Frosinone-Cittadella, Gabrielli: “Nasca? Designazione che si poteva evitare… E alla serie A ci credevo davvero!”

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C’è l’episodio della presunta simulazione di Chiaretti (ammonito e multato di 1.500 euro dal giudice sportivo, sorta di beffa ulteriore, prevista, però, dal regolamento), sgambettato da Gori. C’è un fallo al limite dell’area su Schenetti non sanzionato e c’è una vistosa trattenuta nel primo tempo su Varnier (poi espulso per doppia ammonizione e squalificato per un turno) da parte di Matteo Ciofani, su cui i replay di Sky non si sono praticamente soffermati, con Nasca che ha interrotto l’azione ravvisando un inesistente fallo di Adorni. Il presidente Andrea Gabrielli non perde il consueto aplomb: «Nasca? Inutile dare spazio alle polemiche, ma è una designazione che si poteva evitare. Peraltro ho visto che la Gazzetta gli ha dato 7, parlatevi tra voi giornalisti…». Il numero uno granata sottolinea che «siamo usciti per la posizione in classifica in regular season, senza aver mai perso ai playoff. Abbiamo assaporato possibili traguardi che quest’anno erano alla nostra portata: non avremmo avuto timore di una finale con il Palermo».

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(Fonte: Mattino di Padova. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)

Uscire dai play off senza perdere una partita è frustrante: al Cittadella il doppio 1-1 con il Frosinone non è bastato per approdare alla finale. Sarebbe stata la ciliegina di una stagione splendida, e in casa granata ci credevano per davvero. Ecco perché tra le parole del presidente Andrea Gabrielli c’è un velo di amarezza: «È stato un campionato splendido, ma ci resta un po’ di rammarico. Per vari motivi: per i punti lasciati per strada, per essere arrivati davvero vicini all’impresa, per essere usciti dai play off dimostrando che il Cittadella non era inferiore agli avversari. La squadra ha fatto molto bene, ha dato il massimo anche a Frosinone. Siamo stati eliminati soltanto per la peggiore posizione di classifica, perché non abbiamo perso alcuna partita negli spareggi». Gabrielli non l’ha mai detto pubblicamente, ma in cuor suo nutriva grandi speranze. «Le sensazioni erano davvero positive. Onestamente si assaporava la possibilità di raggiungere traguardi che quest’anno erano alla nostra portata».

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«Il futuro è sempre un’incognita – prosegue il presidente – Quest’anno avevamo una grande opportunità davanti a noi. E lo ripeto: il traguardo era alla nostra portata perché il campo l’ha dimostrato. Non avremmo avuto timore di una finale contro il Palermo». Tornando alla semifinale di ritorno di Frosinone, la designazione dell’arbitro Nasca, di Bari, dopo tutte le vicende extracalcistiche successe prima degli spareggi, non è stata una scelta felice. La condotta di gara del fischietto, infatti, ha alimentato più di una polemica. «È inutile parlarne oramai. Onestamente dentro di me ritenevo che la designazione di Nasca non avrebbe influito nella direzione». Presidente, adesso che la stagione calcistica è finita, è quasi spontaneo ripensare alle tante occasioni lasciate per strada. «È corretto, potevamo giocarci la promozione diretta, sapendo poi che raggiungerla passando per gli spareggi sarebbe stato davvero molto difficile. Io però non recriminerei tanto sui punti persi, che sono stati davvero eclatanti per come li abbiamo lasciati per strada, ma il rammarico più grande è stato uscire dagli spareggi senza essere inferiori agli avversari affrontati». Allora lei ci credeva davvero nella serie A. «Abbastanza, perché quest’anno c’erano tutte le componenti giuste per compiere il grande salto. C’era un grande gruppo, lo spirito vincente, la forma fisica, come si è notato nelle tre partite disputate, anche a Frosinone. Pregustavo la finale con il Palermo, avversario contro il quale il Cittadella in campionato aveva fatto suoi quattro punti sui sei a disposizione».

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(Fonte: Gazzettino. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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