in spogliatoio ho visto lo spirito giusto. C’è un altro umore rispetto al 90′ del match col Fano». Lovisa è convinto che il meglio debba ancora venire: «Quando recupereremo Gerardi e Berrettoni ci toglieremo ancora grandi soddisfazioni – ha affermato -. Questi giocatori fanno la differenza, al di là di chi siede in panchina». Quest’ultima frase fa capire che la fiducia in Leonardo Colucci rimane immutata. Il trainer entra in sala stampa con la consapevolezza che non si può proseguire con questo trend di risultati, ma al contempo fiducioso pure lui visto il gioco espresso nel primo tempo. «Sono contento di come abbiamo giocato – attacca il trainer -. Ci abbiamo messo il cuore e gettato il cuore oltre l’ostacolo. Ringrazio i ragazzi che ci hanno messo l’anima, lottando su ogni pallone. Nel secondo tempo siamo calati? Vero, bisogna essere squadra per 90′ e su queste dobbiamo migliorare. Manca l’episodio che ci farebbe svoltare e la vittoria ci manca: a tal proposito siamo i primi a essere dispiaciuti per questo. A Teramo andiamo per cercare questo successo». Per Colucci è stata una settimana molto difficile, in cui ha anche subìto duri attacchi da parte della tifoseria. «È normale, capisco chi viene allo stadio – ha detto -. Come ho accettato gli elogi dopo la gara di San Siro, ora accetto le critiche. Io posso solo ringraziare chi continua a darmi fiducia e in particolare la proprietà. Adesso si riparte da questo match con la speranza – ha chiuso – di ritrovare le soddisfazioni di inizio stagione». […]

Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Un brodino. Ecco cos’è il mezzo passetto avanti compiuto dal Pordenone, che dopo il deludente pareggio con il Fano ultimo in classifica, ha – se non altro – il merito di fermare un Bassano lanciato, reduce da tre vittorie consecutive. Ma la seconda “ics” consecutiva al Bottecchia non può bastare per dire che i neroverdi sono guariti, anche se in realtà è sufficiente per Mauro Lovisa, il quale conferma ancora una volta la fiducia a mister Colucci. Mezzo passetto in avanti, perché il punticino consente di rientrare in zona playoff (grazie alle sconfitte di Triestina e Mestre) e perché, almeno nel primo tempo, si rivede finalmente una squadra viva, vogliosa, che dimostra di essere dalla parte del tecnico. Il rovescio della medaglia è che il secondo tempo è nuovamente scialbo, senza idee. Esaurita la verve del primo tempo, il Pordenone ricomincia a giocare a ritmi blandi e rischia seriamente di subire il colpo del ko. A fine partita, tra i sempre più sonori fischi del Bottecchia, la squadra si confronta con gli ultras, evidentemente stufi di certi spettacoli tristi, che onestamente nulla hanno a che vedere con la classe individuale dei ramarri, in particolare gli ultimi arrivati, che dimostrano di poter davvero fare la differenza. Colucci si gioca la sua chance con una formazione inedita e un modulo leggermente diverso da quello consueto: non 4-3-2-1 ma 4-3-1-2, con Bombagi trequartista alle spalle di Nocciolini e Magnaghi. Ancora fuori Berrettoni, convalescente e non convocato, mentre Gerardi comincia in panchina, anche lui non al top. In mezzo al campo assieme a Burrai e Misuraca c’è Zammarini, difesa confermata con Nunzella e non De Agostini sull’out mancino. […] Alla fine, di nuovo fischi per tutti. Il conto dice una vittorie nelle ultime 12 partite. Colucci resta al suo posto, ma prima o poi ritroverà i tre punti?

Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Da settimane, volente o nolente, è al centro del mercato come possibile partente per sbloccare l’arrivo dell’ex atalantino Denis. Alex Geijo ha centrato l’unico modo utile per consolidare la propria posizione, onorando la maglia da titolare (che gli mancava dal 2 dicembre nello 0-0 di Palermo) segnando il suo secondo gol stagionale dopo quello nel 3-3 di Ascoli a metà ottobre. «Ho messo in difficoltà la società? Non so se chiude il mio mercato, ma sì, ci ho provato ci scherza su, ma non troppo, il classe ’82 spagnolo . Non l’ho mai nascosto, spero di restare qui, anche se so bene come funziona col mercato aperto ed è normale che la società voglia cercare di migliorare». Ad ogni modo prima di affrontare la sua posizione personale Geijo ha evidenziato il peso dell’1-0 inflitto al Cesena. «Proviamo spesso il tipo di giocate che ci hanno portato al gol. Domizzi ha messo una palla morbida, bella seppur difficile da controllare, così ho cercato il tocco con l’esterno per servire Litteri, bravo a ridarmela perfetta con l’aiuto determinante di Pinato che ha portato via un difensore. Dedico questa rete pesante a mia moglie che è incinta al settimo mese, ma al tempo stesso alla nostra squadra». La classifica induce decisamente all’ottimismo. «Era buona anche prima e lo sarebbe stata anche dopo il Cesena evidenzia Geijo . Negli ultimi due mesi senza vittorie avremmo meritato di più, ripartire era fondamentale per la testa, perché nel calcio è questa a comandare tutto. Una volta sull’1-0 ci siamo tirati tutti indietro, ci sta, dobbiamo migliorare nell’ultimo passaggio perché fino agli ultimi 30 metri ci arriviamo bene. Ora sarà più facile trovare il coraggio di spingere e osare». […]

Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Un bel gol di Geijo nel deserto e un super Audero a spegnere ogni velleità di pareggio del Cesena. Questa la partita vinta ieri dal Venezia dopo otto gare di astinenza. L’importante per gli uomini di Pippo Inzaghi era conquistare i tre punti e ci sono riusciti, salendo a quota 32 e ritrovando così la zona playoff. Una partita giocata con lo schieramento tradizionale il 5-3-2 senza alcuna novità come invece pareva alla vigilia, addirittura senza l’impiego di Firenze, uno degli ultimi arrivi in casa arancioneroverde (difficile inserirlo in quello schieramento senza scoprire troppo la squadra). A favorire il gol lagunare è stato un frangente di match giocato con il 4-4-2 che ha consentito a Geijo di dialogare ancora più intensamente con Litteri, prima di tornare al modulo consueto per arroccarsi in difesa, favorendo la grande prestazione del portiere Audero capace di due interventi salva-risultato in appena una ventina di secondi e di altre parate importantissime nel finale. Gara contrassegnata dalla paura di perdere di entrambi i team, poco propensi a sbilanciarsi e impegnati a confrontarsi su ritmi molto blandi. Qualche acuto c’è stato, per lo più per reazione nervosa a delle scaramucce in campo, che alla reale volontà di accelerare il gioco per sbloccare il match. Nessun tiro in porta pericoloso da entrambe le formazioni, più interessate al possesso di palla che all’affondare. Nemmeno su punizione ne ha avute solo due il Venezia riesce a trovare la rete. La mediana affidata a Stulac con al fianco Falzerano e Suciu non appare molto propositiva. Davanti Geijo fa il solito gioco, quello che ha contrassegnato la sua presenza in laguna anche lo scorso anno, mentre Litteri non pare essersi ancora inserito al meglio. […]

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il tabù è infranto e il Venezia coglie la prima vittoria del 2018. Dopo due mesi tra pareggi e sconfitte, la squadra di Pippo Inzaghi torna a sorridere grazie a una prodezza di Geijo e ai miracoli di Audero: sono loro i protagonisti di un successo pesante che permette agli arancioneroverdi di riaffacciarsi alla zona playoff. Due firme d’autore alla faccia delle voci di mercato, che danno l’attaccante spagnolo vicino all’addio e il portiere finito nel mirino del Cagliari per la prossima stagione: Geijo invece dimostra di voler restare a Venezia con una prestazione di qualità, frutto di 80 minuti di grande spessore impreziositi da una rete di puro talento che vale tre punti d’oro per la squadra di Inzaghi. Anche grazie alle super parate di Emil Audero, strepitoso nel forcing finale dei romagnoli con tre interventi che, c’è da scommetterci, avranno fatto spellare le mani anche al suo mentore Gigi Buffon. Parate dal coefficiente di difficoltà altissimo, arrivate dopo 70 minuti che avevano regalato davvero poche emozioni da una parte e dall’altra: i guanti dei due estremi difensori restano praticamente immacolati per gran parte del match, tanto sono rare le conclusioni verso lo specchio della porta. […]

Ore 14.30 – (La Nuova Venezia) Un finale ad alta tensione, tre punti in tasca e il ritorno alla vittoria dopo oltre due mesi servono a stemperare lo stress di una così lunga astinenza in campionato per il Venezia e il suo staff. Ne è ben consapevole il presidente Joe Tacopina, che assicura: «Essere tornati alla vittoria è la cosa più importante di questa giornata. Avevamo bisogno di questi tre punti. Non ho mai smesso di credere nella mia squadra, c’era solo bisogno di tempo. Gli ultimi 4′ li ho vissuti come se fossero stati 35, ma va bene lo stesso, la cosa importante era battere il Cesena. Onestamente, a volte è meglio vincere giocando magari non al meglio, che perdere disputando una splendida partita. Siamo stati concreti, anche perché mai nessuna partita è facile in questa Serie B. Ogni squadra quest’anno avrà alti e bassi, spero si sia usciti dal nostro momento di difficoltà, e complimenti a Inzaghi, a Geijo che è tornato al gol, a tutta la squadra ma soprattutto a Sant’Audero. Il mercato? Rinaudo sta facendo un grande lavoro, abbiamo coperto due posizioni che erano importantissime con i nuovi arrivati, vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni. Alexandre Geijo resta con noi, è il nostro bomber e non si muove». E proprio l’autore del gol vittoria spiega che «molto merito della rete va a Pinato che si è portato via l’uomo. Sono contento per la squadra visto che da tanto non vincevamo, anche perché poi ti viene paura di sbagliare e vedi che le cose non vanno come vorresti quando resti a lungo a bocca asciutta. Vincere in casa è stato ancora più bello». […]

Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) «Alla fine conta far gol e conta vincere». Parole di Massimiliano Allegri non più tardi di 24 ore fa. Se ha ragione lui, che qualcosa ha vinto, ha ragione anche il Venezia, che ha fatto un gol e ha vinto, a differenza del Cesena. E allora il popolo arancioneroverde riprende la via dei giardini di Sant’Elena magari non entusiasta, ma con la consolazione di tre punti importanti, che rompono un digiuno che durava da oltre due mesi. Il Venezia prende le distanze dall’orrore del primo tempo di Salerno, mette in campo quello che può e quello che ha, insomma non è il Barcellona e se sta a metà classifica in Serie B vuol dire che il suo livello è questo. […] Due nomi: Geijo e Audero. Il primo mette la firma sul gol partita, il secondo è magico nei minuti finali quando toglie tre palloni da brivido diretti in porta. Inzaghi lascia fuori Firenze e mette Suciu, chiaro l’intento di proteggere la linea mediana, dove, con Bentivoglio squalificato, è Stulac a dirigere la musica con molta precisione e passaggi spesso di prima. C’è Litteri, ma non si vede, nel senso che riceve lo stesso trattamento di Zigoni, ossia pochi palloni e neanche tanto precisi. Un Venezia votato alla prudenza, perchè i difensori fanno i difensori – altro che i pendolini sulla fascia – e sono cinque. Inzaghi ne toglie uno a metà secondo tempo, ma con l’ingresso di Moncini ricorre immediatamente a Cernuto, doppia cerniera davanti all’area e palla avanti a proteggere il gol di Geijo. Il grigiore che avvolge il “Penzo” si colora al 25′ del secondo tempo e il gol è frutto di una azione brillante: rilancio lungo di Domizzi, deviazione di Geijo, sponda di Litteri e la cosa migliore la fa Pinato che, senza toccare la palla, fa un movimento in profondità portando via il difensore centrale. A questo punto Geijo è messo davanti al portiere, faccia a faccia, tocco sapiente e ciao ciao Cesena. […]

Ore 13.30 – (Mattino di Padova) […] CAMPODARSEGO. C’è poco da fare: sarà la domenica delle grandi occasioni per gli uomini di mister Gianfranco Fonti. Fra le mura amiche ci sarà infatti la possibilità di allungare su Virtus Vecomp e Arzignano, staccate al momento di 2 e 4 punti dalla capolista. Il Montebelluna, dal canto suo, è una compagine che ha abituato a grandi rincorse per la permanenza nella categoria, motivo per cui Aliù & C. dovranno offrire una prova da “big” (arbitro Alessandro Munerati di Rovigo), senza badare troppo al terz’ultimo posto dei trevigiani. […] Formazione Campodarsego (4-3-3): Pirana; Sanavia, Colman Castro, Marcolini, Granzotto; Trento, Caporali, Radrezza; Aliù, Pietribiasi, Michelotto. All. Fonti. ESTE. Al di là del favore al Campodarsego, l’Este proverà a battere la Virtus Vecomp (arbitro Simone Galipò di Firenze), seconda della classe, soprattutto per il proprio cammino. I giallorossi non inseguono la Serie C con la foga delle prime tre, ma vogliono comunque, per sfizio e ambizione, recitare la parte della guastafeste. […] Formazione Este (4-3-3): Lorello; Gilli, Munaretto, Ferrando, Cassandro; Tresoldi, Pozza, Viviani; Bigoni, Florian, Fioretti. All. Florindo.ABANO. Infine l’Abano, che ha in mano l’opportunità di centrare il colpaccio, oltre che per il Campodarsego, pure per la lotta-salvezza. Una vittoria con l’Arzignano Valchiampo di Vincenzo Italiano (arbitro Niccolò Turrini di Firenze) potrebbe infatti regalare ai neroverdi un posto in zona playout, soprattutto se Calvi Noale e Montebelluna non dovessero fare risultato rispettivamente con Legnago e Campodarsego. L’impegno è proibitivo, non c’è che dire. […] Formazione Abano (4-2-3-1): Castaldo; Turea, Manuel Cecconello, Cherfa, Dabalà; Carteri, Faggin; Franceschini, Gashi, Boreggio; Mattia Cecconello. All. Gabrieli.

Ore 13.00 – (Gazzettino) Cittadella-Frosinone non deciderà le sorti della stagione granata, ma di sicura farà luce sulle reali velleità della squadra di Venturato. L’allenatore granata è consapevole che il confronto diretto del Tombolato non è una partita come le altre: «Si tratta indubbiamente di una gara importante. L’avversario è molto forte, e la rosa dei giocatori del Frosinone è stata ulteriormente completata nella sessione invernale di mercato: le scelte al tecnico non mancano di certo e sono tutte di altissimo livello. Il Cittadella se vuole rimanere nella parte sinistra della classifica dovrà affrontare la partita con grande personalità. Ogni gara va giocata e vissuta con determinazione nell’arco dei novanta minuti». Un po’ di pressione, anche in un’isola felice e serena come Cittadella, si è avvertita in settimana. «Il posticipo di campionato ci metterà tanti occhi addosso e credo sia una cosa positiva per tutti noi. Vogliamo avere certe pressioni perché significa che ci stiamo giocando qualcosa di veramente importante, bisogna saper riversare in campo le tensioni nella giusta maniera». Il Frosinone è una squadra molto solida, difficile da rimontare se passa in vantaggio. «Il Cittadella deve migliorare in tanti aspetti, non per ultimo nella gestione dell’incontro. Dobbiamo mantenere più a lungo il possesso palla, e diventare maggiormente concreti e cinici perché finora abbiamo lasciato tanti punti per strada per errori di misura. I margini di crescita ci sono, l’abbiamo visto nell’arco della stagione, nella gara contro la capolista non possiamo permetterci di sbagliare». […]

Ore 12.40 – (Corriere del Veneto) La si può vedere in mille modi, Cittadella-Frosinone (stadio Tombolato, ore 17.30), ma comunque la si rigiri è a tutti gli effetti un esame di maturità. Esame perché l’avversario è una delle favorite per la vittoria finale in campionato; esame perché sinora troppe volte i granata hanno tradito sul più bello. Sempre che si voglia considerare l’obiettivo stagionale minimo i playoff, perché i ragionamenti complessivi partono tutti da qui. Oggi sarà una domenica speciale, quella del Tombolato, la prima senza Litteri che ieri non ha segnato ma ha comunque lasciato il segno in Venezia-Cesena con la combinazione del gol segnato poi da Geijo. E proprio di Litteri parla Roberto Venturato, che muove le pedine, incassa la fiducia, pensa al lancio dal primo minuto di Luca Vido e studia la vigilia. Fatta di equilibrismi verbali e di volontà di diventare davvero grandi. «Litteri ha fatto tanti gol con la nostra squadra — spiega Venturato — lo dobbiamo ringraziare perché l’anno scorso se siamo arrivati in alto lo dobbiamo anche a lui. Vido ha caratteristiche diverse e quindi qualcosa potrebbe cambiare in attacco. Ho quattro punte e tutte di alto livello: Strizzolo, Vido, Arrighini e Kouamé. Non ci saranno Iunco, infortunato, e Fasolo che tengo in considerazione e che ho deciso di mandare a giocare con la Primavera per qualche problema fisico nella pausa invernale. Ma contro il Frosinone vogliamo giocarci le nostre carte fino in fondo. Sappiamo che è un esame e vogliamo superarlo, facendo quel salto di qualità che finora ci è mancato». […]

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Salutate l’ex capolista. E, già che ci siete, magari provate a batterla, visto e considerato che, in 11 precedenti (6 pareggi e 5 k.o.), mai il Cittadella è riuscito ad avere la meglio sul Frosinone, questo pomeriggio ospite al Tombolato per il posticipo domenicale della 2ª giornata di ritorno in Serie B. Roberto Venturato, che per l’occasione ha convocato 22 uomini, lasciando Fasolo alla Primavera, ci arriva senza particolari problemi di formazione, per quella che sarà anche la prima gara ufficiale dopo la cessione di Litteri al Venezia.Già, mister, partiamo da qui: dentro Vido, fuori Litteri. Vi siete rafforzati o indeboliti?«Litteri è stato un giocatore molto importante per noi. Parliamo di un attaccante che, in due anni e mezzo, ha realizzato più di 30 gol, lavorando molto per la squadra: oggi non possiamo che ringraziarlo per ciò che ha fatto con questa maglia. Vido ha caratteristiche diverse, ma è già stato qui e conosce l’ambiente, e anche questo ha contato molto nella nostra scelta. Ha meno impatto fisico, ma più abilità nelle giocate individuali. Se non avesse grandi qualità, non avrebbe avuto l’opportunità di approdare in Serie A all’Atalanta: sta a lui ora dimostrare quello che sa fare, giorno per giorno».Vido arriva alla gara galvanizzato dal gol decisivo segnato all’esordio ad Ascoli, ma ha autonomia per 90 minuti?«In questa stagione non ha giocato molto in impegni ufficiali, ma si è sempre allenato. Valuterò come gestirlo». […]

Ore 11.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Un tempo in tribuna, uno in curva. Detto fatto. Nerio De Bortoli ha accontentato i tifosi del Vicenza e come promesso in settimana si è goduto i primi 45’ del derby seduto in tribuna d’onore, spostandosi poi tra gli ultras della Sud per viversi al meglio il secondo tempo della gara col Padova. Il commercialista veneziano, curatore fallimentare del Lane in esercizio provvisorio, dopo che la scorsa settimana aveva seguito tra i tifosi la trasferta a Teramo, ha mostrato il suo attaccamento ai biancorossi anche nella partita più attesa della stagione. In tribuna è rimasto seduto composto durante il primo tempo godendosi i «suoi» che hanno dominato. Nella ripresa è andato a viversi l’atmosfera nel settore più caldo e fine gara a salutare la squadra in spogliatoio, deluso dal risultato ma non da quello che ha visto. «Questa è una città che ha grandi valori, hanno risposto tutti al meglio. Noi abbiamo fatto un grandissimo primo tempo — racconta — poi le qualità del Padova sono uscite. Io sono ottimista, entro tre partite vedremo un’altra classifica. Questa serata aiuta a sognare per un futuro migliore». […] Durante la gara sono proseguiti i soliti cori, con una Sud in grande forma che per tutta la gara ha sventolato bandieroni, creato fitte sciarpate e proposto il repertorio dei canti che contraddistinguono la storia del settore caldo del Vicenza. […]

Ore 11.30 – Le pagelle del Padova (Gazzettino): Bindi 6; Salviato 6, Ravanelli 7, Trevisan 6.5, Contessa 6; Pulzetti 7 (Sarno 6.5), Cappelletti 6.5, Belingheri 6; Pinzi 6 (Russo sv); Gliozzi 6 (Guidone 7), Capello 6.5 (Mandorlini sv). 

Ore 11.20 – (Gazzettino) Bisoli si affida al 4-3-1-2, e la novità è rappresentata da Cappelletti dirottato in mediana davanti alla difesa, mentre Pinzi fa il trequartista alle spalle di Capello e Gliozzi, con quest’ultimo al debutto in campionato al pari di Salviato. Si gioca in una bolgia, e sin dalla prime battute ne esce un derby spigoloso. Con un agonismo simile e il pressing sistematico, diventa difficile trovare spazio per giocate da palati fini. […] Manca un quarto d’ora e Bisoli si gioca la carta Sarno, anche lui al debutto (fuori Pulzetti). È la mossa vincente, perché proprio l’ex Foggia con il mancino impegna dai 30 metri Valentini che non trattiene, e Guidone questa volta non perdona facendo esplodere la gioia dei tifosi. Nel finale il Vicenza tenta un assalto disperato, ma il Padova è una roccia. E fa suo il derby.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Il Padova non poteva iniziare meglio il nuovo anno. Vince il derby facendosi il regalo di compleanno in anticipo (108 anni domani) e allunga a +8 in vetta alla classifica complici i pareggi di Sambenedettese e Feralpi Salò e il turno di riposo del Renate. Eroe della serata Guidone, che firma quasi al fotofinish una vittoria strameritata per quanto fatto vedere dai biancoscudati nella ripresa. Solo uno strepitoso Valentini aveva tenuto a galla fino a quel momento i berici, disinnescando a più riprese le palle gol della truppa di Bisoli. Proprio riguardo a quest’ultimo, non gli sono stati risparmiati insulti dai suoi ex tifosi. Già quando le squadre scendono in campo per il riscaldamento circa una quarantina di minuti prima del fischio d’inizio: ovazione del popolo biancoscudato che scandisce ripetutamente il suo nome, la risposta dei tifosi di casa è di tutt’altro tenore.

Ore 11.00 – (Gazzettino) Volevamo dare una sterzata al campionato, tutti i ragazzi hanno dimostrato di essere pronti». La scelta di mettere Cappelletti davanti alla difesa. «Sono cose che penso di notte, e che proviamo sul campo. Di testa le ha prese tutte, e poteva fare anche due gol. È un giocatore che a centrocampo ci permette di avere fisicità, per me è stato il migliore in campo». Poi aggiunge: «Mi dispiace che abbiamo perso Marcandella e Serena per un mese e mezzo. Marcandella è stata operato». Ed è il direttore generale Zamuner a fare sapere in diretta tv che è stato sottoposto a un intervento a un testicolo. Sugli insulti nei suoi confronti. «Sono molto dispiaciuto perché qui al Vicenza ho dato tutto me stesso. Le mie parole sono state fraintese, non ho mai augurato al Vicenza di fallire. Sono sincero: la mia felicità è mitigata dal fatto che dentro mi sento molto combattuto per gli insulti, che ho accettato con dignità».

Ore 10.50 – (Gazzettino) «Un secondo tempo meraviglioso, significa che ci siamo. È una squadra che rispecchia il nostro allenatore». È il ritratto della felicità il presidente Roberto Bonetto che si gode la vittoria nel derby e un primato sempre più da gustare. «Una partita bellissima, di quelle vere con un pubblico stupendo che ha incitato e spinto la squadra. Siamo venuti fuori nella ripresa e abbiamo dimostrato il nostro valore. Più otto in classifica? Abbiamo vinto una partita importante e avere questo vantaggio è tanta roba, ma piedi per terra. Sabato ci attende un’altra gara molto importante, e spero che il nostro pubblico sia sempre più numeroso per trascinare la squadra». Ecco Bisoli: «Abbiamo disputato una partita spettacolare, sono strafelice per i tifosi, la società e i giocatori anche perché so quello che abbiamo passato in queste due settimane. È una vittoria importante perché è il derby, e anche per la classifica dato che abbiamo 8punti di vantaggio sulle più dirette inseguitrici.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Nel pomeriggio, prima della partita, la consueta festa in centro per celebrare con due giorni di anticipo il compleanno numero 108 del Padova, fondato il 29 gennaio 1910. Presenti circa 400 tifosi, che si sono ritrovati in piazza Cavour per iniziare le danze con i primi cori, bandiere, fumogeni e un lungo striscione con scritto Tanti auguri biancoscudo. Poi il gruppo si è mosso, percorrendo il breve tratto fino a piazzetta Garzeria, luogo in cui la società è stata fondata dal barone Giorgio Treves de’ Bonfili. A seguire la manifestazione con curiosità e con il telefono pronto a immortalare la scena, le tante persone impegnate nello shopping del sabato, i turisti che chiedevano lumi su quanto stava succedendo, e vari bambini, alcuni dei quali vestiti in maschera, in mezzo ai coriandoli sparsi in piazzetta Pedrocchi. Raggiunta la meta, qualche parola di saluto, l’auspicio che presto venga apposta una targa per ricordare la nascita del Padova e poi il rompete le righe che precedeva il ritrovo per la partenza verso Vicenza. […]

Ore 10.20 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova): Bindi 6; Salviato 6, Ravanelli 6.5, Trevisan 7, Contessa 6; Pulzetti 6.5 (Sarno 6.5), Cappelletti 6.5, Belingheri 5.5; Pinzi 6 (Russo sv); Gliozzi 6 (Guidone 7), Capello 6 (Mandorlini). 

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Non è un primo tempo da tramandare ai posteri quello che va in archivio dopo 47′ poveri di emozioni, vuoi perché il Vicenza ci mette l’anima e il cuore per non far avvicinare i biancoscudati alla propria area, vuoi perché la capolista paga il fatto di rientrare nel clima agonistico del campionato dopo un mese esatto. […] Il Padova della ripresa, come gli è capitato più volte, suona invece un’altra musica. L’allenatore rivede le sue scelte e presenta un assetto più logico: dentro Guidone per Gliozzi e Pinzi “faro” del gioco. Muta la fisionomia della partita, perché Pulzetti & C. cingono d’assedio l’area biancorossa, convinti prima o poi di sbloccare lo 0 a 0 di partenza. Solo che le polveri sono bagnate e la sagra delle opportunità per passare diventa il limite (vistoso) della serata. […] A furia di dài e ridài, il Padova trova il pertugio giusto per far sua la sfida. E la soluzione ai problemi offensivi non la può che dare l’ultimo arrivato, quel Sarno che ha lasciato il segno a Foggia: quattro minuti dopo il suo ingresso, calcia deciso in porta, Valentini non trattiene e Guidone da due passi mette dentro, facendo esplodere la curva biancoscudata (35′). Superata quota 40 punti, ora c’è lo scontro diretto con la Sambenedettese, una delle tre inseguitrici appaiate a 33. Far propria la sfida con i marchigiani significherebbe mettere una seria ipoteca sulla vittoria finale. Forza Padova, è il momento giusto per zittire tutti.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il 2018 inizia bene per il Padova. Il derby per eccellenza, il temuto derby di Vicenza, pende dalla parte dei biancoscudati, che tornano a scavare un… abisso (+ 8 punti) nei confronti delle rivali dirette. Successo giusto, perché la prima della classe ha fatto di più dei “cugini” biancorossi, non cancellando comunque i difetti palesati anche in questa occasione, complici alcune scelte dell’allenatore che non hanno convinto. Ma quest’anno non sembra essercene per nessuno, e questo è ciò che conta. La Serie B si avvicina, la squadra ha carattere e, quando anche non si esprime al massimo (come ieri), riesce lo stesso a venire a capo delle pratiche più complicate. […] La sorpresa è quando il Padova si presenta in campo con il solito modulo, il “4-3-1-2”, ma con alcuni interpreti diversi rispetto al solito. Due le novità, Salviato a destra e Gliozzi in attacco accanto a Capello. Arrivati con la finestra di “mercato” di gennaio e mandati subito in campo. Ma la vera sorpresa è la posizione di Cappelletti, avanzato nel cuore del centrocampo, con Pinzi spostato sulla trequarti: d’accordo avere la coperta corta in mezzo, ma perché rinunciare a Mandorlini, Mazzocco o Tabanelli per “inventarsi” un centrocampista inedito e togliere dalla regìa l’ex bresciano? Il Vicenza è senza Comi, colpito da un attacco influenzale in settimana e presente in panchina, sostituito da Ferrari.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Fra l’altro», sottolinea l’allenatore di Porretta Terme, «arriviamo da due settimane difficili, in cui abbiamo perso due giocatori come Marcandella (operato d’urgenza ad un testicolo, ndr) e Serena (per un infortunio al ginocchio del quale verrà valutata presto l’entità). In più, Gliozzi e Guidone hanno sempre lavorato a parte. La vittoria con il Vicenza è importante anche per questi motivi. Sono orgoglioso dei miei tifosi, della società e dei ragazzi». Non può che essere radioso, invece, il presidente Roberto Bonetto: «È una gioia infinita portare a casa tre punti con questo pubblico», le sue parole. «Ora andrò a casa a rivedermi le emozioni provate». «Stasera abbiamo guadagnato punti sulle inseguitrici», prosegue. «Siamo ripartiti vincendo subito una gara difficile, dimostrando di essere una grande squadra che ha il carattere di un allenatore come Bisoli, che non molla mai. Dobbiamo andare avanti così». […]

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Una bella sterzata al campionato. Lo dice il tecnico del Padova Pierpaolo Bisoli nel post-gara, perché i tre punti nel derby consolidano il primato dei biancoscudati, a prescindere dall’importanza del match del “Menti”: «È una vittoria importantissima, che ci permette di andare a + 8 dalle inseguitrici con una partita in meno», osserva. «La gioia per il successo viene, però, mitigata dal mio stato d’animo». il mister si dice infatti «molto combattuto», «perché sono convinto di aver dato tutto da allenatore del Vicenza. Invece i tifosi mi hanno accolto con insulti, che ho comunque incassato con molta dignità, pur non capendone i motivi». Sostenitori della società berica imbufaliti per alcune dichiarazioni rilasciate nel momento più buio della storia del “Lane”. «Non ho augurato a nessuno di sparire», precisa. «Sono stato male interpretato o, forse, non sono riuscito a farmi capire nel migliore dei modi». […]

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il derby inizia in autostrada. Più precisamente all’uscita Vicenza Est dell’A/4, dove vengono fatte confluire le auto dei tifosi padovani, in una sorta di imbuto presidiato dalle forze dell’ordine. Nonostante l’andirivieni dei bus-navetta, il traffico è tanto. Agli ingorghi stradali si aggiungono le scaramucce fra tifoserie, con qualche petardo (di troppo) esploso dalle parti di via Schio. Per evitare incontri ravvicinati, gli agenti di Polizia devono darsi da fare: ci sono pure due contusi durante una carica di alleggerimento, uno alla gamba (in modo lieve) per un petardo lanciato da un tifoso padovano, l’altro colpito alla mano da un’asta. Qualche attimo di tensione deve viverlo anche il pullman del Padova, circondato da un gruppo di supporter vicentini a poche decine di metri dallo stadio. Brilla per il tifo genuino, invece, il “Menti”, amplificando a mo’ di arena i primi sfottò. L’ingresso in campo di Bisoli, che con i tifosi berici non si è di certo lasciato fra abbracci e attestati di stima, è accompagnato dai classici “vaffa”, seguiti da una valanga di improperi («Bisoli uomo di m….», è il francesismo più urlato), irripetibili dalle parti di Oxford. I fedelissimi padovani – ritrovatisi in 500 in piazza Cavour alle 15 di ieri per festeggiare il 108° compleanno della società – rispondono inneggiando al proprio condottiero, prima di scandire per bene: «Padova! Padova». Lo spettacolo diventa particolarmente godibile all’ingresso in campo delle squadre. Gli ultras della “Fattori” sventolano centinaia di bandierine per comporre il biancoscudo con stendardi e bandieroni ad impreziosire il tutto. […]

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Otto punti di vantaggio sul gruppo delle seconde, un derby strappato con le unghie, chiuso in cassaforte e difeso con i denti fino al 95’. Magari è presto per dirlo, ma il Padova che espugna il Menti, battendo un Vicenza determinato e grintoso, mette un’ipoteca sulla B. Un tempo per parte, ma la ripresa biancoscudata è decisiva. Per i primi 45’, a dire la verità, il Padova sonnecchia, galleggia. Il Vicenza inizia forte, cerca subito il colpo del vantaggio, mette pressione sostenuto anche dal tifo incessante del suo pubblico. Il Padova tentenna, facendosi mettere sotto da Alimi, De Giorgio e Giacomelli, poi cambia marcia e costruisce almeno quattro occasioni nitide, fino a quando non entra Sarno. È lui con il suo sinistro fatato quasi da fermo a piegare le mani a Valentini, favorendo il gol da tre punti di Guidone. E così Pierpaolo Bisoli, ex ben poco amato, vive la serata che attendeva da tempo. […] Sul campo tutti gli occhi sono su Bisoli. Fischiato, insultato. E che sorprende tutti. Cappelletti vertice basso di un centrocampo a tre con Pinzi spostato trequartista. Una mossa difficile da spiegare, considerato che mai prima d’ora l’ex Palermo era stato impiegato in quel ruolo, ma forse da ricondurre alle condizioni imperfette dello stesso Pinzi, Tabanelli e Mandorlini. Dall’altra parte Zanini conferma le previsioni della vigilia, tra infortunati e giocatori ormai ex, con Ferrari al centro dell’attacco al posto dell’influenzato Comi. […] A inizio ripresa entra Guidone: il Padova avanza il baricentro, costruisce tre palle gol ma le sbaglie tutte. Il Vicenza inizia ad essere stanco, Zanini fa entrare Comi in attacco e Bangu ma il Padova sale, avanza a ondate e Valentini compie almeno tre interventi prodigiosi. Fino alla fiammata di Sarno, che spiana la strada alla rete di Guidone.




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