Serie B, indagato Fabio Petroni per doppia proprietà di Trapani e Juve Stabia: gli aggiornamenti

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Ricordate Fabio Petroni, ex proprietario del Pisa quasi fallito e salvato dalla famiglia Corrado? Quanto raccontavamo quest’estate sulla doppia presenza come azionista contemporaneo di Trapani e Juve Stabia trova puntuale conferma nelle notizie emerse stamattina che lo indicano indagato dalla Procura federale: “La Procura federale mette nuovamente il Trapani nel mirino – si legge su Il Giornale di Sicilia – Stavolta al centro delle indagini condotte dal procuratore capo Giuseppe Pecoraro e dai procuratori aggiunti Antonella Arpini e Gianfranco Melaragni è finito direttamente Fabio Petroni. Stando a quanto si legge nell’ordinanza, l’inchiesta conclusa lunedì scorso riguarda «una serie di accertamenti in merito alla compagine societaria e alla gestione economica e finanziaria delle società Trapani srl e Juve Stabia srl», ovvero i due club in cui i pm federali hanno evidenziato la partecipazione di Petroni nel capitale societario. In particolare, «per il tramite di società da lui controllate e mediante interposizione di Edoardo Comito», amministratore e legale rappresentante della Juve Stabia all’epoca dei fatti, anch’egli indagato. Secondo la Procura Federale, Petroni avrebbe «rivestito contemporaneamente il ruolo di socio» dei due club «dal 21 giugno al 9 luglio 2019». Le violazioni ravvisate alla fine della complessiva attività istruttoria compiuta e dall’esame degli atti da parte del procuratore federale e dai procuratori federali aggiunti riguardano il Trapani per responsabilità diretta, ma anche lo stesso Petroni per violazione dei principi di lealtà e correttezza (articolo 4 comma 1 del codice di giustizia sportivo) e per responsabilità diretta (articolo 2 comma 2) in merito al divieto di «partecipazioni, gestioni o situazioni di controllo, in via diretta o indiretta, in più società del settore professionistico da parte del medesimo soggetto» previste sia dallo statuto federale (articolo 7 comma 7) che dall’articolo 16 bis del Noif. Proprio quest’ultimo articolo è quello che potrebbe mettere a rischio il futuro del Trapani. Le partecipazioni multiple, infatti, non sono ammesse (neanche qualora la posizione di controllo fosse riconducibile «ai suoi parenti o affini entro il quarto grado») e l’inosservanza del divieto «costituisce illecito e comporta su deferimento della Procura federale, l’applicazione delle sanzioni previste dal codice di giustizia sportiva». L’avvio del procedimento disciplinare, stando alle norme federali, «comporta la sospensione dei contributi federali» fino ad eventuale pronuncia definitiva favorevole alla società finita sotto inchiesta. Se, invece, dovesse essere riconosciuto l’illecito, con la Procura che ha già reso noto agli indagati l’intenzione di procedere col deferimento, «le società oggetto di controllo non sono ammesse al Campionato di competenza». Esclusione dal calcio professionistico, in parole povere, se la posizione del Trapani non dovesse essere giudicata regolare dagli organi competenti. Oltre Petroni e altri amministratori della Juve Stabia (Martinelli, Comito, D’Elia e Di Maio, più i soci Manniello e Parente), le indagini dei procuratori federali riguardano Paola Iracani, all’epoca dei fatti presidente del consiglio di amministrazione del Trapani, «per avere posto in essere, con atto del 28 febbraio 2019, una cessione di credito tra la società Trapani calcio srl e la società Liberty Lines spa, in virtù della quale la prima è divenuta contro-garante di Banca Intesa Sanpaolo Spa, a fronte della fidejussione da quest’ultima rilasciata alla Lega Pro, in adempimento delle prescrizioni previste per il rilascio della licenza nazionale per la stagione 2018/2019».

Avviso di conclusione indagine anche per l’ex amministratore delegato della società Fm Service srl, Maurizio De Simone, «per non aver fornito entro 30 giorni dalla stipulazione dell’atto di acquisto di quote della società Trapani calcio, in misura superiore al 10 per cento del capitale sociale, avvenuta il 5 marzo 2019, la documentazione attestante i requisiti di onorabilità e di solidità finanziaria». Infine Luigi Foffo, presidente del consiglio di amministrazione di Alisivion Transport scrl «per non avere fornito all’atto dell’acquisizione di quote della società Trapani Calcio spa in misura superiore al 10 per cento del capitale sociale, avvenuta il 21 giugno 2019 la documentazione attestante i requisiti di onorabilità e di solidità finanziaria».




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