Serie A, la palla passa al Governo. Basta incertezze e attendismo, servono decisioni

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Incertezza: questa è la sintesi di ciò che sta vivendo attualmente il calcio italiano. I campionati sono fermi ormai da più di due mesi e non è ancora chiaro se e quando potranno ripartire. In queste settimane gli esponenti dei club di serie A hanno più volte fatto esternazioni che sono andate in senso opposto. Dagli accorati inviti per la chiusura del campionato da parte di Cellino e Ferrero, fino alla volontà di Lotito di concludere regolarmente la stagione. La Lega di serie A si è ritrovata quest’oggi in assemblea per discutere del futuro della stagione 2019/2020 raggiungendo l’unanimità per riprendere il campionato e concluderlo. Tutto risolto? Assolutamente no. Il Governo con il Ministro Spadafora in primis è scettico sulla possibilità di ricominciare la stagione e in più occasioni ha palesato la sua posizione: “Senza accordo sul protocollo sanitario il Governo chiuderà il campionato”, oppure “Non è scontato che il campionato riprenda”, queste alcune delle sue frasi più incisive degli ultimi giorni. L’Italia potrebbe così seguire l’esempio della Francia, dove il Governo ha dichiarato lo stop definitivo al campionato di calcio, e la Lega (non senza polemiche) ha assegnato lo scudetto al Psg e ha confermato retrocessioni e promozioni. Per seguire questa strada è però necessario che chi ne ha la competenza decida cosa fare e si assuma la responsabilità di decidere. Il calcio non è solo un passatempo della domenica, ma è una vera e propria industria il cui indotto ha diritto di sapere come organizzarsi per affrontare le spese quotidiane derivanti dalla crisi economica generata dal Coronavirus. La palla è quindi nelle mani del Governo, che ha il compito primario di tutelare la salute dei cittadini ed anche degli sportivi, garantendo però delle risposte a tutti coloro che vivono nell’incertezza da ormai più di due mesi.




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