Padova, Bonetto: “Mi tengo stretto le due promozioni, ma è arrivato il momento di farmi da parte…”

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«Abbiamo vissuto momenti bellissimi, che non dimenticherò mai. Dopo cinque anni, però, era arrivato il momento di farmi da parte. Da un lato c’è dispiacere, dall’altro penso che fosse esaurito un ciclo che ci ha portato tante soddisfazioni dal 2014 ad oggi». Il giorno dopo l’assemblea dei soci Roberto Bonetto parla al “Corriere del Veneto”, e dopo aver smentito un suo ingresso al Campodarsego («Nel calcio ho già dato») aggiunge: «Mi tengo strette le due promozioni conquistate in cinque anni, una assieme a Bergamin e l’altra con me nel ruolo di presidente. Credo di aver fatto tanto per il Calcio Padova, ho messo tanti soldi e mi dispiace di non essere riuscito a lasciare la squadra in Serie B. Abbiamo fatto del nostro meglio, abbiamo commesso sicuramente errori importanti e non è bastato per evitare la retrocessione. La cosa più importante era garantire un futuro al Calcio Padova e l’ho fatto, lasciandolo nelle mani di Joseph Oughourlian. L’aumento di capitale sottoscritto dimostra quanto siano serie le sue intenzioni». E su “Il Mattino di Padova” sottolinea: «L’andamento dell’ultimo campionato mi ha distrutto dal punto di vista morale, ci vorrà ancora molto tempo perché la ferita si rimargini completamente. Rimprovero a me stesso di non aver ascoltato mio figlio a luglio dello scorso anno, quando mi aveva invitato a non allungare il contratto a Bisoli. Questa avventura nel Padova ci è costata alla fine 6 milioni di euro, basta guardare i bilanci di Thema Italia per averne conferma: tanta roba per un piccolo imprenditore. Prendete Bepi (Bergamin, ndr), ha fatto molto anche lui e ne porta ancora i segni. Che si bacino tutti le mani, se non ci fossimo stati noi due dove sarebbe finito il Padova?»

 




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