Live 24! Salernitana-Padova, la vigilia: i Biancoscudati sono già partiti per il lungo viaggio in terra campana…

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Ore 20.00 – (Il Piccolo) Martedì la Triestina debutterà nel nuovo Rocco e a breve avrà a disposizione il Grezar per gli allenamenti. Così l’assessore comunale Girogio Rossi viene incontro alla società alabardata. «Abbiamo lavorato tre mesi giorno e notte per rendere il Rocco uno stadio internazionale. Abbiamo avuto l’approvazione della Uefa e della Figc, lo stesso Mario Biasin mercoledì si è complimentato». L’assessore Giorgio Rossi illustra l’impegno del Comune per l’adeguamento dello stadio agli standard europei d’eccellenza. Tre mesi non sono bastati a far giocare la partita d’esordio con la Vis Pesaro domenica prossima ma martedì si parte. «Ci aspettavamo che il torneo di C dopo tanti rinvii cominciasse il 22 anche perché la Triestina aveva fatto richiesta di giocare la prima partita in trasferta. Ma finalmente martedì sera ci sarà il battesimo ufficiale (dopo il test della finale del torneo giovanile Rocco ndr)».L’importante è che la Triestina scenda in campo e che lo faccia in una struttura che è comunque all’avanguardia. Anche se mancano ancora alcuni tasselli del secondo lotto, quello cioè da completare entro settembre. «Dello step previsto devono ancora arrivare gli arredi per lo spogliatoio ospiti e per quello degli arbitri ma utilizzeremo quelli vecchi. Non è ancora agibile la sala stampa ma in quindici giorni tutto sarà pronto». continua l’assessore nella conferenza stampa convocata per fare il punto sulla nuova struttura. Già come si presenta oggi il Rocco porta molto meglio di qualche mese orsono i suoi 26 anni. «Il prato è all’avanguardia, in erba naturale con un sistema di drenaggio e di irrigazione di ultima generazione. I 21 mila posti sono più comodi e sicuri, sono stati riqualificati i tornelli, il sistema wi-fi, gli impianti per predisporre telecamere. Insomma anche per quanto riguarda il terreno di gioco, effettivamente malconcio negli ultimi anni, nessuno potrà più lamentarsi…Era già uno stadio ottimo e per questo siamo stati scelti per ospitare l’Europeo ed ora è anche moderno. E tutto è stato fatto con i soldi dei cittadini triestini. 4,5 milioni gli euro spesi per i primi due lotti – spiega Rossi -, 1,5 per il terzo che porterà la capienza a 25 mila posti con l’abbattimento delle barriere attorno al campo». […]

Ore 19.30 – (Il Piccolo) Cento anni di storia e di storie. Il club rossoalabardato infatti, nella denominazione di Unione sportiva Triestina calcio, nacque il 18 dicembre del 1918 dalla fusione delle squadre Trieste Football Club e Ponziana, anche se la nascita ufficiale con affiliazione è datata 2 febbraio 1919. In un secolo di vita, l’Unione ha vissuto di tutto: grandi gioie e delusioni cocenti, indimenticabili feste promozione e le lacrime delle retrocessioni, i fallimenti e le rinascite. Ha giocato in Serie A, B, C, D e perfino in Eccellenza, toccando il punto più alto della sua storia nel campionato del 1947/48, conquistando il secondo posto in serie A dietro solo al grande Torino, con in panchina Nereo Rocco. Si sono alternati tanti presidenti, allenatori e giocatori, personaggi da dimenticare per quello che hanno combinato e altri indimenticabili per quello che di buono hanno lasciato.Cento anni che l’attuale società alabardata con Mario Biasin e Mauro Milanese ha voluto festeggiare in grande stile, cominciando le celebrazioni già a inizio 2018 per scandire il count-down fino al giorno del compleanno. E non sarà finita lì. Grazie all’instancabile attività del Comitato Unione messo in piedi per l’occasione e presieduto da Giorgio Della Valle, la società alabardata, il Centro di coordinamento e la Curva Furlan, coadiuvati dai tanti club e da molti tifosi, hanno messo in piedi una serie di eventi che fin dallo scorso gennaio hanno scandito la ricorrenza, tra feste, mostre fotografiche, riunioni, momenti culturali, concorsi, iniziative di solidarietà e beneficenza che saldato ulteriormente il rapporto dell’Unione con la città. Un’incalzante marcia di avvicinamento al prossimo 18 dicembre prossimo: quel giorno aprirà al Salone degli Incanti la mostra sui cento anni della Triestina con cimeli, documenti, foto, maglie, oggetti, filmati, contributi multimediali e la grande ciliegina sulla torta dell’esposizione delle quattro Coppe del Mondo vinte dalla nazionale. La mostra si chiuderà il 2 febbraio 2019, un’altra data fatidica come abbiamo visto. […]

Ore 19.00 – (Il Piccolo) È il condottiero che tutti i tifosi volevano: per il suo amore per la Triestina, dimostrato da giocatore e allenatore del settore giovanile, e anche per le sue capacità in panchina, intraviste già a Trieste e poi confermate a Verona e lo scorso anno ad Arezzo. Adesso tocca a Massimo Pavanel guidare l’Unione in questa serie C. Pavanel, che campionato sarà? «Durissimo e molto competitivo. A quelle che ritengo già certezze del girone per valore e qualità, come Pordenone, Vicenza, Feralpisalò e Sudtirol, quest’anno se ne sono aggiunte altre tre». Quali sono? «Ternana, Monza e Giana Erminio. La Ternana ha fatto una squadra per la B, convinta di essere ripescata. Il Giana Erminio l’ho incontrato lo scorso anno, gioca bene e può essere la sorpresa del girone, mentre il Monza la scorsa stagione giocava il calcio migliore, ha confermato l’allenatore e ha fatto buoni innesti: per me è certamente una squadra da play-off, speravo andasse in un altro girone». La Triestina dove la inserisce in questo ranking? «Mi auguro di riuscire a restare in alto con queste il più a lungo possibile. Ma anche lo scorso anno, per il suo valore, ero convinto che la Triestina arrivasse nei primi dieci e non è avvenuto. Quindi è tutto aleatorio, si parte alla pari, sarà un torneo tostissimo e vogliamo disputarlo da protagonisti. Voglio una squadra che sogna, non una squadra dei sogni per i nomi che ha». È stata costruita la Triestina che aveva in testa? «Siamo partiti da una base che Milanese riteneva già competitiva, su quella siamo andati a fare degli inserimenti, sempre di comune accordo, con la consapevolezza di costruire una buona squadra. Poi tutto dipenderà ovviamente da mille fattori». […]

Ore 18.30 – (Il Piccolo) «Sempre pian pianin ma dopo il terzo anno bisogna andar un poco più veloci». Mario Biasin con semplicità esprime in modo chiaro il progetto. Il terzo anno è quello che sta per cominciare. Il terzo anno è quello del Centenario. È il momento in cui la Triestina si deve consolidare per cominciare in futuro a camminare progressivamente con le proprie gambe. È il momento di costruire sulle buone fondamenta che sono state gettate dall’aprile 2016 quando Milanese è entrato nell’aula del curatore fallimentare per raccogliere le spoglie dell’Unione, pesante eredità dell’era Pontrelli e dei suoi predecessori. «A un certo punto è giusto che un’azienda tiri le somme. E un’azienda calcio è fatta dai risultati, dal suo pubblico, dall’organizzazione societaria, dal vivaio, dalle strutture di sua proprietà o che gestisce. Noi stiamo lavorando al massimo su tutti questi aspetti ma questa è la stagione per fare il salto assieme alla città e alle sue istituzioni». Mauro Milanese rende più esplicite le idee chiarissime del cugino australiano che lo affianca in questa avventura. fatta anche di passione per l’alabarda. Qual è il salto più evidente rispetto alla scorsa stagione? «Abbiamo potuto programmare per tempo i nostri piani. Sin dalla primavera sapevamo che avremmo affrontato un secondo campionato di C. Siamo già andati sul mercato fermando ad esempio Procaccio. Poi abbiamo scelto l’allenatore. Assieme a lui abbiamo fatto la campagna acquisti e le cessioni. Abbiamo confermato quanto di meglio c’era l’anno scorso e Pavanel ha avuto praticamente tutta la rosa a disposizione già a Piancavallo». Tutti tranne l’ultimo colpo. «Nel finale è arrivato anche Granoche che è stato la ciliegina su un mercato nel quale abbiamo centrato tutti gli obiettivi primari. Mi sembra che su questo piano abbiamo fatto il massimo». […]

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Patrick Ciurria non doveva rimanere a Pordenone. Il laterale offensivo, autore di una buona prima parte di stagione l’anno scorso, doveva partire. Anzi, per alcuni giorni era stato vicinissimo all’addio e sembrava aver ormai preparato i bagagli. Poi è bastata una partita, in Coppa Italia, per far cambiare idea ad Attilio Tesser. Ora l’attaccante di Sassuolo è tornato al centro del progetto tecnico del Pordenone. Il messaggio è arrivato anche a Matteo Lovisa, che durante il mercato estivo è stato quasi costretto a chiudere la porta e a rinunciare a una potenziale plusvalenza. «Voglio che Ciurria rimanga con noi», ha detto Tesser in piena estate. Adesso l’obiettivo è il rilancio. Ciurria aveva vissuto un girone d’andata a mille all’ora ed era riuscito a impressionare sia i tifosi che il tecnico Colucci. Poi l’involuzione e la panchina assaggiata a più riprese nel ritorno, quando la guida del Pordenone è stata affidata a Fabio Rossitto. In estate i tentennamenti, fino alla conferma voluta da Tesser in persona. Infine la chance di giocare da titolare all’esordio in campionato, per iniziare proprio come l’anno scorso, ossia negli undici di base. […]

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Matteo Tomei mette in guardia i ramarri. Lui, con la casacca della Vis Pesaro (sua nuova squadra), ha già incontrato l’Alma Juve Fano, prima avversaria del Pordenone martedì sera al Bottecchia, in Coppa Italia. Era successo il 12 agosto ed è finita 0-0, con risultato salvato proprio da Matteo che al 17′ ha parato un rigore calciato da Domenico Germinale, allora ancora in forza ai marchigiani. «Era un Fano in costruzione e in rodaggio premette il pordenonese -, ma già combattivo». […] «Da allora continua Tomei sicuramente avranno cambiato qualcosa, oltre a concretizzare lo scambio Germinale-Lulli, ma lo spirito da battaglia impresso al gruppo da mister Epifani è rimasto lo stesso. Fra le aquile avvisa l’ex portiere naoniano ci sono individualità importanti, come Filippini (che si è ripreso ed è nuovamente a disposizione, ndr) e Lulli che il popolo neroverde conosce molto bene, ma anche giocatori di categoria come Fioretti, Sosa, Magli e il capitano Lazzari, tanto per citarne qualcuno. Non vanno assolutamente presi sottogamba». Matteo non vede squadre ammazzacampionato nel girone B, dove militano il Pordenone e la sua Vis Pesaro. «Lassù sarà una bella lotta prevede -. Sono tante le compagini che possono ambire al grande salto: Ternana, FeralpiSalò, Vicenza, Triestina, Sudtirol e ovviamente anche il Pordenone. Sarà una stagione combattutissima profetizza e molto avvincente. La Vis Pesaro? Non credo faremo parte di quel gruppo. La Vis è una neopromossa. L’obiettivo sarà mantenere la categoria. Prima riusciremo a farlo meglio sarà. Una cosa è certa: indipendentemente da dove arriveremo Tomei ha conservato lo spirito di quando chiudeva la porta neroverde, aiutando i ramarri a conquistare due semifinali playoff di fila , alla fine saremo certi di aver dato tutto quello che abbiamo dentro». […]

Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) Alessandro Lovisa comincia bene la sua avventura nel Napoli Primavera. Nella prima giornata di campionato gli azzurri battono per 1-0 il Milan di Daniel Maldini a Frattamaggiore e il centrocampista, figlio del presidente del Pordenone, gioca tutta la partita. Il tecnico Roberto Baronio dà subito fiducia al 17enne di Rauscedo, in campo quando Palmieri – su cross dalla sinistra – si inserisce e supera il portiere rossonero (al 60′).

Ore 15.30 – (Messaggero Veneto) Alberto Filippini, attaccante del Fano, ex Pordenone tuttora molto legato alla città sul Noncello, ha al parlato al Corriere Adriatico. «Mi farà strano vedere Domenico (Germinale, suo grande amico, ndr) dall’altra parte – ha detto -. Avrei preferito incontrare i ramarri più avanti, dato che per recuperare dall’infortunio ho potuto giocare solo un’amichevole con la Berretti e mi manca il ritmo partita. Partenza tosta, ma prima o poi bisogna affrontare tutti».

Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) […] Probabile che davanti a Grandi il quartetto difensivo sarà composto da Andreoni a destra, Pasini e Mantovani centrali e Stevanin a sinistra. Un reparto che potrà contare sull’esperienza dell’ex difensore del Novara e dell’amalgama della retroguardia della scorsa stagione. «Si parla sempre tanto di difesa ma nel modo di giocare che ci chiede di applicare il mister i primi difensori sono gli attaccanti, così come quando si attacca l’azione offensiva inizia dai difensori. In generale, c’è senza dubbio ancora da migliorare ma di questo siamo consapevoli, perché nel calcio hai sempre da imparare». La lunga attesa che ha portato ad un inizio ritardato del campionato non ha creato particolari problemi al gruppo biancorosso. «Prima di tutto la cosa importante da sottolineare è che siamo molto uniti, e questo in un torneo lungo e complicato come la serie C è elemento fondamentale. Per quanto riguarda l’inizio ritardato del campionato, è una situazione che vale per noi come per le altre squadre e quindi da questo punto di vista siamo tutti sullo stesso piano. Quindi niente alibi o scuse, e restiamo concentrati sulla prima, con l’obiettivo di portare a casa i primi tre punti e festeggiare con i nostri tifosi».

Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Niente da fare, il Venezia di Vecchi non riesce a decollare. Anche ieri sera contro il Benevento i lagunari hanno giocato a strappi, creando buone occasioni ma non dimostrando il carattere necessario per essere protagonista almeno in quest’avvio di stagione. Giustamente c’è da dire che di fronte c’era una corazzata come il Benevento, ma è anche vero che il Venezia non ha saputo per lunghi tratti organizzarsi offensivamente, subendo sin troppo la pressione avversaria. Difesa al completo con il rientro di Modolo, ma lontana parente di quella dello scorso anno. Centrocampo lento e spesso impreciso, che viveva solamente su brio e velocità di Di Mariano, attacco spuntato, più portato a sfruttare le occasioni casuali che a partecipare alla costruzione del gioco. Come detto l’avversario era importante e si è dimostrato superiore nel gioco e nella determinazione ai lagunari. Partenza veloce del Benevento che si posizionava nella metà campo lagunare. Risultava così difficile al Venezia proporsi in avanti con spazi limitati e poca ispirazione. Nemmeno i dialoghi stretti riuscivano e la pressione dei giallorossi si manteneva particolarmente elevata pur senza creare occasioni pericolose. […] Venezia orgoglioso, capace di riaprire due volte la partita, ma ancora lontano dai livelli della stagione passata.

Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Che ci fosse qualcosa di sinistro nel Venezia lo si era capito nelle prime due partite della stagione. Alla prima contro lo Spezia le difficoltà erano state in qualche modo nascoste dal risultato finale, col Padova era sembrata evidentissima la mancanza di peso in attacco. Quello che proprio nessuno poteva immaginare, era che la difesa potesse improvvisamente imbarcare acqua da tutte le parti, sia pure contro una delle avversarie più forti della categoria, il Benevento di Cristian Bucchi. La sentenza del venerdì sera è che proprio Bucchi abbatte Vecchi, che il Venezia perde ancora e che qualche scricchiolio inquietante emerge dai delicati meccanismi del post-Inzaghi. Che la squadra abbia un’identità di gioco è lapalissiano, quel che ancora manca la forma al top di molti primattori (Falzerano, Pinato, Andelkovic e Bruscagin su tutti). Col Benevento, allarme rosso su tutto il fronte per almeno 45 minuti: Bruscagin a destra affonda, finendo con l’essere schiantato sull’asse sinistra dal devastante Bandinelli e dalla velocità di Improta (che pure non fa faville, anzi. Bruscagin è colpevole sul primo (dove sbaglia la diagonale) e sul terzo gol (dove si fa infilare dall’incursione di Bandinelli). L’ex Latina non dà mai l’impressione di trovare la posizione, perennemente in difficoltà di fronte alle folate e dalle sovrapposizioni di Letizia e dalla precisa mossa di Bucchi che vuole vincere la partita in quella zona. E non va meglio ad Andelkovic, neppure lontano parente della roccia ammirata a lungo. […] Il Venezia è ricacciato in basso, urge un cambio di rotta immediato.

 

Ore 12.30 – (La Nuova Venezia) Fin dalla vigilia si sapeva che poteva essere dura, e puntualmente lo è stata. Il Benevento ha organico e ambizioni da rapido ritorno in Serie A, e ieri sera lo ha mostrato ampiamente al Penzo. Due reti nel solo primo tempo hanno messo in chiaro subito le cose, anche se alla fine la partita è finita 3-2 per i campani. Bucchi ha scelto un 4-3-3 molto aggressivo fatto di pressing con gli attaccanti, grande mobilità, gioco di prima e soprattutto idee e capacità di concretizzarle. Vecchi come al solito si è trovato alle prese con una squadra che di cuore ne ha da vendere, ma che alla voce “attaccanti” è troppo leggera e zeppa di infortuni. Se nel corso dei primi 45′ il più pericoloso è stato Bentivoglio, che è un centrocampista, e oltretutto su punizione, qualcosa vorrà pur dire. Bravi Di Mariano e Falzerano sulle fasce, ma poi bisogna anche buttarla dentro, e a quel punto il Venezia si perde, mentre almeno il Benevento dal limite ci prova. Appena i giocatori giallorossi inquadrano la porta tirano, e prima o poi il pallone va dentro. Ne sa qualcosa il malcapitato Lezzerini. Nonostante questo la partita non è stata noiosa, una mezza sagra del gol ma con i campani sempre in controllo. Il Benevento ha impiegato 10′ a prendere le misure al Venezia, poi Coda si è subito fatto sentire dalla difesa arancioneroverde. Modolo & compagni hanno chiuso i varchi possibili, ma da qualche parte Bandinelli lo spazio lo ha trovato. Sue due invenzioni al 26′ e 45′ hanno chiuso il primo tempo. Bella la prima conclusione di piatto a incrociare in area, mentre sulla seconda il tiro da oltre 20 metri ha preso il palo interno alla sinistra di Lezzerini ed è entrato sul lato opposto. I giocatori di Bucchi hanno dato soprattutto la sensazione di riuscirsi a trovare sempre e comunque anche a occhi chiusi, e soprattutto in velocità. […] Tra pirati suonerebbe come una resa, ma non tutto quello che si è visto ieri nel Venezia è da buttare. Grinta e cuore però non bastano, o forse con lo Spezia, perché già Padova e Benevento hanno mostrato svariate lacune nella squadra. Bisogna capire se cambierà il vento per non far brutti pensieri, intanto altri tre punti sono volati via.

Ore 12.00 – (Gazzettino) Dopo il due su due in avvio di campionato, il Cittadella tornerà in campo guardando tutti dall’altro e con la voglia di continuare a farlo, Cosenza permettendo. «Ho un gruppo di giocatori che ha lavorato molto bene durante la pausa, con determinazione. Da questo punto di vista – sottolinea il tecnico granata Roberto Venturato – Arriviamo preparati bene al confronto e quindi dovremo essere bravi a interpretare al meglio la partita sul rettangolo di gioco». Per il Cosenza sono state addirittura tre le settimane di pausa, dal momento che non aveva giocato contro il Verona. A tale proposito, ieri il giudice sportivo ha inflitto la sconfitta 3-0 a tavolino della squadra calabrese alla quale è stata imputata l’impraticabilità del terreno di gioco. «Bisogna porre grande attenzione dopo una sosta e ripartire concentrati – afferma ancora Venturato – Il Cosenza poi è una squadra che si porta appresso il grande entusiasmo della promozione in B dopo avere vinto i play off. C’è grande coinvolgimento da parti di tutti e la squadra ha valori dal punto di vista tecnico. Partendo dal gruppo dell’ultima stagione sono stati inseriti giocatori di qualità ed esperienza di B come Maniero e poi giovani interessanti come Garritano e Verna, il quale arriva da un campionato a Carpi positivo». Il confronto del Tombolato per certi versi potrebbe essere paragonato a quello di Carpi. «Il Cosenza è una squadra difficile da affrontare, ha forza e fisicità, poi qualità nelle giocate individuali. Ha un suo modo di stare in campo, ed è un pregio importante. Il Cittadella dovrà vivere bene la partita, cercando di imporre il proprio gioco. Non stravolgeremo la nostra mentalità ma dovremo essere bravi a interpretare al meglio l’incontro. So già che sarà una partita molto difficile». […]

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) […] Se il Citta vola sulle ali di un avvio lanciato, l’avversario per certi versi non è da meno. «Il Cosenza è reduce da una promozione ottenuta ai playoff, che ha creato entusiasmo nell’ambiente, coinvolgendo tutta una città», spiega il tecnico granata. «Si è presentato in questa Serie B sulla scia di quel risultato e, sul piano tecnico, ha innestato elementi di valore sulla base che aveva: penso a un attaccante come Maniero, che ha esperienza in questa categoria, e a giovani interessanti come Garritano, che ha spessore, Verna, che arriva da un’annata positiva a Carpi, Di Piazza e Legittimo, che nella passata stagione hanno vinto il campionato a Lecce». Per stessa ammissione del suo tecnico Braglia, il Cosenza non ha nessuna remora nel puntare su difesa e contropiede. Proprie per queste sue caratteristiche rischia di essere il tipo di avversario che il Cittadella soffre particolarmente. «Sarà molto difficile affrontarlo perché ha fisicità e forza, oltre a qualità individuali. Di sicuro per spuntarla servirà una prestazione importante», aggiunge Venturato. «Come me lo aspetto? Il Cosenza ha una sua identità, ed è un pregio importante. Ne dovremo tener conto, ma senza stravolgere il nostro modo di essere». Improbabile che ci siano rivoluzioni nell’undici iniziale dei padroni di casa. L’unico ballottaggio dovrebbe riguardare il neo papà Branca, tra i migliori nelle prime uscite, e Proia, a segno sia a Carpi, quando lo ha sostituito, sia nell’amichevole vinta sul Vicenza sabato scorso. Non è escluso, però, che possa cambiare qualcosa anche davanti, con Strizzolo che potrebbe prendere, ad esempio, il posto di Finotto, non al suo meglio al “Cabassi”. «Dubbi? Ne ho più di uno. Mi riservo di compiere ulteriori riflessioni nelle ultime ore per arrivare alle scelte migliori, ma se ho queste incertezze è proprio perché alleno un gruppo valido». […]

Ore 11.20 – (Mattino di Padova) […] «Il Cittadella è forte, lo dice il suo passato recente, ed è sicuramente più rodato di noi. Ha una base importante, costruita senza spendere cifre incredibili, ed è più quadrato e pericoloso dell’Ascoli. Cercheremo di fargli girare le scatole perché abbiamo i mezzi per poterlo fare. Gli uomini di Venturato sono pericolosi e propongono anche un bel calcio, con continue rotazioni in mezzo al campo. Noi dovremo rimanere tranquilli e compatti, cercando di far loro male appena possibile».Braglia non ha convocato Schetino, fermo per una distorsione alla caviglia, e ha Garritano non al meglio. Sul modulo che adotterà, spiega: «Da quando abbiamo deciso per il 3-5-2 il nostro modo di giocare è diventato una costante e ci dà tranquillità. Noi giochiamo bassi, non cambiamo niente, facciamo rientrare tutti e ripartiamo. Non vado dietro al loro trequartista, sfrutteremo le linee di passaggio cercando e sperando di riuscire a ripartire».

Ore 11.00 – (Corriere del Veneto) […] Roberto Venturato conserva, come lui stesso ammette alla vigilia, «più di qualche dubbio che mi porterò dietro fino a poche ore prima del fischio d’inizio. Mi prendo la notte per decidere nel modo migliore chi scenderà in campo contro il Cosenza». A strofinare la sfera di cristallo, si scopre che i dubbi potrebbero essere soprattutto quelli legati al reparto offensivo. Strizzolo spinge per una maglia, mentre il sacrificato potrebbe essere Finotto, a centrocampo Proia si dovrebbe guadagnare la conferma al posto di Branca e Siega insidia Schenetti nel ruolo di trequartista: «Per noi sarà una partita difficile – sottolinea Venturato – contro un avversario che viene da tre settimane di stop considerata Cosenza – Verona, ma che ha un ambiente ricco di entusiasmo dopo la promozione dell’anno scorso. Hanno inserito in squadra 4-5 giocatori di categoria come Legittimo, Garritano e Maniero, mentre Verna a me piace molto e a Carpi si era messo in luce. Sono convinto che potranno dire la loro in questa stagione e sono sicuro che abbiano qualità che li possono far stare dentro la categoria». […]

Ore 10.30 – (Gazzettino) Comunque tutte le squadre si fermano, è la testa che fa la differenza e i nostri allenamenti sono improntati molto sul tenere elevata la concentrazione, per cui non ci crea grande scompenso. Poi sarà il campo a parlare. Ci troveremo di fronte una compagine davvero importante che è stata protagonista sul mercato e lotterà per i primi posti. Conosco tanti giocatori della Salernitana. È la classica squadra di serie B: grande fisicità e individualità importanti». Come ha ritrovato Bonazzoli dopo la parentesi poco fortunata con la nazionale Under 21? «Vedendo la sua partita, l’ho un po’ redarguito dicendogli che è tornato quello prima di Verona. E quando l’altro giorno è arrivato al campo con gli abiti della nazionale, gli ho detto di toglierseli subito e di mettersi quelli del Padova, altrimenti gli davo la bandiera e domenica veniva a tifare Padova. Giovedì invece ci ha dato dentro nella partitella e ha fatto due giocate interessanti che mi hanno dato uno spunto importante». […]

Ore 10.20 – (Gazzettino) Suonerà presto la sveglia questa mattina per i biancoscudati, dal momento che alle 7.30 è fissato il ritrovo all’Euganeo per la partenza con direzione Salerno. Viaggio in pullman fino alla stazione ferroviaria di Bologna, poi tutti sul Freccia Rossa che in poco meno di sei ore porterà la squadra a destinazione. Ecco allora che la consueta chiacchierata di Bisoli con i cronisti è stata anticipata di un giorno, prima dell’ultima seduta alla Guizza a porte chiuse. «Anche se non giochiamo da due settimane abbiamo cercato di mantenere alte intensità e concentrazione. I contro sono che eravamo in un momento di grande euforia ed entusiasmo, quindi volevamo cavalcare l’onda: anche se la pausa del campionato non ce le deve togliere. I pro sono che con l’amichevole di Abano ho cercato di portare chi era rimasto indietro quasi allo stesso livello degli altri.

Ore 10.10 – (Gazzettino) Sono ventiquattro i giocatori convocati per la sfida sul campo della Salernitana in programma domani alle 15. Ieri Pulzetti e compagni hanno lavorato lontano da occhi indiscreti alla Guizza, mentre oggi pomeriggio metteranno a punto gli ultimi dettagli nella rifinitura in terra campana. Trasferta alla quale non parteciperà Madonna, che dovrà restare ai box a lungo come ha sottolineato Bisoli: «Prima dell’amichevole ad Abano si è procurato uno stiramento pesante al quadricipite e ne avrà per molto tempo. Non è la gamba operata, ma è normale: quando vieni fuori da un crociato, tendi a mettere il novanta per cento del carico sulla gamba sana. C’è stata anche una componente di sfortuna nel suo infortunio, dato che nel momento di calciare è scivolato e ha compiuto un movimento anomalo». Figura invece regolarmente tra i convocati Contessa, che giovedì aveva saltato l’allenamento. «Aveva un esame all’università – spiega il tecnico – È bello che ci siano giocatori che proseguono gli studi ed è giusto che l’allenatore dia loro la possibilità di fare gli esami anche perchè se salti un allenamento non succede niente, a maggiore ragione se l’obiettivo è crearsi un futuro dopo il calcio». […]

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) L’allenatore ha abituato tutti a sorprese e cambiamenti dell’ultim’ora, ma allo stadio Arechi dovrebbe presentare una formazione molto simile a quella vista nelle prime giornate. Anche se, soprattutto a livello di schieramento, c’è un tarlo che gira nella testa dell’allenatore, molto tentato dallo schierare un assetto più offensivo. «Vedremo, ho provato qualcosa di nuovo. Mi danno spesso del difensivista ma anche nelle prime due partite credo di aver dimostrato di poter mettere in campo tanti giocatori offensivi e di qualità. Vogliamo giocarci la partita a viso aperto anche a Salerno e sto pensando a un sistema particolare per cercare di contrastare la loro fisicità». Al centro dell’attacco sarà confermato Bonazzoli, reduce dalla convocazione con la nazionale Under 21. «L’ho visto in tv e gli ho detto che mi sembrava fosse tornato il giocatore che era prima di iniziare il campionato con noi. Ma già dai due allenamenti che ha fatto con il gruppo questa settimana mi è parso carico e in forma». […]

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Comincia oggi il primo tour de force biancoscudato. Il Padova si radunerà stamattina alle 7.30 per partire in pullman alla volta di Bologna, da dove salirà sul treno diretto a Salerno. Nel capoluogo campano effettuerà la seduta di rifinitura in vista della terza giornata di campionato in programma domani alle 15 contro la Salernitana. È il primo step di un periodo molto intenso, che prevede anche un turno infrasettimanale a Foggia. Fortunatamente Bisoli ha a disposizione una rosa ampia e in salute, visto che l’unico infortunato è Madonna, costretto ai box da uno stiramento che lo terrà fuori per più di un mese. Per il resto l’allenatore ha dovuto lasciare ancora qualcuno fuori dalla lista dei convocati e stamattina non partiranno con i compagni, Pinzi, Serena, Mazzocco, Scevola, Chinellato e Cisco. «Siamo in tanti, ma durante la stagione ci sarà spazio per tutti», spiega Bisoli. «Anche chi al momento viene un po’ messo in disparte in allenamento, può ritrovarsi titolare nel giro di una settimana».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Le tre settimane di gloria di Luca Ravanelli, capocannoniere biancoscudato con due gol nelle prime due partite, si sono concluse con una simpatica intervista andata in onda su Dazn. Il giovane difensore trentino ha riproposto l’esultanza sotto la Tribuna Fattori, imitato il gol dell’omonimo (ma non parente) Fabrizio Ravanelli in finale di Champions League e guidato lo skateboard (sua antica passione) sulle tribune dell’Euganeo. Dopo aver dimostrato di essersi integrato alla perfezione a Padova, preparando e bevendo uno spritz, Ravanelli ha svelato i sogni della sua carriera: «Indossare la maglia del Milan e vincere un mondiale».




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