Live 24! Padova-Sambenedettese, la vigilia: porte chiuse all’Appiani, mister Bisoli prepara nuove sorprese?

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Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Sei ingressi, 8 uscite, una mezza rivoluzione invernale. E il dato di fine mercato fa riflettere. Perché il Pordenone ha avuto bisogno d’inventarsi un’estate fuori stagione e di condurre una campagna acquisti tipica di luglio, quando invece si era nel pieno di quella di riparazione? […] «I giocatori che se ne sono andati – dice senza mezzi termini Matteo Lovisa – non andavano bene con l’allenatore Leonardo Colucci e con lo spirito della proprietà». Una frase breve, che però si presta a più di un’analisi. Primo: si trattava di giocatori (vedi Lulli e Sainz-Maza) che in estate erano arrivati al De Marchi non come comprimari, ma come stelle. L’ex Barcellona, soprattutto, doveva spaccare le partite. Invece non è stato così e il Pordenone ha dovuto cambiare in corsa. Poi si è aggiunta una classifica deficitaria e il quadro è diventato chiaro. Le mosse della società, però, sono anche una parziale ammissione di responsabilità. «Qualcosa ho sbagliato», aveva confidato due settimane fa Mauro Lovisa. […] Come detto, all’ultimo secondo è arrivato il centrocampista Caccetta. «Volevamo già prenderlo – dichiara Matteo Lovisa – perché si tratta di un giocatore d’esperienza e fisicità. L’ultimo giorno si sono concretizzate tutte le possibilità e l’abbiamo ingaggiato, alle nostre condizioni». Il Pordenone voleva un prestito, e prestito alla fine è stato. «Nelle ultime ore sono arrivate tante occasioni (vedi Pacilli, ndr), ma io volevo una mezzala con un fisico importante – rivela sempre l’uomo-mercato neroverde -. Ci siamo rinforzati? La risposta la darà il campo. Io posso solo dire che in serie C ora ci sono poche rose competitive come la nostra. Dovremo iniziare a essere bravi e a sfruttare le occasioni che ci capiteranno». Come dire che gli alibi sono finiti, per tutti. Chiusura dedicata all’addio di Buratto: «Ho parlato con lui, gli ho detto che se fosse rimasto in panchina altri 6 mesi avrebbe avuto difficoltà a trovare un’altra squadra di C in estate. È stata una scelta difficile ma giusta».

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ha lasciato il De Marchi anche Matteo Buratto. Era l’ultimo degli eroi, di quel gruppo fantastico che sotto la guida di Parlato conquistò nella stessa stagione lo scudetto di Lega D e la promozione in Terza serie. È passato alla Lucchese, dopo 5 stagioni in neroverde. […] Sorpreso Carmine Parlato, che ricorda ancora il gol realizzato da Buratto a Este. Insieme a quello di Denis Maccan (2-1) valse la promozione in C. «Non posso credere afferma il tecnico – che Marek (così l’aveva soprannominato per la somiglianza con Hamsik e lo stesso taglio di capelli, allora, del campione del Napoli) abbia lasciato il Pordenone. Tecnica e intensità fisica sono le sue doti principali. Lui e Bearzotti sono stati i migliori giovani che ho allenato. La stima è tanta che ci sentiamo ancora». Fabio Rossitto lo ha allenato sia in B che in C. «Matteo lo racconta è un buon giocatore e un bravo ragazzo. Ha bisogno di continuità per dare il meglio di sé». Un’opportunità che in questa stagione non ha avuto. Tedino ne lega il ricordo anche al rigore non concesso ai neroverdi per un fallo commesso su di lui nella semifinale di giugno con il Parma. «Come centrocampista afferma Bruno non gli manca nulla, né dal punto di vista fisico, né da quello tecnico. Per fare il grande salto deve solo avere più convinzione nei suoi mezzi e credere nelle sue qualità». […]

Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Mirko Stefani ha fatto 100. Il difensore classe 1984 del Pordenone, capitano per il terzo torneo consecutivo, ha centrato la tripla cifra di presenze in neroverde nel match di sabato col Bassano. Un traguardo che ha festeggiato assieme al tifoso dei ramarri Pietro Turchetto, 92enne con tanta energia ancora in corpo. Da lui ha ricevuto la maglia speciale con la scritta sulla schiena “Stefani 100”. «La ricorrenza è speciale – afferma il giocatore trentino -. Sono emozionato, in queste gare ci sono tantissimi ricordi. Ripenso a partite storiche come Inter-Pordenone, ma anche a passaggi importanti come Cuneo-Pordenone del primo anno: abbiamo vissuto tanti momenti belli e in quelli difficili siamo sempre riusciti a rialzarci». Ormai trovare giocatori fedeli è una rarità. Stefani invece sta bene a Pordenone e si è affezionato all’ambiente. «Vestire questa maglia è motivo di grande orgoglio – spiega -. Sono contento di aver fatto parte della scalata degli ultimi anni. Un pensiero lo dedico a tutti i compagni, tecnici, staff e collaboratori e naturalmente al presidente Lovisa per quello che è riuscito a costruire. Altre 100 presenze? Magari. È difficile raggiungere 200 gare con la stessa maglia ma punto ad avvicinare questa cifra». Intanto di fronte c’è la trasferta di Teramo. «Gara fondamentale, siamo chiamati a invertire la rotta – afferma Stefani -. Abbiamo sempre dato tutto ma non è bastato: per questo dobbiamo dare ancora di più». […]

Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Gerardi dal primo minuto o in campo a gara in corso? È il dubbio che affligge Leonardo Colucci a ventiquattro ore dal match col Teramo, incontro che deve coincidere con una vittoria dei ramarri (assente dal 26 novembre). Ieri il bomber si è allenato con la squadra ma non ha partecipato alla partita finale: lo staff si riserva ancora un giorno per decidere se impiegare il giocatore dall’inizio o farlo entrare dopo, come successo negli incontri con Fano e Bassano. Se non ce la dovesse fare al posto del centravanti pordenonese giocherà Magnaghi. Altrimenti il Pordenone si presenterà sul sintetico di Teramo con il 4-3-1-2 con Bombagi dietro a Gerardi e Nocciolini; centrocampo con Misuraca, Burrai e Zammarini; la linea difensiva con Formiconi, Stefani, Bassoli e De Agostini. In porta Perilli. Non ci sarà come già anticipato da Lovisa sabato scorso Berrettoni, ancora out. In dubbio anche Silvestro (problemi fisici). […]

Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) I numeri sono chiari e parlano di sei acquisti a fronte di sette cessioni. Eppure il Pordenone è uscito rafforzato dal mercato di gennaio. Quella che ora è in mano al tecnico Leonardo Colucci è una formazione di maggiore qualità rispetto a quella schierata al via del campionato, evidentemente sopravvalutata da tutti. La proprietà e la dirigenza ha così cercato (e sulla carta ci è riuscita) di riparare agli errori commessi la scorsa estate, rinforzando il centrocampo con gli acquisti di Bombagi e Caccetta e in particolare l’attacco, dov’è arrivato nientemeno che Manuel Nocciolini, una delle stelle del Parma promosso in serie B nel precedente torneo. Il Pordenone si è rifatto il look. E stando ai risultati del campo ne aveva bisogno, anche se non è tutta colpa dei giocatori, anzi: di responsabilità sul momento ne ha anche l’allenatore. […] È dalla cintola in su che si è cercato di mettere mano il più possibile: Lulli, Danza e Sainz-Maza, arrivati la scorsa estate, sono stati acquisti sbagliati. L’ha detto il campo. Errori che ci possono stare, sia chiaro. Ma il rendimento e il valore di questi sono stati una delle cause del brutto campionato sinora disputato dal Pordenone, che a parte gli exploit della Tim Cup e le prime quattro gare ha quasi sempre arrancato. Per questo si è intervenuto in maniera pesante andando su giocatori di livello assoluto: Bombagi, che ha solo la pecca di aver poche partite sulle gambe quest’anno, arriva dalla serie B e l’anno scorso era nel taccuino di Bruno Tedino, conoscitore impareggiabile del pianeta-calcio italiano; Caccetta è una mezzala di grande spessore per la categoria, che in serie C ha sempre giocato per il vertice (promosso in B col Trapani nel 2013) e con gol in canna. Zammarini, infine, è più di un 22enne di prospettiva: è un’ottima mezzala che non a caso piace già molto a Lovisa. Davanti, poi, oltre a Cicerelli che ha già dimostrato di saper essere forte nell’uno contro uno, è arrivato quel Nocciolini capace di 15 gol compresi i playoff. L’ex Parma, nel corso delle due partite giocate, è piaciuto anche per la voglia di riscatto che ha per cancellare la parentesi in chiaroscuro in serie B coi locali.

Ore 15.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) In estate, quando ha accettato la proposta del Vicenza, mai avrebbe immaginato di vivere l’esperienza capitatagli in biancorosso. «Questo è sicuro – conferma Alessandro Malomo –. Il direttore Zocchi mi aveva spiegato che si doveva ripartire dopo la retrocessione in C ma grandi problemi non parevano essercene. I dirigenti ci hanno sempre rassicurato e fino ad ottobre non ci è mancato niente. Poi sono iniziati i problemi e ne abbiamo passate di tutti i colori». Le difficoltà sono iniziate prima del mancato pagamento degli stipendi a dicembre, anche se tutti hanno cercato di nascondere i problemi. «Non volevamo far sembrare che cercassimo alibi, perché dopo l’ottimo avvio i risultati non erano più quelli che avremmo voluto – spiega l’ex difensore del Venezia – ma quando non hai nemmeno la divisa invernale, e anche la tuta estiva è rattoppata qualche domanda cominci a fartela. L’ultimo stipendio pagato è del 15 ottobre, per i mesi di luglio ed agosto. Capirete che, come per tutti, anche per i calciatori se mancano gli stipendi nascono i problemi. Più di qualcuno ha subito lo sfratto ed è stato ospite da compagni. Ci siamo sostenuti anche economicamente, i vecchi, che qualche risparmio l’hanno messo da parte, hanno aiutato i più giovani e il gruppo si è compattato. A parte Lanini, Di Molfetta e Beruatto, tutti hanno voluto restare. Tutti vogliamo finire il campionato con la salvezza, nonostante i 4 punti di penalizzazione e le difficoltà. Abbiamo deciso di non lasciare quando c’è stata la dichiarazione di fallimento e chi ci ha fatto una marea di false promesse se n’è andato, altrimenti non sarebbe rimasto quasi nessuno». […]

Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Sono contento, sono andati via professionisti impeccabili (Fabris, Signori e Mlakar, ndr) che avevano bisogno di giocare, più Moreo, ceduto al Palermo per una cifra che è un motivo di grande soddisfazione dopo averlo preso quasi dal niente. La società è stata brava, ha fatto il possibile per i rinforzi cui poteva arrivare». Il difensore Frey si è aggiunto alla mezzala Firenze (Pro Vercelli) e al centravanti Litteri (Cittadella) che con Geijo, Zigoni e Marsura si dividerà le responsabilità in attacco. «Quattro punte vanno benissimo, 5 erano troppe perché pure Firenze e Fabiano possono agire in avanti. Sono arrivati giocatori importanti, non ancora pronti al 100%, a Frey manca un po’ la partita ma è un lusso per la B e come gli altri ci darà una grossa mano». Col Bari è nell’aria la conferma di Litteri al fianco di Geijo dopo avergli servito il gol dell’1-0 sul Cesena. Resta da decifrare l’utilizzo di Firenze. «Nella Pro Vercelli faceva la seconda punta e non penso sia il suo ruolo migliore, deve abituarsi da mezzala e affinare la preparazione. Non è detto che uno arriva e debba giocare, prima deve dimostrare come tutti. Firenze è un bel profilo, ha gol nelle gambe e siamo contenti di averlo preso. Oggi però le mezzali stanno tutte bene, Falzerano e Pinato stanno facendo cose egregie, come Suciu che mi spiace sia molto criticato: con lui c’è una cattiveria incredibile che non capisco, sia da parte del pubblico sia della stampa, non è mai valutato per quello che fa. Ha avuto difficoltà ma col Cesena ha fatto una partita importante, leggo critiche che non sono giuste perché sennò si è prevenuti e bisogna giudicarlo per quanto fa in campo». […]

Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «A Venezia per fare di tutto pur di raggiungere la Serie A». Ha appena lasciato il massimo campionato ma già pensa solo a ritrovarlo in fretta, Nicolas Frey, terzo e ultimo innesto invernale di un Venezia in piena orbita playoff. Il difensore francese che tra un mese compirà 34 anni scende in B in prestito dal Chievo, dov’era approdato nell’estate 2008 dopo un triennio tra i cadetti a Modena. Una grande avventura quella in riva all’Adige per il terzino destro di Thonon Les Bains, lunga nove stagioni di Serie A con 211 partite disputate. Molte con la fascia di capitano, gradi che però non l’hanno salvato dal dover trascorrere gli ultimi sei mesi da separato in casa. «Dopo tanti anni è difficile dire arrivederci al Chievo ammette Frey . Chiaramente il finale, non è un segreto, non è stato il massimo fuori rosa, senza potermi cambiare, allenare, cenare con i compagni e passando più tempo con i magazzinieri e a palleggiare contro un muro. Ora però guardo avanti, era il momento di prendere questa decisione prima di tutto perché sento di avere ancora molto da dare nel calcio, poi perché un Venezia molto ambizioso è la soluzione ideale per provare a raggiungere la Serie A, pur sapendo che sarà difficilissimo». In arancioneroverde Frey mantiene lo stesso numero 21 (lasciato libero da Mlakar) indossato in gialloblù. «Qui dopo Modena e Chievo ritrovo il mio amico Bentivoglio (domani contro il Bari fuori per squalifica, ndr), poi conosco da Domizzi, Del Grosso e naturalmente mister Inzaghi col quale in campo ci siamo scambiati qualche bella botta se la ride il neo lagunare . È un tecnico molto preparato, fisicamente è identico a quando giocava e anche la carica e l’entusiasmo sono gli stessi. Come sto? Fisicamente non sono tanto indietro perché in questi mesi ho lavorato solo sul piano atletico, certo non giocando una partita da maggio devo riabituarmi al campo. Ma sono uno che impara in fretta». […]

Ore 14.30 – Biancoscudati in campo all’Appiani per l’allenamento a porte chiuse.

Ore 13.40 – Queste le dichiarazioni di Pierpaolo Bisoli alla vigilia di Padova-Sambenedettese: “Condivido l’appello che ha fatto il nostro presidente ai nostri tifosi, capisco Che tutti questi spostamenti di orario possiamo creare disagio, ma a Vicenza abbiamo sentito cosa vuol dire avere il calore della gente vicino a noi. Ci ha stimolato a dare qualcosa di più. La Sambenedettese è una squadra molto fisica, che ha cambiato alcuni giocatori nei giorni scorsi. Non so in quali condizioni saranno, faccio fatica a fare la mia formazione, figuriamoci la loro. Tutti dicono che vogliono superarci, forse lo fanno per creare pressioni, ma noi ci siamo abituati. Lo diceva anche il Pordenone fino a poco tempo fa. Sono convinto che noi a maggio saremo nelle posizioni che contano. Ci sono giocatori che non sono nelle condizioni migliori, Salviato e Sarno questa settimana hanno fatto un allenamento si e uno no, soprattutto Sarno non ha fatto neanche un allenamento intero prima di oggi e dobbiamo avere pazienza. Fabris e Lanini sono appena arrivati, ci daranno una mano a partita in corso. Cappelletti mezzala potrebbe accadere anche domani, potrebbe essere schierata la formazione di Vicenza del secondo tempo. Può avere un grande futuro in quel ruolo, perché da esterno secondo me non ha le caratteristiche e da centrale difensivo la sua fisicità viene limitata. Se lo avessi avuto qualche anno prima, sarebbe potuto diventare una grande mezzala, ma fa ancora in tempo a fare un percorso importante in questo ruolo”

Ore 13.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il sorriso è quello dei giorni migliori. Dopo mesi difficili, trascorsi fuori lista al Chievo, con una serie di limitazioni che lo hanno amareggiato, Nicolas Frey riparte da Venezia. Nuova vita a 34 anni dopo dieci abbondanti al Chievo, con gioie (tante) e dolori (pochi). Ma nell’ultimo periodo tutto è precipitato, anche per la decisione della società di farlo allenare lontano dal gruppo. È lui stesso a sfogare, sempre col sorriso, la sua rabbia per l’accaduto: «Dopo 10 anni non pensavo di meritare un trattamento simile da parte del Chievo – racconta l’ultimo acquisto del Venezia – non potevo partecipare alle cene della squadra, non potevo allenarmi coi compagni, sono stato messo fuori rosa e non potevo nemmeno entrare nello spogliatoio. Negli ultimi mesi ho visto più i magazzinieri che i compagni, ieri ho fatto l’ultimo allenamento con la mia ex squadra senza sapere se sarei venuto a Venezia o meno. Quando ho saputo della possibilità ci ho messo poche ore a chiudere la trattativa». […]

Ore 12.50 – (La Nuova Venezia) Nicolas Frey chiude il decennio al Chievo e punta a rilanciarsi al Venezia, dopo cinque mesi vissuti da spettatore per essere stato messo fuori lista in estate dal club scaligero. «Dopo aver trascorso dieci anni nello stesso club, non è semplice dire arrivederci», ha spiegato ieri Frey, «Arriva però il momento in cui bisogna prendere la decisione migliore. Mi farà strano indossare una maglia diversa da quella del Chievo, ma quando è arrivata la proposta del Venezia, l’accordo è stato quasi immediato perché ho trovato una società che ha un bel progetto, con giocatori che già conosco. Sono arrivato in una squadra ambiziosa». Mercoledì a Veronello, adesso al Taliercio. «Ho fatto l’allenamento al mattino senza sapere come si sarebbe evoluta la situazione. Quando c’è stata l’ufficialità, sono partito subito, il tempo di salutare i compagni e le tante persone che ho conosciuto in questi dieci anni, che erano diventati anche amici. Ci sono momenti in cui bisogna prendere delle decisioni, io sono convinto di poter dare ancora molto». E di avere tanta voglia di ritornare in campo. «Negli ultimi mesi ho visto soprattutto i magazzinieri», ricorda Frey, «Tutto il resto non mi era permesso. È stato emozionante partire da Verona, come lo è essere in una nuova società e in una nuova squadra. Ho tanta voglia di dimostrare di essere ancora un giocatore. Poi vedo che al Venezia, nonostante un piccolo passaggio a vuoto, c’è tanta voglia di fare bene». […]

Ore 12.30 – (La Nuova Venezia) Il mercato è ormai alle spalle, il Bari è all’orizzonte per provare a bissare il successo con il Cesena. Nessuna rivoluzione di gennaio in casa arancioneroverde, adesso Pippo Inzaghi ha il suo gruppo con Firenze, Litteri e Frey in più. «Ero abbastanza sereno», dice, «Anche perché conosco la professionalità dei giocatori che compongono il mio gruppo. Sono comunque felice che il mercato sia chiuso, adesso siamo questi e così dobbiamo arrivare fino in fondo». Firenze, Litteri e Frey. «Sono tre elementi importanti, tutti e tre hanno bisogno di affinare la preparazione perché non sono ancora pronti al 100%, però ci daranno una grossa mano». L’ultimo giorno di mercato ha portato in particolare il difensore francese. «Per la categoria è un giocatore molto importante», spiegato il tecnico arancioneroverde, «È duttile, può coprire varie posizioni nel reparto difensivo. Gli mancano un po’ le partite, ma è un lusso per la Serie B e l’ho sentito molto motivato».Confermata l’intenzione di far giocare Marco Firenze da mezzala. «Deve abituarsi a muoversi in quel ruolo, visto che alla Pro Vercelli faceva la punta. Il Venezia gioca con due attaccanti vicini, potrebbe anche giocare più avanzato, ma non credo sia il ruolo in cui possa esprimersi al meglio. Deve affinare la preparazione e non è detto che chi arriva deve giocare per forza. Quando uno dimostra, gioca: vale per tutti. Siamo comunque contenti di averlo preso, è un bel profilo, ha gol nelle gambe, però in questo momento tutte le mezzali stanno bene, non come all’inizio della stagione. Ho solo l’imbarazzo della scelta: Falzerano e Pinato si stanno disimpegnando egregiamente, ci sono Firenze e Fabiano, oltre a Suciu, che sta facendo molto bene, nonostante sia ingiustamente criticato». […]

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Tutto da rifare per il nuovo centrocampista dell’Abano (Serie D). Nei giorni scorsi era atteso l’annuncio per il mediano Bruno Pezzella, argentino di 29 anni (fratello di German, difensore della Fiorentina), ex di Messina e Akragas. Il giocatore è andato invece all’Ercolanese, sempre in Serie D. Del resto, la concorrenza nei confronti dei neroverdi termali era aumentata nell’ultimo periodo, si era parlato di una squadra siciliana, ma anche dei maltesi dello Gzira United e della Carrarese (Serie C). L’Abano proseguirà comunque nella ricerca del playmaker da affiancare a Davide Carteri e Matteo Faggin. […]

Ore 11.30 – (Gazzettino) Primo in classifica… e a un punto sopra la zona retrocessione. E’ il paradosso del Cittadella di questa stagione, tanto irresistibile fuori casa quanto deludente – a livello di risultati raccolti – al Tombolato. Solitamente lo stadio amico è la roccaforte della grande squadra, non a caso Frosinone, Palermo ed Empoli, le prime nella classifica generale, sono prime anche in quella di punti raccolti in casa, dove invece il Cittadella scivola clamorosamente dal sesto posto generale sino alla diciassettesima piazza. Al Tombolato i granata non riescono proprio ad ingranare: non tanto a livello di prestazione perché la squadra – lo testimoniano gli addetti ai lavori – gioca bene sia in casa che fuori, ma al momento di tirare le somme, tanti, troppi punti sono stati lasciati agli avversari. Frosinone – con 25 punti – Palermo ed Empoli – con 24 punti – davanti ai propri tifosi non sbagliano un colpo (come del resto stanno facendo pure Bari e Spezia), il Cittadella invece al Tombolato ha una media… da retrocessione, avendo sinora raccolto dieci punti in meno della capolista. Con 15 punti in casa, la squadra di Venturato si piazza al sest’ultimo posto di questa classifica, appena una lunghezza sopra i play out. […]

Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Andrea Schenetti, è pronto a spostarsi di nuovo? «Beh, dipende dalla decisione del mister, anche se, con Chiaretti squalificato, credo che toccherà a me prenderne il posto». Non c’è nemmeno bisogno di specificare troppo di quale posizione si stia parlando, assieme all’eclettico centrocampista milanese: il suo impiego da trequartista, domani a Perugia, è abbastanza scontato. Lo confessi, c’è un po’di positiva rivalità, fra lei e Chiaretti? «No, anzi. Secondo me più interpreti di qualità sono in campo, più è semplice esprimersi al meglio. Certo, da trequartista posso stare qualche metro più vicino alla porta e, quindi, andare al tiro con maggiore facilità, ma, se notate, con Lucas spesso ci scambiamo di posizione in campo, proprio per non dare punti di riferimento agli altri». In ogni caso, vista l’assenza del brasiliano, non potrete farlo al “Curi”, contro una squadra in netta ripresa. «Per certi aspetti il Perugia somiglia al Frosinone appena affrontato, perché difende a 3 e può contare in attacco sulla fisicità di uno come Cerri. Per altri no: credo che, rispetto ai ciociari, adotterà un atteggiamento molto più prudente. Per come lo abbiamo studiato nei video delle ultime partite, anche se gioca in casa, difficilmente verrà a prenderci alti. In questo senso è un Perugia molto diverso da quello d’inizio stagione. Dopo un grande avvio di campionato, ha attraversato un momento difficile, ma si è ripreso affidandosi in panchina a Breda. Di giocatori validi ne ha, era naturale che prima o poi si risollevasse». […]

Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Filippo Lora alla fine è rimasto granata. Il centrocampista di Valdagno ieri ha tenuto a precisare: «Non è vero che ho rifiutato altre società che mi volevano, adducendo anche motivazioni familiari. La realtà è che non ho ricevuto proposte concrete. Ci fossero state, le avrei prese in considerazione, perché al Cittadella sto bene ma non vengo impiegato e il mio desiderio era quello di andarmi a giocare le mie carte altrove. Ora comunque rimarrò qui, portando al termine la stagione con l’impegno di sempre».

Ore 10.20 – (Gazzettino) Fabris indosserà la maglia numero 15. Protagonista un anno fa nella promozione del Venezia, nella prima parte di stagione non ha trovato spazio in B. «Sono un ragazzo sincero e onesto e ho voluto aspettare fino all’ultimo perché mi dispiaceva lasciare un posto senza avere le idee chiare su quello che mi sarebbe aspettato nei mesi successivi. Per questo ho voluto un chiarimento con il Venezia, poi il Padova mi ha aspettato e sono contento di essere arrivato». Anche lei per non restarci di passaggio. «Sono venuto per cercare un riscatto personale e per aiutare la squadra a raggiungere l’obiettivo. Se tutto andrà per il verso giusto, magari a fine stagione ne riparleremo». Nel passato campionato proprio vincendo all’Euganeo avevate ipotecato la promozione. «In quella partita sono entrato nella ripresa, è stata una grande annata sul piano personale e per la squadra. Ora sono contento di essere al Padova per riprovare l’emozione vissuta l’anno scorso. Il mio ruolo? Sono duttile, Inzaghi mi ha impiegato come mezz’ala, terzino e laterale come quinto. Faccio della dinamicità la mia caratteristica principale». Aggiunge. «Non conosco Bisoli, però vedendo alcune partite è un tecnico che cerca di trasmettere tanto mentalmente alla squadra, come Inzaghi. Se riesci a caricare la squadra e le qualità tecniche ci sono, è il mix giusto per vincere il campionato».

Ore 10.10 – (Gazzettino) […] Lanini avrà la maglia numero 34, dopo avere indossato nella prima parte di stagione quella del Vicenza. «Se qualche tifoso vicentino non ha preso bene il mio trasferimento al Padova posso comprendere, però mi si è presentata questa occasione ed essendo un ragazzo molto ambizioso non ho aspettato due secondi ad accettare. Avevo qualche altra richiesta, ma preferisco giocare per vincere. Sabato ho visto il derby, e mi sono soffermato a guardare i miei nuovi compagni per capire le loro caratteristiche al fine di potermi integrare al meglio, sono convinto che non ci saranno problemi». Nella sua decisione ha influito la situazione societaria del Vicenza? «Certo. Lì mi sono trovato bene, però ci sono state vicissitudini tali per cui non c’erano certezze, e non me la sono sentita di rimanere a fronte di una richiesta importante come quella del Padova. Adesso sono un giocatore biancoscudato e farò di tutto per dare una mano a compagni, tecnico e società a raggiungere l’obiettivo». […]

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Vittorio Fabris, un anno più vecchio di Lanini, la scorsa stagione è stato uno dei protagonisti della cavalcata del Venezia, mentre tra i cadetti non ha mai trovato spazio agli ordini di Inzaghi: «In Serie C ho giocato molto», le parole del mediano originario di Valdobbiadene. «Gli ultimi cinque giorni dello scorso “mercato” estivo il Venezia mi ha proposto la possibilità di essere ceduto, ma io ho rifiutato perché volevo giocarmi le mie carte in B. Purtroppo non ho avuto chance. Vengo a Padova per riscattarmi, provare a rivivere l’emozione dello scorso campionato e magari restare anche la prossima stagione». Vede nel Padova attuale molto similitudini con il suo Venezia? «Ci sono delle somiglianze, anche nei tecnici. Non conosco bene Bisoli, ma mi sembra un allenatore capace di caricare e trasmettere molto alla squadra, proprio come Inzaghi». […]

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) […] E proprio il suo passaggio ai “cugini” biancoscudati ha creato un po’ di malumore nella tifoseria biancorossa. «Capisco – spiega Eric Lanini – i tifosi del Vicenza, ma il calcio è questo», le sue parole. «Io sono ambizioso e la chiamata arrivata da una società che lotta per vincere non potevo farmela sfuggire. Sulla mia scelta ha influito certamente la situazione societaria del Vicenza. In biancorosso mi sono trovato bene, ma le vicissitudinidel club hanno portato ad una situazione di incertezza e, quando si è aperto il “mercato”, non me la sono sentita di rimanere». Compagni e dirigenti del Vicenza cosa le hanno detto?«Non li ho più sentiti, ma ad inizio gennaio avevamo la solidarietà dei tifosi su qualsiasi scelta avessimo voluto compiere. Noi giocatori ci siamo detti che ognuno sarebbe stato libero di prendere la strada che reputava migliore per sé, e così ho fatto. Auguro il meglio alla piazza vicentina». E il derby di sabato scorso l’ha visto?«Sì e mi sono soffermato sui nuovi compagni per cercare di capire in che modo potessi integrarmi al meglio nella squadra, sebbene non fosse ancora ufficiale il mio trasferimento. Conoscevo Bisoli da avversario, avendolo trovato in Serie B: è un allenatore che sa tenere molto bene il gruppo e mi ha fatto un’ottima impressione». […]

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) L’allenamento a porte chiuse del giovedì precedente al derby di Vicenza era servito per sperimentare l’idea di Cappelletti a centrocampo, poi concretizzatadal primo minuto al “Menti”. In questi giorni Cappelletti è stato provato ancora in mezzo al campo da Bisoli e non è escluso che possa essere riproposto anche domani contro la Sambenedettese all’Euganeo, anche se Mandorlini scalpita. Per vedere all’opera i nuovi mediani dal primo minuto, invece, si dovrà aspettare un po’, visto che né Fabris né Bellemo hanno giocato nei primi sei mesi della stagione. Serena, invece, è sulla via del recupero, anche se domani non verrà convocato. La difesa dovrebbe essere quella vista a Vicenza, mentre in attacco sono da monitorare le condizioni di Guidone, che convive sempre con l’infiammazione al ginocchio e resta in ballottaggio con Gliozzi. Panchina sia per Lanini che per Sarno, che in settimana si è allenato spesso a parte per recuperare una condizione migliore. Oggi rifinitura, sempre a porte chiuse, all’Appiani.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) […] «Posso capire che i tifosi del Vicenza non l’abbiano presa bene – ammette Lanini – ma c’era una situazione non chiara e sinceramente non me la sono sentita di proseguire. Da quando ho preso la decisione, non ho sentito nessuno ma c’è stata la possibilità di venire a Padova e non ci ho pensato un istante. Sono ambizioso, voglio giocare per vincere. Ho avuto altre possibilità, ma Padova era speciale. Il mister lo conosco, ha una mentalità vincente che mi piace molto. Con la Juventus ho ancora un anno di contratto, spero che puntino ancora su di me. Sabato ho visto il derby, ho cercato di capire come potessi essere utile a questo gruppo». Vittorio Fabris è un pallino di Zamuner, che lo ha inseguito con insistenza nelle ultime tre sessioni di mercato: «So che il direttore mi voleva da tempo – sorride – è stato bravo ad aspettarmi, perché nel Padova rivedo il Venezia dello scorso anno, come ha già detto il mio ex compagno di squadra Alessandro Malomo. Penso che ci sia la possibilità di ripetere l’impresa vissuta in arancioneroverde. Il Venezia lo ringrazio, così come ringrazio Inzaghi, che mi ha dato tanto. L’anno scorso ho fatto 34 presenze, ho giocato sia esterno basso che mezzala. Mi metto a disposizione di Bisoli, deciderà poi lui dove, quanto e come impiegarmi. Potevo lasciare Venezia già in estate, ma volevo dimostrare di meritare la B. Non è stato possibile, mi auguro di arrivarci con il Padova anche se sono in prestito».




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