Lecce-Padova, l’analisi de “Il Gazzettino”

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Per alzare le mani sulla Supercoppa e chiudere al meglio una stagione trionfale, poteva permettersi una sconfitta con tre reti di scarto, ma il Padova non concede sconti e vince di misura anche a Lecce grazie alla rete realizzata dopo un quarto d’ora da Cappelletti in una gara sempre controllata agevolmente e con un risultato che alla resa dei conti si rivela addirittura stretto, considerate le varie occasioni capitate a Capello e colleghi. Nell’ultima partita ufficiale che precede il rompete le righe è dunque la squadra biancoscudata a rivelarsi la più forte dell’intera serie C. Peccato sia finita. È questa la prima considerazione da fare a bocce ferme perché l’impressione è che il Padova abbia ancora tanta benzina e giochi sempre più a memoria con qualunque interprete in campo. Tante infatti le assenze anche in Salento, con i forfait a centrocampo di Mandorlini e Mazzocco e quelli in avanti di Candido, Sarno, Guidone e Gliozzi. Bisoli, come preannunciato alla vigilia e provato in settimana, schiera così i suoi con un inedito 3-5-2, affidando le chiavi della regia a Serena, con Pulzetti e Belingheri interni e la coppia offensiva formata da Capello e Marcandella. Modulo speculare per i salentini, sconfitti per 3-1 sette giorni prima a Livorno e sulla cui panchina siede Manuel Coppola per la squalifica di Liverani, con una formazione non lontana da quella normalmente utilizzata in campionato in cui Tabanelli, all’ombra del Santo fino a gennaio, parte dalla panchina.

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(Fonte: Gazzettino, Andrea Miola. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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