Padova-Brescia, Zamuner: “Dobbiamo fare risultato in qualsiasi modo! E a Pescara…”

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«Mi sono alzato istintivamente dicendo fallo, niente di più. L’arbitro mi ha spiegato che per regolamento non ci si può alzare dalla panchina». Il direttore generale Giorgio Zamuner chiarisce il motivo della sua espulsione con il Pescara in occasione della mancata concessione di un rigore, con tanto di faccia a faccia a fine gara con Fourneau di Roma 1. «Sono andato a fare una chiacchierata, dicendogli appunto che istintivamente mi sono alzato dato che mi sembrava un fallo talmente grande. Ho preso atto dal direttore di gara che il regolamento è questo, e me la metto via».

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A caldo nel dopo gara il presidente Roberto Bonetto ha puntato l’indice proprio contro la direzione del fischietto romano. Ne condivide lo sfogo? «È già stato abbastanza eloquente il presidente. Siamo convinti che il rigore assegnato al Pescara era dubbio, e che il nostro era clamoroso. Siamo stati penalizzati in due episodi chiave, poi a me non piace cercare alibi nella direzione arbitrale perché non fa parte del mio carattere. Però succedono episodi che fanno un po’ innervosire e non ti fanno stare sereni. Non si chiedono favori, ma che gli episodi siano sanzionati nella maniera giusta». Rimuginare sulla gara di Pescara non serve a molto, tanto più che è alle porte la sfida con la capolista Brescia. «In questi casi si dice che giocare subito una partita ravvicinata può aiutare, però è normale che devi recuperare energie e verificare qualche acciaccato. Senza dimenticare che ci attende una gara tutt’altro che semplice. Siamo consapevoli delle difficoltà che ci aspettano, ma dobbiamo fare risultato in qualsiasi modo. Dobbiamo essere fiduciosi, altrimenti non andiamo da nessuna parte».

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Poi il pensiero finale del diggì: «La squadra si è allenata bene oggi (ieri, ndr), come aveva fatto anche la settimana scorsa. Ripeto, deve essere compatta, tosta e cattiva, consapevole dell’avversario che abbiamo davanti. Sono le armi che dobbiamo mettere in campo per raggiungere la salvezza. Poi arriverà anche la partita che non tiri in porta e vinci con un colpo di fortuna. Pur sapendo che per salvarci servono tre-quattro vittorie».

(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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