Live 24! Livorno-Padova, -2: allenamento pomeridiano alla Guizza, ci sarà ancora Foscarini al timone?

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Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) L’esonero di Colella e del suo vice Moreno Greco non è certo arrivato come un fulmine a ciel sereno considerato che già dopo la sconfitta casalinga subita contro il Ravenna la posizione dell’allenaatore non era sembrata più salda. Il pareggio ottenuto a Fano sabato scorso e l’1 a 1 contro l’Albinoleffe guidato dall’ex Michele Marcolini ha convinto la società berica che c’era la necessità di cambiare e che la decisione sarebbe stata presa già mercoledì sera dopo la partita lo si è compreso quando il patron della società di via Schio ha posizionato il suo «like» ai post dei tifosi berici che invitavano Colella a dimettersi. L’ormai ex allenatore — che nel girone di andata ha collezionato 26 punti che valgono la decima posizione — dopo un avvio decisamente positivo, ha pagato una seconda parte del girone di andata in cui la squadra non è più riuscita a sviluppare il gioco impostato sull’intensità e sul pressing alto che ha messo in difficoltà tutti gli avversari incontrati e ha permesso alla squadra di restare nelle posizioni alte della graduatoria. […] Nel momento di flessione della squadra Colella non è riuscito a trovare delle soluzioni tecniche alternative al 4-3-1-2 collaudato che ha consentito alla squadra di segnare 24 gol, ma anche di subirne 21, troppi per una squadra che punta alle zone alte della classifica. La decisione di passare al 3-5-2 non ha portato ai miglioramenti sperati, soprattutto a quella svolta che la società si augurava e che evidentemente non ha visto. Un esonero, quello di Colella, che rappresenta però la sconfitta di tutti, dalla proprietà, alla dirigenza e ai giocatori, perché pensare che il tecnico fosse l’unico colpevole di questa situazione sarebbe molto grave. […]

Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Addio Colella. Michele Serena è il nuovo allenatore del Vicenza. La scelta è caduta sull’ex tecnico di Feralpisalò, Venezia e Padova, che sarà coadiuvato dal secondo Davide Zanon, e da Maurizio Ballò che si occuperà del recupero degli infortunati. Il tecnico di Mestre ha firmato un contratto di sei mesi, che scadrà il prossimo 30 giugno 2019. «Per me è un onore essere l’allenatore di una squadra che ha una tradizione e una piazza importante – le prime parole di Serena in biancorosso – è stata una mia scelta quella di firmare per sei mesi perché la riconferma voglio guadagnarmela con il lavoro e i risultati del campo. Questo per ribadire che la mia volontà è quella di essere sulla panchina biancorossa anche nel prossimo campionato, ma è inutile sottoscrivere contratti pluriennali e poi magari doverli rescindere». Serena arriva in biancorosso dopo qualche stagione altalenante con il fiore all’occhiello della stagione 2011/2012 a La Spezia dove vince il campionato e ottiene la promozione in serie B, la coppa Italia di serie C e vince anche la Supercoppa di Lega di Prima Divisione. «Spero di fare bene anche a Vicenza – sottolinea Serena – la storia qui l’ha fatta Paolo Rossi, ma adesso noi dobbiamo lavorare per il presente e per il futuro. Sono consapevole che c’è molto da lavorare e che ci sono dei problemi da risolvere altrimenti non sarei qui, ma questo non mi spaventa. Il Vicenza l’ho visto giocare un paio di volte, mi sono fatto delle idee. Tutto è stato fatto in fretta, ho incontrato la squadra oggi (ieri per chi legge ndr),e domani si gioca per cui di tempo ce n’è molto poco». […]

Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] Nel dopo-gara il tecnico dei lagunari, Walter Zenga, evidenzia soprattutto la mancata vena realizzativa dei suoi e della poca cattiveria sottoporta. “Il rammarico e’ che in queste ultime due partite non siamo riusciti a fare gol. Questo cosa mi preoccupa, ma in maniera positiva perché mi fa pensare a cosa devo migliorare sull’aspetto della finalizzazione – ha spiegato il tecnico dei veneti -. Il campionato di serie B è questo. Ci sono squadre che hanno grandi qualità e valori importanti che emergono sempre in determinate situazioni. Adesso le squadre sanno come ci muoviamo e ci chiudono spesso gli spazi e la profondità”. […] Poi nella ripresa il calo dovuto anche agli impegni ravvicinati e a qualche giocatore ancora non al meglio. “Nella ripresa si è visto che siamo calati. Abbiamo avuto impegni ravvicinati e il Pescara ha riposato, quindi è stato un vantaggio. Dalla nostra avevamo anche molti uomini in ripresa dagli infortuni e il calo è stato evidente. Abbiamo avuto alcune problematiche ma questo fa parte del gioco”. […]

Ore 13.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Secondo ko consecutivo per il Venezia e terzo in undici partite della gestione Zenga. Resta tabu’ lo stadio Cornacchia di Pescara per i lagunari, che in riva all’Adriatico steccano dopo la battuta d’arresto con il Cosenza, causata proprio da un abruzzese ed ex settore giovanile biancazzurro D’Orazio. I precedenti in terra d’Abruzzo non sorridono al Venezia, che in dieci gare e’ riuscito a conquistare i tre punti in sole due occasioni. L’avvio di gara non e’ esaltante. Le due squadre si studiano attentamente nella prima parte, senza farsi del male. Con l’esclusione per scelta tecnica di Falzerano, Zenga rispetto alla gara con il Cosenza cambia quattro pedine nel suo schieramento tornando al 4-3-3, come aveva gia’ fatto con l’Ascoli nella gara vinta per 1-0. Al centro dell’attacco si rivede Vrioni supportato da Di Mariano a destra e Marsura a sinistra, mentre Citri si accomoda in panchina. A centrocampo tornano Suciu e Pinato mezze ali, con Bentivoglio in cabina di regia. Invariata la linea a quattro di difesa con capitan Domizzi e Modolo al centro, Zampano a destra e Bruscagin sulla corsia opposta. Il Pescara di Pillon non cambia la sua identita’ e il suo 4-3-3, Mancuso viene dirottato al centro dell’attacco al posto di Monachello, con Antonucci a sinistra e Marras a destra. Tra i pali ristabilito Fiorillo dopo l’infortunio prende il posto di Kastrati, titolare nelle ultime tre uscite. […]

Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Seconda sconfitta consecutiva per il Venezia, battuto 1-0 anche sul campo del Pescara dopo il rovescio interno contro il Cosenza: la prova della squadra di Zenga è poco propositiva e ordinata in difesa, ma a far saltare il banco ci pensa il destro da fuori area di Brugman al 73’. Il gol del capitano pescarese stimola la reazione degli arancioneroverdi, ma nel finale Litteri spreca il pallone dell’1-1 e a Zenga – molto arrabbiato con il quarto uomo nel corso della partita per alcuni cori dei tifosi locali contro la città di Venezia e contro di lui – restano solo i rimpianti. All’Adriatico va in scena un primo tempo equilibrato, con due 4-3-3 speculari che finiscono tutto sommato per annullarsi chiamando i portieri all’ordinaria amministrazione o poco più. […]

Ore 12.40 – (La Nuova Venezia) Terza sconfitta per Walter Zenga e seconda consecutiva dopo quella di domenica scorsa al “Penzo” contro il Cosenza. In attesa del Carpi, per il Venezia la settimana di Natale non sta portando fortuna. «Il rammarico» spiega il tecnico milanese «è non avere fatto gol in queste due partite e questo mi preoccupa. Però mi fa pensare anche a cosa devo migliorare sotto l’aspetto della finalizzazione. Conosciamo il campionato di Serie B, dove ci sono squadre che hanno valori importanti; adesso stanno cominciando a leggerci, ci chiudono di più gli spazi, dovremmo essere bravi a cambiare e a trovare altre soluzioni». Zenga spiega le difficoltà trovate all’Adriatico. «Il Pescara ha giocatori di qualità» continua «e in grado di saltare l’uomo. Siamo un po’ calati nella ripresa perché avevamo dei giocatori al rientro da infortunio». L’allenatore chiede ai ragazzi di essere più cinici in area. «Dobbiamo avere più cattiveria» continua Zenga «perché sbagliamo cose semplici». […]

Ore 12.20 – (La Nuova Venezia) Seconda sconfitta in cinque giorni per il Venezia, ancora una volta per 1-0. A Pescara non basta un grande Domizzi per strappare almeno un punto agli abruzzesi, ma non si può nemmeno pensare di farcela mettendo un pullman davanti alla porta, e riuscendo a inquadrare la porta avversaria solo nel recupero e in preda al tentativo disperato di recupero. Primo tempo regalato agli avversari, secondo con un pelo di convinzione in più, ma ancora troppo poco per impensierire una squadra tecnica e piena di talento come quella di Giuseppe Pillon. Tre partite in una settimana non sono una passeggiata, allora Zenga lascia in panchina Schiavone e Segre, anonimi nel centrocampo uscito sconfitto contro il Cosenza domenica scorsa, e fa posto a Suciu e Pinato con Bentivoglio a creare gioco in mezzo. Marsura fa il vice Falzerano, rimasto a casa, e il resto non si tocca. Le squadre si confrontano all’inizio con il 4-3-3, e il primo quarto d’ora è di marca abruzzese con Machin e Antonucci che creano qualche pensiero a Vicario, ma nulla di clamoroso. Il Venezia è ben piazzato, copre le fasce per non regalare spazi all’ex Del Grosso e a Balzano, però fatica a entrare nell’area di rigore del Pescara. La squadra di Pillon arriva a proporre una linea difensiva anche a sei in fase di ripiego, e Vrioni & compagni di centimetri ne trovano pochi. […]

Ore 11.50 – (Gazzettino) Disastro Cittadella a Verona, almeno nel risultato finale, davvero pesante. Il 4-0 del Bentegodi ha fatto perdere l’imbattibilità che durava da undici turni di campionato e il titolo di miglior difesa del torneo cadetto – adesso ad appannaggio della capolista Palermo, avversario di domenica -. Almeno i play off sono salvi, per appena un punto, ed è l’unica nota positiva di una trasferta amarissima. Venturato nel turno infrasettimanale ha cambiato quattro giocatori rispetto all’ultima gara, inserendo Ghiringhelli in difesa, Pasa e Maniero in mediana, Panico a fianco del confermato Strizzolo. Riposo per capitan Iori e Finotto, e panchina anche per Proia e Drudi, che pure erano recuperati. Scelte che non hanno ripagato il tecnico granata. La squadra di Roberto Venturato ha giocato anche contro il tabù-Bentegodi, dove non è mai riuscita a vincere: prima del ko di ieri sera, un pareggio e due sconfitte, nessun gol realizzato negli ultimi due confronti diretti. […] La partita l’ha chiusa ancora Pazzini, al 37′ su calcio di rigore, fischiato per un presunto contatto fra il neo entrato Bussaglia a Matos, con il giocatore di casa che pareva essersi sgambettato da solo. C’è stato il tempo anche per il 4-0 di Tupta – risultato che ha penalizzato il Cittadella oltre i propri demeriti – che nel frattempo aveva preso il posto di Pazzini. Per la prima volta il Verona non ha preso gol in casa, anche questo la dice lunga sulla scarsa incisività del Cittadella.

Ore 11.30 – (Gazzettino) Dopo tre mesi cade l’imbattibilità del Cittadella, e lo scivolone è quelli che fanno rumore come si addice a un 4-0. «Abbiamo incassato gol su un calcio d’angolo – dice Venturato – e su una punizione calciata da quaranta metri dove siamo stati ingenui su un cambio di campo che ha portato poi al 2-0. Abbiamo pagato a caro prezzo gli errori commessi». Come volume di gioco il Cittadella non ha creato meno del Verona, anzi si è comportato pure meglio dei padroni di casa. «Credo che il Cittadella abbia costruito almeno una decina di occasioni da gol, e quando una squadra crea così tanto e non riesce a fare risultato qualcosa si è sbagliato». Forse ha sbagliato pure l’arbitro ad assegnare il rigore del 3-0 di Pazzini, ma oramai si era sul finire dell’incontro: «Il Verona nella ripresa ha superato la metà campo soltanto in quel frangente, con il rigore che mi è apparso un po’ dubbio, ma dobbiamo accettarlo. Abbiamo disputato una prestazione positiva dal punto di vista del possesso palla, e abbiamo creato tantissimo. Venire a Verona, costruire tanto e perdere in questa maniera, è un peccato». […]

Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Dove vai se il bomber non ce l’hai? Anzi, ad essere fiscali, se gli attaccanti, uno in particolare, sbaglia occasioni su occasioni di partita in partita? La differenza tra Verona e Cittadella, nel derby d’alta classifica di fine anno, giocato con la nebbia a minacciare di scendere sul campo, e dunque di rovinare tutto, l’ha fatta un certo Giampaolo Pazzini, classe 1984, uno che i gol li ha sempre segnati e che stranamente Grosso ha tenuto relegato in panchina per quasi 50 giorni, dalla sconfitta di Brescia dell’11 novembre in poi. La sua proverbiale astuzia sotto porta ha condannato i granata alla terza sconfitta in campionato, fermando a 11 la loro striscia di risultati utili consecutivi (8 pareggi e 3 vittorie). Il contraccolpo in classifica è stato pesante: il Citta è scivolato indietro di tre posizioni, ora è settimo appaiato al Perugia, ma a cinque lunghezze dal Brescia vice-capolista. Pazzini, dunque, e non Strizzolo, che anche stavolta ha deluso per la mancanza di concretezza e l’imprecisione che ne stanno caratterizzando le ultime prestazioni. E poi le strane amnesie di una difesa che non è più la meno battuta della Serie B, avendo subìto, fra la gara interna con il Perugia e questa del Bentegodi, ben 6 reti. Troppe. Con Settembrini (soprattutto) e Siega squalificati, e con il Palermo primo della classe da affrontare domenica al Tombolato, Venturato ha optato per una mini-rivoluzione, lasciando fuori tre titolari della squadra fermata dal Perugia (Benedetti, Iori e Finotto) e cambiando due/terzi del centrocampo, con gli inserimenti di Pasa e di Luca Maniero, al debutto stagionale dopo la presenza nella partita di Coppa Italia di Benevento. Ma il ritmo – prerogativa principale dei granata – è mancato proprio nel settore centrale, dove la corsa e la spinta di un Settembrini in gran spolvero come negli ultimi tempi avrebbero fatto molto comodo. […]

Ore 10.40 – Le pagelle del Padova (Gazzettino): Merelli 6; Cappelletti 5, Capelli 6, Ceccaroni 5.5; Mazzocco 6 (Chinellato S.V.), Broh 6.5, Serena 6 (Pinzi 6), Pulzetti 5.5, Contessa 5.5; Bonazzoli 6.5 (Marcandella S.V.), Capello 5.

Ore 10.30 – (Gazzettino) La partita è così diventata più equilibrata. Nel palleggio la qualità del Benevento si è fatta sempre apprezzare, ma i biancoscudati hanno cominciato a rispondere colpo su colpo alzando il proprio baricentro e diventando più aggressivi nei contrasti. […] Quando la lucidità ha cominciato a difettare, i contrasti sono diventati più vigorosi e il gioco è diventato più spezzettato. In questi frangenti il maggiore tasso tecnico del Benevento ha avuto il sopravvento. Il nuovo entrato Ricci ha sprecato un’occasionissima a pochi passi da Merelli che qualche istante più tardi è stato salvato dalla traversa su un affondo di Coda. Dopo l’uscita dal campo di uno stremato Bonazzoli (dentro Marcandella) la squadra ha ulteriormente serrato i ranghi a difesa del pareggio. Ma a mandare all’aria i piani del Padova è stato un taglio interno di Improta che ha bruciato sul tempo Cappelletti e freddato Merelli. Con la forza dell’orgoglio e anche in dieci (Pinzi ko a cambi esauriti) i biancoscudati hanno provato a reagire, ma prima Capello e poi Marcandella non sono riusciti a trovare il guizzo vincente.

Ore 10.20 – (Gazzettino) La quinta sconfitta di fila della gestione Foscarini spedisce il Padova all’inferno. Per tre quarti di partita i biancoscudati sono riusciti a tenere testa al più quotato Benevento, ma nel finale hanno pagato le tante energie spese e l’ex Improta li ha puniti. Una crisi senza fine, che apre scenari da brividi e che mette in discussione anche il futuro del tecnico. Le scorie delle quattro sconfitte di fila si sono tradotte in un approccio troppo timoroso del Padova, che da subito si è abbassato fin quasi al limite dell’area lasciando di fatto l’iniziativa agli ospiti. La superiorità dei campani ha prodotto un paio di pericolose accelerazioni di Letizia e un destro radente di Coda che non ha inquadrato di poco lo specchio della porta. A dare la sveglia al Padova sono stati soprattutto Broh e Bonazzoli. Il centrocampista ha fatto valere la sua brillantezza per accorciare sui centrocampisti avversari, mentre l’attaccante ha sfruttato la sua velocità di gamba e la sua rapidità nel puntare la porta per spaventare i campani e frenare i loro ardori.

Ore 10.10 – (Gazzettino) […] Dopo aver sostenuto la squadra per tutta la partita, gli ultras hanno inscenato una contestazione più che accettabile sia nei toni che nei contenuti. E quando la squadra è uscita dallo stadio, hanno avuto un confronto con gli stessi giocatori. Quando Claudio Foscarini arriva finalmente in sala stampa (lunghissima l’attesa), sembra cosciente che adesso anche lui è in discussione: «Io sono ancora fiducioso in questo gruppo e penso che la salvezza sia possibile, ma la società può anche decidere altrimenti». Sulla partita la sua versione però appare difficile da condividere: «Avremmo meritato il pareggio, ma ci è mancata la zampata finale nelle occasioni che abbiamo creato. La partita è andata esattamente come l’avevamo preparata e non posso rimproverare nulla ai miei ragazzi. È un momento così, ci manca anche un pizzico di fortuna». Ma il clima in società non è dei migliori. Ne è lo specchio il presidente Roberto Bonetto, che scende in sala stampa e appare come un pugile suonato. Alla domanda diretta se Foscarini sia in bilico, prima nicchia, poi però ammette con un filo di voce: «È una situazione difficile da valutare serenamente, devo dormirci sopra una notte e confrontarmi con i miei collaboratori».

Ore 09.50 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova): Merelli 6; Cappelletti 5.5, Capelli 6, Ceccaroni 6; Mazzocco 5.5 (Chinellato S.V.), Broh 6, Serena 6.5 (Pinzi 6), Pulzetti 6, Contessa 5.5; Bonazzoli 6.5 (Marcandella 6.5), Capello 5.5

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Le prospettive sembrano più fosche della nebbia che avvolge viale Rocco e invece pian piano la squadra di Foscarini si fa coraggio, mostra a tratti anche quella rabbia tanto invocata dal tecnico e risponde colpo su colpo alle offensive dei campani. […] almeno a inizio ripresa, i biancoscudati non accusano quei cali di tensione che, troppo spesso in passato, sono risultati fatali. Certo c’è da dire che anche il Benevento fa poco per mettere sotto pressione la retroguardia avversaria e i ritmi calano rispetto ai primi 45′. Tra falli, proteste e interruzioni, il gioco scorre piuttosto lento, anche se non manca qualche brivido. […] Pian piano la squadra si allunga, perde un po’ le misure e al 34′ viene infilata. Il Benevento recupera palla e riparte veloce, Ricci trova lo spiraglio giusto per servire in profondità Improta che sfila (in sospetta posizione di fuorigioco) alle spalle di Cappelletti e batte Merelli in uscita trovando il vantaggio. […] E tra due giorni si torna nuovamente in campo per l’ultima giornata d’andata in uno scontro diretto che ha quasi il sapore della disperazione in casa del Livorno.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Niente da fare. Il Padova perde anche contro il Benevento, colleziona la quinta sconfitta consecutiva e resta sempre più ultimo e sconsolato in fondo alla classifica. Nemmeno quando la squadra dà qualche segnale di reazione e mostra di giocarsela alla pari contro una delle corazzate del campionato, riesce a ottenere qualcosa, uscendo dal campo con il consueto pugno di mosche in mano. L’1-0 finale è firmato a 10′ dalla fine dal gol dell’ex Improta, che a questo punto mette a rischio anche la panchina di Foscarini.La situazione è sempre più cupa e anche i tifosi alla fine hanno sbottato, fischiando la squadra e invitando i giocatori ad “andare a lavorare”. Il tecnico conferma il 3-5-2, ma cambia tre uomini rispetto alla sfida precedente di Lecce, rilanciando Pulzetti e Broh a centrocampo (con Mazzocco spostato sull’esterno) e ritrovando Cappelletti in difesa al posto dello squalificato Trevisan. Il primo quarto d’ora fa sudare freddo il già congelato pubblico dell’Euganeo. Il Benevento prende in mano il gioco ed elude qualsiasi tentativo di pressing biancoscudato, il Padova fatica addirittura a superare la metà campo avversaria e rischia grosso in almeno tre occasioni. […]

Ore 09.10 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto): Merelli 6; Cappelletti 5, Capelli 6, Ceccaroni 4.5; Mazzocco 4 (Chinellato S.V.), Broh 5.5, serena 6 (Pinzi 5.5), Pulzetti 5, Contessa 4; Bonazzoli 6 (Marcandella S.V.), Capello 4.5.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) È Padova, ma sembra la Transilvania: fra buio, incubi e nebbie che si addensano all’Euganeo, il Padova sparisce. Quinta sconfitta consecutiva e disastro su tutta la linea per una squadra spettrale, modesta, passiva e con scarsissima qualità, che il ko di ieri col Benevento per 1-0 rischia di far sprofondare in anticipo il campionato biancoscudato. E scatta la contestazione fuori dall’Euganeo. Squadra desolatamente ultima, sempre alla ricerca di qualcosa che non c’è o che non ha e a cui Claudio Foscarini non ha portato davvero niente di più rispetto a Bisoli. Anzi, in tutta evidenza le cose sono peggiorate sensibilmente. Cinque sconfitte in sei partite, quanto basta, forse, per scrivere la parola fine anche sul nuovo corso biancoscudato sotto la guida, incerta e senza idee, del tecnico trevigiano. Forse già oggi si saprà, ma la realtà inchioda il Padova. Prigioniero dei propri limiti e di tante contraddizioni nella costruzione della squadra, che offre un quadro desolante. Dopo un primo tempo tutto sommato dignitoso, dal 10’ della ripresa in poi tutte le luci si spengono, il baricentro arretra e il Benevento fa quello che vuole. Fino al gol dello svantaggio firmato dall’ex Improta, uno che aveva già vissuto la retrocessione del 2014 sotto la gestione Penocchio e che spunta dalla fitta cortina di nebbia che circonda l’Euganeo e che porta con sé ricordi spettrali. È Padova, ma sembra la Transilvania, fra fantasmi, incubi che diventano realtà e una retrocessione che, settimana dopo settimana, diventa sempre più una prospettiva concreta. […]




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